Italian gladiators - parte III by Bettino - in italiano Spaghetti wrestling Vi era qualcosa di inquietante, in quella bionda molto alta che, indossando un vestito da sera quasi trasparente, fendeva sicura la folla di ragazzotti che facevano la fila davanti alla discoteca "Satyricon". Le spalle, molto ampie, potevano far dubitare che si trattasse di un travestito, e cosŤ pure il seno piccolo, appena accennato, ma il fluido movimento delle anche testimoniava la sua femminilit…, sia pure tendente all'androgino. La donna raggiunse l'ingresso, dove stazionavano due enormi buttafuori. "Che vuoi?" le fece uno. "Mettiti in fila con gli altri". "Ho un appuntamento nel priv‚e. Fatemi passare". "Nel priv‚e, tu? Ma fammi il piacere, Š riservato ai vip, oggi c'Š anche un terzino dell'Atalanta, e alle strafighe. Tu non appartieni a nessuna delle due categorie." "Ti ho detto di farmi entrare. Non posso dirti con chi ho l'appuntamento, ma so quello che faccio." "Senti, non ho tempo da perdere con te. Qui ci sono centinaia di clienti che fanno la fila... lasciami lavorare!" concluse il buttafuori, spingendola indietro con la sua enorme mano pelosa. "Non mi toccare...non provarci pi—" replic• la donna. "Senti, senti... questa dev'essere Monica, la gladiatrice..."interloquŤ il collega. "Oh, che paura..." riprese il primo energumeno... "me la sto facendo sotto!" e, spingendola con violenza con le due mani, la scaravent• per terra. Ormai, una piccola folla assisteva, incuriosita ed eccitata, alla scena. Monica si alz•, scalci• via i sandali che portava ai piedi, e si fece avanti. "Questa la paghi, palla di lardo." L'uomo si mise in guardia, turbato dalla determinazione dell'avversaria, ma rassicurato dal fatto di essere alto circa due metri, di pesare 140 chili e di essere cintura nera di karatŠ. "Fatti sotto, puttana" la provoc•. Monica finse un calcio con la gamba sinistra, poi salt• piroettando su se stessa e vibr• un violento calcio volante rovesciato che si concluse sulla mascella del gigante. Il buttafuori cadde a terra, svenuto, e Monica fece per attaccare il collega, che si ritrasse di qualche passo. In quel momento, il portone si aprŤ ed uscŤ veloce un tipo brizzolato, in smoking, che doveva essere il titolare del locale. "Signorina Monica... mi scuso, non avevo preannunciato il suo arrivo. Sa, i ragazzi sono nervosi, anche se questo non li giustifica per la loro imperdonabile scortesia." "Non si preoccupi, l'educazione gliela ho gi… spiegata io..." "Si accomodi. La sta aspettando nel privŠe." Monica fu fatta entrare in un salottino illuminato da luci soffuse, occupato da un piccolo uomo dai lunghi capelli neri, abbronzatissimo, e da una biondina che gli stava avvinghiata. Monica la guard• con sospetto. "Helga, ci vediamo un'altra volta" la conged• l'uomo. Lei uscŤ, sbuffando e guardando con odio Monica, che la ignor•. "Rudy the Valentine, molto piacere" si present• tendendole la mano inanellata. "Dimmi cosa posso fare per te... essenzialmente, io so fare una cosa sola. Sono un campione anch'io, nella mia disciplina." "Mi devi allenare." "Sinceramente, non capisco. Non sono un combattente... La mia virilit… Š... di tipo diverso." "Lo so anch'io. E so che hai dei conti in sospeso con il mio avversario... Max The Stallion." L'uomo non seppe nascondere il fastidio che solo sentire il nome del suo rivale gli procurava. Max The Stallion. Il suo rivale da sempre. Lui, Rudy, era pi— dotato, pi— elegante ma, quando si trovavano di fronte, quell'altro lo oscurava e lo intimidiva con la sua prestanza fisica, la provocava, lo minacciava, lo insultava chiamandolo finocchio. E lui, pi— piccolo ed esile, doveva far buon viso a cattivo gioco, lasciargli libero il campo. Certo, lo odiava. "Non so cosa posso fare per te... ma se credi che possa aiutarti a distruggere Max, sono con te." Monica gli spieg• il suo piano. "Si pu• fare"- rispose illuminandosi in un sorriso d'intesa. "Ti dar• le indicazioni necessarie." "Allora, tra mezz'ora al Grand Hotel, suite Gradisca. " Hotel