IPNOSI Quinta puntata di Davidmuscolo I nomi dei personaggi sono fittizi. Qualunque somiglianza o omonimia e' puramente casuale Quando Daniel apri' gli occhi si accorse che era mattina inoltrata. Quanto tempo era rimasto svenuto? Guardo' il suo orologio e si accorse che erano ormai trascorse le dieci di mattina. Provo' a stirare le membra e solo allora si rese conto di essere legato al letto. Provo' a sciogliersi, ma inutilmente. Si sentiva male. Doveva assolutamente orinare e, in quelle condizioni, legato come un salame, non poteva ovviamente farlo. Per di piu', i legami aumentavano i dolori che erano gia' lancinanti per tutto il corpo. Non poteva vedere il suo volto ma si accorse che il suo petto era sporco di sangue. Chissa' come era la sua faccia allora. Provo' a chiamare Rebecca ma o non c'era nessuno in casa oppure lei non rispondeva. Si abbandono' al pianto. Se l'era cercata, aveva fatto qualcosa che andava oltre l'immaginabile ed ora ne stava pagando le conseguenze. Aveva esagerato, aveva voluto che sua moglie diventasse una sadica senza scrupoli, assetata di violenza e di sesso ed ora che lei lo era diventata per davvero, capiva quanto una vita del genere fosse invivibile. Forse una dominazione soft, fatta di ordini perentori e di un pizzico, ma solo un pizzico di violenza, sarebbe potuta andar bene, ma cosi' no. Era comunque il quarto giorno quello che si apprestava a vivere. Tre giorni pieni, uno spezzone del settimo giorno e poi sarebbero ritornati in citta' dove il dottor Weiss avrebbe tolto l'ipnosi a Rebecca. Non vedeva l'ora. Ma intanto doveva sopravvivere e doveva cercare di farlo limitando al minimo i danni. Provo' a riaddormentarsi ma inutilmente. Rebecca lo aveva legato per bene e non riusciva a prendere una posizione comoda e la voglia di orinare era sempre maggiore. La sua vescica doveva essere completamente piena. Attese con pazienza. Dove era andata sua moglie? Rebecca aveva una gran fretta di tornare a casa. Si era alzata la mattina presto ed era andata in citta' per delle compere. Era soddisfattissima di cio' che aveva comperato. Finalmente pensava di aver trovato il look adatto a lei. E pensare che fino a qualche giorno prima nemmeno sapeva che esistessero certe cose da indossare ed ora vedeva l'ora di ammirarsi dinanzi allo specchio, ma le premeva anche mettersi in mostra agli occhi di suo marito. Lo voleva eccitare fino allo spasimo e poi scoparlo di nuovo. Continuava ad avere mal di testa e voglia di sesso. Il suo bisogno non si era ancora placato, malgrado la sera precedente aveva raggiunto un orgasmo senza precedenti e stava pensando che lo avrebbe costretto a fare l'amore per tutto il resto della giornata e guai a lui se non gli fosse diventato subito dritto. Glie lo avrebbe staccato con le mani. Daniel Goldring senti' una chiave infilarsi nella serratura e fece un sospiro di sollievo. Erano le tredici trascorse da una decina di minuti ed era tremendamente sofferente. La vescica si era ormai completamente indolenzita ma non se l'era sentita di farsela addosso. Avrebbe provato a resistere fino allo stremo delle sue possibilita'. Ma aveva anche fame e sete, senza contare i dolori per tutto il corpo dovuti al pestaggio e a quel maledetto lenzuolo che lo imprigionava al letto. Ma forse era giunto il momento della liberazione. Rebecca era finalmente giunta davanti a lui. Era bellissima. Si era truccata perfettamente e indossava un'adorabile gonnellina beige che lasciava scoperte le sue gambe chilometriche ricoperte soltanto da un paio di calze beige anch'esse. Un maglioncino marrone completava la sua mise. E quegli stivali col tacco alto ... .. Quante volte le aveva chiesto di indossare scarpe col tacco che tanto a lui della differenza di altezza tra di loro non importava un tubo. In quella posizione, sdraiato a terra con la testa appoggiata al letto, sembrava ancora piu' maestosa. E che visione! Rebecca venne ancor piu' vicino e pote' constatare che sua moglie indossava uno striminzito slip trasparente che non lasciava nulla all'immaginazione. Altro che i completini intimi un po' demode' che lei aveva messo