LE GUARDIANE DEL TEMPO Quinto episodio di DAVIDMUSCOLO La donna governava il cavallo e la carrozza con sufficiente disinvoltura. Lei e le sue soldatesse avevano dovuto imparare a manovrare quello strano aggeggio ottocentesco per potersi muovere senza dare troppo nell'occhio. Certo, la modernita' offriva parecchie altre soluzioni ed il teletrasporto era quello piu' ottimale. Potevano rimaterializzarsi con precisione millimetrica con le coordinate giuste ma non potevano certo sapere chi avrebbero incontrato al momento della loro apparizione e, se nella sua epoca questo era un fatto piuttosto usuale, nell'ottocento sarebbe stato traumatico vedere comparire delle persone all'improvviso dal nulla ed il loro primo obbligo era quello di non dare nell'occhio e di interagire il meno possibile. Pertanto, nel limite del possibile, dovevano usare i mezzi che c'erano a disposizione in quel periodo storico. Intanto, il giovane inglese guardava con ammirazione la maestosa femmina a fianco a lui e Thula sorrise " Che c'e' John? Perche' mi osservi in questo modo?" " Sono tutte belle come voi o come Elana le donne della vostra epoca?" Sembrava sincero e Thula non riusciva a raccapezzarsi. Un uomo del 2457 non avrebbe mai osato rivolgersi ad una donna in quel modo. E allora perche' continuava a non fidarsi del tutto? Quella strana sensazione non la abbandonava " Dunque, mi trovi bella?" " Non credo di aver mai visto una donna cosi' bella" " Ti ringrazio, John. E per rispondere alla tua domanda, credo che nel 2457 le donne siano tutte molto simili a me" " Ma come e' possibile? Voi siete altissima, avete un corpo che e' ... ... .. Oh beh, non so dire cos'e' il vostro corpo, signora ma e' molto piacevole osservarvi" " Ad essere sincera, posso dire di avere un certo successo con gli uomini e quindi presumo che mi trovino attraente anche i maschi della mia epoca. Fisicamente, siamo tutte alte, quanto e piu' degli uomini. Poi e' ovvio che ci sono donne belle ed altre meno belle, proprio come in quest'epoca" " Tutte alte come voi? E con il vostro fisico?" " Diciamo che l'altezza varia ma e' quasi impossibile trovare una femmina che non sia piu' alta di te. Quanto al fisico, io e le mie soldatesse siamo molto allenate ed abbiamo quindi un fisico piu' sviluppato della media ma tutte le donne della mia epoca tendono ad avere un corpo atletico e allenato " Quindi, voi siete cosi' forti perche' fate degli allenamenti particolari?" " No John. Noi siamo piu' allenate e quindi piu' forti e agili di una donna normale ma anche senza allenamenti una donna e' considerevolmente piu' forte di qualunque uomo e questo dipende dall'invenzione di Paula Gibb" " Cosa avrebbe scoperto questa donna?" " Ok, stiamo al gioco John e fingiamo che tu sia davvero nativo di quest'epoca ma se scopro che mi stai mentendo e che ti stai prendendo gioco di me pagherai anche questo" " No signora. Non sono un tipo molto sincero ma stavolta e' la sacrosanta verita'" ribatte' l'inglese " Ok. Paula Gibb scopri' semplicemente un ritrovato che permise alle donne non solo di crescere in altezza ma anche di migliorare tutte le prestazioni fisiche e intellettive. E quindi, noi femmine siamo molto piu' forti, piu' veloci e naturalmente piu' intelligenti dei maschi. E la cosa sensazionale fu che questo ritrovato scientifico non faceva effetto sugli uomini. Nell'arco di pochi anni, le donne presero quindi il potere in tutto il mondo" " E se qualche donna non avesse preso questa sostanza?" " Giusta osservazione. Inizialmente, ci furono popoli che boicottarono tale sostanza ma fu un gioco da ragazzi inserirla nell'acqua potabile di tutti i popoli del mondo in modo che ovunque ci fossero donne piu' forti e piu' intelligenti degli uomini e naturalmente che fossero al comando. E