IPNOSI Sesta puntata di Davidmuscolo I nomi dei personaggi sono fittizi. Qualunque somiglianza o omonimia e' puramente casuale Rebecca faceva scivolare l'acqua tiepida sulla sua pelle rilassando i suoi poderosi muscoli. Era appena rientrata da una corsa di un'ora e mezza sostenuta ad un buon livello di velocita' ed era soddisfatta della tenuta dimostrata. Il suo fisico aveva risposto a meraviglia e contemplava la tonicita' delle sue braccia e delle sue gambe con compiacimento. Sapeva di essere bella e di avere un fisico esplosivo, ma adesso questa consapevolezza era cresciuta a dismisura. Si sentiva veramente un essere superiore, soprattutto se paragonato a suo marito. A proposito di Daniel, continuava a desiderarlo ossessivamente ed appena uscita dalla doccia lo avrebbe di nuovo scopato, sperando che quell'inetto fosse stato capace di tenerlo dritto per il tempo necessario, altrimenti lo avrebbe punito duramente, come aveva fatto il giorno precedente. Perche' lo faceva? Perche' picchiava sistematicamente suo marito per un nonnulla? Alzo' le spalle. Quelle domande che si poneva riguardo i suoi comportamenti le facevano aumentare il mal di testa. In fondo, se lei si comportava cosi' era semplicemente perche' lei poteva tutto, perche' lei era una dea e a una dea tutto e' permesso. Maledetto mal di testa! Doveva assolutamente andare in farmacia in quanto aveva terminato le sue compresse. Poteva mandarci Daniel. Lui certo non avrebbe osato controbattere, ma decise che gli avrebbe fatto compagnia. Per qualche misterioso motivo sentiva che, fino alla scadenza di quella settimana di vacanza, non era il caso di allontanarsi e di tornare in citta' per nessun motivo al mondo, ma quella cittadina in riva al mare non poteva certo essere considerato un allontanamento e la loro abitazione, pur distante un paio di chilometri dal centro abitato, poteva senz'altro essere considerata parte integrante di quella cittadina balneare. Daniel Goldring osservo' sua moglie contrariato. Ed ora cosa mai poteva dirle? Voleva andare in paese a comprare le pillole per il mal di testa, ma come poteva presentarsi dinanzi agli abitanti del luogo vestita in quel modo? Il pantalone di latex che indossava era l'ideale per solleticare le sue fantasie erotiche, gli stivali con quel tacco altissimo lo eccitavano da impazzire, la maglia aderentissima e scollata ed il reggiseno assente, con il seno di Rebecca che sembrava dover esplodere da un momento all'altro, gli facevano venire l'acquolina in bocca, ma ovviamente non erano certo l'ideale per una passeggiata. Come giustificare una simile mise dinanzi agli abitanti del luogo, tutta gente che conoscevano entrambi? Oh, al diavolo. Non poteva far nulla. Qualunque sua decisione che non fosse stata quella di obbedire a sua moglie ed accettare ogni cosa lei dicesse, lo avrebbero portato ad una dura punizione e non sapeva se il suo fisico, gia' provato per le tante percosse ricevute, sarebbe stato in grado di accettare un'altra sfuriata di violenza. Pensassero pure quello che volevano quei quattro paesani che abitavano li' anche in inverno, era meglio per lui non rischiare altre botte gratuite. In fondo, cosa mai avrebbero potuto dire? Avrebbero sgranato gli occhi ed ammirato un capolavoro della natura ed avrebbero invidiato proprio lui che con quel capolavoro era sposato e con la quale aveva appena fatto del sesso strepitoso per l'ennesima volta. E i suoi vistosi segni sul volto? Le labbra gonfie, gli occhi semichiusi? Come avrebbe giustificato tutto questo? Anche su quello Daniel non poteva far nulla e, in fondo, pensava di non doversi giustificare con nessuno. Il farmacista prese l'ordinazione di Rebecca deglutendo nervosamente. Non aveva mai visto da vicino una donna cosi' bella e sensuale e non riusciva a staccare gli occhi da quella figura straordinaria " Allora? Devo attendere per tutto il giorno che tu mi porti quelle maledette compresse" si adiro' la donna vedendo la lentezza con la quale il farmacista espletava il suo lavoro