L'imboscata Un agguato della sorellanza interista contro i ragazzi della guardia milanista: una sfida al'ultimo sangue. by letiziainterista@gmail.com La metropoli governata dal Milan è un'enclave della civiltà: vent'anni fa il milanista Marco Vassalli l'ha messa in salvo dall'assalto delle interiste che intendevano occuparla – ponendo al bando anche il partito interista che cercava di agevolare la conquista da parte delle tribù selvagge. Da allora la città è protetta dalla milizia rossonera. La compongono i maschi più prestanti dall'età di 18 fino ai 35 anni. Tutti i ragazzi seguono una formazione scolastica che incoraggia la disciplina fisica, il vigore muscolare, la rapidità dei riflessi e il coraggio nel combattimento. Per questa ragione la legione conta sempre su ranghi numerosi e ben preparati. L'esercito che difende la città è stato finora di per sé sufficiente a dissuadere qualunque nemico dall'attaccarla seguendo i metodi convenzionali dell'attacco frontale, dell'assedio alle mura e dell'assalto in uno scontro diretto. Il punto debole della difesa urbana sembra però essere la notte: le interiste sono guidate da demoni, ne sono possedute o sono demoni loro stesse. In questo modo riescono a infiltrarsi nelle gallerie sotterranee – infestano la rete fognaria, risalgono da condotti dimenticati, pullulano nel labirinto di tunnel che la storia ha sepolto sotto la città. Irrompono nelle strade avvolte nelle tenebre emergendo dai tombini, dalle cantine incustodite, dagli scarichi delle fontane; il buio si trasforma in un macabro gioco a nascondino, in cui le femmine guerriere tendono agguati alle pattuglie dei milanisti sfidandoli in combattimenti feroci corpo a corpo. Dopo il tramonto è pericoloso farsi trovare fuori casa; solo i militari circolano per le strade, sfidandosi in una gara pericolosa di coraggio e di fortuna. Tutti i ragazzi pregano nel fondo del loro cuore di non incontrare imboscate durante la loro ronda di pattugliamento; tutti alzano la durata del loro turno, e si spingono nelle aree più pericolose per accrescere il loro prestigio agli occhi dei compagni. L'accumulo di ore notturne di ricognizione aumenta le probabilità di promozione; chi torna vivo da un agguato può contare su una promozione immediata a ufficiale. Un simile onore si giustifica facilmente: nessuno vanta tra i propri amici un ragazzo sopravvissuto alle imboscate. E' una sera di agosto, mezzanotte è passata da poco. Sulla città grava il caldo dell'afa, l'aria è ferma, in giro si sente solo il fremito delle cicale. Giovanni comanda una squadra di quattro ragazzi tra i 22 e i 26 anni: stanno perlustrando l'area del parco barocco. Hanno da poco superato l'ingresso principale dei giardini quando sentono un fischio alle loro spalle che richiama la loro attenzione. Sembra che le tenebre stesse si siano coagulate nelle sagome di 4 guerriere, che li fissano sotto le foglie di un castagno. L'oscurità quasi impedisce di distinguere il bikini a strisce nerazzurre che fascia loro il seno e il ventre. Come di regola, calzano alti stivali scuri ed espongono nudi tutti gli altri muscoli scintillanti del corpo. "Ehi belli – li apostrofa la ragazza più vicina – che ne direste di una partita a tette contro palle?". Giovanni sente in petto il cuore pulsare come dopo una corsa a perdifiato, la saliva prosciugarsi in bocca e la lingua troppo intorpidita per rispondere d'istinto alla provocazione. "Forse avete già impegni? – riprende l'avversaria – o magari non avete le palle per battervi contro di noi!" Le sue compagne scoppiano in una risata sarcastica. "Cazzo, ma è sudore di paura quello che schiuma sul pelo schifoso del vostro petto? Vi basta guardarci per cagarvi sotto! Siete davvero dei milanisti: mezzeseghe e codardi!". "Soffocherai nel fango da cui sei venuta per quello che hai detto – reagisce finalmente Giovanni – ti ci immergerò senza ascoltare le invocazioni di pietà con cui implorerai il mio duro cuore milanista!". "Quante cazzate ci tocca ascoltare stasera! – ironizza l'interista – Le stronzate che vomiti ti servono solo per rinviare il momento in cui ti farò a pezzi!Ti si stringe il culo dal terrore per la sofferenza che ti stritolerà mentre ti massacro il corpo?" "I tuoi colpi si schianteranno contro l'acciaio dei miei muscoli – grida Giovanni battendosi il petto villoso con il pugno chiuso – Il fisico dei milanisti è troppo potente per le vostre manine. Ti si sbricioleranno le falangi quando i tuoi pugni si abbatteranno sul mio petto". I quattro ragazzi si dispongono in schieramento da battaglia. Indossano solo un paio di bermuda rossoneri e un paio di scarpe da basket; il corpo brilla nudo sotto le lanterne. Il petto irsuto è sollevato perché le avversarie possano ammirare i muscoli forti e tesi, il cuore che pulsa sotto la carne nuda. Le gambe sono divaricate: i milanisti mostrano con fierezza il loro pacco virile, l'uccello e i coglioni, bellicosi e vulnerabili sotto la stoffa delicata dello scudo rossonero cucito sui bermuda. Sebbene le palle e il cazzo rappresentino il punto debole più doloroso del loro corpo, i guerrieri sono orgogliosi di ostentare la loro potenza di giovani maschi. "Il tuo petto si schianterà sotto il mio assalto senza nemmeno doverlo sfiorare! – lo deride la guerriera – Spezzerò il tuo corpo straziandoti di sofferenza. Non c'è nulla che mi faccia godere più degli spasimi dei maschi sconfitti" L'amazzone simula davanti alle compagne una ginocchiata fulminante all'altezza del pacco di un avversario immaginario; le interiste cominciano a ridere senza ritegno. "Mezzasega milanista, sei avvertito: voglio infierire sul tuo corpo con colpi devastanti, voglio rovinarti di dolore per il gusto di vedere il tuo fisico dilaniato dal male, per ascoltare le tue grida di frustrazione e ammirare i tuoi occhi sbarrati dal terrore." Ora la femmina simula le contrazioni e la paura di un ragazzo colpito alle palle; le sue compagne trovano lo spettacolo irresistibile. "Sei molto maschio, milanista, la potenza del tuo pacco si vede fin da qui; sei l'avversario ideale per una sfida a tette contro palle. Ma rammenta che non voglio solo sapere come va a finire: voglio venire sul tuo petto battuto, voglio godere sulla tua disperazione mentre il tuo corpo crolla indifeso sotto la violenza dei miei colpi, voglio esplodere in un orgasmo ad ogni tua implorazione di pietà, voglio vedere i tuoi muscoli inarcati sotto gli schianti che ti infliggerò, voglio che ti prostri alla mia fica quando ogni fibra del tuo fisico fiero sarà paralizzata dal dolore e tutto quello che c'è di maschio in te brucerà in un unico fascio di male atroce". Giovanni mostra un sorriso imbarazzato mentre la femmina gli parla: non è la prima volta che una ragazza manifesta un apprezzamento per la dimensione del suo pacco – ma la sua potenza virile è sempre un argomento che gli induce allo stesso tempo orgoglio e timidezza. La fierezza guerriera torna ad imporre le sue priorità; Giovanni quindi si stringe i genitali maschili tra le mani mostrando alle ragazze il grosso rigonfiamento che essi producono nei suoi bermuda, e risponde: "sentirai come bruciano nel culo di una donna non appena avrò vinto. Prima ti scoperò la topina profumata col mio uccello d'acciaio, poi ti fonderò il retto bruciandolo a colpi di cazzo. Ti farcirò del mio forte seme milanista, perché il tuo corpo battuto possa riscattarsi incubando un nuovo guerriero rossonero, dal petto invincibile come il mio!". "Il mio giglio incontaminato sbranerebbe il tuo cazzo se solo provasse ad avvicinarsi – replica l'amazzone – ma sei solo un povero stronzetto; il tuo fisico si sfalderà davanti alla mia potenza guerriera senza nemmeno toccarlo, il tuo petto si squarcerà come creta sotto le mie mani e mostrerà il tuo cuore pulsante terrorizzato dalla mia forza. Ma è ora di passare ai fatti! Le nostre braccia non resistono più al desiderio di schiantare colpi sui vostri corpi, i nostri pugni vogliono sentire le vostra ossa che si spezzano, la vostra carne che si lacera e il vostro sangue che ribolle nei lividi di cui vi copriremo ogni muscolo; i nostri piedi bramano schiacciare il