la cosa meravigliosa e' che queste caratteristiche si tramandano da madre in figlia" " E quindi, se una donna partorisce un maschio, questi crescera' debole mentre se invece fosse una femmina, diventera' bella e forte come un toro?" " Sei sveglio John. Si, e' cosi'. Ma non solo. Questa sostanza accrebbe anche le caratteristiche dominanti ed i maschi ben presto divennero succubi delle donne" " E a voi piace tutto questo?" " Non saprei vivere in un altro modo. Non riuscirei ad avere un maschio che mi dica cosa fare e cosa non fare, come accade in questo secolo e come accadra' per molto tempo ancora ma devo essere io ad avere il potere con un uomo" " Ed anche a voi piace picchiare un uomo?" " Se non e' strettamente necessario, no. L'importante e' che l'uomo obbedisca e posso assicurarti che non esistono piu' da anni uomini che si ribellano al volere delle donne" " E' incredibile" farfuglio' John " Per me e' incredibile cio' che vedo in questo secolo" " E dunque, la ragazza che io volevo ... ... .." " La ragazza che tu volevi violentare e' un'antenata di Paula Gibb" " Ma ... .. Paula Gibb non mi sembra proprio un nome francese mentre quella ragazza lo e'" " Oh beh, nel corso dei secoli i discendenti di Genevieve si sparsero un po' in tutto il mondo" " E voi dovete controllare tutte queste persone?" " Si. E' assolutamente necessario e questo implica un notevole sforzo da parte di tutti i Governi. Se qualcuno che viene dalla mia epoca dovesse uccidere uno solo degli antenati di Paula Gibb, questa non nascerebbe e probabilmente noi donne saremmo ancora sottomesse agli uomini. E nessuna donna vorrebbe ritornare ad un'epoca dove sono i maschi il sesso forte" " Mio Dio, e' incredibile" " E' storia, mio caro John. Devo aggiungere che nessun uomo ha la possibilita' di reperire una macchina del tempo ma i rischi sono troppi per non prendere qualche precauzione" " Come mai nessun uomo puo' usare questa macchina del tempo?" " Perche' proprio per la loro pericolosita', queste macchine sono strettamente sorvegliate. Non sono oggetti che puoi comprare da qualunque parte" " Vi converrebbe distruggerle" " Gia' forse. Ma non sono cose che competono a me. Sono le rappresentanti dei vari Stati che dovrebbero mettersi d'accordo su cose del genere. Ma forse ci sono troppi interessi sotto per distruggere uno strumento che ha comunque molte utilita' se usato nel modo giusto" " Ah, capisco" osservo' l'inglese. Thula lo guardo' sorridendo " Altre domande prima che ti inietti quella sostanza che ti inibira' la parola?" " Stavo pensando alla macchina del tempo" " Cosa ti incuriosisce?" " Mi chiedevo ... ... . Non so spiegarvelo signora, io non sono molto istruito ma se voi siete qui' adesso, cioe' nel vostro passato e poi tornate al vostro tempo e poi tornate di nuovo un minuto prima. Ecco, ci sarebbero due come voi nello stesso identico momento" " Giusta osservazione. La macchina del tempo non funziona in questo modo. Ci sono degli spazi temporali ... ... " " Cosa sono?" Thula guardo' l'uomo. Continuando a sostenere l'ipotesi che appartenesse a quest'epoca, era piuttosto complicato trovare una spiegazione che lui potesse comprendere" " Vedi John, nessuno di noi puo' andare nel passato digitando una data comprensiva di ora, giorno, mese ed anno. La cosa e' piu' complicata. Si deve aprire uno spazio temporale. Le autorita' hanno deciso che questi spazi temporali debbono essere aperti a distanza di dieci anni esatti l'uno dall'altro proprio per evitare che possa accadere una situazione come quella che hai previsto. Nel momento in cui quello spazio temporale e' stato aperto, questo non puo' essere piu' modificato" " Non riesco a comprendervi, signora" " Cerco di spiegarmi meglio. Questo spazio temporale e' stato aperto a partire dal 