LE GUARDIANE DEL TEMPO Sesto episodio di DAVIDMUSCOLO Mira osservava la sua comandante mentre ripiegava alcuni abiti dentro una piccola valigia chiedendosi come fosse possibile che le donne di quell'epoca potessero andare in giro conciate in quel modo. Thula termino' la sua operazione, chiuse la valigia e si mise a sedere sul letto " Hai controllato le coordinate di Preston?" " Si comandante. Atterrerete fuori dalla cittadina" " Cosa sappiamo di questa citta'?" " Ho fatto una ricerca. In quest'epoca ci abitano circa ventimila anime, comandante. E quindi abbastanza piccola anche se in seguito diverr� una citt� di media grandezza. Nel duemila superer� i centomila abitanti e nel duemiladuecento raggiunger� i duecentocinquantamila" " Non mi interessa lo sviluppo economico di Preston, Mira. Voglio sapere cosa mi aspetta arrivata laggiu'" " Si certo comandante. Dunque, si tratta di un centro che regge la sua economia principalmente grazie all'agricoltura ed alla pesca che si effettua nel fiume Ribble. Perfettamente in linea con quest'epoca, direi" " John ha sostenuto di essere nato e di aver vissuto la sua infanzia nei pressi di Preston e quindi e' presumibile che abitasse al di fuori della citta'. Spero proprio di non dovermi circumnavigare tutto il paese prima di trovare il posto giusto. Sempre ammesso che stia dicendo la verita'" " Quali sono le sue intenzioni, comandante?" " Fare una visita nel luogo dove il nostro caro amico e' nato e poi arrivare a Londra dove e' cresciuto. Un paio di giorni al massimo mi basteranno per avere le informazioni che mi servono" " E dopo lo porteremo nel 2457?" " Non vedo altra soluzione. Non ci sono informazioni riguardo questo John Terrence ne' su eventuali discendenti" " Evidentemente, e' perche' e' stato portato nel nostro presente" fece Mira " Si, e' la soluzione che anch'io ho trovato probabile. Rimane il fatto che anche questo tipo ha bisogno di un processo equo e quindi bisognera' vedere se deve essere processato come un violentatore o come un terrorista del tempo" " Per me e' sincero" asseri' Mira. Thula sospiro' nervosamente " E non hai alcun dubbio? Perche' secondo me e' sincero quando afferma di essere di quest'epoca ma sono altrettanto sicura che ci nasconde qualcosa e debbo assolutamente scoprire cosa ci nasconde" " A dir la verita', anch'io ho questa sensazione, comandante. Secondo lei, cosa puo' nascondere un uomo di quest'epoca?" " Vado in Inghilterra proprio per scoprirlo. Dai, non voglio perdere ulteriore tempo" concluse Thula alzandosi dal letto e dirigendosi nel salone dove John era controllato da Elana. Arrivate al centro della stanza, Mira consegno' il teletrasporto a Thula " Ecco, comandante. Le coordinate di Preston sono gia' inserite. Ho inserito anche quelle di Londra e quelle di questa casa. Per qualunque cosa lei avesse bisogno contattera' una di noi" " Brava Mira. Ci terremo in comunicazione" Avevano parlato in francese e John non aveva capito nulla del dialogo delle due donne. Elana lo spinse vicino alla sua comandante che afferro' l'inglese per un braccio e quindi spinse un tasto del teletrasporto. Nella stanza rimasero soltanto Mira ed Elana. Un vento gelido accolse i due quando riapparvero. Intorno a loro solo campagna e soltanto ad est si intravvedevano alcune case. Thula osservo' il display del teletrasporto e pote' notare come, proprio ad est, a poco meno di un paio di miglia, ci fosse la cittadina di Preston. Anche John Terrence si guardo' intorno e, appena riconobbe il posto, i suoi occhi si riempirono di terrore. Quella donna aveva parlato di andare a Londra e non di giungere in quel posto. Scuoteva la testa ma il forte braccio di Thula gli impediva di fare anche un solo passo " Cosa c'e' John? Hai paura che nel posto dove affermi di essere nato io possa scoprire qualcosa?" Terrence continuava a dimenarsi ma la sostanza che gli era stata iniettata gli inibiva la parola. Thula dovette schiaffeggiarlo violentemente per farlo calmare almeno un po' ed i ceffoni parvero sortire l'effetto sperato dalla donna. L'inglese, ormai calmatosi, si mise le mani in faccia. Quello era l'ultimo posto dove sarebbe voluto venire. Ma come poteva spiegarglielo a quella donna che lo teneva stretto per il braccio? Thula strinse ancor di piu' la sua ferrea presa sul braccio dell'inglese e l'uomo fu costretto ad inginocchiarsi al cospetto