vostro petto villoso sconfitto, schiumante di sudore e di paura; allora, siete pronti?!" "D'accordo: battiamoci nel parco – propone Giovanni – perché nessuno debba finire coinvolto nella nostra lotta. Ogni coppia si sceglierà un'arena abbastanza distante da quella degli altri perché il risultato di una sfida non influenzi le altre, nel bene o nel male" "Quante preoccupazioni e quanti scrupoli per quattro mezze seghe destinate a rimanere appese per le palle in pochi secondi – ride la guerriera – ma se questo può tranquillizzarti e convincerti finalmente a batterti contro di me, facciamo pure come vuoi. Chiedo una sola condizione: la sfida tra noi due, bel maschietto superdotato, sarà decisiva per i compagni di squadra. Chi tra noi soccomberà, deciderà la sorte degli compagni che sono stati sconfitti: moriranno con noi. I vincitori saranno sempre liberi di andarsene". "Hai la mia parola che rispetteremo i patti – replica il ragazzo – entriamo e poi separiamoci". Mentre attraversano i cancelli del parco, Giovanni incoraggia i suoi: "Siate forti valorosi, opponete il vostro petto con l'orgoglio di essere guerrieri milanisti. Mostrate di essere fieri delle palle che vi rendono veri maschi rossoneri!" "Giovanni ho paura – mormora Andrea – in giro per la città si parla solo del modo in cui le interiste massacrano i ragazzi del Milan, schiantando il loro corpo di botte e di torture! Nessuno ricorda guerrieri rossoneri usciti salvi da queste imboscate" "Anche io ho paura Andrea – gli confida Giovanni – la troia ha giurato di tormentarmi con le sofferenze più atroci che si possano subire: vuole più farmi male che vincere la sfida. Potete consolarvi col fatto che se perderemo, la vostra pena sarà ridotta dal fatto che l'Inter sfogherà la sua rabbia sul mio corpo battuto, infierendo sul mio petto sconfitto e sui miei coglioni umiliati." "E' vero – riprende Andrea depresso – ha detto che vuole castrarti per riuscire a godere mentre soffri per la distruzione delle palle. Cazzo la frigida stronza vuole triturarti di dolore! La vedo male per te e per tutti noi, minimo queste belve ci massacrano e ci strappano i coglioni a morsi." "Cazzo basta lagnarsi, siete guerrieri milanisti, non femminucce! Giriamo con il petto nudo per mostrare a tutta la città il battito del nostro cuore orgoglioso, e i nostri bermuda si gonfiano sul pacco per esaltare il trionfo milanista che splende nei nostri coglioni, corazzati dalla nostra dura disciplina virile. Ricordate sempre, come sto facendo io ora, che questa non è un'imboscata, ma una lotta alla pari: quindi se vi batterete al massimo delle forze potrete vincere – esattamente come me. Voglio che domani tutta la città parli solo della fierezza del nostro cuore milanista e della potenza dei nostri muscoli vittoriosi! Avanti, tiriamo fuori le palle e battiamoci! Facciamo vedere a queste puttane cosa vuol dire avere tra le gambe un paio di grossi coglioni milanisti!" I quattro guerrieri si abbracciano a vicenda in cerchio mentre Giovanni pronuncia le ultime parole; le quattro amazzoni li fissano incredule e continuano a ridere tra loro. Giovanni si incammina con la comandante interista verso la piazza al centro del parco. La ghiaia scricchiola sotto i loro passi marziali; quando si trovano al centro del riquadro libero da alberi e vegetazione, l'amazzone gli rivolge la parola: "Sei pronto a essere stritolato dal dolore?". "Non ho paura di te: imporrò alla tua topa maestosa la dura legge del cazzo milanista!" risponde il maschio massaggiandosi le palle, per sottolineare la forza della sua dichiarazione – e un po' per portarsi fortuna. All'inizio i due avversari roteano quasi senza toccarsi, studiandosi in modo circospetto. Il ragazzo sente il dovere di prendere l'iniziativa: è lei che aggredisce la città e lui che la difende – quindi deve agire per allontanare il pericolo. Le balza addosso di scatto tentando di colpirla con una testata ai seni. La guerriera schiva l'assalto; lo stesso accade per i successivi tre o quattro attacchi; a vederli da lontano si potrebbe sospettare che stiano giocando al torello. Di nuovo all'improvviso Giovanni cambia strategia e cerca di colpirla a pugni; ma l'amazzone è preparatissima dal punto di vista tecnico. Para tutti i colpi che si succedono nell'offensiva maschile, diretta prima verso l'addome, poi verso il volto. L'inutilità della tattica convince il guerriero a proporre una sfida diretta di forza: la afferra per le braccia e comincia a spingere. La donna accetta la prova, e resiste alla pressione. La tensione è massima per più di un minuto; poi sembra che la femmina cominci a cedere terreno. In quel momento il ragazzo guizza in scivolata sulla caviglia sinistra dell'avversaria, come quando gioca a pallone. Il gesto atletico viene premiato da successo, perché è il piede arretrato sul quale la guerriera esercitava la forza di spinta. La femmina scivola a terra, con la faccia nella sabbia. Giovanni le monta con le ginocchia sulla schiena, spingendole la testa al suolo dalla nuca con la mano sinistra, e colpendola sul fianco a pugno chiuso con la destra. La guerriera geme ad ogni schianto, infuocando il coraggio del ragazzo. Andrea ha ragione, per tutta la città non si parla che del modo in cui le interiste massacrano il corpo dei guerrieri, disintegrando intere compagnie come quella di Giovanni durante le imboscate. Ora lui non solo è ancora vivo, ma ha in pugno la situazione: finora è stato l'unico a tenere l'iniziativa in modo sfrontato, da vero guerriero milanista, ha tirato fuori le palle attaccando senza posa, ha vinto il primo scontro. Le sta facendo il culo, le sta imponendo la dura legge maschile del cazzo. La femmina però ha un fisico bestiale: si torce come un serpente, non si capisce da dove tiri fuori tutta quell'energia, fino a sbalzarlo letteralmente via dalla sua schiena. Il ragazzo si ritrova seduto di culo alle spalle dell'avversaria; in un guizzo le salta di nuovo addosso – ma anche lei questa volta rotea su se stessa in modo repentino, lasciando che l'assalto delle braccia virili finisca per stringere il vuoto. Prima che Giovanni sappia reagire la guerriera gli scocca un pugno in pieno petto. Lo sterno e le costole risuonano sotto il colpo che il ragazzo non ha nemmeno visto arrivare e che in un istante gli gela la traspirazione sul vello virile; tutto il fisico gli sembra attraversato da una scossa. Il dolore irradia da qualche parte sopra il cuore, il maschio quasi non riesce credere che il petto possa fargli così male. Giovanni si protegge il cuore e i muscoli contratti dal dolore con le braccia, e si allontana di qualche passo barcollando all'indietro: scopre con terrore come sia debole la resistenza del suo corpo ai colpi della nemica. La ragazza non perde tempo e vedendolo in difficoltà lo punisce con pugni ai fianchi: "Ma non avrei dovuto frantumarmi le falangi scontrandomi contro il tuo petto d'acciaio? – lo deride mentre i suoi colpi cercano di superare la protezione delle braccia virili – I tuoi muscoli mi sembravano più delicati anche del pelo sudato che li copre!" "Cazzo, sei davvero forte – riconosce Giovanni – ma il mio petto ha resistito al tuo colpo, come reggerà a tutti i successivi! Sono orgoglioso del mio petto invincibile, è il petto di un guerriero milanista; anche il figlio di cui ti infarcirò ne sarà fiero!" Il maschio si carica di coraggio e allontana l'avversaria con uno spintone; si batte con spavalderia il pugno sul pettorale sinistro, sopra il cuore; poi assalta di nuovo la donna con un attacco di pugni mirati al volto. L'amazzone indietreggia dietro la furia dell'attacco, sebbene la sua difesa sia efficace e impedisca ai colpi di raggiungerle il volto o il seno. La femmina cerca di reagire con calci e ginocchiate; l'effetto però è che con uno scatto il guerriero riesce ad intrappolarle la gamba destra e con uno strattone a rovesciarla a terra. In quel momento nell'aria echeggia un urlo cavernoso, quasi animale, prolungato: Giovanni vi riconosce la voce stravolta di Paolo. Poi scorge un sorriso sprezzante sul volto dell'avversaria, e le precipita sugli addominali con entrambe le