NADIA, UNA DONNA STRAORDINARIA sesto ed ultimo episodio di Davidmuscolo Inizio' cosi' il mio quarto week-end agli ordini della signora Nadia. Per tutta la durata del primo giorno non ci furono enormi cambiamenti, a parte i suoi continui cambi d'abito per una sua sfilata personale nei confronti miei e di Michele. Passava da abiti succinti a pantaloni e tute aderentissime, con immancabili stivali chilometrici che la facevano apparire gigantesca ai miei occhi. Tutto proprio come nei miei sogni erotici, quasi che avesse letto nei miei pensieri e che si vestisse proprio per farsi desiderare da me, con il risultato che ero quasi sempre perennemente eccitato allo spasimo. Desideravo quella donna, anzi, desideravo essere suo. I ruoli si erano ormai totalmente invertiti, anche quelli sessuali. Non pensavo piu' che volevo scopare quella donna che, a parte la sua evidente bellezza oggettiva, si vestiva e si truccava per essere desiderabile come non mai, ma ogni volta che ci apprestavamo a fare sesso e cioe' quando lei abbandonava in parte la sua durezza pur rimanendo ogni istante dominante e si avvicinava a noi, quando iniziava a toccarci e a dire frasi di una sensualita' unica, allora cominciavo a pensare che sarei stato suo e questa condizione mi appagava completamente e mi rendeva felice, pur con tutte le preoccupazioni di soddisfare una donna che ormai poteva considerarsi a tutti gli effetti la mia indiscussa padrona. Non mancarono ovviamente, neanche le sue dimostrazioni di forza e di superiorita' e, di conseguenza, una buona dose di percosse per me e per Michele. Ormai, avevo cominciato a capire perfettamente quando si avvicinavano quei momenti e, almeno per me, si trattava di terrore puro. Sapere di essere completamente nelle mani di un'altra persona, sapere che la mia vita e la mia integrita' fisica dipendevano da lei, era psicologicamente insopportabile, anche se ormai cominciavo a pensare che la signora Nadia non avesse alcun interesse a farmi grossi danni fisici, a patto naturalmente che io mi attenessi scrupolosamente ai suoi ordini, cosa che mai mi sarei sognato di non fare. Il dolore pero' non ce lo risparmiava. I suoi colpi arrivavano alla velocita' della luce, soprattutto al bersaglio grosso e quindi pancia, fianchi o petto. Pertanto, dolori lancinanti, mancanza di fiato per diversi secondi, la sensazione di avere tutte le ossa del bacino che scricchiolassero e che si stessero per rompere, ma anche alla fine di quel giorno ero, tutto sommato, in discrete condizioni, seppur dolorante in ogni parte del mio corpo. La faccia invece, era ancora in condizioni disastrate, soprattutto a causa dei suoi schiaffi che erano veri e propri macigni che si abbattevano su di me, ma anche in quel caso i danni, a parte l'ovvia umiliazione che un ceffone di quel livello regalava, erano piuttosto limitati, a parte il naso che mi sanguinava quasi perennemente. Sicuramente, avevo il setto nasale rotto, anche se, fino ad allora, non mi ero ancora fatto visitare da un medico ed avevo deciso che l'avrei fatto solo al termine di quell'avventura, mentre gli altri danni, pur molto dolorosi e fastidiosi, sarebbero probabilmente scomparsi nel giro di qualche settimana. Ma il giorno seguente, quello che sarebbe dovuto essere, con tutta probabilita', l'ultimo giorno per me, considerando le abitudini che la signora Nadia aveva, si apri' con una novita'. E che novita'. Eravamo ai suoi piedi, come spesso accadeva nei nostri momenti di riposo. La signora Nadia ci fece alzare e poi osservo' suo marito " Mi e' venuta voglia. Vai a prendere il fallo" Per alcuni secondi faticai a capire, mentre Michele, invece di scattare al comando della sua padrona, rimase per un paio di secondi interdetto e questo gli costo' un ceffone dato con una violenza tale che lo fece sanguinare copiosamente dalle sue ferite che non avevano avuto il tempo di rimarginarsi. Il poveretto fece alcuni