e Daniel senti' un brivido lungo la schiena, quasi prevedendo l'evolversi di quella situazione. Rebecca era nervosa e incontrollabile e il mal di testa ne peggiorava ulteriormente l'umore. Il farmacista intanto, torno' con una medicina e la mise sul bancone " Non abbiamo cio' che lei ha richiesto, ma le ho portato questo medicinale che ha lo stesso principio attivo e fara' lo stesso effetto di quello che lei ha richiesto" Rebecca guardo' il medicinale sul bancone e senti' l'ira impadronirsi definitivamente di lei e sconvolgerla completamente. Afferro' con la sua mano il camice del farmacista " Pezzo d'idiota. Ti ho chiesto una cosa e tu me ne porti un'altra. Cosa volevi fare? Avvelenarmi per caso? Darmi un farmaco che mi faccia male invece di quello di cui io ho bisogno?" L'uomo rimase sbigottito. In tanti anni di professione non gli era mai capitato un cliente del genere e si risenti' " Ma come si permette signora. Mi lasci subito andare se non vuole che la denunci allo sceriffo per aggressione" Era la scintilla che fece prendere fuoco a Rebecca. Daniel lo sapeva, Weiss glie lo aveva avvertito ed era stato un buon profeta. Rebecca fece letteralmente volare il farmacista facendolo passare sopra la sua testa e sopra quella di suo marito e poi, senza la minima pieta', appena l'uomo atterro' malamente a terra, lo rialzo' e lo colpi' con due pugni al volto che lo fecero volare letteralmente per la farmacia e lo fecero atterrare in una vetrina dove erano esposti articoli per neonati. Mentre era in volo l'uomo era gia' svenuto per la potenza di quei due pugni e non ebbe modo di soffrire ulteriormente per la violenza con la quale ricadde in terra. Una dimostrazione di potenza e abilita' straordinarie. Il rumore aveva pero' fatto accorrere intanto altra gente. Praticamente quasi l'intera popolazione del paesino si era riversata in quel punto. Rebecca osservo' quelle persone con un ghigno satanico " Venite avanti. Forza piccioncini, fatelo tutti insieme che mi farete divertire maggiormente" Un uomo piuttosto robusto, con un camice bianco macchiato di rosso e che Daniel riconobbe come il macellaio si volto' verso altre persone che si stavano ammassando dietro di lui " Andate a chiamare lo sceriffo. Ci penso io a questa pazza" Daniel urlo' all'uomo di non farlo ma il macellaio non lo ascolto' e Goldring osservo' l'uomo che si getto' incoscientemente verso Rebecca. La donna non ci mise molto a sbarazzarsi di quel contendente. Le basto' evitare il pugno del macellaio con un semplice spostamento del busto e poi lo colpi' con il pugno destro. Un solo colpo sarebbe stato piu' che sufficiente per mandare quell'uomo al tappeto e renderlo inoffensivo. Infatti, il macellaio barcollo' vistosamente ma, prima che cadesse per terra, Rebecca lo colpi' di nuovo per due volte con due perfetti calci circolari, sfondandogli il setto nasale e rompendogli le labbra. Sorridendo, con un sadismo senza eguali, Rebecca sollevo' il macellaio sopra la sua testa. Ancora una prova di forza straordinaria che fece indietreggiare impauriti altri uomini che stavano per avventarsi contro di lei. Come era possibile che un essere umano, una donna poi, potesse fare quello che stavano osservando? Daniel si mise tra sua moglie e la gente che premeva per entrare nella farmacia per fermare quella donna " Aspettate, vi prego. Voi non capite, vi uccidera' tutti quanti. Un suo solo pugno puo' fracassarvi la testa e uccidervi all'istante. Ci pensero' io, paghero' io i danni che lei ha causato, ma non andate contro di lei. E' un suicidio" Anche lo sceriffo, che nel frattempo era giunto davanti alla farmacia, ascolto' le parole di Daniel Goldring " E' drogata per caso?" " No, sceriffo, ma e' come se lo fosse. Soffre di una malattia che le fa perdere la ragione per brevi istanti e siccome e' una donna dotata di una forza non comune e per di piu' e' una campionessa di arti marziali, questo e' cio' che puo' causare. Se lei prova ad arrestarla adesso, fara' causare una strage. Dovra' ucciderla