La padrona dell'universo by Igor Sparando con due enormi mitragliatrici pesanti i suoi bicipiti si contraggono toccando gli 80 cm di grandezza. L'esercito davanti a lei viene velocemente annientato. Ogni tipo di arma usata non sembra contrastare l'avanzata della splendida Roberta, che si pu� permettere di giocare con i soldati sopravvissuti alla prima scarica di fuoco: inghiotte con le sue lunghe e muscolosissime gambe persone e vetture eccitata dal senso di potere. Troneggia splendidamente su chiunque essendo alta due metri e quaranta. Proporzioni perfette nonostante pesi duecento chili di muscoli enormi. Corti capelli castani, occhi scuri e le labbra pi� belle mai viste. Sorridente calpesta quel poco che rimane dei veicoli in fiamme e dei cadaveri. Dopo meno di due minuti l'esercito tenta la ritirata. Roberta rallenta il genocidio, lancia a terra i due mitragliatori creando due crateri, comincia cos� a decretare chi pu� vivere e chi invece perire. Quelli che vengono facilmente raggiunti vengono immediatamente calpestati, lo stesso vale per quelli che continuano a porre resistenza. Tirando spaventosi pugni decima in pochi secondi pi� di duemila soldati. Centinaia di loro vengono inghiottiti dalle sue spaventose strette, schiacciati senza fatica dalla sua forza disumana. La sensazione la fa eccitare moltissimo ai punti da provare un'orgasmo mentre stritola tra le sue cosce dieci uomini contemporaneamente. Semplicemente contraendo i suoi giganteschi muscoli riesce a devastare qualsiasi cosa nel raggio di duecento metri. Continuando la sua sensuale carneficina si strappa di dosso quel che rimane dei suoi pantaloni e della sua giacca rimanendo in intimi. La sua perfetta pelle dorata brilla sotto i raggi del sole avvolgendo i muscoli pi� possenti mai visti: collo enorme, il trapezio talmente alto da stare ad un paio di dita dal lobo dell'orecchio, spalle ampie come un armadio di due metri. Pettorali sviluppatissimi che sollevano una settima di reggiseno coperta semplicemente da una maglietta nera, troppo corta per riuscire a celare i suoi otto cubetti addominali. La schiena � talmente scolpita da sembrare una catena montuosa. La vita sottile porta al sedere in proporzione piccolo e perfettamente tondo coperto semplicemente da un minuscolo tanga. Gambe lunghissime. I quadricipiti i femorali e i polpacci sono talmente sviluppati da macinare qualsiasi cosa come fosse fatta di burro nonostante l'avanzata stia diventando sempre pi� lenta. Un migliaio di soldati sopravvissuti si trovano nella trappola da lei precedentemente creata: smuovendo il terreno, quindi intere cittadine e boschi, cre� un tunnel diretto ad uno strapiombo sul mare. Roberta afferra quel che rimane di due carri armati. Li pressa come lattine, contrae i muscoli e li scaraventa contro un palazzo ai margini della fine del tunnel buttandolo gi� come un castello di carte. Tutti i superstiti si voltano verso di lei e vengono rapiti dalla maestosit� del corpo della loro carnefice. Per quanto incredibile e spaventosamente forte, il corpo di Roberta fa arrapare tutti i soldati a prescindere dal sesso. Molti vengono immediatamente semplicemente osservando le sue enormi tette ballare. «Vi concedo di inginocchiarvi ai miei piedi permettendovi di elogiare la mia superiorit� , a meno che voi non vogliate continuare a giocare.» Ancora un centinaio di loro attaccano consumando le ultime pallottole, che sembrano non andare mai a segno, per poi continuare a mani nude. Tutti muoiono prima di riuscire a sfiorarla. Roberta scende perforando lamiere e calpestando fumanti macerie, si avvicina ai terrorizzati e arrapatissimi soldatini. Molti pensano al suicidio, ma il potere di controllo dato dalla sensualit� di quel perfetto e spaventoso corpo non li concede di fare altro che adorarla. Dopo qualche minuto Roberta cammina lentamente tra i suoi nuovi giocattoli inchinati. Gonfia i polpacci resi ancora pi� definiti dagli stivaletti da lei indossati. Una dozzina di loro muore d'infarto per l'eccitazione di stare a cos� pochi centimetri da muscoli tanto belli e al contempo devastanti. Si allontana dai nuovi schiavi. Nel giro di pochi minuti Roberta costruisce un muro accatastando e fondendo vetture, palazzi e bidoni imprigionando le sue povere vittime. Tornando indietro attraversa quello che rimane della citt� . Si specchia in una vetrata di un cadente grattacielo. Afferra i corpi martoriati di due soldati defunti per usarli come stracci. Si ripulisce dal sangue e dal sudore. Dopo essersi