Martina e il colloquio per la sfilata. By andreap Quattro uomini organizzano un tranello per una bella ragazza ma non si rendono conto a cosa vanno incontro. Martina č una ragazza di 19 anni che frequenta l'ultimo anno del liceo classico con ottimo profitto. E' molto carina, capelli neri e lucenti lunghi fino sotto alle scapole, viso dolce, occhi vispi, č piuttosto magra ma ha un fisico tonico ed atletico e tanto per completare il quadro un bel seno piuttosto prosperoso e ben sostenuto. Nonostante non sia particolarmente alta, 1 metro e 63 centimetri per 52-53 kg circa viene sovente invitata o accettata in alcune sfilate di moda a cui partecipa come hobby tanto per arrotondare e mettersi da parte qualche soldino per pagarsi l'universitŕ. Martina veste sempre piuttosto elegante, a volte casual, ama le gonne o comunque indumenti medio-corti e naturalmente spesso mette indumenti che mettano in risalto le sue forme e il suo decolletč. Un indumento che, appena la stagione lo permette la accompagna sempre sono le calze; in particolare le calze nere a volte con qualche ricamo, altre volte (nelle occasioni speciali che lo permettono) magari a rete ed ancora in altri casi non necessariamente nere ma rigorosamente calze. Un giorno si ritrovň nella borsa un foglietto che, riassumendo, invitava le ragazze interessate a fare le modelle ad un provino che si sarebbe tenuto il giorno successivo e nel quale sarebbero state scelte un ampio numero di ragazze per un'importante kermesse. Decise allora di andarci anche perch‚ poteva essere una bella opportunitŕ anche se le sembrň molto strana la modalitŕ del reclutamento. In realtŕ infatti quel foglietto nella sua borsa non c'era finito a caso, infatti un gruppetto di 4 uomini aveva seguito un certo numero di ragazze ed individuata quella che li attraeva maggiormente studiavano quale potesse essere il sistema migliore per poterle attrarre in un posto isolato dove potersi divertire un po'. Purtroppo questa tecnica l'avevano giŕ usata in altre due occasioni ma non si era mai venuto a sapere perchč le malcapitate avevano taciuto ogni cosa compreso il pericolo del trabocchetto. Martina ignara di tutto, all'ora del colloquio si era preparata a puntino con un vestitino corto, calze nere velate e scarpe nere a decolletč‚ e un tacco da 8 cm, trucco leggero ma ben assestato che lasciava trasparire i suoi lineamenti dolci e naturali e si recň all'indirizzo specificato nel foglietto. Non conosceva bene la zona ma sapeva che era una zona dove non c'era un granchč di buono in genere, ma stavolta poteva essere diverso, del resto era solo un indirizzo. Raggiunto l'indirizzo vide che si trattava di un capannone neanche troppo curato ma sperando di trovare di meglio all'interno decise di entrare, chiese permesso ed entrň. Non rispose nessuno ma vide in fondo al capannone un uomo seduto ad una scrivania. Si avvicino ma percorsi alcuni metri sentŤ da dietro che qualcuno chiudeva a chiave la porta. Martina che era piuttosto sveglia capŤ subito di cosa si trattava e nel mentre spuntarono altri due uomini uno da destra e uno da sinistra e quello lontano si era alzato e procedeva verso di lei. Lei fece un ultimo vano tentativo per evitare quella situazione, si girň disse che aveva sicuramente sbagliato indirizzo e cercň di uscire, ma su ogni lato le strade erano bloccate dai 4 uomini. Quegli uomini si presentavano cosŤ: erano 4 uomini piuttosto imponenti fra i 28 e i 32 anni, tutti sopra al metro e 80 ed il piů leggero pesava circa 95 kg mentre il piů grosso superava comodamente il quintale e 20 kg ma nonostante ci• di pance se ne vedevano poche, i quattro uomini erano dei colossi ben torniti di muscoli forgiati da anni di palestre ed allenamenti, erano veramente quattro armadi. I 4 erano piuttosto brutti e rozzi erano tutti