La mia Dea L'incontro con la mia Divina, Enorme e Bellissima Padrona La conobbi attraverso un forum di bodybuilding e fitness, il nick usato, le sue affermazioni e la sua chiara esperienza nell'allenamento coi pesi, mi resero sin dall'inizio incredibilmente curioso. Riuscii a mettermi in contatto con lei via messenger e, nel giro di un paio di settimane, nacque una particolare amicizia via computer. Tra me e la bella Carlotta ci sono ben 8 anni di differenza, lei poco pi che ventenne e io ho superato i trenta. Fanatica di culturismo e sport in generale, sensibile ma al contempo forte e determinata. Nonostante la distanza e il limite del pc, tra noi si sent“ immediatamente un discreto e piacevole feeling, creato principalmente dalle comuni passioni... Dopo ore ed ore di conversazione mi invi˜ 2 sue fotografie. Mai vista una cosa del genere: definirla splendida poco! In una delle foto era in compagnia di amiche. Il suo vestito e la fotografia in se, mettevano in risalto la sua bellezza mediterranea e la sua impetuosa sensualitˆ. Quando vidi la seconda per poco non svenni: una posa in costume da bagno, che mostrava l'immensitˆ dei suoi muscoli fantastici, mai mi sarei potuto immaginare una cosa del genere, mai mi sarei potuto immaginare che una ragazza della sua etˆ potesse raggiungere una massa e una definizione simile! Talmente splendida ed eccitante da sembrare assurda. Ulteriori fotografie e discussioni mi fecero capire che la ragazza della foto era certamente lei. Dire che persi la testa per Lei poco. Il suo carattere e la sua spettacolare fisionomia rendevano vive e tangibili le mie fantasie e speranze. Tra di noi nacque quasi immediatamente un rapporto da schiavo - Padrona, non facile da descrivere, basato principalmente sui miei desideri, scaturiti dalle descrizioni di alcuni suoi accaduti. Lei godeva nel farmi sentire inferiore, nel farmi sentire la sua totale e completa superioritˆ. Il desiderio di conoscerla di persona prese il sopravvento, ma diversi problemi resero la cosa infattibile per molto tempo. Dopo pi di 3 mesi di discussioni e insistenti richieste, riuscii a sentire la sua sensualissima voce al telefono. Mi fece capire col suo tono imperativo, che era lei a gestire il gioco: di non chiamarla senza che lei mi desse il permesso, di non disturbarla negli orari lavorativi e di studio, quando si allenava e quando stava col suo fidanzato/oggetto. Dopo una settimana lasci˜ il suo ragazzo e il nostro rapporto divenne ancora pi intenso, anche se basato su stupide conversazioni via chat e brevissime telefonate. Superato il quarto mese, io ero completamente ossessionato, non frequentavo pi nessuna, amavo e volevo solo e unicamente lei. Sarei stato disposto a mantenere il nostro rapporto unicamente platonico. Le mie giornate cominciarono a dipendere dalle sue chiamate improvvise e inaspettate a qualsiasi ora del giorno e della notte. In seguito a questo, ebbi dei casini a lavoro non indifferenti e persi una buona parte delle mie amicizie essendo completamente assorto nelle mie fantasticherie. Col passare delle settimane, Carlotta inizi˜ ad essere sempre pi distante e difficilmente reperibile. Parlai con una sua amica di nome Simona, prima via msn, poi al telefono. Simona era ed una delle pi care amiche della bella Carlotta, quasi altrettanto bella anche se senza muscoli. Questa sua amica mi fece capire che mi ero illuso sperando in qualcosa di serio; che la Carlotta faceva cos“ con tutti, che usava gli uomini come se fossero giocattoli. Lo stesso concetto, anche se in modo molto pi amichevole, lo appresi da un'ulteriore amica nei giorni seguenti. Innervosito e confuso iniziai a convincermi che il tutto stava diventando troppo malato e infattibile oltre che infantile. Nelle tre settimane seguenti riuscii a parlare solo una volta con la mia amata che, incazzata come una bestia, se la prese con me con tono accusatorio, dicendomi che non mi sarei pi dovuto permettere di cercarla. La nostra relazione platonica e frustrante sembrava ormai deceduta. Rimasi depresso per pi di un mese. Sino a ch, in autunno inoltrato una sua chiamata a mezzanotte mi risvegli˜ dall'apatia e dalla tristezza. Mi disse che le mancavano le nostre conversazioni, si scus˜ per il suo comportamento