NADIA, UNA DONNA STRAORDINARIA di Davidmuscolo quarto episodio Sognai una bellissima donna con il volto di Nadia che si divertiva a torturarmi, incurante dei miei pianti e delle mie lamentele ed un'altra donna con le stesse fattezze che veniva in mio aiuto. Le due donne con lo stesso volto si confrontavano poi in una lotta senza esclusione di colpi, facendo sfoggio di straordinarie mosse di karate e mettendo in mostra la loro potenza senza limiti. Una lotta tra due dee ed io ero il premio. Non sapro' mai chi delle due vinse perche' mi risvegliai di colpo scosso da una faccia per me in quel momento sconosciuta " Svegliati Francesco" mi diceva la voce che usciva da quella bocca. Per un attimo, la giornata appena trascorsa mi sembro' tutto un sogno, a volte un incubo doloroso ed a volte un sogno stupendo, ma poi riconobbi Michele nella persona che mi svegliava e dovetti fare i conti con la realta' " Ah, sei tu" borbottai insonnolito "Ma che ora sono?" " Sono le sei, devi svegliarti" Mi destai completamente al pensiero della signora Nadia " Lei mi vuole?" chiesi impaurito " No, tranquillo, sta dormendo placidamente e non dovro' svegliarla prima delle nove. Ma dobbiamo pulire tutta la casa e prepararle la colazione. E poi dovremo farci una doccia, no? Mica ci vorremo far trovare al suo cospetto sporchi?" Mi alzai e seguii le indicazioni dell'uomo su cio' che dovevo fare e quindi, dopo aver preparato la colazione per lei e per noi, Michele ando' a svegliare sua moglie. Avevamo pulito tutta la casa, ci eravamo fatti una doccia rinfrescante ed ero di nuovo in boxer ad aspettarla, nervoso ed in tensione. Cosa mi avrebbe prospettato la giornata? La prima novita' fu nel vederla completamente nuda giungere in sala dove avevamo apparecchiato per la sua colazione, completamente struccata. Nuda non l'avevo ancora vista, malgrado il giorno precedente ci avessi fatto sesso un'infinita' di volte, ma lei era rimasta sempre vestita, con quell'abitino azzurro da infarto anche se, ovviamente, senza abbigliamento intimo. E non l'avevo ancora mai vista struccata. All'inizio aveva optato verso un trucco di classe, ma poi, durante la sua dominazione nei nostri confronti, aveva scelto un trucco molto aggressivo e piuttosto pesante. Ed ora era completamente al naturale. Camminava a piedi nudi senza alcun imbarazzo di trovarsi senza alcun indumento mentre io, su suggerimento di Michele, mi feci trovare inginocchiato. Non mi degno' nemmeno di un'occhiata e, mentre Michele le serviva la colazione, io non mi mossi da quella posizione. Non sapevo cosa fare, se alzarmi ed aiutare Michele nel servirla o rimanere inginocchiato. Optai per la seconda soluzione, considerando che non mi aveva dato l'ordine di rialzarmi e non volevo che trovasse una scusa per picchiarmi di nuovo. Ero conscio che durante quella giornata avrei di nuovo assaggiato le sue percosse, ma non avevo intenzione di farle trovare una scusa su un piatto d'argento. Impiego' quasi un'ora, mangiando e bevendo con calma e tranquillita' e rimanendo seduta al tavolino anche dopo aver terminato, fumando una sigaretta e leggendo un settimanale, mentre tutto il mio corpo, gia' provato per le percosse del giorno precedente, era scosso da fremiti per la difficolta' di rimanere praticamente fermo. Alzavo pero' la testa per guardarla, incrociando ogni tanto il suo sguardo. Non era severo come quello del giorno prima, ma avrei potuto definirlo di compiacimento. Mi sembrava estremamente soddisfatta di avermi ridotto in quel modo, obbediente ed impaurito, in meno di una giornata. Cercavo anche di osservarla di sottecchi, nei gesti e nei movimenti e di ammirare la sua bellezza. Senza trucco appariva piu' giovane, poco piu' di un'adolescente e mi sembrava quasi assurdo che una giovane donna come lei fosse una sadica che aveva un gran bisogno di terrorizzare e sottomettere gli uomini a suon di botte e mi domandavo come fosse iniziato tutto. Per esperienza sapevo che difficilmente una donna decide di sua spontanea volonta' di diventare una dominatrice e che in quei rarissimi casi in cui questo avviene c'e' sempre un'altra persona dietro, spesso un uomo o anche un'amica. Ma la signora Nadia sembrava diversa