fino a pochi giorni prima " Dormito bene?" esordi' lei ironica " Ti prego Becca, slegami. Non ce la faccio piu' a resistere ulteriormente" Parlava e singhiozzava contemporaneamente il povero Daniel. Rebecca si ingimocchio' accanto a lui e lo prese per il mento " D'accordo, ti slego. Tanto adesso non puoi andare da nessuna parte. Ma se provi di nuovo a scappare io ti ammazzo con le mie mani" Rebecca lo sciolse e dopo pochi secondi Daniel era libero " Devo andare al bagno urgentemente. Posso?" supplico' l'uomo " Ok, puoi andare, visto che mi hai chiesto il permesso. Ma pretendo che anche in seguito tu chieda il mio permesso per fare qualunque cosa. La tua vita mi appartiene. Sei d'accordo anche tu, tesoro?" Daniel non ci penso' un secondo. Quando non abusava della sua straordinaria forza e della sua immensa bravura, quella situazione con Rebecca era, tutto sommato, soddisfacente. Probabilmente, se le avesse obbedito come un cagnolino, avrebbe potuto limitare le percosse ed arrivare in condizioni fisiche dignitose alla fine di quella settimana. Ed era un vero piacere sottomettersi ad una donna di tale forza e di tale bellezza " Si amore, faro' esattamente quello che mi dirai. Obbediro' a qualunque ordine e chiedero' il tuo premesso per qualunque cosa. Una donna come te merita un uomo accondiscendente ed obbediente" Era sincero Daniel Goldring. Estremamente sincero. Pensava veramente tutto quello che aveva appena detto " Vai allora" fece Rebecca con magnanimita' "E stai tranquillo, non ho intenzione di ucciderti. Sento che non e' giusto. Almeno per qualche altro giorno" Daniel corse in bagno, mentre Rebecca prese le buste con le sue compere, si diresse nella sua camera e si chiuse dentro ripensando alle ultime parole che aveva detto a suo marito. Prima aveva minacciato di ucciderlo se avesse riprovato a scappare ma poi l'aveva tranquillizzato, affermando che per qualche altro giorno lui sarebbe potuto stare tranquillo. Era strana quella cosa. Non riusciva a comprendere perche' faceva e diceva cose che lei non pensava, come se qualcuno le sussurrasse all'orecchio cio' che lei doveva dire e fare. Bah! Erano tre giorni che si sentiva strana e pensava che al ritorno in citta' avrebbe dovuto farsi controllare da un medico. Oh certo, si sentiva meravigliosamente bene da un punto di vista fisico, ma aveva grandi mal di testa durante la giornata, soprattutto quando si metteva a pensare a certe cose e quindi il suo primo impegno sarebbe stato quello di contattare un medico. Forse il suo secondo impegno, visto che il primo sarebbe stato quello di tornare dal dottor Weiss per cercare di chiudere quel contratto e avere l'esclusiva di poter vendere quella stupenda casa adibita a studio. O forse era per qualche altro motivo che aveva intenzione di tornare da Weiss? Non era quello il momento di pensarci. Aveva appena comprato degli indumenti che non vedeva l'ora di indossare, anche per vedere la faccia di suo marito. Tutto il resto passava in secondo piano. Almeno per il momento. Daniel Goldring aveva finalmente orinato e si stava facendo una doccia rilassante. Si era tranquillizzato molto per quelle parole che gli aveva appena detto sua moglie. Evidentemente, Weiss era stato chiaro con Rebecca e la sua salute sembrava essere una priorita' anche per la nuova Rebecca, quella violenta e dominante. Chissa', forse era ancora in tempo a salvare quella settimana e farla diventare eccitante proprio come era nelle sue primarie intenzioni. Uscii' dalla doccia e si mise davanti allo specchio per radersi. La sua faccia era stravolta. Sua moglie gli aveva cambiato i connotati non solo metaforicamente. Fece attenzione con il rasoio, viste le sue innumerevoli ferite ed al termine aveva riacquistato un po' delle sue sembianze. Con l'accappatoio indosso si diresse nella sua camera ma la trovo' chiusa. Busso' " Vai a farti un giro" rispose Rebecca "Ancora non sono pronta. Anzi, prepara il pranzo. E che sia qualcosa di mio gusto, altrimenti saranno botte" " Si amore, vado subito. I tuoi ordini sono sacri per me" Un sorriso si formo' sul viso di Daniel. Quello era cio' che