La storia che sto per raccontare è accaduta veramente. Non mi capitava di vederla molto spesso, ma ogni volta era un'esperienza conturbante. Aveva l'assurda capacità di farmi sentire a disagio. Non che fosse difficile, s'intende. Lei era mia cugina, abbiamo più o meno la stessa età, anche se a vederci insieme sembriamo quasi mamma e figlio. Infatti lei è alta circa 1.85 , io sono molto più basso. Quel giorno d'estate dovevamo andare insieme a degli amici comuni in un paesetto di montagna. Avevamo in progetto (noi ragazzi) di fare una breve partita di calcio, mentre le ragazze si erano portate una rete per improvvisare un campo da pallavolo. Eravamo tutti vestiti sportivi, ma anche la più brutta delle tute non poteva nascondere il fisico impressionante di mia cugina. Lara, così si chiama, aspettava insieme alle sua amiche, il fianco poggiato sulla fiat Punto che ci avrebbe dovuto portare a destinazione. Aveva una maglietta rossa scolorita, evidentemente troppo stretta , uno di quegli abiti che si indossano quando si è sicuri di doverli sporcare. Le sue tette sembravano due meloni sotto quella t-shirt, che davvero sembrava non poterli contenere. I miei amici gia le guardavano le gambe, delle autentiche colonne di carne ambrata, e i fianchi morbidamente fasciati da un paio di calzoncini, aderenti e terribilmente provocanti. Le altre ragazze, anche se vestite in modo molto simile a lei, sfiguravano miseramente a fianco a un corpo così prorompente. Una di loro prese a spiegarci che eravamo in sette e avevamo una sola automobile, guidata da uno di noi. La strada era breve e poco sorvegliata dalla polizia, perciò ci dovevamo pigiare tutti li dentro. Io mi misi dietro, e capitò che Lara si dovesse sedere sulle mie ginocchia. Speravo e contemporaneamente temevo questa eventualità. La speravo perché bramavo il contatto con quel corpo statuario, contemporaneamente la temevo perché forse non avrei saputo controllare le mie reazioni. La vidi mentre si chinava nell'automobile. Aveva un sorriso tentatore mentre puntellava i piedi nell' abitacolo, portava dentro la schiena poi, lentamente, abbassava il culo sulle mie ginocchia. Lo fece lentamente, io credevo per timidezza, forse solo per farlo passare davanti al mio naso e farmelo guardare bene. Mai visto nulla di più provocante : due chiappone sode e rotonde, e in mezzo uno spacco profondo, invitante, messo in risalto dai sottilissimi pantaloncini. Portava un perizoma trasparente sul di dietro, era come se non avesse mutande. Le sue gambe troppo lunghe e il piccolo abitacolo la costrinsero a spingersi indietro, con la schiena contro di me. -Stai comoda?- le chiesi. Il profumo dei suoi capelli biondi mi riempiva le narici. -Si potrebbe strare meglio.- rispose sarcastica. Poi infilò una mano sotto il suo deretano per sistemarsi i calzoncini. Contemporaneamente si contorceva a sinistra. La sua mano sfiorò il mio membro attraverso la mia tuta da ginnastica. Quel tocco sembrava il segnale che aspettava per cominciarsi a gonfiare. Intanto le fissavo la schiena: era larga e dava un'inquietante impressione di solidità. La Punto parti. Io sentivo il culo di mia cugina poggiato sul mio inguine, le sue chiappe proprio a destra e a sinistra del mio cazzo, sempre più inquieto. Le sue cosce lunghe e morbide strusciavano sulle mie ad ogni movimento. La macchina imboccò una strada dissestata e prese a sobbalzare su ogni sasso che incontrava. Ad ogni sussulto sentivo quel culo grosso e morbido rimbalzare su di me. Il mio cazzo si induriva sempre di più, finché gli slip non poterono più trattenerlo, e scattò su come una lancia, dura e pronta a trafiggere. Il culo di Lara ci cadde sopra con grande violenza e a poco servirono i suoi pantaloncini elastici. La penetrai così, come se fosse di burro. Sentivo il calore del largo buco del suo culo, appena attenuato dal tessuto elastico che si frapponeva fra di noi. Le strinsi la vita e la spinsi verso il basso, ormai il danno era fatto, almeno volevo fargli notare quanto era grosso il mio pisello e quanto doveva stare attenta nel provocarmi cosi.