Martina e la sfida di pugilato by andreapid@gmail.com Un pugile organizza la sua vendetta ma sarà una nuova disfatta Dal momento in cui i 4 uomini ripresero conoscenza più nessuno di loro proferì parola sull'argomento, addirittura quel giorno stesso quando ripresero conoscenza, nessuno aprì bocca si guardarono sbigottiti per molti minuti, si alzarono e senza dirselo, ma unanimemente, decisero di non reincontrarsi mai più, ognuno avrebbe fatto la sua vita, quel ricordo comune era troppo scomodo per il loro orgoglio. Ognuno visse quell'episodio in modo diverso e per alcuni vedremo come. Il pugile passò la prima settimana senza poter chiudere occhio se non per qualche minuto, il pensiero di quella ragazzina che lo/li aveva surclassati in tutto, con facilità ed ognuno anche affrontandolo a viso aperto nella sua specialità non poteva dargli pace, l'esperienza vissuta era stata frustrante, umiliante ma quel pensiero ora pareva anche per qualche verso un brutto incubo. Forse non era accaduto, forse era stato solo un brutto sogno, comunque sia una cosa era certa, la vendetta era l'unica cosa che avrebbe potuto dargli pace, era per lui indispensabile. L'unica cosa che avrebbe potuto togliergli quei pensieri dalla testa era riaffrontare quella ragazzina o per lo meno vederla soccombere in lotta contro qualunque uomo ne fosse stato capace, solo allora avrebbe potuto ritrovare pace da quelle sue frustrazioni di inferiorità. Da quel giorno iniziò ad allenarsi in maniera ossessiva ogni giorno per molte ore, assunse un coach fra i più quotati della zona a cui disse che doveva affrontare una sfida importantissima per la sua vita, ma al coach non disse mai la verità. Cominciò a frequentare tutte le palestre, a conoscere gente dell'ambiente, cercò di diventare amico con tutti i più forti della zona e con passaparola poteva varcare anche i confini delle sue conoscenze. L'unico problema reale era come poteva organizzare la sua vendetta, come convincere dei professionisti ad aiutare lui ad affrontare una ragazzina. Chiunque gli avrebbe riso in faccia! Provò allora a dire solo parte della verità,innanzitutto non disse che quel giorno erano in 4, non disse che l'umiliazione era stata totale e non disse che si trattava di una ragazzina di 55 kg e poco più di 160 cm. Disse invece che era solo, non stava bene ed aveva perso ai punti da una donna esageratamente muscolosa ed imponente, un vero mastodonte e che essendo donna era riuscita a sfruttare l'effetto sorpresa. Per questo chiese assistenza a 6 dei pezzi migliori che aveva potuto raggiungere ma a nessuno disse di avere dato appuntamento anche agli altri 5 in questo modo per la ragazzina non poteva esserci alcuno scampo. Fra i sei uomini, tutti pugili professionisti e tutti pesi massimi, c'erano 2 campioni regionali in carica, 3 che avevano partecipato a competizioni nazionali di un certo livello ed 1 considerato da tutti una grande realtà che si stava preparando dopo aver vinto gli ultimi 15 incontri per ko nelle prime quattro riprese, ad un grande incontro che poteva fargli fare un salto di qualità. Raccolte le adesioni ora rimaneva solamente da trovare un modo che potesse convincere Martina a presentarsi in palestra proprio in quel momento. Non fu così difficile perché decise di usare il metodo diretto a cui Martina non potè tirarsi indietro. L’uomo sapeva dove lei abitava e dove poteva trovarla decise allora di lasciarle un biglietto dove spiegava che era, e le chiedeva di incontrarla di nuovo per poter regolare i conti con lei perché quel giorno non aveva potuto digerirlo in alcun modo. Nella sfida c’era anche scritto il luogo dell’incontro ed era proprio in palestra, in una palestra dove c’era un ring e dove avrebbero potuto affrontarsi in santa pace. Il tutto terminava in aria di sfida nella quale l’uomo sottolineava che se Martina era veramente una donna non poteva non accettare una sfida ad armi pari e questa volta senza che lui fosse colto di sorpresa e questa volta le avrebbe dimostrato quale è il vero sesso forte. Martina non aveva alcuna paura di quell’uomo ed era quasi sicura che nonostante i paroloni quell’uomo non si sarebbe presentato da solo ma decise di andare ugualmente, alla sfida non si poteva certo tirare indietro. Nel giorno ed all’ora indicata Martina si presentò di fronte alla palestra ed entrò chiedendo permesso, apparentemente non c’era nessuno all’interno allora avanzò fino al centro della palestra. Dopo pochi secondi da uno stanzino laterale apparvero i 7 uomini tutti insieme e sorridenti. Al vedere quella ragazzina minuta, carina ed anche piuttosto giovanile e per giunta in tenuta quasi elegante le chiesero: stiamo aspettando la tua mamma, Martina ci han detto che si chiama, sai forse quando arriva? Martina: mia mamma? Ma Martina sono io ed avevo un appuntamento qui per regolare un vecchio conto.. Martina sei tu??? E noi saremmo venuti qui per questa ragazzina? E sarebbe questa la donna muscolosa che ti ha colto di sorpresa? L’uomo era nell'imbarazzo più totale e cercava di difendersi ed alla fine fu costretto ad ammettere che si trattava di lei e di stare attenti che nel suo caso l’apparenza poteva ingannare. Gli altri non diedero peso alle raccomandazioni di lui ed iniziarono a blaterare molte cose finché non iniziò a prendere piede una ipotesi, ehi ragazzi visto che siamo qui e che