IPNOSI Quarta puntata di Davidmuscolo I nomi dei personaggi sono fittizi. Qualunque somiglianza o omonimia e' puramente casuale Il paese era praticamente deserto. Quel luogo che d'estate era pieno di gente, vivo e pieno di attrazioni, in inverno era desolatamente privo di vita. Erano aperti soltanto un bar, il supermercato, pochi altri negozi di prima necessita' e alcuni uffici, ma tutti gli sguardi furono per Rebecca. Tutti li conoscevano in quel posto dove trascorrevano buona parte delle vacanze estive e Rebecca era considerata una donna semplice seppur molto bella. Inizialmente, avevano faticato persino a riconoscerla con quel nuovo taglio e colore di capelli e, probabilmente, solo il fatto di essere accanto a Daniel, avevano fatto capire alla gente del posto che si trattava proprio di Rebecca Goldring. Ovviamente, vederla in quel modo, vestita abbastanza provocante, aveva dato adito a parecchi commenti. Sia Daniel che Rebecca li avevano sentiti sulla propria pelle quei commenti ma non si erano affatto risentiti. Rebecca ne era compiaciuta e cercava addirittura movenze sensuali, come se non bastasse la sua figura imponente e la sua bellezza decisamente fuori norma, mentre Daniel si sentiva euforico ed orgoglioso che accanto a quella splendida creatura ci fosse proprio lui. Al ritorno a casa l'uomo, si mise davanti ai fornelli, felice di poter servire sua moglie, proprio come aveva desiderato per tanto tempo. Preparo' la tavola, adornandola con dei fiori che aveva comprato in paese, per quel pranzetto che nei suoi intenti avrebbe dovuto essere un tete a tete romantico. Si sentiva sempre piu' innamorato di sua moglie e intendeva agire come se dovesse conquistarla. In effetti sua moglie poteva considerarsi un'altra donna e doveva proprio riconquistare il suo cuore. Ma c'era un altro problema che gli dava da pensare. Lui si sentiva soddisfatto cosi', ma nella lista che aveva dato al dottor Weiss aveva inserito comportamenti forse troppo pesanti che non sapeva se fosse riuscito a sopportare e agendo in modo molto dolce e sottomesso forse avrebbe potuto evitare che quei comportamenti venissero a galla del tutto. A lui andava piu' che bene cosi'. In fondo Rebecca era sempre stata una donna con una dolcezza infinita e anche l'ipnosi non poteva certo cambiarla del tutto. Il pranzo era ormai pronto e Daniel avviso' Rebecca. Si era preparato per mesi per quell'eventualita', imparando a cucinare soprattutto i cibi che piacevano a sua moglie, lui che nella sua vita non si era mai preparato neanche un uovo. La donna si era nel frattempo di nuovo cambiata ed il suo look era virato verso un casual molto sexy, con un semplice jeans che per� le fasciava il sedere e le gambe in modo splendido ed una camicetta bianca che portava senza reggiseno e che lei aveva annodato scoprendo in parte i suoi addominali scolpiti. Un paio di decolte' blu con i tacchi decisamente alti completavano il suo look e Daniel Goldring non pote' fare a meno di pensare che era stato proprio fortunato che una donna cosi' bella, una donna che non aveva niente da invidiare alle modelle piu' rinomate ed alle attrici piu' famose, fosse diventata sua moglie. Anzi, era sicuro che Rebecca fosse ancora piu' bella di quei personaggi. Al contrario di una modella ad esempio, lei aveva le curve al posto giusto, un seno prosperoso che a lui piaceva immensamente e che ora sua moglie gli stava mettendo praticamente in faccia dopo essersi avvicinata a lui. Gli accarezzo' il volto. Un gesto normale ma che, in quella situazione, normale non era. Daniel percepiva che si trattava di una carezza di una persona dominante nei confronti di un'altra piu' debole, simile a quella di un padrone verso il proprio cane e la cosa lo eccito' non poco. Le parole della donna poi confermarono questa