della statuaria soldatessa " Ascoltami bene John. finora mi sono comportata fin troppo bene con te ma adesso devi metterti in testa che l'unica cosa che puoi fare e' obbedirmi senza alcun tipo di ribellione. Ora tu mi indicherai dov'e' la casa in cui sei nato. Hai ancora dei parenti a Preston?" L'uomo allargo' l'unico braccio che poteva muovere nel tentativo di spiegare alla donna che non lo sapeva e Thula recepi' il messaggio corporeo proseguendo "Non ha importanza. Tu mi porterai in quella casa altrimenti saro' costretta a comportarmi con te come ha fatto Elana. Vuoi essere picchiato come ha fatto lei?" Terrence scosse la testa. Non aveva intenzione di passare un'altra volta per le mani di una donna che possedeva una forza spaventosa e per un momento maledi' quella Paula Gibb che aveva fatto diventare il genere femminile cosi' potente e dominante. Anche se ... .. Anche se non trovava completamente sgradevoli certe sensazioni. Ma la sua mente era troppo confusa per dare una spiegazione a quelle sensazioni. Thula intanto, ammorbidi' il tono della sua voce "Se non me la indicherai tu, saro' costretta ad andare in citta' a chiedere informazioni. Non e' una metropoli e qualcuno che conosce la famiglia Terrence lo trovero'. E se non trovassi nessuno, vuol dire che mi hai mentito. Ragion per cui, diro' che sei un terrorista del tempo e sarai condannato a morte. Cosa decidi?" John scosse la testa avanti e indietro in segno di accettazione delle direttive della donna. Non aveva altre possibilita'. Thula smise di stringere il braccio dell'uomo permettendogli di rialzarsi e ambedue s'incamminarono verso est. Il vento e l'approssimarsi della sera aumentavano l'intensita' del freddo ma la donna sembrava non sentirlo mentre piu' difficoltoso era il passo del giovane che faticava a stare vicino all'atletica femmina. Oltrepassarono il ponte situato sul fiume Ribble ma non entrarono in citta', costeggiandola per almeno un altro paio di miglia dopodiche' John indico' una casupola al di fuori del centro abitato. Thula guardo' l'uomo che sembrava stremato per la lunga camminata " Era quella la tua casa?" L'inglese, con la testa, diede una risposta affermativa e la donna osservo' quella che sarebbe dovuta essere la casa in cui l'uomo era cresciuto. All'esterno, un pollaio con circa trenta galline e, dentro una staccionata, alcune pecore e delle capre che brucavano avidamente quella poca erba che avevano a disposizione. Alla destra di quella misera casa, un'altra piccola costruzione di circa trenta metri quadrati che forse serviva come fienile. Torno' con lo sguardo in direzione della casa e noto' che dal camino usciva del fumo a testimonianza che c'era dentro qualcuno che aveva il fuoco acceso. Thula, senza mollare il braccio dell'uomo, si incammino' verso la porta e busso'. Dovette attendere qualche secondo prima che una donna anziana, con i capelli grigi raccolti, l'aria ed un vestito molto dimessi, venisse ad aprire. La vecchia osservo' la strana coppia che si trovava dinanzi a lei aggrottando le sopracciglia. Strana coppia soprattutto per quella donna altissima. Sembrava una nana al suo confronto e la cosa le dava una spiacevole sensazione " Cosa volete?" chiese poi riprendendosi. E lo fece duramente e senza preamboli. L'ospitalita' non doveva essere una caratteristica fondamentale di quella donna. Thula non si scompose " Voi siete la signora Terrence?" domando' a sua volta " Chi vuole saperlo?" " Mi chiamo ... ... Mary, signora, e faccio l'infermiera a Londra. Sono stata incaricata di scoprire l'identita' di quest'uomo" rispose "Alcuni indizi ci hanno portato a credere che potrebbe essere nato da queste parti" " Non sembrate un'infermiera" " Posso assicurarvi che lo sono. Ad ogni modo, l'uomo non puo' parlare ed io vorrei solo sapere se lo conoscete" " Come se avessi tempo per occuparmi dei muti" bofonchio' l'anziana donna prendendo dalla tasca del suo vestito dei sudici occhiali e fissando l'uomo. Thula guardava i due, sentendo il tremore di John mentre invece la vecchia sorrideva. Poi pero' lei cambio' sguardo ed il suo volto si apri' ad uno stupore immenso. Mise la sua mano sulla bocca ed i suoi occhi si sgranarono " Oh mio Dio, non e' possibile. Tu sembri ... ... . " " Voi riconoscete quest'uomo?" incalzo' Thula " Non voglio illudermi ma lui sembra ... . La soldatessa osservo' la vecchia ancora