Des Baines, suite Casanova. Un grande letto rotondo occupava il centro della grande stanza, sormontato da uno specchio fissato al soffitto, dove gli occupanti potevano vedersi riflessi, a moltilplicare virtualmente i loro amplessi ed a soddisfare il loro narcisismo. "Adoro questo grande cazzo" sussurr• vezzosa Samantha the Tiger, afferrando delicatamente lo smisurato membro del partner con la mano ben curata ma possente, e mettendoselo in bocca. Dopo il loro incontro, vinto dall'uomo con un po' di fortuna, e soprattutto dopo che Samantha aveva potuto provare il piacere che le straordinarie dimensioni del membro di Max, erano diventati quasi inseparabili. Anche lui apprezzava Samantha, ben diversa dalle sue solite femmine, che lo appagava sessualmente e lo gratificava il fatto di essere stato il primo a domarla fisicamente. Max non le venne in bocca, ma la infil• con il suo membro turgido, spingendo con brutalit… e cavalcandola con ardore. Anche lei era molto calda, e si opponeva ai colpi dell'uomo, al fine di rendere pi— violento il contatto, pi— profonda la penetrazione. Vennero assieme, abbracciandosi quasi fino a spezzarsi le costole, appassionati e feroci come una coppia di tigri. Max, soddisfatto, si sdrai• ancora ansimante, mentre lei lo guardava appagata, ma con una sorta di turbamento nello sguardo. "Che c'Š? Qualcosa che non va? Non sono stato abbastanza bravo?" "Il problema non Š questo. Ci• che mi preoccupa Š che domani devi combattere... e non mi sembri la massimo, n‚ psicologicamente n‚ fisicamente..." spieg• con un velo di preoccupazione Samantha. "Stronzate...non Š ancora nata la donna capace di mettermi sotto. Non ci sei riuscita tu, non ci riuscir… certo quella troia ex drogata di Monica..." "Anzitutto, con me non hai avuto vita facile... diciamo pure che t'Š andata bene..." "Non tirare fuori scuse!" "Ok, hai ragione tu. Ma dammi ascolto. Lei Š caricatissima, il fatto che io le abbia praticamente distrutto il suo amato bene la ha resa bramosa di vendetta... e trasporter… su di te l'odio che prova per me. In pi—, Š bene allenata. Tu invece hai degli allenatori scarsi..." "Avevo degli allenatori, vorrai dire" la interruppe Max. "Li avevo, non fortissimi ma abbastanza per prepararmi, finch‚ non sei comparsa tu e me li hai mandati all'ospedale..." "La colpa Š loro... mi avevano provocato. Hanno voluto caricare i colpi, e io... ho caricato i miei. Ma non Š questo il problema. Come allenatrice bastavo io... tu per• sei distratto, non ti applichi, pensi a migliaia di cose diverse. Oggi non eri praticamente capace di combattere, ti ho immobilizzato per lo meno tre volte..." "Non mi impegnavo. Ho un sacco di cose da fare: le presenze in televisione, le inaugurazioni... sono un uomo pubblico, voglio monetizzare. Ma non preoccuparti, in un combattimento reale, mi trasformo." "Va bene, campionissimo. Ricordati che devi vincere anche per me... se la batti facile, mi confermo come la donna pi— forte d'Italia, altrimenti passo in secondo piano..." "Non preoccuparti, ti ripeto. La distrugger•." "Poi c'Š il reality, se non vinci perdiamo due milioni di euro..." "Cazzo, un'altra parola e perdo apposta. La storia del reality non mi piace: vivere per tre mesi seguiti dalla tv, mentre stiamo a letto, mentre ci alleniamo, sino al nostro incontro di rivincita..." "Non piace neppure a me. Ma pensa, faremo tanti soldi da sistemarci: se poi per caso il secondo incontro lo vincessi io, potremmo organizzare la bella, e i milioni diventerebbero sei..." "I soldi sono importanti, ma io... non perder• mai con una troia di donna, neppure contro di te. Io non fingo di perdere neppure per 100 milioni ... ho un prestigio da difendere" replic• il maschio. "Che carino..." fece lei sfottente, accarezzandolo. "Ora mi hai proprio stufato, vieni qui che ti sfondo il culo..." concluse Max, abbrancandola da dietro. Il Palasport era praticamente una bolgia traboccante di una folla eccitata e vociante, in cui era persino difficile avvicinarsi a ragione dei molti che vi