IL DIAVOLO SI CHIAMA SARA nona puntata di Davidmuscolo e Stefano I nomi di tutti i personaggi sono fittizi ed ogni omonimia o somiglianza e' puramente casuale Non riuscii a prendere sonno. Le scene di Sara che massacrava quei quattro me lo impedirono e soprattutto me lo impedi' il pensiero di quello che sarebbe avvenuto in futuro, con Sara che aveva detto di voler venire a vivere a casa mia. Ero anche molto preoccupato che lei avesse potuto capire che c'ero io dietro l'agguato della sera precedente. Non l'aveva chiesto a Mauro, per mia fortuna, ma non ci voleva una grossa immaginazione per pensare che cinque energumeni che l'attendevano proprio, guarda caso, sotto casa mia, potessero essere stati inviati dal sottoscritto. E non pensavo che la totale mancanza di prove avrebbe potuto trattenerla dal massacrarmi di mazzate. Con questi tristi pensieri, il mattino seguente andai al lavoro, ovviamente in condizioni pietose, ma almeno ebbi il grosso piacere di non sentirla. Non potei rallegrarmi piu' di tanto. Alle 18 in punto, proprio quando stavo per mettermi il casco per affrontare sulla mia moto il traffico del ritorno a casa, squillo' il telefonino " Allora, come va il mio cagnolino preferito? Abbaia alla tua padrona" mi disse, riferendosi al fatto che mi aveva obbligato a fare il suo cane per tutta la sera precedente. Mi guardai intorno e mi accorsi che c'era gente, tanta gente intorno a me, ma quello che avevo osservato la notte scorsa mi aveva semplicemente terrorizzato e abbaiai a Sara, incurante di alcuni sguardi compassionevoli " E bravo il mio Fuffi. Dove ti trovi? Sento un sacco di rumore" " Sto tornando a casa, signorina Sara" " Bene! Libera tutti gli armadi della mia nuova camera da letto. La MIA camera. Hai capito a cosa alludo, vero? La mia camera della mia casa. Se sarai un bravo schiavetto, ti faro' dormire nella mia casa. A proposito, e' di proprieta' o in affitto?" " In affitto, signorina" " Che peccato! Va beh, mi faro' regalare una casa da qualcun altro. Come sai ho mezzi persuasivi molto particolari. Ora va e quando metto piede in casa fa che non trovi nemmeno un tuo slip nella mia stanza perche' altrimenti te lo faccio mangiare" Non aveva affrontato il tema dell'aggressione e quello era un buon segno e mi affrettai a tornare in casa. Non avevo idea se la minaccia di farmi mangiare le eventuali cose mie che avrebbe trovato nella mia ex camera era un semplice modo di dire oppure se avesse veramente queste intenzioni, ma non avevo nessuna voglia di scoprirlo e tolsi ogni piccolo oggetto che mi apparteneva da quella che sarebbe diventata la stanza di Sara. Ancora mi sembrava impossibile che una cosa del genere stesse capitando proprio a me e mi chiedevo come sarebbe diventata la mia vita vivendo sotto lo stesso tetto con lei. Il peggior incubo che un uomo potesse vivere. Mi aveva gia' completamente schiavizzato ma fino ad allora mi era rimasta un po' di liberta'. Abitare con lei sarebbe stata la mia fine ed io non avrei potuto fare nulla. Erano circa le venti e trenta quando Sara fece il suo ingresso in casa e non era da sola. Dietro di lei c'erano mio nipote Mattia e il suo amico Valerio, ognuno dei quali reggeva due grosse valigie. L'inizio fu ben poco incoraggiante. Appena mi vide, mi colpi' con uno schiaffo che mi fece quasi rigirare su me stesso " In ginocchio, cazzone. Quando la padrona fa il suo ingresso tu ti metti in ginocchio e mi dai il benvenuto nella mia casa di cui tu paghi l'affitto solo per il tuo sconfinato amore nei miei riguardi" Le obbedii, senza