1882, quindi, basandoci sulla data odierna, sette anni fa'. Se io ritorno nel mio tempo e poi decido di ritornare immediatamente in questo secolo, io non posso tornare indietro di tre, quattro o sei anni prima e nemmeno due minuti prima ma debbo per forza proseguire su questo spazio temporale che non e' modificabile e quindi io appariro' esattamente nel 1889, pochi istanti dopo ovviamente, proprio perche' questo spazio temporale non puo' piu' essere interrotto ma deve proseguire per la sua strada naturale" John rimase pensieroso ma era un giovane intelligente, seppur non particolarmente istruito " Quindi, non potete tornare indietro nel tempo come voi volete" " No, non si puo'. O meglio, si dovrebbe tornare nello spazio temporale precedente e uno come te potrebbe incontrare il John Terrence che aveva diciannove anni. Oppure, in quello successivo e trovarsi invecchiati di dieci anni" " Oh mio Dio quant'e' complicato!" fece John mettendosi le mani in testa " Non piu' di tanto. Basta comprendere i meccanismi che regolano i viaggi nel tempo. Inoltre, per terminare la spiegazione, io posso tornare quando desidero nel mio presente e sara' un presente non come quello che io ho lasciato ma con l'aggiunta del tempo che io ho trascorso in questo secolo" " Cioe', se voi trascorrete un anno nel mio secolo, tornando nella vostra epoca anche quella sara' aumentata di un anno" " Esattamente. E la stessa cosa vale se trascorro un anno nella mia epoca. Tornando in questa non saremmo piu' nel 1889 bensi' nel 1890" " Ho capito. E quindi voi dovrete controllare la francesina, Genevieve, fino al giorno della sua morte?" Thula sorrise " No, fino al giorno in cui mettera' al mondo il bambino che diventera' l'antenato di Paula Gibb. Da quel momento in poi, le nostre forze saranno dedicate alla salvaguardia di quella persona e se qualcuno dovesse uccidere la ragazza dopo che lei ha partorito, cio' non influira' sul futuro" " Ma se voi provenite dal futuro, il figlio di Genevieve e' gia' nato" " Ed infatti c'e' una squadra di soldatesse che lo sta proteggendo. Questo accade nello spazio temporale susseguente mentre in questo dobbiamo attendere che l'evento si verifichi" " E dovete proteggere anche la persona che mettera' incinta Genevieve?" " Ovviamente si, almeno fino a che non sara' avvenuto l'ingravidamento" John Terrence scosse la testa mentre i suoi occhi osservavano il panorama di fronte a lui ma la sua mente vagava verso altre situazioni, verso ricordi di quando era bambino, ricordi che aveva cacciato dalla sua mente e che, alle parole di Thula, vennero fuori di nuovo prepotentemente " Secondo me e' una sciocchezza" " Cosa sarebbe una sciocchezza?" chiese Thula incuriosita " Il fatto che voi cerchiate di proteggere gli antenati di quella Paula Gibb soltanto fino al momento della nascita del discendente" " E perche' mai?" " Voi mi avete detto che nascera' un maschio che diventera' a sua volta l'antenato diretto di quella Paula, giusto?" " Certamente" " Beh, per quel bambino un conto sara' vivere con due genitori, un altro e' vivere da orfano oppure con genitori che non ti vogliono bene. Il bambino crescera' diversamente. Se uno dovesse uccidere Genevieve e suo marito anche dopo che lei ha partorito il bambino, questi non crescerebbe nello stesso modo e avrebbe una vita completamente diversa. Pertanto. potrebbe non incontrare la donna con la quale fare il figlio che diventera' poi a sua volta l'antenato di quella scienziata " Thula ascolto' attentamente. Non era affatto sbagliato il ragionamento di quel giovane. Gia', non era importante soltanto che gli antenati della Gibb fossero preservati vivi ma anche che facessero il loro percorso nello stesso modo " E perche' mi dici una cosa del genere? Sei un maschio e dovresti