Martina e la sfida in palestra by andreapid@gmail.com Martina stava per intraprendere una nuova avventura. Circa 2 mesi dopo alla sfida di pugilato, fu di nuovo, a sorpresa, invitata presso una palestra a lei sconosciuta per un regolamento di conti. In realtà questa volta era il sollevatore che aveva avuto l'idea di lanciarle una sfida. Quel giorno non aveva digerito l'onta subita da quella ragazzina ed aveva iniziato allenamenti durissimi. In realtà alla sfida non aveva intenzione di presentarsi da solo, perché se per caso lui avesse fallito, per lui era di vitale importanza vedere soccombere quella ragazzina per mano di qualche uomo anche se non era lui. Un microbo di 50 kg non poteva avere più forza di un uomo super allenato di 120 Kg. Il giorno dell'incontro in realtà erano presenti quasi tutti i frequentatori di quella palestra che si erano trovati li per il consueto allenamento quotidiano. Li si allenavano personaggi diversi che finalizzavano i loro allenamenti in tre discipline diverse. Tutti partecipavano a gare, tornei o esibizioni e spesso alcuni di loro si facevano piuttosto valere. Quel giorno agli allenamenti c'erano 6 persone per il sollevamento pesi "categoria over 100 kg", 10 persone per il tiro alla fune e 4 per il braccio di ferro. Tutti quegli uomini erano delle vere montagne di muscoli specializzate chi in una categoria chi in un altra delle tre suddette. Tutti sapevano che quel giorno sarebbe andata li una ragazza molto forte e che avrebbe dovuto sostenere una sfida con il sollevatore ma tutti si aspettavano una ipervitaminizzata tutta ciccia e muscoli e non certo una ragazza come Martina. Martina poco prima dell'orario prefissato (le 21.00) scese in strada quasi come se dovesse uscire per una cena galante. Tailleur scuro di gran classe metteva in risalto le sue notevoli forme con sotto una maglia scollata e piuttosto aderente; calze rigorosamente nere che fasciavano le sue gambe perfette e scarpe decollete di pelle lucida con vertiginoso tacco a spillo. Il tutto completato da un leggero trucco che la rendeva veramente stupenda. Si diresse verso la zona dell'incontro ma non le risultavano palestre in quella zona. In effetti non si trattava di una vera e propria palestra ma di un ex garage ristrutturato abusivamente per uso privato a palestra dove i succitati si trovavano privatamente. Martina bussò poi aprì lentamente la porta chiedendo permesso. Al sentire quella vocina femminile tutti gli uomini in intensa attività di preparazione si fermarono e si voltarono. Non appena Martina varcò la porta iniziarono i commenti inarrestabili fra fischi, battute a sfondo sessuale, complimenti e dichiarazioni d'amore e d'intenti. Nessuno ancora si era reso conto che la persona che aspettavano era lei tranne una persona: il sollevatore Lui se la ricordava, l'aveva sognata più di una volta ma sinceramente non se la ricordava così bella, pareva quasi una visione. L'uomo così deciso fino a quel momento arrossì terribilmente per la vergogna che provava nei confronti dei suoi colleghi ed amici. Nessuno capì finchè in un attimo in cui i commenti calarono di intensità Martina se ne uscì dicendo: sono venuta per un appuntamento con il Sig. X. Questa frase scioccò la maggior parte dei presenti che metabolizzato il collegamento reagirono in maniera varia. Alcuni presero ad insultare il loro amico dicendo e cos'è questa la superforzuta? oppure: non sarai stato battuto da questa f..a!, altri cominciarono a chiedere a Martina se era l'accompagnatrice oppure se era proprio lei; gli ultimi fra le risa generali dicevano e chi sei Wonder Woman? o altri nomignoli simili. Cessato il caos generale si ristabilì l'ordine e tutti non stavano nella pelle per vedere la sfida, alcuni visto l'abbigliamento di Martina e la sua bellezza sbavavano solo all'idea di vederla all'opera. Tutti davano per scontato che per la sfida Martina si sarebbe cambiata e messa in abbigliamento consono e glielo chiesero ma lei rispose che per la sfida poteva andare bene anche così. Martina fu invitata ad avanzare, i 19 mastodonti