sbigottita. Sembrava sincera ma le parole non le uscivano dalla bocca " Volete dire che potrebbe trattarsi di vostro figlio?" " Oh mio Dio, si. Lui e' John, vero? Lui e' il mio John, mio figlio?" " Si signora Terrence. Questo giovanotto potrebbe essere vostro figlio John " Come ho fatto a non riconoscerti subito" disse con le lacrime che le scendevano dagli occhi e abbracciando l'uomo che invece rimase fermo, senza cingere le sue braccia intorno a quella madre ritrovata " Ne siete sicura, vero?" chiese ancora Thula " Ne sono sicura. Sono vent'anni che non lo vedo ma non mi posso sbagliare. Una madre non puo' sbagliare. Oh mio Dio, pensavo che fosse morto. E' scomparso tanti anni fa'. Dove e' stato tutto questo tempo?" " Probabilmente, e' stato a Londra" rispose Thula guardando ancora la donna che si scioglieva in lacrime " Signora Terrence, perdonatemi, potete spiegarmi perche' John e' scomparso?" La donna stette qualche attimo in silenzio " Non lo so" borbotto' infine tagliando corto, come se, al contrario, conoscesse benissimo il motivo della scomparsa " Davvero non lo sapete?" " Ve l'ho detto. Quello che conta e' che sia tornato. Si e' fatto cosi' bello. Non credete che il mio John sia bello?" " Si penso che lo sia. E ditemi, avete altri figli?" " Oh si. Ne ho altri cinque, tre femmine e due maschi. Le tre femmine sono sposate e vivono in citta' mentre uno dei maschi e' in Galles a lavorare. L'ultimo, sta tornando fra poco insieme a mio marito. Sono andati in citta' a prendere delle cose. Sa, noi vendiamo uova, polli e latte e ci compriamo cio' che ci serve. Ma ditemi, Mary, mi avete detto che non parla. Ma come mai? Il mio John parlava. Eccome se parlava" " In realta' quest'uomo parla, signora, ma ci sono momenti in cui si estranea completamente dal mondo esterno ed in quei momenti non apre bocca. Capite cosa sto dicendo?" " Credo di si Mary. E quindi non mi riconosce?" " In effetti, potrebbe non riconoscervi in questo momento e ricordare tutto tra un'ora. Si chiama amnesia momentanea" menti' Thula " E' una bella notizia sapere che mio figlio possa parlare e che possa riconoscermi. Venite, accomodatevi" fece la donna facendo entrare i due all'interno della casa. Thula osservo' la dimora. Era evidente che fossero gente molto povera e sembrava possedessero soltanto il necessario per sopravvivere. Poi poso' gli occhi su John. Sembrava tutt'altro che contento di trovarsi in quel posto e di aver ritrovato la sua vecchia madre ed anzi, era piuttosto nervoso. Quale altro segreto le nascondeva? Per quale motivo se ne era andato di casa che era appena un bambino? E per quale motivo aveva il sospetto che sua madre sapesse piu' di quanto sosteneva? I suoi pensieri furono interrotti dal rumore di un cavallo che trainava un carretto e poi dall'ingresso di un uomo. Doveva avere oltre sessant'anni, anche se era difficile stabilire un'eta' precisa con i criteri di Thula. Quella gente invecchiava molto piu' precocemente rispetto a quella della sua epoca. Era comunque un uomo alto nella media, piuttosto grosso, con la barba incolta sale e pepe e pochi capelli unti che gli scendevano dalla nuca mentre davanti era quasi completamente calvo. Non era certo una bella visione. La donna gli corse incontro " Trevor, guarda questo giovanotto. E' il nostro John. E' tornato" gli disse emozionata. L'uomo non sembrava esserlo altrettanto " Nostro figlio, dici? Ne sei sicura? E lei chi e'?" Thula si alzo' in piedi. Il suo aspetto e la sua considerevole altezza sembrarono affievolire l'arroganza dell'uomo " Io sono Mary, signor Terrence, e sono l'infermiera che segue vostro figlio. Non parla ed ha problemi di memoria" disse la giovane comandante continuando a mentire " Problemi di memoria? Non tanto da dire che si tratta del mio povero John scomparso da quasi vent'anni" " La sua memoria e' labile, signore. Qualcosa rammenta ed io sono venuta qui' da Londra proprio per appurare se cio' che ci ha fatto capire corrisponde a verita'" " Per quanto mi riguarda, potrebbe anche essere il figlio della regina Vittoria" taglio' corto l'uomo " Ma che dici, Trevor?" intervenne la vecchia signora "Lui e' il nostro John, ne sono certa" " Cosa ti da questa certezza?" " Lo sento. I lineamenti sono i suoi. Ce li ho in testa dal giorno della sua scomparsa" " E comunque" intervenne a sua volta Thula "non chiediamo nulla. Volevo soltanto