da tutti i soliti cliche' e questo m'incuriosiva molto. Finalmente, lei termino' e mi fece alzare. Avevo tutto il corpo intorpidito ed indolenzito " Io vado a vestirmi. Tu pulisci la cucina. Sai cosa ti succedera' se non dovessi pulire bene, vero?" " Si signora Nadia. Puliro' a fondo" Mi precipitai a fare cio' che lei mi aveva ordinato, ma mi trovai di nuovo a fare i conti con la mia personalita'. Avevo avuto un'erezione mentre lei mi dava l'ordine, proprio come avevo sempre saputo. Mi era accaduto persino con le mistress a pagamento, figuriamoci se non mi sarebbe accaduto con una donna del genere. Ma allora, una situazione del genere mi piaceva o no? La risposta era che mi piaceva, ma solo in parte. Mi piaceva la sensazione d'inferiorita' in cui lei mi faceva vivere, adoravo il modo estremamente convincente con cui lei dava gli ordini, il suo modo di porsi, ma non riuscivo a sopportare la violenza gratuita. Mi dicevo che una donna come lei, una persona decisamente di livello superiore in tutto cio' che faceva, non aveva bisogno di sottometterci con la forza ma avrebbe potuto farlo anche solo con tutto il resto, con la sua bellezza ad esempio, oppure semplicemente con il suo fare dominante, senza abusare della sua forza. Quella sarebbe dovuta bastare per incutere timore, per ribadire la sua superiorita' anche a livello fisico e per essere una dominatrice ancora piu' credibile e veritiera, non per massacrarci. E mi chiedevo anche come fosse diventata cosi' forte. Era abbastanza evidente che lei era una grandissima esperta di arti marziali e, pur amando le donne che ne facevano sfoggio, non potevo certo considerarmi un grande esperto in materia, ma mi sembrava abbastanza logico che il karate non avesse misteri per lei. O forse si trattava di qualcosa di simile. Fatto sta che lei si muoveva con una velocita' sconvolgente e con un'efficacia straordinaria, come avevo potuto constatare sulla mia pelle. Ma cio' che mi aveva impressionato maggiormente, ancor piu' della sua bravura, era la sua forza fisica. A riposo non si notavano muscoli sul suo corpo che era deliziosamente femminile, con le curve al punto giusto, ma quando effettuava prove di forza si evidenziavano invece dei muscoli ben definiti, pur se entro limiti dell'accettabile e senza scalfire per niente la sua femminilita'. Tutto questo mi faceva considerare che la signora Nadia doveva aver lavorato molto sul suo corpo fin da bambina proprio per diventare una dominatrice di terribile efficacia. Avevo sempre pensato che quel connubio tra forza e istinto dominante avrebbero potuto rendere una donna una vera padrona e lei era l'esempio concreto che quanto pensavo corrispondesse a verita'. Ma era inutile stare a fare pensieri complicati in quel momento in quanto ormai la seconda giornata era iniziata e tutto ricomincio' proprio dove si era interrotto il giorno precedente. Lei, Nadia, bellissima e vestita sempre al massimo della sensualita' a darci ordini ed a picchiarci con violenza, malgrado i nostri pianti ed il fisico che ormai ne aveva abbastanza. Ci picchiava usando mosse di arti marziali che lei sciorinava con sapienza e maestria, ma anche con la sola forza, gonfiando quei muscoli che sembravano spuntare dal nulla e che le davano quasi una visione di divinita'. Sembrava quasi che nulla le fosse precluso e che io e Michele fossimo le vittime predestinate sull'altare di una simile dea. Evito' pero' di picchiarci di nuovo in volto, a parte qualche schiaffo tremendo e particolarmente umiliante. Non sapevo se fosse stato un caso oppure una sua scelta, visto che il mio viso e quello di Michele erano gia' ridotti piuttosto male per il trattamento del giorno precedente e le sarebbe bastato un solo pugno dato con la sua straordinaria potenza per mandarci ambedue all'ospedale oppure addirittura per ucciderci. Aveva dato ampia dimostrazione di essere in grado di farlo con estrema facilita' ed anche se lei mi aveva assicurato che era perfettamente in grado di controllare la violenza dei suoi colpi, la preoccupazione in me era enorme. E poi naturalmente sesso, tanto sesso, in tutti i modi possibili, sempre con il massimo dell'eccitazione possibile. Con nessun'altra donna al