IL DIAVOLO SI CHIAMA SARA Ottava puntata di Davidmuscolo e Stefano I nomi di tutti i personaggi sono fittizi ed ogni omonimia o somiglianza e' puramente casuale Appena Sara richiuse la porta, mi rialzai. Ero stato quasi tutta la sera a quattro zampe e dovetti stirare i miei muscoli, ma non avevo tempo da perdere. Feci subito uno squillo a Mauro avvertendolo dell'uscita di Sara da casa mia e dicendogli che non avrebbe potuto sbagliarsi in quanto era vestita tutta di nero come una dominatrice di una scena sadomaso e era praticamente impossibile un errore di persona. Mi rivestii in un batter d'occhio e, facendo attenzione a non far rumore, uscii da casa e scesi di corsa le scale per non perdermi lo spettacolo. Se Mauro avesse mantenuto la parola, lui e i suoi amici dovevano essere giu' nel portone ad attenderla. Mi acquattai tra le scale e la parete e vidi la scena. Impossibilitata a scendere le scale con quei tacchi enormi, aveva dovuto attendere l'arrivo dell'ascensore dandomi il tempo di osservare tutto dall'inizio. Sara apri' la porta dell'ascensore, fece pochi passi per uscire dal portone e ad aspettarla c'erano il mio ex compagno di scuola e quattro suoi amici, quattro colossi della stessa sua corporatura che maneggiavano bastoni da baseball, catene, spranghe e uno di loro il pericoloso nunchaku, l'arma di Bruce Lee, due bastoni uniti da una catena. Mauro invece, spiano' la pistola dinanzi a Sara, rimanendo a debita distanza da lei come gli avevo consigliato. Di spalle, Sara non poteva vedermi, mentre Mauro aveva la visuale completa e gli feci l'ok per confermare che era proprio lei la ragazza che dovevano aggredire. Sara si fermo' di colpo alla vista di quei cinque colossi che le sbarravano la strada e Mauro esordi' " Ma che bella visione! Complimenti. Ti manca solo la frusta" " Ce l'ho qua' dentro la borsa. Volete che vi frusti, per caso?" Non sembrava affatto impaurita come avrebbe dovuto esserlo qualunque persona al suo posto. Continuava ad essere ironica, sicura del fatto suo ed improvvisamente, molte certezze mi abbandonarono. Mauro intanto, prosegui' col piano stabilito " Non fare la stronza se non vuoi che ti buchi quel tuo bel visetto. Ora ci andiamo a fare una bella passeggiata qui' vicino e tu farai esattamente quello che ti dico di fare" " D'accordo ragazzi, come volete voi. Se proprio avete intenzione di rimanere soli con me, devo proprio accontentarvi" Ancora quel tono ironico e sicuro. Stava giocando con quegli avanzi di galera perfettamente a suo agio. Cominciavo ad avere timore. Non conoscevo affatto le potenzialita' di Sara nella sua interezza. Oh certo, aveva dimostrato di essere spaventosamente potente ma avevo pensato che cinque tipi del genere, il piu' piccolo dei quali aveva due braccia grosse come le mie cosce, potessero ridurla a mal partito per sempre, ma quella sua sicurezza mi fece cominciare a temere che forse mi ero sbagliato. O forse era proprio il suo carattere a farla comportare cosi' e cercavo di convincermi che sicuramente le cose sarebbero andate nel modo giusto e che le mie preoccupazioni erano infondate. Intanto, Sara non fece obiezioni all'ordine e si mise alla testa del gruppetto, con Mauro che le dava le indicazioni per arrivare al parco. Per fortuna non c'era nessuno a quell'ora ed anch'io, preoccupandomi di restare nascosto, seguii il gruppo. Mi nascondevo con l'aiuto delle varie macchine parcheggiate e poi, entrati nel parco, trovai un buon nascondiglio grazie ad una delle tante siepi disseminate intorno. Lo spettacolo che avrebbe dovuto togliere definitivamente Sara dalla mia vita stava per iniziare. Lei intanto, su ordine di Mauro si volto' e potevo vedere bene il suo bel viso illuminato dalla luna, sorridente e per nulla intimorita " Allora ragazzi, cosa dobbiamo fare? Abbiamo fatto una bella passeggiata al chiaro di luna, ma credo che adesso dobbiamo andare al sodo, non e' vero?" esordi' Sara posando la sua borsa nei pressi