avevano creato una sorta di corridoio nel quale lei dovette passare. Nonostante i tacchi a spillo la sua testa non arrivava al mento di nessuno di quegli energumenti. Il 20mo uomo l'aspettava era già in posizione vicino ad uno dei due bilancieri disposti allineati vicino ad un lato della palestra. Tutto era pronto Martina si mise di fronte al suo bilanciere ed aspettò il via, la gara era semplice il bilanciere era carico con 80 Kg da sollevare e man mano che i due sarebbero riusciti a farlo si sarebbe incrementato il peso da sollevare finchè uno dei due non cedeva. Un uomo diede il via; 80 kg per quell'uomo non erano un problema ed entrambi sollevarono con facilità il peso. I più pensavano che Martina non avrebbe potuto farlo e furono stupiti dalla facilità con cui lo fece. Poi sollevarono i 100, i 120 Kg ed arrivarono ai 140 Kg. Chi guardava non poteva credere ai propri occhi quel dolce angelo di 45 kg o poco più continuava con apparente semplicità a sollevare pesi assurdi, senza comporsi e sui suoi tacchi a spillo. L'abilità e il controllo di Martina facevano si che riuscisse a mantenere il peso quasi tutto sulle punte ed in una perfetta centralità tale che i tacchi a spillo resistevano. Gli spettatori non stavano più nella pelle nel vedere quello spettacolo e gli esperti delle altre discipline quasi tenevano per Martina tanto era superba in quelle posizioni da dominatrice. Ai 140 Kg partì il via e Martina sollevò in pochi secondi quel bilanciere; l'uomo invece che già era diventato paonazzo ai 120 si contorceva per la fatica e solo dopo parecchi secondi riuscì a sollevare il bilanciere. Martina a quel punto propose all'uomo se volesse fare una pausa per riposarsi un attimo, l'uomo fu pervaso dalla rabbia e si sentì preso in giro, i presenti scoppiarono a ridere e la sfida continuò: 150 Kg. Martina li sollevò in un baleno, i suoi polpacci si gonfiavano in maniera tremendamente sexy in quelle calze eleganti, i pettorali facevano risaltare ancora più efficacemente il suo bellissimo seno. L'uomo ci provò per almeno 3 minuti senza riuscirvi mentre Martina nel frattempo non posò mai il bilanciere. Ci fu un boato di applausi per gli improvvisati sostenitori di Martina seguito poi da secondi di silenzio per l'imbarazzo. La sfida era già finita? Anche Martina era quasi delusa, si stava divertendo, allora disse: nessun altro di voi fa il sollevatore e pensa di potermi battere? Se volete, già che ci sono io sono pronta! Si fece avanti il secondo ma anche lui si arenò ai 140 Kg, poi il terzo a 145 Kg, poi il quarto che arrivò a 160 kg ed il quinto a 165. Assurdo! Tutti e cinque erano stati battuti da Martina, piccola, esile, donna e per di più con quei tacchi a spillo terribilmente scomodi. Non solo lei aveva risollevato gli stessi pesi per cinque volte e sempre con apparente semplicità. Non volevano assolutamente accettare questa sconfitta, mancava solo l'ultimo concorrente, era oggettivamente il più forte del gruppo ma il suo record personale erano i 185 Kg. Quella ragazza non poteva arrivare fin li. Decisero di partire da 150 Kg. I cinque battuti confabularono fra loro e decisero che ad ogni aggiunta avrebbero aggiunto dei pesi da 5+5 per il loro amico e 10+10 per Martina cercando di fregarla. Superati i 150 passarono ai 160 (170 per Martina) poi 170 poi 180 (e Martina era già a 210). Entrambi superarono la quota anche se Martina con maggiore apparente semplicità. Martina si era accorta perfettamente che i 5 sollevatori la stavano penalizzando ma faceva finta di nulla e stava al gioco. Ormai i cinque sapevano che il loro amico era arrivato allora provarono ad esagerare, aggiunsero i 10 kg all'amico (fino a 190) e un 20+20 a Martina. Oramai il bilanciere di Martina era 250 Kg contro quello del suo avversario 60 Kg in meno. Decise su questa quota di togliersi le scarpe e rimase a piedi nudi. Ci fu il via Martina, ora così comoda, caricò il peso con meno disinvoltura del solito ma si vedeva che aveva ancora agio mentre il suo avversario riusciva a portare il peso al petto ma non a fare lo slancio. Martina col bilanciere sempre fisso sopra la testa lo guardava e lo incitava, addirittura gli dava consigli. L'uomo fu talmente preso dalla rabbia che addirittura riuscì nell'impresa di battere il suo record personale riuscendo a sollevare il bilanciere per pochi secondi. Si era alla resa dei conti. Stavolta al bilanciere dell'uomo furono aggiunti solo 5 Kg ma per lui non vi furono più speranze e non lo sollevò e per Martina un altro 20+20. 