sapere se questo ragazzo potesse essere vostro figlio e quindi il vero John Terrence. Ce ne andremo immediatamente" " Oh no, vi prego. Sono diciotto anni che non vedo mio figlio. Trattenetevi almeno fino a domani. Tanto, questa sera non potreste andare piu' da nessuna parte. E' ormai buio e non troverete facilmente un posto per dormire. Cenate con noi. Ho preparato uno stufato caldo che potrebbe riscaldarvi notevolmente visto il freddo ed inoltre noi possiamo darvi anche un posto per dormire. Non e' un granche' ma potrete stare almeno al caldo" Thula scosse la testa. Non aveva nessuna voglia di dormire in quella casa considerando che le sarebbe bastato un clic sul suo teletrasporto per ritrovarsi di nuovo nella casa di Parigi insieme con le sue soldatesse e dormire comodamente nel suo letto ma dovette ammettere che il punto di vista della donna non faceva acqua da nessuna parte. Penso' che sarebbe stato meglio aspettare che si addormentassero tutti e poi sparire nel cuore della notte senza essere costretta ad elemosinare una spiegazione plausibile sul motivo che la spingeva ad andarsene. Avrebbe comunque regalato qualche minuto in compagnia del figlio ritrovato a quella vecchia madre che sembrava felice come non mai " Non vorremmo darvi fastidio" obietto' comunque " Nessun fastidio. Vi prego, non ve ne andate. John puo' dormire insieme al fratello e voi nella stanza che era delle mie figlie" " Non credo che Malcolm abbia intenzione di dividere il suo letto con uno sconosciuto" Era stato Trevor Terrence a parlare " Ma non e' uno sconosciuto. E' suo fratello maggiore" continuo' la donna " Per me e' uno sconosciuto. Se proprio hai intenzione di farli dormire qui', lui puo' andare nella stanza che era occupata dalle ragazze e lei puo' dormire nel fienile" La soldatessa scosse di nuovo la testa. Non aveva intenzione di separarsi dal suo prigioniero anche se aveva sempre la possibilita' di rintracciarlo come e quando voleva in caso di fuga ma soprattutto voleva essere libera di potersene andare alla prima occasione senza dover entrare nella casa, col rischio di svegliare qualcuno. Tanto, la sua permanenza a Preston sembrava ormai perfettamente inutile. Quell'uomo sembrava fosse proprio chi diceva di essere " D'accordo, accettiamo il pasto caldo e la possibilita' di dormire da voi e vi ringrazio infinitamente per questo ma ho l'obbligo di guardare questo ragazzo. Se dovesse scomparire non me lo perdonerebbero e non voglio perdere il mio lavoro. Vorra' dire che dormiremo insieme nel fienile" " Ma ... ... Voi siete una donna. Non e' ammissibile che dormiate insieme ad un uomo" obietto' la vecchia. I costumi dell'epoca non permettevano certo una convivenza simile ma Thula fu irremovibile " Ed allora saro' costretta ad andarmene, signora" " Ma lasciali dormire dove vogliono" Il presunto padre di John continuava ad essere poco amichevole e Thula aveva una gran voglia di fargli capire come la situazione nella sua epoca fosse cambiata. Ed aveva voglia di farlo a suon di ceffoni ma dovette fare buon viso a cattivo gioco. Proprio in quel momento fece il suo ingresso colui che doveva essere Malcolm, il fratello di John. Era un ragazzo di circa sedici anni, bassino, piuttosto magro e dallo sguardo spento che portava con fatica un grosso sacco, forse le compere che i due uomini avevano fatto in citta'. La signora Terrence gli corse incontro abbracciandolo e spiegandogli chi fossero quegli sconosciuti. Spiego' poi a Thula che il ragazzo era nato qualche anno dopo la scomparsa di John e quindi l'analisi sulla sua eta' fatta da Thula doveva essere corretta. Anche per lui pero', nessuna emozione nel ritrovare un fratello scomparso da cosi' tanto tempo. Rimase in silenzio senza nemmeno abbracciare quel fratello ritrovato e senza nemmeno scambiarci qualche parola. Ed altrettanto fece John. E questo non era affatto un comportamento normale. Thula dovette ammettere che lo stufato preparato da mamma Terrence non era affatto male. Non era abituata a quei cibi semplici ma gustosi. Dopo quel pasto frugale, sia Trevor che Malcolm si ritirarono abbastanza presto nelle loro stanze. Thula non riusciva a comprendere quel comportamento. Possibile che un padre ed un fratello non sentissero il bisogno di restare il piu' a lungo possibile con la persona che sarebbe potuto essere un loro congiunto scomparso da tanti