LULU - Parte sesta Era stato un pomeriggio veramente intenso e molto soddisfacente e quando uscii dalla casa di Yuri per tornarmene a casa mia, avevo imparato diverse cose. La prima era su come avrei dovuto relazionarmi con lui se volevo accontentarlo. La seconda era che, accontentando lui, la mia sessualita' ne provava un enorme giovamento e la terza era che dovevo vestirmi in una certa maniera per rendere il tutto ancora piu' sensuale. Il problema era mettere in atto poi questi insegnamenti e questo era decisamente piu' complicato. Se il mio giovamento sessuale dipendeva in modo cosi' smaccato dal suo e quindi era una logica conseguenza dell'eccitazione che gli provocavo, gli altri due erano decisamente piu' complicati da realizzare. Tanto per cominciare, la mia autorevolezza era cominciata nel momento in cui mi ero arrabbiata davvero e sarebbe stato complicato trovare una scusa simile ogni volta. Dovevo percio' lavorare di fantasia ed imparare ad essere autoritaria anche nei momenti in cui non c'erano motivi per esserlo. Decisi percio' di fare un corso accelerato e quale migliore occasione farlo con mio fratello che in quel periodo detestavo? Tornata a casa, entrai nella sua camera dove lui era intento come suo solito a giocare alla playstation. Neanche mi degno' di un saluto. Io gli girai intorno e poi tolsi la spina del gioco - Ma che cazzo fai, sei impazzita? Mi hai fatto perdere la partita- mi apostrofo' mio fratello - Calmati nanerottolo. Da adesso in poi tu mi devi portarmi rispetto. Io sono tua sorella piu' grande e sono piu' forte di te e pertanto tu dovrai fare quello che ti ordino- - Te lo puoi sognare. Esci dalla mia camera e non mi rompere piu'- - Ascoltami bene e non costringermi ad usare le maniere forti. Ora vai in cucina e mi porti qualcosa da bere e sbrigati- Mio fratello mi scruto' aggrottando le sopracciglia - Che devi fare per caso una recita a scuola e ti stai imparando a fare la dura? Beh, con me non attacca. Esci per favore che non voglio vedere la tua faccia in camera mia- - Allora non hai capito. Io sono cintura nera di karate e se non fai quello che ti ordino ti riduco in poltiglia- aggiunsi mettendomi in posizione di combattimento - Con la tua cintura nera ti ci puoi pulire il culo. E se provi soltanto a sfiorarmi col tuo karate del cazzo vado da mamma e papa' e poi voglio vedere come va a finire- Ando' a finire che uscii dalla sua stanza sconsolata. Il mio tentativo di imporre la mia autorita' in ambito domestico naufrago' prima di cominciare. Ma avevo altre armi a disposizione ed altri modi per imparare. E soprattutto altre persone sulle quali imporre la mia autorita', persone che mi temevano e che non sarebbero certo andati dai miei a lamentarsi se io li avessi obbligati a fare qualcosa contro la loro volonta'. Ad esempio con quei due che avevo picchiato due mesi prima, quando tutto era cominciato. Quelli erano tornati a scuola e da quel giorno mi evitavano come la peste, abbassando la testa ogni volta che ci incrociavamo. Avrei dovuto trovare una scusa, ma quello non sarebbe stato un problema. Ci pensai tutta la sera, dopo la solita telefonata con Yuri che durava piu' di un'ora e che faceva imbestialire i miei ed alla fine trovai la soluzione giusta. Li avrei ripagati con la stessa moneta col quale volevano imporsi con il mio compagno di classe Andrea. Il giorno dopo infatti, arrivai a scuola qualche minuto prima del solito e mi misi davanti ai cancelli della scuola sperando che nel frattempo Edoardo e Leonardo non fossero entrati. Prima di loro fece il suo arrivo Yuri, meravigliato che fossi in anticipo vistoso sul mio solito orario di arrivo a scuola e poi finalmente arrivo' la , come li chiamavo io. Malgrado le sue insistenze, non avevo detto niente al mio ragazzo su cosa volessi fare e lui stava accanto a me curioso come non mai. Intanto, i due avanzavano e, appena mi videro, abbassarono la testa come al solito per non incontrare il mio sguardo. Mi posi davanti all'entrata a braccia conserte - Salve ragazzi. Non si saluta?