percezione " Bravo Daniel! Cosi' mi piaci. Sai, ho pensato molto a noi due e mi sono resa conto che se vuoi continuare con me devi comportarti in questo modo" " Si amore mio. Mi comportero' cosi' per tutta la vita se vuoi" " Molto bene. E' il minimo che tu possa fare per stare con una come me. Guardami Daniel. Sono molto bella, molto piu' di quanto un uomo come te possa aspirare. E sono molto forte ed ho il diritto di costringerti a servirmi ed a fare cio' che io ti ordino" Le parole le erano uscite da bocca in maniera spontanea ma Rebecca non se ne penti' affatto. Era quello che pensava realmente. Aveva sempre saputo che lei era una donna particolare, una donna con virtu' e capacita' di gran lunga superiori a quelle di suo marito, ma per amore e per carattere aveva sempre tenuto in disparte queste sue capacita', ma era giunto il momento di tirarle fuori e di prendere in mano le redini della coppia. Questa frase le girava nella mente, come se qualcun altro ce l'avesse inserita, ma poi non ci bado' piu' e si mise seduta a gustare tutto quel ben di Dio che suo marito le aveva preparato. Sarebbe ingrassata diversi chili se avesse continuato a mangiare in quel modo per tutta la durata di quella vacanza, ma poi alzo' le spalle e si rimise a mangiare quei cibi deliziosi. Al limite, avrebbe aumentato la dose di allenamenti giornalieri ed avrebbe mantenuto senz'altro la sua splendida forma ed il suo fisico invidiabile. Quella vacanza stava andando proprio per il verso giusto. Peccato solo per quel mal di testa che non accennava a diminuire. Daniel era immerso nelle sue fantasticherie. Aveva trascorso una giornata ideale, proprio secondo le sue attitudini. Aveva servito sua moglie, aveva sentito su di se la sua superiorita' fisica, le aveva obbedito come un vero marito sottomesso deve fare, aveva fatto sesso con lei in modo straordinario ed ora si apprestava ad uscire di nuovo a cena con lei. Si stava guardando allo specchio mentre si vestiva, sperando che il risultato non facesse sfigurare troppo quella splendida creatura di Rebecca. Pensava anche a quale ristorante andare. Sul lungomare ce ne erano in abbondanza, tutti aperti anche in quella stagione invernale ed in alcuni di questi si mangiava del pesce delizioso. A Rebecca piaceva tantissimo il pesce ed era sicuro che avrebbe gradito. Termino' di vestirsi e si mise seduto sul letto attendendo che anche sua moglie terminasse. Con la coda dell'occhio la ammirava mentre lei, con gesti lenti, si sistemava il suo abitino rosso, un'altro dei nuovi acquisti del giorno precedente. La osservo' poi infilarsi dei deliziosi stivaletti con il tacco alto ed infine truccarsi davanti allo specchio e dare un'ultima pettinata ai suoi capelli. Era semplicemente splendida. Si avvicino' alle sue spalle e l'abbraccio' teneramente " Sei meravigliosa amore. Vedrai, al ristorante dove ho intenzione di andare, tutti gli occhi saranno per te ed io saro' senz'altro l'uomo piu' invidiato della serata" Rebecca smise di sorridere. Si volto' di scatto costringendo suo marito ad indietreggiare di un paio di metri " Cosa hai detto? Al ristorante dove TU hai intenzione di andare? Allora forse non mi sono spiegata bene con te. Sono io che decido dove andare" " Ma certo amore. Era un modo di dire. Deciderai tu dove trascorrere la serata" replico' Daniel. Rebecca guardo' suo marito in modo strano. Possibile che fosse proprio lui l'uomo di cui si era follemente innamorata? Piu' passava il tempo e piu' si stava rendendo conto che quell'uomo che le stava di fronte non valeva una sua unghia e ancora non capiva del tutto la situazione. Si, quell'uomo, suo marito, aveva bisogno di un'altra lezione, di capire una volta per tutte come avrebbe dovuto comportarsi da quel momento in avanti. Si avvicino' ancora di piu' a lui costringendolo