e infine, cosa pi importante, mi disse che era giunto il momento di incontrarsi. Balbettai dall'emozione quando prendemmo il nostro primo appuntamento. L'andai a prendere in stazione, dove doveva sbrigare una commissione. Quando la vidi per poco non mi sentii male. Bellissima e fighissima, alta e possente. I suoi muscoli erano contenuti da vestiti attillatissimi e scollati. Il mondo si ferm˜ quando mi salut˜ e mi venne incontro. I suoi lunghi capelli castani accarezzavano le spalle giganti e la scolpitissima schiena. Un toppino azzuro si legava attraverso 2 laccetti attorno al possente collo e ai dorsali. La schiena era scoperta, assieme alle braccia e alla parte alta del seno.. Le gambe coperte dai dei jeans a vita bassa, lungo sino a metˆ polpaccio. Scarpe col tacco bianche. Una giacca leggera le copriva a malapena la parte superiore di quel corpo mozzafiato, la teneva sbottonata, quindi sin dall'inizio potei notare la bellezza e la grandezza del suo seno. Ma un conto era parlarci via internet e guardarla in foto; di persona era tutta un'altra cosa. Mi sembrava sin troppo perfetta. Il desiderio sessuale era giˆ diventato un ossessione viscerale per quella ragazza Dea. Parlammo molto e ben presto mi resi conto che non mi surclassava solo a livello fisico. Si incontr˜ per breve tempo con un ragazzo, anche lui un culturista e l'accompagnai in un negozio di abbigliamento sportivo. Mi disse di darle qualche consiglio. Si prov˜ diverse tutine striminzite e man mano che usciva dal camerino, faceva delle pose con i nuovi indumenti aspettando una mia approvazione. Ovviamente notai ben poco i capi di vestiario, ma mi soffermai a guardare imbambolato quei muscoli pomparsi in modo spettacolare. Le diedi un solo consiglio al quale non diede la minima importanza. Una volta scelti gli indumenti, mi sentii costretto a pagare io.. Vederla felice mi rendeva schifosamente contento. L'accompagnai in altri 4 negozi, e pretesi di pagare sempre io. In cambio lei, oltre a posare per me, mi strapazzava, baciava e schiacciava sulle sue grosse tette usufruendo di quei colossali muscoli. Potrei soffermarmi ore a descrivere questi momenti, ma per evitare di diventar noioso, cercher˜ di tagliare il pi possibile. Continuammo a vagare per un paio d'ore, io in completa estasi nel mio ruolo di cagnolino adulatore, Lei nel ruolo di generosa Padrona. Nel tardo pomeriggio ci fermammo per mangiare e bere qualcosa. Io ne approfittai per darle il mio regalo: una collana in oro bianco con perle nere. Stupita e felicissima mi abbracci˜ e baci˜ dolcemente sulle labbra. Finimmo di mangiare e uscimmo dal locale. Dopo un altro paio di bellissime ore di conversazione le chiesi se voleva che l'accompagnassi in macchina sino a casa. Lei accett˜ e cos“, potei passare altre 2 ore con lei. Una volta sotto il suo appartamento l'accompagnai al portone d'ingresso, sperando inutilmente che mi facesse salire. In cambio mi fece nuovamente capire chi comandava accarezzando e consecutivamente strizzando la protuberanza nei miei pantaloni. Provai a baciarla ma lei mi mise un dito sulle labbra e mi disse di tornare a casa. Mi abbracci˜ vigorosamente un'ultima volta, sino a farmi scrocchiare le costole e sal“ in casa. La risentii 2 giorni dopo. Mi invit˜ a casa sua. Per poterla vedere dovetti prendermi un giorno di vacanza. Arrivai per le 7 di sera. Condivideva l'appartamento con altre 2 ragazze, ma per nostra fortuna non sarebbero tornate sino al giorno successivo. Si present˜ all'ingresso con dei pantaloni lunghi neri, aderenti a quei divini muscoli e una canottiera dello stesso colore. Parlava al telefono con una sua amica, quindi non mi salut˜ neanche, mi fece solo segno di seguirla. Mentre parlava io veneravo immobile il suo corpo fantastico, mi faceva eccitare ogni suo movimento. Rimasi soprattutto sconvolto dalla bellezza del suo sedere perfetto. Quando fin“ la telefonata, volle parlarmi. Era depressa a causa del comportamento di un suo amico. Si rese ben presto conto che la mia attenzione calava ogni 10 secondi a causa dei suoi muscoli favolosi. Quindi si tolse i pantaloni. Tese davanti ai miei occhi i muscoli mastodontici delle sue gambe. Si sedette sul letto e si tolse le mutandine. La sua fichetta era bellissima e