Il La Ministro a convalida il suo operato. by andreapid@gmail.com Mara Carfagna presidiava da alcuni anni stabilmente il governo. In questi anni si era fatta valere per le sue capacità, le sue idee e la sua intelligenza. A tutti gli effetti era ancora il Ministro delle pari opportunità ma in realtà appoggiava e consigliava stabilmente e proficuamente alcuni Ministri uomini in evidente difficoltà, economia, immigrazione, sicurezza nelle città etc.. Fra le sue iniziative, era stata il principale promotore e sostenitore di una legge all'inizio contestata ma che in breve tempo aveva consentito di smascherare molti nullafacenti che ingiustamente campavano con agio a spese dello Stato senza averne il diritto e la necessità. Un giorno Mara, fu invitata all'inaugurazione della nuova fiera di un paese in provincia di Napoli, l'inaugurazione fu più veloce del previsto e dato che non era un'ora tarda pensò di rientrare all'albergo dove pernottava a piedi visto che non si trovava molto lontano. Già da tempo un nutrito gruppo di persone non vedeva di buon occhio Mara perché ridendo e scherzando aveva tolto loro i privilegi (ingiusti ed assurdi) di cui godevano da tutta la vita. Fra questi personaggi c'era un gruppo di mezzi delinquenti che più che rubare si dilettavano ad esercitare soprusi sulle persone tanto per passarsi il tempo che avevano come punto di ritrovo fisso la loro palestra. Lì si passavano il tempo, lì spendevano i soldi che usurpavano ingiustamente. A loro le novità introdotte da Mara avevano dato un gran danno, finita la scorta di denaro accumulata in alcuni mesi si trovavano costretti a cercarsi un lavoro e questo proprio non gli stava bene. Pensarono allora che migliore occasione di quella (il Ministro Carfagna nel loro paese) per fargliela pagare ed eventualmente costringerla a tornare sui propri passi non ci sarebbe stata, avevano seguito le sue mosse, naturalmente verificato che non fosse dotata di scorta e aspettavano solo l'occasione giusta, mai si sarebbero aspettati una occasione così semplice e favorevole. Il gruppo era composto da 8 uomini. Per tutti e 8 l'unico vero passatempo giornaliero era la palestra, tutti vi passavano moltissime ore al giorno, alcuni si erano anche dilettati e specializzati in corsi di vario genere (judo, Karate o altre arti marziali), altri avevano nel tempo avuto varie passioni quali il pugilato o la lotta ma nessuno di loro era mai riuscito a sfondare in alcuna disciplina. Lo specializzarsi però e la loro preparazione fisica ed anche tecnica gli aveva giovato molto perchè piano piano avevano cominciato a farsi valere nel loro paese, erano oggi una delle bande più temute e che spadroneggiava in lungo e in largo ottenendo ciò che voleva. Gli otto insieme costituivano veramente un gruppo tosto. Tutte le ore di palestra alternando pesi, combattimento e ginnastica pura li aveva anche resi belli scolpiti, insomma a vederli facevano veramente paura. Il più basso era 1,75 per 90 kg di puri muscoli ma a fronte degli altri sembrava un adolescente perchè gli altri erano tutti fra 1.80 e 1.90 e pesavano pressochè tutti almeno il quintale e tutti di muscoli scolpiti: sembrava una banda di superpalestrati. Il piano era semplice: sei si nascosero in un vicolo deserto e poco simpatico, uno si stese nel mezzo del vicolo ed uno si appostò all'inizio del vicolo aspettando la preda e non appena la vide sopraggiungere iniziò a correrle incontro e ad ansimare fingendosi in difficoltà e chiedendole un aiuto visto che il suo amico si era sentito male. Mara non esitò vedendo in lontananza un uomo a terra accorse immediatamente, si avvicinò all'uomo e appena cominciò a capire che qualcosa non tornava, due dei nascosti erano già sbucati transennando il vicolo in modo che nessun curioso pensasse di infilarsi nel vicolo ma non ve ne sarebbe stato bisogno perchè tutti sapevano che quella era zona dove era meglio non addentrarsi. Mara, senza saperlo ed ignara di tutto era entrata nella gabbia dei leoni. Non impiegò molto tempo per capire che la situazione non era semplice ma non aveva affatto paura. Lei come se nulla fosse si avvicinò all'uomo disteso che immediatamente si rialzò. Mara si arrestò, ad uno ad uno gli otto uomini sbucarono tutti. Mara aveva un elegante tailleur di colore nero con sotto una camicetta bianca, calze nere e decollete con tacco a spillo