passi indietro barcollando e poi cadde in modo buffo col sedere per terra " Vado signora, vado subito" disse tremando " Veloce. Ho voglia di incularti" Ora capivo. Oh mio Dio. Il fallo! Ecco cos'era. Oh no, non volevo. Un tremore inarrestabile si impadroni' del mio corpo mentre lei mi guardava divertita. Mi venne vicino " Cosa c'e'? Hai paura?" esordi' ironica. Feci cenno di si con la testa proprio mentre Michele torno' col fallo di gomma. Quella pratica non era una delle mie fissazioni, anzi potevo senz'altro considerarla una delle mie paure piu' atroci. Ed ora cosa potevo fare? Scappare? Avevo troppa paura per farlo e comunque, sarebbe stato completamente inutile ed ancora tremante assistetti alla preparazione di rito. Si trattava esattamente di uno strap-on, come lei stessa sottolineo', adatto per far godere anche chi lo indossava e, mentre la signora Nadia si sistemava il fallo attorno alla sua vita dopo essersi completamente spogliata ed essere rimasta soltanto con i suoi altissimi stivali, Michele si era tolto anche i suoi slip e si metteva qualcosa nel buco dell'ano, forse vaselina o qualcosa di simile. Dai suoi movimenti, era evidente che non era la prima volta per lui. Quando tutto sembrava pronto, lei si giro' verso di me " Francesco, qui'" Il suo ordine era stato come quello che si da a un cane ed io come un cagnolino impaurito mi avvicinai a lei che si ergeva maestosa in tutta la sua bellezza " Questo fallo ha bisogno di essere lubrificato per bene. Leccalo!" Non osai contestare minimamente il suo ordine e, con le lacrime che mi scendevano copiose, mi inginocchiai davanti a lei e misi in bocca quell'affare. Era lungo e grosso nella media e per me fu nauseante. La signora Nadia mi ordino' poi di ingoiarlo completamente ed io, pur con le forze di stomaco che a momenti mi stavano per far rigettare tutto cio' che avevo mangiato, le obbedii. Trascorsero alcuni minuti di inferno. Sentivo la signora Nadia sghignazzare ed ordinarmi di metterci piu' passione nel fare quel pompino, ma alla fine mi tolse la testa dal fallo e diresse tutte le sue attenzioni nei confronti del marito " Ora tocca te mio caro" " La prego signora, faccia piano" sussurro' Michele e per tutta risposta gli arrivo' ancora uno schiaffo tremendo " Povero Michele, ancora non hai capito che non devi pregarmi perche' tanto non serve a niente. Faro' quello che mi sento ed ho intenzione di farti male, molto male" La signora Nadia fece piegare Michele, gli allargo' le gambe e si sistemo' dietro di lui, poi lo prese per i fianchi e, malgrado cio' che aveva appena affermato, lo penetro' usando molto tatto ed accortezza. Il fallo scomparve pian piano inghiottito dall'ano di Michele che divento' comunque una maschera di sofferenza. Solo a quel punto la signora Nadia inizio' a spingere, prima lentamente poi sempre piu' forte, mugolando di piacere ma, incredibilmente, anche Michele sembrava godere di quella situazione ed il suo pene cominciava ad alzarsi sempre di piu', fino a giungere probabilmente all'erezione massima. Avevo letto che la penetrazione anale porta anche l'uomo a godere quando il fallo viene a contatto con la prostata, ma la visione di quella scena fu per me ugualmente fonte di meraviglia e ... .di eccitazione. Vedere in che modo quella donna possedesse il suo uomo non mi fece resistere e stavo per venire ben prima che lo facesse lo stesso Michele se non mi fosse trattenuto per la paura. Venirmene senza il permesso della signora Nadia equivaleva ad una punizione corporale molto pesante che volevo evitare a tutti i costi. Lei intanto continuo' a spingere anche dopo che Michele aveva eiaculato, incurante delle grida e dei pianti dell'uomo, fino a che anche lei riusci' a raggiungere l'orgasmo e parve quindi averne abbastanza. Cesso' improvvisamente le sue spinte e poi fece uscire il fallo. Stava per giungere il momento piu' temuto per me. Di solito, le sue