UN INCONTRO PARTICOLARE By asce asce@tiscali.it L'incontro con una strana ragazza Prendo spesso i treni e a volte capita di fare incontri interessanti. Un giorno arrivo in stazione e il mio treno era in ritardo. Dovevo andare al mare a prendere un'po' di sole e quindi la cosa mi č scocciava. Per passare il tempo mi sono messo a guardare le ragazze che erano lą¬ vicino a me; pieno di straniere di tutti i tipi e le nazionalitą alcune veramente bellissime. Ma quella che avevo eletto a mia preferita era una ragazzina che non avrą avuto pią¹ di 14 anni. Bionda, piccola di statura ma con un corpo incredibile!!! Portava una cannottierina nera che lasciava scoperte le spalle e la schiena e un paio di jeans a tre quarti. Il seno non molto grosso (al massimo una seconda) ma con un culo allucinante mai visto uno cosą¬ perfetto!!! Tondo, sodo sembrava un opera d'arte. Decido che devo conoscerla ma vedo che vicino a lei c'e' il padre. Uffa, penso, impresa impossibile. Comunque inizio ad avvicinarmi e sento i loro discorsi: "Ma sei sicura di voler andare da sola al mare senza nessuno?" dice il padre "Ma si, pa, non ti preoccupare" risponde lei. "Ma non sarą pericoloso?" continua lui; "No stai tranquillo" ribatte. Arriva finalmente il treno e vedo che la piccina prende quello che devo prendere io. Perfetto, penso, ora devo riuscire a parlargli. Saliamo insieme e naturalmente faccio di tutto per mettermi seduto vicino a lei. Riesco a sedermi di fronte a lei e vedo che č proprio ben fatta: braccia tornite, ventre piatto con dei begli addominali. Lei si accorge dei miei sguardi e mi fa: "Mi vuoi mangiare con gli occhi?". Colpito in pieno ... "Scusa, č pią¹ forte di me ... non riesco a levarti gli occhi di dosso" dico in tono di scusa. Lei per tutta risposta mi porge la mano "Meglio te di quelli che fanno i 'simpatici' e ti saltano addosso ... Piacere Anna" "Grazie per i complimenti" dico in tono ironico "Io sono Marco". Dopo i primi convenevoli di presentazione iniziamo a parlare del pią¹ e del meno e su dove saremmo andati al mare. Arrivati vicino alla sua fermata mi chiede se mi andava di andare con lei al mare. Accetto senza pensarci su un attimo. Mi dice di conoscere una spiaggia poco conosciuta dove va poco gente per me vą benissimo naturalmente meno gente c'č meglio č. Ci incamminiamo, lei si mette davanti a me lo spettacolo della sua schiena e del suo culo č incredibile rischio pią¹ volte di inciampare e finire per terra. Andiamo avanti per un po fino ad arrivare davanti un masso gigantesco; non si vede modo di passare. "Ma č giusta la strada?" domando "O si non ti preoccupare" risponde sicura "Dobbiamo scavalcarla sarą una sudata" "Sudata? No, non ti preoccupare" e cosi dicendo con una mano mi prende da sotto il sedere e mi tira su. Io, alibito, mi chiedo cosa sta succedendo "Mamamama?!?!" "Non ti avevo detto che faccio palestra?" fa lei e mentre parla tranquillamente mi lancia in cima al masso. Dopo poco la vedo salire tirandosi su come se niente fosse. Dopo essere scesi gli domando: "Ma come hai fatto????" In tutta risposta lei si leva i jeans e la canottiera rimanendo in costume e inizia a pompare i muscoli: "Guaaaaarda commmmmmme" il suo corpo inizia a diventare sempre pią¹ muscoloso le braccia diventano gigantesche, gli addominali sempre pią¹ scolpiti e le gambe di marmo. Le tette che sembravano piccole diventano sempre grosse quasi volessero rompere il costume. "Allora cosa ne dici?" fa lei avvicinandosi verso di me con aria di sfida "Guarda il mio braccio posso fare di te quello che voglio" non potevo dargli torto il suo braccio era grosso come una mia gamba. "Si si hai ragione ma cosa vuoi fare adesso???" gli dico intimorito. "Se farai il bravo niente ... altrimenti ... " e cosi dicendo pompava il bicipiti