riuscire a guardare in faccia mio nipote che pero' venne tirato in balla proprio da Sara " Hai visto come e' diventato docile tuo zio? Un vero schiavetto doc. Voi due andate a sistemarmi le valigie e tu vai a preparare da mangiare" concluse rivolgendosi a me. Mi vergognavo, ma non osai replicare ed andai in cucina a preparare la cena. Mentre mi muovevo tra i fornelli, guardai uno dei grossi coltelli da cucina. E se l'avessi accoltellata? Magari durante il sonno, anche perche' da sveglia sarebbe stato impossibile. Quell'idea mi dette la forza di continuare. L'avrei fatto. In qualche modo l'avrei uccisa. La odiavo troppo per non cercare una soluzione del genere. Pensai anche al veleno. Perche' no? Sarebbe stato anche piu' sicuro. Ma dovevo procurarmelo con criterio e avrei dovuto fare il delitto perfetto perche' non avevo nessuna intenzione di finire in prigione per scappare da lei. Portai finalmente la cena in tavola e Sara sghignazzo' rivolgendosi a Mattia " Hai visto tuo zio? Sei ancora orgoglioso di lui?" " Gli voglio bene, signorina Sara" " Ma che bravo nipotino! Vieni qui' ora" Titubante, Mattia si avvicino' e Sara lo colpi' con uno schiaffo dei suoi che gli fece perdere l'equilibrio e poi venne vicino a me " Non dici niente? Non lo difendi?" " La prego, signorina Sara, non gli faccia del male" la implorai con le lacrime agli occhi. Vedere mio nipote, il mio adorato nipote, ai suoi piedi e non poter fare assolutamente nulla, era spaventoso ma non aveva ancora terminato. Un altro schiaffo si abbatte' stavolta su di me mandandomi a sbattere contro il muro. Era incredibile quanto facessero male quegli schiaffi, come lasciassero su di me e probabilmente su mio nipote un bruciore incredibile. Avevo purtroppo imparato a mie spese come quel bruciore non passasse in pochi minuti ma rimanesse per ore, con quelle cinque dita stampate sulla mia faccia in modo quasi indelebile. Ma, malgrado il dolore, era l'umiliazione a farmi piu' male, era la mia impotenza di fronte a quella ragazzina che sghignazzava felice " Siete patetici. Un ragazzo alto e robusto ed un uomo maturo eppure non potete fare niente contro di me. Ognuno di voi pesa quasi il doppio di me ed io posso schiantarvi, posso schiacciarvi come vermi, stritolarvi con le mie mani. Non e' fico? Ora mettetevi in ginocchio e baciatemi i piedi. Uno per uno, da bravi schiavetti" Obbedimmo e solo dopo una decina di minuti ci fece rialzare. Eravamo ambedue tremanti e impotenti di fronte a lei. Ci afferro' per il mento " Allora coglioncelli, chi comanda tra di noi?" " Lei, signorina Sara" ripetemmo all'unisono io e mio nipote tremando per la paura. Quelle mani dotate di potenza inaudita avrebbero potuto strangolarci senza che noi potessimo difenderci in nessun modo " Bravi, molto bene. Ricordatevelo sempre, in ogni istante della vostra vita ed eviterete un bel po' di botte. Io sono la vostra padrona assoluta. No, di piu'. Sono la vostra dea ed ogni mio ordine deve essere espletato immediatamente. In caso contrario....." Ci sollevo' entrambi, stringendo le sue dita quel tanto da farci mancare un po' l'aria e da farci tossire. Se avesse voluto, per noi sarebbe stata la fine, ma non era quella la sua intenzione e ci lascio' praticamente integri. Potevamo considerarci fortunati. Intanto, era ormai quasi pronta la cena e chiesi a Sara il permesso di andare a controllare. Mi ripromisi che le avrei chiesto il permesso per fare qualunque cosa e mentre terminavo di preparare, guardavo Mattia di sottecchi. Eravamo ambedue ancora singhiozzanti. Ebbi soltanto