La mia collega Maria By Max enjoy_4_u@hotmail.it Capitolo 01 – Maria, una collega con un segreto impensabile Tutti pensavano a Maria come ad una ragazza particolare, o meglio una collega particolare. Da tutti definita "bella" anche se non spiccava per bellezza, era dotata di un fascino particolare, forse per merito anche dei suoi occhi da cerbiatta, che attiravano lo sguardo e ti ammaliavano ogni volta. Quel velo di rossore costante al viso poi, contribuiva a renderla cosi' attraente. Fisicamente molto carina, aveva un bel seno, che non mancava di mettere in risalto, con reggiseno a balconcino, e camicette scollate e un po' strette, che spesso lasciavano anche intravedere tra un bottone e l'altro la curva del seno. Le gambe non erano da meno, portava quasi sempre la gonna, senza calze, con scarpe basse aperte, e l'occhio correva lungo quelle belle gambe, lisce, non troppo magre ma nemmeno grasse. Giuste si sarebbe detto. E lo sguardo correva quasi sempre sotto la gonna. Aveva la malaugurata abitudine (o benedetta secondo i punti di vista) di tenere le gambe sempre un po' aperte, permettendo spesso di intravedere fino allo slip bianco che portava. Sembrava sempre farlo senza malizia, senza pensare che noi maschietti la osservavamo con interesse. Era proprio quel suo modo di fare, che non sembrava affatto voler essere provocante, anche se alla fine lo era, che la rendeva cosi' attraente. In tanti avevano provato ad uscire con lei, me compreso, ma si era sempre negata, era sempre molto taciturna, parlava solo se interpellata, e se ne stava in disparte, a meno che qualcuno non la coinvolgesse direttamente. Io ero piuttosto cotto di lei, la osservavo ogni volta che potevo, e la fotografavo di nascosto quando riuscivo. Non solo inquadrature normali, ma anche speciali.. delle belle visioni del suo seno nella scollatura, o delle sue gambe (e non solo) sotto la gonna. Sembrava non essersi mai resa conto di nulla, ero attento, e con me si comportava come con tutti gli altri. A volte sembrava piu' loquace, altre meno. Ma non si era mai andati oltre il parlare nell'ambiente di lavoro. Mai un uscita o simile. Poi qualcosa cambio'. Pian piano le chiacchierate si fecero piu' insistite, e non sempre cercate da me, sembrava che anche lei avesse voglia di parlare. Si era messa a cercarmi durante le pause, a tenermi compagnia anche se eravamo soli, cosa mai successa, come se temesse quasi che, essere soli, fosse indicativo di qualcosa di troppo. E poco per volta la situazione maturo'. Un giorno stavamo chiacchierando soli, e lei si lamentava dei ragazzi, che volevano solo una cosa, che non pensavano mai ai bisogni femminili, eravamo li', io appoggiato al muro, lei vicino a me, quando con foga esclamo': "Si' perche' voi ragazzi pensate solamente a soddisfare questo!" accompagnando la frase mettendo saldamente la mano sulla mia intimita'. Li' per li' rimasi interdetto, non sapevo cosa dire. Il mio uccello, fino a quel momento a riposo, prese a svegliarsi rapidamente. "Vedi" incalzo', "e' bastato poco per avere la tua reazione, ho ragione io" concluse. A quel punto ritrovai un po' di voce, sempre con la sua mano che copriva le mie parti basse "Beh non direi", le dissi, "non hai dimostrato nulla, non credi che sia normale la reazione se una bella ragazza mette la mano li'?", restavo immobile, aspettando che togliesse la mano, ma sperando che non lo facesse. "Pero' ti piace quello che sto facendo" continuo' lei "Ed a chi non piacerebbe" "E non pensi a cio' che potrebbe piacere a me?" domando' palpando la mia erezione "Si' che