ripulita e aver constatato che la matita attorno agli occhi non fosse sbavata, con uno schiaffo spazza via l'ormai inutile grattacielo. Raggiunge una piccola cittadina. Sembra disabitata, ma col suo super udito Roberta sente dei bisbigli provenire dalle cantine dei palazzi. Concentrandosi ulteriormente sente pi� di cento battiti cardiaci di civili nascosti in ogni anfratto. «E' inutile che vi nascondiate!» Grida Roberta. «Quelli che si precipiteranno qui, anche se non la vita, avranno in dono la possibilit� di ammirarmi un'ultima volta prima di morire. Tutti gli altri verranno schiacciati come formiche!!!» In pochi secondi decine di persone iniziano ad uscire dalle abitazioni. Roberta sospira intristita rendendosi conto che i terrorizzati presenti sono perlopi� anziani e malati. La sua mano destra scende lungo la gamba accarezzando l'enorme quadricipite. Osserva e gonfia i suoi enormi muscoli apprezzandone la perfezione e gode nel notare le reazioni di quel centinaio di persone sconvolte dalla sua bellezza. Vuole scoprire la potenza dei suoi quadricipiti, quindi prima li scalda, trattiene il fiato per lo sforzo, e contrae il quadricipite destro. Il semplice movimento d'aria � sufficiente per spazzare via una cinquantina di persone poi appiattite sui muri delle case circostanti. Ripete la stessa azione con la gamba sinistra generando il medesimo effetto. Compiaciuta rilassa le sue gambe. Ammira lo spettacolo che la circonda composto dalla desolazione pi� totale. Interi paesi cancellati, miliardi di persone schiacciate dopo aver donato a pi� della met� di loro l'orgasmo pi� bello della loro vita. Ha modificato la stessa crosta terrestre usufruendo della sua sola forza. Eccitata comincia ad accarezzarsi delicatamente i pettorali con le dita. Si accarezza il basso ventre e comincia a ad ansimare a bassissima voce. Raggiunge un'orgasmo cancellando quel che rimane delle case. Raggiunge in pochi minuti il centro della terra di corsa, essendo in grado di superare i 20.000 km/h. Nel momento in cui si ferma, crea uno spaventoso rilascio di energia che distrugge qualsiasi cosa nelle vicinanze, lasciando dietro di se una scia desertica. Appena scorge la figura di Barbara in mezzo alla nebbia, Roberta si rasserena. L'amica � seduta a gambe accavallate su un trono di metallo fuso. Per quanto molto meno muscolosa, Barbara � comunque diversa da qualsiasi altro essere umano. Lunghi capelli ricci, occhi verdi e un viso da modella. Un metro e ottanta di altezza, 100 kg di muscoli in grado di risaltare le sue perfette forme rendendola bellissima. I muscoli sono in parte coperti da una gonna lunga e una canottiera. E' talmente gnocca che il fatto che sia dotata di una forza fisica spaventosa passa in secondo piano agli occhi di chiunque. «Ne ho tenuti da parte un migliaio, a te com'� andata piccola?» Chiede Roberta «Un migliaio? Io pi� di un miliardo... Sei... sei...» «Incredibile?! Magnifica!? Circa tre miliardi in 72 ore! non male vero?!!» Le due si abbracciano e si danno un bacio sulle labbra. Roberta comincia a contrarre i muscoli stringendo a se il corpo dell'amica. Anche lei risponde con un abbraccio altrettanto forte, ma dopo poco � costretta a cedere. Barbara crolla sul corpo di Roberta. La accarezza, stringe e bacia eccitatissima. Roberta la tiene in braccio con una mano, mentre con l'altra la masturba. Dopo averla fatta gemere per qualche secondo, si sdraia sul suolo incastrando il viso dell'amica tra le gambe. Barbara lecca, bacia e morde il clitoride, infila una mano e poi l'intero avambraccio dentro le labbra della sua fica facendola venire in pochi minuti. I loro corpi si stringono, i muscoli si intrecciano e contraggono manifestandone la potenza sovrumana. Le due tornano dalla loro navicella a forma di proiettile. Roberta alla guida, Barbara in bocca porto pronta a fare entrare tutte le prede catturate. Raggiungono cos� con la loro arca volante i due gruppi di sopravvissuti e li caricano nella gigantesca stiva in grado di contenere l'intero miliardo e mezzo di prigionieri. Tutti loro non provano neanche a porre resistenza e accettano di essere trattati come bestiame. Lasciano il pianeta ormai ripulito dalla presenza degli esseri umani. Decidono di abbandonare non solo quel sistema solare e quella galassia, ma di tornare alla loro dimensione. Durante il viaggio Barbara raggiunge l'adorata nella cabina di pilotaggio che, continuando a pilotare la nave, si cimenta nella composizione di una ode dedicata a se stessa da proporre come