anni? Al contrario, la vecchia cerco' di informarsi su come John avesse vissuto in quegli anni, come avesse fatto un ragazzino a campare nella Londra vittoriana e di come avesse perso la parola, almeno parzialmente, e la soldatessa dovette inventarsi altre scuse plausibili. Erano le ventuno quando anche la donna si ritiro' in camera, dopo aver accompagnato Thula e John nel giaciglio improvvisato del fienile. La soldatessa aveva deciso di attendere un paio d'ore e poi andarsene insieme al suo prigioniero. Doveva interferire il meno possibile con la gente di quel secolo e lei stava gia' andando oltre, anche se era stata l'unica possibilita' per scoprire chi fosse quel giovane. Lascio' riposare il suo prigioniero, spossato da una giornata interminabile, mentre lei decise di camminare un po' nei paraggi. Una fioca luce di una candela proveniva da una delle stanze ma lei prosegui' a camminare, malgrado il freddo di quella sera. Vedeva in lontananza le deboli luci di Preston e fece il giro dell'abitazione per ritornare quindi nel fienile. John continuava a riposare tranquillamente. Evidentemente, ormai aveva capito benissimo che se avesse provato a scappare, per lui sarebbe stata la fine e la giovane comandante si trovo' a pensare che Terrence sembrava aver ben compreso chi comandasse. Beh, dopo la dura lezione di Elana soltanto un pazzo poteva ancora pensare di poterla fare franca con una donna dell'epoca di Thula. Rimase per una mezz'ora tranquilla e quando si riaffaccio' fuori dal fienile pote' notare come fosse ormai tutto buio. Era il momento giusto per andarsene. Stava per svegliare John quando senti' dei rumori provenire da una delle stanze e la luce tremolante di una candela di nuovo accesa. La donna usci' di nuovo dal fienile incuriosita. Sentiva un parlottio ma non riusciva a comprendere. Sempre piu' incuriosita entro' nella casa e cammino' in direzione della stanza dove aveva visto la luce. La porta era chiusa ma poteva sentire le loro parole " Vi prego padre, oggi no" Era stata la giovane voce di Malcolm a parlare " Non fare storie, ragazzo" Stavolta la voce era stata di Trevor " Vi prego, ci sono quei due. Mi vergogno" " Tu farai quello che voglio altrimenti giuro che ti ammazzo di botte. E tu sai che quando si tratta di picchiarti, mantengo sempre le mie promesse" Thula aveva ormai compreso cosa stava accadendo. Si disse che non doveva interferire ma il suo senso dell'onesta' e della giustizia non le permettevano di nascondersi dietro quell'ordine. Apri' piano la porta e la scena che le si presento' dinanzi a lei era proprio quella che si aspettava, con il ragazzo piangente che teneva in bocca il membro del padre " Brutto bastardo" esclamo' dinanzi a quella visione. Trevor si giro', col suo pene ancora eretto, guardando la statuaria donna che aveva fatto il suo ingresso nella stanza " E tu cosa vuoi?" domando' ridendo alla donna "Vuoi metterti al suo posto?" Era troppo. Thula avanzo' verso quell'uomo che era ancora pateticamente con i pantaloni tirati giu' e, appena fu alla sua portata, lo colpi' con un pugno devastante che lo mando' a sbattere contro il muro. L'uomo non riusciva a rendersi bene conto di cosa l'avesse colpito. Troppo lontano dalla sua mente l'idea di una donna che potesse essere piu' forte di lui per capire di aver ricevuto solamente un pugno. La testa gli girava e si rialzo' a fatica andando verso la donna che lo attese schiumando rabbia e poi aspetto' che Trevor la colpisse, cosa che avvenne un secondo dopo. Con facilita', Thula afferro' il braccio dell'uomo e lo torse fino a sentirne la rottura. Stavolta Trevor esplose in lugubre urlo di dolore tanto da far accorrere sia sua moglie che John, svegliati da quel grido. La donna corse verso Thula " Cosa sta succedendo?" " Sta succedendo che tuo marito e' uno schifoso pedofilo ed avra' quello che merita" rispose dando una leggera spinta alla vecchia e riafferrando Trevor che ormai aveva ben compreso di trovarsi di fronte un essere umano particolare, ben piu' forte di lui. Lo sollevo di diversi centimetri prendendolo per il mento , di fronte agli esterrefatti Malcolm e di sua madre mentre John invece sapeva ormai perfettamente quali fossero le potenzialita' di quella donna. Trevor continuava ad urlare, un po' per il fortissimo dolore che il braccio rotto gli procurava ed un po' per il fatto di essere praticamente alla