ci penso, ma non e' che mi aspettassi questa situazione sai" le dissi sinceramente "E cosa mi piacerebbe secondo te?" "Non lo so, penso che quello che stai facendo a me potrebbe piacere anche a te", risposi osservandola un po' imbarazzato "Puo' darsi" fece lei ammiccando, "e se mi piacesse qualcos'altro?" Io la guardai incuriosito, non conoscevo questa parte di lei, sembrava sempre cosi' "restia" a questo mondo.. "Se qualcosa ti piace, lo si fa punto e basta" le dissi dopo un attimo "Sicuro?" Fece lei accentuando un po' la palpata sul mio uccello ormai al massimo "Certo" "Lo dici solo perche' ti sto toccando o fai sul serio?" mi chiese dubbiosa "Sono sincero" le dissi "Vedremo" fece lei togliendo la mano, "in effetti sei l'unico che insiste a parlarmi a coinvolgermi" continuo', "gli altri mi hanno un po' lasciato perdere, forse a te non interessa solo avere. Guarda pero' che sono esigente!" concluse "Nessun problema" le dissi mettendole una mano su una spalla, "nessun problema" Sorridendomi ci avviammo ai nostri posti di lavoro. Per un po' non successe piu' nulla, fino a che un giorno, durante una pausa in cui non eravamo soli Maria mi sorprese "Facciamo due passi?" Come al solito restai interdetto dal fatto che prendesse l'iniziativa, ma mi ripresi subito "Perche' no" le dissi avviandomi al suo fianco. Eravamo soli, nessuno ci segui'. Di solito il giro includeva una passeggiata attorno al gruppo di capannoni vicino a dove lavoravamo, e c'era un lato piuttosto coperto, dove di solito venivano parcheggiati camion piu' o meno grandi, come un piccolo deposito mezzi. Anche quel giorno Maria era vestita con una bella gonna larga di jeans, ed una camicetta scollata, io la guardavo, correndo lungo la scollatura, seguendo il suo seno.. Ad un certo punto si fermo', mettendomi una mano sul braccio. "Allora tu davvero vuoi soddisfarmi?" Io arrossii un po' preso alla sprovvista, "beh messa cosi' e' un po' rude sai" le dissi "Pero' dici che non pensi solo a soddisfare te stesso" continuo' mettendo l'altra mano sulla cintura dei miei pantaloni. "E' vero lo dico, e sono sincero" le dissi, iniziando gia' ad eccitarmi "E me lo dimostreresti?" fece lei con uno sguardo a meta' tra lo sbarazzino e l'innocenza pura "Certo" risposi accarezzandole un braccio. Lei mi spinse piano tra due camion, accarezzandomi l'erezione "Sicuro?" mi sussurro' piano "Si'" "Vediamo" fece lei iniziando a slacciarmi i pantaloni piano piano. Il mio uccello era sempre piu' duro, non pensavo al fatto che eravamo all'aperto, protetti solo da due camion parcheggiati. Mi fece scivolare i pantaloni alle caviglie, e presto seguirono gli slip. Il mio uccello duro svetto' verso di lei, che rapida lo prese in mano "Sei ben dotato" fece carezzandolo, "ed anche queste non sembrano male" aggiunse mettendo l'altra mano a coppa sulle palle, soppesandole e massaggiandole. Io avevo il respiro corto, mi stava masturbando piano.. e non riuscivo a spicciare parola. "Chiudi gli occhi" mi disse languidamente. Io obbedii, e sentii che si abbassava.. lascio' andare sia lui che loro, e dopo qualche secondo sentii le sue labbra dare un bacino alla punta dell'uccello. Mi figurai che fosse l'inizio di un pompino, e mi preparai al piacere "Vado?" fece lei dal basso, "sicuro?" "Si' ti prego" le risposi con un piccolo gemito Non sentii nulla per qualche secondo e poi.. la sorpresa.. Sentii il suo piede colpire con forza tra le mie gambe, calciando in pieno le palle penzolanti, lo sentii schiacciarle inesorabilmente.. aprii gli occhi con un gemito soffocato, vidi l'espressione