di una panchina di fianco a lei " Diamo a questa puttanella la lezione che si merita" disse uno degli scagnozzi di Mauro, quello armato di una catena. Gli uomini circondarono Sara impedendogli ogni via d'uscita e tre di loro avanzarono mulinando le loro armi, mentre Mauro ed il quinto rimasero a debita distanza, forse per non intralciarsi tra di loro. Sara rimase praticamente immobile, mentre quello armato di catena e quello col nunchaku si misero ai lati della ragazza e il terzo, con una pesante spranga di ferro si piazzo' davanti. Mauro, sempre con la pistola spianata, dette il via " Forza ragazzi, spacchiamo le gambe a questa troietta e poi ce la scopiamo per bene" I tre agirono quasi contemporaneamente ed allora vidi quello che non avrei mai voluto vedere. Sara si chino' repentinamente evitando contemporaneamente la spranga che si stava abbattendo su di lei ed il nunchaku, mulinato con apparente maestria dall'uomo, ma evidentemente non abbastanza da poter colpire Sara che afferro' poi con la sua mano destra la catena prima ancora che l'uomo che ne aveva il possesso riuscisse ad indirizzarla verso di lei e contemporaneamente alzo' la gamba sinistra per andare a colpire in modo terrificante al volto quello armato di nunchaku, viso che aveva lasciato completamente libero dopo aver mancato il bersaglio, quindi strappo' la catena dalle mani dell'altro uomo con un semplice strappo e la getto' lontano per poi voltarsi di scatto e colpirlo al volto con uno dei suoi tremendi pugni ed infine afferro' per la gola il terzo, quello che aveva cercato di prenderla a sprangate, prima che questi cercasse di ricolpirla. Incredibile! Quanti secondi erano trascorsi? Quattro, cinque al massimo e Sara si era sbarazzata completamente di due avversari che giacevano inanimati a diversi metri lontano, con il viso completamente spappolato ed il terzo era nelle sue mani e non era solo un modo di dire in quanto la forzuta ragazza lo teneva saldamente per il collo, proprio come aveva fatto con me poco prima. E, proprio come aveva fatto nei miei confronti, sollevo' anche questo che pesava almeno una quindicina di chili piu' di me, con la sola forza del suo braccio destro. Con l'altra mano gli tolse la spranga di ferro che l'uomo ancora teneva e poi avanzo' verso gli altri due uomini, rimasti ovviamente allibiti per quanto avevano visto " Spara, stronzo. Avanti, spara. Fammi vedere se c'hai le palle per farlo e cerca di ammazzarmi altrimenti sono cazzi tuoi" Sara continuo' ad avanzare, come se il peso dell'uomo fosse inesistente e incurante che questi cercasse con le sue mani di liberarsi. Mauro si rivolse all'ultimo suo compagno rimastogli, quello con la mazza da baseball " Avanti, fa qualcosa. Valle alle spalle e dalle una mazzata in testa" L'uomo invece, terrorizzato per quanto stava vedendo, con quella ragazza vestita in abiti sexy che teneva a diversi centimetri dal suolo il suo compagno, getto' la mazza e scappo' via, incurante delle grida di Mauro che lo richiamava. Sara scoppio' in una delle sue sonore risate " Ma che cazzo di compagni ti sei scelto? Uno che scappa davanti ad una ragazzina come me. Siete proprio patetici. Non riuscite nemmeno a violentare una donna. Se volevate scopare, bastava chiedermelo educatamente e avremmo fatto una bella ammucchiata. Con cinque maschioni del vostro calibro avrei potuto divertirmi un po'. Sempre che riuscivate a farvelo venire dritto e non vi emozionavate troppo al mio cospetto. Secondo me il cazzo vi serve solo per farvela sotto dalla paura" Sara scoppio' di nuovo a ridere e Mauro comincio' a guardarsi intorno dubbioso. Aveva ancora la pistola spianata verso Sara ma non poteva sparare in quanto avrebbe colpito il suo compagno che la ragazza continuava a tenere sollevato davanti a se usandolo quindi da scudo umano ed ormai erano solo ad un paio di metri l'uno dall'altra. Osservavo la scena con trepidazione. Avrei voluto urlare a Mauro di sparare, di