amava. Ordini perentori, minacce, ma poche percosse, giusto quel tanto che serviva per fargli assaporare la straordinaria potenza di sua moglie. Guardo' il suo pene eretto e provo' a sorridere. Era bastato quell'ordine impartitogli da Rebecca per eccitarlo nuovamente. E si, era proprio un uomo con delle strane attitudini sessuali. Con quello strano sorriso Daniel si diresse verso la cucina. Avrebbe preparato un pranzo coi fiocchi, in onore di quella straordinaria donna. Rebecca si guardo' piu' volte allo specchio, soddisfatta di se stessa come mai lo era stata nella sua vita. Quella tuta di lattice che aveva appena comprato le stava divinamente, fasciando il suo strepitoso corpo e rendendolo ancora piu' sexy di quanto non fosse gia'. La parte superiore era poi scollatissima e quasi il suo seno usciva fuori in modo violento, riuscendo a coprirne solo una minima parte. Il tutto terminava poi dentro degli stivali altissimi che avrebbero fatto sembrare Daniel un microbo al suo confronto. Lui si sarebbe dovuto inginocchiare di fronte alla sua bellezza, di fronte alla sua superiorita' e cominciava a rendersi conto che aveva bisogno di questa adorazione totale e per averla non si sarebbe fermata davanti a nulla. Daniel era intento a preparare il pranzo ancora vestito solo del suo accappatoio quando Rebecca fece il suo ingresso in cucina. Si volto' alla sua sinistra per guardarla e rimase senza fiato, facendo cadere sul tavolo il cibo. Rebecca si avvicino' a lui con passi lenti ed appena lo ebbe a portata di mano lo colpi' violentemente con uno schiaffo " Idiota! Devi fare attenzione quando mi prepari il pranzo" Daniel subi' nettamente il contraccolpo dello schiaffo, datogli da sua moglie con la consueta efficacia, ma stavolta non se ne curo'. La visione che aveva di fronte a lui era paradisiaca e valeva senz'altro lo schiaffo ricevuto. Era tutto come nei suoi sogni, con sua moglie avvolta in una tuta di lattice che ne evidenziava le forme perfette, con il seno che sembrava dovesse uscire da un momento all'altro e con quegli stivali altissimi. Si inginocchio' ai piedi di sua moglie " Ti chiedo perdono, amore mio. Sei cosi' bella che le forze mi sono mancate" Rebecca parve accontentarsi delle scuse ricevute " Rimani cosi', in ginocchio di fronte a me. E' quello il tuo posto e baciami gli stivali. Devi adorarmi, devi dimostrarmi la tua totale sottomissione e forse potrai riuscire ad evitare guai peggiori" Daniel obbedi', mentre la sua eccitazione aveva raggiunto picchi enormi. Solo a vederla vestita in quel modo gli aveva fatto avere un'ennesima erezione ed ora quella situazione, quel modo spontaneo di Rebecca di fare la dominatrice, lo stavano facendo impazzire di desiderio. Quando sua moglie gli diede l'ordine di rialzarsi, pienamente soddisfatta di come lui avesse obbedito ai suoi ordini, la sua erezione, nascosta miseramente dal suo accappatoio, fu ben visibile agli occhi della donna. Ancora una volta Rebecca si rese conto di non saper resistere a quella voglia che le prendeva completamente il corpo e la mente. Lo spinse a ridosso del muro e lo bacio' con passione e con desiderio e gli tolse l'accappatoio " Guardami! Guarda quanto sono bella. Sono perfetta. Ammira i miei addominali, le mie curve, il mio seno. Tu non vali nemmeno un decimo di me" Era vero. Per la prima volta in vita sua, Rebecca diceva esattamente cio' che le veniva in mente e la differenza tra loro due era abissale. Eppure, lo desiderava come non mai, lo voleva a tutti i costi, voleva assolutamente il cazzo di suo marito per riempire quella strana e assurda fame di sesso che la stava divorando, come una persona che non mangia da giorni si getta su un piatto di cibo invitante. Ed il pene eretto di Daniel era per lei un cibo prelibato di cui doveva assolutamente nutrirsi. Al contrario di suo marito, Rebecca non ebbe bisogno di spogliarsi. Tiro' giu' parte della lampo che univa le due parti della tuta indossata, quel poco che bastava a rendere liberi i suoi organi genitali e lei era pronta. Prese Daniel con forza, li' in piedi, godendo ogni istante di quella penetrazione, fino