LULU - Parte quinta Sapevo che il mio rientro a scuola mi avrebbe procurato grossi problemi emotivi ed avevo trascorso la giornata precedente preoccupata in previsione di quel momento. Cosa volevo realmente? Non vederlo piu', evitarlo per non soffrire troppo o sperare che si rifacesse vivo con me? Ero combattuta, tremendamente combattuta. Evitarlo del tutto sarebbe stato impossibile considerando che andavamo alla stessa scuola, ma incontrarlo e parlarci sarebbe stato altrettanto penoso per me. Speravo che almeno per quel giorno riuscissi ad evitarlo ed invece lo incontrai proprio nel punto dove mi chiese di uscire, appoggiato al portone di ingresso della scuola. Mi venne incontro - Lulu' ti prego, non ho ancora terminato di spiegarti ... .- esordi' - Ma ho terminato io- feci sdegnosamente, evitandolo e salendo le scale - Ma io ti amo. Ti amo Lulu', vuoi capirlo?- grido' facendo voltare tutti i presenti, compreso qualche prof. Questa scena degna di un film aveva dimostrato a tutta la scuola che ci eravamo lasciati, che io ero di nuovo libera e che ero stata addirittura io a lasciarlo. La mia notoriet� sarebbe andata alle stelle. Magra consolazione. Alcuni ragazzi comunque non persero l'occasione e gia' all'ora di ricreazione si fece avanti Mattia, uno del quinto che con molto tatto e anche con un po' di timore mi fece la proposta di uscire insieme, mentre alla fine delle lezioni fui avvicinata da altri due ragazzi con i quali non avevo mai scambiato una parola prima. Che differenza con la Lulu' di due mesi prima, quando nessuno mi degnava di uno sguardo e che sembrava del tutto trasparente. Malgrado le proposte avute quel giorno ed alle altre che ebbi in seguito, non uscii con nessuno di quei ragazzi, anche se avevo dato loro delle speranze. In realta', malgrado mi dimostrassi simpatica e spigliata, ero a pezzi. Non potevo non ammettere con me stessa che ero ancora follemente innamorata di Yuri. E facendo delle analisi con me stessa, mi rendevo conto che ne ero innamorata non piu' per la sua bellezza e per quello che rappresentava, ma per come si era comportato con me in quei due mesi. Mi aveva fatta sentire bellissima, unica, intelligente. Ma la cosa strana era che ero arrabbiata con lui non per quello che mi aveva raccontato riguardo a quelle stranezze che possedeva, ma per il fatto che aveva ammesso che mi aveva avvicinata esclusivamente perche' io ero una ragazza che praticava karate. Se al posto mio ci fosse stata un'altra ragazza, lui l'avrebbe ugualmente abbordata. Per lui l'importante era che gli potessero spaccare la faccia. E allora tutte quelle belle parole nei miei confronti? Tutti quei complimenti? Il fatto che mi dicesse in continuazione che io fossi una ragazza bellissima? Possibile che fosse stato cosi' falso? Se la mattina a scuola fingevo comunque indifferenza, rifiutandomi di ascoltare Yuri che provo' diverse volte a parlare con me, il pomeriggio mi rinchiudevo in camera mia a piangermi addosso, senza uscire con nessuno e senza voler vedere nessuno. Persi anche l'occasione di fare i campionati regionali. Al diavolo il karate. Era stato proprio per colpa di quello sport che mi sentivo cosi' triste, senza pensare che invece era proprio merito del karate quello di avermi fatta diventare un'altra persona. I giorni trascorrevano tutti uguali e ormai anche Yuri aveva smesso di telefonarmi. Forse si era arreso. Ne ero sollevata? Macche'. Almeno le telefonate me lo facevano sentire vicino, anche se non gli rispondevo ed i suoi messaggi mi davano la sensazione che ancora mi pensava e che forse un giorno ci saremmo potuti rimettere insieme, anche se poi nemmeno li leggevo. Ed ora quella tranquillita' mi sconvolgeva. Era dunque tutto finito tra di noi? Il solo pensiero mi faceva sentir male, ma ormai sembrava inevitabile. D'altronde, come sarei potuta stare insieme ad uno solo perche' ero brava nel karate? Ed anche se ci fossimo rimessi insieme, come mi sarei dovuta comportare con uno come lui? Cosa avrebbe voluto realmente da me? Che lo mandassi davvero all'ospedale? Tante domande e nessuna