colpire prima il suo compagno e poi Sara, ma in tal modo lei avrebbe scoperto che c'ero io dietro a questa aggressione, se gia' non lo stava immaginando. Ma intanto lo spazio tra i due si era ulteriormente ridotto e Mauro fece un paio di passi indietro, ormai anche lui impaurito dalla poderosa dimostrazione di forza e bravura fuori da ogni immaginazione, ma fu troppo tardi. Sara getto' l'uomo che teneva sollevato con la sua mano addosso a Mauro facendogli perdere in parte l'equilibrio e poi, con una rapidita' impressionante, soprattutto in considerazione dei suoi abiti e dei suoi tacchi altissimi, agi'. Afferro' per un braccio Mauro che, persa la pistola, cerco' di colpirla con dei pugni con la mano libera, pugni pero' che la ragazza paro' con nonchalance per poi colpirlo a sua volta e l'esito fu diametralmente opposto e drammatico per Mauro che, colpito al volto, sputo' alcuni denti e fece schizzare sangue dappertutto. Contemporaneamente, il compagno di Mauro, finalmente libero, si mise a gattoni e cerco' la via della fuga, ma la ragazza, accortasi del tentativo di fuga, fece un passo nella sua direzione, alzo' la gamba e la fece ricadere violentemente sul dorso della mano dell'uomo, infilzandogliela con il suo tacco a spillo come si fa con un pollo allo spiedo. Chiusi gli occhi rabbrividendo alla scena e sentii l'urlo disperato dell'uomo e poi i suoi singulti. Dio santo! Ma chi era quella furia? Sadica, violenta, come poteva un essere umano, una ragazza dai lineamenti graziosi come lei fare certe cose? Ed ora cosa avrebbe fatto? Li avrebbe uccisi? O si sarebbe limitata a dar loro una lezione che non avrebbero dimenticato per tutta la vita? Rimaneva solo Mauro infatti, ma era ormai esposto completamente a quella furia e Sara non gli fece sconti. Con la mano sinistra lo sorreggeva e con la destra lo picchiava violentemente. I suoi pugni si abbatterono piu' volte sulla faccia dell'uomo che non aveva nemmeno piu' la forza per chiedere pieta', cosa che forse non sarebbe servita, conoscendo la crudelta' di Sara. Guardavo quella scena e migliaia di pensieri si stavano scatenando nel mio cervello. Non potevo non essere affascinato ed ammirato nel vedere quella ragazza, splendidamente fasciata in quella tuta che ne delineava la perfezione del suo corpo, distruggere completamente un omone alto e robusto, alternando mosse di arti marziali eseguite ad una velocita' inimmaginabile a dimostrazioni di potenza pura assolutamente inaudite per una donna, con l'aggiunta di una sicurezza infinita nei propri mezzi derivante dalla sua netta superiorit� , ma mi rendevo anche conto che quella era la mia ultima spiaggia, che nel futuro avrei dovuto assoggettarmi definitivamente a Sara e che la mia vita era davvero rovinata. Se non c'erano riusciti cinque energumeni a fermarla, cos'altro avrei potuto fare? Intanto, i pugni di Sara continuavano ad abbattersi violentemente su Mauro, incapace di opporsi a quell'indiavolata ragazza. Ogni pugno gli faceva sputare denti e sangue, ogni colpo lo avrebbe potuto spedire a diversi metri di distanza se con l'altra mano non avesse continuato a sorreggerlo e sotto di lei l'altro uomo continuava a strepitare, ancora con la sua mano infilzata macabramente dal tacco della ragazza. Finalmente, lei smise di sorreggere Mauro che cadde a terra pesantemente. Gli mise l'altro piede sulla faccia " Ora non svenire, mi raccomando. Non ho ancora terminato con te e mi darebbe molto fastidio se tu mi rovinassi gli ultimi divertimenti" gli fece " Che cosa vuoi farmi?" biascico' l'uomo terrorizzato e piangente. Sembrava assurdo vedere quel colosso in quelle condizioni, stroncato, umiliato e massacrato da una giovane donna " Ah gia', e' vero. Non puoi sapere cosa faccio agli stronzi che si mettono contro di me. Beh, e' giusto che tu lo sappia. Sto per spezzarti il braccio. Di solito, faccio in modo che il cazzone di turno torni in perfetta efficienza perche' non sono cattiva come