senza lavoro dopo essersi licenziati dai rispettivi lavori per fare alcuni colpi che gli avevano fruttato un bel gruzzoletto che avevano prontamente scialacquato in una serie immane di futilita ed erano attualmente come al solito a corto di ragazze perci• avevano messo a punto, per divertirsi un po', il giochino di invitare le belle ragazze. I 4 oltre ad essere molto muscolosi non erano affatto degli sprovveduti anche in alcune tecniche di lotta, il piů grosso aveva fatto per 10 anni il pugile e fra gli altri 3 uno conosceva discretamente il karate, uno era stato una giovane promessa di lotta greco romana ed uno si dilettava nel sollevamento pesi partecipando anche a tornei qua e la con buoni risultati e, queste loro prerogative, li faceva sentire molto sicuri di loro tanto che si sarebbero sentiti sicuri anche nell'affrontare in una rissa 15 o 20 uomini con tranquillitŕ . Martina non aveva paura, ma per lei era una situazione nuova e decise di rompere il ghiaccio dicendo: ed ora cosa succede? Il pugile disse: Prova ad immaginare... E il karateka intanto che immagini comincia a spogliarti che poi ti spieghiamo... Martina rispose pronta: io non mi spoglio proprio e voglio solamente uscire di qui. Il lottatore: certo che uscirai ma solo dopo averci soddisfatto tutti quanti pi— volte. Martina: sentite, se ora mi lasciate andare nessuno si far… del male. I quattro scoppiarono in una risata che a fatica riuscirono ad arrestare e dicevano: ma chi ti credi di essere? Ti sei vista, peserai si e no 55 kg? E noi, ci hai visti? Sai contare fino a 4? Basterebbe un quarto di uno di noi per farti volar via come una foglia! Sei venuta con 150 carabinieri o sei da sola? Ma forse Š wonder woman! E cosŤ via, Martina li lasci• sfogare per un po' poi quando si furono calmati sottolineň di nuovo: io vi ho avvisati per il vostro bene, se non volete farvi male lasciatemi andare. E gi— una seconda risata. Finita la risata il sollevatore ruppe gli indugi e si fece avanti dicendo: bando alle ciance se non ti svesti da sola allora ti svestir• io e si avvicin•. La ragazza rimase ferma e respinse l'uomo che si avvicinava con una semplice spinta solo per allontanarlo allora lui partŤ con un ceffone che Martina parň facilmente e rapidamente bloccň il braccio dell'uomo e sfruttando anche la sua spinta fece leva con la spalla e lo fece volare sopra di Lei per alcuni metri. Gli altri tre si guardarono stupiti ma niente di cui spaventarsi del resto lo aveva colto di sorpresa, ora si sarebbero fatti avanti pi— preparati. Vista la mossa da Judoka si fece avanti il karateka. Martina data la situazione decise di togliersi i suoi tacchi a spillo di 8 cm e rimase con le sue calze vellutate e si mise in guardia. Il karateka attaccň con una serie incredibile di colpi mani e piedi abilmente parati da Martina quasi svogliatamente che intanto lo lasciava sfogare e stancare finchŠ non passň al contrattacco, si libro in aria e con un calcio laterale ma diretto colpi l'uomo, pesante quasi il doppio di lei, in pieno sterno; l'uomo vol• all'indietro almeno un metro fino ad urtare il muro per poi cadere pesantemente a terra a sedere, la forza del colpo di Martina proprio sullo sterno gli provocarono per parecchie decine di secondi difficolt… respiratorie. Il terzo uomo, il lottatore si fece avanti ancora sicuro di s‚, del resto era arrivato secondo ai campionati italiani under 18 nella categoria oltre i 100 Kg e non aveva nulla da temere. L'uomo tento di afferrare Martina per surclassarla nel corpo a corpo ma Martina era cosŤ veloce che ogni tentativo fu vano, allora l'uomo provň con alcuni calci che furono o parati od evitati con facilit…. L'uomo cominciava ad essere in difficolt… e non sapeva bene cosa fare decise allora di provare con un una serie di pugni ma prima di riuscire