- - Buongiorno- risposero all'unisono senza nascondere pero' una certa preoccupazione - Stavate andando in classe, vero?- proseguii con naturalezza. Con loro, il tono autoritario mi usciva spontaneo - Certo. Fra dieci minuti iniziano le lezioni- rispose Leonardo mentre Edoardo fece semplicemente di si con la testa - Ma che bravi studenti. Prima pero' io e voi dobbiamo andarci a fare un giretto. Devo dirvi una cosa- - Che e' successo stavolta? Senti Luana, abbiamo fatto quello che ci hai chiesto, ci siamo comportati correttamente e non abbiamo piu' importunato il tuo amico, Che cosa vuoi da noi?- continuo' sempre Leonardo mentre il suo amico rimaneva ancora zitto. Anche Yuri si intromise - Ma che e' successo Lulu'? Questi due hanno di nuovo combinato qualcosa?- - Non e' un problema tuo e con questi due me la sbrigo io. Quanto a voi, e' meglio che facciate quanto vi dico se non volete fare il bis della volta scorsa. Ve lo ricordate, vero? Beh, l'altra volta sono stata tenera, stavolta potrei ridurvi peggio di quanto ho fatto allora- Parlavo a bassa voce per non farmi sentire dagli altri studenti che intanto entravano a scuola, ma la maggior parte di loro ci guardava e sorrideva maliziosamente come se avessero avuto qualche presentimento. I due si guardarono indecisi sul da farsi e alla fine mi seguirono docilmente. Avevano troppa paura di me e il ricordo di cio' che avevo fatto loro era ancora troppo fresco. Era ovvio che volevano evitare a tutti i costi un'altra figuraccia proprio all'ingresso della scuola e un'altra lezione simile a quella che avevo inflitto loro in quel modo cosi' brutale. Ci incamminammo senza che nessuno aprisse bocca, con Yuri quasi in estasi nel vedermi cosi' dominante, cosi' padrona della situazione, fino alla parte opposta della scuola, dove c'era il campo di pallavolo che a quell'ora era completamente deserto. Feci cenno alla strana coppia di mettersi a ridosso del muro e poi iniziai il mio show - Bene ragazzi. Dovete sapere che la mia professoressa di italiano mi ha dato un tema a casa e io non ho tempo di farlo in quanto devo allenarmi in palestra e poi devo uscire con il mio ragazzo e pertanto, ho deciso che me lo farete voi al posto mio- Tirai fuori dal mio zaino un foglio e lo consegnai a uno dei due che lo lesse con orrore e poi lo consegno' all'altro. C'era il titolo del tema che pretendevo fosse fatto da loro e ricordo che avevo scelto un tema che era un vero mattone e che riguardava il - Non e' giusto, tu non puoi pretendere che noi ti facciamo un compito del genere- stavolta era stato Edoardo a parlare. Io sorrisi e allontanai Yuri prendendolo per un braccio - Se sei sensibile conviene che te ne vada perche' adesso li gonfio di botte a questi due stronzi- Ricordo perfettamente cosa feci. Con la mia mano sinistra afferrai il braccio destro di Edoardo e poi scattai con il mio braccio destro effettuando un , un colpo portato con il dorso del pugno che si fermo' a pochi centimetri dal volto del ragazzo. Il suo amico si era nel frattempo defilato di qualche metro, impaurito ed incapace di accennare una qualsiasi reazione - Con il prossimo ti spacco la faccia e poi vado a cercare il tuo amico. Ho detto che voi dovrete farmi il compito e voi me lo farete, non e' vero?- Edoardo non provo' nemmeno a reagire o a scappare. Li avevo proprio terrorizzati per bene - D'accordo, lo facciamo, non e' vero Leo? Ma ti prego, togli questo pugno dal mio viso- Sorrisi pienamente soddisfatta. Quel, poveraccio se la stava veramente facendo sotto e credo che gli avrei potuto obbligare a fare qualunque cosa. Mi rivolsi poi a quell'altro e muovendo il dito indice gli indicai di avvicinarsi - Tanto lo sai che e' inutile scappare e che verrei a cercarti- Leonardo si avvicino' con cautela ed io lo sbattei sul muro accanto al suo amico e lo presi per il collo, avvicinando il mio viso a pochi centimetri dal suo. Potevo quasi percepire la sua paura, mentre riuscivo ad ascoltare il suo respiro affannato - Inutile dire che il tema dovra' essere perfetto e che dovro' prendere un ottimo voto- proseguii