attenzioni nei confronti miei e di Michele erano praticamente contemporanee. Ci picchiava contemporaneamente, faceva sesso con entrambi o comunque uno dopo l'altro senza intervallo di tempo e con questa prassi, ora sarebbe toccato a me. Quando la vidi guardare nella mia direzione, capii che per me era finita. Supplicarla non aveva senso. Non si faceva impietosire e lo aveva appena detto al marito. Neanche cercare di ribellarmi aveva senso. Era troppo piu' forte di me. Mi avrebbe punito duramente e non sarebbe cambiato nulla. Era ormai di fronte a me. Il mio tremore era aumentato ancora, la mia paura era ormai a livelli stratosferici, ma non feci nulla. Lei prese la mia mano senza violenza e mi condusse nel punto dove aveva appena compiuto quel terribile atto nei confronti di Michele che era ancora a terra a contorcersi dai dolori, anche lui piangente. Era bellissima. Completamente nuda con solo i suoi stivali, era uno spettacolo della natura. Non c'erano artifizi o un abbigliamento particolarmente sensuale che l'aiutasse. Il suo corpo sembrava scolpito da un grande artista, la sua vita sottile, i suoi seni rigogliosi, la sua pancia piatta e i suoi addominali perfetti e poi a scendere, le sue gambe chilometriche dotate di una tonicita' straordinaria e poi ancora su, ad ammirare le sue braccia cosi' femminili eppure cosi' forti e letali. Che donna! Se dovevo perdere la mia verginita', allora che fosse lei a farlo. Se lei lo riteneva necessario per il suo godimento, io dovevo convincermi che anche quell'atto andasse fatto. Mi lasciai andare, anche se ovviamente non erano terminati i tremori e le paure. Lei mi fisso' attentamente e poi mi parlo' con una voce diversa, piu' dolce, sempre intrisa del suo dialetto che, malgrado fosse dotata di un linguaggio forbito che denotava una cultura sicuramente superiore, non riusciva ad eliminare " Ora calmati Francesco. Ancora non e' il tuo turno. Ho goduto abbastanza con mio marito e non ho voglia di farlo anche con te. Puoi rassicurarti. Almeno per ora" Mi tranquillizzai e quel momento non si ripresento', anche se naturalmente si ripresentarono con sistematica assiduita' tutte le situazioni che facevano parte del suo repertorio di dominatrice, fino a giungere al momento dei saluti. Erano le 19 in punto quando mi ordino' di rivestirmi in quanto anche quella giornata era terminata. Mi avrebbe voluto anche per la settimana prossima? Ed io ne sarei stato contento oppure non vedevo l'ora che quell'incubo terminasse? Ed era da considerare proprio un incubo? Oh mio Dio! Io volevo tornare nuovamente da lei. Ora vedevo tutto chiaro e tutti i dubbi, tutte le incertezze si erano dissolte. Il caos che aveva invaso la mia mente, il buio che l'aveva obnubilata, si erano dissolti completamente e sapevo esattamente cosa volevo. Pian piano avevo imparato a subire le sue percosse, ad obbedire ai suoi ordini, avevo imparato a non discutere qualunque cosa lei decidesse ed ero diventato un vero maschio sottomesso ed adorante ed a giudicare giusta ogni sua decisione come se provenisse da una dea, proprio come Michele mi aveva fatto notare il primo giorno. In poche parole, mi ero innamorato pazzamente della signora Nadia. Non come un uomo puo' amare una donna, ma come si ama una divinita', con timore e adorazione. E lei era diventata una vera divinita' per me oramai. Non vedevo piu' alcuna sorta di sadismo nei suoi comportamenti, ne' tantomeno della violenza gratuita. Vedevo solamente una donna di livello infinitamente superiore che aveva tutto il diritto di picchiarci come meglio desiderava dall'alto di una potenza che sembrava infinita, di farci fare qualsiasi cosa le aggradasse e di poter disporre della nostra vita come meglio desiderasse. Mentre mi rivestivo in silenzio, pensavo a tutto questo, pensavo al fatto che fra poco mi sarei trovato di fronte a lei per l'ennesima volta e pregavo che non fosse l'ultima. Anche