ad indietreggiare fino a toccare il letto e poi a sedercisi. Povero idiota. Metteva le mani davanti al viso come se potessero salvarlo " Alzati dal letto" gli ordino' con tono autoritario. Daniel obbedi', in preda a strane sensazioni. Da una parte l'eccitazione nel vedere sua moglie comportarsi nel modo in cui lui aveva sempre sognato, dall'altra il timore nel rendersi conto che ora si trovava veramente nelle sue mani in quanto Rebecca, in quelle condizioni, non era assolutamente controllabile, come gli aveva detto il dottor Weiss. Ma era tutto troppo eccitante e nemmeno quando Rebecca gli prese la mano tenendolo bloccato e con quell'altra gli diede uno schiaffo che lo fece di nuovo cadere sopra il letto, la sua eccitazione scomparve, anzi, credette di avere in quel momento la piu' potente erezione della sua vita " Io non decido soltanto dove andare stasera, io decidero' su tutto, che ti piaccia o meno e se tu ti azzardi a mettere in discussione qualunque mia decisione, andrai incontro ad una dura lezione. E' tempo che tu impari a capire certe cose. Devi renderti conto prima di tutto che tu non puoi proprio fare niente per difenderti contro di me. Avanti, prova a reagire, cosi' capirai meglio quello che ti aspetta" Daniel rimase seduto sul letto, con la guancia che gli andava in fiamme per lo schiaffo ricevuto e la mente in ebollizione. Cosa fare? Ci penso' solo una frazione di secondo. Erano anni che attendeva questo momento, erano anni che voleva che sua moglie gli facesse pesare la sua forza e la sua bravura, era tanto tempo che sapeva di provare una grossa eccitazione sessuale solo al pensiero di Rebecca che lo picchiava oppure solo quando immaginava di sua moglie che lo obbligava a farsi obbedire ed ora aveva finalmente tutto questo. Non poteva attendere oltre. Voleva capire chi lui fosse e cosa volesse nella realta'. Si alzo' di scatto spingendo violentemente Rebecca che fece alcuni passi indietro, sbraitando nei confronti della donna " Ora basta! Non puoi continuare a trattarmi in questo modo. Ho fatto quello che mi hai chiesto, in questi due giorni ho fatto da sguattero, che altro vuoi?" Rebecca sorrise. Che altro voleva? Non riusciva a capirlo neanche lei. L'unica cosa di cui era certa, in quel preciso momento, era che aveva una gran voglia di sistemare la questione con suo marito. Ne sentiva una gran bisogno e soprattutto, riteneva quello che stava per fare come la cosa piu' giusta. Attese un attimo e poi scatto'. Un calcio al fianco di Daniel e l'uomo si piego' in due. Rebecca si avvicino' lentamente. Sapeva che suo marito non poteva andare da nessuna parte e godeva pienamente di quella situazione. Lo prese per un orecchio tirandolo su senza fatica, quindi avvolse il suo braccio intorno al collo del marito iniziando a stringere. Daniel divenne paonazzo e la respirazione comincio' a farsi difficoltosa. Provo' a liberarsi. Era inutile. Malgrado gli sforzi che faceva per togliere quel braccio dal suo collo, non riusciva a spostarlo neanche di un centimetro. Percepiva la massa muscolare del braccio di sua moglie, muscoli che lei abitualmente teneva nascosti ma che in quel frangente stavano uscendo in tutta la loro potenza, col rischio di strappare il delizioso abitino che indossava. Non se ne intendeva, non sapeva che lui stava toccando i poderosi bicipiti brachiali, il muscolo estensore e il flessore radiale, per lui erano tutti uguali e l'unica cosa che percepiva era che sembravano essere d'acciaio " Ti prego Becca, lasciami. Mi stai uccidendo" provo' a dire con grandi difficolt� l'uomo. Era dunque questo cio' che lui desiderava. Se fosse solo un gioco e se Rebecca si fosse trovata nel pieno delle sue facolta', senz'altro si, ma in quelle condizione la paura lo stava attanagliando. Rebecca sapeva che non doveva