questa ragazzina è veramente molto carina perché non cogliamo l’occasione per spassarcela un po’? E tu bimba che ne dici? Dico solo che ero venuta per una inutile sfida ma che ora capisco che era un tranello ed allora me ne andrò! Te ne andrai? E chi l’ha detto? Noi diciamo che devi restare, anzi ti obblighiamo a restare! Se proprio insistete e volete divertirvi con me allora vi faccio io una proposta, facciamo degli incontri di box e chi mi batterà potrà “divertirsi”, come dite voi, con me e dato che siete in molti consideriamo vincitore colui che mette a terra l'avversario, anche se non per ko; ultima regola è che ogni incontro dura max 2 round e se finisce senza vincitore i vincitori siete voi. La proposta di Martina era così allettante che a loro non parve vero, sarebbe stato come rubare le caramelle ad un bambino, anzi ad una bambina. Accettata la proposta cominciarono a chiedere: ehi ma come puoi fare tu anche solo contro uno qualsiasi di noi? Ma scusa quali speranze puoi avere? Non vedi che siamo tutti uomini, allenati, professionisti nella boxe e per giunta pesi massimi? Il più piccolo di noi pesa almeno 10 KG più del doppio del tuo peso e non vedi che muscoli che abbiamo, ti diamo l'ultima possibilità per risparmiarti un trattamento doloroso, passiamo subito al nostro premio! Beh ragazzi siete molto gentili ma io sono abituata che quando dico una cosa non mi tiro mai indietro, anzi, voglio darvi un piccolo avvertimento, se c'è qualcuno che ha degli importanti incontri a breve sarebbe meglio evitasse di sfidarmi perché non vorrei mai fargli saltare il suo incontro. Sapete cosa vi dico, per il vostro bene sarebbe meglio lasciar perdere tutto e ci vediamo un'altra volta da buoni amici, magari andiamo a mangiarci una pizza insieme. Fidatevi, ascoltate il mio consiglio. Questa volta quegli uomini non poterono proprio trattenere una fragorosa risata e chi si credeva di essere quella ragazza? L'unico che non rideva era colui che aveva organizzato la cosa, al vedere Martina così sicura di sè gli passarono dei brividi lungo la schiena. Alla fine uno disse: Beh, basta con le chiacchiere e passiamo ai fatti io sono pronto e salì sul ring da dove chiese alla ragazza e i tuoi guantoni dove sono? Sinceramente non li ho, non sono mica un pugile io, o me li prestate o si fa a mani nude. Il pugile disse, visto che dei guantoni così piccoli non ne abbiamo faremo ugualmente con le regole della boxe ma a mani nude. Martina: ok e salì con un balzo sul ring. Martina aveva un body un po scollato, nero e velato che lasciava intravedere la sua splendida quarta, un pantaloncino corto sempre nero e le sue mitiche calze nere che le velavano le sue magnifiche gambe e da ultimo le sue scarpe nere con tacco a spillo. Era pronta sul ring, allora si sfilò delicatamente le sue scarpe e le dispose ordinatamente nel suo angolo. In questo modo perse ulteriori 8 cm ed aumentò la sproporzione con il suo temibile avversario. Il primo avversario era uno dei campioni regionali, pesava più o meno 130-135 kg a seconda dei periodi senza avere un filo di pancia, era altro quasi 188 cm e Martina gli arrivava più o meno alle spalle se si metteva in punta di piedi. Uno degli altri suonò il gong e i due cominciarono a studiarsi anche se l'uomo stava un pò sottovalutando la difficoltà dell'incontro. Dopo quasi 20 secondi di studio fu lui a rompere gli indugi e abbozzò alcuni colpi di preparazione per poi affondare successivamente con colpi un pò più potenti ma non troppo, la gracilità del suo avversario lo faceva per ora trattenere. Martina era almeno 10 volte più veloce del suo avversario ma si limitava a schivare i colpi più importanti ed a parare quelli meno potenti senza però per ora provare attacchi. Aspettò appositamente che mancassero 10 secondi alla fine del primo round e dopo un buon attacco del suo avversario partì con un colpo molto violento che provocò notevoli danni negli addominali dell'uomo. L'uomo però riuscì a nascondere, almeno a quelli che erano sul ring l'effetto che quel colpo aveva fatto su di lui e dopo pochi secondi finì il round. Martina aveva solo dato un assaggio della sua forza e della sua velocità ed aveva scelto di non umiliarlo al primo round, aveva già capito che poteva disporre facilmente di lui ma non fece nulla per accelerare i tempi. L'uomo dal canto suo aveva finto di aver incassato con facilità il colpo ma si era reso conto della pericolosità di quella ragazzina ed era questa considerazione che aveva cominciato a farlo sudare copiosamente. I suoi compagni lo incalzavano, cosa aspetti a buttare per terra quella ragazzina? Sei il triplo di lei, cosa stai aspettando? E così via. Iniziò il secondo round e l'uomo intimorito tardava ad attaccare, del resto con un pareggio vinceva lui, allora si mise sulla difensiva. Martina sicura di sè avanzava e lo faceva indietreggiare, sembrava come un elefante che scappa davanti ad un topolino, finchè lei avanzò in mezzo alla sua guardia e lo colpì di nuovo agli addominali, lui accusò duramente e reagì d'istinto con un colpo duro ma Martina lo mandò a vuoto e lo accompagnò con un colpo, appositamente scarico, che però insieme al suo slancio lo fecero sbilanciare e andare a terra. L'incontro era finito ma l'uomo non poteva accettare la sconfitta, si alzò e si gettò verso Martina che visto che l’incontro era terminato