Michele a fianco a me era in silenzio. Lo guardavo ma non riuscivo ancora ad inquadrarlo perfettamente, come se avesse ancora un lato della sua natura completamente nascosto ai miei occhi. Di loro non conoscevo nulla. Non sapevo che lavoro facessero, tranne il fatto che lui era un uomo che, prima di conoscere la signora Nadia, era abituato a comandare, come mi aveva confidato e questo faceva supporre che avesse un lavoro di un certo livello e di grande responsabilita', mentre adesso dipendeva economicamente da lei. Con questi due indizi, mi veniva ovvio pensare che la signora Nadia si fosse impadronita di quell'attivita' e che ora la gestisse lei, ma mi stavo rendendo conto che forse non conoscevo niente neanche per quanto riguardava il loro lato femdom. Adesso che il terrore vero e proprio era scomparso, riuscivo a guardare in altro modo, in un modo piu' equilibrato e avevo la netta sensazione che c'era qualcosa che era sfuggita finora ai miei occhi, anche se ancora non ero riuscito a comprendere cosa. Quando terminammo di vestirci, Michele mi diede una pacca sulle spalle " Andiamo Francesco. La signora Nadia ti sta attendendo e a lei non piace aspettare" " Pensi che oggi sara' l'ultimo giorno?" " Considerando le sue abitudini, credo di si, anche se lei e' imprevedibile. Dai, su'. Fra poco saprai" Ci recammo nel salone. La signora Nadia ancora non si era cambiata ed aveva ancora indosso i suoi panni da dominatrice, una tuta in lattice nera che la rendeva assolutamente irresistibile ed i suoi soliti immancabili stivali altissimi. Mi inginocchiai ai suoi piedi come d'abitudine " Alzati Francesco" Le obbedii "Questa e' stata la tua ultima azione come mio sottomesso. Ti lascio libero. Spero che questo mese che tu hai trascorso in mia compagnia ti abbia insegnato veramente cos'e' il femdom e cosa vuol dire una donna dominante. Una donna che merita di farsi obbedire, una donna piu' forte dei suoi uomini, una donna che puo' ridurre in schiavitu' uno o piu' maschi contemporaneamente. Non ce ne sono molte come me, credimi, e tu puoi ritenerti fortunato di aver provato tutto questo" Rimasi in silenzio. Me l'aspettavo eppure non potei fare a meno di sentirmi distrutto. Quindi, non avrei piu' rivisto la mia dea. La signora Nadia mi alzo' il mento delicatamente e prosegui' " Non dici niente? Non sei contento di tornare a casa illeso e solo con qualche ematoma?" Piegai il collo verso l'alto per osservare quel bellissimo volto, quasi per imprimerlo bene nella memoria, per godere di ogni piccolo dettaglio. Dio, che meraviglia! La sua bocca che avevo avuto il piacere di assaggiare diverse volte, i suoi occhi che sembravano cambiar colore a seconda della durezza con la quale si rivolgeva a noi, tutto sembrava perfetto in lei. Sicuramente esistevano donne di pari o addirittura superiore bellezza, ma per me no. Per me era la perfezione ed anche alcuni piccoli difetti che avevo notato in lei all'inizio di quell'avventura erano scomparsi ed erano diventati pregi di assoluto valore " No signora, non sono contento. In tutti questi giorni trascorsi con lei ho imparato ad accettare qualunque sua decisione e non contestero' certo questa. Se lei ha deciso cosi', cosi' deve essere fatto. Ma non puo' chiedermi di essere felice del fatto che io non rivedro' mai piu' la mia padrona. Perche' anche se io non dovessi vederla mai piu', lei rimarra' per sempre la mia padrona, la donna alla quale io vorrei obbedire e quella alla quale io vorrei prostrarmi per tutta la mia vita, la donna che mi ha educato ad essere un vero maschio sottomesso e vorrei ringraziarla per tutto questo tempo che lei si e' degnata di trascorrere con me" La donna sorrise, guardo' suo marito e poi riguardo' verso di me e mi accarezzo'. Sembra strano ma quel gesto che all'apparenza era cosi dolce e tenero, io lo percepivo di una dominanza estrema, il dono della padrona al suo essere sottomesso " Mi