essere felice se qualcosa minasse quest'equilibrio che si e' creato" John scosse la testa " E a me cosa cambierebbe?" " Tanto per cominciare, io non sarei qui' a proteggere Genevieve e quindi tu potresti non essere mio prigioniero" " Gia'. Ma tanto, malgrado questa mia confidenza, non potrei piu' fare niente, oramai" " In effetti, non credo che tu possa fare molto ormai ed il tuo futuro sembra comunque segnato. Non credo che potrai rimanere a lungo nel tuo secolo, sempre ammesso che quello che sostieni sia la verita'. Ormai sai troppe cose e una tua permanenza in quest'epoca e'da considerarsi ormai finita. Sperando che la tua scomparsa non pregiudichi il futuro del pianeta. Quando avro' terminato la mia indagine ed avro' dato il mio giudizio sull'intera faccenda, tu verrai nel mio presente e sarai giudicato da una giuria per quella che sara' la tua colpa" John Terrence tacque. Una miriade di pensieri si mescolavano nella sua mente. Quindi, sarebbe andato nel futuro. Era sconvolgente. Ed i suoi desideri? Le sue ossessioni? Strano ma sembrava pensarci di meno da quando ... ... Da quando aveva fatto l'amore con Elana. Era tutto cosi' assurdo ed era cosi' immerso nei suoi pensieri che non si rese nemmeno conto che erano ormai giunti nel centro di Parigi. Stava per iniziare la sua lotta per tentare di discolparsi o comunque per cercar di avere la pena piu' lieve possibile ed avrebbe dovuto vincere assolutamente quella lotta. Quelle donne non scherzavano affatto. Da qualche minuto Thula governava i cavalli percorrendo le vie del centro della citta' e seguendo le indicazioni un po' farraginose dell'inglese che faticava ad orizzontarsi " Allora?" chiese Thula "Riconosci la strada per arrivare alla locanda dove alloggi?" John si guardo' intorno ed il suo volto s'illumino'. Si, quella maledetta citta' cominciava ad essergli meno ostile e ne riconosceva alcuni scorci " Si signora. Adesso credo di si. Siamo vicini. Percorrete questa strada. Non andate veloce perche' fra poco dovrete svoltare a destra" Thula acconsenti' e sferzo' il cavallo che si rimise in cammino. In effetti, come aveva anticipato John, erano molto vicini alla locanda nella quale l'uomo aveva pernottato dal momento del suo arrivo a Parigi e dopo appena un paio di minuti erano arrivati. Thula allargo' sconsolata le braccia nel vedere quel rudere chiamato e poi si rivolse all'inglese " E' ora John. Tira fuori la lingua" " Mi fara' male?" Thula sorrise. O era un grandissimo attore oppure la sua ingenuita' era sacrosanta " No, non sentirai praticamente nulla" rispose la donna afferrando da una borsa posta vicino a lei un piccolo aggeggio che all'uomo parve una penna dalle strane fattezze e delle dimensioni ridottissime di colore bianco. Apri' la bocca e tiro' fuori la lingua, come gli era stato ordinato. Non senti' praticamente niente a parte il contatto che quel piccolo aggeggio ebbe con la sua lingua ma quando provo' a parlare, una serie di grugniti uscirono dalla sua bocca senza riuscire ad emettere una parola di senso compiuto " E' inutile John, non riuscirai a parlare. Ti ho inserito una dose che durera' dodici ora. Sono quasi le 11 di mattina e non riuscirai a parlare prima delle 23 di questa sera. Questo serve per evitare che tu possa dire qualcosa su chi sia io veramente. Cerchero' di fare in modo che quando saremo da soli tu possa avere la lingua libera ma dinanzi ad altra gente saro' costretta ad usare questo accorgimento. Mettero' una scusa con coloro col quale parlero' e diro' che hai avuto un incidente e che non ricordi chi sei. Non cercare di fare idiozie perche' ne va della tua stessa vita. Stai al gioco e fra qualche giorno tutto sara' finito. Ok?" John acconsenti' con la testa. Non aveva altro mezzo di comunicazione. I due entrarono