nuovo inno mondiale una volta tornata a casa e nel compimento di un ragionamento legato ai cunicoli spazio-temporali e a dei wormhole in grado di connettere non solo due punti nell'universo ma anche in un differente arco di tempo. Quindi Roberta non nota immediatamente l'arrivo della dolce amica. Barbara si inginocchia ai suoi piedi desiderosa di ammirare e baciare gli enormi polpacci ancora nudi in tutto il loro splendore. La colossa si deconcentra dai ragionamenti sul teletrasporto per intonare la melodia appena composta. La dolce voce di Roberta emoziona immediatamente la ragazza al suo cospetto e ben presto sommerge la cabina di fragranti emozioni. Il canto raggiunge gli schiavi stipati nel boccaporto che non possono far altro che innamorarsi di quella melodia, si lasciano quindi cullare dalla gioia sino a dimenticarsi della possibile morte. Barbara la osserva con le lacrime a occhi e il cuore a mille lasciandosi trasportare in un luogo ove i muscoli e la saggezza di Roberta racchiudono l'essenza stessa della vita. «Oh mia Dea....» sussurra Barbara accarezzando le nodose ginocchia davanti ai suoi occhi e baciando dolcemente la pelle dorata. «Avresti voglia di continuare il racconto?» chiede Barbara con tono infantile. «Si... allora dov'ero arrivata?! All'anno i cui ricevetti i nobel per la medicina, la letteratura, la fisica e la chimica contemporaneamente? O a quando sterminai la met� della popolazione facendo dei semplici squat...» «Oh! no a quello non sei ancora arrivata... mi stavi parlando della suddivisione dei continenti dopo che ti elessero presidentessa della nuova Unione Mondiale...» «Certo. Allora, dopo l'elezione salvai il pianeta da svariate terribili catastrofi: deviai senza difficolt� il corso di un meteorite diretto verso la terra e arrestai uno spaventoso tsunami con le mie nascenti doti psicocinetiche. Queste due sciocchezze portarono l'umanit� a vedermi in una maniera del tutto nuova. Consci delle mie caratteristiche tutt'altro che umane in molti cominciarono a vedermi con un Messia se non persino come un Dio. Fu facile sfruttare la situazione a mio piacimento. Decisi di suddividere il pianeta in tre grandi continenti, tutti strutturati sull'incondizionato amore nei miei confronti ma, nonostante questo unilaterale istinto, perfettamente funzionanti. Il primo era costituito da un sistema di stampo religioso, dove riunii quelli che vedevano in me "la creatrice". Non mi feci vedere dagli abitanti del continente per anni, in modo che potessero rendere pi� che mitica la mia esistenza. In due anni diedero vita a rappresentazioni artistiche di ogni genere, molte di queste davvero apprezzabili. Il secondo era molto simile a quello generato con te a casa. Un piccolo mondo basato sull'apparenza pi� frivola ove il culto del corpo raggiunse livelli incredibili. In quel luogo decisi di far vivere i miei cari in modo che potessero avere un'immagine pi� concreta di me, anche se piuttosto banale. Mentre nel terzo, sicuramente il pi� grande, cercai di dare vita a una palestra ove dar sfogo alla mia necessit� di superarmi giorno per giorno. Ai tempi la mia telecinesi non aveva ancora raggiunto l'apice, e i miei studi sull'attraversamento dimensionale erano agli albori, quindi fui costretta ad usufruire dei pochi maschi a mia disposizione. Fu un periodo bellissimo. Ogni qual volta che volevo attenzioni mi bastava far visita al secondo continente e quando il desiderio di migliorarmi prendeva il sopravvento mi bastava attraversare l'oceano. Ai tempi per� avevo meno priorit� . Quel piccolo pianeta mi sembrava sufficiente. Non ci crederai ma allora non riuscivo a sollevare pi� di qualche centinaio di tonnellate. Ero quindi solo qualche decina di volte pi� forte di te!» «Wow! ma... ma � in quel periodo che ti sal� la voglia di uno schiavo personale giusto?» «Si cara. In quel caso mi affezionai ad un maschio. Bello e ben dotato che mi avrebbe adorato anche se non fossi stata la pi� splendida creatura mai esistita. Sfortunatamente il mio potere crebbe moltissimo in tre anni e durante un semplice allenamento diedi vita a delle onde d'urto tali da cancellare l'intero terzo continente, il mio schiavo compreso. Quante lacrime versai per quell'esile giocattolino. A quel punto, quello che io definii come un focoso periodo post adolescenziale, mi port� a decretare chi si meritava di vivere e chi no. Non hai idea di quanto fu triste per me rendersi conto che tutti i miei cari superstiti erano troppo deboli per meritarsi la grazia. Una