si affollavano intorno sperando in un biglietto, o cercando di inserirsi di straforo. Il piazzale era ingombro di pullman delle principali compagnie televisive, e giornalisti, belle donne, vip vari sgomitavano davanti ai cameramen per un'inquadratura che regalasse loro i canonici cinque secondi di celebrit…. Ormai, tutta la stampa, anche quella pi— seriosa, dedicava buona parte delle prime pagine all'avvenimento. Gli esperti, per la maggior parte, consideravano Max come netto favorito, ma non mancavano i pronostici per Monica. Finalmente, alle undici in punto, quando il pubblico non riusciva pi— a sopportare i numeri di variet… presentati in attesa del main event, si spensero ad un tratto le luci del palazzo. Si accesero dei potenti fari, che inquadrarono una sorta di arco di trionfo romano e, al ritmo di una musica suonata al massimo volume, fece il suo ingresso su una biga trainata da due cavalli bianchi Max teh Stallion, abbigliato come un gladiatore. A suo fianco, indossando uan sorta di abito d'amazzone che le copriva un solo seno, reggeva le redini la sua muscolosa allenatrice, Samantha The Tiger. "Ed ecco a voi... il vero gladiatore italiano, Max the Stallion!" scandŤ enfatico il presentatore. Max entr• nella gabbia, e contrasse i bicipiti. La folla lo salut• con un boato. Si accesero dei fari sul lato opposto, che illuminarono un altra porta romana. Monica the Streetfighter si present• indossando solo un minuscolo perizoma, tenendo al guinzaglio due muscolosissimi body builder. "La seconda contendente Š la possente amazzone del Nord Monica the Streetfighter... invitta dominatrice di maschi!" modul• il presentatore. IL pubblico era in delirio. Monica abbandon• i guinzagli ed entr• nella gabbia dopo che i suoi due boys le ebbero levato i sandali che la innalzavano di almeno altri 12 centimetri. L'arbitro chiam• i due contendenti al centro del ring per le solite regole. "Niente morsi, niente dita negli occhi, niente strappi alle orecchie. Tutto il resto, potete farlo. Se ordino di sospendere il combattimento, lo fate subito. Poi, la domination dello sconfitto potr… durare al massimo 30 minuti. Non sono ammessi gadget o strumenti." I due contendenti stavano l'uno di fronte all'altra, impegnati in una battaglia di sguardi. Dall'alto del suo metro e ottantotto, Monika sovrastava l'avversario di almeno otto centimetri. Il fisico della donna, tiratissimo e tonico, arrivava a stento agli 80 chili, ma con una qualit… muscolare straordinaria confermata da una percentuale di grassi quasi inesistente. Di lei, stupivano soprattutto le gambe, incredibilmente muscolose, ma anche braccia e spalle sembravano quelle di un allenato boxeur. Gli addominali, tiratissimi, evidenziavano quasi ogni fibra, mentre il seno, piccolo e solido come quello di un'amazzone, si concludeva in capezzoli di colorito roseo, appuntiti come le punte di una freccia. Max mostrava tutta la sua muscolosit…, ma il suo peso di 105 chili rendeva evidente una carenza di allenamento che faceva sembrare i muscoli un po'appannati. I due si squadravano con odio. "Ti uccider•, puttana, tu non hai il diritto di starmi di fronte." "Dopo il nostro incontro, farai meglio a sparire, piccolo finocchio gonfio di lardo..." L'arbitro li rimand• agli angoli, poi diede inizio la combattimento. L'incontro inizi• subito con un ritmo selvaggio. Entrambi si slanciarono verso il centro della gabbia ed iniziarono a scambiarsi colpi con grande intensit…. Max sembrava far conto soprattutto sulla potenza dei suoi pugni, tuttavia ben controllati dalla sua avversaria, mentre Monika attaccava servendosi prevalentemente delle gambe. Ma entrambi si resero conto che la tattica di prendere l'avversario di sorpresa non era praticabile, anzi poteva rivelarsi controproducente, ed iniziarono uno scontro pi— ragionato, pi— tattico. Riguadagnarono la distanza, e cominciarono a combattere con il cervello. Monica approfittava delle gambe e delle braccia pi— lunghe per mantenere lontano l'avversario e scagliare qualche colpo