ucciderlo, ma sarebbe riuscita a trattenersi in tempo? La donna strinse per altri interminabili secondi il collo di suo marito. Lo vedeva sofferente e questo, anziche' farla desistere, le provoco' un piacere indefinibile. Sapeva che non doveva stringere di piu' se voleva che suo marito continuasse a vivere, ma non riusciva a privarsi di quel piacere. Ancora una volta, come quella mattina, il fatto di provocare dolore a suo marito, di sentirsi in tal modo superiore a lui, le stavano donando una vera e propria voglia di sesso. Respiro' a fondo e poi lascio' il collo di Daniel, ma appena l'uomo si senti' libero, lo colpi' con un pugno allo stomaco che lo fece piegare in due e quindi con un poderoso manrovescio che lo sollevo' quasi da terra e che lo mando' a sbattere contro l'armadio. Ora Daniel sapeva. Ora sapeva cosa sua moglie poteva provocargli in quelle condizioni in cui non era se stessa, ora capiva che non poteva accettare una cosa del genere. A lui piaceva obbedirle, lui amava servirla, ma il suo ideale era una dominazione soft, fatta anche di tenerezza e amore, non una violenza gratuita. Ma ormai doveva accettare quella situazione e non poteva fare nulla per cambiarla. Doveva soltanto far scorrere quei quattro giorni rimanenti cercando di limitare i danni sperando che lei si attenesse agli ordini che le erano stati impartiti da Weiss durante l'ipnosi anche e soprattutto per quanto concerneva il divieto di causargli gravi danni o addirittura di ucciderlo. Rebecca intanto, avanzava verso di lui e Daniel capi' in quel momento cosa significasse la parola paura " Ti prego amore, basta. Perdonami" piagnucolo' nel tentativo di ammansirla. Rebecca invece si avvicino' verso di lui, si chino' quel tanto per prendergli il bordo della giacca e tirandolo su con una facilita' disarmante " Presto, spogliati. Ho voglia di scoparti" Che sensazione strana quelle parole uscite dalla bocca di Rebecca. Strana e tremendamente eccitante. Ma Daniel l'aveva voluta cosi' e lei si comportava in quel modo, agendo sicuramente contro i suoi principi. Ma quella non era Rebecca, sua moglie, quella era un'altra donna che aveva solo le fattezze della donna che aveva sposato, per il resto poteva definirsi come un robot uscito dal controllo del suo creatore. Daniel si tolse la giacca velocemente e Rebecca si sfilo' il suo abito rosso. Malgrado Daniel avesse cominciato a fare i conti con la sua paura, la sua eccitazione era alle stelle, il desiderio nei confronti di Rebecca ancor piu' forte delle altre volte. Si tolse anche il suo intimo mentre sua moglie faceva altrettanto e poi lo spinse di nuovo sul letto, con uno strano sorriso a farle da cornice al volto quando si rese conto che il pene di Daniel aveva raggiunto la massima erezione. Guardo' quel pene con una strana espressione famelica. Lo voleva, lo desiderava, ne sentiva un bisogno innaturale, voleva sentirlo dentro di se e avrebbe fatto qualsiasi cosa per averlo. Si mise sopra di lui, con le gambe aperte a facilitare la penetrazione e poi spinse. Finalmente! Daniel socchiuse gli occhi quando senti' il suo membro entrare nella vagina di sua moglie. Era una sensazione sconvolgente. Aveva chiesto di essere usato come un giocattolo sessuale ed era tale che ora si sentiva. Rebecca intanto, si mordicchiava il labbro. Erano dunque queste le sensazioni alle quali aveva rinunciato per tanto tempo? Si dette dell'idiota, ma sorrise pensando che ormai aveva perfettamente capito cosa voleva dalla vita. Spinse ancora piu' forte. Voleva sentire ancora piu' intensamente quel piacere e questo provoco' in Daniel l'avvicinarsi dell'eiaculazione " Piu' piano amore. Piu' piano o me ne vengo" grido' l'uomo " Non lo fare o ti ammazzo di botte. Non lo fare! Prima vengo io e poi lo farai tu" " E allora rallenta, ti prego, non