soddisfatta sul suo volto, prima di chinarmi con le mani sulle ginocchia, boccheggiando per il colpo ricevuto, non era stato un colpo particolarmente forte, era piu' la sorpresa per cio' che aveva fatto. Maria si chino' verso di me, infilando rapida la mano sotto il mio braccio, raggiungendo le palle, non coperte nemmeno dall'uccello che era duro come il marmo, le afferro' saldamente iniziando a stringerle e costringendomi con l'altra mano a mettermi dritto contro uno dei camion parcheggiati. "Perche'?" le chiesi sentendo la sua forte presa stringere le mie palle "Come perche'?" fece lei incuriosita, "non avevi detto che potevo divertirmi come volevo? Che avresti fatto cio' che mi dava soddisfazione?" continuo' stringendo di piu' le palle. "Si' ma.." iniziai a dirle "Si' immagino" mi interruppe lei, "tu pensavi che ti avrei fatto un pompino vero?" continuo', "ma non a tutte piacciono le stesse cose sai" Io la guardavo, il movimento le aveva messo in mostra il seno, ed il mio sguardo cadeva nella sua scollatura "Ti piacciono le mie tette vero?" mi disse, "a me piacciono le tue palle, e se sei un uomo, e sai mantenere la parola, mi ci lascerai giocare ancora" concluse dando un'ultima forte strizzata e lasciandole andare. Il tutto non era durato a lungo, il dolore non era eccessivo, nemmeno poco, non sapevo cosa dire. "Dai ricomponiti", mi disse accarezzandomi l'uccello duro Io pian piano mi tirai su slip e pantaloni, provai a muovermi, riuscivo a camminare bene, il dolore stava passando. "Sul serio ti piace quello che hai fatto?" le chiesi "Da matti" mi rispose lei con un sorrisone che non lasciava dubbi "Sei un ragazzo sincero tu?" mi chiese "In che senso?" le dissi "Hai detto che potevo fare quello che mi piaceva no?" "Non mi immaginavo certo di essere preso a calci nelle palle" le dissi un po' risentito "Io mi lascerei colpire al seno dal ragazzo a cui voglio bene" mi disse con noncuranza, "e' normale accontentare il partner" "Ma noi non siamo partner" le dissi un po' stupito piu' dall'affermazione del colpi al seno che non da quella che sembrava una proposta, "o almeno non ancora" "E' vero, ma era per farti capire, tu sei l'unico che continua ad interessarsi a me, per cui penso di piacerti" Dopo un attimo di riflessione ammisi, "si' mi piaci, ma da qui a prenderle a calci" "Vuoi dire che rinunci?" fece lei un po' delusa "Devo pensarci" le dissi, non certo allettato all'idea di essere oggetto abituale di quel genere di gioco. Tutto riprese con la solita routine, l'unica differenza che si notava era una maggior loquacita' di Maria nei miei confronti. Qualche battuta si sprecava, ma sostanzialmente non piu' di tanto, in quanto in generale aveva gia' avuto periodi in cui mi parlava di piu' ed altri in cui mi parlava di meno. Non toccammo l'argomento per parecchio tempo. Poi un giorno durante una delle nostre pause solitarie, cosa rara, le chiesi di uscire "Allora, quando ci mangiamo una pizza?" le chiesi tranquillo. "Quando vuoi" mi rispose lei, "aspettavo che tu me lo chiedessi" "Davvero?" le chiesi incuriosito "Certo!" confermo' lei, "vieni a casa mia?" mi domando' diretta "Se intendi passare a prenderti e' scontato" le risposi, "se dici altro, pensavo uscissimo a mangiarla" conclusi "Per questa volta la mangiamo a casa mia" mi disse, "voglio poter parlare liberamente senza pensare che ci senta qualcuno" concluse. "Va bene" accettai. Ci accordammo poi per il giorno, e la sera prestabilita arrivai a casa sua. Non mi ero messo nulla di particolarmente elegante, conoscendo il tipo di persona, qualcosa