dispiace Francesco. Mi dispiace davvero per te. Avevo notato che tu saresti potuto diventare un vero maschio sottomesso proprio come mio marito" s'interruppe un attimo, schiocco' le dita e Michele accorse vicino a lei, gli sollevo' il mento e lo bacio'. Oh quanto avrei voluto essere io al suo posto. Avrei accettato tutto, qualunque cosa pur di avere una ricompensa simile. L'avevo provato diverse volte durante quel mese e sapevo che sarebbe stata una tortura per me fare a meno di quegli istanti dolcissimi, di quei baci appassionati. Sarebbe stata una tortura fare a meno di tutto, non solo dei momenti dolci, ma anche dei suoi ordini, persino delle sue percosse, di ammirare la sua straordinaria forza e la sua immensa bravura. Era come se stesse per mancare la mia guida e mi sentivo perso. Si giro' nuovamente verso di me, accarezzandomi ancora, mentre ancora nuove lacrime, stavolta di disperazione assoluta, scendevano dal mio viso. Prosegui' quindi il discorso iniziato pochi secondi prima "Tu sei il primo a non scappare a gambe levate. Vengono qui', pensando di giocare, pensando soltanto alla loro eccitazione, proprio come hai fatto tu all'inizio, ma poi, quando scoprono che si tratta di vera dominazione, di doversi concedere completamente alla propria padrona, si rendono conto di essere capitati all'inferno. Perche' la dominazione fatta da una donna come me, una che puo' uccidere un uomo a mani nude senza difficolta', puo' essere molto difficile da accettare" " Ma puo' essere anche il paradiso se poi la ricompensa e' stare al suo fianco, servirla o anche solamente ammirarla" proseguii singhiozzando " Esatto Francesco. Tu l'hai capito, cosi' come a suo tempo lo capi' Michele. Non e' stato facile con lui. Lui non aveva gli stessi istinti sottomessi che comunque tu gia' possedevi ed � stata piuttosto lunga la sua educazione. Non e' vero tesoro?" L'ultima frase era rivolta a Michele. Lo aveva chiamato tesoro? Cosa significava? La mia bocca spalancata fece sorridere la bellissima donna di fronte a me " Ti meraviglia questo mio comportamento? E' mio marito e lo amo, anche se a modo mio. L'amore che puo' avere una donna come me nei confronti di uno come lui o di come potresti essere tu" " L'amore di una dea verso un essere inferiore" precisai " Questo e' quello che dovete provare voi. Per me e' un po' diverso ed e' molto difficile da spiegare. Diciamo che puo' assomigliare ai sentimenti che prova una padrona verso il suo cane. Gli vuole bene ma e' necessario educare l'animale ad obbedire, anche a costo di punirlo. Ed alla fine dell'educazione il cane darebbe la sua vita per la padrona, cosi' come farebbe Michele per me. Se glie lo ordinassi lui si getterebbe sotto un treno in corsa, soltanto per farmi felice, non e' vero Michele? " Oh si, padrona. Qualunque cosa lei mi dovesse ordinare" La signora Nadia sorrise a quella conferma e bacio' di nuovo sulle labbra suo marito. Io guardai quella scena con il mio cuore in tumulto " Anch'io non esiterei, signora. Anche io mi getterei sotto un treno per lei" esclamai alla fine. La bellissima donna di fronte a me sorrise di nuovo " Si, probabilmente lo faresti, ma non m'interessa mettervi alla prova. Anzi, non mi interessa proprio causarvi troppi danni fisici. Uno slave e' utile alla sua padrona soltanto se e' in buona efficienza fisica e se io fossi violenta ogni istante della mia vita avrei gia' ucciso Michele da parecchio tempo. Lui non sarebbe in grado di sopportare le percosse. Malgrado la sua stazza io sono infinitamente piu' forte di lui e se io dovessi picchiarlo anche solo con un quarto della mia reale forza, lui o chiunque altro, lo ucciderei immediatamente e non e' questo cio' che io desidero. E in fondo, non ha piu' bisogno di essere picchiato. Non si azzarderebbe mai a contestare un mio ordine e quando lo fa, quando si azzarda a tentennare come quando mi ha pregato di non bere le mie urine, la mia