a partire vide Martina che lo incitava a farsi avanti dicendo: dai che ce la puoi fare, non sei male, l'uomo fu preso dalla rabbia e si fece avanti rozzamente ma prima di giungere a segno quasi senza nemmeno riuscire a rendersene conto fu colpito da un tremendo calcio circolare. L'impatto del piede velato di Martina sulla mascella dell'uomo fu terrificante e l'uomo atterrň dopo due piroette in volo ai piedi della scrivania sulla quale sedeva prima. Rimaneva ora in piedi solo l'ex pugile che sicuro di s‚ nonostante i risultati dei suoi compagni partŤ all'attacco senza indugi. Arrivato a dovuta distanza da Martina prov• a scaricare prima un destro, poi un sinistro, poi un montante, un diretto e continuava senza sosta ad alternare i colpi senza ottenere alcun risultato tangibile, Martina era troppo veloce e i colpi dell'ex pugile troppo lenti per colpirla. Si trovň ad un certo punto a corto di idee, cominci• con ancora pi— foga e pi— gli cresceva la rabbia e pi— diventava prevedibile, sapeva che se solo fosse riuscito a colpirla una volta avrebbe potuto portare la situazione a suo favore ma non c'era verso se per caso un colpo si avvicinava al bersaglio veniva inesorabilmente bloccato. A questo punto Martina prese la situazione in mano e non si limitava pi— ad evitare i colpi, cominciň a colpire essa stessa mentre il mastodonte caricava i suoi pugni e pi— lo colpiva e pi— lui andava fuori tempo finchŠ ad un certo punto il pugile si trov• costretto a difendersi solamente e ad indietreggiare. I colpi di Martina di facevano sempre pi— serrati e potenti e dopo aver cominciato un buon lavoro ai fianchi continu• martoriando la pancia e lo stomaco del pugile il quale era sempre pi— in difficolt… fino a diventare totalmente in balia della piccola ragazza che concluse il primo round con un potentissimo gancio destro al mento del mastodonte che and• momentaneamente a terra cadendo come una pera cotta. La situazione era incredibile la piccola ragazza al primo giro di scontri aveva mostrato una velocit… ed in alcuni casi anche una potenza impensabili, il calcio volante, il gancio destro ed il calcio frontale erano colpi che chi li aveva subiti non li aveva mai subiti neanche da uomini della loro stessa portata e fra l'altro non sapevano che era solo l'inizio. Gli uomini si rialzarono chi pi— lentamente chi pi— velocemente e si guardarono fra loro, non capivano bene cosa stava accadendo, li davanti c'era una semplice ragazzina o poco pi—, mentre loro erano 4 energumeni muscolosi ed esperti anche in tecniche di lotta. Fatto questo semplice ragionamento la conclusione era una sola, quello che stava accadendo era semplicemente frutto della sorpresa, non ci poteva essere altra spiegazione, tutti e quattro all'unisono si diedero questa risposta che in un certo senso li caric• per sferrare un nuovo attacco. Si rifece avanti il sollevatore che fra l'altro era stato solamente atterrato nel primo scontro, questa volta si fece avanti rimanendo in guardia, Martina studi• brevemente la situazione e poi stavolta decise di attaccare per prima, dapprima fint• un paio di diretti e poi si alz• in volo e con un calcio volante e ruotato all'indietro, sferr• un attacco che quell'uomo mai si sarebbe aspettato e nemmeno l'avrebbe immaginato possibile. Il colpo fu talmente potente che l'uomo fece una capriola laterale su se stesso prima di cadere pesantemente in terra. Fu la volta del karateka che si present• con un calcio volante che and• miseramente a vuoto, la risposta di Martina fu un suo calcio volante centrato alla perfezione prima che l'uomo potesse rimettersi in guardia e questo ebbe l'effetto di farlo volare per alcuni metri fino a scontrarsi con il muro. Questa volta Martina ebbe una piccola distrazione e non si accorse che il lottatore si era avvicinato e