LE GUARDIANE DEL TEMPO di DAVIDMUSCOLO Primo episodio Il giovane camminava curioso per le strade di Parigi. I suoi abiti denotavano poverta' ma allo stesso tempo dignita'. I suoi capelli castani erano coperti da uno strano cappello ed aveva il volto rasato sul quale spiccava un paio di baffi piuttosto folti. L'altezza era leggermente piu' alta della media e la corporatura sembrava agile e scattante. Complessivamente, si sarebbe potuto considerare un uomo abbastanza attraente, malgrado gli abiti non lo valorizzassero in pieno. Si guardo' intorno pensando a quanto fosse bella questa citta'. Bella quasi quanto Londra ma forse poteva considerarla piu' luminosa e piu' viva. Il suo sguardo si soffermo' poi sulle numerose belle donne che passeggiavano per la strada nonostante il freddo di quel gennaio del 1889, forse attirate da una bella giornata di sole dopo tanta pioggia. Sole che riscaldava poco ma che almeno illuminava. I suoi occhi si soffermarono poi su una brasserie. Senti' lo stomaco borbottare e penso' che quello sarebbe potuto essere il luogo ideale dove consumare per pochi soldi un piatto caldo accompagnato da una bella birra. Mise le mani in tasca traendone qualche spicciolo e guardandoli con aria quasi disperata. I soldi stavano per terminare e sarebbe potuto andare avanti al massimo per tre o quattro giorni. Per fortuna, aveva pagato in anticipo fino alla fine del mese la misera locanda che lo ospitava e almeno un tetto per dormire ce l'aveva ancora per diversi giorni. Rimugino' sulla sua situazione. Come fare? Avrebbe dovuto cercarsi un lavoro ma aveva il problema di questa maledetta lingua che parlava poco e capiva ancora meno. E pensare che il suo datore di lavoro gli doveva la paga di una settimana ma non aveva fatto in tempo a passare da lui per ritirarla. Bah, inutile pensarci adesso a tutti quei chilometri di distanza. Si aggiusto' la sua mantella ed entro' nella brasserie. Un omone calvo e mal rasato, con un tovagliolo bianco che gli pendeva dalla spalla destra lo guardo' e sorrise " Bonjour jeune homme. Volez vous quelque chose de chaud � manger?" Il giovane lo guardo' smarrito. Capi' che lo aveva salutato ma per il resto cio' aveva appena detto era buio pesto per lui " Io ... .. Io straniero. Come si dice?" " Etranger" " Esatto. Sono �tranger. Non parlo francese. Io inglese. Conosci l'Inghilterra amico? L'impero britannico, la piu' grande potenza del mondo" L'omone gli mise una mano sulla spalla " Oui, oui, l'Angleterre. Bien, mon ami, que voulez vous?" Il giovane sorrise. Questa volta aveva capito. Si guardo' intorno e poi indico' una minestra calda che un cameriere stava portando ad un altro avventore. Il proprietario della brasserie a sua volta gli indico' un tavolino libero ed il giovane si mise seduto " Ah, una birra, mi raccomando" Il colosso calvo lo guardo' ammiccando un sorriso. Strano questo tipo. Quanti anni avra' potuto avere? Una trentina, forse. Strano abbigliamento e strano cappello. Ma come diavolo si vestivano oltre Manica? E soprattutto, cosa ci faceva un inglese da quelle parti? Oh si, ce n'erano tanti di inglesi a Parigi ma si trattava soprattutto di artisti e quello l'aria dell'artista non ce l'aveva proprio. E se fosse stato una spia? Bah, gli inglesi ormai erano diventati amici e i nemici erano quei bastardi prussiani che trent'anni prima lui stesso aveva combattuto. E quella sconfitta a Sedan ancora gli pesava. Avevano perso l'Alsazia e lui aveva dei parenti da quelle parti che adesso erano diventati prussiani e quindi nemici. Oh, al diavolo la politica. Lui era un oste e doveva servire quel giovane dai modi gentili. Il giovane inglese usci' dalla brasserie soddisfatto. La minestra era buona e l'aveva riscaldato notevolmente ed il pollo addirittura squisito. Certo, la birra non aveva niente a che vedere con quelle alle quali lui era abituato nelle bettole di Londra ma non si poteva aver tutto dalla vita. E adesso era di nuovo a gironzolare per le vie di Parigi con il suo problema piu' grosso: rimediare al piu' presto un lavoro e guadagnare qualcosa per tirare avanti per qualche mese prima di tornare a Londra. Ma c'era un altro problema. Quella voglia ... ... .Quella voglia che non si era affatto spenta e che doveva assolutamente appagare. Ma come? Beh, anche Parigi era piena di prostitute adatte ai suoi scopi. E quel bisogno era ancora maggiore di quello di trovarsi un lavoro. Faceva freddo. L'inglese si strinse sulle spalle e poi afferro' il suo orologio dal taschino della giacca. Erano le dieci di sera trascorse da alcuni minuti. Si incammino' lentamente verso il quartiere delle prostitute affiancato dalla luce tremolante dei lampioni. Osservo' quella citta' a lui sconosciuta e si rese conto che adesso, di notte, era completamente diversa da quella che aveva ammirato le mattine precedenti. Era sparita la bellezza, la gioiosa apparente spensieratezza di una citta' che in quel momento era buia e tetra. Una carrozza lo supero' alzando una nuvola di polvere che lo costrinse a scansarsi per non respirarla. Continuo' a