perfettamente rasata. Dopo aver venerato ogni suo muscolo cominciai a darmi da fare. Leccai e baciai e mordicchiai ogni parte del suo sesso. Dopo qualche minuto cominci˜ a premermi la faccia contro, incitandomi a velocizzare il ritmo. Serr˜ le sue cosce attorno alla mia testa e ogni 10 minuti, mi dava una stretta. Pass˜ quasi un ora finchŽ tutti i suoi muscoli non si contrassero. Per poco non mi spezz˜ il collo. Dopo essersi fatta pulire per bene, si sedette comoda e si mise a chattare con un suo amico al pc. Mi disse di farle un massaggio. Cos“ palpai e strinsi le sue gigantesche spalle, cercando di far rilassare quei forti muscoli, resi ancora pi duri dallo stress. Dopo una mezz'oretta mi disse di continuar il lavoro precedente; scesi sotto la scrivania e mi buttai sulla sua fighetta, usufruendo sia della bocca che delle mani. Questa volta il tempo non sembrava passare.. Quando rallentavo mi stringeva braccia e testa tra le sue cosce rendendo ancora pi faticosa la mia opera, ma sul momento ero tanto felice da non rendermene conto. Quando mi ordin˜ di uscire da sotto la scrivania era quasi mezzanotte. Ricambiare il favore per lei fu davvero facile: le bast˜ pompare quei suoi muscoli e posare due minuti per me, per farmi ansimare. Mi strinse con forza e accarezz˜ il bozzo dei miei pantaloni. Infine fece saltellare le sue fantastiche tette contro il mio viso mentre le mie mani accarezzavano i suoi muscoloni in tensione. Venni nelle mutande come un cretino. Lei rise dolcemente. Mi abbracci˜ e dopo qualche minuto scappai verso casa. Ci rivedemmo il sabato successivo, dopo una settima di discorsi via messenger sempre pi intensi. L'andai a prendere vicino a casa sua per le dieci di sera. Indossava una giacca scura, una lunga gonna nera con un vertiginoso spacco laterale e degli stivali dello stesso colore col tacco molto alto. Si era messa per bene in tiro, e la cosa mi rendeva pi che onorato. La portai a mangiare in uno dei migliori locali della regione. Una volta arrivati si tolse la giacca, mostrando in tutto il suo splendore la parte superiore del corpo. Indossava solo un top nero, che chiudeva a triangolo sulla pancia, lasciando ben visibili, braccia, schiena, pettorali e la parte bassa dell'addome. Per tutta la durata della cena evitammo discorsi riguardanti l'ambito sessuale. Pi passavo del tempo con lei, pi me ne innamoravo, quelli che potevano essere considerati difetti non facevano altro che rendere ancor pi singolare e perfetta quella divina creatura. Finito di mangiare pagai e uscimmo per fare una passeggiata. Ci ritrovammo in una zona piuttosto appartata. Ne approfittai per darle il mio regalo, questa volta una collana di perle nere. Entusiasta cominci˜ a baciarmi e di conseguenza iniziammo a limonare come 2 adolescenti. Mi fece sedere su una panchina e mi venne in braccio, sedendosi sul mio cazzo, avvolgendomi i fianchi con le gambe. Mi abbracci˜ con forza e cominci˜ a stringermi tra le sue cosce contraendo allo stesso tempo i muscoli del sedere. Si rese conto che pi mi stringeva, pi mi eccitavo. Il sentirmi completamento sottomesso mi faceva impazzire. Andammo da lei. Nel giro di un'ora eravamo nuovamente nel suo appartamento. Pos˜ per me con indosso un top. Si tolse le mutande, mi fece sdraiare e sal“ cavalcioni sulla mia faccia. Lavorai con bocca e mani. Mi stingeva e pressava con forza. Venne sul mio viso. Poi si ripetŽ la scena della volta scorsa. Lei seduta alla scrivania che chattava e io tra le sue gambe. Una delle sue coinquiline entr˜ mentre ero sotto il tavolo e non si accorse neanche della mia presenza. Dopo un paio d'ore mi fece alzare e mi disse di spogliarmi, lei fece lo stesso. Rimanemmo entrambi solo con gli intimi. Mi umili˜ per diversi minuti confrontando il suo immenso e fantastico corpo al mio debole e fiacco. Successivamente mi sbattŽ sul letto come fossi un pupazzo e cominci˜ a stringermi con forza tra le sue cosce. Mi strinse il torace tanto forte da farmi perdere i sensi per qualche attimo. Quando rinvenni, si sedette e sul letto e io cominciai nuovamente a masturbarla, dopo una mezz'ora mi disse di sedermi al suo posto. Mi regal˜ una serie di pose favolose, dove potei ammirare la bellezza dei suoi giganteschi muscoli. Infine cominci˜ a masturbarmi