gigantesco. Capito di aver sbagliato completamente ad aver provato ad attacar discorso con lei "Cosa devo fare?" "Bravo hai capito ... per prima cosa inizia a leccare queste" Ormai le tette era quasi uscite del tutto dal reggiseno e per iniziare a leccargli i capezzoli non dovevo neanche spostare la coppa. Provavo, oltre a leccare, anche a stringerle ma niente da fare era durissime, dure come l'acciaio. "Bravo, molto bravo ... adesso baciami ... i piedi"; non potevo far altro che obbedirgli quella dea mi avrebbe potuto massacrare. Dopo un paio di baci mi dice "Bene adesso basta iniziamo a fare sul serio, vediamo se ti piaccio o no" mi solleva e mi leva il costume il mio cazzo tirandomi fuori l'uccello ... "Bene vedo che ti piaccio anche con tutti questi muscoli ... Vediamo se sai fare di meglio" Il mio corpo, che non sapeva se essere incitato o impaurito da quella situazione, dopo che mi mise il cazzo in mezzo alle tettone decise di lasciarsi andare. Mi teneva sollevato da terra con le mani e con i pettorali stringeva il cazzo in mezzo alle tette, mai provata una spagnola simile infatti dopo poco sono venuto. "Bene, allora ti piaccio ... Continuiamo" Mi solleva ancora di pią¹ e mi mette il cazzo in bocca. Anche in questo modo dopo poco vengo ero troppo eccitato dal suo corpo e dalla sua forza non riuscivo a resistere. Avevo paura che essergli venuto in bocca avrebbe segnato la mia fine e invece: "Buona ... Ne voglio ancora preparati a essere violentato" La 'piccola' mi mette a terra e si slaccia in tutta calma il costume con me in ginocchio in adorazione. Vedendomi al altezza giusta mi indica che vuole che gli lecchi la fica perfettamente rasata come tutto il resto del suo corpo. Mi lancio su di lei e inizio a leccarla provocandole ben presto ondate di piacere "si si si si continua" ormai la sento vicina al orgasmo e inizio a sgrillettarla. Finalmente viene con voce vogliosa mi dice che adesso viene il bello ... Mi solleva mi mette il cazzo in bocca per farmelo venire di nuovo durissimo e poi me lo infila nella sua fica. Sento i muscoli del suo corpo, intenti solo nello spingere il pią¹ possibile, sbattere contro di lei č come sbattere contro un muro ma in quel momento non mi importava niente sentivo solo il godimento provocato dal mio corpo avvinghiato con il suo. Dopo un po vengo ma a lei non basta e continua, continua, continua stringendomi sempre di piu ... Non ricordo pią¹ niente fino quando non mi sveglio distrutto con lei che mi guarda con il costume addosso. "Hai fatto il tuo dovere, sono in pochi quelli che riescono a farmi godere come hai fatto te ... dobbiamo rivederci ... dammi il tuo numero quando ne avrą² voglia ti chiamerą² io", cerco di ribattere "non posso avere io il tu ... " "NO! Decido io quando scopare CHIARO???" mi dice urlando e mostrando i bicipiti. Pią¹ chiaro di cosą¬ ... Decidiamo di restare ancor un po lą¬, lei per prendere il sole io per riprendermi dall'incontro che avevo avuto quel pomeriggio. Arriva l'ora della partenza facciamo il viaggio come se nulla fosse successo e al ultimo gli chiedo "ma quanti anni hai?" "quanti me ne dai?" fa lei. "Penso quattordici, perché quanti ne hai?" "Secondo te come fa una quattordicenne ad avere il mio corpo? Ne ho 20" dice ridendo; voglio togliermi l'ultima curiositą "ma quando sei diventata cosą¬ forte? E come fai a sembrare cosi giovane" "Vedi da piccola prendevo un farmaco sperimentale per aumentare l'altezza, invece che quella mi ha aumentato la forza lasciandomi uguale a quando lo prendevo cioč 14 anni perą² non mi sembra di averci perso" e intanto mi fa ballare davanti le tette grazie ai pettorali. "vabbč allora ciao ti chiamo io, non ti preoccupare" si volta e se ne va ... Ero sicuro che non l'avrei mai pią¹ rivista ma chissą forse mi sbaglio