risposta, fino a che un pomeriggio, due settimane dopo la sua confessione, il campanello della porta di casa mia squillo' ripetutamente e dopo alcuni secondi qualcuno busso' alla mia porta. Dopo molta insistenza aprii. Era mia madre - Se mi richiudi la porta in faccia ti prendo a sberle, Lulu'. C'e' di la' il dio greco dal nome russo che vuole parlare con te- - Mandalo via, non voglio vederlo e tantomeno parlarci- - Ascoltami tesoro. Io non mi sono mai intromessa tra te e lui. In tutti questi giorni ti ho vista piangere, disperarti e ti ho lasciata stare. Ma ora ti dico che devi sentirlo. Qualunque cosa abbia fatto, sembra disperato ed a me sembra che lui sia veramente interessato a te. Ascoltalo, dai retta alla mamma e poi prenderai la tua decisione - Ma io non voglio starlo a sentire- - E invece vuoi, te lo leggo negli occhi. E poi e' cosi' carino che saresti una vera stupida a non provare a riappacificarti e a lasciartelo scappare- Mia madre, senza neanche attendere la mia risposta chiamo' Yuri e lo fece accomodare nella mia stanza e poi richiuse la porta. Stava in piedi, con un mazzo di fiori in mano e lo sguardo implorante e, al solo vederlo, mi riprese la tachicardia come il primo giorno che uscimmo insieme - Ti prego Lulu', non interrompermi. Mi sono preparato un discorso e ho paura di perdere il filo- Melodrammaticamente, si inginocchio' ai miei piedi ed inizio' - Non mi hai fatto terminare la volta scorsa ed io voglio almeno che tu comprenda. E' vero, la prima volta che ti ho avvicinata tu non mi piacevi, ma quando ti sono venuto a prendere, per poco non mi facevi prendere un colpo. Eri la ragazza piu' carina che io avessi mai visto. Avevi il sedere piu' bello di tutta Milano, un corpo da urlo ed un visetto meraviglioso. E poi ti ho conosciuta veramente e mi sono innamorato di te. Per quello che rappresentavi per le mie fissazioni, ma anche per come sei nella realta'. Di te mi piace tutto, Lulu'. Mi piaci perche' sei forte, e' vero, perche' fai karate e con un calcio potresti spaccarmi la faccia, non potrei negarlo, ma mi piaci anche per come sei nella vita di tutti i giorni, per la tua sincerita', per il tuo modo di comportarti, di gesticolare, persino quando ti lamenti. Tutto veramente. E poi anche tu probabilmente hai accettato di uscire con me perche' rappresentavo qualcosa per la tua fantasia e forse solo dopo che mi hai conosciuto veramente hai cominciato ad apprezzarmi per quello che sono- - Per quello che fingevi di essere, non per quello che sei- - No, ti sbagli Lulu'. A parte quella considerazione sulle mie fissazioni ed il momento in cui ti chiesi di uscire, io mi sono sempre comportato con te sinceramente. Ogni volta che ti dicevo che eri bella era perche' lo sentivo realmente, ogni volta che ti dicevo di amarti era la verita', ogni volta che parlavo di te con orgoglio era perche' realmente mi sono sempre sentito orgoglioso di avere a fianco una ragazza simile- - E adesso cosa pretenderesti da me dopo questa sceneggiata? Che ti perdonassi? Che ci rimettessimo insieme e che ti picchiassi di santa ragione? Se puo' interessarti ho proprio una gran voglia di spaccarti la faccia. Ti farebbe felice?- - Sshhh- Vuoi che tua madre venga a sapere una cosa del genere?- Si alzo' e venne di fronte a me e io lo guardai in un modo completamente nuovo rispetto a come avevo fatto in precedenza - Rimettiti in ginocchio. Non ti ho dato il permesso di alzarti- gli ordinai e poi mi venne quasi da ridere. Non gli avevo dato quell'ordine per qualche motivo inerente alla sua fissazione, ma mi era venuto spontaneo. Yuri mi guardo' meravigliato ma non oso' controbattere. Ancora con il suo mazzo di fiori in mano si rimise nella posizione di prima. Chissa' quali fossero i suoi pensieri in quel momento - Non lo so cosa voglio esattamente. - prosegui' comunque Yuri -Sono molto confuso. Si, mi piacerebbe che tu accennassi qualche mossa di karate contro di me, mi piacerebbe che tu mi dessi degli ordini ricordandomi che sei piu' forte di me, e' inutile negarlo. Ma di una cosa sono sicuro. Io voglio tornare insieme a