punizione e' tremenda. Ecco, solo in caso di una grave disobbedienza potrei arrivare a valicare la soglia che mi sono imposta di non superare mai e quindi, considerando che solo un pazzo oserebbe sfidare la mia autorita', per il resto della settimana, preferisco attuare con lui una dominazione dolce" " Dominazione dolce?" Rimasi allibito. Per tutto quel tempo avevo creduto che Michele fosse una vittima, un poveretto che doveva sacrificarsi sull'altare di una simile dea ed invece ora stavo scoprendo tutta un'altra cosa. Altro che vittima! Quello era diventato ai miei occhi un fortunato mortale " Esatto mio caro Francesco. Quello che facciamo durante il fine settimana non appartiene al nostro modo di fare abituale. Io ho bisogno di questi due giorni per sfogare la mia sessualita' ed il mio sviluppato istinto dominante, ma per gli altri giorni preferisco non esagerare. Michele rimane comunque un mio slave anche durante gli altri giorni, uno slave obbediente e leale ed io lo ricompenso facendolo rimanere accanto a me, ma per due giorni alla settimana la mia dominazione diventa quasi totale, piu' violenta ed umiliante, con altri uomini ad assistere e a partecipare" " Come ha fatto questi giorni con me?" " Come ho fatto con te e con tanti altri uomini prima di te e come faro' con tanti altri dopo di te. Con gli altri uomini sono piu' leggera e mi basta terrorizzarvi un po', dimostrandovi da subito quali sono le mie immense potenzialita' ma stando attenta a non causarvi danni permanenti. Ma e' troppo eccitante vedere la vostra paura, respirare il vostro terrore, sapere che siete nelle mie mani. Altrimenti tutto scadrebbe in un gioco e perderebbe di validita', per voi e per me. Se tu fossi stato a conoscenza che non era mia intenzione ucciderti oppure di mandarti all'ospedale con varie ossa fratturate, sicuramente il tuo comportamento sarebbe stato differente. Il bello di queste giornate sta proprio nel fatto che voi siete all'oscuro di tutto" " E se io mi fossi ribellato? Se avessi cercato di fuggire?" " Vedi Francesco, molti di voi accettano con gioia le mie percosse, quasi chiedendomene di piu', cercando di superare i loro limiti di sopportazione, ma sono quelli che a me non interessano per niente. Questo non e' un gioco sadomaso ma una vera e propria sessione di educazione alla sottomissione e quindi a me interessano soltanto gli uomini che non hanno istinti masochisti. Io non torturo nessuno e tantomeno mi piace picchiare uomini che hanno questo desiderio. Il mio scopo, il mio piacere, e' quello di avere dei maschi docili ai miei piedi, che facciano tutto quello che io ordino ma, come ti ho spiegato prima, la violenza e' necessaria per imporre la mia autorita' assoluta e per farvi capire la mia superiorita'. E quindi, ci sono stati anche alcuni che hanno provato a ribellarsi, non riuscendo a capire che bisogno avessi a picchiarli. Se anche tu lo avessi fatto, io avrei agito come ho fatto con gli altri e cioe' terrorizzandoli ancor di piu' di quanto ho fatto con te. So essere molto persuasiva, come hai potuto ben notare. Ma la grande differenza tra te e gli altri che ti hanno preceduto sta nel fatto che sei stato il primo a capire il vero valore di questi giorni. Dopo il giusto periodo di rodaggio, mi sono subito accorta che tu eri il primo ad non anteporre le tue necessita', i tuoi bisogni, alle mie esigenze, ad adorarmi per far piacere a me e non solo a te stesso, anche se spesso queste due situazioni vanno di pari passo negli uomini con le tue caratteristiche. Ma solo all'apparenza. Ognuno di voi ha un limite e quando io ve lo faccio superare, nessuno riesce a resistere e se lo fanno, se non scappano a gambe levate e' soltanto per paura nei miei confronti. Tu invece, sei riuscito pian piano ad accettare il mio modo di intendere la dominazione che, dall'idea che mi sono fatta di te, e' sostanzialmente diverso dal tuo e devo dire di