ginocchia; con le braccia le spinge le spalle a terra e la fissa negli occhi: "Sei pronta? – la interroga – stai per sentire il mio seme caldo che invade la tua topa superba. Non ce la potrai fare contro la potenza delle mie palle milaniste: il mio seme ti invaderà come lava, e genererà fieri maschi rossoneri!". Prima che lei possa reagire le schiaffeggia con violenza il volto; ma dopo lo choc iniziale, la donna ricomincia a contorcersi con veemenza, sbalzando di nuovo il ragazzo dai suoi addominali. Entrambi i guerrieri balzano in piedi di scatto e tornano a fronteggiarsi faccia a faccia. Il maschio la assale a testa bassa, e tenta di aggredire l'amazzone con una scarica di pugni diretti agli addominali. La femmina è agilissima; i colpi vengono parati o schivati con un gioco di gambe funambolico. La sfuriata appare vana; Giovanni si ferma per considerare una forma alternativa di aggressione e rifiatare. Ma appena la ragazza si accorge del fiatone dell'avversario, passa immediatamente al contrattacco nel tentativo di profittare del possibile vantaggio. Anche lei cerca di mirare al bersaglio grosso, tentando l'affondo agli addominali e al petto, ma il guerriero si richiude a guscio sotto la protezione delle braccia. Dopo pochi scambi il maschio avverte che sebbene sia stato capace di parare tuttii colpi, il dolore per le contusioni sulle braccia rischia di paralizzarle sotto i lividi e di annientare il suo strumento principale di attacco. La forza dei pugni della donna è davvero sorprendente. Giovanni cerca di sottrarsi allo sfogo interista abbandonando la posizione di difesa e d'un balzo saltando addosso alla femmina. La schiaccia a terra sotto il suo peso, proprio mentre nell'aria tranquilla della notte risuona di nuovo un urlo straziante che erompe dal petto oppresso di Andrea. Il maschio tenta di stringere nell'incavo del braccio destro il collo dell'avversaria; ma dopo la sorpresa iniziale l'operazione si complica sempre più. I due guerrieri si aggrovigliano rotolando più volte sul terreno. Sebbene l'energia fisica dell'amazzone sia impressionante, alla fine il milanista riesce a ribaltarla schiena a terra, spingendole le spalle nella sabbia a forza di braccia. Il ragazzo le imprigiona le braccia stringendole il torso tra le cosce pelose, con le ginocchia conficcate a terra accanto ai fianchi della donna. Giovanni è orgoglioso della propria forza e del proprio coraggio: la sfida è faticosissima, ma la forza del suo corpo virile sembra uscire vincente ogni volta. "Ehi bella, ti ho atterrata un'altra volta! – le sibila il ragazzo – Tra poco principessa il tuo fisico fortissimo si arrenderà. Vendicherò i miei compagni a colpi di cazzo, ti sfonderò con il mio uccello incandescente, gonfierò la tua topa formidabile di tanto seme milanista da poter generare un'intera falange di nuovi guerrieri rossoneri!" L'urto delle parole sembra incrementare le energie della donna, che si contorce con forza sempre maggiore. Ma dopo un istante anche il maschio si accorge che lo scopo dell'avversaria non è quello di liberarsi, ma quello di conficcargli una ginocchiata violentissima sui coglioni esposti in mezzo alle cosce spalancate. Dopo lo schianto Giovanni abbandona la presa e tenta di risollevarsi in piedi per allontanarsi il prima possibile dalla presa della guerriera. Si copre con le mani il pacco devastato, barcolla in tutte le direzioni piegato in due, senza mai riuscire a recuperare la posizione eretta; il suo volto è stravolto da una smorfia di sofferenza che gli stringe gli occhi azzurri fino quasi a chiuderli. "AAAAAAAAAAAAh... le palle... aaaaaaaaaaa... cazzo le palle... aaaaaaaaah... cazzo che male... il dolore mi ha trafitto il corpo fino al cuore... aaaaaaaaah... ho paura... aaaaaaaah... ho paura... aaaaaaaaaaaah... la puttana mi ha stroncato i coglioni... aaaaaaaaaaah... cazzo la sua audacia ha spezzato la mia difesa... aaaaaaaaaaaaaah... è una guerriera troppo figa per riuscire a resistere... aaaaaaaaaaaaaaaah... mi ha inflitto un colpo durissimo, il mio corpo è squarciato dal dolore, i miei muscoli sono paralizzati... aaaaaaaaaaaaaaah... non riesco nemmeno a stare in piedi... aaaaaah... mi ha sfidato a tette contro palle: mi ha già messo in ginocchio davanti alla sua forza, ha attaccato i miei coglioni e me li ha schiantati, devastando la potenza e la protezione del mio fisico maschio... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah..." La guerriera fissa il maschio che barcolla e si lamenta: lo ammira con uno sguardo sprezzante mentre la contrazione del dolore ai coglioni lo costringe a cadere in ginocchio un paio di volte. "Ehi maschione – lo apostrofa – è finita, ti ho sconfitto. Se accetti di arrenderti giuro che ti toccherà una morte quasi indolore. E' un omaggio al tuo coraggio: ti strapperò il cuore e i coglioni solo quando sarai già incosciente, e nessuno potrà toccare il tuo cazzone tranne me." Nonostante il duro colpo subìto, Giovanni cerca di recuperare l'orgoglio e l'assetto fisico di un guerriero. "Aaaaaaaaah... No cazzo, non umilierò il mio petto rossonero... aaaaaaaah... invocando la tua pietà... Cazzo le palle mi fanno male da sbriciolarmi il corpo... aaaaaaaaaaah... ma mi farò massacrare dai tuoi colpi micidiali... non rinuncerò mai a fare di tutto per salvare i miei amici... aaaaaaaaah... Dovranno vedere che mi schiacci il petto sotto il tuo piede... aaaaaaaaah... perché il mio corpo dilaniato non può più fare nulla per resistere... aaaaaaaaaaaah... per lottare contro la tua forza terribile... aaaaaaaaaaah... che mi sta sconfiggendo... aaaaaaaah... contro la tua potenza nerazzurra che stronca il mio cuore milanista". "Se vuoi il massacro, sarai servito! – replica la guerriera – Spezzare il corpo di un maschione come te fa godere di brutto. Hai i coglioni troppo grossi, sono un bersaglio facile e so che è bastata la ginocchiata veloce con cui te li ho pestati per schiantarti il fisico di dolore. Siete tutti uguali, siete sempre prevedibili: dopo che vi schiaccio le palle avete in giro così tanto testosterone che rifiutate sempre l'accordo. Sarei rimasta molto delusa se mi avessi impedito di infierire sul tuo corpo battuto". "Aaaaaaaaaah... non ti basterà un colpo sulle mie palle per dilaniare il mio corpo milanista... aaaaaaah... mi hai inflitto un colpo durissimo e un dolore atroce... aaaaaaah... ma per vincere devi ancora annichilire la fierezza del mio petto virile!". La guerriera si avvicina al maschio, che si sforza di sostenere una posizione eretta e lo sguardo fisso su di lei. Lo attacca con una scarica di pugni sugli addominali; questa volta l'assalto supera piuttosto facilmente la barriera delle braccia di Giovanni e costringe il ragazzo a piegarsi in due per le fitte di dolore. Al dolore dei coglioni si è aggiunto l'incendio degli addominali; il milanista è chiuso a guscio, il suo volto è contratto da una smorfia di sofferenza, mentre i suoi occhi azzurri fissano con stupore l'avversaria. In quel momento la femmina gli abbatte un gancio sul mento che lo spedisce al suolo. La coscienza rimane aggrappata agli occhi di Giovanni solo per aumentare la loro espressione di stupore: il ragazzo non può credere che l'equilibrio in cui si era mantenuta la sfida fino a pochi istanti prima si sia rotta in modo così devastante, e che il suo fisico stia subendo i colpi dell'avversaria senza più riuscire a difendersi. La donna infierisce sul milanista accasciato nella polvere: gli sferra una raffica di calci prima sugli addominali, poi sul petto, mentre il maschio non riesce a proteggersi che molto debolmente con le braccia coperte di lividi. Mentre si accartoccia per difendere il torso nudo dall'assalto, Giovanni avverte che il suo corpo virile è stato sopraffatto dalla potenza guerriera della ragazza: il suo talento tattico le ha permesso di annichilire la sua forza stritolandogli i coglioni; il colpo durissimo sul pacco ha distrutto l'orgoglio maschio che dalle palle pompava le energie in tutti i muscoli. L'aria si incendia dell'urlo straziante del suo terzo compagno, Matteo; ma anche Giovanni è costretto a gemere ad ogni nuova percossa che la donna infligge