te. Posso alzarmi adesso? Le ginocchia mi fanno male- Sorrisi e con la mano gli feci cenno di alzarsi. Era un cucciolo impaurito. Non impaurito dalle mia capacita' di karateka ma della decisione che stavo per prendere. Ci pensai un po', in silenzio. Non sarebbe stato piu' il rapporto di prima, ma io lo amavo ancora, su questo non c'erano dubbi. Avremmo dovuto stabilire delle regole, avremmo dovuto parlare ancora di quella sua mania, ma se c'era una cosa di cui ero certa era che io lo volevo. Lo volevo ancora, a dispetto di cio' che mi aveva confidato. Mi posi di fronte a lui - Veramente mi trovi bella? Veramente mi ami e sei orgoglioso di me?- Yuri stavolta sorrise. Quanto mi faceva sciogliere quel sorriso - Io ti trovo la ragazza piu' bella ed affascinante che io abbia mia conosciuto, sono sempre stato orgogliosissimo di te e soprattutto ti amo e senza di te sono disperato. Ti prego Lulu', torna insieme a me- E si, noi ragazze siamo molto sensibili su questi argomenti. Come facevo a non perdonarlo? Ci rimettemmo insieme ovviamente. Mi confido' anche che era quello il motivo per cui non aveva voluto fare l'amore con me fino a quel momento. Lui desiderava farlo ma voleva anche che non ci fossero nubi nel nostro rapporto quando questo fosse accaduto. E quel momento arrivo'. Sapevo da molte mie coetanee che spesso la prima volta non e' poi tutto questo gran che, ma per mia fortuna, nel mio caso tutto ando' a gonfie vele e lui mi fece diventare donna a tutti gli effetti. Ma la cosa sulla quale noi dovevamo discutere era quella sua mania. Su questo fui molto chiara. Non avrei mai accettato un ragazzo che non si fosse comportato da uomo o comunque da maschio, pero' avremmo potuto trovare un accordo. Mi resi subito conto, malgrado la mia giovane eta' e il mio completo digiuno su quelle cose, dell'importanza che aveva per la psicologia di Yuri, il mio comportamento nei suoi confronti. Decisi che qualcosa avrei dovuto concedergli. Avevo paura che, a lungo andare, il suo bisogno potesse diventare insostenibile e lasciarmi per un'altra che invece non si sarebbe fatta troppi scrupoli di accontentarlo. Ad esempio, ce n'era una in palestra che se lo mangiava con gli occhi quando lui veniva a vedere i miei allenamenti ed era anche piuttosto bravina e anche carina, anche se non al mio livello, sia nel karate che come aspetto fisico. Quella avrebbe accettato qualunque cosa pur di farsi un giretto con il mio Yuri e solo l'idea di vederli insieme mi fece sentir male. Ne parlammo quindi piu' volte e per me fu come catapultarmi in un mondo di cui non conoscevo affatto l'esistenza. Mi dava una strana sensazione che un ragazzo potesse avere simili tendenze, desiderare che la propria ragazza potesse, in alcune situazioni, minacciarlo di dargliele dall'alto di una supremazia fisica, di dargli degli ordini e pretendere che fossero rispettati. La cosa che mi sembrava piu' strana e che ebbi piu' difficolta' a capire era che Yuri non voleva essere picchiato nel vero senso della parola ma amava che la sua ragazza, cioe' io, gli facesse capire con gesti, ordini e con mosse accennate di karate che io fossi piu' forte di lui, costringendolo a fare cose che apparentemente lui non avrebbe voluto fare. Contorto, vero? Praticamente, se lui voleva andare al cinema ed io in discoteca, io lo dovevo obbligare, sotto minaccia di fargli qualche mossa di karate o di dargli qualche schiaffo minaccioso, ad andare dove volevo io, con il risultato che saremmo stati entrambi soddisfatti. Io sarei andata dove volevo andare e Yuri avrebbe obbedito alla sua ragazza piu' forte di lui. E per quanto riguardava la supremazia che io avevo nei suoi confronti, ormai non c'erano dubbi. E' vero che a livello di forza fisica lui era ancora notevolmente piu' forte di me, ma se io provavo ad affondare i miei colpi, mi rendevo conto che lui aveva ben poche possibilita' di rimanere in piedi piu' di qualche secondo. Ma andiamo con ordine. Qualche giorno dopo la nostra riappacificazione e dopo la mia prima volta, Yuri mi spiego' quali fossero le sue esigenze ed io decisi