di disturbo, particolarmente per prendergli di mira le gambe. Max, confidando nella maggiore forza del suo pugno, tentava qualche destro, alternato con violenti calci al bersaglio grosso. E fu lui ad arrivare per primo a segno: schivato un calcio, colpŤ la donna con un sinistro al volto, doppiato da un destro che si stamp• potente sul volto della donna. Il pubblico salut• il colpo con un boato, ma Monika non parve aver patito molto il pugno. "Tutto qui quello che sai fare, figlio di puttana?" lo schernŤ sfottente. E, a sua volta, attacc• con una serie di ginocchiate al corpo e corti ganci che fecero rinculare il maschio fino all'angolo, intento a coprirsi in modo quasi passivo. Il pubblico era in delirio. Dall'angolo, Samantha lo incitava gridando come un ossessa. "Alza le braccia, colpiscila alle gambe, tira una ginocchiata alla figa!" Max riuscŤ ad afferrare in clinch la sua avversaria e, approfittando della sua maggiore mole, la sollev• da terra per gettarla quindi al suolo. Monika non potŠ evitare la caduta, seguita da Max che aveva anch'esso perso l'equilibrio e pertanto non fu in grado di immobilizzarla al suolo come aveva sperato. Si rialzarono entrambi, fronteggiandosi. Era Max, ora, a sembrare in svantaggio, il volto gi… segnato, il fiato rotto. Ma il maschio era pur sempre un combattente e, con la forza della disperazione, attacc• con tutte le sue forze. RiuscŤ a colpire l'avversaria al tronco con un calcio circolare che mozz• per un attimo il respiro alla donna, doppiato da un calcio al volto che prese Monica di striscio. Quindi il maschio si precipit• contro l'avversaria squilibrata con la ferocia di un bufalo, la abbranc• alle cosce e la atterr•, montandole sopra. Ora la folla era in delirio: Max sembrava in netto vantaggio, pronto a tempestare di pugni la rivale sotto di lui. "Ammazzala, massacrala quella bastarda" lo incitava dall'angolo Samantha. Il pubblico era diviso, vociava mille diversi suggerimenti cruenti ed osceni: "Uccidila, spaccale il culo! Non mollare, fallo fuori". Ma era evidente a tutti che era Max, l'uomo, in vantaggio in questo scontro tra sessi. Monika per• sapeva lottare, aveva un'esperienza in grado di farle gestire le situazioni pi— difficili. Si liber• le gambe scalciando, quindi port• una cintura al torace alto del suo rivale, impedendogli di sedere sopra il suo petto. Max tentava di liberarsi da quella stretta, ma le gambe della donna avevano la forza di una coppia di pitoni, e non gli davano spazio, L'uomo tent• di vibrare qualche pugno, ma la posizione in cui si trovava non gli permetteva di caricarli con sufficiente potenza. Max alla fine riuscŤ a districarsi dalla presa, ma Monika lo scalci• con violenza riuscendo a rialzarsi. Si ritrovavano ancora una volta in piedi. L'incontro aveva gi… lasciato tracce visibili sul fisico dei due, ma l'aggressivit… dei contendenti era ancora aumentata. Monika tent• un calcio ad ascia, che l'uomo riuscŤ ad evitare. Le gambe dell'amazzone erano per• incredibilmente allenate, ed essa approfitt• del suo equilibrio per portare, senza neppure mettere a terra il piede, un calcio circolare che si abbatt‚ sulla mandibola dell'uomo. Max traball•, ma riuscŤ a rimanere in piedi, confuso per il colpo. L'incontro sembrava ormai deciso, e la donna esplose in un doppio calcio volante, che colpŤ il suo rivale al mento e appena sotto la gola. Max cadde, pesantemente, al suolo. La folla rea impazzita, urlava, gesticolava, tutta in piedi. Monika non perse tempo e salt• sul petto poderoso dell'avversario al tappeto, sedendoglisi cavalcioni e cominciando a colpirlo al volto coi pugni pesanti e precisi. "Max, copriti con gli avambracci! Para i pugni" urlava disperata Samantha. Max, attingendo alle energie pi— riposte, si inarc• a ponte squilibrando al donna, ed afferrandola al collo con il braccio poderoso. Iniziarono a lottare a terra, scambiandosi pugni e gomitate e tentando ciascuoo dei due di immobilizzare l'avversario. Max era pi— pesante, pi— muscoloso, e riuscŤ a mettere sotto