nero di pelle lucida. La situazione era di stallo, Mara era un puntino in mezzo al vicolo e intorno più o meno distanti vi erano degli armadi rinforzati. Dopo un minuto di silenzio Mara proferì una frase: beh, visto che il signore non ha bisogno di soccorso, tornerò per la mia strada, fece per girarsi ed allontanarsi ma in tre si spostarono in modo da ostruire il passaggio. Dopo un altro pò di silenzio Mara chiese: visto che non mi lasciate uscire si può sapere chi siete e che cosa volete da me? Uno degli otto, probabilmente il capo intervenne: tu ci hai rovinato, da anni campavamo ai danni dello stato ed ora per colpa tua saremo costretti a trovarci un lavoro. Abbiamo deciso di fartela pagare per insegnarti che nella vita è meglio farsi i cazzi propri invece di andare a pestare i piedi agli altri. E oggi questo lo imparerai, poi dovrai rimediare al danno che hai fatto e ritirerai tutti quei decreti che ci tolgono i nostri privilegi. Devi solo decidere se ora ci soddisferai tutti con le buone o dobbiamo ottenere ciò che vogliamo con le cattive. Ragazzi, io non ho tempo da perdere con delle cariatidi come voi, ho già capito che tipi siete e non mi piacete affatto. Ora devo andare perchè ho ancora un pò di lavoro da fare prima di andare a riposarmi. Come ti permetti di insultarci? Ti sembra di essere in una posizione in cui te lo puoi permettere? E da li cominciarono ad insultarla con offese di ogni genere. Dopo qualche minuto si fermarono ed uno disse: bene allora scegli tu da chi vuoi cominciare perchè la tua serata sarà lunga. Ok, ragazzi vedo che non avete capito io non ho alcuna intenzione di darvi ciò che volete e piuttosto vi do un consiglio, lasciatemi andare e sarà meglio per voi, eviterete spiacevoli guai. Uno replicò: pensi di intimorirci ma mi dispiace per te ma ti abbiamo seguito e sappiamo che non hai scorta e quindi non verrà nessuno a soccorrerti e perciò decidi alla svelta perchè ci stiamo stancando e fra poco decideremo noi. Io non ho detto di avere la scorta, vi ripeto solo che è meglio per voi se mi lasciate andare perché potrebbe finire male, io vi ho avvertito! Gli uomini erano leggermente titubanti, chissà a cosa si riferiva? Perché non aveva paura? Forse nascondeva qualcosa ma per ora di pericoli in giro non ce n'erano. Allora uno di loro si avvicinò da dietro e l'abbrancò dicendo allora iniziamo. Mara per l'ultima volta li avviso: è un ultimatum, lasciami andare ora o sarò costretta a reagire. Tutti iniziarono a sfidarla ridendo, dai se sei così forte facci vedere e tu Manuel non hai paura, non ti tremano le gambe? Manuel aveva quasi tutta la testa in più era un armadio di muscoli dotato di una forza straordinaria, anche lui cominciò a sghignazzare finché ad un certo punto non sentì che la sua presa si stava aprendo, provò a resistere mantenendola chiusa ma le sue braccia si allargavano finché facendo leva sulla sua spalla Mara non lo scaraventò a terra di fronte a sé. L'uomo si rialzò prontamente e partì con foga come per abbrancarla questa volta anteriormente ma fu anticipato da un potente calcio laterale in pieno petto che lo ributtò a terra con forza. Lui si rialzò ma nel frattempo alcuni dei suoi amici erano già accorsi in suo aiuto. Il secondo, un certo Antonio, 195 cm per 105 kg di muscoli superallenati si era avvicinato e affondò un destro forse trattenuto per non distruggere Mara pensava lui, ma il suo braccio fu facilmente bloccato ed usato come leva per scaraventarlo a terra anche lui si rialzò, Mara avrebbe potuto riatterrarlo senza dargli tempo ma voleva che cominciasse a capire con chi aveva a che fare. Lui allora questa volta non fu così gentile e sprigionò un violentissimo destro al 95% della sua forza che questa volta non fu parato ma addirittura arrestato con il piccolo palmo della mano sinistra di Mara che immediatamente replicò con un pugno in pieni addominali. L'uomo era molto tonico, allenato, abituato anche a combattere e ad incassare colpi pesanti ma quel colpo lo subì incredibilmente, quel pugno gli era sembrata quasi una lama e si piegò incredibilmente in due. Ci fu un attimo di tregua. Occorreva ordinare le idee, cosa stava accadendo? Chi avevano di fronte? Una donna, quasi una ragazzina, non molto alta e pure magrolina, bella, molto bella sì, che aveva partecipato persino a Miss Italia, oggi Ministro di indubbie capacità. Quindi? Dove