la forza di consigliargli di non replicare e di accettare qualunque cosa e Mattia mi rispose che lo sapeva benissimo. Dinanzi ai miei occhi avevo ancora ben impresse le imprese di Sara della sera precedente quando aveva massacrato di botte gli scagnozzi che io avevo pagato e quelle immagini rimbalzavano nella mia mente e non volevo assolutamente che Sara potesse trovare una scusa per replicare su di noi quello che aveva fatto su Mauro e i suoi amici. Avevo notato come, se si faceva esattamente quello che lei desiderava, non infieriva, limitandosi ad umiliarci ed al massimo a prenderci a schiaffi. Sembrava che fosse quello il suo divertimento preferito e probabilmente anche con Mattia e i suoi amici si comportava alla stessa maniera. D'altronde, era cosi' conscia della sua forza e della sua superiorita' che non aveva bisogno di dimostrarla ogni volta, col rischio di ucciderci. E che fosse capace di uccidere tutti noi contemporaneamente a mani nude, lo davo ormai per scontato. Ad ogni modo, la cena era ormai pronta e quella mi sembrava un'ottima scusa per Sara per allungare di nuovo le mani su di me e la cosa mi preoccupava notevolmente. Diciamo pure che mi terrorizzava. Invece, Sara sembro' gradire cio' che le avevo preparato. Gradi' talmente tanto che ordino' a noi tre di avvicinarsi a lei per poi emettere uno dei suoi rutti spaventosi e assordanti. Assordante nel senso letterale della parola in quanto mi dette l'impressione per alcuni secondi di aver perso addirittura l'udito e che i muri quasi tremassero. Era ovviamente la mia immaginazione, ma non ero molto distante dalla realta'. Ma che razza di essere avevo di fronte? Sara sghignazzo' come il suo solito e poi osservo' Mattia e Valerio e con il dito fece loro cenno di riavvicinarsi a lei. Li prese per il collo e tremavo di paura per loro, ma invece li bacio' entrambi, senza alcun tipo di remore e quindi li prese per mano " Andiamo nella mia camera e tu" prosegui' rivolgendosi a me "vieni ad assistere. Puo' darsi che impari qualcosa da tuo nipote" Entrarono in quella che era la mia camera e Sara improvviso' uno spogliarello rimanendo in breve con un minuscolo slip. Era decisamente bella e fatta bene, con il suo seno dritto e apparentemente duro. Era normale, aveva solo 19 anni ed a quell'eta' non si hanno smagliature, eppure lei aveva qualcosa di piu', una specie di fascino animalesco, primitivo e perverso che mi fece avere un'erezione immediatamente. Per di piu', era talmente tanto che non facevo sesso che probabilmente mi sarei potuto eccitare anche solo con il pensiero. Sara intanto, dopo essersi spogliata si avvicino' ai due ragazzi e inizio' a togliere loro i vestiti. Tutta la scena era di una sensualita' enorme. Non ero mai stato uno al quale piaceva assistere, preferendo di gran lunga partecipare, ma non potevo negare a me stesso che il tutto aveva un suo fascino. Perverso, forse, ma lo aveva senza dubbio. Spinse l'amico di Mattia sul mio letto e si tolse anche i suoi slip, massaggiando con evidente piacere il suo pene eretto, quindi si volto' verso di me " Se provi solo a sfiorare il tuo cazzo, io ti stacco la mano e ti mando in gita con i mutilatini. A te la scelta" Le risposi che non l'avrei fatto, anche se una mezza idea mi era passata per la testa e assistetti in silenzio come se stessi davanti alla televisione a vedermi un film porno, cosa che non facevo da quando ero ragazzo. Inizio' stimolandoli contemporaneamente, senza alcuna remora, trasgressiva anche nel sesso e decisamente vorace. Li prese piu' volte, da soli