merce' di quell'altissima donna. Thula non ebbe pieta'. Dapprima lo colpi' con un paio di pugni che gli devastarono la faccia e poi torse anche l'altro braccio rompendogli anche quello. Altre grida di dolore e di disperazione si alzarono nella stanza. La vecchia corse verso Thula, incredula di cio' che stava osservando " Chi siete? Voi non siete un'infermiera. Lasciate stare mio marito" " Tuo marito e' un porco schifoso che si approfitta di tuo figlio. Che cazzo di madre sei?" le rispose dandole di nuovo una piccola spinta. L'attenzione della donna proveniente dal futuro si sposto' di nuovo verso Trevor, ormai sanguinante, steso in terra con la schiena addosso al muro e impossibilitato a fare qualunque gesto con tutte e due le braccia rotte. Le sue idee erano confuse ed il dolore insostenibile. Come era possibile tutto cio'? Ma non era finita per lui. Thula era ormai un fiume in piena. La rabbia verso quell'uomo era tale e tanta che voleva umiliarlo. Lo scalcio' dapprima ai testicoli facendo di nuovo urlare l'uomo che roteo' gli occhi e poi gli afferro' la gamba spezzandogli anche quella e suscitando altre grida di dolore nell'uomo. Lo sollevo' quindi di peso come se fosse un fuscello. Aveva voglia di ucciderlo ma dovette desistere da quell'insano proposito. Non era un'assassina e si limito' ad urlargli contro " Ora non potrai piu' approfittarti di tuo figlio, bastardo. Sarai zoppo per la vita e le tue braccia non funzioneranno piu' come una volta. Sarai debole ed indifeso, proprio come lo e' stato tuo figlio fino ad adesso" Lo getto' addosso al muro. L'uomo ricadde pesantemente ormai svenuto e soltanto allora la donna sembro' placarsi. Si volto' verso Malcolm e lo accarezzo' " Stai bene?" gli chiese " Si, sto bene. Grazie" le disse semplicemente il ragazzo " Ora e' debole e indifeso. Non potra' nemmeno tenere in mano una piuma e tu potrai difenderti se volesse approfittarsi di nuovo di te" " Non glie lo permettero'" "Bravo" " Ma voi chi siete? Come avete potuto picchiare cosi' pesantemente mio padre?" " Chi sono?" Thula sorrise. Come spiegare a quel giovane chi lei fosse realmente? "Non ha importanza chi sono. Cio' che e' importante e' che tu sarai libero senza piu' temere quell'uomo schifoso" Lo accarezzo' di nuovo e poi si volto' per guardare la scena che si era creata. Trevor era svenuto, sanguinante dal viso e sua moglie era inginocchiata su di lui per capire quali fossero le sue reali condizioni e nel vano tentativo di rianimarlo. E John? Era scomparso. Quell'idiota ... ... .. Sembrava aver approfittato di quel momento di confusione per darsela a gambe, senza sapere che lei avrebbe potuto rintracciarlo come e quando voleva grazie al chip sottocutaneo che gli aveva fatto inserire. Stava per precipitarsi fuori dalla porta quando il ragazzo si riaffaccio' nella stanza brandendo un grosso coltello da cucina e avventandosi contro il corpo inanimato del padre " Maledetto bastardo" gli urlo'. Thula osservo' quella scena ed ebbe solo una frazione di secondo per capire cosa stesse accadendo e poi il suo corpo atletico si mosse velocemente gettandosi sul corpo di Trevor ed alzando il suo braccio destro per parare il colpo che John stava per infliggere al padre. Dopodiche' gli tolse agevolmente l'arma dalle mani e lo costrinse a rialzarsi " Cosa stavi facendo?" gli disse. John scoppio' in un pianto dirotto. Aveva evidentemente riacquistato l'uso della parola " Volevo ucciderlo quel bastardo" Thula capi'. Accarezzo' il volto del giovane rigato di lacrime e poi prese dolcemente la sua faccia fino a portarla a ridosso dei suoi seni rigogliosi. Con un dito gli alzo' il mento per poterlo guardare negli occhi " Lo faceva anche con te, non e' vero?" " Si. Tutte le sere da quando avevo sei anni. Uno schifoso maledetto bastardo. E se non volevo mi picchiava a morte" Thula lo accarezzo' di nuovo " Povero ragazzo. Questo spiega molte cose. E voi?" disse poi rivolta alla madre "Voi sapevate che questo depravato si approfittava dei vostri figli?" La donna si mise le mani in faccia dalla vergogna " Io ... ... .Io ... ... ." " Si, lei sapeva ma stava zitta. Non faceva niente per impedirglielo" intervenne John con rabbia " Cosa potevo fare? E' mio marito e se mi fossi intromessa mi avrebbe ammazzata. L'unica cosa che potevo fare l'ho fatta" " E cioe'?" domando' Thula " Ho fatto sposare giovanissime le