dandogli due schiaffetti sulla guancia. Erano piu' alti e robusti di me, ma io avevo ormai acquistato una sicurezza quasi infinita. Sapevo che avrei potuto ridurli peggio dell'altra volta se avessi voluto e questa condizione di superiorita' era inebriante e mi faceva sentire veramente straordinaria. I due accettarono tutte le mie condizioni, tremanti ed impauriti, ma non avevo ancora terminato e ordinai loro di rimanere ancora in quella posizione, addosso al muro. C'era una cosa che ancora non mi era andata giu' malgrado fossero trascorsi piu' di due mesi. Feci avvicinare a me Yuri, completamente stravolto per la scena alla quale aveva assistito e poi lo baciai con forza, come avevo fatto la sera prima quando lo avevo obbligato a cancellare quelle foto - Pensate ancora che io sia lesbica, teste di pirla?- I due scossero la testa ed io mi avvicinai minacciosa a loro -Quindi, ve la state facendo sotto di fronte ad una ragazza, ad una femmina, non e' cosi'?- - Si, ci siamo sbagliati. Sei una ragazza e anche molto ... .- Era stato Edoardo a parlare e poi ad interrompersi improvvisamente - Molto? Avanti prosegui se non vuoi farmi arrabbiare- Il ragazzo cerco' le parole adatte. Sapevo cosa stava per dire e pretendevo che dicesse quella parola, ma Edoardo aveva una paura tremenda della mia reazione - Bella- alla fine disse con un filo di voce - Ma e' un complimento. Io non ho mai pensato a male- Sorrisi e li lasciai andare. La sceneggiata era terminata e mi aveva divertita parecchio e prima di mandarli via ricordai loro che avrebbero dovuto consegnarmi il tema il giorno dopo prima dell'ingresso a scuola, cosa che fecero puntualmente, facendo tra l'altro un ottimo lavoro che sfruttai un mesetto dopo quando dovetti fare veramente un tema a piacere. Tornando a quell'episodio, devo dire che non ne vado affatto fiera, ma a sedici anni si puo' essere veramente idioti a volte ed io avevo effettuato una cattiveria gratuita nei confronti di quei due ragazzi. Yuri ne rimase comunque affascinato ed eccitato e per tutta la durata di quella giornata si rivolse a me con ammirazione, direi quasi con deferenza, elogiando il modo in cui mi ero comportata, aggiungendo addirittura che ero stata troppo buona con quei due, mentre io potei notare di nuovo come, comportandomi in quella maniera dominante e prepotente, mi sentissi alla grande. Era ovvio che mi rendessi conto che non potevo andare in giro a terrorizzare la gente, ne' tantomeno diventare la di una gang di adolescenti bulletti, ma comunque quella sensazione di vedere delle persone ed in particolare due ragazzi impauriti di fronte a me, scatenava al mio interno qualcosa di strano, di elettrizzante e di eccitante. Ma sapevo anche che non sarebbe stato facile farlo con il ragazzo che si ama. Diversi sono i sentimenti, diverse sono le sensazioni che si provano e diverse sono le motivazioni, ma avevo capito che con un po' di buona volonta' ero in grado di diventare quella che Yuri voleva, non solo perche' era lui a volerlo, il che sarebbe stato riduttivo per me, ma perche' a desiderarlo ero proprio io. Era proprio quella la spinta che mi indusse a proseguire su quella strada: a me piaceva. Ed anche se a volte mi vergognavo di quei pensieri, dovetti ammettere con me stessa che quei momenti mi stimolavano sensazioni straordinarie. L'ultimo inconveniente che avrei dovuto risolvere prima di riprovare a fare con Yuri quello strano gioco, era quello dell'abbigliamento da indossare in quelle situazioni. Inutile dire che, con la mia paghetta settimanale, non avrei mai potuto comprare quelle cose che tanto eccitavano il mio ragazzo e nemmeno sarei potuta entrare in uno di quei negozi dove li vendevano, probabilmente uno dei tanti sexy shop che stavano aprendo in ogni quartiere di Milano, considerando che ero ancora minorenne. In quei giorni che erano seguiti, avevo fantasticato spesso su quel tipo di vestiario, immaginandomi anch'io strizzata in quelle tutine e pensando alla reazione di Yuri nel vedermi vestita in quella maniera e devo confessare che l'idea mi stuzzicava