al momento in cui arrivo' all'orgasmo. Diede poi il permesso a Daniel di eiaculare anch'egli e rimasero alcuni secondi in quella posizione. Daniel penso' che forse quei soldi che aveva dato al dottor Weiss potevano ancora considerarsi un ottimo investimento.. Aveva cambiato completamente opinione da quella mattina ed ora era soddisfattissimo. Solo quella scopata valeva completamente il denaro elargito allo psicologo, per non parlare poi della visione di sua moglie avvolta nel latex. Anche quella era una cosa che non aveva prezzo per lui. Ma Rebecca ancora non si sentiva soddisfatta " In ginocchio!" ordino' seccamente a suo marito "Non mi hai ancora soddisfatta del tutto e dovrai darti da fare se non vuoi che ti spezzi le ossa. Leccamela per bene, fammi godere ancora" Daniel non si fece pregare. Vinse la repulsione ed inizio' a muovere la lingua all'interno della fica di sua moglie. Non era una pratica che lui odiasse, anzi, gli piaceva assaporare il sesso di sua moglie con la sua lingua e se finora lo aveva fatto raramente dipendeva esclusivamente dalle remore di Rebecca. Ma in quella situazione, con sua moglie interamente sporca dei propri umori e del suo sperma, aveva le forze di stomaco, ma si guardo ugualmente dal lamentarsi. Quella donna, sua moglie, meritava la sua obbedienza a qualunque costo. Puli' perfettamente la vagina di sua moglie con la lingua, indugiando spesso anche sul clitoride, facendo giungere Rebecca ad un nuovo potente orgasmo che fece tremare quel magnifico corpo per diversi secondi, quasi in preda ad un piacere che sembrava non avere fine. Quando finalmente si senti' completamente svuotata, Rebecca allontano' la faccia di suo marito. Era soddisfatta " Alzati!" Daniel obbedi' immediatamente a sua moglie. Aveva deciso che, per tutto il resto di quella settimana, avrebbe accettato qualunque decisione di Rebecca. Non aveva scelta. Per prima cosa, lo avrebbe fatto in quanto doveva evitare a qualunque costo percosse da parte di sua moglie. Era conscio che ne avrebbe subite altre, con Rebecca in quelle condizioni, ma voleva assolutamente evitare che fossero percosse troppo pesanti. Aveva scoperto che non era di quello che aveva bisogno e doveva quindi comportarsi in modo di evitarle il piu' possibile. Ma avrebbe obbedito a Rebecca anche perche' lo eccitava terribilmente farlo. Daniel si trovo' quindi, di fronte a sua moglie, tremante e contemporaneamente eccitato nuovamente " Per questa volta te la sei cavata" disse la donna prendendolo per il mento "ma sappi che alla tua prima disobbedienza io te ne faro' pentire amaramente. Ora ho fame. Fila a prepararmi il pranzo" Era quasi delusa Rebecca. Soddisfatta e compiaciuta per aver notato come suo marito facesse esattamente tutto cio' che gli ordinava, ma un po' delusa per non aver trovato una scusa valida per mettergli le mani addosso. Ne sentiva quasi un bisogno fisico e sentiva anche che non doveva assolutamente fermarsi e che, proseguendo su quella strada, alla prima occasione Daniel si sarebbe reso conto con chi aveva a che fare. E le occasioni non sarebbero mancate ... .. Il giorno seguente si apri' esattamente come era terminato quello precedente: facendo sesso con Rebecca e questa la poteva reputare senz'altro la cosa piu' piacevole di tutta la situazione, ma tutto il resto non era stato affatto facile per Daniel. Oh no, per nulla facile. Non era stato facile soprattutto obbedire a sua moglie stando bene attento a non farla innervosire, cercando anzi di compiacerla in ogni occasione. Oh certo, era stato eccitante. Come sarebbe potuto non esserlo? Per tutto il resto del pomeriggio Rebecca aveva sempre indossato quella tuta di latex che gli faceva strabuzzare gli occhi e gli ordini erano sempre piu' perentori e minacciosi, proprio come piacevano a lui. Rebecca era diventata ormai una vera dominatrice, consapevole della sua superiorita' e lui si sentiva veramente una piccola cosa di fronte a lei. Cosa c'era quindi che non andava? Daniel aveva paura. Sapeva di camminare sul filo del rasoio e di dover stare attento a qualunque cosa facesse e dicesse e cio' non lo metteva