essere rimasta molto soddisfatta di questa tua trasformazione e forse ... .." Si chino' verso di me e sentii ancora una volta le sue labbra. Era cosi' eccitante un suo bacio, mentre il mio cuore ormai galoppava alla velocita' della luce. Lo avevo desiderato spasmodicamente quando l'avevo vista baciare Michele e finalmente lo avevo ottenuto anch'io. Ma sapevo che probabilmente sarebbe l'ultimo bacio e sarei voluto morire. Lei si stacco e la guardai implorante. Aveva detto forse "Forse?" ripetei piangendo sommessamente " Sei stato un buon amante ed un ottimo sottomesso, a parte forse la prima settimana. Forse potrei anche richiamarti un giorno. Ma e' meglio che tu non ti illuda" Una speranza si riaccese. Forse avrebbe potuto richiamarmi " Io ne sarei felice signora Nadia. Felice e fiero. Farei qualunque cosa per meritarmi questo onore" " Lo so. Ma sappi che se dovessi richiamarti, non avrei le remore ed i riguardi che ho avuto con te durante questi giorni e ti tratterei con la stessa durezza con la quale tratto Michele. Diventeresti un oggetto di mia proprieta' o, come ho detto prima, un animale domestico ai miei ordini, con tutto cio' che puo' comportare una scelta cosi' estrema. Perche' un cane non si picchia, un sottomesso si, anche se, come avrai potuto constatare, non e' mia intenzione farvi dei danni permanenti. Ma dolore si. Nel dolore si cresce e si capiscono i veri valori della vita e l'unico valore di Michele sono io" " Mi rimetterei completamente a lei e alle sue esigenze, mia signora. Se lei dovesse davvero richiamarmi un giorno, io saro'esattamente cio' che lei desidera" Mi inginocchiai di nuovo ai suoi piedi e poi guardai verso Michele. Era scuro in volto. Per la prima volta durante tutti questi giorni lo vedevo nervoso e capii immediatamente da cosa dipendeva quel nervosismo. Era gelosia. Non era stato geloso quando la sua padrona mi possedeva, quando mi baciava, ma adesso lo era. Per la prima volta aveva un rivale alla sua altezza, capace di adorare la sua padrona proprio come l'adorava lui. E quel rivale ero io. Ora tutto mi era chiaro, anche quella cosa che continuava a sfuggirmi. Era la complicita' cio' che non ero riuscito a capire ma solo a percepire. La loro complicita', i loro sguardi e forse anche alcuni loro gesti. E cominciava anche ad essermi chiaro il comportamento di Michele nei miei confronti e i suoi consigli che avevano il compito di traghettarmi attraverso queste quattro settimane per volonta' di sua moglie. Ancora una volta la signora Nadia mi fece rialzare e ancora una volta mi bacio' appassionatamente sotto gli occhi del marito alzandomi dolcemente il viso. Era una sensazione straordinaria farlo sotto gli occhi di Michele che non poteva dire o fare nulla, una sensazione di gran lunga piu' eccitante di un bacio normale, talmente eccitante da farmi avere una poderosa erezione e da potermi fare eiaculare se non mi fossi fermato in tempo Non volevo farlo, non senza il permesso della mia padrona. Quando termino' di baciarmi, mi asciugo' con la sua mano le lacrime che ancora uscivano dal mio viso " Vai ora. Il tuo tempo e' terminato. Non ti azzardare a rispondere di nuovo ai miei annunci. Nell'eventualita' che io ti volessi, saro' io stessa a mettermi in contatto con te" Chinai il capo. Lei mi aveva dato un ordine, l'ordine di andarmene ed io le avrei obbedito. Non per paura, ma solo perche' un suo ordine era giusto, a prescindere da cosa ne pensassi. Fu l'ultima volta che la vidi e che sentii la sua voce. Quel mese mi aveva cambiato completamente. Ora sapevo cosa ero veramente, sapevo che potevo donarmi con tutto me stesso ad una donna se questa donna era una dea come Nadia. Montai nella mia auto con le lacrime che continuavano a scendermi. Per anni avevo vissuto con la speranza di incontrare una donna bellissima, forte e dominante, ma avevo sempre avuto la consapevolezza che incontrare la donna dei miei desideri