mondo sarebbe stato possibile avere quell'eccitazione continua, ma sembrava quasi che lei riuscisse a telecomandare i nostri cazzi e ad alzarli al suo semplice sguardo o ad un suo ordine. Non le piacevano molto i preliminari e preferiva andare subito al sodo anche se, durante l'atto, cercava insistentemente la mia bocca. Erano baci che facevano sussultare il mio cuore, incredibilmente dolci ed in totale contrapposizione con la situazione che era invece piuttosto delineata, con lei assoluta padrona di noi due e dell'atto sessuale stesso. Era lei a decidere la posizione, era lei ad interrompere l'atto quando si sentiva soddisfatta, fregandosene se io o Michele eravamo sul punto di venircene o meno ed era lei a ricominciare quando le tornava voglia, trovandoci sempre vogliosi o facendo in modo di farci avere un'erezione in poco tempo. Giocava molto anche con le parole, ben sapendo che certe frasi dette in quei frangenti ci rendevano ancora piu' eccitati di quanto lo fossimo gia', guidandoci nei gesti da compiere, dicendoci quando e dove voleva essere toccata. Avevo fantasticato molto sul fatto di diventare un giocattolo sessuale per una donna e quella situazione era del tutto uguale a quella dei miei sogni in quanto lei ci usava solo per i suoi smodati desideri, anche se poi dovevo dividere il tutto con un altro uomo, situazione invece ben distante dai miei desideri originali. Quella giornata fu quindi quasi una ripetizione di quella precedente, bel lontano pero' dall'essere monotona. Ogni gesto, anche quello piu' ripetitivo, aveva sempre una valenza diversa, ogni volta che attendevo il suo arrivo dopo una doccia o dopo un suo cambio di abito era un'emozione unica, sia per l'eccitazione che mi faceva provare con il suo abbigliamento tremendamente sensuale che per il timore che lei stessa mi faceva provare. Ma poi, anche quella giornata arrivo' alla conclusione. Erano le sette di sera. Ero malfermo ed ancora sanguinante per le ultime percosse ricevute e, ovviamente, stanchissimo per la smisurata dose di sesso, quando la signora Nadia mi chiamo di fronte a me. Stava fumando un'altra sigaretta, bellissima come sempre e mi prese il mento con la sua mano ferrea " Ora vai, Francesco. Il prossimo sabato ti voglio in questa casa alle dieci di mattina in punto. Non provare a mancare perche' altrimenti per te sarebbe la fine. Stritolerei la tua faccia con queste mie mani dopo averti trovato. Perche' ti troverei, puoi scommetterci. Non credo che ti convenga rischiare" La guardai con un misto di terrore ed ammirazione mentre la sua mano si stringeva sempre di piu' sulla mia faccia procurandomi un dolore enorme " Verro' signora Nadia, verro'" farfugliai " Oh, ne sono sicura che verrai" concluse lasciandomi. Mi inginocchiai ai suoi piedi e solo dopo che lei mi diede il permesso mi alzai. Se non altro quelle due giornate mi avevano insegnato come comportarmi con lei. Michele era gia' pronto per accompagnarmi nel punto dove avevo lasciato la mia macchina. Lui sembrava essersi gia' ripreso, anche se il suo volto mostrava ampiamente cio' che aveva subito. Evidentemente, la sua maggior prestanza fisica e la sua abitudine alle percosse, lo avevano aiutato in tal senso. Io invece, malgrado con me fosse stata di gran lunga meno violenta, mi sentivo uno straccio. I dolori erano dappertutto, anche se Nadia doveva avermi picchiato quasi scientificamente, senza avermi causato gravi danni, almeno apparentemente, a parte il labbro rotto che il suo ultimo schiaffo aveva di nuovo fatto sanguinare e che tamponavo con un fazzoletto. Ma avevo gli occhi gonfi ed il naso dolorante che forse era rotto anch'esso. Anche tutto il resto del corpo mi causava dolori lancinanti che pero' cercavo di sopportare con molto stoicismo. Guardavo quell'uomo. Era calmo, come se venisse da un week-end al mare e non da due giorni vissuti cosi' intensamente. Io invece ero un turbinio di sensazioni e di sentimenti e con un sacco di curiosita' su di loro che mi sarebbe piaciuto conoscere. Provai a sondare il terreno " Tu e la signora Nadia che lavoro fate?" chiesi a bruciapelo. Lui si volto' e mi sorrise " Mi dispiace, ma non mi e' dato ordine di rispondere ad una domanda