lo fermò con un potente calcio diretto proprio in pieno stomaco. Il colpo di Martina fu talmente incisivo che penetrò negli addominali dell’uomo con un tonfo che riecheggiò nella palestra e con il quale l’uomo rimase piegato in due per parecchi secondi. Poi voleva ripartire all’attacco ma i suoi compagni lo fermarono e lo accompagnarono giù dal ring sostenendolo in due perché risentiva ancora del colpo subito. Fu la volta dell’altro campione regionale che salì duro sul ring, serio e deciso a concludere quella farsa e disse: ti consiglio di arrenderti o sarò costretto a farti del male. La ragazza rispose a tono e disse: invece di fare lo spaccone fatti avanti se hai coraggio. Lui non esitò e provò a chiudere l’incontro al primo colpo, si fece avanti con un destro che se fosse andato a segno avrebbe provocato danni su molte persone ma Martina lo scansò con facilità per poi assestargli un pugno nella guancia che sommato alla sua spinta lo fecero cadere immediatamente, anche lui si rialzò per gettarsi verso Martina che come prima lo accolse d’incontro con un calcio diretto in pieno stomaco, il suo piedino anche questa volta fu portato con tale forza che affondò nello stomaco dell’uomo che però si rialzò subito ma fu bloccato dai suoi compagni. Incredibile in cinque minuti già due dei 7 pugili erano stati sconfitti con tecnica da Martina che mai aveva fatto pugilato e senza poterle infliggere alcun colpo. Salì sul ring il terzo pugile: 130 kg veniva soprannominato bulldozer perché era solito attaccare a testa bassa e schiacciare chiunque e fece come al solito, partì a testa bassa e provò a travolgere Martina con i suoi colpi ravvicinati e pesanti ma ogni colpo che tirava era inesorabilmente parato dalla ragazzina che da metà round in poi, dopo aver inquadrato l’avversario, cominciò ad assestare alcuni colpi. Martina era talmente precisa che ogni suo colpo entrava nel bersaglio ed era efficace perché trovava sempre la zona più scoperta del suo avversario e così, anche senza forzare i suoi colpi cominciava a metterlo in difficoltà, poi ad un certo punto l’uomo tentò di bloccare l’ennesimo colpo allo stomaco, un sinistro, che però entrò ugualmente e non si accorse di un tremendo destro montante che stava sopraggiungendo e nel quale Martina aveva caricato una buona dose di potenza. Il colpo arrivò sul mento dell’uomo che fu sbalzato all’indietro e cadde pesantemente per poi rialzarsi, ma anche questo incontro era finito. Quegli uomini si guardarono in faccia: cosa stava accadendo? Sembravano dai primi incontri loro dei pesi piuma e Martina un peso massimo, sembrava lei la professionista e loro i principianti. Basta ora occorreva fare qualcosa di più serio e si avvicinò il secondo di coloro che erano stimati a livello nazionale. Lui la guardava fissa e pensò dato che ci batte lasciandoci attaccare e facendoci perdere l’equilibrio e che in caso di parità vinciamo noi, la lascerò attaccare per prima e si mise in guardia aspettando il suo attacco. Martina attese un po’ poi viste le intenzioni del suo avversario prese l’iniziativa e si avvicinò, cominciò ad attaccare l’uomo con una serie di colpi alla figura per poi colpire sempre più il bersaglio pieno. La velocità di Martina faceva si che quando l’uomo si preparava a parare un colpo quello era già passato ed un altro stava arrivando da un'altra parte. L’uomo che aveva deciso di lasciare l’iniziativa a Martina concluse l’incontro senza mai aver tentato di colpirla quando lei lo buttò a terra con un gancio destro da fare invidia a Mike Tyson nei momenti migliori. Anche questo incontro era terminato. TERRIFICANTE!!!! 4 dei 7 uomini erano già stati eliminati. Toccava al terzo fra quelli stimati a livello nazionale, salì un po’ incerto sul ring, l’incertezza derivava dal fatto che gli si prospettava un compito dannatamente semplice in apparenza, ma visti i risultati precedenti dannatamente complesso. Chi aveva scelto l’attacco era stato giocato con sottili giochi di equilibrio e chi si era posto sulla difensiva non aveva avuto scampo. Cosa fare allora? Provò a combattere come se si trovasse di fronte un avversario convenzionale e cominciò studiando la situazione. Martina dal canto suo era piuttosto tranquilla, del resto fino ad allora aveva affrontato avversari simili e li aveva eliminati senza alcuno sforzo. L’incontro iniziò, l’uomo con attenzione portava degli attacchi mirati che Martina con facilità parava, in nessun modo riusciva ad entrare nella guardia della ragazza. Il bisonte allora cominciò ad accelerare i tempi e ad aumentare la forza dei suoi colpi ma il risultato rimaneva invariato, ogni colpo era inesorabilmente bloccato prima di entrare nella figura di quella formichina. Poi accadde l’impensabile, tutto ad un tratto Martina caricò un destro e lo scagliò sul volto di quel bisonte mandandolo a gambe all’aria con incredibile facilità. Tutti ammutolirono, quel microbo di ragazzina aveva atterrato quell’uomo con un solo colpo ben assestato dopo che lui con tutte le sue forze aveva tentato di colpirla. La situazione si stava facendo sconcertante. Non si sentiva più una mosca volare all’interno di quella palestra. Mancavano all’appello solamente due uomini, colui che aveva organizzato l’incontro e la grande promessa del pugilato. Tutti si rivolgevano all’organizzatore dell’incontro il quale era in uno stato