appunto di andargli incontro e accettai di giocare con lui in determinate situazioni, specificando pero' che si sarebbe trattato appunto di un gioco in quanto, nella vita reale, avevo bisogno di un vero maschio e non di un ragazzo che se la fosse fatta sotto se avessi alzato la voce e Yuri aveva ovviamente accettato assicurandomi che sapeva essere sia l'uno che l'altro. Mi aveva ragguagliata sul comportamento da tenere e sull'abbigliamento da indossare, ma un conto e' la teoria, ben altro e' la pratica. Partiamo da cosa indossai. Era stato vago e mi aveva chiesto di indossare qualcosa di sexy, ma la cosa piu' sensuale che avevo era una mini di jeans che mi stava un amore. Ci misi sotto delle scarpe da tennis all'ultima moda e sopra una camicetta bianca a maniche lunghe. Avevo scartato i pantaloni aderenti e tacchi alti per essere piu' libera nei movimenti e al limite con quella mini avrei fatto vedere qualcosa al mio ragazzo nel momento in cui avrei accennato qualche mossa di karate. Poco male, pensai, anzi. D'altronde mi voleva sexy e quella mini mi sembrava proprio l'ideale. Mi truccai come se dovessi uscire per una serata in discoteca e mi avviai a casa sua dove avevamo l'appuntamento. Mi aveva detto che saremmo rimasti da soli tutto il pomeriggio e quella era un occasione da non perdere, anche se cio' mi fece saltare il mio consueto allenamento. Ebbi molte difficolta' a salire sul mio motorino vestita in quella maniera ed immagino che parecchi ragazzi si fossero stropicciati gli occhi a vedere quella mezza matta in minigonna sul motorino girare per Milano. Finalmente giunsi a casa sua ma, appena mi vide, arrivo' la prima delusione. Mi squadro' da capo a piedi e poi esclamo' - Ma come ti sei vestita?- - Mi hai detto di indossare qualcosa di sexy e ho pensato di vestirmi cosi'- - Cosi' sembri la classica teen-ager che vuole farsi rimorchiare. Io intendevo qualcosa di particolare. Vabbe' lasciamo stare- - Lasciamo stare si. Durante il tragitto in moto a momenti facevo fare un paio di incidenti per come mi guardavano e tu mi vieni a dire che non sono sexy? Un centimetro piu' corta e mi si vedrebbero pure le mutandine- mi risentii. Yury mi abbraccio' - Scusa amore, sono stato un idiota. Mi sono spiegato male io. Dai, non ha importanza. Vogliamo cominciare?- - D'accordo- risposi ancora un po' arrabbiata. Ma che cavolo pretendeva da me? Ci stavo mettendo tutta la buona volonta', ma non era certo un terreno che conoscevo quello. Il primo impatto era stato negativo ed ora, stando ai suoi desideri, avrei dovuto dargli degli ordini, minacciarlo con le mie mosse di karate e fargliene arrivare qualcuna, senza ferirlo, possibilmente. Ma che ordini dare ad un ragazzo? La prima cosa che mi venne in mente, anzi, che mi ero preparata durante il tragitto, fu inerente a qualcosa di domestico. Avevo sete e quindi partii proprio da quella situazione. Avevo visto parecchie volte mio padre dare ordini alla mamma in quell'ambito e la cosa avrebbe dovuto funzionare. Mi schiarii la gola - Yuri, ho sete. Mi porti un succo di frutta?- - No, no! Accidenti Lulu'. Ci manca solo che poi ci aggiungi Tu non devi chiedermi un piacere, devi ordinarmelo. Deve essere un ordine perentorio, devi dimostrarti sicura di te stessa. Non devi dirmi ma La senti la differenza di tono, di autorevolezza? Ti ricordi a casa tua quando abbiamo fatto la pace? Quando mi hai ordinato di rimettermi in ginocchio? Ecco, cosi' devi comportarti- Era troppo per me. Mi alzai furiosa - Senti Yuri, io non ci riesco. Non mi viene spontaneo. Forse ho sbagliato ad accettare, forse non sono la ragazza che tu vorresti che fossi- Yuri mi venne vicino e mi prese per le spalle - Tu sei la ragazza che voglio, che tu sia dominante o meno. Se vorrai, riproveremo, altrimenti non mi interessa. M'interessa di piu' che tu sia accanto a me- Termino' la frase e poi mi bacio' dolcemente. Io volevo accontentarlo, lo volevo con tutta me stessa, ma non sapevo come accidenti comportarmi. Forse non ero adatta. Non riuscivo ad essere dominante anzi, trovavo estremamente piacevoli quei momenti