l'avversaria, colpendola poi con dei pugni pesanti che le fecero gonfiare un occhio. Sembrava ancora una volta che l'incontro si avvicinasse all'epilogo, con la vittoria del maschio, ma Monika riuscŤ a liberare le lunghe gambe muscolose e ad imprigionare in una forbice il collo dell'avversario. Max tent• di liberarsi, vibrando pugni all'impazzata, ma la presa era ferrea. Il volto dell'uomo divenne paonazzo, poi quasi viola: sembrava in procinto di svenire. Girati, girati" gli suggerŤ dall'angolo Samantha. Lui seguŤ il consiglio, un attimo prima di svenire, e riuscŤ a liberarsi. Si rialzarono, tenendosi a distanza, sfruttando ogni infinitesima pausa per recuperare le forze. Erano davvero irriconoscibili: la donna aveva un occhio gonfio e semichiuso, sanguinava da uno zigomo. Un fili di sangue colava dal naso di Max, che respirava pesantemente, mentre la stretta delle cosce della donna gli aveva letteralmente scorticato il collo. Tuttavia, erano entrambi ben presenti a loro stessi, concentratissimi, consci che dall'esito di quell'incontro sarebbe dipesa la loro vita. Soprattutto quella dell'uomo, quasi obbligato alla vittoria dalla tradizionale opinione che voleva fisicamente superiore il sesso maschile, ed inoltre dalla necessit… di conservare la propria immagine di macho. Chi altro gli avrebbe pi— offerto un film, una serata, in caso di sconfitta? Forse un circolo di femministe, ogni tanto... Monika, d'altra parte, voleva assolutamente vincere. Non solo per le donne, ma soprattutto per stabilizzare definitivamente al sua personalit…, per superare il trauma della violenza carnale subita da bambina. E poi, per inseguire i suoi sogni di gloria, di affermazione... Fu Max a attaccare, con un calcio rovesciato al ventre dell'avversaria. Ma era troppo stanco, il movimento troppo lento, e la bionda rivale lo evit• facilmente. Poi, la donna lo attacc• con una serie di violenti calci alle cosce ed ai polpacci, che resero ancora pi— lento il suo avversario. Max realizz• che non poteva pi— usare le gambe, e si mise in guardia pugilistica. Monica, con le energie che le restarono, sfruttava la superiore mobilit… per girargli attorno, colpendolo con jab e calci alle gambe ed al corpo. "Afferrala in clinch, mettila sul paino della lotta" si sgolava Samantha. Ma l'uomo voleva finirla con un pugno, il pugno del ko che spesso, nel pugilato, Š l'ultima illusione del perdente. Approfitt• di un colpo fuori misura di Monica per vibrarle un gancio al mento con tutta la sua forza. La sua rivale riuscŤ ad intuire il colpo, ed a schivarlo in parte. Ora anche la donna capŤ che, portare il combattimento troppo avanti, l'avrebbe esposta a rischi e a sorprese, e decise di concludere il match prima che divenisse troppo tardi, prima di perdere al residua lucidit…. Con le residue energie, cominci• a danzare attorno all'avversario come aveva visto fare da un pugile nero fare in antichi filmati di pugilato. "Non cadere nella provocazione! E' pi— stanca di te" gli url• dall'angolo Samantha. Monika fece un passo indietro, poi infil• una mano nel tanga e se lo strapp• via. Riprese a girare attorno all'uomo, brandendo i brandelli del costume come un toreador fa con al muleta di fronte agli occhi del toro. "Che hai paura di una donna, stallone?" gli url• beffarda, forte abbastanza perch‚ anche il pubblico sentisse. La folla rimase per un attimo scioccata, poi impazzi di eccitazione e violenza. Non si riusciva a distinguere le migliaia di urla, di oscenit… proferite dal pubblico, si udiva solo un boato. Max avanz• con la ferocia del toro, mulinando colpi scomposti, ma Monika gli sfuggiva approfittando del fatto di avere ancora le gambe intatte. Max vibrava i suoi colpi appoggiandoli con tutta la sua forza, la sua possanza, ma dopo qualche secondo capŤ che i suoi attacchi erano vani, che le sue gambe non erano pi— in grado di fare qualcosa di pi— che sostenerlo in piedi e fare al pi— qualche incerto passo. Vide la sconfitta, la perdita del suo status. "Combatti, resisti" gli url• disperata