volta sterminata l'intera razza umana, la solitudine e la meditazione mi portarono ad accrescere in maniera esponenziale le mie doti psichiche. Gli allenamenti portano brevemente alla totale distruzione di quel pianeta che mi diede alla vita.» «Mio amore... ti sarai sentita cos� sola...» «Sinceramente, quell'esperienza mi serv� a capire che un'essere come me trova maggiore scopo nella solitudine e nella ricerca della totale illuminazione piuttosto che al cospetto di tante fragili menti. Piuttosto, tal volta, una delicata forma di malinconia mi assale nel sentirmi tanto superiore a qualsiasi altro essere vivente.» Barbara non risponde sentendosi tirata in causa. «Ammetto che nel tuo pianeta c'avevo puntato... Ma per quanto molto pi� prestanti degli abitanti dei mondi precedentemente, la tua razza si fece decimare senza opporre la bench� minima resistenza. Peccato fossero tanto stupidi. Mai fatto sesso cos� bello in vita mia. Scopai a morte un milione di abitanti in meno di due mesi, quindi circa 1600 al giorno! Ovviamente, per quanto resistenti, me ne servivano pi� di duecento prima di raggiungere l'orgasmo. Fu entusiasmante e utilissimo per lo sviluppo dei muscoli addominali.» ride «Non facevo altro che scopare e allenarmi. Fu davvero divertente. Poi quando ti vidi il cuore mi cominci� a battere come non succedeva da tempo. Eri cos� dolce in mezzo a quei vermi da macello. Fosti una delle poche a non scagliarsi immediatamente ai miei piedi.» Barbara non sa se essere felice o spaventata. «Ma... credi che non ci sia neanche un pianeta che meriti di essere risparmiato. Magari necessita semplicemente di pi� tempo per evolversi...» «Lo spero con tutto il cuore. Anche se sino ad oggi non sono stata tanto fortunata di imbattermi in una specie che valesse la pena risparmiare o semplicemente colonizzare. » Dopo qualche ora entrano nell'atmosfera del pianeta che definiscono casa. Qui sono adorate come Dee. Uomini, donne e bambini le venerano e amano consapevoli delle loro doti. Sotto il controllo delle due valchirie, l'intera popolazione terrestre vive in pace grazie alla ben funzionante struttura piramidale, in grado di gestire perfettamente il sistema economico e gli scambi commerciali. La cultura e i costumi sono stati completamente influenzati dal credo collettivo: una societ� matriarcale ove il culto dell'apparenza e avvenenza detiene un ruolo fondamentale. Il pianeta � in festa dopo il ritorno delle due Regine dopo pi� di una settimana in viaggio per lo spazio e le dimensioni parallele. Grazie alla loro spaventosa forza e a geniali scoperte scientifiche, Barbara e Roberta hanno suddiviso il pianeta in due grandi continenti. Nel primo il lusso, l'agiatezza e la gioia pervadono negli animi e nelle vite della gente, trovando sfoggio in enormi metropoli. Un'eden femminista ove quattro miliardi di abitanti vivono felicemente, nell'ignoranza della fede, nutrendosi di illusioni decretate dai media. Il secondo continente � poco pi� di una gigantesca palestra, ove le due si allenano e si divertono con le prede catturate nelle galassie straniere. Una volta tornate, decidono cosa far credere alla popolazione della loro ultima missione. Si truccano e vestono per bene in tiro: Roberta indossa dei pantaloni neri e una maglia che morbidamente cade sul suo possente busto, Barbara un tajeur scuro composto da gonna con spacco laterale e maglia attillatissima. Vengono accolte da una conferenza stampa ove sono presenti dozzine di adoranti giornalisti, calamitando l'intera umanit� ai televisori. In diretta mondiale spiegano che nelle loro ricerche hanno trovato unicamente popoli deboli e ostili. «Come sempre, abbiamo cercato di diffondere il verbo nell'amore spronandoli verso la retta via ma trascinati dalla cattiveria e dalla paura, gli abitanti dei sei pianeti da noi visitati, hanno cercato di attaccarci con tutta la potenza di fuoco disponibile. Quei popoli di sub umani aggrappati ad arcaiche ideologie di stampo maschilista, hanno dimostrato la loro incivilt� attaccandoci senza pensare alle conseguenze» Buona parte dell'umanit� si dispera sentendo quelle parole, scoprendo quanta infedelt� persista nell'universo. Un giornalista in lacrime pone una domanda. «Scusate Principesse. Questi ignobili infedeli vi hanno ferito? E, se posso permettermi, come avete punito la loro insolenza?» Risponde Barbara «I nostri muscoli non hanno percepito alcun attacco, ma i nostri cuori sono stati feriti nel constatare tanta barbarica follia. Alcuni hanno avuto in