confusionale avanzato, da un lato temeva di sapere come sarebbe finita la cosa, dall’altro non poteva esimersi dal farsi avanti. Decise allora di avvicinarsi al ring ma quasi gli tremavano le gambe, non tanto per la paura della ragazza ma quanto per la vergogna che avrebbe potuto infliggergli. Quell’uomo grande e grosso era semiparalizzato da quella splendida ragazzina apparentemente gracile. Si fece comunque avanti, salì lentamente sul ring ed il gong suonò. Martina si fece avanti e lui indietreggiava, lei avanzava e lui indietreggiava finché Martina non fece una finta per colpirlo e lui si buttò a terra per proteggersi. UMILIANTE!! Quell’uomo di 120 kg e pieno di muscoli era stato messo a terra senza neanche un colpo dalla piccola Martina, tutti gli altri lo stavano insultando, vergognati, fai schifo, non sei degno di fare il pugile e così via, ma stando così le cose mancava solo l’ultimo incontro. Era la volta della giovane promessa. Nella sua carriera, seppure ancora in forte ascesa e data la sua età ancora giovane (24 anni), aveva incontrato avversari di ogni tipo e mai aveva avuto paura di perdere, mai nessuno l’aveva fatto sentire a disagio, ma questa volta era tutto troppo strano: si trovava di fronte ad una semplice ragazzina di 19 anni, aggraziata nei modi, pareva pure gentile, umile niente che potesse far pensare male di lei; non aveva esperienze nel pugilato era alta 30 cm meno di lui (gli arrivava si e no alle spalle) e pesava meno della metà, non pareva neanche particolarmente tonica anche se risultava ben formata e con le curve ben definite e al posto giusto; in lei non c’era nulla che potesse mettere a disagio, perlomeno sul ring, uno come lui ma la situazione surreale ed il modo, la rapidità e la facilità con cui si era sbarazzata dei precedenti sei pugili non lo lasciavano del tutto tranquillo. Però c’era un fatto, lui si sentiva molto più forte di tutti gli altri che fino ad ora si erano confrontati con lei e non si sarebbe nemmeno lasciato fregare dall’effetto sorpresa ed in più aveva solo due round e con il pareggio a suo favore. Al pensare a tutto questo da un certo punto di vista si tranquillizzò un attimo e riprese la sua sicurezza di sempre, si caricò a dovere e salì sul ring. Anche Martina si concentrò, era molto determinata e seria e l’avversario lasciava intendere che era uno da non sottovalutare, del resto lei non aveva esperienze pugilistiche e non sapeva bene cosa stava per incontrare. Suono il gong. I due iniziarono a studiarsi entrambi in guardia sembrava l’incontro fra una mosca e un rinoceronte. I due si avvicinavano sempre di più finchè arrivato alla giusta distanza date le sue lunghe leve abbozzo un sinistro d’incontro, Martina lo evitò con facilità, poi provò a doppiare con un destro sinistro che Martina di nuovo evitò facilmente. Si avvicinava la fine del primo round e Martina ancora non aveva fatto nulla, l’uomo pensò che fosse perché di fronte a lui si sentiva piuttosto impotente decise allora di azzardare leggermente provando ad affondare alcuni colpi fra cui un gancio terminale con il quale si scopri leggermente perché come al solito Martina lo fece andare a vuoto; l’uomo apri leggermente la guardia e Martina fulminea vi infilò un sinistro micidiale proprio alla bocca dello stomaco. Quel colpo segnò duramente il giovane pugile che più che nel fisico fu segnato nell’orgoglio: come poteva uscire dal nulla un colpo di tale forza da una ragazzina piccola e dolce? L’uomo rimase piegato qualche secondo poi suonò il gong. Lui cerco di minimizzare e tutti gli credettero solo Martina sapeva la verità perché aveva sentito con la sua mano gli addominali cedere leggermente. Il secondo round iniziò sotto il segno di una gran noia i due stavano a distanza. L’uomo non ci pensava nemmeno ad attaccare, anzi indietreggiava quasi fuggendo se Martina tentava di avvicinarsi e Martina pareva non avere intenzione di attaccare o forse come tutti pensavano non era in grado di farlo, del resto si trovava di fronte ad un professionista quotato, ma la realtà era un’altra, Martina era sicura di sè e stava attendendo gli ultimi 20 secondi, forse per dare l’illusione ai suoi avversari che potevano vincere. Mancavano venti secondi e successe l’incredibile, Martina parti improvvisa- mente con la rapidità che la contraddistingueva e che nessun di quei 7 uomini era in grado di controllare si avvicinò all’uomo e fulminea gli sganciò un destro sinistro in pieno stomaco con una rapidità ed una forza che fecero irrimediabilmente mettere in ginocchio l’uomo che immediatamente si rialzò ma l’incontro era finito. L’uomo, in piedi, spumava rabbia come tutti i suoi predecessori ed era li in piedi, immobile, attonito, stordito più che dai colpi dalla situazione, nell’aria c’era il gelo piu totale. Martina ruppe il silenzio e disse: Bene ragazzi, grazie gli incontri, ora devo proprio andare. Quelle parole aggiunte alla rabbia ed alla vergogna che tutti quegli uomini provavano provocò una reazione spontanea e univoca in tutti i presenti: per loro era necessaria la vendetta, ottenuta in qualsiasi modo, con qualsiasi mezzo, arma, avevano bisogno di vedere soccombere quella ragazzina per mano di qualcuno, avevano la necessità di ridire a tutti e soprattutto a se stessi che il sesso forte erano loro. Tutti salirono sul ring ed uno di loro disse: Tu