del genere. La mia padrona mi ha dato ordini ben precisi in merito" " Ma perche'? Cosa c'e' di strano nel dire se sei un avvocato o un architetto? O se fai l'impiegato? Non capisco" " Non ha importanza che tu o io capiamo. Quello che conta e' che la signora Nadia mi ha dato un ordine e non ti diro' mai niente che riguarda il nostro lavoro. Neanche sotto tortura. I suoi ordini non si discutono, Francesco. Avra' le sue buone ragioni. Evidentemente, non e' sua intenzione far conoscere altri aspetti della sua vita e non sta a me indagare sulle sue motivazioni" " Ma almeno puoi dirmi come tutto e' iniziato? O anche su quello hai ordini categorici?" Ero stato volutamente sgarbato, ma mi infastidivano tutti quei segreti. Ma cosa mai ci sara' stato nel conoscere alcuni aspetti di un rapporto cosi' anomalo? Michele mi aveva detto che all'inizio lui non era un uomo con istinti sottomessi e che era stata la signora Nadia a renderlo schiavo contro la sua volonta', ma volevo saperne di piu'. Michele sorrise di nuovo " No, su questo non ho ordini e quindi posso parlare, anche se non capisco cosa tu ci possa trovare d'interessante. Posso dirti che la signora Nadia aveva avuto un uomo in passato, una persona che le ha fatto conoscere questo aspetto di un rapporto. Non conosco bene tutti i particolari e credo che non abbiano molta importanza, ma so che lei ha conosciuto questa persona quando era una ragazzina. Quest'uomo l'ha aiutata a diventare la dea che ora conosciamo, una donna dotata di una forza enorme e di puro istinto dominante. Quando l'ho conosciuta me ne sono innamorato perdutamente senza sapere realmente chi fosse e le ho chiesto di sposarmi soltanto pochi mesi dopo. Fino a quel momento il nostro rapporto era stato normale ma, pochi mesi dopo il nostro matrimonio, la sua vera natura e' venuta a galla. Non ti dico la sorpresa che ho avuto quando ho scoperto che la donna che avevo sposato poteva sollevarmi come se pesassi pochi etti e che avrebbe potuto uccidermi a mani nude. E' stato uno shock. Ma, ciononostante, malgrado i miei timori, io non volevo perderla ed ho accettato la sua proposta di avere nei miei confronti una relazione dominante. Era quella l'unica possibilita' che mi ha dato per restare accanto a me. Non e' stato facile, credimi. Ero un uomo di successo, abituato a comandare ed a farmi obbedire ma, come hai potuto constatare te stesso, la signora Nadia ha molte frecce al suo arco per rendere un uomo uno schiavo timido, impaurito, obbediente e devoto. E' estremamente intelligente, ed e' ovviamente molto forte. Possiede una struttura fisica particolare che, aiutata da una forza di volonta' senza eguali e da una serieta' nell'allenarsi diverse ore al giorno, l'ha portata ad avere quelle performances che hai potuto ammirare con i tuoi occhi, ma ha anche dei modi unici che ti fanno capire immediatamente che e' lei a comandare. E per finire possiede una bellezza difficilmente riscontrabile nelle altre donne ed una sensualita' unica. Malgrado questo, ho lottato con tutte le mie forze. Non rientrava nella mia mentalita' assoggettarmi anima e corpo ad una donna, ma mi rendevo conto che giorno dopo giorno lei si stava impossessando della mia anima e del mio corpo, dopo avere preso possesso del mio cuore. Ho prima imparato a rispettarla, poi a temerla e poi a ritenerla superiore fino a considerarla una dea. A quel punto mi sono donato completamente a lei, a ritenermi un fortunato mortale per stare al suo fianco e ad accettare tutto, comprese le percosse e i tradimenti, anche se quest'ultimi non li considero tali ma sono soltanto uno sfogo aggiuntivo che la mia padrona pretende e che io, maschio inferiore, non sono in grado di donarle, malgrado il mio amore assoluto. Contento ora?" Accennai di si con la testa facendo un mezzo sorriso. Non so perche', ma mi aspettavo qualcosa di simile. Chissa' se mi aveva raccontato tutta la verita' o se quella fosse una storiella che lui si divertiva a raccontare agli amanti occasionali di sua moglie. Sembrava tutto scontato, ma forse proprio per quello poteva considerarsi reale. Ma in fondo Michele aveva ragione. Cosa sarebbe cambiato per me aver saputo come tutto era iniziato? Il resto