di sportivo, jeans ed una maglietta. Vidi la porta aprirsi ed il viso di Maria fare capolino da dietro, notai solo di sfuggita che sembrava "nascondersi" al di la' della porta, ma non ci diedi peso. "Ciao, vieni entra" mi disse. Io salutai ed entrai, mi girai per salutarla bene ed ebbi la prima sorpresa. Maria indossava un grembiule da cucina, piuttosto scollato e corto, sopra all'intimo, niente altro. La guardai un po' stupito. "Beh, che c'e'?" mi chiese con la sua solita aria innocente. "Niente" le risposi dopo qualche secondo, "solo non mi aspettavo di trovarti cosi'" aggiunsi indicando il suo corpo. "Non ti piaccio?" fece lei facendo una piroetta su se stessa e dandomi cosi' visione del suo bel sederino coperto (si fa per dire) da un piccolo perizoma. Io rimasi ancora senza fiato, poi.. "Certo che mi piaci!" le dissi d'un colpo, "di certo pero' non pensavo che al primo incontro ti facessi trovare cosi'" continuai. "Beh, io ho voglia di divertirmi stasera e tu no?" fece lei contenta, "dai mettiti comodo" aggiunse facendomi strada. Io la seguii ammirando il suo sederino, cosi' tondo e bello, desiderando toccarlo per saggiarne la consistenza. Il mio uccello si stava svegliando rapidamente. La seguii in cucina, dove vidi la pizza in forno che finiva di cuocere. "Oh, l'hai fatta tu?" le dissi, "che brava!" "Grazie" fece lei girandosi, "ma aspetta prima di assaggiarla, magari fa schifo!" fini' ridendo. "Ma no che dici", ribattei, "sara' buonissima" "Che adulatore" disse avvicinandosi e carezzandomi un braccio. "Dai, mettiti comodo!" mi ripete'. Lei dovette capire dal mio sguardo che non avevo capito, cosi' si avvicino' e strattonandomi la cintura mi disse "Spogliati, mangiamo belli liberi stasera, tanto non ci vede nessuno". "Cosi', pronti via?" le dissi ridendo "Perche' no", fece lei sorridendomi divertita, "almeno sara' una piacevole serata no" "Ok" le feci alla fine alzando le spalle. Mi spogliai mentre lei mi guardava, lasciando la mia roba su una sedia del salotto, Maria segui' attenta tutte le mie mosse. Quando rimasi solo in slip parlo'. "Beh, vedo che la situazione non ti dispiace" fece indicandomi il rigonfiamento tra le gambe "Eh" le risposi io guardandola, "il panorama non e' niente male" "Ma come sei gentile." disse lei lasciandosi ammirare per bene, "pero' immagino che averlo duro costretto a stare rinchiuso nelle mutande per un maschietto sia un po' limitante vero..." "Mah insomma" le dissi pensando di sapere dove voleva arrivare, "diciamo che gli da' un po' fastidio poverino" conclusi seguendo la sua onda di malizia. Maria si avvicino' rapida, mi mise le mani sui fianchi e veloce mi tiro' giu' gli slip dicendo "facciamo che stai cosi', in questo modo puo' svettare libero" fece mentre lui puntava dritto verso di lei ora che era libero da qualsiasi costrizione. "Andiamo" aggiunse poi, afferrandomi l'uccello duro e riportandomi in cucina vicino al tavolo. Io non riuscivo a spiccicare parola, inizialmente mi limitavo a fissare il suo bel corpo, cosi' sexy in quella mise.. poi piano piano iniziammo a parlare un po' del piu' e del meno, niente cose impegnate. Arrivo' il momento di mettersi a mangiare, con noncuranza Maria si tolse quel grembiule, restando in perizoma e reggiseno molto essenziale, che lasciava vedere i suoi bei capezzoli duri, e si sedette davanti a me, iniziando a preparare i piatti. Inizialmente mangiammo in silenzio, un silenzio naturale pero', non pesante. La pizza era buona e glielo dissi. "Grazie", fece lei, "sei sempre molto gentile" "Ma no davvero", ribattei, "e' buona". Lei