alquanto. Ovviai alla mancanza di soldi e all'impossibilita' di entrare in quei negozi specializzati, con una idea che mi venne un paio di giorni dopo l'episodio di bullismo con Edoardo e Leonardo, quando accompagnai Yuri a prendere la sorella a danza. Oltre alle bambine dell'eta' appunto della sorella, c'erano anche un gruppo di adolescenti, forse un paio d'anni piu' piccole di me che ballavano soavemente sulle punte con indosso tutine di lycra nere molto simili a quelle delle modelle che tanto facevano eccitare Yuri. Andai cosi' in un negozio dove vendevano articoli per la danza e mi comprai una di quelle tutine. Mi stava aderente e fasciata proprio come quelle che indossavano le suddette modelle. Certo, non era proprio la stessa cosa, ma con qualche piccolo accorgimento sarei riuscita a far rimanere Yuri a bocca aperta. Comprai infatti con pochi soldi su una bancarella al mercato della Darsena una maglia elasticizzata che mi stava proprio come volevo io, scollata al punto giusto e aderente come nei miei programmi e il giorno stabilito, ovvero una settimana dopo il primo tentativo, indossai la tutina dopo aver tagliato la parte superiore e mettendoci quindi sopra quella maglia che avevo appena comperato, altrimenti mi avrebbe fatta assomigliare ad una ballerina, il che non sarebbe stato particolarmente sexy. Mi impossessai degli stivaletti di mia madre, proprio quelli indossati il primo giorno che ero uscita con lui e nascosi il mio abbigliamento mettendomi sopra altri indumenti e naturalmente, mi truccai in modo adeguato, osando anche, contrariamente alle mie abitudini, un bel rossetto indelebile, quelli che riescono a rimanere sulla bocca anche diverse ore dopo il trucco e che la sera dovetti addirittura togliere con lo struccante per gli occhi. Dimostravo decisamente molti piu' anni di quanti ne avessi, ma era proprio quello che io volevo. Ma, tornando a quel fatidico momento, appena arrivai alla porta di casa di Yuri, mi tolsi cio' che avevo messo sopra mettendoli dentro una borsa che mi ero preventivamente portata ed ero finalmente pronta. Avevo un po' di batticuore, ma appena vidi la faccia di Yuri che mi venne ad aprire capii di aver fatto centro. La bocca era spalancata, le parole faticavano ad uscirgli dalla bocca e non riusciva a distogliermi lo sguardo, soffermandosi particolarmente sul sedere che avevo lasciato naturalmente in bella vista. Cominciai subito a dargli degli ordini e stavolta questi mi venivano piu' spontanei. Evidentemente, avevo imparato la lezione. Yuri mi obbediva, fingendo a volte paura e non riuscivo proprio a capire che gusto ci provasse. Sicuramente, vista la situazione dalla parte opposta, ovvero dalla mia, la cosa cambiava di parecchio. Era stimolante ed eccitante vedere un ragazzo grande e grosso tremare di paura davanti a me, pur sapendo benissimo che si trattava in gran parte di finzione, ma mi consolavo pensando che, tutto sommato, si trattava di finzione a meta'. Come ho gia' sostenuto, in un eventuale lotta vera tra me e lui non ci sarebbe stata davvero storia. Ero veloce, sapevo come colpire e dove farlo, sapevo evitare i colpi dell'avversario e solo in un eventuale corpo a corpo la sua maggiore forza fisica avrebbe potuto fare la differenza. Ma ci sarebbe dovuto arrivare a contatto con me e quello sarebbe stato molto complicato, se non addirittura impossibile per uno come lui non avvezzo a nessun tipo di combattimento. Quindi, se da parte mia l'eccitazione era in un certo senso giustificabile, all'inizio non riuscivo a capire da cosa dipendesse la sua. Ma a sedici anni non si poteva capire una situazione cosi' complessa e particolare come le sensazioni che puo' provare un ragazzo che ha istinti sottomessi. Per quel momento avevo accettato la situazione per tutti i motivi che ho elencato prima: per gioco, per amore nei suoi confronti, perche' avevo scoperto che era tremendamente eccitante e solo in seguito avrei capito veramente le sensazioni di Yuri che ancora mi sembravano inspiegabili. Tornando a quel momento particolare, piu' eccitante