Il rapimento by krispin@gmail.com Una terribile avventura per un'affascinante attrice. La fecero scendere dall'auto perfino con una certa gentilezza. Aveva cercato di intuire la strada, ma era stato impossibile riuscirci, cos� bendata. Certo avevano viaggiato per molti chilometri. "Adesso puoi toglierle la benda" disse l'uomo. "Ok" rispose la ragazza. Per qualche attimo Karen non vide nulla, accecata dal sole dopo tanto buio. Poi si accorse di essere in una zona di campagna. Collina e campagna. Alberi tutto intorno. E una casa, una sola casa. "Vai ad avvertire Berta" disse John, o almeno cos� la biondona l'aveva chiamato durante il viaggio. Karen K. ripens� a quanto era stata stupida, ingenua. "Ciao, mi chiamo Paula" le aveva detto la ragazza "il mio fratellino vorrebbe un autografo sulla maglietta ma � molto timido. E' qui in macchina, voltato l'angolo, ci verresti?". Era estate e Karen era uscita di casa in t-shirt bianca, jeans e scarpette da ginnastica. La ragazza che si era trovata davanti all'improvviso era vestita allo stesso modo, ma fisicamente era molto diversa dall'alta, sottile, affascinante attrice. Pi� bassa e piuttosto in carne, aveva pi� curve di un circuito di Formula 1. A suo modo era carina. Un po' volgare con quelle tettone e quel culone. Era anche molto giovane, 18-20 anni, non di pi�. Quasi senza rendersi conto di quello che faceva, Karen si era ritrovata in quel vicolo. Poi due mani robuste l'avevano agguantata. Erano quelle della ragazza. Aveva tentato di liberarsi, ma la stretta era sorprendentemente forte, troppo forte per lei. Dall'auto era sceso l'uomo, l'avevano spinta dentro. Avevano viaggiato per ore, lei seduta dietro senza vedere nulla, loro due davanti. E ora erano l�. Gi� , l� dove? Non ebbe tempo per pensare. "Cos� la grande attrice � questa specie di spaventapasseri?". Era stata una donna a parlare, una voce molto profonda. Karen si volt� e vide l'essere di sesso femminile pi� mostruoso che avesse mai incontrato. Mostruoso non per la bruttezza, non era quello che impressionava. Anzi, a ben guardarla non era neanche brutta. Era la mole. Un donnone immenso. Alta come Karen ma pesante almeno il doppio. Era grassa e grossa insieme. Spalle larghe, braccia e gambe robuste, seni pesantissimi e neanche troppo cadenti se si considerava l'et� e la mole. Perch� Berta, doveva essere lei, non aveva meno di 60 anni. Karen si sent� percorrere da un brivido: al solo vederla quella donna cos� robusta, imponente, le metteva paura. "Portala dentro" disse John e un attimo dopo Karen sent� una manona che si serrava sul suo magro braccio sinistro: "Vieni con me, carina". Istintivamente cerc� ancora di liberarsi, ma l'altra la scroll� un po' e cominci� a trascinarla verso la casa. Nelle mani di quel donnone l'affascinante attrice inglese sembrava un pupazzetto. "Vacci piano. Non vedi com'� fragilina? Non c'� bisogno di trattarla male" disse John rivolto al donnone. Karen cerc� ancora, senza speranze, di liberarsi dalla stretta, ma l'altra la trascinava senza il minimo sforzo. Allora si rese conto che non aveva senso continuare a lottare, era come un canarino tra le grinfie di un gatto. Del resto per Berta, che lei camminasse o meno non faceva differenza: avrebbe potuto portare di peso i suoi 50 chili scarsi senza il minimo sforzo. Karen sent� la bionda, Paula, che si rivolgeva a John: "Sei sicuro che Berta non se la lascer� scappare?". "Vuoi scherzare? - fu la risposta dell'uomo - La terr� qui finch� ne avremo bisogno, a costo di sedersi con tutto il suo peso su quel bel corpicino". Un senso di nausea assal� Karen che in quel momento si sent� perduta. Dunque sarebbe rimasta sola, in quella casa, con una donna mostruosa e violenta, per chiss� quanto tempo. Non ebbe tempo di pensare ad altro. Berta apr� una porta con la mano sinistra e una piccola spinta bast� a far volare l'esile attrice in mezzo alla stanza. Dovette sostenersi al letto per non cadere. Si volt� e la chiave stava gi� girando nella toppa. Si volt� e la chiave stava girando nella toppa. Un'altra volta. Ma per aprire la porta. Naturalmente era lei, il donnone. Con la sua mole ostruiva completamente l'ingresso. Faceva molto caldo e Berta indossava soltanto una canottiera e calzoncini corti. Aveva davvero braccia e gambe immense, ma il suo corpaccione conservava una quasi incredibile femminilit� . S�, nel suo genere non era brutta. Pesante, almeno un quintale pens� Karen, ma nella sua abbondanza abbastanza