per fermarla mentre ancora possiamo sistemare le cose. Il farmacista ed il macellaio sono ancora integri, a parte qualche osso rotto e finora ci sono stati solo pochi danni. Mi conoscete tutti, sapete chi sono, fate come vi dico e vi ripeto che nessun altro si fara' male" Non era stato completamente sincero Daniel. Rebecca non soffriva di nessuna malattia e l'unica malattia era semmai la sua, le sue fissazioni che avevano sconvolto la povera Rebecca fino a farla diventare una pazza sanguinaria. Ma era sincero quando parlava di evitare una strage in quanto era assolutamente sicuro che per fermare sua moglie avrebbero dovuto sparargli e lui voleva e doveva evitare che una simile eventualita' potesse avverarsi. Lo sceriffo guardo' Daniel in modo comprensivo " Come dovremo fare allora per togliere il povero Fred dalle sue grinfie? Lo tiene sollevato sopra la sua testa come fosse un fuscello" Daniel ci penso' per un istante e poi sembro' aver trovato la chiave giusta " Le dica che vuole arrestare Fred il macellaio per averla aggredita e si scusi con lei a nome dell'intera cittadina. Si mostri calmo. Qualunque altro comportamento starebbe a significare morte certa per Fred e probabilmente anche per lei. Ripeto, l'unico modo per fermarla e piantarle una pallottola in mezzo agli occhi ma se voi sbagliate, visto che e' agilissima e dotata di riflessi eccezionali, qui' succedera' una strage" " D'accordo, mister Goldring, faro' quello che lei mi consiglia, anche se so che in questo momento non sto rispettando la legge. Ma le garantisco che se lei non rispettera' il patto di risarcire questa gente, io la verro' a cercare personalmente in capo al mondo. E se sua moglie dovesse comportarsi di nuovo in questo modo, malata o no, io le piantero' quella pallottola di cui parlavamo prima in mezzo agli occhi" Poi osservo' il viso di Daniel, visibilmente provato dalle percosse e prosegui' "La faccia curare, signor Goldring, per lei stessa e per lei, oltre per chi ha la sventura di trovarsi sulla sua strada. Non mi sembra in condizioni ottimali" Daniel sospiro' " E' solo questione di ore, ormai, sceriffo e poi Rebecca tornera' quella di prima, la donna piu' dolce che sia mai esistita. Ma non mi chieda altro, non potrei spiegarglielo. Comunque, non si preoccupi per me. Io me la cavero', pensi a salvare quel poveraccio piuttosto. Mia moglie ha una forza terrificante e potrebbe spezzargli le ossa come se fossero di cartapesta" Tutto era avvenuto a diversi metri da Rebecca e lei non poteva aver ascoltato il dialogo tra lui e lo sceriffo che nel frattempo avanzo' cautamente verso Rebecca, sempre piu' meravigliato di come facesse quella donna a mantenere sollevato sopra di lei un uomo di circa ottanta chili gia' da diversi minuti senza accusare nessun segno di stanchezza. Quella donna, bella come una dea e vestita nel modo piu' sexy che lui avesse mai potuto ammirare, possedeva veramente una forza immane " Signora, voglio innanzi tutto scusarmi con lei per il comportamento inqualificabile del macellaio e se lei lo lascera' andare, io potro' arrestarlo per aver tentato di aggredirla" disse alla donna con un certo timore. In quel momento, con lui a ridosso di quella forzuta e con la pistola nella fondina, sarebbe stato alla sua merce' e se Goldring aveva ragione sulle capacita' della moglie, capacita' del resto di cui stava dando ampia dimostrazione in quel momento, avrebbe potuto ucciderlo con un solo colpo. La donna invece sorrise e abbasso' dapprima le sue braccia e poi deposito' il corpo inanimato ma ancora vivo del povero macellaio. Torno' per un attimo al bancone della farmacia, afferro' il farmaco e lascio' sullo stesso bancone i dollari necessari all'acquisto della medicina. Ne aveva bisogno per quel mal di testa che non la lasciava piu' neanche un secondo e doveva rischiare, anche se quello non era il farmaco richiesto. Torno' quindi verso l'uscita dove stazionava ancora suo marito e lo prese per un braccio " Andiamo, Daniel e spero per quel farmacista che