non vai da nessuna parte!! Ora ti spezzeremo le gambe! Al sentire queste parole tutti gli altri che ormai formavano un cerchio sul ring attorno a Martina cominciavano a gasarsi e ad incitare gli altri e loro stessi: si ora la spezziamo, e chi cavolo è questa, si facciamogli il culo e così via. Martina in un attimo di silenzio disse per l’ultima volta: lasciate perdere ora finche siete in tempo io non ce l’ho con voi, capisco il vostro disagio ma e meglio finirla qui. Queste parole a quegli uomini non facevano più ridere anzi provocarono l’attacco in massa. A questo punto non c’erano più regole non valevano più le regole del pugilato ogni mezzo diventava lecito. Si fecero avanti i primi due uno da destra e uno da sinistra con una foga tale che non riuscirono neppure a vedere la risposta di Martina, lei con la sua solita prontezza si alzo in aria e fece una spaccata laterale a due metri di altezza in posizione di gambe perfettamente orizzontale. I suoi piedi velati ebbero un impatto tale sui volti dei due uomini che furono scaraventati indietro fino alle corde, allo stesso modo avanzarono altri due uno davanti e uno dietro ma la risposta fu la stessa, una spaccata volante con sforbiciata (una gamba avanti e una indietro) sempre a due metri e sempre perfettamente orizzontale questa volta però l'impatto dei volti avvenne con le punte velate e non con la parte laterale del piede di Martina ma gli uomini comunque caddero pesantemente sulle corde. Martina non fece in tempo a ricadere a terra che uno gli era addosso tentando di scaricare un destro con la massima potenza ma Martina afferrò il braccio fece leva col suo corpo e con una rapidissima mossa di judo scaraventò l'uomo a qualche metro. Poi arrivo uno da dietro e tento di abbrancarla ma lei bloccò la presa prima che si chiudesse e con un calcio tipo rovesciata colpì l'uomo proprio al volto mandandolo a riposare per qualche attimo. Si fece avanti l'ultimo che provò con alcuni calci ma la sua stazza lo rendeva abbastanza goffo, Martina bloccò un calcio trattenendo la gamba e con uno sgambetto da dietro atterrò l'uomo. La gigantesca rissa era iniziata, a chi si faceva avanti Martina rispondeva prontamente con mosse sempre azzeccate, precise e puntuali, gli attacchi degli uomini o andavano a vuoto perché evitati o parati con imbarazzante semplicità. Erano sette potevano circondarla, attaccarla dal davanti, da dietro, lateralmente, ma pareva che Martina avesse 100 occhi ogni cosa intorno a lei veniva controllata. Gli uomini attaccavano disperatamente in preda al panico e alla rabbia e Martina alternava colpi da kickboxing, mosse di judo e karate, boxe pura e semplice, altri stili marziali e in alcuni casi alcune mosse da wrestler. Aveva una varietà di colpi veramente stupefacente. A guardare la scena da lontano si vedevano quei 7 energumeni, fra l'altro professionisti in una disciplina profondamente fisica, che volavano da ogni parte del ring come se nel centro vi fosse una carica potentissima a respingerli. Dopo 7 o 8 minuti di attacchi continui a testa bassa ognuno per conto proprio puntualmente respinti da calci, pugni e colpi di ogni genere i 7 uomini si placarono un attimo se non altro per rialzarsi in piedi, riassestarsi ed escogitare qualche nuova idea. Cercavano di non pensare a ciò che stava accadendo, a quella situazione, ma pensarono piuttosto a come riorganizzarsi. Martina dal canto suo si divertiva molto, fino ad ora non era stato troppo difficile, ma ora bisognava stare molto attenti del resto i suoi avversari non erano certo zuccherini. Terminata la riorganizzazione ricominciarono gli attacchi. I sette uomini erano tutti più o meno doloranti chi in una parte del corpo chi in altre, ma l'attacco ebbe inizio. In tre rimasero sul ring si schierarono su tre lati e studiavano la situazione, gli altri quattro andarono a cercare nella sala oggetti che potessero servirgli da arma. Ma l'incontro era sul ring, Martina indietreggiò veloce fino alle corde, le usò per spingersi e parti velocissima con delle evoluzioni a giravolta arrivata vicino all'uomo di fronte si spinse con le braccia e saltò sul collo dell'uomo, lui non capiva più cosa succedeva, Martina incrociò le gambe e le strinse talmente forte che provoco un leggero stordimento poi si sbilanciò d'improvviso e con il peso del suo corpo legato alla velocità fece fare una capriola all'uomo che cadde pesantemente fuori dal ring. Martina riparti subito e con due passi e un calcio volante in pieno petto scaraventò anche il secondo uomo fuori dal ring. Ne rimaneva solo uno allora lo affrontò col pugilato mettendosi in guardia e l'uomo capì perfettamente che era aria di sfida si fece avanti provò a colpire Martina almeno 10 volte con tutta la forza ma andò sempre a vuoto. Martina vide che i quattro usciti stavano tornando allora assestò una raffica di 4 pugni potentissimi allo stomaco dell'uomo che rimase inesorabilmente piegato da quei pugni taglienti poi Martina con una mano gli alzò la testa e con il destro gli assestò un montante che lo scaraventò a 2 metri. Era incredibile quel mastodonte di fronte a Martina sembrava una mezza cartuccia e per di più la potenza dei colpi di Martina, per non parlare della tecnica e della velocità, era nettamente superiore. Salirono i primi 2 che a fatica avevano tirato sul ring un tavolaccio di legno da almeno 