e tutti e due insieme, giocando con i loro membri, ricordando loro che le appartenevano e che glie l'avrebbe staccato se lei li avesse visti con un'altra ragazza, in una forma di possesso totale, a dimostrare che tutto di loro apparteneva a lei, a cominciare proprio dalla loro sessualita'. Almeno loro pero', potevano sfogarsi, mentre a me non dava nemmeno quella possibilita' facendomi rimanere con quella voglia pazzesca. Era quasi una tortura vedere quella ragazza esibire il suo corpo in modo cosi' provocante e non poterla nemmeno sfiorare, vedere i due ragazzi sfogare la loro sessualita' e assistere al loro sesso senza fare nulla, ma finalmente, dopo un'ora abbondante, i tre ragazzi terminarono. I due maschi, pur abbondando in desiderio e testosterone, erano apparsi piuttosto ingenui, sessualmente. Il loro comportamento era appunto da ventenni e Sara li aveva presi per mano, manovrandoli da donna navigata, a dispetto dei suoi 19 anni e riuscendo ad eccitarli in modo pressoche' continuo, facendo sfoggio di seduzione e malizia e unendo a cio' una bellezza di gran lunga sopra la media ed un corpo che, a dispetto della sua forza enorme, era il massimo della femminilita'. Dopo essere andata al bagno per lavarsi, ordino' ai due ragazzi di andarsene e di tenersi a disposizione per quando lei avrebbe avuto bisogno di loro. Incrociai lo sguardo di mio nipote mentre usciva da quella che una volta era la mia casa, ma subito dopo lo riabbassammo entrambi. Non avevamo nulla da dirci. Eravamo due maschi sconfitti. Decisi di andare a riassettare la cucina, anche per evitare che lei potesse accusarmi di lasciare la casa sporca, mentre lei gironzolava ancora mezza nuda per casa. Non erano cose che di solito io facevo, delegando queste incombenze alla mia domestica ad ore, ma ero troppo impaurito da lei per rischiare di farle trovare su un piatto d'argento una scusa per picchiarmi. Comunque, mi ripromisi di parlarle per sapere se lei avrebbe accettato la mia domestica. Mentre ero intento a terminare le pulizie, Sara mi si avvicino' alle spalle. Aveva in mano una mia fotografia con due dei miei migliori amici scattata lo scorso anno durante una vacanza che prima tenevo nella mia camera da letto e che poi, per far posto alle cose di Sara, avevo trasportato insieme a tutto il resto in quella che era una volta la camera degli ospiti e che sarebbe dovuta diventare la mia nuova camera " Carini questi due. Chi sono?" " Due miei amici" confermai " Come si chiamano?" " Quello alla mia destra e' Paolo e quello alla mia sinistra e' Alessandro" Sara mi guardo', strofinando il suo dito indice sulle sue labbra in segno di riflessione e poi mi sorrise " Domani credo proprio che mi divertiro' un sacco. Invitali a cena per domani sera. Inutile dire che se non dovessero venire, per qualunque motivo, saranno cazzi tuoi. Come incentivo per farli venire ti consiglio di dir loro che vuoi presentar loro la tua nuova fidanzata che sarei io. Beh, ora sono proprio stanca e voglio andare a dormire. Ho fatto una scopata pazzesca insieme a quei due stronzetti. Domani mattina, prima che tu esca per andare al lavoro, voglio la colazione a letto. Buonanotte tesoro" Mi sfioro' le labbra con un bacio, mettendomi i suoi seni ancora nudi addosso e facendomi venire una nuova erezione per poi svanire nella mia vecchia camera. Cosa aveva in mente con i miei due amici? Ovviamente, non lo sapevo, ma sapevo in anticipo che non sarebbe stata una bella serata per me. L'indomani mattina svegliai Sara con la colazione e, prima di arrivare in