sorridendo mi disse ancora grazie, poi sentii un piedino cominciare a carezzarmi tra le gambe, la fissai un po' stupito. "Non potendo darti un bacino di ringraziamento" mi disse lei in risposta, "vedo di fare qualcosa di alternativo... se per te va bene.." concluse "Oh si' va benissimo" feci io, allargando le gambe.. il suo piedino mi stimolava l'uccello duro in modo molto piacevole. "Certo che sei bello eccitato eh" mi disse ridendo "Beh, fai un certo effetto sai" "Grazie" mi fece ancora. Continuammo a mangiare, con la sola differenza che ora il suo piede stazionava fisso tra le mie gambe, appoggiato alla sedia, contro le mie intimita'. Ogni tanto mi stuzzicava, tenendo viva l'erezione, non fece mai alcun movimento che mi procurasse dolore, era molto delicata, molto abile con quel piedino, a stuzzicare il mio pene duro, carezzandone la punta piano piano, strofinandosi sull'asta, titillando ogni tanto le mie palline provocando brividi di piacere. E intanto parlava e mangiava.. parlava del piu' e del meno, all'apparenza senza dare alcun peso a quello che stava facendo tra le mie gambe. Sulla fine della cena i discorsi si fecero piu' "intimi". Inizio' a parlarmi dei suoi ex, che non l'avevano mai trattata bene, usandola piu' che altro per il loro divertimento. Si confidava con me, aprendosi come non aveva mai fatto, giustificandosi per il suo comportamento chiuso ed associale in ufficio. Ci spostammo nel suo salotto, dove mi fece accomodare in un angolo del divano, mettendosi in quello opposto, si giro' verso di me invitandomi a fare altrettanto, e subito si rimise a giocare con i piedini tra le mie gambe. Stavolta giocava in modo piu' deciso, cercando di provocarmi un piacere maggiore, e intanto parlava, anche se era piu' difficile darle retta. "Sai, mi e' piaciuto un sacco quel giorno farti quelle cose", mi disse ad un certo punto "Parli di quando mi hai calciato?" le risposi mentre sentivo il piacere aumentare ad ogni istante "Si'" e dopo una pausa, "perche' non ti sei arrabbiato con me? Un altro mi avrebbe come minimo presa a schiaffi" aggiunse "Le donne non si picchiamo" le risposi evasivo, "e poi, in fondo sono stato io a darti il permesso" "Non penso che ti aspettassi quello pero'" fece ridendo ed aumentando il ritmo del movimento dei suoi piedini sul mio cazzo sempre piu' duro, accrescendo la mia eccitazione. Ripensai a quello che mi fece quel giorno.. al dolore alle palle che mi provoco'. "Nnno in effetti non pensavo certo a quello" le dissi mugolando di piacere "Ma non ti sei arrabbiato" insiste' lei "No.." le risposi, ero eccitato, il tocco dei suoi piedini era abilissimo, "non mi arrabbierei nemmeno ora" aggiunsi. "Davvero?" fece lei maliziosa "Davvero" mugolai, "anche se preferisco di gran lunga godere" aggiunsi sospirando. Maria stette in silenzio per un po', continuando a lavorarmi l'uccello, ormai stavo per venire "Vuoi che vada fino in fondo?" mi chiese rallentando il ritmo "ssi'i'i'" sospirai, "ti prego" "Non preferiresti scoparmi? o venire nella mia bocca?" usava le parole per continuare a stimolarmi "pensa, un bel pompino, la mia lingua che ti avvolge la cappella.. la mia figa che inghiotte il tuo cazzo duro" "Ahh si'i' si'i'" "Ma voglio qualcosa in cambio.." "Si' si' va bene" le dissi in preda al piacere "Sicuro? Voglio le tue palle, mi lascerai fare tutto quello che voglio" "mmm aaa si'i'" acconsentii, volevo venire, "vvva beeene" Maria intensifico' nuovamente il suo lavorio, ed in poco senti'i' esplodere il piacere.. il mio cazzo inizio' a pulsare emettendo forti