in quello squallido posto che qualcuno doveva considerare una specie di albergo, L'uomo seduto dietro un bancone impolverato doveva avere intorno ai cinquant'anni e dormiva placidamente con la testa poggiata sopra le sue braccia incrociate. Thula suono' un campanello posto alla destra dell'uomo e questi si risveglio' di soprassalto, guardando le due figure dinanzi a se. L'uomo lo riconosceva ma la donna era una perfetta sconosciuta. Forse una prostituta col quale l'uomo, il suo cliente, l'inglese col quale non riusciva a dialogare, voleva trascorrere un po' di tempo. Osservo' meglio la donna. Era altissima ed i suoi lineamenti erano davvero belli, anche se parzialmente nascosti da un abbigliamento molto casto, da contadina. No, non sembrava proprio una prostituta. Peccato perche' con una come lei ci avrebbe trascorso volentieri un paio d'ore. La donna si rivolse a lei in perfetto francese " Siamo venuti a ritirare la sua valigia. Potete darmi la chiave della sua stanza, per favore?" Il locandiere stiro' le sue membra intorpidite dal sonno interrotto e guardo' la coppia di fronte a lui con una lieve ostilita' " Ha prenotato per un'altra settimana. Sia ben chiaro che non riavrete i soldi dell'anticipo" " Non c'e' problema. Ve li potete tenere" " D'accordo. Allora ecco la chiave" fece l'uomo girando su se stesso e prendendo una chiave da un ripiano posto dietro di lui, soddisfatto che una delle sue camere gia' pagate si liberasse prima del previsto. Thula afferro' la chiave e poi guardo' l'albergatore " Sentite, scusatemi, avete mai visto qualcuno con lui?" " Con l'inglese? No, non parla una parola di francese e comunichiamo a gesti. Finalmente si e' portato qualcuno che parli al posto suo" " Gia'. Quindi, l'avete visto sempre da solo?" " Si, te l'ho detto. E tu chi saresti? Perche' fai queste domande?" Thula, senza rispondere, afferro' la chiave che l'uomo aveva poggiato sul bancone quasi con rabbia. Il tono con il quale si era rivolto a lei sarebbe stato meritevole di una bella lezione, tale da imparare a portare il giusto rispetto alle donne ma naturalmente dovette trattenere quell'impulso e si diresse verso le scale seguita da John e dallo sguardo dell'albergatore " Ehi amico, hai fatto arrabbiare qualcuno? E tu, spilungona, non e' che vorresti accanto un vero uomo francese invece di quell'idiota inglese?" aggiunse ironico il locandiere osservando gli abiti mal ridotti e sporchi di sangue dell'inglese. John si volto' e lo osservo' con rabbia. Per qualche misterioso motivo, aveva compreso cio' che quell'uomo gli aveva detto. Forse si stava abituando a comprendere qualche parola di francese. Apri' la bocca ma emise solamente suoni incomprensibili. Al diavolo, tanto quell'uomo non avrebbe potuto comprendere cio' che gli voleva dire e si soffermo' a pensare che gli sarebbe piaciuto che Thula avesse mostrato all'albergatore in che modo si era ferito. Si, una bella lezione che quella donna era sicuramente in grado di dare a quel maledetto francese e di sicuro quell'ironia sarebbe scomparsa da quel volto. Non sapeva che anche la donna proveniente dal futuro aveva appena avuto lo stesso desiderio, sia pure per motivi differenti. Lei era una soldatessa e gli ordini la obbligavano ad interferire il meno possibile con le persone di quel secolo ma non poteva tollerare che un maschio si rivolgesse ad una femmina in quel modo. Torno' indietro ed afferro' il locandiere per il bavero del lercio cappotto, sollevandolo come se fosse una piuma e l'uomo si trovo' a penzolare incredibilmente a diversi centimetri da terra " Cosa? Non e' possibile. Mettimi giu'" urlo' l'uomo e per tutta risposta Thula gli strinse con l'altra mano il viso facendolo di nuovo urlare ma dal dolore " Io non me ne andro' da questa locanda fino