150 kg, lo alzarono in aria, si fecero avanti, la loro intenzione era di schiantarlo addosso a Martina che però non rimase ferma a guardare, fece un passo, spiccò il volo e con un calcio volante (tipo Bruce Lee quando entra in scena) colpì il piano del tavolaccio sbriciolandolo in due, la forza sprigionata dal suo 36 velato in una calza nera leggermente ricamata fu tale che entrambi gli uomini caddero pesantemente all’indietro sovrastati dal quintale di tavolaccio che era rimasto loro in mano, si liberarono velocemente e si alzarono. Il primo non fece in tempo ad alzarsi che fu colpito da un calcio laterale da judoka che lo sbalzò indietro di qualche metro. Il secondo riuscì ad alzarsi e anche lui fu provocato da Martina in posizione di guardia pugilistica avanzò con tre colpi alla massima potenza di cui 2 evitati con facilità ed uno inesorabilmente parato. Ma ora non c’era tempo da perdere perché gli atterrati si avvicinavano minacciosi così Martina senza perdere tempo mollò un montante destro di una precisione ed una forza inauditi, l’uomo fu sbalzato a quasi due metri e finì a terra quasi privo di sensi. Si fece avanti l’organizzatore che si era armato con una spranga di ferro con la quale avrebbe potuto stendere un bisonte, raccolse tutte le sue forze, caricò il colpo e lo sferzo contro Martina proprio all’altezza del torace, lei non si scompose e blocco la spranga con entrambi i palmi delle mani, la afferrò e gliela strappo dalle mani, la logica sarebbe stata quella di usare la spranga sull’uomo ma lei non lo fece, cambiò l’impugnatura portando le due mani all’estremità della spranga poi la sbatté contro la sua gamba nella parte sopra al ginocchio e la spezzò esattamente in due parti e dopo questa dimostrazione gettò i due pezzi lontano dal ring. L’uomo rimase lì attonito a guardarla, lui non si sarebbe neanche sognato di spezzare quell’oggetto con tanta facilità, e rimase quasi inebetito. Martina aveva bisogno di spazio sul ring, si librò in volo come solo lei era in grado di fare e mollò il suo calcio circolare volante. L’impatto fra il piede velato e il volto dell’uomo fu tale che l’uomo quasi decollò come fosse un sasso lanciato da una fionda, fino ad atterrare sulla quarta fila di sedie momentaneamente svenuto. Arrivò la giovane promessa, questa volta si era armato, i suoi trascorsi erano di strada e portava sempre con sé le sue vecchie armi. Si fece avanti ruotando uno di quei catenoni che con un solo colpo potrebbero sfigurare chiunque. Lo maneggiava con destrezza e lo roteava sempre più velocemente, si sentiva forte questa volta e arrivata la velocità giusta la scagliò contro Martina all’altezza del volto e lei si abbassò, all’altezza delle gambe e lei la saltò, all’altezza del busto e lei l’afferrò. Ora la catena era in mano ad entrambi, da un capo il giovane mastodonte e dall’altro Martina. Lui cercava di tirarla a sè ma Martina non cedeva un centimetro, si mise in posizione tipo tiro alla fune e cominciò a tirare con tutte le sue forze, ma Martina rimaneva a centro ring senza cedere un cm e quasi senza sforzo, l’uomo non credeva ai suoi occhi era stizzito al massimo e tirava come un forsennato ma nulla, cominciò a credere che Martina avesse un appiglio finché ad un certo punto passati quasi 1 minuto in cui Martina lo controllava iniziò a tirare dapprima portandosi dietro l’uomo a cui incredibilmente cedevano le gambe e poi raccogliendo la catena e quindi avvicinandosi. L’uomo in balia della ragazzina mollo la presa e tirò fuori il coltello ma Martina non voleva più perdere tempo con quella nullità perché gli altri avanzavano allora fece due passi balzo a due metri e colpi con un calcio diretto laterale l’uomo in pieno volto, tutto fu così veloce che l’uomo non riuscì nemmeno ad usare il coltello, fu colpito duramente e volo fuori dal ring con il naso spaccato e semisvenuto. Tornarono alla carica altri, erano 2, provarono ad attaccare insieme uno con un destro e l’altro con il sinistro ed entrambi con la massima forza che possedevano sperando di sfondare la guardia della ragazzina. Martina non evitò i colpi, bloccò il sinistro con il suo sinistro all’altezza del polso ed il destro con il suo destro sempre all’altezza del polso e poi usò alternativamente il pugno di uno per colpire il volto dell’altro e viceversa inizio piano ed andò via via aumentando la frequenza. I due erano in totale balìa di lei non avevano alcuna capacità di reazione, stavano vivendo il più brutto momento della loro vita, questo trattamento duro circa 40” dopodiché Martina li lasciò, i due erano barcollanti, faticavano a reggersi sulle gambe ma tenevano duro. Martina caricò il gancio destro e quello sinistro ed in contemporanea colpì al mento entrambi gli uomini, i due decollarono ed atterrarono in contemporanea comodamente, anche se momentaneamente svenuti, in terza fila. Si fece avanti un altro con una gran foga come per abbrancarla, Martina lo fece sfilare e lo spinse verso le corde per aumentarne la velocità come in una sfida di wrestling, l’uomo spinto dalle corde torno verso il centro e udite bene Martina lo sollevò in tipica presa da wrestler e gli fece uno schiacciaschiena, l’uomo subì il colpo ma si rialzò e Martina lo riprese con la stessa presa e rifece la mossa e così per 4 volte. L’uomo faticava ad alzarsi e non aveva nessuna fretta visto ciò che