290 Kg! Pareva di essere al cinema e di vedere quei film dove ci sono donne capaci di qualsiasi cosa ma che quegli uomini pensavano inverosimili. Ora erano li in prima persona. I sollevatori erano bianchi come dei cenci, il bilanciere sollevato da Martina (che aveva ancora margine) loro non riuscivano a sollevarlo in due, che umiliazione!. Martina ora si sentiva piuttosto gasata, si rendeva conto di aver dato Un'incredibile dimostrazione di forza e di superiorità a tutti quegli Energumeni e per di più nessuno sapeva quale sarebbe stato il suo limite che addirittura sembrava ancora lontano. A questo punto Martina si reinfilò le scarpe e disse: bene ragazzi è stato un piacere conoscervi ma ora devo proprio andare. Dall'altra parte della sala però qualcuno tuonò una frase in senso di sfida. Dove credi di andare, prima di uscire di qui dovrai affrontarci a braccio di ferro e al tiro alla fune e sappi bene che soccomberai miseramente. In realtà non ha molto senso fare la sfida, la mia/la nostra superiorità nel braccio di ferro è troppo evidente, non vorrei spezzarti il braccino o farti venire qualche livido. Martina non si lasciò toccare. Da quelle frasi, del resto ci era abituata ad essere sottovalutata ma era Anche abituata a non trovare avversari degni. Non si fece pregare e si avvicinò Al tavolo che era li predisposto al caso. Era uno di quei tavoli professionali Tipici per il braccio di ferro. L'uomo, forse non il più forte dei tre era lì Pronto, carico come una molla, già riscaldato e desideroso di finire quella farsa, quasi si vergognava ad affrontare una ragazzina, lui che era abituato ad affrontare certi mastodonti! In più era anche un po' disturbato per quello che aveva visto poco prima al sollevamento ma per lui lì poteva succedere non era la sua specialità, ma nel braccio di ferro no. Martina era ancora perfetta, elegante, disinvolta e si avvicino al tavolo e chiese: quanti siete per il braccio di ferro? 4 fu la risposta! Martina appoggiò il braccio sul tavolo, il suo braccio era tutto fuori che un simbolo di potenza. Il braccio dell'uomo era perlomeno il doppio del suo, sia come diametro, sia come apparente muscolatura che come in altezza dove passava il braccio di Martina di almeno 7-8 cm. Ma Martina non era affatto spaventata. Si presero la mano, posizionarono il braccio e Martina si mise ad aspettare che qualcuno desse Il via. In realtà si accorse che l'uomo intanto aveva cominciato a forzare ma Fece finta di nulla. Dopo alcuni secondi chiese quando cominciamo? L'uomo stava già esercitando almeno l'80% del suo massimo sforzo ed in parte si vedeva e non aveva alcun esito, le due braccia erano ferme al centro perfetto del tavolo e Martina pareva dovesse ancora cominciare a spingere. L'uomo iniziò a preoccuparsi ma dava per scontato che Martina mascherava molto e con l'ultimo sforzo avrebbe avuto la meglio. Sentita la richiesta di Martina, uno appoggiò la mano sui pugni dei due e diede il via. Non cambiò assolutamente nulla se non che l'uomo incrementò la forza fino al 100% iniziò a mugulare, ad agitarsi, alternava la spinta con strappi più potenti per fare breccia sul braccino della ragazza; i suoi muscoli erano totalmente contratti e iniziò a sudare copiosamente. Martina aveva tutto un altro aspetto, il suo braccio minuto stava lì fermo, inamovibile, lei era tranquilla e non sudava, non si agitava, sembrava non facesse fatica perché dietro al suo braccio c'era un muro invisibile, ma in realtà il muro invisibile era dentro al suo muscolo. Quell'uomo super allenato, specializzato in quel tipo di sforzo impegnava tra il si e il no