la abbranc• da dietro ma non si spavent• e affront• il lottatore nel suo campo preferito, la lotta, si gir• e i due si tenevano in classica posizione da lotta ma sembrava un moscerino che lotta con un toro, i due si controllavano a vicenda poi ad un certo punto accadde l'incredibile. Martina cominci• a fare sul serio e il gigante cominciava a piegare le gambe, si vedeva che i suoi muscoli si contraevano ed allo stesso tempo cedevano contro la forza della formica finch‚ cedette di schianto. L'uomo piegato nella resistenza e caduto si alz• bruscamente insultando la ragazza e fece per buttarsi su di lei ma un colpo d'incontro lo blocc• ed un calcio frontale gli fece fare una capriola su se stesso fino a schiantarsi con la faccia al suolo. Era la volta del mastodonte questa volta infuriato pi— che mai ma questa volta Martina non indugi• cominci• a colpirlo ad una velocit… tale che l'uomo non riusciva a capire cosa stava accadendo, allo stesso tempo le piccole e toniche braccia di Martina sprigionavano una forza che a vederla nessuno avrebbe mai potuto pensare. I colpi tutti allo stomaco fecero piegare in due il mastodonte di 2 metri cosŤ Martina pot‚ assestargli una ginocchiata al volto. L'impatto fra la calza della ragazza ed il volto dell'uomo fu devastante, l'arcata sopraccigliare si lacer• e l'uomo cadde all'indietro di 1 metro e mezzo proprio come un salame. Martina si guard• intorno i quattro uomini erano a terra ed in procinto di rialzarsi seppur con difficolt…. I 4 la guardavano schiumando rabbia, cominciavano a capire che poteva finire male ma di certo non potevano arrendersi di fronte al sesso debole e ad una tale sproporzione di forze in campo, se non altro avrebbero dovuto avere la meglio per il loro orgoglio e per la battaglia dei sessi. Ma ogni volta in cui incrociavano gli occhi di Martina iniziava a salire dalle viscere la paura dell'onta, la paura di quella ragazzina, cosŤ apparentemente fragile ed indifesa ed allo stesso tempo cosŤ potentemente forte ed insuperabile. La forza della disperazione li guidava, alcuni di loro sentivano fortemente i dolori per i colpi subiti, ma potevano contare ancora su discrete forze residue. Contro un avversario ordinario avrebbero saputo come muoversi, ma contro Martina si sentivano privi di idee. A questo punto cominciarono tentativi di ogni genere, dapprima il sollevatore si avvicin• ad una grossa stufa di ferro e ghisa e fece per sollevarla ma non vi riuscŤ allora continu• a cercare di imporre la legge del pi— forte nella sua specialit…, il sollevamento, prese la scrivania, se la port• sopra la testa e con uno sforzo sovrumano la getto verso Martina la quale immediatamente si alz• in aria con la sua grazia e con un calcio potentissimo respinse l'attacco provocando grossi danni alla scrivania che atterr• semidistrutta. Dopo questa dimostrazione di potenza Martina volle darne un'altra ancor pi— schiacciante, dopo aver irrisoriamente superato il karateka col karate, surclassato il pugile nel pugilato e umiliato il lottatore nella lotta, si avvicin• alla stufa che il sollevatore non era riuscito a sollevare e lo alz• sopra la testa con disarmante semplicita, ma non lo scagli• contro i malcapitati perchŠ non era sua intenzione provocare danni irreparabili o ferite gravi su nessuno, fino ad ora infatti aveva tarato i suoi colpi in relazione alla forza ed alla resistenza dei suoi avversari, avrebbe potuto fare di pi— ma si era limitata ad infliggere danni sperando che i suoi avversari desistessero. Non fu cosŤ. Martina aveva davanti il sollevatore pietrificato, la facilit… con cui quella fragile ragazza aveva sollevato un oggetto per lui inamovibile l'aveva totalmente immobilizzato, lei allora pos• la stufa con delicatezza e partŤ con due passi di rincorsa e con un calcio volante atterr• in