Samantha, ma fu vano. Come in un film, Max vide il piede di Monica che si alzava velocissimo, fino sopra la sua testa, poi il tallone allevato della donna che lo centrava alla base del collo. Quando si riprese, gli vollero alcuni secondi per capire dov'era e cosa era successo. Vide un piede femminile sul suo petto. l'arbitro che proclamava "The winner, and gladiator of the year... Monica the Streefighter" e poi gli venne annunciato, non prima che un medico lo avesse sommariamente visitato, che doveva sottoporsi alla dominazione da parte della vincitrice. Gli furono fatti annusare i sali, e rimase sdraiato, il piede di Monika sul petto. La bionda amazzone lo guard• dall'alto, quasi amichevole. "Adesso vediamo il tuo bestione" gli disse scherzosa, chinandosi ad afferrargli gli slip e sfilandoglieli dalle gambe. "Sembra grosso- disse guardando il pene del pornostar - ma non Š eccitato. Come mai forse non ti piacciono le bionde? disse strofinandogli il piede sulla faccia. "A me, invece, mi piacciano i moraccioni come te, anche quando, per averli, devo fare un po' di fatica. Poi, sai, io avavo un amico, ma la tua amante, Samantha, me lo ha fatto scappare e cosŤ cono rimasta in bianco... sono cose che non si fa, sei d'accordo?" "SssŤ mugul• Max, terrorizzato ma anche speranzoso. "Crei anche tu che Samantha non sia altro che una gran vacca maleducata?" insistŠ Monika. "SssŤ" conferm• Max. "E' qui a fianco, diglielo allora!" ordin• Monika "Samantha... sei una gran vacca maleducata" recit• disciplinato Max. Il pubblico rise, Samantha illividŤ e abbandon• la sala. "La tua amante se ne va. Ma tu preferisci me, nevver•?" lo interrog• con tono scherzoso Monika. "Si... preferisco te..." "Allora... facciamo all'amore." Monika si sedette sul petto del maschio. Poi, inaspettatamente, si chin• sul suo volto, baciandogli la bocca con passione. Gli si strofin• sopra, delicatamente, sfiorandogli il membro. Max non pot‚ fare altro che eccitarsi, malgrado l'umiliazione subita, malgrado i colpi, e malgrado non riuscisse ancora a credere che tutto potesse risolversi in modo tutto sommato indolore.. Il membro gli crebbe, si fece duro. Un gran membro, uno dei pi— lunghi e grossi mai apparsi sulla faccia della terra. Monica si lecc• le labbra, eccitata, e lo lambŤ delicatamente con al lingua, facendole crescere ancora. Poi gli si sedette sopra e se lo infil• dentro. Cominci• a muoversi, ritmica,mugolando di piacere. Max le prese i piccoli seni, sfiorandole delicatamente i capezzoli. La donna appariva estasiata, e anche Max si rilass•, concentrato sul suo piacere. Poi, improvvisamente, sempre conservando un'aria estatica sul volto, Monika serr• i muscoli della sua vagina, quindi con uno strappo si spost• violentemente da un lato. Max emise un grido straziante, Monika continu• ad agitarsi sopra di lui accarezzandolo. Si rialz•, mentre Max si prendeva disperato tra le mani il suo cazzo dolorante e deformato. Frattura del pene, avrebbero diagnosticato Forse non avrebbe pi— potuto avere un'erezione. Samantha, che seguiva l'incontro dall'ingresso agli spogliatoi, alz• un urlo di rabbia da valchiria infuriata, es i slanci• verso il ring intenzionata a farsi giustizia da sola. Ci vollero cinque agenti della security per immobilizzarla. Intanto, la sala era divenuta aun abolgia: la gente urlava, vociava, si accendevano risse. Riccine, Grand Hotel et de Milan, suite de la Princesse. Due corpi si agitavano mugolando nel letto maxi size, avvinghiati nella posizione detta ® 69 Ż. Le lingue guizzavano avide di piacere, le labbra si fissavano come ventose sulle grandi labbra. Era un atto erotico, ma i muscoli dei protagonisti potevano farlo sembrare, sulle prime, una specie di lotta- "Hai visto? Non Š poi cosŤ necessario avere un uomo, per divertirsi." fece Samantha. "Mai pensato" rispose Monika. "Il cazzo non Š indispensabile..." ribadŤ Samantha. "... ma non Š disprezzabile!" conclusero in coro le due gladiatrici, per poi unire le due bocche in un bacio profondo ed appassionato. FINIS