il 30% della forza di Martina o forse anche meno. Martina lo lasciò li per un paio di minuti dopodiché, quando l'uomo oramai cominciava ad essere in netto affanno, lo buttò giù in meno di 1 secondo con uno scatto deciso. L'uomo non riuscì ad opporsi e cedette di schianto, una sconfitta così netta non l'aveva mai subita e sbiancò letteralmente. Il secondo si fece largo e fece alzare il primo. Spumava rabbia da ogni poro ed era sicuro di poter vendicare tutti. Prese con forza la mano di lei e si mise in posizione, non ci fu bisogno del via lui iniziò a tirare come un forsennato ma il risultato non cambiava, questa volta Martina non aspettò che un minuto e con la stessa facilità e velocità sbattè sul tavolo il dorso della mano dell'uomo che non fece in tempo a reagire che fu sostituito dal terzo. Questo all'interno della palestra veniva considerato un pezzo da novanta in realtà era quasi il suo braccio a pesare 90 Kg pareva un vero e proprio prosciutto ma con quelle forme muscolari talmente tornite da non lasciare speranze in più si trovava di fronte ad un braccino che pareva poco più di uno stecco, la scena pareva scontata ma lo sarebbe stato al contrario. Quell'uomo esercitava una forza sovrumana ma lei non si smuoveva, addirittura si sistemava i capelli, guardava in giro distrattamente quasi annoiata era al tempo stesso umiliante e irritante. Quell'uomo staccò l'altra mano dal sostegno e cominciò a tirare con tutte e due usando il proprio peso come leva ma il risultato non cambiava. Martina lasciò quell'uomo lì per quasi 4 minuti poi iniziò a fare sul serio e come una inesorabile leva chiuse l'incontro. Tutto intorno era silenzio, erano tutti sbigottiti, non poteva essere, tutto quello che stava accadendo non poteva avere né spiegazioni e nemmeno poteva essere vero. L'esito di tutto era nelle mani del quarto uomo, lui veniva chiamato popeye, era un dio in questa disciplina, veniva considerato imbattibile ed era una vera potenza. Il suo braccio veniva usato spesso come esempio dagli amici per dire di qualcosa che Era insuperabile. Si avvicinò lentamente, il suo sguardo era intensamente puntato su Martina in tono di sfida, chiese di scambiare la sedie con lei, non Si sa mai che ci fosse qualche trucchetto, e poi si sedette di fronte a lei. Martina non era per nulla spaventata, cominciava a rendersi conto della sua forza anche in quella disciplina. Le braccia furono accostate, Martina arrivava si e no al polso dell'uomo ma non riusciva nemmeno a prenderlo per quanto era grosso. Sembrava un grissino che sfidava un armadio. Le mani si afferrarono e questo dava già vantaggio all'uomo che essendo più alto era già piegato in avanti. Era l'ora della verità, uno degli altri diede il via. Si vide un tremolio che segnava l'inizio ma la situazione era di stallo. I due si guardavano fissi negli occhi, entrambi apparentemente senza sforzi eccessivi parevano controllarsi, in realtà Martina si limitava a tenere lì l'uomo e veramente ora lo poteva fare senza un gran sforzo, l'uomo invece era al limite, il limite oltre il quale poteva andare solo mostrando lo sforzo, la fatica. Lui la guardava e non riusciva a capacitarsi di come quell'esile ragazza poteva stare li di fronte a lui e senza cedere di fronte ormai all'85-90% del suo sforzo la cosa cominciava a disturbarlo parecchio. Passarono altri 30 secondi dopodiché l'uomo prese la sua decisione: o la va o la spacca, in un attimo cambiò atteggiamento e iniziò con degli strappi che li dentro sarebbero stati fatali per chiunque a tirare come un ossesso. Risultato? Nessuno!! Nemmeno una smorfia di fatica. Martina in questo momento mostrava troppa superiorità, l'uomo aveva gli occhi che gli uscivano dalle orbite, i muscoli che esplodevano, la spalla gonfia a più non posso, era in tensione totale ma la mano della ragazzina era lì ferma. Dopo questo spettacolo di superiorità imbarazzante l'uomo fece un errore. Lo fece perché avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere quale altra forza era necessaria per spostare quella mano, allora si attaccò