in cui ero io a sentirmi nelle sue mani e non viceversa ed anche il fatto di sapere perfettamente di essere piu' forte di lui non mi spingeva a prendere il predominio. Ma Yuri ci sapeva fare anche nelle vesti di maschio doc. Comincio' a baciarmi sul collo, a toccarmi i seni, ad accarezzarmi ed io mi abbandonai completamente a lui. Facemmo l'amore e fu, come al solito, bellissimo. Se e' vero che a lui piaceva essere dominato, stando almeno alle sue dichiarazioni, in quanto ancora non avevamo mai provato un simile gioco, era altrettanto vero che sapeva fare l'amore in maniera dominante e donarmi un piacere immenso. Terminato di fare sesso, rimanemmo per diversi minuti in silenzio, stretti una tra le braccia dell'altro, poi mi alzai di scatto - Ho intenzione di riprovarci amore. Ma tu devi guidarmi meglio. Cominciamo dall'abbigliamento. Cosa dovrei indossare secondo te per essere considerata sexy?- Yuri si alzo' anche lui e mi abbraccio fortemente - Grazie amore mio. Prima pero' devo dirti che eri veramente una gran figa con quella mini ed io sono sempre piu' orgoglioso che tu sia la mia ragazza. Ma quando parlo di dominazione, quel tipo di abbigliamento non e' consono. Vieni, ti faccio vedere- Si sedette dinanzi al suo computer e poi smanetto' qualche secondo fino a far apparire sullo schermo un numero considerevole di foto di ragazze, di donne e addirittura anche di qualche donna in eta' avanzata. Non erano nude, ma erano vestite in maniera provocante, con tutine aderentissime che fasciavano le forme oppure con abiti striminziti in un particolare tessuto lucido che le rendeva veramente sensuali. Tutte queste erano truccate considerevolmente e calzavano delle scarpe col tacco esagerato che arrivava anche ad oltre venti centimetri. Quando avevo messo le scarpe di mia madre col tacco 12 mi sentivo impedita, figuriamoci a camminare su quei trampoli. Lo guardai esterrefatta - Non pretenderai mica che io mi vesta cosi'? Non sono mica una puttanella io- - Lo so amore, tranquillizzati. Questo pero' e' cio' che io considero sexy in determinate situazioni. Capisco che non posso pretendere certe cose, ma ad esempio quel jeans che ti eri messa la prima volta potrebbe andar bene- - Si bravo. E poi come faccio a fare delle mosse di karate con un jeans cosi' aderente?- Si rese subito conto che avevo ragione e non prosegui', ma intanto era stato chiaro ed avevo capito cio' che lui desiderava. Poi pero' ci pensai un attimo e mi rivolsi verso di lui in modo duro - E tu perche' hai le foto di queste donne sul tuo pc? Che cosa significa questo? Che quando torni a casa ti metti a sbavare su queste troiette?- - Sono modelle, Lulu', ma credimi, da quando stiamo insieme non le guardo piu'. Tu sei la ragazza dei miei sogni e non mi interessa sognare su queste ne' tantomeno sbavarci- - Non mi interessa chi sono. Mi interessa che tu cancelli immediatamente tutte queste foto- - D'accordo amore, le cancellero'- - Forse non hai capito bene cosa ti ho detto. Tu le cancelli subito, adesso, davanti a me. E ogni volta che verro' a casa tua controllero' che tu non abbia queste foto schifose sul tuo computer perche' se dovessi scoprirlo io ti ammazzo di botte- Mi era uscito tutto spontaneo. Forse ogni ragazza si sarebbe comportata nella stessa maniera in un caso analogo, minacciando di botte il proprio ragazzo, con l'unica ma sostanziale differenza che io ero veramente in grado di farlo, ma non mi ero accorta che stavo involontariamente facendo e dicendo proprio quello che Yuri voleva. Me ne resi conto quanto lui indietreggio' impaurito. O meglio, fingendo una paura eccessiva - Lo faccio subito Lulu'. Scusami amore. Ma ti ho detto la verita'. Non le guardo piu' da quando ci siamo messi insieme- Avevo capito finalmente. Avevo capito cosa intendeva Yuri quando mi aveva chiesto di essere autoritaria e dominante. Avanzai verso di lui che continuava ad indietreggiare. Aveva un qualcosa di eccitante quella situazione, proprio come quando quei due ragazzi, Edoardo e Leonardo, se la stavano facendo sotto davanti a me. Sapevo che era tutto finto