sarebbe stato molto complicato. Nadia non era la donna dei miei sogni, non era la ragazza con la quale giocare e con la quale praticare un femdom all'acqua di rose soltanto per soddisfare le mie esigenze, lei era una vera donna dominante, fortissima, spietata eppure dolce allo stesso tempo, una donna che si faceva obbedire ed alla quale doversi inchinare, ma soprattutto una vera dea da adorare incondizionatamente. Ed ora? Se anche avessi incontrato un'altra donna dominante, come avrei potuto metterla a paragone con la signora Nadia? Mi allontanai da quella villa dove avevo vissuto quell'esperienza straordinaria e durante tutto il viaggio di ritorno ripensai a tutto quello che era accaduto; l'incontro con lei, le prime percosse per averle disobbedito, i suoi ordini perentori, il sesso fatto con lei e poi pian piano il piacere di servirla, la soddisfazione di fare qualcosa per lei, il cuore che mi batteva ogni volta che la vedevo e l'eccitazione che riusciva a causarmi con la sua sola presenza, con un gesto banale. Pensavo anche alle occasioni perdute, come quella di essere posseduto da lei con lo strap-on. Non aveva voluto infierire, probabilmente non sapendo come avrei potuto reagire ad un gesto cosi' estremo o forse addirittura per timore di farmi troppo male. Lei sapeva dosare la sua forza e la sua bravura alla perfezione, ma inserire un fallo di gomma nel mio ano senza la mia accettazione sarebbe potuto essere complicato e lei sarebbe stata costretta ad usare metodi ancora piu' brutali, cosa che rientrava ampiamente nelle sue enormi potenzialita' ma non nel mio grado di sopportazione. Era stato un gesto di estrema tenerezza, di vera superiorita', da vera padrona che non vuol causare troppo male al suo animale domestico, usando il paragone che lei aveva usato. Ma se avessi avuto la possibilita' di tornare indietro nel tempo, non ci avrei pensato nemmeno un secondo e le avrei chiesto in ginocchio di essere suo, per poterle appartenere totalmente e per poter essere di proprieta' di quella dea, tanto era ormai il mio bisogno di lei. Ma ormai tutto era terminato e mi rimanevano solo quei ricordi. Ritornai ovviamente alla mia vita di tutti i giorni, al mio lavoro, ma quell'avventura aveva lasciato il segno. Il primo cambiamento che feci fu quello di abbandonare la mia incessante ricerca della mia donna ideale. Era inutile continuare a rispondere alle presunte dominatrici che continuavano a postare le loro richieste. Sapevo perfettamente che nessuna di loro sarebbe potuta essere all'altezza della signora Nadia e non volevo rovinarmi il fegato vedendo invece la sua proposta di dominare un uomo davanti a suo marito, proprio quella proposta alla quale avevo risposto io e che poi mi aveva fatto vivere quell'avventura. L'unica cosa che avevo continuato a fare in tutti questo periodo era stata quella di controllare le mie mail ogni giorno, nell'assurda speranza di trovare una sua lettera. E anche oggi le mie azioni non differiscono da quelle dei giorni precedenti. Mi faccio una bella doccia dopo una dura giornata di lavoro, mi preparo qualcosa per cena e mi sdraio sul divano a vedere un po' di televisione. Afferro il mio portatile, lo accendo ed il mio cuore fa un salto. C'e' una mail per me, sull'indirizzo che avevo dato a Nadia e che nessun altro conosce. Tremo mentre digito il mio nome e mentre scrivo la mia password. Forse non e' lei, sara' qualche pubblicita' spazzatura, una di quelle tante lettere che vengono inviate agli ignari destinatari per truffarli con assurde ed inesistenti vincite milionarie. O forse sara' la mail della mia padrona, della bellissima, spietata e fortissima signora Nadia che richiede ancora una volta la mia presenza al suo cospetto? Mi rimane solo un ultimo clic. Forse e' proprio lei, forse, proprio come aveva detto lei. Forse! Fine Per dialogare con me su questa storia, inviate una mail a Davidmuscolo@tiscali.it