dono la nostra fiducia, promettendoci obbedienza nonch� un'accoglienza migliore al nostro ritorno, ma sfortunatamente, a malincuore, siamo state costrette ad opprimere gli altri popoli.» In molti acclamano e applaudono le proprie vittoriose regine. Tutti i presenti si complimentano per la dimostrazione di clemenza e saggezza sfoggiata dalle due. «Apprezziamo che voi ammiriate la nostra supremazia, ma come voi ben sapete, entrambe vediamo il genocidio come una pratica brutale da evitare sino all'ultimo. Comunque, quando siamo partite vi abbiamo ordinato di canalizzare le vostre energie sul lavoro e la cura del corpo proibendovi di provare orgasmi. Ma ora che siamo nuovamente con voi, vi permetto e ordino di venire ammirando la bellezza del mio viso e dei miei pettorali.» Tutti gli adulti del pianeta intenti a guardare la televisione provano un immediato e sconquassante orgasmo. Alcuni giornalisti, presenti nella sala conferenze, svengono per l'emozione. «Da ora siete nuovamente liberi di masturbarvi e fare sesso pensando a noi, ricordando di evitare procreazioni non permesse.» Salutano i giornalisti e di conseguenza le deliranti folle. Vanno nella loro gigantesca villa sul mare nell'altro continente. L'intera struttura che fonde lo stile vittoriano con un arredamento anni '90, si erge su un magnifico e soleggiato colle. Attorniate dai nuovi schiavi, si rilassano prendendo il sole sdraiate dinnanzi a una gigantesca piscina. I loro perfetti corpi sono coperti da minuscoli costumi da bagno. I loro muscoli risplendono sotto i raggi solari. Altezzose, egocentriche, drogate dall'autocompiacimento e consce della loro infinita superiorit� , sorseggiano aperitivi facendosi massaggiare da dozzine di adulanti servi. Governano i corpi e le azioni dei loro servitori con il pensiero o con semplici e distaccati gesti delle dita. Questi scattano inebetiti, schiacciati dal senso di inferiorit� eseguono ogni ordine senza proferire alcun verso. Rapiti dalla paura di non soddisfare a pieno i desideri delle loro padrone e da un'eccitazione ingestibile, provano incessanti orgasmi nonostante uno dopo l'altro, come esili insetti, vengano macellati senza piet� dai corpi delle Dee. I servi, perlopi� di sesso maschile, accarezzano e stringono i marmorei corpi delle due donne sino a rompersi le mani contro quei fasci muscolari apparentemente morbidi al primo contatto. Altri hanno il compito di normali camerieri, oltre a portare da bere, ripuliscono il margine piscina dal sangue e dai cadaveri di quelli che imprudentemente hanno accarezzato con esagerata foga gli affascinanti e mortali muscoli delle supreme amazzoni. Barbara si lascia accarezzare dagli spasimanti senza eliminarli, dandoli cos� il permesso di adorarla come merita. Gode ogni attimo, donando ai servi al suo cospetto irrefrenabili orgasmi dati dalle sue voluttuose movenze e sinuose curve. Ma, per quanto superiore a qualsiasi essere su quel pianeta, l'incantevole Barbara non pu� minimamente competere con la magnificenza della divinit� al suo fianco che osserva con infinita ammirazione attraverso i suoi grandi occhi. Roberta ha movenze caute e flemmatiche intente ad esprimere la totale perfezione. I tondi e giganteschi seni svettano sul suo corpo eccellentemente sviluppato in ogni centimetro. Il busto immenso in perfetta armonia con le lunghe e muscolosissime gambe, ogni granitico muscolo spinto al limite dell'ipertrofia, la carica sessuale trascinata dall'apoteosi della femminilit� e la lungimirante espressione dipinta sui perfetti tratti somatici; sono in realt� un semplice aureo involucro, la facciata di un tempio nel quale � celato il passato e il futuro. «Forse � il caso che tu ti vada ad allenare, mentre io vado a sfogarmi sul satellite 13» dice Roberta rivolgendosi a Barbara. «Ma amore dai! Siamo appena arrivate! non possiamo rilassarci ancora per qualche minuto...?» afferma sorridente la compagna. Nonostante il volto mantenga la medesima fredda e distaccata espressione, Roberta esprime la propria contrariet� col semplice pensiero. In un attimo una temibile atmosfera avvolge l'intera area. Il cielo pare oscurarsi mentre i servitori sentendosi minacciati cercano un riparo dall'invisibile energia. Si alza dal lettino sedendosi. Lentamente accavalla le gambe. I muscoli si gonfiano e contraggono inghiottendo al loro interno una decina di maschi. L'unico suono rimasto � l'ovattato rumore dei muscoloni di Roberta desiderosi di sfoggiare la loro reale potenza. «Questa tua insolenza, mia