lo aspettava, attese un attimo e poi cercò di alzarsi allontanandosi dalla ragazza, Martina lo lascio fare poi visti altri due che stavano risalendo sul ring si riavvicinò a lui questa volta lo alzò a mo’ di bilanciere (era incredibile la facilità con la quale quella splendida ragazzina di 55 kg sollevava quei mastodonti in sua totale balia, di oltre 120 Kg) e stette lì, gli altri due saliti sul ring la guardavano sbigottiti, quella magnifica ragazza, elegante, eccitante, piccolina, lineamenti dolci era li di fronte tenendo sollevato uno di loro e senza apparente sforzo, quali erano le sue intenzioni? Lei non si muoveva, forse non poteva e l’apparente facilità era una severa difficoltà o forse poteva stare lì per ore, chissà, decisero dopo quasi due minuti di avanzare loro e capirono lo scopo, quando furono a 2 metri, Martina piego le sue gambe vellutate, carico la spinta e scaglio il mastodonte sui due malcapitati che rimasero a terra sepolti dall'uomo. Martina si guardo intorno, la maggior parte di quegli uomini si trovava fuori dal ring e cercava di riaversi per potere riattaccare, altri 3 erano momentaneamente ammucchiati sul ring e li in mezzo c'era lei, bella perfetta, dominatrice, capace di disintegrare 7 uomini, allenati, preparati, addirittura professionisti ed era stata capace di surclassarsi anche nella loro specialità e con notevole facilita. ERA UNO SFACELO!!! Quegli uomini con il massimo impegno non avevano ottenuto nulla, niente poteva far pensare loro che le cose potevano cambiare in meglio per loro. Martina non dava alcun segno di cedimento anzi ogni attimo che passava pareva più forte ed aggiungeva nuove dimostrazioni di potenza, l'unica cosa che li faceva andare avanti era che continuavano a non credere a ciò che accadeva! Era forse l'ultimo attacco disperato, in 3 erano pronti: l'organizzatore e i due campioni regionali. Si fece avanti il primo che dopo essere andato a vuoto un paio di volte fu accolto da un durissimo destro alla bocca dello stomaco che lo lasciò per ora in ginocchio senza respiro, poi il secondo prima parato e poi inginocchiato con una precisa pedata laterale proprio sotto lo sterno e infine il terzo, il terzo era il più grosso dei tre Martina lo lasciò attaccare almeno 15 volte, l'uomo si stizzì e stava per rinunciare ma lei lo provocò: scommetti che non mi batti neanche se combatto senza mani? L'uomo accettò e si rinvigorì attaccò ancora 10 poi 15 volte con ogni parte del suo corpo ma Martina era irraggiungibile, troppo veloce ed evitava ogni suo colpo pur con le mani dietro la schiena. Poi aggiunse scommetti che non mi batti anche se non evito i tuoi colpi e non uso le mani? L'uomo penso che era impossibile e accettò e iniziò ancora all'attacco con ogni colpo che conosceva ma Martina parava ogni suo colpo con i suoi magnifici piedi velati, anche quelli all'altezza del volto e quando decise che il gioco era durato pure troppo li trasformò nelle solite armi letali.Il primo colpo fu un calcio di collo pieno allo stomaco dell'uomo che lo lasciò totalmente senza respiro e poi con una ginocchiata al volto (controllata per non rischiare di fargli danni gravi) lo mise a nanna. Si avvicinò al primo uomo che ancora era inginocchiato e dolorante il quale fingeva di non poter alzarsi ma quando lei fu a tiro partì con un destro micidiale, Martina non si scompose e lo parò con il palmo della mano imprigionando il grande pugno nella sua piccola mano, poi guardò l'uomo dritto negli occhi, lui inizialmente non capì poi cominciò a sentire, la ragazzina cominciò a stringere il suo pugno, lui voleva sottrarlo da quella posizione scomoda ma non vi riusciva, la stretta era talmente forte che gli causava un dolore tale che tutti i suoi sforzi erano tesi a liberare la mano, provava in tutti modi facendo leva con i piedi, con l'altra mano ma la stretta continuava ad aumentare inesorabile. Accorse in suo aiuto il secondo uomo che attaccò Martina per distoglierla da quella morsa d'acciaio, ma mentre col sinistro continuava ad aumentare la pressione sul pugno col destro parava facilmente ogni colpo del secondo uomo. Questa scena durò qualche minuto, il primo uomo stava quasi per svenire per il dolore e la fatica mentre il secondo, esausto per gli attacchi, si fermò un attimo, Martina lo colpi allora ancora allo stomaco facendolo di nuovo inginocchiare, lui era inerme, vuoto di energie, allora lei si affiancò gli avvolse la sua gamba destra velata attorno al collo e cominciò a stringere anche l'uomo tento con tutte le forze di liberarsi ma senza riuscirvi finche Martina non decise di metterli entrambi a nanna, poi li trascinò vicino al terzo e attese che salissero i secondi tre ormai ripresisi parzialmente, erano praticamente 500 kg di muscoli allo stato puro ma erano ormai vicini allo strenuo delle forze. I tre proferivano minacce e insulti di ogni tipo ma se Martina avanzava loro indietreggiavano quasi impauriti, era paradossale quella ragazzina aveva terrorizzato quei tre mastodonti fino a ridurli in quelle condizioni. Visto che i tre non si facevano avanti Martina disse: ok ragazzi volete lasciar perdere? Loro immediatamente risposero che non ci pensavano neanche, allora lei disse allora proponetemi qualcosa visto che quasi scappate. I tre si consultarono e poi conclusero senza molta fantasia: faremo una sfida, visto che ti senti