proporzionata. E il viso, ora che la vedeva meglio, aveva anche una certa bellezza. Karen cerc� di ragionare con un minimo di calma. In fondo erano sole in quella casa, aveva sentito l'auto andarsene da tempo e poi solo silenzio. "Siamo in due - disse a se stessa - , due donne e lei non prende nessuna precauzione, non � armata, non mi ha legato". Teoricamente sarebbe stato uno scontro alla pari, nel caso avesse tentato di aggredirla. Gi� , ma che speranze aveva se avesse ingaggiato una lotta contro la sua carceriera? Meno di zero. Nonostante il suo fisico magrolino, gracile, Karen aveva impersonato al cinema anche amazzoni combattive, atletiche. Ma il cinema � una cosa, la realt� un'altra. Sapeva perfettamente di essere una donna debole fisicamente. E avere davanti quell'essere cos� forte, robusto, imponente, la faceva sentire completamente indifesa. No, non avrebbe avuto alcun senso saltarle addosso. Il donnone l'avrebbe agguantata e probabilmente anche picchiata. Per il momento era meglio aspettare. Chiss� , forse prima o poi si sarebbe presentata l'occasione di fuggire. Ecco: se solo riuscissi a scappare via - pens� - sarei certamente pi� veloce di una che pesa il doppio di me. "Ti ho portato qualcosa da mangiare - disse Berta - anche quel fisicuccio che ti ritrovi avr� pur bisogno di riempirsi un po'". "Grazie - rispose Karen, prendendo il vassoio che il donnone le porgeva - Potrei prima andare in bagno?". "Certo che puoi. Vieni con me". Dalla stanza entrarono in una specie di cucina, Karen davanti e la sua carceriera dietro, incombente. Non la teneva stretta ma le lasciava ben poco spazio di manovra, le stava addosso. "La porta del bagno � quella l� " disse la donna indicando verso destra, ma Karen aveva gi� notato, a sinistra, che l'ingresso della casa era chiuso con la chiave nella toppa. Forse la sua occasione era gi� arrivata. "Devo provarci" si disse cercando di farsi coraggio, anche se aveva una paura incredibile. Fece un passo verso destra, poi scatt� improvvisamente a sinistra, verso la porta d'uscita. Aveva gi� girato la chiave quando si sent� afferrare per le spalle ossute. "Dove credi di andare, spaventapasseri?". Per la sua mole, Berta era stata decisamente veloce. L'esile attrice aveva sperato di riuscire a scappare evitando il confronto fisico, in cui sarebbe stata inesorabilmente sopraffatta, ma nonostante la sua rapidit� , non c'era riuscita. Il donnone la volt�, la prese per le braccia e la gett� una, due, tre volte proprio contro la porta che avrebbe dovuto aprirle la strada verso la salvezza. "Lasciami - gemette Karen - mi fai male". Per tutta risposta Berta la fece di nuovo girare su se stessa e le torse il sottile braccio destro dietro la schiena, poi la trascin� verso la stanza della sua prigione. Istintivamente Karen tent� di lottare, di reagire, ma l'altra era molto pi� forte di lei e la trattava ancora come una fragile bambolina. Senza pi� riguardo per�. Infatti questa volta la gett� bocconi sul letto. Poi la mise di schiena, sal� a sua volta sul letto e con tutto il peso del suo corpo si mise cavalcioni sull'inglese. Una donna di un quintale e pi�, addosso a una di neanche cinquanta chili. Quel sedere immenso sulla sottilissima vita dell'attrice. Quei seni mostruosi davanti al viso di Karen. "Lasciami, ti prego" riusc� ancora a dire in un soffio. "Volevi fare la furba, � spaventapasseri? Adesso mi hai fatto incazzare. E quando Berta s'incazza, sono cavoli amari". Le aveva mollato le braccia ma non poteva muoversi di un millimetro, schiacciata da quel corpo cos� pesante. Poi il donnone afferr� la sua t-shirt e gliela strapp� letteralmente di dosso, lasciando Karen a torso nudo, con i minuscoli seni scoperti. Ora l'attrice era terrorizzata. "Ma cosa ... cosa vuoi fare??". "Voglio divertirmi un po' con il tuo bel corpicino tutt'ossa - rispose l'altra - Accidenti ma le poppe non te le hanno fatte? Guarda come � fatta una vera donna" e si sfil� dalla testa la canottiera. Karen non aveva mai visto due seni cos� grandi, imponenti. Ora stavano proprio davanti ai suoi occhi, la intimidivano, la opprimevano, la impaurivano. Istintivamente tent� di allontanarli con le sue fragili braccia ma l'altra l'afferr� per i polsi sottili, li incroci� e li blocc� con la sola mano sinistra, mentre con la destra accarezzava lo splendido viso dell'attrice: "Sei proprio carina - disse con quella sua voce profonda - magrolina, quasi uno scheletro, ma carina". (1 continua?)