cara, mi fa pensare che tu dia per scontato questa relazione che per me � null'altro che un bel passatempo. Come se tu pensassi che questo gioco da me ideato conti davvero qualcosa. Per quanto sia divertente fare le regine di un piccolo pianeta, per me � estremamente faticoso contenere i miei istinti, quindi quando dico che ho bisogno di sfogarmi tu devi obbedirmi immediatamente, nello stesso modo in cui obbediscono questi vermi» dice con tono serio ma affabile Roberta eliminando pi� di venti servitori con un semplice movimento della mano sinistra. «Il fatto che nell'ultimo anno ti abbia scelto come mia affettuosa gattina non ti d� il permesso di erigerti al mio livello. Tu sei la migliore entraineuse che io abbia mai incontrato, non fare in modo che cambi idea.» Barbara � talmente spaventata da cominciar a provare lo stesso sentimento dei terrorizzati servitori attorno a lei. Pesanti lacrime attraversano il suo viso mentre singhiozzante chiede perdono. Roberta rimane intenerita dalla spaesata, e a suo parere persino pietosa, reazione della ragazza. L'aria di orrore lentamente si dirada lasciando nuovamente posto alla gloriose masse muscolari di Roberta. Le due si abbracciano. La colossa afferra l'ancora tremolante Barbara come una muscolosissima madre farebbe col suo piccolo. «Scusami... � che ti amo troppo e... e vorrei passare ogni secondo con te...» «Ora calmati e pensa a pompare questi tuoi muscoletti per il mio ritorno.» Barbara annuisce. Roberta si alza dopo aver rimesso in piedi la sua amante. Le due si baciano dolcemente per mettere fine a ogni paranoia. Roberta si concentra e comincia a lievitare nell'aria. Barbara osserva la propria Padrona scomparire aldil� delle nuvole. Ancora turbata, la travolgente mora si dirige verso la palestra. Un'area di duemila metri quadrati allestita con le migliori attrezzature mai create. Eseguendo interminabili serie, allena senza sosta le gambe e i glutei. Mentre Barbara porta al limite il suo corpo, Roberta vola a velocit� incalcolabili raggiungendo in una manciata di secondi quello definito satellite 13. Un piccolo pianeta di un sistema solare facilmente raggiungibile deformando lo spazio tempo, sfruttato da Roberta come palestra. La velocit� e il cambio dimensionale hanno frantumato il suo costume, quindi completamente nuda atterra sul piccolo e perfettamente adibito pianetino. Essendo privo di ossigeno, la divina Roberta � costretta a sfruttare le sue spaventose doti telecinetiche modificando le particelle elementari e la stessa materia, ricreando una mini atmosfera. La forza gravitazionale � svariate volte maggiore rispetto a quella del pianeta di provenienza, quindi impiega qualche secondo per abituarsi. Un'altro qualsiasi essere, Barbara compresa, riuscirebbe faticosamente a muoversi, ma Roberta si prepara ad un'estenuante allenamento. Quindi, gli attrezzi (costruiti dalla medesima con leghe metalliche di sua creazione) trasportati sul pianeta diventano ancora pi� pesanti. Roberta fa qualche esercizio di stretching per cominciare ad allenare le braccia. Comincia a sollevare due manubri da duemila tonnellate (duplicate o triplicate dalla gravit� ). A parte dei contenuti sospiri, Roberta non sembra sforzarsi. I suoi bicipiti in ogni modo si ingigantiscono dopo poche ripetizioni. Continua i curl ma questa volta con un bilanciere da quattromila tonnellate. Lo solleva un centinaio di volte facendo correre sul suo enorme busto pulsanti vene intente a delineare la maestosit� di ogni fascio muscolare. Ora i suoi muscoli non possono fare altro che contrarsi ritmicamente in una sensuale e al contempo spaventosa danza. Un'aurea dorata avvolge il suo corpo. Le radiazioni sprigionate sono sufficienti a divorare la materia che la circonda. Finiti i primi esercizi di riscaldamento passa, come la sua amata a una decina di anni luce di distanza, con l'allenare le gambe. I macchinari le durano sempre troppo poco, quindi opta da anni per usare unicamente bilancieri e manubri. Carica sulla barra metallica rinforzata in diamante, altre seimila tonnellate!! Prima esegue diverse serie di stacchi da terra allenando i perfetti e muscolosissimi muscoli del tondeggiante e granitico sedere. Finita l'ultima ripetizione comincia a contrarre i muscoli dei glutei in un arrapante danza. Controlla il movimento con sapiente sensualit� generando onde d'aria simili a tempeste. Con un gemito porta il bilanciere sopra le spalle. Alzandosi sulle punte dei piedi pompa all'inverosimile i perfetti polpacci che rispondono