camminare di buon passo. Le strade erano completamente deserte e questo lo mise di buon umore invece che avvilirlo. Forse era perche' sapeva che stava per sfogarsi. Forse. Se trovava quella adatta a lui. Finalmente, giunse nel quartiere delle prostitute. Si era informato nei giorni precedenti per sapere dove si trovassero le donnine allegre e, malgrado la sua scarsissima conoscenza della citta', non era stato complicato trovare la zona giusta. Si guardo' intorno. Ce ne erano due appoggiate sul muro all'imbocco di una viuzza. No, non andava bene. Ne voleva una sola. Si addentro' nel vicolo mentre le due prostitute gli lanciavano frasi che sarebbero dovute essere di richiamo. Forse, visto che quella strana lingua continuava ad essere qualcosa del tutto inspiegabile per lui. Si guardo' intorno di nuovo e vide quella che lui cercava. Non era bella ed era intorno ai quarant'anni ma per lui andava benissimo. Era pesantemente truccata e sorrideva. Un sorriso sguaiato. Si avvicino' e la donna lo prese per la mano accarezzandolo " Ehi beau jeune homme, voulez vous passer le temps dans le paradis?" Non capiva cosa diceva. Non sapeva che gli stava dicendo che se fosse andata con lei gli avrebbe fatto trascorrere del tempo in paradiso ma sapeva di certo che stava cercando di accalappiarlo. Era il suo lavoro, d'altronde. Pero' quella mano che lo toccava gli faceva schifo. Glie la sposto' e poi fu lui ad afferrarle un braccio " Andiamo" le disse. La donna lo segui' per un istante e lui sorrise. Avrebbe dovuto far tutto in strada, a meno che lei non gli avesse detto che poteva portarlo a casa sua. Avranno pure una casa queste puttane di Parigi? Il problema era sempre quello di capirsi. La donna pero' si blocco' dopo pochi metri " Tout d'abord, vous me donnez l'argent" Voleva prima i soldi ma l'uomo non riusciva a comprenderla e si chiese perche' mai si fosse fermata. Non poteva dialogare. Maledetti francesi e maledetta lingua. Continuo' a prenderla per un braccio e la donna senti' che qualcosa non andava. Non si fidava di quello straniero e dalla sua bocca usci' un urlo. Subito altre prostitute si avvicinarono al luogo dove le urla provenivano. E insieme a loro un paio di uomini armati di coltello e malintenzionati. Erano i protettori ed uno dei due era proprio quello della puttana in questione " Tutto bene Marie?" chiese alla prostituta " Questo stronzo non vuole darmi i soldi e mi sta facendo male. Mi stringe il braccio" Il protettore si avvicino' all'inglese che, da parte sua, non riusciva a capire nulla del dialogo tra i due ma sapeva che per lui si stava mettendo male. Non era un tipo grosso e forse avrebbe anche potuto sopraffarlo ma non era da solo ed aveva un coltello in mano. La sua mano scivolo' nella tasca per sentire il rassicurante gelo della lama del suo coltello. Era indeciso se tirarla fuori. Quelli erano in due, senza contare le prostitute e la possibilita' che ne venissero fuori altri. Doveva cercare una mediazione " Ehi, calmati amico" Tiro' fuori i pochi spiccioli che aveva in tasca ma il protettore lo afferro' per il bavero del cappotto " Ora tu te ne vai immediatamente se non vuoi finire con una coltellata al cuore. Mi sono spiegato?" No, non si era spiegato ma certi linguaggi del corpo sembravano essere universali. Il tono poi faceva il resto. L'inglese provo' a parlare nuovamente ma erano parole gettate al vento ed il protettore lo colpi' con un pugno allo stomaco prima e con un violento diretto al mento poi. Non era un colosso ma picchiava bene e l'inglese precipito' a terra mentre un rivolo di sangue gli usci' dal labbro rotto. Il protettore fece poi brillare la lama del coltello alla fioca luce. L'inglese non poteva sapere se voleva solo minacciarlo oppure colpirlo ma sapeva di certo che non poteva correre il rischio di scoprirlo. Si rialzo' e si guardo' intorno. Avrebbe potuto tirare fuori il suo coltello e difendersi ma non voleva rischiare. Ci penso' solo un attimo e poi fece uno scatto cominciando a correre. Meglio scappare da quel luogo. Ripercorse di corsa il vicolo e, senza riprendere fiato, si ritrovo' ben presto fuori da quel luogo dove stava rischiando grosso. Si volto' indietro e noto' che nessuno l'aveva inseguito e tiro' un sospiro di sollievo, Maledetta puttana! E maledetto quell'energumeno che lo aveva picchiato. Avrebbe dovuto reagire ed una rabbia indicibile gli monto' dentro. Dovette appoggiarsi addosso ad un lampione per far sbollire quella rabbia. Il suo respiro si era fatto affannoso e sentiva la testa girargli, un po' per lo sforzo della corsa ed un po' per non essersi sfogato. Quel desiderio ... .. Lo sentiva dentro di se, mentre gli saliva per tutto il corpo e le mani iniziarono a tremargli. Doveva calmarsi. Passarono oltre cinque minuti prima che il suo respiro tornasse ad essere normale. Quella sera era andata male e non era riuscito a sfogarsi ma sapeva che l'indomani sarebbe andata diversamente. Per il momento, era meglio andare a farsi una dormita. Fine primo episodio Per ogni commento, scrivete a davidmuscolo@tiscali.it