al suo fisico battuto: la devastazione è sistematica, la femmina gli sloga entrambe le caviglie, il polso sinistro, gli martella le costole con pugni e calci fratturandone il maggior numero possibile, gli affonda le unghie nella carne di tutte le membra pelose, le cosce, i polpacci, il ventre, il petto, le braccia. La bocca di Giovanni emette bava e lamenti senza interruzione; la sconfitta brucia con fitte di dolore in ogni fibra del suo corpo umiliato. Mentre il maschio è a terra circondato dalla polvere impregnata dal sangue che sgorga dai tagli e dai lividi che gli ricoprono di ferite tutto il fisico, la guerriera si ferma ad ammirare il suo lavoro di distruzione, ansimando per la fatica. La nebbia della sofferenza ottunde la mente del ragazzo: appena si rende conto che il massacro si è interrotto, tenta di fuggire strisciando nella polvere, trascinandosi a forza di braccia. Le gambe ormai non possono più sorreggerlo, e mentre si sposta il suo corpo straziato lascia una striscia di sangue sulla sabbia dietro di sé. Giovanni non ha mai subito una vera disfatta: per questa ragione i suoi compagni lo consideravano davvero indistruttibile. Ha perso solo qualche match ai punti durante le prime esercitazioni di gioventù; ma non ha mai sofferto l'umiliazione di crollare ai piedi del rivale con il fisico spezzato dai colpi nemici, di sentire il suo corpo straziato dal dolore, i muscoli annientati dalla potenza avversaria, e ogni fibra della carne e delle ossa irradiata dalle frustate di una sofferenza insopportabile. Per questo con lo sguardo annebbiato non controlla che il suo penoso tentativo di fuga dalla violenza distruttrice con cui l'interista lo ha battuto e continua ad infierire sul suo corpo maschio viene contemplato con disperazione dai compagni di squadra: sono stati condotti sulla scena del match tra i comandanti dalle ragazze che li hanno brutalmente sconfitti. E non nota nemmeno come i suoi movimenti lenti e patetici stiano procurando un primo godimento alla guerriera che lo ha così profondamente terrorizzato. Poi la donna gli sferra un calcio sul culo, cui il milanista reagisce bloccandosi per un istante e gemendo con gli occhi chiusi. Il maschio riprende a strisciare verso l'uscita; in tre falcate la ragazza lo supera e lo attende a gambe divaricate, guardandolo con disprezzo da sopra la testa. Con uno scatto gli schiaccia la mano sinistra sotto il tallone; il dolore della compressione si aggiunge a quello del polso slogato. Giovanni grida a pieni polmoni, schizzando bava mescolata a sabbia dalla bocca, e alzando la testa per fissare uno sguardo implorante sulla sua torturatrice. Ma l'interista si inginocchia prendendo la testa di Giovanni tra le sue gambe e sollevandola per i capelli; gli pesta la faccia contro il suolo quattro o cinque volte, fino a quando il volto milanista non si è trasformato in una maschera di sangue. Quindi la posiziona nell'incavo delle sue cosce e la stringe tra i muscoli potenti delle sue gambe, mentre le braccia virili tentano inutilmente di allargare la morsa soffocante. Il maschio emette suoni articolati, e contorce il corpo senza riuscire ad allentare la presa femminile attorno alla sua testa. Poi la guerriera torna ad afferrare Giovanni per i capelli, e a strofinargli la faccia e il capo sotto la sua microgonna da combattimento, contro lo scudo interista che sulle mutandine le copre la vagina eccitata. "Senti come sono bagnata?! – domanda l'amazzone con voce distorta dal piacere – senti la tua sconfitta come mi piace? Non volevi fare sesso con me? Ecco.. ecco... aaaaaaaah... il mio orgasmo sbrana quello che è rimasto del tuo corpo massacrato... aaaaaaaaaaaaaaah... ti ho disintegrato maschione... aaaaaaaaaaaaaaaah... sei troppo debole per me... AAAAAAAAAAAAAAAAAh... è solo l'inizio stronzo milanista... dilanierò tutto quello che c'è di maschio nel tuo fisico... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH..." La donna abbandona la testa del milanista che precipita al suolo con un tonfo. Il suo sguardo è appannato, dalla bocca continua a scendere sangue e saliva, insieme ad un lieve lamento. "E' finita Cristina, l'hai sconfitto – dichiara una delle compagne dell'amazzone – non è più in grado di combattere. Hai stritolato il suo corpo virile, non riesce più nemmeno a vederti, non può sfidarti. Appendiamolo con gli altri e torturiamoli a morte!" "NO! No! Giovanni, rialzati e battiti da vero maschio! – lo implora Andrea – Non arrenderti fino alla fine, come un vero comandante milanista! Ti prego, battiti e riscatta anche noi che non ce l'abbiamo fatta!". In un'ondata di orgoglio, Giovanni si risolleva dal terreno tornando lentamente in ginocchio. Poi rivolto nella direzione da cui proveniva la voce dell'amico, inarca fieramente il petto villoso e si batte il pugno destro sul cuore. Cristina, l'amazzone, risponde a questo gesto di orgoglio con un sorriso sprezzante e con un calcio che centra il maschio in mezzo alla schiena. Il guerriero emette un grido di dolore ma resiste all'urto e non abbandona la sua posizione fiera, con il torso nudo, l'addome e le cosce eretti sulle ginocchia, esposti ai colpi nemici. La ragazza sferra un nuovo calcio che colpisce il maschio al costato sul fianco destro; il suono dello schianto è cupo, il milanista urla per la sofferenza ma dopo aver oscillato sotto la violenza della percossa, recupera la nobiltà della sua posizione eretta. La donna si avvicina ancora di più e con una torsione improvvisa quanto inimmaginabile Giovanni le afferra le gambe prima che possano picchiarlo di nuovo, e la trascina a terra. Si getta sopra di lei e i due lottatori si avvinghiano in una rissa inestricabile, che solleva la polvere in tutte le direzioni. Muscoli e membra guizzano nella confusione senza che si riesca a distinguere il predominio di uno o dell'altro degli sfidanti. I guerrieri del Milan trepidano fino in fondo all'anima, perseguitati dal terrore di dover sentire da un istante all'altro l'urlo straziante di Giovanni mentre il suo corpo virile viene straziato dal colpo della sconfitta definitiva. Nessuno riesce a comprendere dove il guerriero abbia trovato la forza di imprigionare l'avversaria in questa battaglia corpo a corpo – e come riesca a resistere tanto a lungo. Ma dopo una decina di rivolgimenti al suolo, come previsto l'urlo lacerante del maschio fende l'aria mentre il suo fisico è teso in ogni muscolo per la sofferenza. Cristina ha conficcato il ginocchio destro sulle palle milaniste, stritolando sotto il suo peso il pacco di Giovanni. "NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO... Cazzo mi hai spezzato... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... BASTAAAAAAAAAAAAAAAA... NOOOOOOOOOOOOO... le palle cazzo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... mi schianti di dolore... aaaaaaaaaaaaaaaah... i coglioni mi fanno troppo male... AAAAAAAAAAAAAAAAAAH... non resisto... aaaaaaaaaaaaaaaaah... cazzo non resisto... aaaaaaaaaaaaah...sei troppo forte... aaaaaaaaaaah... pietà... hai stroncato il mio corpo milanista... aaaaaaaaaaaah... mi bruciano i coglioni cazzo... nooooooooooo... hai dilaniato il mio corpo di dolore... non resisto... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... hai vinto... aaaaaaaaaaaah... ti prego... pietà dei miei testicoli... ti prego mi arrendo... aaaaaaaaaaaah... sei troppo forte per me... aaaaaaaaaaaah... hai battuto il mio corpo maschio... aaaaaaaaaaah... ti prego..." Cristina si solleva lasciando che il guerriero si copra penosamente il pacco massacrato e si chiuda in posizione fetale rovesciandosi sul fianco nella polvere. "Hai perso la tua occasione quando te l'ho chiesto maschione – replica la donna – ormai è troppo tardi per invocare la mia compassione. Sarò io a decidere quando la sfida è terminata. Sono venuta solo una volta, non ti ho inflitto ancora abbastanza sofferenza. Il tuo corpo non mi ha dato ancora abbastanza piacere, perde sangue da poche ferite. Ti ho slogato le caviglie per insegnare al tuo fisico milanista che davanti all'Inter l'unica posizione che gli è consentito assumere è in ginocchio o prostrato ai piedi dell'avversaria. Ma non basta. Devo scolpire sul tuo corpo virile altre nozioni importanti. Nella lotta tra le palle del Milan e il seno generoso dell'Inter, i tuoi coglioni sono stati stritolati dal valore del mio corpo di autentica guerriera – ma sempre i vostri testicoli verranno schiacciati dalle nostre pere possenti! Prima di scolpirlo sul tuo fisico rossonero però voglio scoprire come potrebbe finire una sfida diretta tra i nostri pettorali. Non sei curioso anche tu di mettere a confronto il mio seno contro il tuo petto villoso?" Il ragazzo la implora con lo sguardo per domandare ancora qualche istante di pausa mentre lo strazio ai coglioni è ancora atroce. "Aaaaaaaaaaah... ti prego... aaaaaaah... non mi picchiare... aaaaaaaaaah... ti prego... aaaaaaah... sto troppo male... aaaaaaaaaaah... hai annientato il mio corpo di dolore... aaaaaaaaaaah... pietà... non pestarmi ancora..." "Giovanni cazzo avanti! – tenta di incoraggiarlo Paolo – combatti da maschio, sfidala finché hai un filo di coscienza! Battiti anche per noi! Non abbiamo mollato finché non siamo svenuti per la sofferenza micidiale che ci hanno inflitto torturandoci i coglioni! Forza Milan! Forza Giovanni!" Nonostante i colpi durissimi che gli hanno trafitto e disintegrato il fisico virile, Giovanni cerca di opporre le braccia al nuovo attacco dell'amazzone. La ragazza tuttavia riesce ad aggirare la difesa debole del nemico; lo afferra sotto le ascelle e letteralmente lo solleva in piedi, stringendogli il petto in un abbraccio mortale. Le sue braccia fortissime lo avvincono al suo seno, cingendogli il torace e allacciandosi con le mani dietro la sua schiena. "Figlio di puttana, il tuo petto maschio è rivoltante – protesta l'amazzone – i tuoi peli schiumano sudore gelido! Guarda come hai imbrattato il mio sacro seno interista con gli umori che la disfatta spreme dai tuoi muscoli milanisti sconfitti! Dovrai espiare questo affronto che la debolezza del tuo corpo sta commettendo nei confronti delle mie tette!" Poi Cristina comincia a stritolare il petto di Giovanni tra le sue braccia possenti, spingendolo lentamente verso uno degli alberi che contornano lo spiazzo in cui si è consumata la sfida. "AAAAAAAAH... Il mio petto... aaaaaaaaah... perdono... aaaaaaaaaaah... mi frantumi... le costole... aaaaaaaaaaah... mi spezzi... aaaaaaaaaaaah... mi spezzi... il corpo... in due... aaaaaaaaaah... sei troppo forte.... aaaaaaaaaaah... hai stroncato... il mio petto milanista... aaaaaaah... non riesco più a difendere... aaaaaaah... l'orgoglio Milan... aaaaaaaah... da questa umiliazione... aaaaaaaaaaah... contro la tua forza... aaaaaaaah... non basta il cuore rossonero... aaaaaaaaaaaah... che ancora mi batte nel petto... aaaaaaah... Il corpo di un ragazzo milanista... aaaaaaaaaaaaah... non può resistere... aaaaaah... al male atroce... aaaaaaaah... che infliggono i tuoi colpi... aaaaaaaaaaaah... mi hai massacrato di botte... aaaaaaaah... hai dilaniato il mio fisico virile... aaaaaaaah... l'hai disintegrato di dolore..." "Il meglio deve ancora arrivare maschione – sibila la guerriera mentre lo spinge contro un albero – tra poco conoscerai cos'è il vero dolore" L'amazzone libera Giovanni dalla stretta che gli ha incrinato altre costole egli forza le spalle contro il tronco; il ragazzo tenta invano di allontanarla spingendola con le sue braccia indebolite. L'amazzone reagisce esplodendogli il destro a ripetizione sul volto e sugli addominali. Il maschio cerca di riparasi dalla furia di Cristina senza successo; per fermare la mitragliata che lo sta devastando, la abbraccia stringendola contro il suo corpo peloso, schiumante di sudore e di sangue. I suoi compagni di squadra osservano con terrore questa fase della sfida, cercando di incitarlo come possono "Resisti Giovanni! Falle vedere che hai le palle! Gonfia il petto di potenza virile, mostrale che il tuo corpo milanista è invincibile! Fa' vedere chi dei due ha le palle! Forza Milan! Forza Milan cazzo!" Ma mentre i muscoli dei guerrieri sono tesi nella fatica di prevalere nella prova di forza, il grido di strazio del maschio tuona nell'aria coprendo ogni altra voce. I suoi compagni ammutoliscono mentre questo nuovo segnale della sconfitta trafigge di disperazione i loro cuori. "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO..." Il ragazzo lascia la presa sull'avversaria per tentare di liberare le sue palle milaniste dalla morsa in cui le stritola il pugno di Cristina. Mentre Giovanni cercava di imprigionarla in uno spazio che le impedisse di bersagliarlo con la potenza dei suoi pugni, l'interista si è aperta il varco verso i suoi coglioni vulnerabili, già stremati da altri due attacchi andati a segno, e li ha serrati nella tenaglia del suo pugno destro. "AAAAAAAAAAH... le palle... aaaaaaaaaaaaaaaaaah... pietà... aaaaaaah.. ti prego... aaaaaah... non resisto... aaaaaaaah... mi esplodono... aaaaaaaaaah... cazzo i coglioni... mi esplodono.. aaaaaaaaaaaaaah... ti prego... aaaaaaaaaah... non umiliarmi così... aaaaaaaaah... mi hai inflitto una sconfitta devastante... aaaaaaaaaaaaah... non ti basta... aaaaaaaaah... aver spezzato il mio corpo... aaaaaaaaaah... il mio corpo di guerriero milanista... aaaaaaaaah... avermi spezzato fibra per fibra di dolore... aaaaaaaaaaaah... perché devi umiliarmi nel sesso... aaaaaaaaaaaaah... devi mortificare la virilità... aaaaaaaaaah... la virilità milanista delle mie palle... ti prego... aaaaaaaaaah... risparmia i miei genitali maschili... aaaaaaaaaah... è un dolore atroce... ti imploro... aaaaaaaaaaaaaaaaah... non disintegrarmi i testicoli... aaaaaaaaaaaaah..." "Senti che spremuta di maschio sto facendo con le tue palle – ruggisce l'amazzone in preda al piacere – non volevi avere dei figli da me? Allora devi farmi venire... il tuo dolore sta per farmi godere... peccato che il tuo seme potrà solo imbrattarmi le mani quando i tuoi testicoli saranno detonati... lo sciacquerò con l'acqua e sarà l'ultima volta che il tuo corpo contaminerà il mondo con la sua schifosa spuma maschile nel tentativo di riprodurre ragazzi deboli e pelosi come te..." "NOOOOOOOOOOOOO... ti prego... aaaaaaaaaaaaaaaaah... non mi castrare... aaaaaaaaaaaah... non mi castrare... pietà... aaaaaaaaaaah... ti prego... ho paura... aaaaaaaaah... le palle mi fanno troppo male... aaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego... aaaaaaaaah... nessuno mi aveva ancora inflitto uno strazio così feroce... aaaaaaaaah... mi brucia tutta la sacca dei coglioni... aaaaaaaaaaaah... cazzo la lava... aaaaaaaaaaah... la lava mi cuoce le palle... aaaaaaaaaaaah... mi castri cazzo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... non resisto... aaaaaaaaaaah... mi hai spremuto l'anima fuori dai coglioni..." "è il seme dei figli maschi che volevi da me che ti incendia le palle... li sto uccidendo uno a uno e loro ti strappano a morsi la fibra del testicolo che doveva generarli... durerà molto perché hai due coglioni enormi... pensa quando dovranno spiegare alla tua ragazza che tutto quello che c'era di maschio nel tuo corpo è stato divorato dalla furia dei figli che non sei stato capace di portare alla vita con il tuo seme ributtante... che faccia farà..." "NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO... ti prego... aaaaaaaaah... squarciami il petto e portati via il mio cuore... aaaaaaaaaaaah... ma lascia che Marta mi veda ancora maschio... aaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego... abbiamo appena cominciato... aaaaaaaaaaaah.. a provare ad avere un figlio... aaaaaaaaaaah... ti imploro... hai annientato il mio corpo... aaaaaaaaaaaah... hai trionfato su di me stroncando il mio fisico in una disfatta umiliante... aaaaaaaaaaaah... ti prego... aaaaaaaaaaaaaaaah... non vendicarti sul mio sesso... ti prego... non infierire sui miei coglioni milanisti... aaaaaaaaaaaaah... non umiliare i miei testicoli sbriciolandomeli tra le cosce... aaaaaaaaaaaaaah... Il mio orgoglio milanista è annichlito... aaaaaaaaaah... il mio corpo è sconfitto... aaaaaaaaaaaah... lascia almeno che resti il fisico di un maschio... aaaaaaaaaaah... risparmia il mio sesso, lasciami le palle... aaaaaaaaaah... lasciami gli attributi virili..." "Non puoi continuare a pensare a scopare anche mentre ti batti con me! Nella sfida tra il seno interista e i testicoli milanisti, le tette hanno inflitto una disfatta umiliante alle palle: le mie pere interiste hanno frantumato i tuoi grossi coglioni milanisti, annichilendoli in una resa senza condizioni. E' finita maschione, le tue palle ormai sono roba mia. Voglio che tu soffra fino a farti spremere il cuore rossonero schiantato dal dolore attraverso i coglioni stritolati dal mio pugno di ferro. Voglio sentire il tuo petto rossonero esplodere in urla di sofferenza mentre il tuo cuore milanista gocciolerà ai miei piedi insieme al tuo seme sconfitto" "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... mi stai castrando... aaaaaaaaaaaaaaaaaah... cazzo le palle... il male è così atroce che non le sento più... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... non riesco più a resistere... aaaaaaaaaaaah... il mio corpo milanista... aaaaaaaaaah... non ce la fa più... aaaaaaaah... non può più opporsi... aaaaaaaah... alla tua potenza... aaaaaaaaaaaah... è finita... aaaaaaaaah... mi castri... nooooooooooooooo... mi stai castrando... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... hai annientato il mio seme milanista... aaaaaaaaah... mi hai spappolato i coglioni... aaaaaaaaaaaaaaah... il mio pacco non riuscirà più a essere fertile... aaaaaaaaah... le mie palle non distilleranno più dal sangue il mio seme guerriero... nooooooooooooo... che cazzo di male... aaaaaaaaaaaaaah... mi fa impazzire... aaaaaaaaaaaaaaaaah... le mie cazzo di palle mi squarciano il corpo di dolore... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego... basta... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... basta pietà... aaaaaaaaaaaaaaaah... ho paura... aaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego fa troppo male... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... non mi castrare così... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... non infierire sul mio sesso facendomi esplodere i coglioni... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... pietà... ti imploro... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... nessuno mi ha mai umiliato così... aaaaaaaaaaaaaaaaaah... ho paura ti prego... aaaaaaaaaaaaaaaaaah.... È una sofferenza sovrumana... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego... nessuno mi ha mai inflitto un dolore così devastante... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah.... Mi trafigge ogni fibra del corpo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego... non vendicarti sulla mia virilità stritolandomi le palle... nooooooooooooooooooooo... ti prego... nooooooooooooooooooooo..." "Sì... sì.. così... così... avanti milanista del cazzo... avanti... implorami... supplica i muscoli interisti di non massacrare le tue palle stremate dal dolore... scongiura l'Inter che i tuoi coglioni milanisti non debbano esplodere nel mio pugno... Scongiura il mio sesso sublime di venire prima di aver castrato il tuo debole pacco milanista...." "NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO... ti scongiuro... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... i tuoi muscoli interisti sono troppo forti per un ragazzo del Milan... aaaaaaaaaaaaaah... Ho commesso l'arroganza di non crederci... aaaaaaaaaaaaaaah... e di opporre il mio virile petto come scudo del Milan contro i tuoi colpi... aaaaaaaaaaaaaaah... me l'hai trafitto e dilaniato di dolore... aaaaaaaaaaaaah... Hai asfaltato il mio corpo rossonero sotto la tua potenza... hai brutalizzato la fierezza del mio petto rossonero aaaaaaaaaaaaah... hai annichilito l'orgoglio del mio cuore milanista... aaaaaaaaaaaaaaaah... hai protetto il tuo sesso infierendo contro il mio pacco maschio... aaaaaaaaaaaaaaah... hai annichilito la mia potenza virile devastando per sempre la fertilità guerriera dei miei coglioni... aaaaaaaaaaah... hai distrutto l'energia di inseminazione delle mie palle... aaaaaaaaaaaaah... non sono degno nemmeno di ammirare le tue tette, aaaaaaaaaaaaaah... perché i tuoi colpi hanno reso impotente il mio grosso cazzo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... il pacco e il corpo del Milan sono inermi sotto la forza e il sesso gloriosi dell'Inter... aaaaaaaaaaaaaah... ti prego basta... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... mi fai troppo male... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego mi arrendo... aaaaaaaaaaaaaaaaaah... pietà mi arrendo... ti prego mi arrendo... mi arrendo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah" "Sì così... sì... sì... sì... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah...." "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH..." Le ondate dell'orgasmo serrano in modo incontrollato il pugno di Cristina attorno alle palle del maschio, tanto che Giovanni con un urlo raggelante sviene mentre la sua avversaria è quasi incosciente per il piacere. Nella concitazione la ragazza si fa trascinare a terra dal crollo del corpo virile ormai incosciente. Quando la frenesia del godimento comincia a calare, la donna comprende la situazione in cui si trova: è sdraiata sopra il fisico spezzato del nemico, accasciato privo di sensi sul fianco destro; gli stringe ancora le palle nel pugno. Il milanista ha il volto coperto di sangue, gli occhi pesti, la bocca traboccante di bava mista a siero; tutto il suo corpo è devastato da lividi, il pelo del petto, delle gambe e delle braccia schiuma di sudore. L'amazzone si alza, l'aria è ferma in un silenzio colmo di tensione: il contrasto con le urla dei lottatori che rombavano nel parco fino a pochi istanti prima rende il nervosismo ancora più vibrante. Poi Cristina si muove, e con alcuni calci distende il corpo dell'avversario privo di sensi sdraiato nella polvere di schiena. Infine, impone il suo piede destro sul petto indifeso di Giovanni, e alza le braccia in trionfo con un urlo di giubilo. "Sììììììììììììììììììììììììììììììì... Il grande maschio milanista è sconfitto!" Le interiste reagiscono con un boato di entusiasmo che taglia l'aria come una frustata per i corpi appesi degli altri maschi battuti. La frustrazione li ha ammutoliti, mentre osservano con sguardi sbigottiti l'amazzone che scuote il petto battuto di Giovanni scrollandolo con il piede per mostrare alle compagne il suo dominio totale sul corpo massacrato del guerriero. Poi strappa di dosso al ragazzo le scarpe e i bermuda: il fisico sanguinante del milanista giace nudo e inerme nella polvere, ai piedi dell'avversaria nerazzurra trionfante. La sacca delle palle di Giovanni è gonfia in modo preoccupante, mentre il suo grosso cazzo è devastato da lividi e ferite più o meno profonde, dove gli squarci nella possente carne da maschio mostrano l'impronta delle unghie feroci che li hanno incisi. Cristina afferra il pacco milanista, devastato dalla potenza dei suoi attacchi, e comincia trascinare il corpo del maschio verso l'albero dove dovrà subire la tortura finale. Quando Giovanni si risveglia, il suo corpo nudo è legato mani e piedi tra due alberi, come quello dei suoi compagni. Il suo fisico compone una X sospesa a mezz'aria, con le gambe ben divaricate e le braccia tese e impotenti. I cazzi e i coglioni milanisti ciondolano flaccidi tra le cosce spalancate, penosamente esposti alle sevizie delle avversarie. Le femmine si sono fabbricate dei bastoni, flessibili e nodosi, con gli arbusti che crescono lì attorno: li usano per frustare il pacco dei ragazzi e il loro corpo indifeso. "Ti prego... ti prego... no... NO... NO.. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... - urla Andrea mentre un'interista gli schianta il suo bastone sul pacco pestandogli con i grovigli del legno l'intero dorso dell'uccello – NOOOOOOOOOO... il mio cazzo... aaaaaaaaaaaaaaah... il mio cazzo... aaaaaaaaaaaaah... me lo spezzi... aaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego il cazzo... il cazzo fa male... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego non tagliarmi il cazzo... aaaaaaaaaaaaah... ti prego... aaaaaaaaah... lasciami scopare ancora... aaaaaaaaaaah... ti prego, voglio restare maschio... ti prego..." Le urla dei ragazzi suscitano un divertimento incontenibile tra le guerriere. Ma quello che le esalta ancora di più è guardare l'uccello flaccido che rotea ad ogni colpo vibrato contro il pacco di un maschio, come se tentasse disperatamente di scappare dalla prossima frustata; la carne della verga si scrolla in modo goffo mentre il cazzo volteggia strattonando la sua radice e sbattendo contro le palle – per tornare a ciondolare ferito e impotente in mezzo alle cosce tese dal dolore, inerme ed esposto al prossimo colpo. Le amazzoni ridono senza pietà per il modo in cui l'uccello e i coglioni si scuotono sotto i loro affondi terribili, dimenandosi e ciondolando impotenti sotto il ventre peloso dei milanisti umiliati; né riescono a saziarsi di ammirare questo spettacolo, e di provare fitte di piacere sessuale ad ogni urlo disperato dei maschi torturati ai genitali. Tutti i ragazzi del Milan appaiono ben dotati dal punto di vista degli attributi virili; Giovanni espone un cazzo addirittura eccezionale, così grosso da sembrare un animale autonomo appeso al suo ventre villosissimo. Le urla dei guerrieri producono quindi una dose ulteriore di godimento alle avversarie, dal momento che le frustate sul pacco inerme flagellano il pene e i testicoli dei milanisti squarciando di ferite la loro carne tenera, infieriscono sulla potenza virile del loro fisico da torelli e umiliano l'orgoglio maschile ostentato prima della sfida, straziano i loro corpi sconfitti di un dolore lacerante. Intanto un'altra interista sferra una frustata sui coglioni irsuti di Paolo, strappando molti peli scuri dallo scroto del ragazzo. "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... le palle... aaaaaaaaaaaaaaaah.. ti prego... che cazzo di male... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... basta ti prego... aaaaaaaaaaaaaaaaah... le palle fanno troppo male... aaaaaaaaaaaaah... sono un maschio... ti prego... le palle sono tutto per me... aaaaaaaaaaaaaaaaaah... i coglioni e l'uccello sono tutta la mia vita... ti prego... aaaaaaaaaaaaaaaah..." La ragazza per tutta risposta gli conficca il bastone da sotto in mezzo alle palle nude. Il pacco di Paolo sussulta per l'urto del colpo durissimo, il cazzo rotea in modo violento, sbattendo più volte contro i testicoli macinati dall'avversaria. "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... mi castri cazzo... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... cazzo mi castri... mi castri... cazzo che male... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... brutta troia mi sfondi le palle cazzo ... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... maledetta puttana mi stai scoglionando... aaaaaaaaaaaaaah... che cazzo di male mi stai facendo alle palle... aaaaaaaaaaaaaaaah... mi hai schiacciato i coglioni stronza... aaaaaaaaaaaaaaaaaah... cazzo è troppo vigliacco stritolare le palle ai maschi... aaaaaaaaaaaaaaaaah... cazzo fanno troppo male... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... troia di merda mi stai castrando... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... nemmeno le mie palle milaniste possono resistere a questi colpi... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... puttana codarda, mi hai sconfitto stritolandomi i coglioni... mi hai straziato il corpo di dolore massacrandomi le palle... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... e ora mi devasti il pacco di botte perché non posso difendermi... aaaaaaaaaaaaaaaah... noooooooooooooooooo... ti prego... aaaaaaaaaaaaaaaaaah.. non punirmi così... ti prego mi fai troppo male... aaaaaaaaaaaaaaaah... ho paura... aaaaaaaaaaaaaaaaah...cazzo ho paura... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego... non mi castrare... aaaaaaaaaaaaaaaa... ti prego risparmia i miei poveri coglioni schiantati e dominati dai colpi vittoriosi di una donna... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... maledetta troia non ti basta aver annientato il mio corpo infliggendomi una sconfitta umiliante?! Non ti basta aver costretto il mio petto milanista a strisciare ai tuoi piedi? Aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego, non farmi esplodere le palle... AAAAAAAAAAAAAAAAAH..." "Ferme tutte – si impone la comandante che ha battuto e brutalizzato Giovanni – ora dovete tutte condividere con me un'esperienza che non potrete dimenticare. Adesso infatti vi mostrerò come si infierisce sul corpo di un guerriero mortificando il suo organo più nobile, il membro più fiero del suo fisico maschio: vedrete come si strappa il pene dall'inguine del comandante milanista, come si sradica il più grosso cazzo che la natura abbia fatto crescere tra le cosce pelose di un ragazzo". "NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO... ti prego... ti prego nooooooooooooooo... non tagliarmi il cazzo ti scongiuro... ti prego... ti prego non mi staccare il cazzo... nooooooooooo ti prego... non mi evirare... il mio cazzo no, ti prego..." La donna si toglie gli stivali; dal tacco del sinistro estrae un ago lungo quando metà della suola. Lo ammira sollevandolo al cielo in direzione delle compagne; poi si avvicina lentamente a Giovanni. "NOOOOOOOOOOOO oh cazzo.. cazzo... ti prego no... ti prego.. noooooooooooooooooooo... ho paura... ti scongiuro... non evirarmi... ti imploro, non mi scazzare... nooooooooo... cazzo ti prego... voglio avere dei bambini... ti scongiuro... voglio dei piccoli milanisti dal mio seme guerriero... nooooooooooo... ti prego non devastarmi il mio cazzone milanista.. ti prego no... non torturarmi l'uccello... mi hai già umiliato schiacciandomi i coglioni fino a farmi esplodere il cuore... il mio petto battuto è crollato nella polvere ai tuoi piedi... hai infierito sul mio corpo annichilito dai tuoi colpi micidiali fino a schiantare la mia fierezza milanista, il mio orgoglio maschio... Mi hai battuto spremendo tutta la mia virilità fuori dalle palle stritolate dalla tua forza irresistibile... ti prego... il mio corpo è troppo vulnerabile per la tua potenza fisica... troppo debole per poter opporre il petto ai tuoi attacchi e resistere alla violenza dei tuoi affondi dilanianti... ti prego, mi hai distrutto, hai disintegrato nel mio petto lo scudo con cui il Milan ha cercato invano di difendersi dal tuo assalto... Hai umiliato il Milan e il mio sesso, risparmia il mio uccellone... ti prego non sfregiarmi il cazzo con quell'ago... guarda... guarda com'è maschio... se non lo odi diventa enorme per te... ti prego non squarciarmi l'uccello... ti giuro, piace un sacco alle femmine... le ragazze impazziscono per il mio cazzone... ti prego... usalo fin che vuoi, giuro che te lo tengo duro fino a quando vuoi... te lo faccio usare in tutti i modi che preferisci , senza schizzarti mai... te lo faccio funzionare anche se me l'hai massacrato di lividi e di tagli... giuro che ti faccio godere fin che lo desideri, senza mai venire... no... no... noooooooooooooooo..." La guerriera afferra il pene di Giovanni e comincia ad inserire l'ago nella punta della cappella, in modo che l'acciaio penetri progressivamente nell'uretra facendo uscire fiotti di sangue. "NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... puttana... troia... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... puttana di merda... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... mi squarci il cazzo... nooooooooooooooooooooooo... cazzo che male... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... voglio morire cazzo.. aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... voglio morire voglio morire... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... fa troppo male cazzo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... fa troppo male... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... sento il fuoco che mi sbrana il cazzo da dentro... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... maledetta troia... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... troia... troia... puttana di merda... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... puttana mi stai facendo esplodere il cazzo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... il tuo cazzo di ago mi sta mangiando l'uccello... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah..." "Così.. così maschione... aaaaaaaaaaaaaaah... sì... sì... così mi fai venire... lo sai che il tuo sangue è così caldo che scotta... sì... sì... hai i coglioni grossi per cuocere bene il sangue... il tuo seme doveva essere davvero sopraffino... peccato che le tue palle sapessero bollire sperma ma fossero troppo vulnerabili per sfidare un'interista... Peccato maschione, ti ho battuto, ora il tuo cazzo e le tue palle sono il mio trofeo... e ti giuro... il sangue del tuo cazzo trafitto fa veramente godere..." "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... ti prego... ti prego... non mi evirare così... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... non macellarmi il cazzo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... fa un male atroce... ti prego.... Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... cazzo ho perso... mi hai sconfitto... conficcami un pugnale in pieno petto e finiscimi... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ma ti prego... non dilaniare il mio fisico maschio squarciandomi l'uccello senza pietà..." Ormai l'ago è penetrato nel pene milanista per tutta la sua lunghezza. In risposta all'implorazione di Giovanni, l'amazzone estrae un altro ago dallo stivale; lo ammira ruotandolo tra le dita delle mani mentre ascolta con voluttà il lamento del maschio. Poi con due gesti secchi afferra lo scroto del guerriero e lo conficca nel coglione destro. "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH... mi hai scoglionato... nooooooooooooooooooooooooo... mi hai disintegrato una palla... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... troia infame mi stai castrando... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... cazzo muoio... muoio... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... fa troppo male cazzo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... baldracca interista mi hai schiantato il pacco... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... non credevo che potessi infliggermi un dolore così inumano... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... non credevo di poter provare una sofferenza tale da scongiurare la tua pietà... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego pietà ... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... il pacco di un maschio è troppo vulnerabile... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego... il mio scroto è pieno di sangue... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah...ti prego basta... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... trascinami in catene con i miei compagni davanati al popolo interista... aaaaaaaaaaaaaaaah... mostra la sconfitta che mi hai inflitto... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... fa vedere il mio corpo nudo massacrato dai tuoi colpi e devastato dai lividi... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... mostra i guerrieri milanisti inermi contro la vostra potenza che strisciano con il loro fisico maschio distrutto dietro il vostro carro, con il pacco virile dilaniato da ferite sanguinanti, mortificato dai vostri assalti feroci e vittoriosi... umilia il nostro petto sconfitto e le nostre palle impotenti facendoci prostrare nella polvere sotto le bandiere e li striscioni dell'Inter... aaaaaaaaaaaaaaaaaah... esponimi nudo e battuto per indicare a tutti come il maestoso seno interista possa stroncare senza pietà i coglioni milanisti... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ma ti prego non infierire ancora sul mio cazzo e sulle mie palle... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... troia di merda mi hai frantumato un testicolo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... brutta puttana non puoi nemmeno immaginare che male atroce fa la tua lama dentro il mio coglione... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... come puoi godere mentre vedi il mio cazzo che sanguina come una fontana... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... dentro brucia come se mi stessi arrostendo l'uccello su uno spiedo..." "Sì... così... ancora maschione, sì... sì... mi hai quasi fatto venire... ma non soffri ancora abbastanza..." L'interista estrae un terzo ago, e come prima trafigge con un solo colpo secco anche il testicolo sinistro di Giovanni. "NO... NO... NO... TI PREGO... NOOOOOOOOOO... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH... mi hai castrato... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... sporca baldracca mi hai castrato... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... baldracca puttana mi hai distrutto le palle... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... hai disintegrato i miei coglioni milanisti, cazzo... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... noooooooooooooooooooooooooo... non sono più un maschio... nooooooooooooooooooooo... cazzo, non sono più un maschio... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... mi hai castrato... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... cazzo ho perso le palle in battaglia... non potrò più essere accolto come un guerriero... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... brutta troia maiala hai annientato la mia virilità... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah...ho perso le palle... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... mi hai sconfitto in combattimento, hai battuto la mia squadra... mi hai trafitto le palle scoglionandomi vivo... ti sei presa l'orgoglio del mio pacco virile come trofeo... mi hai castrato senza pietà... Hai stroncato il mio corpo maschio disintegrando la mia virilità prima che il mio seme potesse riprodursi... così non avrò figli che vorranno vendicare le sofferenze e le mutilazioni che mi hai inflitto... hai annientato il mio sesso lasciando solo dei monconi che mi devastassero di dolore anche dopo la frantumazione della mia potenza virile..." "Sì... sì... sìììììììììììììììììììì... ah vengo... vengo... figlio di puttana milanista... sìììììììììììììììììììììì... finalmente sei stato capace di farmi godere... aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... guarda il tuo pacco irsuto... ormai il tuo pelo foltissimo è scomparso sotto il sangue... adesso il tuo cazzone e i tuoi testicoli sono davvero schiantati... ho dilaniato tutto il tuo potere maschio... sì... sì... adesso soffri abbastanza per farmi venire... oh sì... aaaaaaaaaaaaaaaaaah..." "Cazzo mi hai inflitto una sconfitta atroce... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... tra poco il cuore smetterà di pulsare nel mio petto battuto dai tuoi colpi potenti... sei troppo forte per il mio corpo maschio... sei troppo forte per un ragazzo milanista... non sono riuscito nemmeno a difendere i miei coglioni... sto morendo distrutto... i miei muscoli non sono bastati nemmeno a proteggermi il sesso... muoio castrato... il mio cuore si spegne senza nemmeno la fierezza di sentire il cazzo che indurisce per l'ultima volta... E' la sconfitta più umiliante del mondo... ti prego... almeno restituisci il mio corpo mutilato alla mia ragazza... cazzo sento il fuoco che sale dalle palle verso il petto... ti prego lascia che la donna che lo ha amato riceva il corpo che hai disintegrato stasera... aaaaaaaaaah... cazzo muoio... aaaaaaaaah... ti prego non godere mentre muoio... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah... ti prego non umiliarmi venendo mentre guardi il mio petto cedere definitivamente al dolore... mentre il mio cuore milanista soccombe alla sofferenza che mi ha inflitto... aaaaaaaaaaaaaaaah... è finita... nella partita a tette contro palle le tue pere interiste hanno schiantato i testicoli del Milan... il mio corpo è castrato, le mie palle milaniste sono trafitte... il mio seme è morto, gocciola con il sangue e la carne spappolata dei coglioni fuori dallo scroto che mi hai fatto a pezzi... contro di me hai vinto per sempre..."