perfettamente allo sforzo delineandosi ulteriormente. Dopo poche ripetizioni quei giganteschi diamanti superano gli ottanta cm di circonferenza. Chiude l'allenamento caricando con gli altri dischi rimanenti il bilanciere. Senza pensarci troppo capisce che tra i pesi e la forza gravitazionale il peso supera le centomila tonnellate!!!!!! Dopo aver portato con un urlo il bilanciere sulle spalle, comincia a piegarsi lentamente sulle gambe. Da settimane Roberta non prova una sensazione simile. Si ritrova finalmente ad usufruire di tutta la sua reale forza. I suoi quadricipiti e bicipiti femorali si raddoppiano. Urla e geme continuando a sollevare senza sosta il peso spaventoso. Il suolo sotto i suoi piedi si sgretola, l'aria si infiamma dando vita a cicloni di fuoco che repentinamente solcano l'intero pianeta. Roberta non sembra rendersi conto che il suo workout sta annientando il pianeta. Lacrime dovute allo sforzo e alla bruciante sensazione cadono lungo le sue gote. La sua pelle luccicante per il sudore e la temperatura sta assumendo una tonalit� rosso accesso. Ormai ciascun fascio muscolare ha raggiunto dimensioni sconvolgenti. Con ultimo grido solleva il bilanciere sopra la sua testa, piega la sbarra del bilanciere sino a far congiungere i dischi. Fonde con le sue perfette mani le leghe metalliche sino a creare una sfera. Prende fiato per poi scaraventare la sfera oltre l'atmosfera da lei stessa creata. Centinaia di volte pi� veloce di qualsiasi meteorite il blocco metallico attraversa l'universo. Roberta sorridente osserva spegnersi una stella a pochi anni luce di distanza. Comincia a posare entusiasta. Sente l'energia del creato attraversare i suoi tendini. Ogni suo muscolo risponde perfettamente ai suoi comandi. Quando Roberta rinviene dall'autocompiacimento delle proprie inumane e divine forme, si rende conto d'aver creato una nuova atmosfera in tutto il piccolo pianeta e d'aver quadruplicato la forza gravitazionale. Nonostante questo � divenuto inutilizzabile. Decreta cos� la fine della sua esistenza concludendo gli esercizi con una corsa. Raggiunge immediatamente i 30000 km/h, riuscendo cos� a compiere un giro completo in meno di 30 minuti. Concluso il primo giro accelera nuovamente. Nel giro di un'ora del pianeta non ne rimane pi� che un nucleo incandescente. Lo abbandona librandosi in aria. Ora non � in grado di tornare dalla sua Barbara, i suoi muscoli sono troppo grossi e potenti, rischierebbe di cancellare un'intero continente semplicemente irrigidendoli. Si ritrova cos� ferma tra una dimensione e l'altra, in uno spazio vuoto unicamente delineato da scariche elettrostatiche. Nella totale assenza di gravit� Roberta ha generato una bolla in grado di cullarla all'interno del varco. Decide di andare a cercare un qualche gradevole pianeta senza la zavorra di Barbara. Oltre a potersi spostare molto pi� rapidamente avr� probabilmente la fortuna di trovare una nuova fidanzata. Non ha bisogno di inutili e pittoresche armi da fuoco, ma gradirebbe un vestitino come si deve. La sua potenza muscolare deve andare a pari passo con la sua sensualit� . Mentre pensa che sia l'ora di colonizzare ulteriori pianeti per il semplice gusto di possedere nuovi adepti, sente una celestiale energia vitale squarciare le galassie. Sa che non pu� provenire che da un'altra creatura come lei. Il senso di solitudine e di potere viene sostituito dalla curiosit� . Dall'irrefrenabile desiderio di conoscere, toccare, amare un'altro essere dalle sue stesse facolt� ultraterrene. «Allora cosa ne pensi Igor?» Io non riesco a parlare per l'eccitazione. «Ma ad averti ridotto cos� e la mia storia o la scollatura della maglietta? Ti sconvolge vedere queste mie belle tettone sorrette da pettorali tanto scolpiti vero?! E se la faccio ballare in questo modo? Sono grosse e tonde ma molto pi� dure del cemento, credo tu l'abbia capito l'altra sera quando quel coglione ci si � spaccato le mani contro. Guarda quant'� profonda la linea che li divide. E i miei enormi BICIPITI?! Guarda sono grossi quanto la tua testa. Hai visto mai niente di tanto bello? A parte il mio viso ovviamente. I miei addominali invece ... sono proprio come quelli descritti nella favola! Potrebbero fermare un treno tanto sono duri!» «Sei una dea! Diverrai veramente la padrona del mondo ... ... » Mi ride in faccia «Ti ho rincretinito per bene!?! Non ci capisci pi� niente vero?! Il vedere tanti enormi muscoli sul corpo di una ragazza tanto bella ti fa impazzire?!! Ora voglio vedere se continuerai