del percorso lo facemmo in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Ci mettemmo poco piu' di una ventina di minuti, con il traffico scarso della domenica sera, per giungere a destinazione e finalmente arrivammo nel punto dove avevo lasciato la mia auto e salutai Michele che si apprestava a ritornare dalla sua moglie-padrona. Per tutto il viaggio di ritorno pensai a cosa avevo vissuto. Due giorni allucinanti in cui avevo potuto vivere alcune delle mie fissazioni come la donna veramente forte, dominante, bellissima ed estremamente sensuale, ma anche il terrore che si era nutrito di me in quelle ore e la seconda parte veniva fuori in modo preponderante in quei ricordi. Devo dire che durante la settimana che mi divise dal nuovo appuntamento con Nadia, nemmeno per un secondo riuscii a pensare ad altro. La sua figura maestosa, la sua bellezza, i suoi abiti sexy, la sua voce imperiosa, la sua forza disumana ed il terrore che aveva instaurato in me popolarono continuamente i miei pensieri ed i miei sogni, rendendomi difficoltoso l'approccio con il mio lavoro e con le altre incombenze giornaliere. Non pensai nemmeno di mancare al nostro appuntamento. Avevo troppa paura di lei per rischiare che veramente mi potesse venire a cercare e non osavo immaginare cosa avrebbe potuto fare con me. Pertanto, il sabato successivo alle quattro di mattina ero di nuovo pronto a farmi quei trecento chilometri che mi dividevano dalla sua abitazione di campagna. Trecento chilometri, circa tre ore di autostrada alla quale si dovevano aggiungere un paio d'ore per un paio di fermate per bisogni fisiologici e per il tragitto, piuttosto lungo e complicato per me che non ero della zona, che dall'uscita dell'autostrada mi avrebbe portato in quella villetta. Alle nove ero quindi pronto davanti al cancello della villa ben prima che lei arrivasse. Cinque ore con i pensieri completamente immersi su Nadia, senza che nessun altro argomento mi sfiorasse nemmeno. Ma era solo la paura cio' che mi aveva obbligato ad essere di nuovo in quella villetta? O non era per caso anche il desiderio di rivederla? Di rivedere la donna che riusciva a farmi eccitare solo con la sua volonta'? Di fare sesso in quel modo straordinario con il quale mi aveva costretto la settimana precedente. Non ero proprio in grado di distaccare quelle sensazioni. Nadia, o meglio, la signora Nadia era tutto quello. Nel vederla io provavo esattamente tutte quelle sensazioni contemporaneamente. A volte ovviamente, una prendeva il sopravvento, come quando la vedevo minacciosa avanzare verso di me. In quei frangenti il terrore che lei era riuscita ad instaurare nei miei confronti era la sensazione preponderante, con il mio corpo interamente smosso da fremiti di paura vera, ma nell'occasione seguente, quando lei mi possedeva, quando il suo viso era a pochi centimetri dal mio e guardandola il mio cuore batteva emozionato come quello di un bambino, quando mi dava il piacere di assaggiare i suoi baci, quando il suo corpo, quel corpo statuario dotato di forza inverosimile, si stringeva addosso a me ed io potevo toccarlo quel corpo, quasi beandomi della potenza che emanava, sapendo perfettamente che quelle mani, quelle gambe erano armi letali che mi avrebbero potuto stritolare, uccidere, allora la passione per la dea prendeva il sopravvento, l'eccitazione diventava quasi palpabile, la devozione per lei un fatto quasi automatico. La mia confusione era ormai diventata totale, mentre la signora Nadia fece il suo arrivo, bella e maestosa come me la ricordavo e mentre mi inginocchiai al suo cospetto come lei pretendeva ad ogni sua apparizione. Scese dalla macchina, sempre in compagnia di suo marito Michele e il mio cuore fece un sobbalzo. Tutto stava per ricominciare. Sarei stato in grado di sopportare altri due giorni cosi' intensi? Sarei stato capace di soddisfare quella donna dalle esigenze di gran lunga superiori alle mie capacita'? Ma soprattutto, sarei uscito sano da quella villetta oppure avrei dovuto pagare un dazio tremendo ai suoi voleri sadici? Lo avrei scoperto ben presto. Fine quarto episodio Per dialogare con me su questa storia, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it