stava la difficoltà? Non ve ne erano, fatto 2 + 2 gli uomini si rifecero sotto. Il primo a ripartire fu Manuel che doveva vendicarsi, si fece sotto, sferrò una buona dose di calci e pugni tutti parati da Mara che appena lo vide scoperto lo mise nuovamente al tappeto con un calcione sul fianco destro bissato immediatamente da uno sul fianco sinistro. Da dietro era già arrivato Antonio, Mara scansò i suoi colpi e senza girarsi affondò un potente calcio all'indietro in pieno addome rimettendolo nuovamente in grossa difficoltà. A questo punto intervennero anche altri due arrivarono di fronte in concomitanza ma Mara li atterrò velocemente con un doppio calcio volante in piena faccia che li lasciò totalmente privi di difese e li scaraventò a terra altri due avanzarono uno da destra ed uno da sinistra e questi furono respinti con una poderosa spaccata a quasi due metri che li atterrò pesantemente. Gli ultimi due avanzavano insieme con circospezione ma ancora convinti dei loro mezzi ed anche Manuel e Antonio si aggregarono a loro, erano uno su ogni lato, Mara allora fu costretta ad anticipare per sbarazzarsi di almeno due, le sue mosse furono talmente repentine che i due prescelti non ebbero alcuna possibilità di difendersi e furono spazzati a terra da due robusti calci volanti ruotati. Le suole di Mara tuonavano sulle mascelle di quegli uomini come delle bastonate e gli uomini furono in breve a terra. Con gli altri due attese le loro mosse e iniziò a parare i colpi mostrando una notevole superiorità di tecnica e di velocità mostrando un totale controllo della situazione poi giunto il momento di due colpi simultanei (pugni) li bloccò entrambi uno con la destra ed uno con la sinistra, trattenne le braccia bloccate per un attimo e poi le usò come leve per spostare i due uomini centralmente facendoli scontrare, gli uomini si urtarono e rimasero un momento interdetti, non fecero in tempo a voltarsi verso Mara che già la videro in volo ed in un attimo il suo calcio volante rovesciato li travolse facendoli quasi decollare. La prestanza di quegli uomini non aveva prodotto effetti contro quella giovane amazzone. Gli attacchi si susseguivano in maniera via via più serrata, quegli uomini potenti e superallenati non potevano minimamente pensare di essere inferiori ad una donna e ancor meno a quella donna, bella, esile, apparentemente fragile. Nessuno di loro si fermò nemmeno a pensare che la cosa si poteva mettere male. E allora giù, tutti all'attacco. Mara abbinava una velocità che nessuno di quegli uomini possedeva o avrebbe mai potuto possedere ad una agilità/elasticità da vera atleta ad una tecnica nettamente superiore a qualsiasi dei presenti, in più, che non guastava, una intelligenza, preparazione ed elasticità mentale 10 volte superiore alla somma di tutti e dieci quegli uomini. Piano piano anche gli 8 malcapitati se ne stavano accorgendo, prima di tutti nessuno di loro era in grado di colpirla, la sua velocità e la sua tecnica la rendevano inarrivabile ma ancora di più erano i colpi via via più pesanti che metteva a segno che stavano minando la sicurezza di quegli uomini. Mara alternava tecniche quasi da strada a sofisticate mosse di arti marziali di vario tipo. Tutti quegli uomini si erano fatti sotto 8, 9 volte, chi addirittura 10 ed ogni volta erano finiti pesantemente a terra, cominciavano ad apparire volti tumefatti, costole scricchiolanti, respiri affannati. Per un attimo tutto si calmò. Gli otto uomini erano tutti coscienti ma chi a terra, chi si stava rialzando, chi pensava come ripartire. In quell'attimo di calma quello che veniva considerato, dal punto di vista della forza fisica, il più prestante di tutti ebbe un rigurgito di intelligenza mista ad orgoglio ed iniziò a parlare: Ok ragazza, ci hai dimostrato fino ad ora una grande abilità, una grande velocità, molta tecnica ed agilità ma su una cosa tu non puoi competere con noi ed è la forza, bene smettiamo di combattere e facciamo tre sfide sulla forza, se vinci tu ti lasciamo andare, se vinciamo noi ci farai ridare i nostri privilegi. Mara comprese naturalmente il giochetto ma si sentiva molto sicura ed accettò clamorosamente la sfida. Gli otto uomini tirarono un sospiro di sollievo, era chiaro che qui non avrebbe avuto chanche. Scelsero i tre più forti, pianificarono velocemente le tre sfide e prepararono la prima. Era