con la seconda mano e si spostò lateralmente al tavolo facendo leva con due mani e tutto il suo corpo in tiro sbilanciato. Risultato? Lo stesso di prima la mano era li immobile e per di più non apparivano ancora segni di sforzo. Allora successe di tutto: prima si attaccò alla mano il terzo sfidante, poi il secondo e poi il primo, erano tutti e quattro lì che tiravano come dei forsennati tutti insieme e con tutto il loro corpo si tiravano l'un l'altro per cercare di smuovere quella dannata mano. Ora Martina sentiva che tiravano ma resisteva, lei era ancora composta e manteneva il suo tonico braccino nella posizione iniziale. Dall'altra parte i quattro energumeni tiravano come forsennati con tutte le parti del corpo ed erano dannatamente sudati con i muscoli tesi come se dovessero sollevare un masso da 6 quintali. Martina ora era concentrata ma non mostrava ancora di essere al limite tutti coloro che guardavano erano sconcertati increduli, non potevano credere a ciò che vedevano ed ora anche a quello che sentivano perchè Martina chiese nello sconcerto generale: C'è qualche mancino che ho la sinistra libera? Dopo un pò di incertezza si radunarono in tre e dopo un po di esitazione iniziarono ad organizzarsi ed a tirare, i quattro dall'altra parte erano talmente impegnati che non avevano nemmeno capito cosa stava accadendo. Altri due minuti di totale dominazione e Martina termino la pratica con due strappi contemporanei fece quasi decollare i 7 uomini che si scontrarono rimanendo quasi tutti semisvenuti. Il finale del braccio di ferro era quasi stato ridicolo tanta era la disparità dei valori in campo. Allora Martina si alzò ed ando all'ultima sfida: il tiro alla fune. I suoi sfidanti erano li pronti, riscaldati, carichi per tenere alto l'onore della loro palestra, non la temevano perchè la loro era una disciplina troppo fisica dove anche i Kg giocano un ruolo molto importante. Nonostante ciò Martina disse: perchè per far presto non vi mettete 5 alla volta? Gli uomini reagirono protestando e dicendo ma chi ti credi di essere? Non vedi che sei un microbo? Ti schiacceremo per la tua presunzione. Martina dal canto suo non si tolse nemmeno le scarpe coi tacchi, intendeva usare solo le punte per evitare cedimenti. I primi cinque si prepararono e Martina pure e qualcuno segnalò l'inizio. Purtroppo per quei cinque accadde ciò che temevano, Martina era inespugnabile. I cinque erano organizzati, fortissimi, carichi di muscoli in ogni meandro del corpo, ma Martina era troppo forte, i primi cinque li avrebbe potuti battere con una mano e le scarpe con i tacchi. Saltarono tutte le regole, uno alla volta anche i secondi 5 si attaccarono alla corda, al decimo Martina fu costretta a togliersi le scarpe ed appoggiare i suoi piedini sul pavimento. Quei dieci avrebbe potuto trascinarli per km e km ma stava li, voleva vedere cosa accadeva. Piano piano arrivarono tutti. Erano 20 per un totale di 22 qli di muscoli tutti tiravano come forsennati, quasi non gli bastava la fune per quanti erano, dall'altra parte solo lei, 50 Kg, un 36 velato in appoggio ed una forza sovrumana, la forza della superiorità del sesso debole contro il sesso forte. Una superiorità schiacciante, straripante, oltre ogni logica. I suoi piedini velati facevano una presa tale sul pavimento che forse avrebbe potuto sopportarne altrettante o forse ancora di più ma c'erano solo quei venti. Allora dopo averli tenuti li per 7 o 8 minuti cominciò a tirare veramente, le gambe di quegli uomini incredibilmente si piegavano, alcuni scivolavano altri invece venivano sopraffatti dalla forza che stava dall'altra parte. I muscoletti tonici di Martina erano acciaio puro in ogni parte del suo corpo. Il serpentone di muscoli veniva portato a spasso con facilità disarmante e sbattuto qua e la. Dopo 15 min di questa umiliazione tutti gli uomini erano a terra. Martina si guardò intorno e pensò: pensavo avessero opposto maggior resistenza. Disse: quando vi sarete allenati un pò meglio chiamatemi pure, si reinfilò le sue scarpe e torno alle sue solite attivita.