sembro. Ma con te e con i tuoi compagni voglio fare un'eccezione a questa regola e ve lo spezzero' in modo tale che difficilmente ne riacquisterete l'uso in modo totale. Non e' divertente?" Non potevo vedere la faccia di Mauro nella posizione in cui mi trovavo, ma sapevo esattamente cosa stava pensando. L'avevo gia' provato sulla mia pelle. Era terrore allo stato puro, assoluta impotenza ed io sentivo di nuovo tutte quelle sensazioni. Ma avevo anche molta paura per quello che Mauro avrebbe potuto confessare a Sara. Se le diceva che ero stato io a contattarlo, per me era la fine. Pregavo Dio che lei non gli facesse quella domanda. Con quei mezzi persuasivi che si ritrovava, Mauro avrebbe confessato, non avevo dubbi " Ti prego, non farlo. Faro' tutto quello che vuoi" imploro' intanto Mauro, facendo scoppiare Sara in una delle sue sonore risate che riecheggio' lugubre nel silenzio assoluto del parco " E perche' mai dovrei accontentarti? Tanto tu farai in ogni caso quello che io voglio. Come tutti. E lo farai sia con il braccio sano che con il braccio rotto. E allora dimmi. Perche' mai dovrei privarmi della soddisfazione di spezzartelo?" Rise di nuovo e poi cambio' tono, usandone uno quasi infantile "Mi dispiace, tesoro, ma mi diverte troppo infliggere dolore. Mi eccita e mi sento gia' le mutandine bagnate. Ah, che stupida. Neanche le porto le mutandine stasera. Intanto preparati psicologicamente e cerca di non scappare altrimenti ti spezzo anche le gambe. Adesso passo qualche secondo al tuo amichetto che continua a strillare. Non mi piacciono gli uomini grandi e grossi che gridano come femminucce. E che sara' mai una mano bucata..." Vidi Sara togliere di scatto la sua gamba e dare un calcio alla pistola allontanandola definitivamente e sentii l'uomo che ormai da qualche secondo aveva smesso di urlare per limitarsi a rantolare, gridare di nuovo per il dolore. Sara stavolta si rivolse a lui " Vale anche per te. Se fai una sola mossa, oltre alla mano bucata e al braccio che ti rompero', ti spezzo anche le gambe" L'uomo, terrorizzato, non si mosse e Sara si sedette su di lui, mettendo il suo culetto delizioso avvolto nel lattice sopra la sua faccia. Per alcuni secondi riuscii a notare l'uomo dibattersi furiosamente e inutilmente, probabilmente impossibilitato a respirare. Credevo che Sara lo stesse per uccidere soffocandolo con il suo sedere, ma poi, pur a diversi metri di distanza, sentii la ragazza emettere una scorreggia di dimensioni epiche e poi alzarsi sghignazzando " Ti e' piaciuto? A me tanto. Non puoi capire quanto mi piace. Sai, ho cinque schiavetti che mi diletto a far assaggiare loro le mie puzzette e dovresti considerarti fortunato che abbia scelto te" Puzzette? Erano peti giganteschi, rumorosi e maleodoranti che, per mia sfortuna, avevo assaggiato piu' volte. Nel frattempo, Sara alzo' da terra il malcapitato, cosi' come si puo' alzare un fantoccio, per metterlo addosso ad un albero, osservata da Mauro ancora steso per terra. Il braccio dotato di forza erculea della ragazza sollevo' di nuovo il compagno di Mauro da terra prendendolo per la gola. Era impressionante! Ma quanto era forte? Come poteva esserlo? Non sembrava stesse effettuando alcun tipo di sforzo, eppure quell'omone era pesantissimo. Cristo santo! Aveva dei limiti quella ragazza? Nessun essere al mondo sarebbe riuscito a fare quello che lei faceva con quella semplicita' e l'idea che potesse non essere umana si stava rafforzando ulteriormente " Pieta', non mi uccidere" piagnucolava intanto l'uomo che aveva completamente smesso di difendersi e di muoversi, avendo capito che niente avrebbe potuto aiutarlo " Non sarebbe una gran perdita, testa di cazzo, ma non e' quella la mia intenzione" Sempre tenendolo per la gola con la sua mano sinistra, Sara gli afferro' il braccio con quella destra. A me lo aveva rotto con una mossa di karate o qualcosa del genere, allo scagnozzo di Mauro lo fece torcendoglielo