ce la faccio piu'. Sto godendo tantissimo" " Zitto e scopa. Muovi quel maledetto cazzo dentro di me. Fammi sentire cosa sei in grado di fare" Daniel non rispose. Provo' a fermarsi ma non era lui a comandare la situazione. Sua moglie sopra di se proseguiva a dare scosse col bacino sempre piu' forti e dopo pochi secondi gli fu impossibile trattenersi. Senti' il caldo liquido dello sperma uscirgli in modo quasi violento, senza avere la possibilita' di fermarlo e si abbandono' completamente a quell'estasi. Rebecca quasi senti' lo sperma uscire da suo marito. L'irrigidimento del pene si era fatto ancora maggiore e le contrazioni erano talmente sensibili che non pote' fare a meno di provare un enorme piacere. Ma dopo, l'inevitabile riduzione della turgidita' le fece perdere tutto il godimento che stava provando " Che cazzo hai fatto, maledetto stronzo?" urlo' Rebecca inferocita "Come cazzo ti sei permesso di venirtene senza il mio permesso?" Daniel Goldring guardo' il volto di sua moglie. Era stravolto dall'ira e ancora una volta un brivido di paura gli percorse la schiena " Te l'avevo detto che ero in difficolta' Becca" provo' a scusarsi l'uomo "Non e' colpa mia. Sei cosi' bella, cosi' sensuale e ti muovevi troppo. Perdonami, ti prego" Rebecca parve non ascoltare le lamentele di suo marito. Aveva perso buona parte del suo godimento ed ora lui doveva pagarla. Si alzo' dal letto e Daniel capi'. Capi' che stava per andare incontro a qualcosa di molto spiacevole. Scese dal letto dalla parte opposta, ma la porta era proprio dalla parte di Rebecca. Come poteva fuggire? La donna intanto, fece il giro del letto avvicinandosi a lui come una predatrice nei confronti della preda indifesa. Non c'era via d'uscita. Daniel aveva sulla sua sinistra il letto, sulla sua destra un grosso mobile e davanti la figura statuaria di sua moglie. L'unica possibilita' era saltare sul letto e cercare la fuga e cosi' fece. Ma Rebecca aveva capito la sua mossa e, appena Daniel scese dal letto era gia' di fronte a lui. Il primo pugno lo colpi' al volto e lo fece cadere di nuovo sul letto, il secondo, dopo che Rebecca lo tiro' su, lo fece addirittura volare attraverso la stanza e lo fece piombare a ridosso della finestra, alla fine della stanza. Daniel ora capiva in che grosso guaio si era messo. Provo' a rialzarsi, ma inutilmente. Era completamente privo di energie e nulla poteva fare mentre Rebecca si avvicinava a lui. Lo sollevo' da terra con una facilita' irrisoria e Daniel capi' che sua moglie era addirittura piu' forte di quanto immaginasse " La prossima volta che ti scopo ci penserai due volte prima di venirtene senza farmi godere" gli disse con ferocia e poi un nuovo pugno. Daniel stavolta svenne immediatamente e Rebecca lo guardo' con disprezzo mentre ancora lo teneva in piedi per un braccio. Quell'inetto, quell'uomo che avrebbe dovuto adorarla come una dea le aveva invece disobbedito pensando solo al suo piacere. Lo lascio' e Daniel fece un tonfo cadendo in terra. Ma lui non poteva sentire piu' nulla. Rebecca si rivesti' di nuovo. Si guardo' allo specchio mentre si infilava il suo vestitino rosso e scosse la testa. Era bellissima e se ne rendeva conto ogni istante di piu', ma non si sentiva valorizzata completamente da quell'abito. Oh certo, le stava un amore, ma sentiva che avrebbe dovuto indossare qualcosa di ancor piu' sensuale, qualcosa che solo il suo fisico perfetto avrebbe potuto portare nel giusto modo. Qualcosa che l'avrebbe resa finalmente perfetta. Sentiva questo bisogno assoluto. Non capiva perche' ma sapeva che avrebbe dovuto farlo ad ogni costo e l'indomani avrebbe provveduto. Usci' di casa senza degnare di uno sguardo suo marito ancora svenuto a terra. Aveva meritato quella dura lezione che lei gli aveva inflitto e non aveva alcun