un normale braccio di ferro. Il primo sfidante si preparò appoggiando il braccio di 30 kg di muscoli su una grossa cassa di legno. Mara capì l'antifona e si andò a piazzare. Con il suo braccino arrivava a malapena ad afferrare la mano di quel gigante muscoloso. Dopo poco disse: chi da il via? In realtà sapeva benissimo che la sfida era iniziata, sentiva che l'uomo stava già tirando come un forsennato ma quella domanda era volta a demoralizzarlo. L'uomo rimase di sasso, controllò che non vi fossero puntelli o irregolarità varie e poi si mise giù a spingere ancora più forte di prima. Il suo braccio si gonfiò esageratamente, il suo viso prima rosso e poi paonazzo ed il sudore iniziò copioso. Mara si accorse che poteva resistere con facilità anzi pensava che sarebbe stato più difficile, dopo poco più di un minuto iniziò a spingere sul serio ed in pochi secondi l'uomo fu sopraffatto miseramente, l'uomo reagì immediatamente dicendo che il suo braccio preferito era il sinistro, Mara non si lamentò e gli concesse questa chanche ma questa volta non attese, in appena 10 secondi chiuse la pratica. L'uomo continuò a lamentarsi come se vi fossero state delle irregolarità ma tutti gli altri avevano visto che non ve ne erano state ed erano a bocca aperta. Tutti conoscevano la forza di quell'uomo e la sua abilità nel braccio di ferro di cui era notevolmente appassionato e non capivano. Lui stesso non si poteva capacitare di avere perso da una donna, da quella donna, da quella bella donna con un braccino ridicolo, ma era la dura realtà. La seconda prova non era più solo inerente al braccio o poco più ma sollecitava tutto il corpo e per questo, secondo loro, non dava scampo al povero Ministro. Era realmente così? A pochi metri era stato predisposto il campo di sfida in 4 avevano radunato il materiale per improvvisare una sfida di sollevamento, i due bilancieri erano perfettamente allineati e caricati con 80 kg, il peso non era granchè perché pensavano che già a quel peso Mara non avrebbe avuto possibilità. I due contendenti si prepararono di fronte ai bilancieri, il contendente di Mara era il più grosso di tutti, perlomeno 120 Kg di muscoli allo stato puro e la passione per il sollevamento. Uno diede il via ed entrambi sollevarono con facilità il bilanciere. Occorreva caricare ulteriormente ed aggiunsero 20 kg, poi altri venti. Il bilanciere era già a 120 ma non vi erano segni di cedimento da parte di alcuno anche se Mara mostrava molta più naturalezza e grazia nel sollevamento, pareva persino che non stesse forzando. Gli uomini cominciarono ad avere dei dubbi circa il loro successo, allora provarono a barare, scambiando i pesi da aggiungere portarono i due bilancieri uno a 130 ed uno a 150 (provate ad indovinare chi aveva il più pesante..) poi assurdamente uno a 140 ed uno a 180. Mara naturalmente si accorse del giochino, perlomeno si accorse che il suo bilanciere veniva caricato più del dovuto ma per ora stette al gioco. Il suo bilanciere andò a 210 e poi 240. A 240 Kg, Mara, che era ancora sui suoi tacchi, fu costretta a concentrarsi bene, sia per lo sforzo che per evitare danni alle sue scarpe preferite, per la prima volta era trapelata una leggerissima difficoltà. Ma lei era a 240 kg mentre il suo avversario aveva visto i sorci verdi per sollevare i suoi 140 kg ed era tuttora paonazzo per lo sforzo. Ora si trovava alle prese con i 150 kg ma dopo innumerevoli sforzi non riuscì ad organizzare uno slancio adeguato. In quei 3 / 4 minuti di sforzi, Mara era stata a guardarlo ed addirittura ad incitarlo mantentendo sopra la sua testa i suoi 270 kg. Anche questa prova si era chiusa disastrosamente. Oramai la terza prova era inutile, tutti avevano capito che il piccolo Ministro Mara Carfagna era troppo forte per uno singolo di loro anche se era un concetto che a questo punto pareva logico ma in realtà andava contro la loro logica. Cosa escogitare allora? Se uno non bastava allora l'unica speranza era l'attacco di massa. Gli otto si riorganizzarono e si disposero a cerchio a testa bassa più o meno intorno a Mara, non parlavano, forse non pensavano nemmeno, cioè avevano staccato la spina del cervello ed erano totalmente guidati da un mix di rabbia e orgoglio. Mara si guardò intorno e li vide tutti davvero arrabbiati ma non si scompose, anzi si preoccupò per loro con un ultimo avvertimento. Ragazzi, io