a suo agio. Per tanti anni aveva fantasticato su questa situazione e per capirla realmente aveva dovuto viverla e cosi' facendo aveva potuto fare un'analisi dettagliata, riuscendo finalmente a capire cosa gli piacesse e cosa invece non riusciva a sopportare. Gli piacevano gli ordini che Rebecca gli dava, ad esempio. Adorava servirla e riverirla, proprio come si fa con una dea e Rebecca era bella e invincibile proprio come si immagina debba essere una dea. Ma mancava la complicita', mancava l'amore, la tenerezza, l'ironia, tutte sensazioni che avrebbe voluto da una donna dominante. Quella era una schiavitu' e Daniel non era pronto per una vita del genere. Doveva ancora capire meglio e, alla fine della settimana, avrebbe tratto le logiche conseguenze. Forse, avrebbe chiesto al dottor Weiss di ipnotizzarla di nuovo, cercando pero' tutte quelle sensazioni che gli mancavano ed eliminandone altre che proprio non gradiva, come ad esempio la violenza fine a se stessa. Una donna bellissima come era la sua Rebecca e dotata di una forza esagerata e di una bravura nelle arti marziali senza uguali come era realmente, sarebbe potuta diventare veramente la donna ideale per lui se lei avesse eliminato alcune caratteristiche negative. D'altronde, la colpa era sua. Era stato lui a chiedere certe cose e ora non gli rimaneva che far trascorrere quei pochi giorni rimasti e cogliere i lati positivi che non erano affatto pochi. Sarebbe stata comunque una settimana da ricordare, soprattutto se fosse riuscito a cavarsela con pochi danni fisici. Terminato di fare l'amore con sua moglie, prima ancora che lei glie lo ordinasse, si alzo' per preparare la colazione per lui e per la sua padrona, vestito solamente di un boxer. Ormai poteva senz'altro considerarla tale. Pensava a quanto potesse essere eccitante se lei fosse stata pienamente cosciente della situazione e se nel futuro avesse acconsentito a diventare una moglie dominante anche nella vita di tutti i giorni senza bisogno di dover ricorrere all'ipnosi per realizzare quel bisogno che sentiva sempre piu' forte dentro di se. Ma desiderava che Rebecca lo diventasse senza forzature, consapevole della sua superiorita' e senza violenza gratuita. Ma quando la vide entrare in cucina, vestita ancora una volta in latex, stavolta con un pantalone nero e con un toppino dello stesso tessuto e colore, con quegli stivali dal tacco altissimo che la facevano assomigliare ad una gigantessa, tutti i suoi pensieri andarono in tilt. Era bellissima, meravigliosa, una vera divinita'. La sua camminata aveva acquistato delle movenze sensuali senza pari e lui, senza pensarci, si inginocchio' al cospetto di sua moglie. Quella donna, al di la' di tutte le considerazioni sulla violenza appena fatte, meritava la sua sottomissione. Rebecca approvo' con un sorriso " Molto bene Daniel. Stai cominciando a comprendere la situazione. Ora portami la colazione!" Daniel obbedi' con piacere mentre, al solo vederla, il suo pene riprese vigoria, malgrado avessero terminato appena di fare l'amore. La desiderava di nuovo con tutto se stesso e si stava rendendo conto che, oltre alla forza ed alla bravura di sua moglie ed al suo modo di fare dominante, era assolutamente succube della sua bellezza e della voglia di sesso che lei gli provocava. La cosa non sfuggi' agli occhi di Rebecca. Fece colazione ma il pensiero del sesso di lui di nuovo eretto e ben visibile ai suoi occhi non la abbandono' un solo istante. Non riusciva ad essere se stessa, la sua respirazione si faceva difficoltosa, il suo respiro sempre piu' affannato e la voce diventava sempre piu' roca. Lo voleva assolutamente, lo voleva di nuovo. Sentiva il desiderio di essere penetrata, voleva assolutamente quell'uomo e lo voleva subito, senza aspettare ulteriormente. Si alzo' in preda ad un vero e proprio raptus. Voleva il cazzo di Daniel e lo voleva a modo suo, violento. Sollevo' dalla sedia suo marito prendendolo sotto le ascelle per trascinarlo in salotto. La sua forza gigantesca le permetteva di farlo senza nessuna fatica, come qualsiasi cosa facesse. Daniel si impauri' notevolmente " Amore, lasciami, ti prego" disse a Rebecca " Zitto! Non aprire bocca se non ti do io il permesso di farlo" rispose la donna scaraventandolo sopra il divano ed ordinando poi all'uomo di toglierle prima gli stivali e poi il pantalone. Guardo' con desiderio crescente il cazzo di Daniel eretto e si pose sopra di lui prendendogli i polsi con le sue mani, proprio come aveva fatto la prima volta e, come quella volta, l'uomo senti' l'enorme potenza della moglie. Le mani della donna sembravano tenaglie ed il piacere del sesso era mitigata dall'enorme dolore che lei gli procurava. Provo' a resistere il piu' possibile ma poi non ce la fece ed urlo' " Ti prego Becca, lasciami i polsi, me li stai spezzando. Non ce la faccio piu'" La donna si tolse da sopra suo marito in preda ad una rabbia indicibile e colpi' con due schiaffi terribili l'uomo per poi sollevarlo per il mento come fosse un fuscello. La sua faccia era distorta dalla rabbia " Tu, misero maschio. Ti avevo ordinato di non aprire bocca e mi hai disobbedito. Dovevi solo stare zitto e scopare per cercare di soddisfarmi ed invece ti metti a frignare come una bambina. Pagherai per questo" La mano di Rebecca si apri' e Daniel rotolo' per terra. Comprese immediatamente che la situazione era molto pericolosa per lui e cerco' di rimediare inginocchiandosi " Ti prego, mia padrona, abbi pieta' di me. Non volevo disobbedirti ma il dolore che mi procuravi era troppo intenso per me e non ce l'ho fatta a resistere" La donna lo guardo' con disprezzo " Quello non era dolore. Quello che ti procurero' adesso potrai definirlo dolore" Rebecca sollevo' Daniel con una mano e con l'altra fece partire un tremendo pugno che si abbatte' come un maglio nello stomaco di Daniel che, ovviamente, si piego' in due. Rimase prima con la bocca aperta a cercare di riprendere fiato, poi senti' improvvisamente delle forze di stomaco e dei conati di vomito uscirono dalla sua bocca. Tutto questo con un semplice pugno. Ma quelli di Rebecca erano pugni di un essere dotato di una forza decisamente superiore. Sicuramente troppo superiore a Daniel. Per nulla soddisfatta, la donna avvolse le sue cosce attorno alla testa del povero Daniel facendogli mancare immediatamente il respiro. Per qualche secondo Rebecca si beo' della sensazione di sentire suo marito ridotto all'impotenza piu' assoluta. Sapeva perfettamente che lui non avrebbe mai potuto liberarsi, malgrado per un po' cerco' di dibattersi per liberarsi da quella stretta micidiale, ma dopo quegli sforzi anche Daniel si rese conto che nulla poteva fare e che la sua vita dipendeva da sua moglie e si lascio' andare, mentre le lacrime solcavano il suo volto in modo copioso. Rebecca intanto respiro' profondamente. Aveva voglia di umiliarlo, forse anche di ucciderlo, ma una vocina interna le diceva che non era giusto e che non avrebbe dovuto farlo e pian piano allento' la presa. Per fortuna di Daniel, lei sapeva benissimo come dosare la sua forza e, quando le sue cosce lasciarono completamente la presa, Daniel era quasi incosciente a causa della poca aria entrata in quei secondi nei suoi polmoni, ma ancora integro. Lo sollevo' di nuovo con le sue poderose braccia e se lo isso' sulle spalle per poi metterlo sdraiato ancora una volta sul divano. Non faceva nessuna fatica. Le sue braccia erano veramente forti e i numerosi anni di allenamento le avevano fatte diventare un'arma micidiale. Aveva ancora voglia di sesso e non si era affatto placata. Anzi, la violenza perpetrata nei confronti di Daniel l'avevano eccitata ancora di piu'. Malgrado fosse quasi incosciente, suo marito aveva il pene completamente eretto e lo prese con forza, di nuovo. Si trattava di una vera e propria violenza sessuale nei confronti dell'uomo ed il fatto che lui fosse eccitato non giustificava affatto quell'azione. Daniel riusciva a capire solo parzialmente di cio' che stava accadendo e se ne rese conto completamente soltanto quando la donna, eccitata oltre l'inverosimile, urlo' al momento dell'orgasmo " Sfondamela, pezzo di idiota. Muovi quel cazzo e fammi godere" Il risveglio totale di Daniel coincise anche con la