ancora fu quando arrivo' anche il momento di accennare qualche mossa di karate, proprio come lui mi aveva richiesto, fingendo di minacciarlo. La tutina di lycra, oltre ad essere molto sensuale ai suoi occhi, era anche l'ideale per potermi muovere e non ebbi difficolta' ad eseguire qualche mossa, accompagnandola appunto con minacce. Guardandolo, mi dicevo "Possibile che lui sia in questo modo nelle mie mani? Possibile che dipenda in modo cosi' totale da me?" Mi rendevo conto che potevo far tutto con lui. Qualunque cosa gli avessi ordinato lui l'avrebbe fatta. Lo obbligai a dirmi che ero bellissima e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me e lui lo fece senza esitazione, gli dissi che se voleva meritarmi doveva strisciare ai miei piedi altrimenti glie lo avrei obbligato con la forza e Yuri obbedi', lo minacciai che l'avrei lasciato e quasi si mise a piangere, supplicandomi di non farlo. Era realta' o finzione? O era un miscuglio delle due cose? Probabilmente si trattava di quest'ultima ipotesi. Ma Yuri mi aveva anche chiesto di rendere quel gioco ancor piu' verosimile e piu' realistico colpendolo senza fargli provare eccessivo dolore. Non ricordo quale scusa inventai, sicuramente una cosa banale e passai all'azione dicendogli che l'avrei dovuto punire per non essersi comportato bene nei miei confronti. Sapevo come affondare i colpi e dosai la mia forza quando lo colpii al fianco con uno che lo fece comunque urlare dal dolor, anche se non ero stata particolarmente violenta. Lo guardai fingendo disprezzo mentre invece avrei voluto abbracciarlo -Hai capito quello che ti puo' accadere se mi fai arrabbiare e se non fai quello che ti dico?- Yuri non rispose e, appena si riprese, decisi di colpirlo con un , un calcio frontale allo stomaco che, nella mia intenzione, avrebbe dovuto essere semplicemente poggiato in quanto portato con relativa forza, ma che invece fece urlare di nuovo Yuri e che poi lo fece rimanere a bocca aperta. Pensavo che stesse fingendo di nuovo, ma quando si alzo' la maglietta potei notare un vistoso segno rosso. Oddio, i tacchi. Mi ero dimenticata che avevo ai piedi gli stivaletti di mia madre che erano diventati un'arma tagliente e pericolosa. Ovviamente, non ero abituata a combattere con i tacchi anzi, non l'avevo mai fatto e quel calcio che avrebbe dovuto semplicemente scalfirlo era diventato micidiale. Mi avvicinai preoccupata - Amore mio, ti prego, rispondi. Ti ho fatto male?- Yuri mi osservo' quasi in estasi. La sua ragazza, lo aveva ridotto in quel modo e lui era alla mia merce' proprio come nei suoi sogni - Ti prego Lulu' continua. Ti prego amore mio, non interromperti. Mostrami ancora la tua bravura e la tua autorita' e io faro' qualsiasi cosa tu mi ordinerai- Povero amore mio. A quel punto erano le sue ossessioni? Lo accontentai. Lo presi per un orecchio e lo tirai su, fingendo di non sentire le sue urla - Con te non vale neanche la pena. Sei troppo debole per impegnarmi, non e' vero Yuri?- - Si Lulu' e' vero. Io non posso fare niente per difendermi da te. Sei troppo forte per me. Ti prego non mi picchiare ancora- Non lo feci ma lo scaraventai contro il tavolo. Era giunto il momento di fare l'amore. La sua eccitazione era ormai palpabile ed anche la mia non scherzava. Ancora una volta potei notare come il sesso assumesse una dimensione diversa, piu' animalesca e sicuramente molto piu' sensuale di quello fatto normalmente. Ovviamente, era lui il primo beneficiario con prestazioni molto superiori alla norma ma anch'io avevo un enorme miglioramento godendo non solo per le sensazioni notevoli che quel gioco mi faceva provare, ma anche di quell'aumento esponenziale del suo desiderio. Ero riuscita quindi nel mio intento che era quello di assecondarlo e di accontentarlo ma ne avevo tratto grossi benefici anch'io. Era cominciato in quel modo ed in quel momento la mia dominazione nei confronti del mio ragazzo. Come ho detto pero', io pretendevo che quelli fossero soltanto momenti, che io chiamero' , perch� per tutto il resto, io volevo essere