getti di caldo seme, Maria intensifico' ancora il movimento dei piedi, facendomi godere tantissimo, non smise fino a che il mio cazzo non si affloscio' poco per volta. Maria aveva i piedi e le gambe sporchi del mio sperma, che era caduto anche sulla mia pancia ed un po' sul divano. Con fare sensuale da vera puttana a dirla tutta, si porto' il piede vicino al viso, leccando avidamente tutto.. dio com'era flessibile.. prima un piede e la gamba, poi l'altro.. li lecco' perfettamente... poi si chino' a leccarmi l'asta e la pancia.. puli' tutto, finendo anche per leccare il divano.. ora che ebbe finito, il mio uccello era tornato duro. "Ma guardalo" disse, "ancora eccitato eh" "Difficile non esserlo osservandoti" le dissi "Vorresti che ricominciassi vero?" "Magari!" esclamai spassionatamente "Beh, ora preferirei divertirmi io!" fece lei mettendosi in posizione come prima, ma senza appoggiare i piedi tra le mie gambe "Sei pronto?" mi disse. "Non scherzavi allora.." dissi io con una falsa speranza "Secondo te, dopo che ti ho colpito nelle palle all'aperto, e che ti ho detto quel che ti ho detto qui prima" fece lei, "stavo scherzando?" "Eh un po' ci speravo" le dissi "Ci stai ripensando?" fece lei con una voce un po' delusa, "perche' se ci ripensi, va beh, la serata finisce qui ed amen" si sentiva la delusione nella sua voce. Fui combattuto se usare quella via di fuga, ma osservandola, cosi' bella, cosi'.. beh era lei, Maria, l'oggetto di tanti miei sogni "No non ci ripenso" le dissi allargando un po' di piu' le gambe, "ma sbrigati prima che magari mi passi il coraggio" aggiunsi. Lei sorrise felice, "chiudi gli occhi" mi disse. Eseguii senza dir nulla, con quella sensazione di "gia' vissuto", subito sentii il suo piedino ricominciare a giocare tra le mie gambe, con dolcezza. In breve tornai duro completamente, sentendola giocare con il mio uccello, stimolare il glande rosso e gonfio di piacere.. continuo' per un po', dandomi l'impressione di averci ripensato.. poi d'improvviso colpi'.. una forte tallonata precisa precisa al centro delle mie palle completamente esposte.. il piede impatto' con violenza sul sacco scrotale, schiacciando le palle che scapparono da quel colpo, senza peraltro trovare una via di fuga accettabile. Maria schiacciava con i testicoli, continuando a premere il tallone ed a girare il piede, come se stesse schiacciando qualcosa per terra, cercai di chiudere le gambe, ma ormai il piede era li' e schiacciava sempre di piu'. Il dolore era prepotente, un po' mitigato dall'eccitazione che mi aveva provocato, ma si faceva sentire. Maria ridacchiava eccitata e contenta.. premendo e girando il tallone sulle palle morbide. Dopo quella che parve un'eternita', smise di schiacciare, calando la pressione, io iniziai a boccheggiare, riprendendo fiato. Solo allora riaprii gli occhi e la osservai rapito. Mi guardava sorridendo. "Come va?" mi disse "Stavo meglio prima.." le risposi con un tono di voce abbastanza normale "Pero' sei ancora duro" fece ridacchiando ed indicando il mio cazzo che spuntava da sotto il suo piede, ora solo appoggiato leggero sulle mie intimita' Io feci spallucce, non sapendo onestamente cosa dire, lei per contro inizio' a slacciarsi il piccolo reggiseno..liberando con un movimento molto sexy i suoi seni cosi' belli sodi, non enormi, ma nemmeno piccoli, e molto belli.. Io la osservavo con gusto.. "Un piccolo premio perche' sei stato bravo" fece lei, "tu fai divertire me" continuo' aumentando un po' la pressione sulle palle, facendo rinascere immediatamente un dolore non sopito, "ed