rimpianto. Daniel doveva imparare a rispettarla come meritava, doveva imparare ad obbedirle e addirittura a temerla. Era quello il nuovo corso che aveva dato al suo matrimonio e doveva proseguire su quella strada. Lasciarlo? Non era quello che pensava. Ancora quei maledetti pensieri che brulicavano dentro la sua mente e che la facevano sentire strana. No, lasciarlo non era in preventivo. Sentiva che era superiore a lui, sentiva che l'avrebbe fatto tremare di paura, ma non lo avrebbe lasciato. Daniel si tiro' su a fatica. Era intontito. Gli girava la testa e non riusciva neanche a inquadrare bene le cose intorno a se. Si aggrappo' al letto e finalmente riusci' ad alzarsi. Era malfermo ma sembrava ancora integro, anche se dolorante. Giro' per la casa ma di Rebecca nemmeno l'ombra. "Oh mio Dio" sospiro'. Sua moglie era veramente una bomba ad orologeria in quelle condizioni e poteva compiere qualsiasi azione. Cosa aveva combinato! Si maledi'. Aveva ragione il dottor Weiss, non avrebbe dovuto farla ipnotizzare. Non era affatto piacevole come aveva creduto, anzi, era estremamente pericoloso, sia per lui che per chi avrebbe avuto la sfortuna di incontrarla. Ed ora cosa mai poteva fare? Doveva assolutamente scappare da lei ed aspettare che terminasse quella settimana. Aveva una grossa nostalgia di sua moglie nella versione originale, non vedeva l'ora che Rebecca tornasse ad essere quella di prima, cosi' dolce e mansueta. L'aveva fatta diventare una sadica, una donna che godeva nell'infliggere dolore e con la forza e la bravura che lei possedeva era veramente rischioso per lui. Si era reso conto sulla sua pelle che sua moglie era addirittura piu' potente di quanto avesse potuto immaginare e le sarebbe bastato un colpo, un solo pugno dato male per ucciderlo o per danneggiare seriamente i suoi organi vitali. Si, doveva scappare e doveva approfittare di questa assenza. Si vesti' rapidamente ed afferro' le chiavi della sua macchina. Era stato svenuto per almeno tre ore e Rebecca poteva rientrare da un momento all'altro. Usci' dalla casa proprio nel momento in cui vide le luci di una macchina avvicinarsi. Era lei. Maledi' quel tempismo perfetto. Cosa fare ora? Daniel respiro' affannosamente e nervosamente e tentenno' un istante, ma poi decise di infilarsi nella sua auto mentre dallo specchietto noto' la figura maestosa di sua moglie scendere ed avvicinarsi. Doveva far presto ed aveva ancora qualche secondo di vantaggio, giusto il tempo di mettere in moto la macchina e scappare, ma il nervosismo gli gioco' un brutto scherzo. Le chiavi gli caddero e Daniel si chino' a raccoglierle infilandole di nuovo nell'apposita fessura, ma ormai era troppo tardi. Non fece in tempo a chiudere elettronicamente la sua auto in quanto Rebecca apri' violentemente lo sportello. Era arrabbiata e Daniel si rese conto che tremava di paura di fronte a lei. Non era questo cio' che cercava? No, non era questo " Dove cazzo stavi andando?" l'aggredi' verbalmente la donna " Ti stavo venendo a cercare, amore. Ero preoccupato per te" menti' Daniel sperando di commuoverla. Inutilmente. Rebecca lo afferro' per la giacca e lo estrasse con violenza dalla macchina. A Daniel sembrava di essere un fantoccio tra quelle mani di una potenza inaudita. Rebecca lo sollevo' con una facilita' estrema ben sopra la sua automobile " Ma davvero? Davvero tu eri preoccupato per me? E cosa pensi che mi possa accadere? Che qualcuno possa aggredirmi? Aggredire me? Io che posso uccidere un uomo con un solo colpo?" " Ti prego amore, calmati. Io, io ... ... ." " Tu volevi scappare, ecco cosa volevi fare. E questa me la pagherai" Rebecca lascio' di colpo suo marito che torno' a terra per un istante. Fu solo un secondo in quanto la donna lo afferro' di nuovo, mettendoselo stavolta sulle spalle, come se