non voglio farvi del male, anzi la violenza proprio la odio, ma voi mi state costringendo. Lasciatemi andare ora e non vi denuncerò neppure ed in più potrete andare via sulle vostre gambe. Il concetto era giusto ma purtroppo in quella situazione era come gettare benzina sul fuoco. Gli otto iniziarono a partire attaccando da ogni parte, in ogni modo ed in modo casuale. Mara reagiva con colpi precisi via via più potenti e sempre dannatamente a segno. Ogni suo colpo provocava una caduta di un uomo, i calci in particolare portati al volto o al basso ventre provocano effetti davvero pesanti, più soft erano gli sbilanciamenti e i pugni che però per quegli uomini erano più che sufficienti. Più passava il tempo e più gli uomini erano in difficoltà ad attaccare e più Mara aveva tempo per portare colpi decisi e potenti. Ora accadeva spesso che un aggressore arrivava di gran carriera e lei con un colpo ben carico (calcio laterale) quasi lo faceva letteralmente volare e se un altro era in arrivo i suoi colpi erano addirittura piazzati per spazzarne via due in una volta. Il suo dominio era totale, quegli uomini parevano dei semplici bambocci, delle assolute nullità in balia del giovane Ministro. Lei quegli uomini avrebbe potuto dominarli da qualsiasi punto di vista (fisico, intellettuale, psicologico, atletico) assolutamente pareva nei loro confronti un essere superiore ed in più abbinava una grazia ed una eleganza da fare impallidire le migliori modelle da sfilata. Gli attacchi erano continui ma le risposte perentorie, Mara stava sfoggiando un repertorio assolutamente completo pescando da molte arti marziali e non solo: calci di varia potenza, con rotazioni di ogni tipo o diretti e portati ad ogni altezza, pugni perfettamente mirati nei punti più scoperti di ciascuno, ficcanti, penetranti e perfino potenti portati con le sue piccole ma forzute mani; sbilanciamenti di ogni tipo, prese assolutamente inaspettate data la sua piccola stazza, persino sollevamenti ed azioni di potenza. Una delle azioni più strabilianti la fece quando ormai gli uomini cominciavano a perdere colpi, ad un certo punto si tolse le sue scarpe nere lucide di pelle con tacchi a spillo ( con le quali aveva combattuto fino ad ora senza mostrare impicci) e rimase scalza ma sempre avvolta nelle sue calze nere che ancora la rendevano dannatamente sexy. Si fece avanti il più grosso, lei schivò il suo attacco e poi lasciò partire una poderosa ginocchiata in piena pancia, l'uomo fu letteralmente piegato in due e la vista gli si annebbiò, Mara non lo lasciò cadere si porto sotto di lui e con una superba azione di potenza lo sollevò da terra a mo' di bilanciere issandolo a braccia tese sulla sua testa. Era un uomo di quasi 140 Kg ma lei lo manteneva sollevato in posizione di assoluto dominio rimanendo ferma a gambe leggermente divaricate e si guardava intorno. Il primo ad avanzare arrivava da dietro e pensò di poterla sorprendere fece piano fino alla giusta distanza e poi caricò, Mara aveva finto di non vederlo ma appena lo sentì a tiro lo atterrò con un poderoso calcio all'indietro ruotando tutto il corpo sempre mantenendo l'uomo sospeso. Poi esagerò: avanzavano due in contemporanea uno vicino all'altro lei si caricò, lanciò in alto il corpo quasi privo di sensi dell'uomo sopra di sé, si ripiegò velocissima per caricarsi in un salto ruotato poderoso all'indietro con il quale letteralmente spazzò via i due malcapitati e subito era a terra per riprendere l'uomo lanciato. Impossibile? Eppure lo fece e lo fece giusto in tempo per girarsi e lanciare l'uomo con un lancio di alcuni metri su altre tre poveretti che stavano avanzando (letteralmente travolti). Per quegli uomini ormai non c'era più scampo, l'ipotesi della resa rimaneva l'unica sensata. Mara si guardò intorno e li vide tutti a terra, ormai senza più possibilità di rialzarsi, allora si fermò e decise di andarsene, raccolse le sue scarpe eleganti e se le reinfilò poi lentamente uscì dal viale lasciando quei delinquenti a terra, chiamò la polizia con una chiamata anonima. La polizia arrivò dopo alcuni minuti e gli uomini erano a terra, finalmente catturavano una pericolosa banda che spaventava molta gente ma nessuno seppe mai chi fosse stato. Il ministro Carfagna rientrò in Hotel si fece una bella doccia e si addormentò serena sapendo di avere fatto solo il suo dovere.