ragazze per toglierle dalle sue grinfie anche se lui sembrava interessato piu' ai maschi che alle femmine. E poi ho mandato via l'altro a lavorare. Per John e per Malcolm ho potuto fare poco. Mi dispiace. Mi dispiace tanto" Thula non le rispose. Quella donna era colpevole. Era una madre ma aveva fatto poco per salvare i propri figli. Afferro' di peso il corpo di Trevor e se lo alzo' sopra le spalle, tra nuovi sguardi di meraviglia dei presenti e cammino' in direzione dell'uscita per poi gettare quel corpo lontano. La vecchia si avvicino' alla donna proveniente dal futuro. La differenza tra le due donne era enorme e rendeva la figura della madre di John quasi ridicola al cospetto di quell'amazzone " Chi siete veramente? Siete una strega? Una donna posseduta dal demonio?" Thula sorrise di fronte alle ingenuita' proferite dalla vecchia " Non esistono streghe e demoni e comunque io sono dalla parte della giustizia. Se potete, cacciate di casa quest'uomo e forse sconterete in parte i vostri peccati" " Come faro'? Sono solo una povera vecchia" " Tanto non potra' piu' lavorare" prosegui' Thula indicando il corpo di Trevor. Gli ho spezzato le braccia ed una gamba e non potra' piu' fare alcun tipo di fatica" " Lo faro' io, mamma" intervenne Malcolm. Saro' io l'uomo di casa ma quel bastardo non dovra' piu' mettere piede in questa casa altrimenti lo ammazzo" Thula sorrise e poi si avvicino' al corpo di Trevor Terrence ancora svenuto e si rivolse a Malcolm " Ragazzo, vai a prendere un secchio d'acqua. Con questo non ho ancora terminato" Il giovane non si fece ripetere due volte l'ordine. Aveva appena visto cosa quella donna fosse in grado di fare ed essere accomodante verso di lei sembrava la cosa piu' giusta da fare. Si diresse verso il pozzo dopo aver preso un secchio e lo riempi d'acqua per darlo poi alla maestosa amazzone che lo verso' di getto addosso a Trevor. L'uomo scosse la testa svegliandosi immediatamente. Guardo' la donna di fronte a lui ma poi il dolore per le fratture s'impossesso' di nuovo di tutto il suo corpo. Inizio' di nuovo a frignare mentre Thula poggio' il suo piede sulla faccia dell'uomo " Abbiate pieta' di me" piagnucolo'. Thula spinse il suo piede ancor di piu' nella faccia dell'uomo " Dalle mie parti, un uomo che fa quello che hai fatto tu nei confronti di un figlio o in quelli di qualunque essere piu' debole di lui viene condannato a morte. Io pero' non sono una giudice e non posso farlo ma posso proseguire la mia opera di devastazione del tuo corpo" " Vi prego, ho capito di aver sbagliato" Thula scoppio' in una risata nervosa. Quell'uomo era un lurido viscido che la nauseava " Ma davvero? Adesso te ne sei accorto?" La donna tolse il piede dalla faccia di Trevor e fece un paio di passi indietro "Striscia, uomo. Striscia verso di me. Striscia come solo i vermi possono fare e obbedisci altrimenti riprendo a romperti altre ossa" Il tono della donna era stato duro e fermo e John provo' un briviso lungo la schiena. Oh non certo per pieta' nei confronti di quel bastardo che l'aveva generato ma al pensiero di cosa Thula avrebbe potuto fare anche a lui. Poi pero' osservo' la scena e vide Trevor avvicinarsi strisciando verso la soldatessa. Lo aveva fatto piangendo e lamentandosi a causa dell'enorme dolore che provava e senza l'aiuto delle braccia inutilizzabili, avanzando di pochi centimetri alla volta ma l'aveva fatto. La donna continuava a guardarlo con tutto il disgusto che poteva provare "Ora lecca le mie scarpe e puliscile con la tua lingua. Perche' questa e' l'unica cosa che potresti fare con una donna come me. Fallo e puliscile bene perche' altrimenti quello che ti ho appena fatto sara' solo l'anticipo" L'uomo rimase per alcuni secondi titubante. Non si aspettava una cosa del genere e Thula lo colpi' allora con un potente calcio che sbriciolo' alcuni dei pochi denti rimasti nella bocca dell'uomo che, continuando a piangere sommessamente, inizio' a leccare le scarpe della donna sporchissime per la lunga camminata in campagna. John, Malcolm e la vecchia madre guardavano quella scena in silenzio, ognuno con delle sensazioni diverse ma tutti con un ammirazione incredibile per quella donna. L'operazione duro' diversi minuti poi la comandante prese dolcemente la mano di John per andare dentro il fienile. Dovevano andarsene. Ormai tutti i tasselli sembravano essere andati al loro