cio' che mi ha dato mi faccia passare il mal di testa altrimenti torno qui' e gli distruggo il negozio" La folla all'ingresso si apri' per far passare i due come il mar Rosso al passaggio di Mose' e poi ne seguirono l'allontanarsi con sensazioni contrastanti. Era una pazza, una malata, ma era senz'altro la donna piu' sexy che avessero mai visto. Ben, il proprietario del piccolo drugstore accanto alla farmacia lo rimarco' allo sceriffo " Sara' pure una pazza scatenata, ma ha il piu' bel culo che io abbia mai visto. Non crede sceriffo?" " Non solo il culo, mio caro Ben. Ma, malgrado quello che vedi e che sta facendo moltiplicare il tuo testosterone, posso assicurarti che sono ben felice di non essere al posto di quell'uomo che le sta accanto" Mentre preparava la cena per se e per sua moglie, Daniel pensava a cio' che era accaduto quella mattina in paese. Gli sarebbe costato diverse migliaia di dollari quello che Rebecca aveva provocato e che solo per il suo intervento tutto non era poi sfociato in una strage. Con la sua forza e la sua abilita' nelle arti marziali, Rebecca avrebbe potuto mettere sottosopra l'intera cittadina e probabilmente, tutto sarebbe poi terminato con qualcuno, forse lo sceriffo stesso, costretto a premere il grilletto di un'arma per fermarla definitivamente. Ma tutto stava per terminare, ormai. L'indomani sarebbero tornati in citta' e nelle prime ore del pomeriggio Rebecca sarebbe tornata da Weiss e finalmente l'incantesimo si sarebbe rotto. Finalmente? Era ancora molto indeciso se considerare quella settimana disastrosa o comunque cogliere anche in tutto cio' che era avvenuto, delle sensazioni positive che c'erano state, eccome. E questo Daniel non poteva negarlo con se stesso. Ma le sue condizioni fisiche erano ormai allo stremo. Il suo braccio destro era praticamente immobile e faceva una fatica immane a fare le faccende domestiche. Anche la sua respirazione era difficoltosa a causa di quelle costole probabilmente fratturate e per il naso che aveva perso le sue fattezze originali ed era ormai ridotto ad un ammasso di carne informe. Per di piu', camminava zoppicando per il dolore all'anca. Eppure, un po' si rammaricava che il giorno seguente tutto sarebbe terminato. Quella settimana vissuta all'insegna del terrore puro nei confronti di sua moglie e della violenza gratuita che lei gli perpetrava, aveva avuto anche dei momenti erotici praticamente irripetibili. Rebecca fece il suo ingresso proprio in quel momento, ad avvalorare i pensieri di Daniel su quei momenti trascorsi. Era il concentrato della bellezza e della sensualita', avvolta in un mini abito di lattice rosso aderentissimo e talmente corto che non copriva nemmeno le sue parti intime. I soliti stivali altissimi erano il perfetto condimento. Il pene di Daniel magicamente divento' turgido nuovamente. Come poteva un uomo resistere a quella visione che sprizzava erotismo da tutte le parti? La donna si avvicino' sensualmente a suo marito. Aveva ancora voglia di sesso, come sempre, ma aveva anche voglia di essere ammirata, di sentire il desiderio di un maschio nei suoi confronti e sorrise compiaciuta quando si accorse che Daniel addirittura tremava al suo cospetto. Ed era un tremore di desiderio sessuale, non di paura. Non disse niente. Non poteva aspettare oltre, non poteva attendere la cena per avere quello che lei voleva, quello che le spettava di diritto. Voleva di nuovo essere soddisfatta sessualmente, voleva placare quella smania che continuava a pervaderla ininterrottamente, voleva freddare quel fuoco che sentiva dentro e conosceva solo un mezzo per farlo: suo marito Daniel, il suo giocattolo sessuale. Lo sbatte' contro il muro, lo tocco' sensualmente nei punti erogeni e pretese che Daniel facesse altrettanto, anche se i preliminari erano praticamente inutili considerando la voglia pazzesca che ambedue provavano. Era un desiderio diverso pero'. Mentre Daniel sbavava solo per lei, per quella donna dalla bellezza straordinaria e dalla forza immensa, Rebecca