e che la reazione di Yuri era stata eccessiva, ma era quello il modo in cui mi sarei dovuta comportare se volevo soddisfarlo. Yuri intanto, era arrivato a ridosso del muro ed io ormai gli ero di fronte - Se ti pesco ancora a guardare foto del genere o anche a guardare un'altra ragazza, io prima ti mando all'ospedale e poi ti lascio. Perche' tu sei mio Yuri. Mio, capito? E fino a che stiamo insieme, tutti i tuoi pensieri devono essere indirizzati a me. Capito? - - Si amore, ho capito, sono completamente tuo e felice di esserlo e non ci sara' bisogno di alzare le mani perche' faro' quello che mi hai ordinato- rispose il mio ragazzo alzando le mani in tono arrendevole. Uh che bello! Era proprio eccitante quella situazione. Se solo fossi riuscita ad essere sempre quella che ero in quel momento. Quindi, sapevo essere autoritaria, anche se per diventarlo dovevo incazzarmi sul serio. Era evidente che dovevo lavorarci sopra. Ma intanto Yuri era di fronte a me, carino come non mai, con i capelli in disordine, quel filino di barba che mi faceva impazzire e non resistetti. Gli presi le mani con forza e glie le misi addosso al muro sopra la sua testa e lo baciai con forza, quasi con violenza, come a certificare le parole che gli avevo detto, che era mio e che lui poteva e doveva guardare solo me. E Yuri rispose appassionatamente, facendomi sentire la sua erezione. Di gia'? Dopo pochi minuti che avevamo finito di fare sesso? Era questo quello che provava in quelle circostanze? Un'eccitazione fuori da ogni regola? Questa situazione eccito' anche me e decisi di proseguire su quel gioco. Mi ritrassi dal bacio e strinsi la mia mano destra a formare un pugno - Che cosa ti ho detto prima? Che devi cancellare quelle foto immediatamente se non vuoi che questo ti arrivi con tutta la violenza di cui sono capace. Sai cosa succederebbe poi? Che romperei qualche ossa del tuo bel viso. Poi voglio proprio vedere se piaceresti ancora ad un sacco di ragazze. Fila a cancellare le foto- - Subito Lulu', ma ti prego, stai calma - Yuri si sedette davanti al suo pc ed in pochi secondi cancello' le foto incriminate mettendo invece una mia foto sorridente che mi aveva fatto col suo cellulare come sfondo - Bravo Yuri, per questa volta te la sei scampata, ma guai a te se ti pesco di nuovo a guardare queste schifezze- - Non succedera' amore mio. Tu mi hai dato un ordine ed io ti ho obbedito. Non ci tengo a farmi ridurre il viso in mille pezzi- Mille pezzi? Beh esagerava, ma male glie ne avrei fatto davvero se lo avessi colpito. Mi accontentai invece di minacciarlo. In fondo, non avevo nessuna intenzione di fargli male e, da quello che avevo capito, nemmeno a lui piaceva che glie ne facessi, ma inutile nascondere che trovavo estremamente piacevole vedere il mio ragazzo completamente dipendente dalla mia volonta'. Ma il bello di quel pomeriggio doveva ancora arrivare. Yuri ed io eravamo su di giri. Quella messa in scena, anche se iniziata con una mia incazzatura vera, ci aveva fatto perdere ogni inibizione. Non ricordo completamente cosa gli dissi, ma ricordo che non erano frasi che rientravano nelle mie abitudini. Non che nel linguaggio fossi una puritana e ogni tanto qualche parolaccia mi scappava, ma mai mi sarei immaginata che dalla mia bocca potesse uscire una parola come . Eppure lo feci, a testimonianza che quel gioco era di una sensualita' unica e che quella situazione stimolava la mia sessualita' ed anche la mia autorita' nell'ambito del rapporto sessuale. Facemmo quindi di nuovo sesso ma in modo diverso dalla prima volta. Yuri sapientemente mi fece mettere sopra di lui in una posizione per me nuova e questo mi fece provare anche il sesso in modo piu' dominante. Mi accorsi subito che da quella posizione il sesso assumeva una connotazione diversa, sicuramente piu' attiva rispetto alle altre, al massimo un paio, che avevamo fino ad allora sperimentato e questa partecipazione piu' attiva risulto' decisamente di mio gradimento. Insomma, mi stavo rendendo conto che non dispiaceva nemmeno a me di proseguire su quella strada. Fine quinta parte