semplicemente Lulu', la sua ragazza, quella che accettava le decisioni del suo ragazzo e se dovevamo litigare, cosa che sarebbe accaduto come in ogni normale coppia, lo avremmo dovuto fare come gli altri. Ma nella realta' la cosa si dimostro' un po' piu' complicata. Almeno per quanto mi riguarda, ero abbastanza brava a scindere le mie due personalita' e cercavo di rapportarmi a lui senza prendere in considerazione il fatto che fossi piu' forte e piu' brava di lui e che avrei potuto picchiarlo se avessi voluto, ma non sempre ci riuscivo, cosi' come non sempre Yuri era in grado di fare il maschio dominante, come vedremo piu' avanti. Quando eravamo nei nostri momenti normali comunque, io mi abbandonavo a lui come qualsiasi ragazza, cercando coccole e tenerezze che lui non mi faceva mai mancare, mentre nei momenti dominanti invece, momenti che io avrei scelto a seconda delle circostanze, mi sarei trasformata nella ragazza dei suoi desideri, mostrandogli cio' che avrei potuto fargli se solo avessi voluto. Quindi, qualche dimostrazione della mia abilita', qualche colpo portato senza eccessiva forza per evitare di fargli del male ma che doveva solo dimostrargli il potere che potevo avere nei suoi confronti e agire in modo dominante, dandogli ordini, il piu' delle volte banali come poteva essere farmi portare qualcosa da bere o farmi accendere una sigaretta o scegliere che film guardare in televisione. Come detto, malgrado sapessi esattamente che era un gioco, io avevo cominciato a trovare quel gioco estremamente sensuale e mi capitava di non vedere l'ora che potessimo metterlo in atto, soprattutto perche' quei momenti coincidevano sempre con quelli in cui avremmo poi fatto sesso. Cominciai quindi ad accompagnare quei momenti, con un tipo di abbigliamento sempre piu' particolare, per la gioia e l'eccitazione di Yuri, gia' eccitato all'inverosimile quando io mi calavo nei panni della sua ragazza dominante. Ma, a parte il sesso, era estremamente piacevole constatare l'adorazione che aveva per me. Era ovvio che in quei momenti io potevo veramente considerarmi una divinita' ai suoi occhi ma, come ho accennato prima, gli strascichi del nostro gioco erano comunque spesso visibili anche nel comportamento normale. Anche quando aveva da ridire su qualcosa che io facevo, i suoi modi erano quasi sempre molto contenuti e questo lo facevano passare per un ragazzo innamorato cotto di me anche davanti agli altri ragazzi, ma anche lui doveva possedere una doppia personalita' in quanto poteva anche capitare che lui si arrabbiasse sul serio ed a quel punto toccava a me capire di aver esagerato e questo doppio modo di interagire aumentava addirittura la passione tra di noi. Avevamo creato un mondo tutto nostro, un microcosmo nel quale c'era spazio per tutti i comportamenti tipici di una coppia. A volte ero io dominante, a volte lo era lui, a volte ero io ad abbassare la testa e a volte lo faceva lui. Non c'era noia, non poteva esserci e tutto quello che facevamo, anche le cose piu' banali come ascoltare musica, potevano diventare un pretesto per instaurare il nostro gioco, per avere quei . Mi bastava ordinargli di cambiare musica e lui sapeva che si stava per iniziare e che ci saremmo apprestati a vivere dei momenti veramente particolari, sensuali ed eccitanti, momenti di un'intensita' senza uguali. Intanto, passava il tempo ed io e Yuri eravamo sempre piu' felici di stare insieme. Quel gioco che noi attuavamo, oltre a rendere i nostri momenti intimi di fuoco, avevano instaurato tra di noi una certa complicita', una voglia di stare insieme da soli difficilmente paragonabile a quella delle altre coppie che conoscevamo e con le quali uscivamo in gruppo. Tra l'altro, posso affermare che ero diventata molto brava in quei momenti, un po' grazie alla mia abilita' nel karate che era diventata ovviamente maggiore e si era affinata col tempo e un po' grazie alla mia innata curiosita' che mi aveva praticamente costretta ad informarmi su cio' che era realmente il mio ragazzo e di conseguenza, su cio' che io mettevo in