usando solo il pollice e l'indice della mano destra. Con l'unghia segu“ le venne del mio cazzo durissimo. Mi diede un fazzoletto, si sedette sulla sedia davanti a me e mi disse di finire da solo. Mi andai a dare una ripulita a tornai da lei. Sempre sotto la scrivania, questa volta feci di tutto per farla godere il pi possibile.. Dopo un'oretta venne. Io speravo di uscire, visto che la gran parte del mio corpo stava iniziando a dolere data la squallida posizione. Sfortunatamente non fu cos“. Stetti altre 2 interminabili ore tra le sue cosce. Nonostante il mio impegni, mi disse di andarmene. Non dissi niente visto che la sua espressione arrabbiata non presagiva niente di buono.. (Io essendo un imprenditore, ho orari di lavoro molto flessibili e nessuna costrizione per quanto riguarda le spese. Molto probabilmente, Carlotta, aveva dato vita a questa relazione proprio per questa ragione.) Per giorni non la riuscii a sentire, poi decise di venirmi a trovare. Questa vuol dire che l'andai a prendere in una palestra in prossimitˆ della sua abitazione, e poi tornammo da me. Mi chiese se ero in vena di farle qualche regalino. Io, da buon pirla sottomesso, accettai immediatamente. Fu simile al primo giorno che uscimmo. Girammo per ore. Se non ricordo male acquistammo un paio di top e tutine per l'allenamento in palestra, un paio di jeans, delle scarpe e un giubbino nero (che da solo costava pi di tutto il resto). Era felice come una bambina. Andammo a bere e successivamente a mangiare. Per la prima volta mi disse che voleva venire da me. Rimase stupita e felice nel vedere la mia lussuosa abitazione. Si volle da subito fare una doccia e mettere comoda, indossando una canotta (che le copriva unicamente i seni), mutandine e pantaloncini. Le feci vedere casa e mi andai a lavare. Quando tornai la ritrovai dal mio computer nel mio ufficio. Su quel computer avevo lasciato in bella vista sul desktop diverse cartelle che contenevano le sue foto e soprattutto decine di storielle che come protagonista avevano proprio lei... Visto che nelle mie fantasie la dipingevo come una Dea, lei non la prese male, tutt'altro la fecero sorridere ed eccitare. Cos“, dopo avermi accarezzato e coccolato per qualche minute, mi fece inginocchiare tra le sue gambe sotto la scrivania. Mentre svolgevo il mio solito compito, lei lesse tutte le mie storielle perverse. Venne ben tre volte nel giro di un'ora. Chiaccherammo per parecchio, soprattutto delle mie storie. Il rapporto schiavo padrona stava raggiungendo l'apice.. Volle fare diversi esercizi per l'addome. Potei guardare e toccare quegli addominali che contratti diventavano 8 definiti pacchetti!! Mangi˜ e la riaccompagnai a casa. Ricambi˜ i miei regali qualche giorno dopo: mi disse di andare da lei, mi accolse indossando solo l'accappatoio. I suoi muscoli erano spaventosamente duri dall'allenamento, quindi dovetti massaggiarli per pi di due ore. Alla fine la mia erezione era incontrollabile. Mi strinse con forza contro il suo spaventoso e bellissimo petto. Mi abbracci˜, stringendomi sempre pi forte. Poi mi fece sedere e mi ordin˜ di masturbarmi. Cominci˜ a descrivere una delle mie storielle, sentita dalle sue labbra era ancora pi allucinante ed eccitante. Venni nel giro di pochi secondi... Dopo essermi pulito, senza che manco me lo dicesse, andai sotto la scrivania. Mentre leccavo il suo dolcissimo sesso, cominci˜ a stringermi come non aveva mai fatto prima. Cercai di svincolarmi, le chiesi di diminuire la stretta ma fu inutile. La cosa oltre a farmi eccitare mi stava spaventando. Le mie braccia e il mio collo cominciarono a scricchiolare, cercai anche di aprire quella morsa, ma lei non se ne accorse minimamente. Quel misto di emozioni e dolore mi fece svenire. Rinvenni sul letto, me la ritrovai di fianco, stava premendo con forza il mio corpo contro il suo, usando solo la mano sinistra. La mano destra sorreggeva la sua testa, cos“ la prima cosa che vidi aprendo gli occhi fu il suo gigantesco bicipite. Cominciai a baciarla, prima ogni punto del suo viso, del collo e poi gi verso la sua muscolosa fighetta. Stetti un'altra ora a lavorare. Poi inspiegabilmente, mi butt˜ a terra mi disse che era l'ora che me ne andassi. Cos“ a malincuore obbedii... Continua...