a fare le moine a quella puttanella iper vitaminizzata!!! Scommetto che non pu� competere con bicipiti di questo calibro!» In effetti potrebbe competere benissimo, ma in questo momento mi sento tanto succube da non pensare ad altro che a quel corpo scandalosamente scolpito a pochi centimetri dai miei occhi. Si toglie i pantaloni della tuta sfoggiando le sue gambe muscolosissime. Una sua coscia � grande quanto il mio busto! «Accarezzale dai. Ahah guarda come sembrano piccole le tue mani comparate ai muscoli delle mie cosce. Sembrano quelle di un bambino.» Si sfila il tanga. Da buona campionessa di culturismo, la sua splendida fighetta e perfettamente rasata. E' una visione paradisiaca. Osservo le piccole vene portare verso i suoi blocchi addominali. «Ora inginocchiati e prova a donarmi un po di piacere. Aiutati con le mani, con chi credi di avere a che fare. Mettici pi� impegno. Si cos� bravo ... mmm non provare a perdere il ritmo o ti schiaccio la testa tra le gambe. Si cos� ... » Non riesco pi� a respirare ... inizia ad inumidirsi ... ha un sapore dolcissimo ... mi preme la testa contro ... non posso svenire ... mi farebbe a pezzi. Mi lascia prendere fiato. «Ora ti voglio scopare sino a spezzarti! Considerato che te nei sei gi� venuto un paio di volte forse riuscirai a soddisfarmi, o almeno a farmi eccitare un minimo. Stamattina in palestra me ne sono scopata uno grosso il triplo di te ed � durato ben poco prima di rompersi. Vediamo quanto duri te. Tira fuori quel tuo bel cazzo ... E' bello duro. Guarda, sei cos� schiacciato dalla mia superiorit� che mi basta sfiorarlo con la punta del dito per farti venire un'altra volta. Ahah oh si ... vieni ancora guardando i muscoli pi� grossi della terra. Sei cos� dolce e patetico ... Guarda queste belle tette. Vorresti toccarle vero?! Non provarci nemmeno, queste non te le meriti ancora. Se ci provi ti spezzo entrambe le braccia. Devi fartelo venire duro semplicemente guardandomi. Ahahah guarda come ti controllo! Sei come una marionetta! Bene ora alzati in piedi ed entrami dentro. Non provare a venire prima che te lo ordini o ti schiaccio come un insetto!» Annuisco in stato confusionale. Non riesco a capire come possa essere ancora tanto eccitato. Non mi sono mai sentito tanto debole. Lo infilo dentro, i suoi muscoli vaginali me lo stringono immediatamente. Le sue cosce giganti mi stanno avvolgendo. Non so dove appoggiarmi, ho paura a toccarle quelle gigantesche tette. «Se devi stringere qualcosa aggrappati ai miei tricipiti. Cos� bravo. Hai mai sentito niente tanto duro?! Sono tanto spessi che non riesci neanche a stringerli ... Cominci a muovere decorosamente quel bacino o no?!!! Ti sento a malapena ... Ok! Si cos� ahh si. Fammi godere piccolo! Guardami ... sono la ragazza pi� figa e muscolosa della terra e tu sei il mio giocattolo. Come sei debole, potrei stritolarti senza sforzo. DAi! Si! ahhhhhh guarda i miei muscoli giganteschi!!! Cosa fai piangi? Solo per una costola rotta!? Quello di stamattina � ridotto su una sedia rotelle ma non si lamentava! Ora continua ... pi� forte senza rallentare!!! Siiiii!» Mi sta letteralmente violentando schiacciandomi contro quel muro di addominali. Osservo il suo viso. E' bellissima. Le sue morbide labbra, le vorrei baciare mi ci avvicino. «Ti amo» le sussurro prima che mi schiacci la testa tra gli incavi dei suoi seni. «Zitto! Non distrarmi e continua a scopare ... Si si! Senti i muscoli della mia rosa?! Senti come controllano il tuo esile corpicino!? Potrebbero castrati lo sai?! Continua cos� se non vuoi che succeda! AH!!! SI!!! oddioooo non venire!!! Non ancora!! Fatti scopare dalla tua Dea!!!! Senti la potenza incontrastata dei miei giganteschi Muscoli!!!! mmmSI!!!» Ogni suo muscolo aumenta di definizione e grandezza nel momento in cui viene. Un urlo strozzato precede il suo orgasmo. I suoi muscoli vaginali si rilassano dandomi la possibilit� di venire con lei, ma prima che succeda mi strappa da dentro mi afferra con entrambi le mani, una per il collo e l'altra per la base del pisello. Accarezza i miei testicoli svuotandomi completamente. Poi mi schiaccia nuovamente la testa contro il suo sesso. Lecco e bevo i capiosi liquidi che ne fuoriescono quasi affogando. Con l'altra mano continua ad accarezzarsi il clitoride prolungando l'orgasmo. Mi lascia cadere esausto a terra. La osservo dal basso innamoratissimo. «Bene piccolo. Sei stato bravo e sei sopravvissuto. Ora torna ad adorare i miei polpacci, ho voglia di un massaggio»... Continua