io faccio divertire te" concluse palpeggiandosi un seno con una mano e portandosi l'altra tra le gambe. Io la guardavo toccarsi, vedevo i capezzoli duri, grandi.. come li adoro io.. dei bei capezzoli che rendevano importanti quelle belle pere. "Allora che mi dici?" fece dopo un po', "pensi di aver voglia di alzarti e metteri davanti a me a gambe aperte, con le palle belle penzoloni?" concluse alzandosi in piedi. Io la seguii un po' in trance da quel bel corpo, borbottando un "ma si' dai", ben sapendo che aveva in mente di rimettersi a giocare a calcio con i miei gioielli, il mio sguardo correva dalle sue gambe al suo viso. Era bella.. anche i piedini erano belli a ben guardarli, e non mi importava in quel momento cosa mi avrebbe fatto. Mi misi davanti a lei aprendo le gambe, l'uccello duro che puntava dritto verso il suo seno. "Allora cosa devo fare?" mi chiese Maria innocente Io la guardai perplesso, "Come cosa devi fare?" le dissi, "mi devi prendere a calci nelle palle no?" conclusi cadendo nel suo giochetto involontariamente Lei rise e mi prese un po' in giro "Oh beh, se me lo chiedi cosi', non posso non farlo" e lascio' partire sull'ultima parola un forte calcio che colpi' di pieno collo le palle esposte, uno schiocco forte, con il piede che le pressava inesorabilmente verso l'alto, Maria le senti' chiaramente schiacciarsi, scappare da sotto il piede. Il dolore esplose prepotente tra le mie gambe, incendiandomi il basso ventre. Non so per quale motivo, ma nonostante il dolore, la voglia di chinarmi a proteggerle, feci il possibile per non lasciare la posizione. Sentivo le palle pulsare, ma restai li' a gambe larghe, le mani sui fianchi per tentare di resistere, mi chinai un po' in avanti, facendo grandi respiri, e resistetti. Non vidi Maria correre alle mie spalle, infilare la mano tra le mie gambe ed afferrare prepotentemente le mie palle, piu' o meno come l'altra volta. Sentii quando le affero', affondando le dita nei miei morbidi testicoli, la sentii ridacchiare divertita, mentre stringeva sempre di piu'. Il dolore era alto sempre piu' accentuato. Maria stringeva e rideva, sentivo le dita affondare nelle palle, resistetti il piu' possibile in piedi, chinandomi in avanti, le mani sulle ginocchia.. resistetti fino a che non sentii le sue unghie affondare nei miei testicoli, lancia un grido di dolore e crollai a terra. Maria non mollava la presa, stava godendo come non mai, si sentiva sempre piu' calda ed eccitata, i capezzoli duri e tesi all'infuori.. aveva goduto nello schiacciare le palle sotto il tallone, aveva goduto ancora di piu' nel tirare quel bel calcio, nel vedere l'espressione di dolore nel viso, nel sentire le palle schiacciarsi.. era entrata in estasi quando le aveva afferrate e strizzate, fino a che non si era decisa ad affondare le unghie nelle palle, voleva stendere quel maschione attraverso la sua virilita'.. senza pero' esagerare, sapeva che non serviva darci troppo dentro per stenderlo. Non mollo' la presa nemmeno quando furono a terra, le teneva saldamente, non aumento' la pressione, ma calo' l'intesita' delle unghie per evitare pericoli, ma le tenne strette fino a che non sembro' passata un'eternita'. A quel punto lascio' andare le palle, facendo pero' in modo di sdraiarmi sulla schiena a gambe aperte, si getto' su di me prima che potessi coprirmi e lascio' partire una sola forte ginocchiata che mi fece uscire tutto il poco fiato rimasto, assieme ad un gemito di dolore.. le palle ardevano come non mai, sembravano voler esplodere. Mi rannicchiai con le mani a massaggiarle