aveva solo bisogno di sesso e suo marito era soltanto il mezzo che le potesse placare quell'immenso desiderio sessuale che cresceva ogni istante di piu', l'unico a portata di mano, l'unico con il quale voleva fare l'amore, l'unico del quale aveva bisogno di sentire la lingua in tutte le sue zone erogene. Non le bastava. Un uomo solo non poteva soddisfarla, ma contemporaneamente non capiva perche' non riuscisse a trovare il coraggio di andarsi a cercare altri maschi. Nessuno e tantomeno suo marito, avrebbe potuto obiettare se lei l'avesse fatto. Lei era la padrona. A lei tutto era dovuto e tutto lei poteva permettersi. Ma questo non riusciva a farlo e doveva accontentarsi di quel misero maschio che aveva di fronte. Senza spogliarsi e ancora con quel sensuale abito indosso, lo prese, lo possedette con forza, incurante dei pianti di suo marito mentre gli stringeva i polsi e mentre lo schiaffeggiava con violenza, insensibile al sangue che usciva copioso dalle labbra e dal naso di quell'uomo, quasi godendo quando senti' il crac delle ossa dei polsi che continuava imperterrita a stringere. Si era riproposta di non ucciderlo e di non causargli danni permanenti, ma quelle ossa si sarebbero riformate, lui sarebbe guarito e non poteva quindi considerarlo un danno irrimediabile. Ne godeva di questo. Si era ormai resa conto che ogni volta che picchiava suo marito, ogni volta che gli procurava dolore, lei riusciva a raggiungere un orgasmo pari a quello che le procurava l'atto sessuale in se stesso. Dovette trascorrere oltre un'ora prima che la sua sete di sesso si placasse. Sapeva che entro poco tempo le sarebbe venuta di nuovo voglia, ma per il momento poteva bastare. Aveva costretto Daniel a darle piacere in tutti i modi conosciuti: con la lingua nella vagina e nel sedere, con la mano e naturalmente con il pene e si alzo' da sopra suo marito che continuava a singhiozzare. Stavolta se l'era vista brutta. La violenza di Rebecca e la sua voglia di sesso crescevano inesorabilmente giorno dopo giorno, ora dopo ora e ormai era allo stremo. Mentre sua moglie si risistemava, anche lui ando' in bagno a lavarsi e dopo averlo fatto torno' in cucina. Doveva ancora terminare di preparare la cena e dopo aveva di fronte a lui un'altra interminabile serata e la mattina del giorno dopo e poi tutto sarebbe terminato. Finalmente! Si, finalmente. Ormai non aveva piu' i dubbi coi quali aveva convissuto per buona parte di quella settimana. Non vedeva l'ora che Rebecca tornasse la donna di sette giorni prima. I momenti positivi, il sesso, non valevano quello che stava passando. Ma ormai il piu' era fatto. Poche ore ancora, solo poche ore e la sua vita sarebbe tornata quella di prima. Daniel Goldring osservo' sua moglie che si metteva alla guida della sua macchina. Era vestita ancora una volta da dominatrice e stavolta si dovevano recare in citta'. Sperava che nessuno che la conoscesse la incontrasse e soprattutto penso' a come si sarebbe sentita vedendosi vestita in quel modo quando il dottor Weiss le avrebbe tolto l'ipnosi. Probabilmente sarebbe inorridita, si sarebbe vergognata come una ladra. Povera Rebecca. Si senti' improvvisamente in colpa per quello che le aveva fatto. Si sedette accanto a lei e la osservo' nuovamente. Non avrebbe smesso un secondo di guardarla, voleva memorizzare quella stupenda visione e bearsene nei giorni a seguire, quando Rebecca avrebbe di nuovo cominciato a vestirsi in maniera sobria. Penso' anche a se stesso. Doveva assolutamente farsi ricoverare all'ospedale. Ovviamente, non avrebbe potuto raccontare ai medici i reali motivi di tutte quelle fratture, di tutti quegli ematomi e avrebbe dovuto mettere una scusa. Forse avrebbe detto di essere stato aggredito da una banda di malviventi, in modo che i segni e le fratture fossero compatibili con cio' che gli aveva fatto Rebecca. Avrebbe dovuto anche mandare qualcuno a ritirare la sua auto che aveva lasciato davanti alla casa. Non era assolutamente in grado di guidare in quelle condizioni, con le