ufficio, telefonai a Paolo e Alessandro, alquanto meravigliati, per invitarli a cena. Soprattutto con Alessandro dovetti faticare un bel po' in quanto mi aveva detto di essere costretto a declinare il mio invito a causa di un appuntamento preso in precedenza. Dovetti supplicarlo, ricordandogli la nostra amicizia e le nostre imprese insieme e poi minacciarlo di non rivolgergli piu' la parola se quella sera non si fosse fatto trovare a casa mia ed alla fine riuscii a fargli accettare quello strano invito. Sospirai di sollievo. Cosa mi avrebbe fatto Sara se non fossi riuscito ad invitarli come mi aveva ordinato? Per tutta la durata di quella giornata di lavoro mi domandai cosa avrei dovuto fare in seguito. Non era possibile continuare quella vita, su questo non c'erano dubbi, ma cosa potevo fare realmente? La sera precedente avevo ipotizzato di ucciderla e quell'idea non mi aveva abbandonato del tutto, anche se tremavo di paura al solo pensiero di fallire e poi scontare la sua ira, ma cominciavo a pensare seriamente di abbandonare la citta' e fuggire il piu' lontano possibile da lei e magari portarmi con me Mattia. Ad ogni modo, cio' che contava era che mi trovavo nella merda e che le mie idee per togliermi da quella situazione erano ancora piuttosto confuse. Al termine del lavoro,tornai ovviamente a casa e Sara non c'era, anche se c'erano in bella vista i suoi ordini lasciati su un foglio attaccato alla porta del bagno con dello scotch ed erano comprensivi di cio' che avrei dovuto comprare per la cena e poi cucinare. E si, ormai ero diventato il suo tuttofare. Mi diedi da fare ed andai prima al supermercato, quindi in pescheria e poi in frutteria e poi tornai a casa e mi misi in cucina. Per fortuna che c'era internet e soprattutto per fortuna che ci sono svariati siti dove attingere notizie per cucinare. Avevo dato l'appuntamento ai miei amici alle venti e mezz'ora prima fece il suo ingresso Sara. Sorvolo sulle solite cose che mi fece fare come accenderle le varie sigarette che fumava, prenderle da bere e massaggiarle i piedi, tutte cose che feci immediatamente. In quella situazione paradossale e assurda, l'unica cosa certa era la paura che aveva instaurato in me, paura che era cresciuta enormemente dopo aver assistito al massacro di Mauro e dei suoi amici. Quella ragazza aveva delle potenzialita' straordinarie che lei nemmeno si rendeva conto di possedere. O meglio, le conosceva perfettamente ma le sfruttava per sciocchezze o poco piu'. Invece di farlo con me, avrebbe potuto sottomettere uomini desiderosi di essere dominati e invece di togliermi quelle poche cose che possedevo, sarebbe potuta diventare ricchissima diventando una specie di mistress forzuta ed avrebbe potuto avere una miriade di maschi desiderosi soltanto di prostrarsi ai suoi piedi, di essere riempiti di botte e sicuramente di donarle tutte le loro ricchezze. Scommetto che ce n'erano a iosa di uomini ricchi che avrebbero fatto pazzie per una come Sara, oltretutto ben piu' carina della norma e addirittura molto bella quando si truccava e si vestiva in modo sexy come aveva fatto la sera del massacro. Perche' dunque si accontentava di uno come me, sicuramente un uomo di discreto successo ma non certamente una persona ricca e di quattro sbarbatelli senza un soldo in tasca? Perche' cercare continuamente quel tipo di umiliazioni scurrili, come potevano essere i suoi rutti e i suoi peti quando sarebbe potuta diventare una regina della dominazione femminile con quella forza smisurata che si ritrovava? Immaginai che il suo