violentemente. L'uomo grido' disperatamente solo per un secondo perche' poi Sara lo colpi' con un pugno terrificante che lo fece alzare in volo e lo fece arrivare quasi vicino a me. Oddio! Aveva detto che non lo avrebbe ucciso, ma quel pugno avrebbe steso un cavallo e l'uomo era completamente immobile. Il tempo di osservare la scena e Mauro, nonostante quello che gli aveva avvertito Sara, tento' la fuga. Probabilmente, la paura di fare la stessa fine del suo compagno gli fecero fare la scelta sbagliata. Infatti, le percosse subite gli dovevano aver notevolmente rallentato i movimenti e riusci' a fare solo pochi metri. L'incredibile agilita' di Sara, solo in parte rallentata dal suo abbigliamento e dai suoi tacchi a spillo, ebbero subito la meglio. Appena accortasi del tentativo di fuga, fece un paio di passi e poi si libro' splendidamente in volo, come nei migliori film di kung-fu, per andare a colpire Mauro alla schiena e per poi ricadere a terra in posizione eretta. Dio mio che dimostrazione di potenza e agilita'! Mauro, colpito dal piede di Sara, cadde intanto a terra rovinosamente con la faccia a terra. Sara fu subito vicino a lui, lo giro' con un piede e poi glie lo mise sulla gola " Coglione che non sei altro. Ma davvero credevi di potermi sfuggire? Ma e' possibile che voi uomini siete cosi' idioti da non capire quando una persona vi e' talmente superiore anche se si tratta di una ragazza come me? Ma che dovevo fare per fartelo entrare in quel cazzo di cervello? Tagliare il tuo amico a meta' con un colpo di karate? O staccargli la testa dal collo?" " L'ho capito, adesso. Ti prego....." " Troppo tardi, cazzone. E ringrazia il tuo Dio che ti ho colpito con la suola. Se l'avessi fatto col tacco ti avrei trapassato da parte a parte. Non sono carini questi stivali con il tacco in ferro? Mi sono costati un occhio della testa. Anzi, a dir la verita' sono costati ad uno stronzo che mi fa da schiavo" La solita risata con la quale Sara terminava le frasi ironiche fece da epilogo. Sara si chino' poi sull'uomo mettendogli le mani sotto il corpo e lo sollevo' mettendoselo in braccio e poi se lo isso' sopra la testa come si usa fare con i bilancieri, dando un ulteriore dimostrazione di potenza inaudita. Udii Mauro urlare di paura e poi il tonfo sordo che fece il suo corpo quando, gettato con violenza da Sara, ando' a cozzare contro un albero. Mauro scivolo' tristemente a terra e Sara gli prese il polso e, assolutamente sorda alle preghiere dell'uomo ed anzi, sghignazzando allegramente, lo colpi' proprio nello stesso modo con cui l'aveva fatto a me, con un colpo dato a mano aperta. Credetti di sentire il crac della rottura delle ossa fin dove mi trovavo io, ma forse era solo la mia impressione. Di certo c'era che il braccio di Mauro penzolava in modo innaturale e l'uomo, dopo il logico urlo di dolore che accompagnava un gesto del genere, piangeva disperatamente sorreggendosi il braccio rotto con l'altro ancora sano. Ora indietreggiava terrorizzato, incalzato da Sara che lo colpi con due tremendi schiaffi che lo fecero di nuovo cadere a terra. Povero Mauro! Non mi era mai stato simpatico, ma una lezione del genere forse non la meritava nemmeno lui. E non era ancora finita, ovviamente. Sara gli aveva promesso che gli avrebbe spezzato le gambe e sapevo perfettamente che lei manteneva quel tipo di promesse. Gli prese un piede e dapprima glie lo torse come aveva fatto col braccio e poi fece scendere la sua mano dotata di forza disumana a taglio sulla stessa gamba, per poi ripetere l'operazione con l'altra gamba. Ancora urla, ancora pianti da parte del mio ex compagno di scuola. Tutto inutile. In quel parco a quell'ora, nessuno lo poteva sentire e, anche se fossero accorsi aiuti, cosa sarebbe cambiato? Sarebbero stati solo carne da macello nelle mani di Sara che non aveva ancora finito il suo show. Con gesti lenti, improvvisando un inedito e imprevedibile strip-tease, fece scendere i suoi