maniera semidefinitiva il sollevatore. Nonostante l'ora evidente superiorit… che Martina aveva dimostrato in tutte le discipline si scaten• una rissa furibonda e iniziarono a spuntare le armi. Il lottatore tir• fuori un coltello, Martina lo disarm• facilmente con un calcio preciso al polso per poi afferrare al volo il coltello per poi gettarlo in un angolo; poi atterr• l'uomo con un calcio di collo pieno al collo dell'uomo che questa volta accus• duramente il colpo. Il karateka impugn• una mazza da baseball e fece per colpire Martina con tutta la sua forza, lei si difese con la mano in posizione di taglio, la mazza si spezz• nettamente in due ed il contatto fu talmente duro che l'uomo rimase fermo per qualche secondo per il contraccolpo subito, in quel mentre Martina gli assest• un tremendo calcio laterale diretto sulla cassa toracica che oltre a farlo volare indietro di 3 metri, lo lasci• di nuovo in difficolt… respiratoria per alcuni minuti. Fu la volta del pugile che si present• con una spranga di ferro di oltre un metro di lunghezza e 15 cm di diametro e prov• con tutte le forze residue a colpire Martina, lei lo lasci• fare, si limit• ad evitare i colpi con salti, balzi laterali e abbassamenti; 3,5, 10 forse 15 volte, l'uomo ad ogni tentativo usava tutta la forze e dopo tutti quei tentativi si sentŤ affaticato, Martina lo incit• e lui riprese ma dopo altri 10 tentativi fu esausto e si ferm•, Martina poteva disporre di lui come voleva, l'uomo era quasi inginocchiato dopo i colpi subiti e gli attacchi falliti era quasi privo di energie. Martina lo lasci• riposare un attimo e si guard• intorno: il sollevatore cercava di alzarsi ma l'ultimo calcio gli aveva quasi fatto perdere i sensi e non vi riusciva con facilit…, il lottatore provava ad alzarsi ma il dolore tremando in in molte parti del collo e l'ultimo calcio l'avevano mezzo stordito, il karateka stava piano piano riprendendo una regolare respirazione ma era ancora momentaneamente furori uso. Allora Martina attese una trentina di secondi e poi lanci• una sfida al pugile. Ehi, se sei un pugile perch‚ non facciamo a pugni? Ti prometto che non user• i piedi con te ed anzi user• solo la mano sinistra. Al pugile non parve vero ma le energie erano quelle che erano, prov• a raccargliele tutte, si rialz• sui suoi 2 metri. PartŤ all'attacco con tutto il vigore rimasto, destro, sinistro e ancora destro sinistro, gancio e cosŤ via, ma Martina con la sola mano sinistra e l'altra dietro la schiena controllava la situazione e si limitava a parare i colpi. Dopo qualche minuto di questo spettacolo umiliante per il pugile Martina vide con la coda dell'occhio che gli altri 3 seppure barcollanti si stavano rialzando allora dopo aver parato l'ennesimo colpo partŤ con un sinistro che affond• nei muscoli dell'addome ormai sopraffatto dai colpi precedenti. L'uomo era di nuovo in ginocchio anzi praticamente steso e mugolava per il dolore. Ora Martina decise di provare qualcosa di nuovo, si avvicin• ai tre, alz• la testa chinata del sollevatore e lo guard•, anche l'uomo la guard• con odio e paura insieme e raccolte un p• di forze fece per attaccarla ma Martina lo blocc• e sollev• il sollevatore come fosse un bilanciere (era un uomo di oltre cento kg) e con disarmante facilit… lo scagli• ad oltre tre metri addosso agli altri due rialzati. Ora i 4 erano tutti a terra gementi, si sentivano solo lamenti e imprecazioni. Tutti e 4 provavano ad alzarsi ma la fatica era enorme. Martina era lŤ nel centro della stanza, non era particolarmente sudata, solo leggermente accaldata, per nulla stanca e pensava che era stato pi— facile del previsto. Si controll• il vestito e non era particolarmente stropicciato, controll• le calze ma non vi erano smagliature allora si avvicin• alle sue scarpe coi tacchi e se le