divertimento derivasse proprio dal fatto che sia io che Mattia e i suoi amici non possedevamo istinti sottomessi e che quindi non ci piaceva essere picchiati e dominati. Si, forse era proprio quella la chiave e Sara non provava piacere o comunque ne avrebbe provato in misura inferiore, nel picchiare e dominare uomini che vogliono proprio essere picchiati e dominati. Fui distolto da questi pensieri in quanto i miei amici, che evidentemente si erano messi d'accordo sull'orario di arrivo, citofonarono avvertendomi del loro contemporaneo arrivo. Sara si alzo' dalla poltrona dove era rimasta seduta fino ad allora e venne di fronte a me. Mi prese per il mento " Da adesso in poi tu mi asseconderai su tutto. Inutile ricordarti cosa ti farei nell'eventualita' che tu non lo facessi, se dalla tua bocca uscisse anche una sola parola che mette in dubbio cio' che dico. Chiaro, cazzone?" " Si signorina Sara. A proposito, come devo chiamarla di fronte ai miei amici? Posso darle del tu visto che lei dovrebbe essere la mia fidanzata?" Sara sorrise " Assolutamente no. Continuerai a darmi del lei e a trattarmi con devozione, come se fossimo da soli. Vedrai, e' il modo ideale di comportarsi per quello che ho in mente. Ora io vado a cambiarmi, tesoro. Mi raccomando, intrattienili in attesa del mio arrivo e fammi fare bella figura" Rimasi li' a bocca aperta. Non mi aspettavo una cosa del genere e la mia preoccupazione accrebbe. Paolo e Alessandro erano due dei miei migliori amici e qualunque cosa Sara avesse in mente, ero sicuramente rovinato. La mia reputazione ne sarebbe uscita frantumata. Potevo solo sperare che non volesse esagerare. I miei due amici intanto, fecero il loro ingresso nella mia casa, o forse dovevo dire ormai nella casa della mia padrona Sara e ci scambiammo i saluti. I primi discorsi furono di routine e verterono soprattutto sulla mia insistenza per quella cena fino a che Alessandro ruppe gli indugi " Insomma, Stefano, mi hai messo in croce per venire da te questa sera, che ne diresti di presentarci il motivo di tutta questa tua smania? Ce la vuoi presentare o no questa donna che ti ha fatto mettere la testa a posto?" " Veramente non si tratta proprio di una donna" obiettai. I miei due amici fecero quasi un salto. Paolo mi guardo' con gli occhi fuori dalle orbite " Come non e' una donna? Stefano, non vorrai farci credere che tu....Insomma Stefano, non e' che la troppa fica ti ha fatto diventare gay?" Stavolta fui io a sobbalzare " Ma no, cosa avete capito. Intendevo dire che non e' una donna perche' e' molto giovane. Si tratta di una ragazza, ecco. Ha solo 19 anni" I miei due amici si avvicinarono e mi dettero entrambi una pacca sulle spalle " E bravo Stefano! Adesso te la fai con quelle in fasce. La vai a prendere all'asilo per caso? " Piantala Paolo. Ho detto che ha 19 anni, non e' certo una bambina. E poi e' una ragazza molto matura per la sua eta'" " E' inutile che stiamo a parlare di queste cose" prosegui' Alessandro "Presentacela e soprattutto dille di mettere in tavola la cena perche' ho una fame pazzesca" Mi venne quasi da ridere. Dire a Sara di mettersi ai fornelli? Ignorai quella richiesta, ovviamente e mi sedetti in attesa dell'ingresso di Sara, cosa che avvenne dopo un paio di minuti. Beh, se voleva sorprendermi, l'aveva fatto di nuovo. E la cosa non prometteva bene per me. Sarebbe stata una pessima serata e dovevo solo attendere per capire fino a che punto sarebbe stata brutta. Fine nona puntata Per i vostri commenti, inviate una mail al seguente indirizzo davidmuscolo@tiscali.it