mani praticamente inutilizzabili a causa delle fratture ai polsi. E poi il respiro. Non riusciva a respirare ed era seriamente preoccupato. E se quelle costole rotte avessero perforato un polmone? Era plausibile, anche se in cuor suo si augurava che non fosse ridotto in uno stato simile, e rimaneva speranzoso di potersi ristabilire al piu' presto, anche se i dolori erano praticamente lancinanti. Percorsero in silenzio buona parte del tragitto di ritorno. L'ipnosi aveva cambiato totalmente Rebecca ma non il suo modo di guidare che era molto scrupoloso ed attento. Evidentemente, il suo cambiamento era ancorato alle richieste che Daniel aveva fatto e gli altri comportamenti erano rimasti gli stessi di prima. Ci vollero quasi due ore prima di arrivare a casa e Rebecca si fermo' davanti al piccolo giardino antistante la loro graziosa villetta. Guardo' suo marito con aria severa " Io devo andare, ho un appuntamento improrogabile per lavoro. Tu ti farai trovare in casa e sistemerai tutto per bene. Dopo una settimana la casa sara' completamente polverosa, senza considerare il disordine col quale tu l'avrai sicuramente lasciata. Ma questo accadeva prima, quando tu ti approfittavi della mia bonta', adesso le cose sono cambiate, non e' vero Daniel?" " Si amore mio" rispose l'uomo. Malgrado il suo timore per quella donna, Daniel non poteva fare a meno di amarla profondamente " Bene!" Concluse intanto Rebecca prendendo suo marito per il mento e quasi sollevandolo dal sedile "Quando tornero' voglio trovare la casa in condizioni perfette e se cio' non dovesse accadere, io ti prometto fin da ora che tu la pagherai molto cara" " Non succedera' amore. Vai ora. Vai a quell'appuntamento e non preoccuparti di nulla" " Oh mio caro Daniel, io non mi preoccupo affatto. Sei tu a doverti preoccupare. Perche' ormai avrai capito che non scherzo affatto, avrai capito che sono io a comandare e che sono troppo piu' forte di te perche' tu possa non obbedirmi completamente e assoggettarti a me" Daniel chino' la testa in segno di sottomissione, poi al cenno di Rebecca, scese dalla macchina avviandosi verso casa mentre sua moglie ripartiva. Quando l'avrebbe rivista, sarebbe stata la Rebecca di sempre. Gli sarebbe piaciuta? Sicuramente non sarebbe stato il suo ideale, ma meglio di questa versione lo sarebbe stata senz'altro. Ma doveva assolutamente trovare quella giusta via di mezzo che lo avrebbe accontentato del tutto e che lo avrebbe fatto felice veramente. Entro' in casa sua, aprendo a fatica la porta non riuscendo nemmeno a girare la chiave nella toppa. Il primo impatto che ebbe fu che sua moglie aveva ragione riguardo la polvere che regnava nella casa e sul disordine che egli stesso aveva lasciato prima di uscire per trascorrere quella settimana cosi' intensa e particolare. Per un istante penso' di mettersi a sistemare per ottemperare all'ordine appena impartitogli da Rebecca, ma un po' la sua stanchezza e l'impossibilita' di fare certi lavori considerando il suo stato fisico, lo fece desistere. Ci avrebbe pensato Rebecca al ritorno. Quella Rebecca che nel frattempo sarebbe ritornata la dolce ragazza che aveva conosciuto. Si sedette nella sua poltrona preferita, con fatica si verso' un drink e accese la televisione e la sonnolenza lo pervase dopo pochi minuti. Si addormento' pensando a sua moglie che rientrava in casa sconsolata, incapace di capire come mai si trovasse vestita in quel modo, con quei tacchi improponibili e lui l'avrebbe abbracciata e baciata e l'avrebbe vista preoccupata per le sue condizioni fisiche, forse piangente, meravigliata di cosa mai potesse esserle accaduto in quei giorni. Ecco, quello era un ottimo argomento da affrontare. Doveva assolutamente trovare una scusa per giustificare tutti quei cambiamenti. Ma ci avrebbe pensato dopo, adesso era troppo stanco per pensarci. Quando Rebecca sarebbe rientrata, qualcosa gli sarebbe venuto in mente. Fine sesta puntata Per critiche e curiosita'. Inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it