a che tu non striscerai ai miei piedi chiedendomi perdono e pieta'. Ho sopportato abbastanza ma adesso hai superato il limite" gli disse sempre tenendolo facilmente con una mano. Con l'altra lascio' il volto del locandiere e diede un leggero pugno al bancone che pero' basto' per sbriciolarlo in mille pezzi e quindi prosegui' "Il prossimo pugno te lo daro' in faccia e dubito che riuscirai a sopravvivere" concluse lasciando il francese completamente terrorizzato a ridosso del muro " Ti prego, non farmi del male" sospiro' l'albergatore ma Thula non era certo soddisfatta. Il suo pugno colpi' in pieno il muro lasciano un foro di dimensioni enormi mentre sembrava che tutto l'edificio dovesse crollare addosso vista la potenza " In ginocchio, uomo. Chiedimi perdono per avermi risposto male e chiedimi per pieta' di non uccidermi" Il terrore si era ormai impadronito completamente dell'uomo che orino' senza ritegno. Non aveva mai visto una cosa del genere. Quella donna era dotata di una forza smisurata e se non avesse obbedito lo avrebbe ucciso. Si inginocchio' ai piedi della maestosa femmina tremando come una foglia proprio sulla pozza della sua urina " Pieta' signora, non uccidetemi. Vi chiedo perdono per avervi risposto in malo modo" balbetto' per poi scoppiare a piangere come un neonato "Vi prego, mia signora, lasciatemi vivere" Thula lo guardo' quasi schifata ma col dito indice gli intimo' di rialzarsi e poi armo' un pugno che si schianto' sulla faccia dell'uomo mandandolo a decine di metri di distanza. Il locandiere sputo' quasi tutti i denti che aveva e plano' proprio sopra i resti del suo bancone distrutto ed infine raggiunse l'inglese che aveva osservato con timore ma anche con una strana eccitazione " L'avete ucciso?" chiese alla donna " No. Rimarra' svenuto per diverse ore ma si riprendera'" " E' incredibile. Voi siete incredibile" " E' solo un maschio" replico' la maestosa femmina che poi osservo' incuriosita l'inglese ancora a bocca aperta " Tu hai compreso cio' che ha detto, vero?" gli chiese. John accenno' di si con la testa e la donna riprese sorridendo"Stai imparando il francese. Bene! Intanto, sembra proprio che il primo round sia stato dalla tua parte. Sembra proprio che tu sia stato sincero. Ora pero' fammi strada verso la tua camera" La stanza era spoglia, brutta e decisamente sporca, perfettamente in linea col resto della locanda. Un armadio che doveva risalire a molti anni prima, scrostato e traballante, due comodini ai lati di un letto adatto per due persone, biancheria sporca e polvere dappertutto. Thula non si meraviglio' che questa gente avesse un'aspettativa di vita pari ad un terzo di quella che c'era nel suo tempo. E maledi' il momento in cui aveva accettato quest'incarico. Con tutti microbi che anche lei respirava, al ritorno nella sua epoca avrebbe dovuto farsi controllare minuziosamente per evitare che si portasse dietro qualche malattia. Intanto, continuava ad osservare la misera stanza. Su una sedia di legno, una valigia che aveva completamente perso il suo colore naturale era aperta e conteneva una giacca, due camicie e due paia di pantaloni. Nell'armadio assolutamente niente. Rovisto' nei cassetti e riusci' a trovare alcune paia di ridicoli mutandoni. Non c'era altro. Quell'uomo sembrava che fosse giunto a Parigi da Londra con quelle poche e misere cose. La donna guardo' l'inglese " Bene John, anche il secondo round sembra essere a tuo favore. Sembra proprio che tu appartenga a questo secolo. Ma ci aspetta la fase conclusiva, quella che decidera' il tuo futuro. Stiamo per andare in Inghilterra, mio caro. Cambiati e mettiti qualcosa che non sia sporco di sangue. Fra poco saremo nella tua Madrepatria" Fine quinto episodio Per ogni commento, scrivete a davidmuscolo@tiscali.it