sua eiaculazione. Che situazione! Era mezzo tonto, ma il piacere sessuale che provo' in quella situazione fu assolutamente unico. La violenza con la quale sua moglie si era praticamente approfittato di lui aveva fatto si che il suo godimento nel momento cruciale fu meraviglioso, senza alcun paragone con nessun'altro tipo di sesso che aveva finora fatto. Sembrava quasi che ogni volta che lo facevano ci fosse per entrambi un'escalation di piacere e non riusciva a capacitarsi di come ci potesse essere un piacere ancora maggiore di quello appena provato. Quella era gia' l'estasi. Mentre entrambi si rivestivano, sia Daniel che Rebecca si immersero nei propri pensieri. Alquanto confusi quelli di Rebecca, incapace di capire quello che aveva appena fatto. Non aveva rimorsi, tutto le sembrava giusto, soprattutto le violenze perpetrate nei confronti di suo marito ma, semmai, la sua confusione era generata dal fatto che si sentiva strana, quasi manovrata da un burattinaio. Continuava a sentire quella vocina dentro di lei che le diceva cosa fare e cosa non fare e questo le causava quel gran mal di testa che la attanagliava ormai da diversi giorni. E continuava ad avere voglia di sesso. Aveva appena raggiunto un orgasmo splendido, malgrado fosse ancora mattina aveva gia' fatto sesso per ben due volte in maniera sontuosa, eppure ne voleva ancora. Avrebbe fatto riposare un po' Daniel e poi lo avrebbe di nuovo posseduto. I maschi erano essere inferiori anche e soprattutto nel sesso e lo vedeva visibilmente stanco. Avrebbe avuto bisogno di qualche ora se lo voleva vedere di nuovo in forma, mentre lei avrebbe potuto farlo di nuovo immediatamente. Si, erano esseri inferiori e soprattutto lo era suo marito al suo cospetto. Penso' anche che avrebbe potuto andarsi a trovare qualche altro uomo per soddisfare le sue voglie, ma senti' ancora quella vocina che le diceva che doveva andare soltanto con suo marito. Si mise le mani in testa. Stava per caso diventando pazza? Eppure sentiva che non poteva fare a meno di accettare cio' che quella vocina le chiedeva. Non avrebbe tradito suo marito. Non per adesso, almeno. Ben diversi erano invece le riflessioni di Daniel. Lui sapeva perfettamente cosa stava accadendo, ma questo non diminuiva affatto i suoi dubbi e le sue incertezze. Aveva avuto terrore quando Rebecca lo aveva imprigionato nelle sue potenti cosce e quando aveva sentito l'aria mancare nei suoi polmoni ma, ancora una volta, quella sensazione di paura, quella sensazione di sentirsi completamente nelle mani di sua moglie gli causavano un eccitazione quasi perenne. Sorrise pensando al detto che gli uomini ragionano con il loro membro. Era perfettamente vero ed il piacere che provava era senz'altro maggiore alla paura di essere picchiato. Pero' che magnifica donna sua moglie. Lo aveva sempre saputo ma solamente in quel momento se ne rendeva conto perfettamente. Era ancora piu' forte e piu' brava di quanto pensasse ed ora che vestiva in modo sexy, la sua bellezza era abbagliante. Non che prima non lo fosse, ovviamente, ma ora con quegli abiti di latex era veramente una magnifica dea. Rimaneva certo la perplessita' sul da farsi nel momento in cui Rebecca avesse riacquistato le sue funzioni originali e fosse ritornata la dolce moglie che lui aveva avuto modo di conoscere e di apprezzare. Ormai, a meno di due giorni dal termine di quella settimana intensissima, poteva senz'altro tirare le prime somme e quelle somme davano un risultato abbastanza complicato. Daniel Goldring infatti, poteva senz'altro definirsi un uomo bisognoso della dominazione femminile, una dominazione fatta da una donna forte fisicamente e psicologicamente e di sottomettersi a lei, servendola e riverendola, ma era anche ormai conscio che non avrebbe potuto piu' accettare di vivere una vita intera come stava vivendo quella settimana. Era troppo pericoloso ed a lungo andare la straordinaria potenza di Rebecca gli avrebbe causato sicuramente dei guai ai quali non avrebbe potuto rimediare in nessun modo. Impossibile anche solo immaginare una Rebecca al naturale e senza ipnosi che si mettesse a