posto. Malcolm pero' corse dietro ai due ed abbraccio' John " E' stato bello incontrarti, fratello mio" John sorrise e ricambio' l'abbraccio " Non sapevo di avere fratelli che non conoscevo. Se io fossi stato ancora in questa casa lui non si sarebbe approfittato anche di te. Ormai sono un uomo e l'avrei ucciso. Mi dispiace" " Tu non hai colpe ed hai fatto bene ad andartene. Ritornerai a trovarmi?" " Non lo so. Vorrei ma non dipende da me" rispose John guardando Thula che sorrise enigmaticamente " Chissa' Malcolm. Puo' darsi che John possa venirti a trovare tra qualche anno. Ora vai in casa e porta con te tua madre. Credo che domattina non ci troverete in quanto partiremo all'alba" concluse l'affascinante comandante andando di nuovo verso il fienile, sempre tenendo per un braccio il suo prigioniero. Appena entrati nel fienile ed essersi sincerata che madre e figlio fossero entrati in casa, Thula ando' verso John " E' stata dura, vero?" " Perche' non me l'avete lasciato ammazzare?" " Perche' soffrira' di piu' cosi'. Come ho detto a tua madre e a tuo fratello, le sue violenze sono terminate. E' debole e indifeso ormai e ne subira' le conseguenze in quanto le tecnologie mediche di questo secolo non gli permetteranno mai di ritornare quello che era. Ma ti ripeto la domanda. E' stata dura per te in quegli anni?" " Si signora. Appena ho potuto sono scappato a Londra. Non ce la facevo piu'" Thula accarezzo' il giovane. Ora capiva tutto. Penso' che le violenze subite da bambino lo avevano fatto diventare a sua volta uno stupratore. Non lo giustificava del tutto ma non era completamente colpa sua. E qualcosa si smosse dentro di lei. Forse compassione, forse un semplice desiderio sessuale nei confronti di quel ragazzo che adesso non vedeva piu' come un terrorista ma come un disadattato, colpevole di essere nato in un'epoca dove in certi ambenti la tenerezza e l'amore erano parole quasi senza significato. Continuo' ad accarezzare quel viso piacevole contornato da quegli assurdi baffi propri di quell'epoca e quindi si chino' per cercare le sue labbra. John rimase di stucco. Che sapore meraviglioso aveva quella bocca! Era cosi' bello, cosi' piacevole ma come spiegare a quella donna che lui non poteva? Si scanso' e Thula rimase di sasso " Perche? Cosa c'e' in me che non va?" gli chiese " Niente signora. Voi siete bellissima ma io ... ... . Oh mio Dio, come spiegarvelo?" " Aspetta, posso capire. Trovi difficolta' ad approcciarti ad una donna come me? Una donna che comanda? E' cosi'?" No, non era quello. John lo sapeva che il problema era ben altro ma quella sembrava essere una spiegazione plausibile " Forse, signora" rispose infine l'uomo lasciando il dubbio nella mente di Thula che si riavvicino' di nuovo " Non devi temere. Non ti picchiero', non sono come Elana. Devi stare tranquillo. Tutti i maschi della mia epoca trovano molto piacevole abbandonarsi tra le braccia di una donna forte e sicura. Vedrai che capitera' anche a te" Lo prese di nuovo tra le sue braccia e lo bacio' ancora mentre John sentiva qualcosa di strano dentro di lui. Quella sensazione di essere nelle mani di quella donna era strana. Spiacevole? No, tutt'altro ed infatti qualcosa si animo' in lui e senti', tra la sua meraviglia, il suo pene inturgidirsi. Sospiro' incredulo e si lascio' sopraffare da quella magica sensazione mentre Thula lo spogliava dolcemente senza smettere di baciarlo. Quindi lo adagio' sul giaciglio, soddisfatta di vedere la sua erezione ed inizio' a spogliarsi anche lei. In breve, la donna era nuda di fronte al giovane inglese la cui eccitazione aveva raggiunto picchi incredibili. L'uomo sgrano' gli occhi. Quella era per lui la perfezione e rimase con la bocca aperta ad ammirare la bellissima soldatessa che sorrise nel vedere la reazione di John sdraiandosi poi sul corpo dell'uomo" " E' bello, signora. E' tutto molto bello" Thula continuo' a sorridere afferrando il pene del giovane per accarezzarlo. Si lascio' poi penetrare sospirando anche lei per quel piacere che attendeva da tanti mesi. Si mosse sopra di lui con maestria mentre i suoi capelli biondi ondeggiavano seguendo i suoi movimenti e mentre John si lasciava guidare dalla donna assaporando quel godimento in modo totale. Un godimento che lui pensava che mai avrebbe potuto provare. Fine sesto episodio Per ogni commento, scrivete a davidmuscolo@tiscali.it