cercando di lenire il dolore. Maria mi osservava divertita, seduta li' accanto, apri' le gambe e si infilo' una mano nell'intimo iniziando a masturbarsi. Si sentiva chiaramente il suono dei suoi umori, era bagnata fradicia, soddisfatta ed eccitata per quello che aveva fatto, osservava tra le mie gambe, il mio cazzo ancora abbastanza duro nonostante quello che aveva subito. Dopo un po' si sdraio' vicino al mio bacino, allontano' le mie mani ed inizio' a succhiare quell'asta dura, massaggiando piano con le mani le palle rosse e gonfie. Ben presto dimenticai il dolore, dimenticai tutto gustando appieno quel sapiente pompino. Era abilissima, leccava l'asta lasciando scorrere la lingua lievemente, avvolgeva il glande in un "abbraccio" da urlo, le sue labbra coccolavano il cazzo, ed il risucchio stuzzicava aumentando il piacere. Con la mano accarezzava le palle, aumentando l'eccitazione, coccolando anche loro. Piano piano mi porto' al culmine del piacere, sentii esplodere il cazzo nella sua bocca, riempiendola di caldo sperma che Maria abilmente inghiottiva, succhiava e succhiava avida del mio seme, continuo' a succhiare anche quando si furono esauriti gli ultimi spasmi di piacere, succhio' fino a che il mio uccello non torno' floscio tra le sue labbra. Solo allora lo lascio' e lecco' piano le palle per un tempo infinito... stavo cominciando a sentire il mio cazzo risvegliarsi quando smise di leccarle, si struscio' su di me fino al mio viso e mi bacio' profondamente, infilandomi la lingua in bocca con passione. "Grazie" mi sussurro' quando si stacco' dalle mie labbra. "Grazie a te" le dissi toccandole il sedere.. quel culo cosi' bello "Lo dovremo rifare" mi disse lei "Lo rifaremo, ancora e ancora" le risposi, "sempre di piu'" aggiunsi "Continui a non cambiare idea allora..." sussurro' felice "Se il premio e' sempre all'altezza.. ci sto a tutto!" ribattei.. "Sicuro" fece lei maliziosa portando una mano tra le mie gambe e passando le unghie sulle palle senza pero' far male, "potrei stupirti con la mia fantasia.." "Hai la stessa fantasia anche per altri generi di giochini giusto?" le feci seguendo la sua onda di malizia, e sottolineando la cosa palpeggiandola ancora di piu' ed allargando una gamba per permetterle un accesso piu' agevole. "Potrebbe stupirti la mia fantasia" fece lei in risposta "Intanto non scherzavo quando ti dissi anche che potevi colpirmi i seni", lo disse senza guardarmi direttamente, arrossendo un po' Ricordavo quando lo aveva detto e ricordavo anche che avevo subito pensato come potesse essere colpirle i seni e perche' no, la micia. "Sul serio posso?" le chiesi titillandole un capezzolo "Certo" rispose "Ricordo che dissi anche che poteva farlo il ragazzo a cui vuoi bene" aggiunsi ricordando meglio il tutto "quindi il tuo moroso in sostanza.." e dopo una pausa "stiamo insieme allora?" Lei stette in silenzio un po', poi "sai ti stupira'" fece, "ma per assurdo prendo a calci nelle palle solo il mio fidanzato, e quindi solo lui puo' farmi certe cose" La osservai negli occhi.. era in imbarazzo, temendo che quello che aveva detto mi spaventasse forse piu' delle sue passioni.. io le sorrisi e la baciai sulla bocca, un bacio lungo e pieno di passione. Quando ci staccammo mi sorrise e sussurro' un "grazie" "Aspetta a ringraziarmi" le dissi malizioso, era il mio turno di malizia, "anch'io ho una bella fantasia" aggiunsi al suo sguardo interrogativo strizzandole e torcendole un po' quel capezzolo cosi' duro e grande.. Lei rispose con una strizzatina di palle ed un sorriso.. "meglio cosi'" concluse...