Laura capitolo 2 by italianthevalkyrie@libero.it I malviventi meditano ed attuano la vendetta, ma non andrà come loro pensano La riabilitazione per quei cinque uomini durò un paio di mesi, durante i quali provarono ogni tipo di sensazione. Quel periodo fu per loro carico di stupore e frustrazione, ma anche di odio e vendetta nei confronti di quella ragazza che li aveva ridotti in quel modo. Riuscirono comunque in breve tempo a darsi una spiegazione sulla causa della loro disfatta. Tutti erano concordi nel ritenere che, essendosi trovati di fronte ad una ragazza, avevano avuto un freno nel combattere. Adesso però erano pronti per fargliela pagare; erano sicuri che di lì a poco si sarebbe consumata la loro rivincita. Studiarono così un piano e per prima cosa iniziarono ad informarsi sulla vita di Laura, risalendo alle sue generalità tramite la targa della sua auto. Iniziarono a studiarne i movimenti e capirono che la vita della ragazza era pressocchè divisa tra casa ed università. Il piano che escogitarono pertanto consisteva nel sorprendere la ragazza non appena uscita da casa. Questa volta non avrebbe avuto speranze. Laura, invece, aveva completamente dimenticato quella vicenda. Era tornata alla sua vita di sempre, come se niente fosse. Quella mattina uscì da casa, vestita, come suo solito, abbastanza elegante: maglioncino bianco a collo alto, gonna di jeans al ginocchio con ampio spacco laterale, calze nere e stivali di pelle nera con tacco da 7 cm. Stava camminando verso la stazione un po' pensierosa. Quel giorno doveva sostenere un esame universitario e mentalmente stava ripassando la lezione. Ad un tratto, per lei inaspettatamente, comparvero i cinque uomini che la fermarono. Laura, per nulla spaventata, abbozzò un sorriso e disse loro: "Ciao ragazzi, che piacere, non pensavo di rivedervi così presto, come state?". La provocazione fece arrabbiare gli uomini, sebbene l'assoluta sicurezza della ragazza fece tornare loro vecchie paure. Uno di loro ebbe la forza per replicare: "Siamo qui per darti la lezione che meriti. La volta scorsa hai avuto fortuna, questa volta però ti spaccheremo le ossa". Laura non aveva assolutamente paura, ma non aveva intenzione di affrontare quegli uomini in quel momento: "Ascoltatemi, adesso devo andare, ho un esame tra un paio d'ore e non voglio far tardi. Se volete ci vediamo un'altra volta, ok?" Gli uomini, sempre più furiosi per l'indisponenza della ragazza, iniziarono a spazientirsi: "Noi non ti lasceremo andare da nessuna parte. Se vuoi andartene via da qui dovrai prima vedertela con noi". Laura non aveva intenzione di partecipare ad una rissa in mezzo alla strada, nel quartiere in cui viveva. Era conosciuta da tutti come una brava ragazza, studiosa e tranquilla e non aveva mai avuto problemi con nessuno. Vedendo che non aveva altra scelta, acconsentì alle loro richieste: "Ok, andiamo in un luogo isolato, lontano da qui, ma facciamo presto". Agli uomini non parve vero, erano riusciti ad attirare la ragazza nella loro trappola. I sei si recarono in un capannone abbandonato, poco distante, che gli uomini spesso usavano per riunioni con altri malviventi. Durante il tragitto, gli uomini non poterono non notare l'avvenenza della ragazza. Laura, nonostante non fosse altissima (1.60m per 49kg), era infatti un concentrato unico di bellezza. La cosa li caricò ancora di più: in caso di loro vittoria avrebbero goduto di un premio aggiuntivo. Una volta entrati, la ragazza notò subito un gran disordine: il capannone era pieno di polvere, con pezzi di legno e di ferro ovunque. Non aveva comunque tempo da perdere, le sue preoccupazioni erano altre: "Ok - disse - io sono pronta, iniziamo". Gli uomini, con un gesto di assenso, si disposero attorno a Laura ed iniziarono ad attaccarla in maniera particolarmente violenta. Il loro massiccio attacco fu però respinto con notevole semplicità dalla ragazza, ancora una volta troppo veloce per loro. Ogni loro pugno, ogni loro calcio, veniva schivato o parato. Nonostante fossero cinque, nessuno dei loro colpi riusciva ad andare a segno. La velocità degli attacchi era infatti irrisoria se paragonata alla velocità della ragazza. Dopo alcuni minuti di attacchi furibondi, il ritmo degli uomini iniziò a calare. Fu allora che Laura capì che era il suo momento. Iniziò così ad attaccarli, con una forza ed una velocità via via crescenti. I suoi colpi erano estremamente precisi ed efficaci. Gli uomini, che ormai non attaccavano più, non riuscirono nemmeno a difendersi. I calci e i pugni della ragazza furono per loro a dir poco devastanti: dopo pochi secondi erano già tutti a terra, incapaci di opporre qualsiasi resistenza. I loro corpi erano stati nuovamente massacrati da quella ragazza, minuta e bellissima. Ancora una volta non avevano potuto fare nulla contro di lei, la sua superiorità era stata semplicemente imbarazzante. Terminata l'opera, Laura rimase in piedi, mani sui fianchi, attendendo qualche reazione dai suoi avversari. Solo uno si alzò, ampiamente barcollante per i colpi ricevuti. Laura, sorridente in viso, lo lasciò fare, voleva vedere cosa si sarebbe inventato. L'uomo non ci pensò due volte, prese una pesante spranga di ferro e tentò il tutto per tutto. "Adesso ti sistemo io" disse, e così facendo iniziò ad armeggiare l'attrezzo. La ragazza non era minimamente preoccupata. Continuò a lasciarlo fare, rimanendo completamente immobile, finchè quest'ultimo non le scagliò violentemente la spranga all'altezza del viso. Laura non schivò il colpo: quando la spranga fu a tiro, l'afferrò, parando il colpo a mani nude. Fatto questo, non le fu difficile strappare la spranga dalle mani dell'uomo e, come ultima dimostrazione, la spaccò in due parti con una potentissima ginocchiata. Questa cosa provocò un sussulto di paura nell'uomo, che non riusciva a credere ai propri occhi. Sbiancato in volto, s'inginocchiò ai piedi della ragazza in segno di resa. Lei gli sorrise e delicatamente gli sussurrò: "ora posso andare?". L'uomo, con gli occhi sbarrati, tremante di paura, non riuscì a rispondere, ma si limitò ad annuire. Laura, soddisfatta, lasciò cadere pesantemente a terra le due metà della spranga. Il forte rumore metallico destò gli altri quattro, sebbene ancora semi-incoscienti. Era nuovamente tutto finito. Anche questa volta la ragazza era soddisfatta, non era stato per nulla difficile e non aveva procurato danni irreparabili ai suoi aggressori. Si diede così una veloce sistemata, anche se era ancora perfetta ed elegante come se fosse appena uscita da casa. Controllò l'orologio e vide che era ancora in perfetto orario. Quindi si congedò dai malviventi ancora doloranti con un sorriso, accompagnato da un "a presto ragazzi, alla prossima". La sua giornata proseguì come meglio non poteva: arrivò puntuale in facoltà e sostenne l'esame, ottenendo l'ennesimo 30 e lode. Per gli uomini, invece, si prospettava un altro lungo periodo di convalescenza, sia fisica che psicologica.