pratica. Cominciavo quindi a capire meglio le sue esigenze e soprattutto la sua psicologia e devo affermare che piu' passava il tempo e maggiormente approfondivo la questione e piu' m'innamoravo di Yuri. Mi piaceva quella sua tenerezza, quella passione, quel bisogno che aveva di me, quasi ossessivo. Sembrava che non potesse fare a meno di me nemmeno per un istante, cercando la mia presenza quasi costantemente e preferendola a qualunque altra cosa, fossero pure i suoi amici piu' cari o la sua adorata Inter. Era veramente meraviglioso sentirsi amati e adorati in quella maniera. Lo avevo sognato da bambina un ragazzo del genere, completamente perso di me e ora ce l'avevo. Grazie all'aiuto del femdom, ma ce l'avevo. Partecipai intanto con un discreto successo ai campionati italiani di categoria ottenendo un buon piazzamento, ma piu' che l'aspetto propriamente agonistico della mia attivita' di karateka, mi interessava di piu' il lato ludico delle mie performances con Yuri e cominciai ad allenarmi cercando di aumentare la mia forza e la mia pericolosita' per rendere quei momenti sempre piu' verosimili, invece di soffermarmi sull'aspetto tecnico, indispensabile se volevo diventare una campionessa anche a livello nazionale, cosa che rientrava ampiamente nelle mie possibilita', stando almeno al parere del mio allenatore. Pertanto, quando dopo circa tre anni che stavamo insieme, mi resi conto di aver sviluppato una forza fisica pari se non addirittura superiore a quella del mio ragazzo, per me era come se avessi vinto i campionati mondiali. Per me contava che da quel momento, avrei potuto batterlo anche sul piano della forza fisica e questo aumento' di molto la veridicita' dei Molte cose erano cambiate intanto. Del mio aspetto fisico vi ho gia' parlato. Senza peccare di immodestia, potevo senz'altro considerarmi una bella ragazza. Ero cresciuta di qualche centimetro ed ero arrivata a misurare un metro e 75 ed avevo imparato a valorizzarmi al meglio. Non ero quella che fa rigirare gli uomini con gli occhi fuori dalle orbite, anche perche', a parte i momenti dominanti in cui indossavo un vestiario molto sexy, il piu' delle volte mi vestivo in maniera discreta, ma il mio aspetto era piu' che gradevole, la classica ragazza carina della porta accanto. Yuri intanto si era diplomato e, dopo due anni, io feci altrettanto seguendolo all'universita' a studiare Economia. Il nostro sogno era infatti quello di aprire uno studio commercialistico tutto nostro, magari dopo che lui si fosse fatto le ossa in quello di suo padre. Ovviamente, c'erano anche le discussioni tra di noi, come in una normale coppia, ma proprio quello che c'era tra di noi, quello che noi chiamavamo ci dava l'imput per superare quei momenti di difficolta' e per ritrovarci insieme piu' innamorati che mai. Spesso erano proprio i nostri bisticci a dare il via poi ai nostri . Quando si trattava di una discussione seria ci si comportava normalmente, ma quando si trattava di scemate, di litigi dovuti a piccole cose, la situazione cambiava radicalmente. Spesso ero io a capirlo ed a impormi e altre volte era proprio Yuri a darmi il la, facendomi capire che quella poteva essere la situazione ideale per iniziare il nostro gioco, proprio come fa una spalla con il comico. A quel punto, mi bastava alzare leggermente il tono di voce, smettere di essere petulante e diventare immediatamente dominante e la discussione terminava immediatamente. Yuri diventava di colpo un sottomesso doc, con tanto di scuse in ginocchio ed io contemporaneamente indossavo i panni della sua ragazza dominante, minacciandolo e costringendolo a fare quello che volevo. Inutile aggiungere che quasi sempre si terminava a fare l'amore, soprattutto a casa sua, quasi sempre libera o nella sua casa al lago ed era un modo eccezionale per fare la pace. Tutto era bello tra di noi, bello e assolutamente unico. Il nostro amore navigava a vele spiegate e non potevo immaginare che da li a pochi anni, venti di tempesta avrebbero messo a dura prova il nostro meraviglioso rapporto. Fine sesta parte