fare la dominatrice con lui. Troppo lontana dalle sue caratteristiche per far si che lei accettasse, ammesso che lui avesse avuto il coraggio di confidarle le sue attitudini. Rimaneva la terza soluzione. L'ipnosi funzionava e funzionava alla grande. Rebecca si stava comportando esattamente come lui aveva chiesto al dottor Weiss e semmai l'errore era stato proprio il suo quando aveva incluso anche la violenza. Ma se la soluzione dell'ipnosi era l'unica disponibile per avere quello di cui lui aveva bisogno, ovvero una donna bella, forte ma al contempo innamorata di lui come era la sua Rebecca, con l'aggiunta di un pizzico di dominazione, ebbene l'avrebbe fatto nuovamente. L'avrebbe fatta ipnotizzare di nuovo e questa volta sarebbe stata la volta decisiva. Ora sapeva cosa voleva e stavolta non avrebbe sbagliato. Un'altra giornata era trascorsa. Un altro giorno sulla falsariga di quello precedente con tanto sesso, un bel po' di violenza ed una dominazione praticamente continua. Rebecca era praticamente insaziabile sessualmente, la sua voglia era continua e Daniel non riusciva ovviamente a soddisfarla completamente. Nessun uomo ci sarebbe riuscito. Lui tra l'altro era aiutato anche da un desiderio fortissimo causato dalla dominazione che Rebecca instaurava su di lui e dall'abbigliamento che lei indossava ma, malgrado sua moglie fosse diventata la personificazione stessa dei suoi ideali erotici con quegli abiti in lattice aderentissimi e pur avendo prestazioni sessuali degni di un porno attore, non riusciva ugualmente a soddisfare interamente sua moglie. Questo aveva portato la donna a picchiare e a punire duramente Daniel per quelle che lei riteneva mancanze gravissime. Ormai l'uomo era al limite della sopportazione fisica, ma ormai mancava solo un giorno e mezzo e poi tutto sarebbe terminato. Intanto, i dolori cominciavano ad essere sempre piu' intensi per tutto il corpo e Daniel era convinto di avere diverse ossa fratturate. Soprattutto il braccio destro gli faceva male intensamente e non riusciva quasi piu' a muoverlo. La forza di Rebecca era straordinaria e gli aveva preso quel braccio stringendolo con la sua mano che sembrava un artiglio di una leonessa ed i risultati erano quelli. Anche un paio di costole del torace sembravano essersi fratturate a causa di uno dei pugni di sua moglie ed anche l'anca, bersaglio di un terrificante calcio, gli procurava un dolore intensissimo. In quelle condizioni, dormire era complicatissimo e Daniel si alzo' dal letto per bere un bicchiere di latte freddo per cercare di rilassarsi un po'. Al suo ritorno, osservo' Rebecca placidamente addormentata. Sembrava un angelo. La bellezza dei suoi lineamenti, adesso che era completamente rilassata, era ancora superiore. Certo, aveva perso tutta la sensualita' che emanava vestita da dominatrice e riaffiorava quella bellezza acqua e sapone che l'aveva caratterizzata per tutta la sua vita. Sembrava impossibile che un essere con quelle fattezze cosi' dolci sprigionasse una potenza terrificante come quella dimostrata da Rebecca in quei giorni e Daniel era perfettamente cosciente che quello che aveva visto era ben poca cosa rispetto alle potenzialita' di sua moglie. Ma ormai mancava soltanto un giorno e pochi spiccioli e poteva quasi tirare un sospiro di sollievo. Aveva vissuto comunque una settimana indimenticabile e le prospettive che aveva in mente erano decisamente allettanti. Gia' si immaginava Rebecca in vesti nuove, sempre dominanti ma molto piu' dolci, una donna conscia della sua superiorita' ma con una dose di violenza accettabili. Qualche schiaffo lo avrebbe accettato volentieri, una prova della sua immensa forza fisica e della sua eccezionale bravura lo avrebbe eccitato, ma non voleva piu' sentire il terrore nei suoi confronti e la paura per la sua integrita' fisica. Provo' di nuovo ad addormentarsi e stavolta le sue membra si rilassarono, malgrado il forte dolore che lo pervadeva in vari punti del corpo ed il sonno lo avvolse definitivamente e dolcemente. Fine quinta puntata Per critiche e curiosita'. Inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it