così sicura faremo noi tre contro di te senza mani, che ne dici? Dico che mi sembra che non abbiate molte possibilità ma per me va bene, ok, iniziamo. I tre ripresero un attimo di coraggio e provarono a collaborare, se Martina evitava un colpo un altro era lì in agguato ma purtroppo dopo circa 3 o 4 minuti ancora nessun colpo non era andato a segno, A quel punto Martina disse ok ragazzi ora tocca a me, parti in velocità comincio con la sua ineguagliabile velocita a stuzzicare i tre con dei piccoli calcetti trattenuti che dimostravano come era facile per lei entrare nella loro guardia. I tre ripresero ad aver paura, la ragazzina li teneva in pugno e li terrorizzava senza nemmeno usare le mani ma solo con i suoi magnifici piedi letali. Poi decise di chiudere la pratica con tre calci laterali ben assestati sotto la cassa toracica fece volare in sequenza i tre fuori dal ring. La sua superiorità era troppo netta quegli uomini sembravano giocattoli. Martina si era riservata per ultimo la giovane promessa e con lui aveva intenzione di provare le ultime cose, lui risali sul ring e la guardò con odio. Lei disse, voglio darti un po’ di vantaggio, se vuoi, dato che ancora nessuno è riuscito a colpirmi ti lascerò un minuto per colpirmi ma solo agli addominali perché in tutte le altre parti del corpo mi difenderò. Quell’uomo non pensò all’umiliazione della proposta e non gli parve vero, del resto tutti pensavano che il loro limite era che lei era troppo veloce e non riuscivano a colpirla, un solo pugno e avrebbero vinto. Allora l’uomo si affrettò ad accettare la proposta. Martina disse: inizia pure! Lui partì con tutta la sua forza a colpire gli addominali di Martina. Fu incredibile, quell’uomo scoprì una cosa che non si sarebbe mai aspettato, quella ragazzina così apparentemente fragile e delicata aveva degli addominali di puro acciaio. L’uomo dopo i primi colpi portati alla massima potenza guardò negli occhi Martina, si aspettava una smorfia di dolore ma vide solamente una splendida ragazzina sorridente che gli disse: hey amico ti conviene muoverti perché un minuto passa veloce, l’uomo allora si buttò a capofitto colpendola all’impazzata ma Martina incassava senza difficoltà con i suoi addominali d’acciaio. Non c’era più niente da fare, passato il minuto l’uomo era esausto e capi che non c’erano più speranze. A quel punto l’unica soluzione sarebbe stata la fuga. Martina lo guardò, lui era esausto, madido di sudore, dolorante in quasi tutte le parti del corpo e senza più idee, Martina invece aveva solo l’imbarazzo della scelta su quale soluzione definitiva adottare ma ormai le carte erano in tavola, non stette tanto a pensarci e con due pugni dei suoi in pieno stomaco ridusse l’uomo ad uno stadio totalmente inerte, il dolore lo costringeva a rimanere rannicchiato su se stesso, i suoi addominali erano pressoché lacerati. Martina lo aiutò per un braccio ad alzarsi, poi lo scagliò contro le corde, lui faticava a reggersi in piedi, le sue gambe non giravano più, il suo corpo non rispondeva, doveva impiegare tutte le sue energie per non cadere e per giunta si sentiva svenire per il dolore, le corde lo rimpallarono verso il centro del ring dove Martina lo aspettava. Lei tese la sua magnifica gamba in avanti e la puntò verso la pancia di lui e sfruttando l’inerzia che le corde gli avevano dato lo issò in alto sopra la sua gamba in una meravigliosa spaccata. Le sue gambe formavano una linea retta perfetta perpendicolare al pavimento ed il suo corpo era inclinato in avanti. Quell’uomo invece, il campione di boxe, la giovane promessa, il peso massimo di oltre 140 Kg pieno di muscoli giaceva semisvenuto, inerte, penzolante sopra il piede velato di lei che lo teneva li, sollevato a 170 cm dal suolo, senza apparente sforzo in una spaccata perfetta. Si guardò intorno, si girò su se stessa facendo perno sul piede a terra in un’autentica posizione da dominatrice di quella situazione. Tutti e sei gli uomini erano a terra chi semisvenuto chi solo dolorante ma al punto tale che non riuscivano ad alzarsi da terra e lui, l’uomo più rappresentativo, il più forte, issato sul fantastico piede di Martina il cui corpo perfetto ora sprigionava una potenza inaudita non solo per le sue dimensioni ma in senso assoluto. La rissa era finita, quegli uomini non raccontarono mai a nessuno l’accaduto. In quattro lasciarono la boxe senza dare spiegazioni a nessuno gli altri tre continuarono ma i loro risultati peggiorarono si vedeva che nella loro testa era accaduto qualcosa. L’umiliazione subita quel giorno non li avrebbe più abbandonati. Martina tenne quell’uomo sospeso per oltre 2 minuti finche non vide i primi che provarono a rialzarsi poi lo appoggiò a terra, aiuto gli uomini ad alzarsi ad uno ad uno e li dispose di fronte a lei a circa 50 cm uno dall’altro e, fatto ciò, si preparò per il saluto finale, si reinfilò le sue scarpe con tacco a spillo mentre quegli uomini come degli zombi stavano lì, perché stare in piedi era il massimo sforzo che potevano fare, si librò in volo e con il suo classico calcio volante ruotato e rovesciato colpì in sequenza i 7 uomini facendoli volare tutti fuori dal ring senza toccarne le corde. L’impatto fra la punta della sua scarpa e quei volti fu devastante, il primo si riebbe oltre 6 ore dopo. Martina uscì da quella palestra e torno alla sua vita normale.