si trattasse di un fagotto ingombrante. Daniel cerco' per qualche secondo di liberarsi, ma Rebecca lo teneva fermamente stretto sulla sua spalla con un braccio e tutti gli sforzi dell'uomo furono vani. Rebecca possedeva una forza fisica di gran lunga superiore alla sua, non poteva in alcun modo lottare contro di lei. La donna intanto, per nulla affaticata dal peso di suo marito, apri' la porta della casa, vi entro' e la richiuse. Infine, si diresse nel salone e getto' Daniel in un angolo. Daniel Goldring sapeva che non poteva scappare mentre sua moglie si avvicinava minacciosa a lui. Si inginocchio' ai suoi piedi " Ti chiedo perdono, Becca. Non mi picchiare ancora. Faro' tutto quello che tu vorrai, te lo prometto" La donna sorrise e gli intimo' di alzarsi " Che tu farai tutto quanto io ti ordinero' mi sembra ormai assodato. Ma non mi basta" gli rispose prendendolo per il volto e spingendolo verso il muro. Stava per colpirlo, ma poi ci riflette' sopra. Aveva ancora tanta voglia di sesso. Non se l'era sentita di andare con altri uomini, malgrado quella sera aveva avuto un'infinita' di richieste, un sacco di maschi che, vedendola da sola, l'avevano corteggiata. Chissa' per quale misterioso motivo aveva voglia soltanto di lui. Voleva il suo cazzo, lo desiderava spasmodicamente, ne aveva un gran bisogno. Era quasi un'idea fissa. Lo spoglio' quasi strappandogli gli abiti di dosso e si tolse per l'ennesima volta il suo vestito rosso. Fece poi sedere Daniel sopra una sedia e si mise sopra di lui. Lo voleva in quel modo. Daniel si era eccitato ben presto. Malgrado il terrore che lo attanagliava, quella situazione era troppo eccitante per non avere una nuova erezione. Era in una posizione scomoda, sua moglie si muoveva cosi' furiosamente che a volte lui scivolava dalla sedia, ma non fiato', pensando solo ad accontentare Rebecca che intanto, finalmente riusci' a godere appieno del sesso. Mentre lei raggiungeva quell'orgasmo cosi' a lungo desiderato, anche Daniel era giunto al culmine " Posso venirmene, amore? Ti prego, dammi il permesso" supplico' " Si, vieni, fammi sentire il tuo sperma dentro la mia fica. Fallo uscire tutto" rispose Rebecca. No. Quella non era sua moglie. Quel linguaggio non poteva appartenere alla dolce Rebecca che conosceva. Si accorse che aveva creato un mostro e ancor piu' se ne rese conto quando lei si alzo', ancora mezza nuda e fece partire un violento manrovescio a Daniel che si alzo' letteralmente dalla sedia andando a planare addirittura alcuni metri piu' in la' " Perche'?" domando semplicemente con le lacrime agli occhi. Rebecca lo afferro' di nuovo per il collo alzandolo e portandolo alla sua altezza, ad una ventina di centimetri da terra e preparando un pugno " Perche' mi andava di farlo e perche' adesso voglio andare a dormire e non posso rischiare che tu scappi durante la notte approfittando del mio sonno e poi perche' ti avevo detto che me l'avresti pagata per aver tentato di fuggire" Daniel chiuse gli occhi e non vide il pugno partire. La sua testa si rovescio' all'indietro ed il suo sangue schizzo' in diversi punti della stanza. Daniel Goldring svenne di nuovo e Rebecca lo fisso' ancora una volta con un'aria di disprezzo, poi lo sollevo' da terra e lo porto' in camera da letto, prese delle lenzuola pulite dall'armadio e quindi lego' suo marito alle gambe del letto. In questo modo, se anche si fosse svegliato prima di lei, cosa comunque altamente improbabile considerando la violenza con la quale lo aveva colpito, non sarebbe potuto andare da nessuna parte. Per un'ulteriore precauzione prese comunque le chiavi della macchina di suo marito e le getto' dentro la sua borsa. Ora poteva dormire tranquilla. Fine quarta puntata Per critiche e curiosita'. Inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it