reinfil• con grazia pensando che tutto fosse finito e disse: ve l'avevo detto che sarebbe stato meglio lasciarmi andare, io vi avevo avvisati. Questa frase fece scattare l'ultimo sussulto di orgogli in quegli uomini malridotti i quali si rialzarono con uno sforzo sovrumano ed imprecando contro Martina si rifecero avanti barcollanti. Le loro forze erano vicine allo zero ma dalla bocca proferivano minacce di ogni tipo come se avessero ancora chiss… quali energie ma cosŤ non era. Si avvicino per primo il karateka che manco il bersaglio facendo fatica a reggersi sulle gambe, Martina gli diede un piccolo colpo sul collo in modo che non cadesse ma fosse un poco anestetizzato e mise la sua (di lui) testa sotto il suo braccio, poi si avvicin• il lottatore ma Martina lo fece andare a vuoto, lui cadde carponi e lei lo afferr• stringendogli una gamba velata attorno al collo all'altezza del suo ginocchio; poi arriv• il pugile e Martina blocco il suo pugno con il palmo della sua mano e cominci• a stringere, l'uomo si contorceva per il dolore e cercava di liberarsi ma era inutile, da ultimo il sollevatore , Martina lo stese con un piccolo calcetto che lo fece cadere al suolo si tolse la scarpa per non ferirlo col tacco e vi pose un piede sulla schiena per immobilizzarlo. La scena era questa: il sollevatore era a terra bloccato dal piedino vellutato di Martina e nonostante tutti i suoi sforzi non riusciva a spostarsi di un cm, il lottatore era in balia dell'altra gamba velata attorno al collo e nonostante gli sforzi non riusciva ad allentare la presa d'acciaio, il karateka non riusciva a liberarsi da sotto il braccio sinistro nonostante facesse leva con tutte le energie residue ed il pugile aveva ancora il pugno imprigionato nella mano della ragazza e con tutti gli sforzi cercava di libarsi da quella presa che per lui era come una dannata morsa e si contorceva per il dolore. A vederlo era quasi patetico, allucinante, inverosimile quei mastodonti erano in totale balia di quella ragazzina che in 15 minuti (perch‚ non aveva voluto affondare i colpi) li aveva annientati, annichiliti, ridotti a degli stracci senza forze residue e per giunta senza grossi sforzi per giunta Martina aveva anche umiliato ciascuno di loro nelle loro specialit… migliori mostrando una straordinaria superiorit… di tecnica, velocit… e, udite bene, anche di forza. La sproporzione che era evidente all'inizio dell'incontro a favore del sesso forte ora era evidente e decuplicata a favore del sesso presunto debole. I quasi 500 kg e 700 cm di muscoli non avevano potuto nulla contro i 50 kg e 160 cm di Martina che era un concentrato di grazia, bellezza ed energia allo stato puro. Martina dopo avere tenuto immobili gli uomini per qualche minuto disse: bene, ragazzi, la festa Š finita e voglio lasciarvi un mio ricordino, li lasci• ad uno ad uno, li dispose a semicerchio in piedi a 50 cm uno dall'altro, i malcapitati rimasero fermi perch‚ tutte le forze che avevano potevano servirgli solo per rimanere in piedi, riprese la sua scarpa col tacco, si pieg• sulle gambe per aumentare la spinta, si libr• in aria e con un calcio volante circolare colpě in sequenza con precisione e velocit… inaudita tutti e quattro gli uomini che volarono all'indietro di almeno cinque metri. L'impatto fra la punta della scarpa (il tacco avrebbe potuto infliggere danni troppo gravi sfregiandoli) del piedino vellutato di Martina e le mascelle dei quattro energumeni fu tale che tutti e quattro persero immediatamente i sensi il primo dei quattro che si riprese lo fece dopo circa 6 ore. Martina aveva completato la sua opera, non aveva fatto danni irreparabili a quegli uomini se non quelli del loro ego ma gli aveva dato una bella lezione; uscŤ dalla stanza ed and• per la sua strada, la giornata era appena iniziata. -