pantaloni di lattice e si mise in piedi sopra di Mauro " Che c'e'? Non hai mai visto una fica? Scommetto che ti stai pure eccitando, porcellino che non sei altro. La sega pero' dovrai attendere un po' a fartela perche' adesso ti spezzo anche le dita di tutte e due le mani" Gli prese infatti le due mani contemporaneamente e dovette stringerle con la sua forza illimitata in quanto sentii altre urla ed altri lamenti " Visto?" prosegui' poi la ragazza "Sara' un po' difficoltoso usare le tue dita per parecchio tempo. Quanto alle gambe....Mi sa che zoppicherai per il resto della tua vita. Adesso pero' ho voglia di pisciare e tu, da bravo schiavetto, berrai tutta la mia urina e se provi a chiudere la bocca io ti ammazzo. E' tutto molto semplice, non e' vero?" Mauro rimase zitto, forse troppo terrorizzato per aprire bocca e Sara gli pianto il suo stiletto prima sul costato e poi glie lo mise in bocca "Non ho sentito la tua risposta. Non vorrai farmi incazzare, per caso? Finora sono stata calma. Sai, e' sempre molto piacevole per me picchiare a sangue un gruppo di omoni come voi, ma mi capita cosi' raramente un'occasione del genere che devo proprio ringraziarvi per il divertimento che mi avete offerto, ma non tollero che qualcuno non faccia una cosa che io gli ordino. Mi fa incazzare e sai cosa succede quando m'incazzo sul serio? E' meglio che tu non lo sappia. Allora, apri la bocca alla svelta e bevila tutta d'un fiato. Vedrai, e' calda e dissetante. Pensa, ci sono un sacco di uomini che pagherebbero chissa' cosa per farlo" " Lo faccio, lo faccio, ma per favore, togli quel tacco dalla mia faccia. Ti scongiuro" Sara' acconsenti' e tolse dalla faccia di Mauro quel pericoloso tacco a spillo che gia' aveva infilzato il suo amico, quindi si piego' fino a mettere la sua fica a pochi centimetri dalla bocca di Mauro e poi orino'. Sembrava che lo scroscio non dovesse mai avere fine e duro' diversi secondi, ma poi quella tortura ebbe termine e Sara si alzo' mentre sentivo Mauro tossire e frignare " Ti e' piaciuta? E buona, vero? E allora leccati bene le labbra che qualche goccia ti e' sfuggita. Cosi' bravo. Sei proprio uno splendido cesso" concluse la sadica ragazza ridendo poi della propria battuta. Sara raccolse poi la sua borsa che prima della lotta, anzi, del massacro, aveva depositato su una panchina, estrasse un fazzoletto, si puli' la fica ancora gocciolante di urina e poi si rivesti' con la massima naturalezza, mentre il povero Mauro continuava a tossire e piangere contemporaneamente. Ricompostasi e indossato di nuovo i suoi sexy pantaloni attillatissimi, Sara si accese una sigaretta con tutta la tranquillita' di cui un essere umano puo' disporre e si sposto' nella direzione dove aveva lanciato i primi due che erano ancora svenuti e, usando la sua straordinaria forza, li avvicino' tra loro e poi si mise in mezzo a quei due corpi inanimati, si mise la sigaretta in bocca e con le due mani afferro' le braccia dei due. Un semplice movimento e le due braccia si torsero completamente e si spezzarono. I due uomini poterono pero' ritenersi fortunati. Non si svegliarono nemmeno e non poterono sentire l'immane dolore che causa un braccio rotto e che io conoscevo bene. La cosa innervosi' notevolmente Sara che torno' da Mauro decisamente arrabbiata " Cazzo, cazzo, cazzo. Li ho colpiti troppo forte e non si svegliano. Che gusto ci provo a spezzare loro le ossa se nemmeno sentono dolore? Me la dovro' riprendere con te che sei ancora sveglio" " Oh no! Abbi pieta'. Mi hai massacrato. Che vuoi farmi ancora?" " Uffa, sempre a lamentarvi voi uomini. Vediamo, cos'altro potrei farti? Ti ho rotto le ossa delle mani, delle braccia e delle gambe, ti ho pisciato addosso...Peccato che non mi scappa di cacare. Un po' di merda te l'avrei fatta mangiare volentieri. Ho trovato! Buco anche a te la mano. Scusami se sono ripetitiva, tesoro, ma non ho trovato di meglio. E poi mi e' piaciuto immensamente farlo al tuo amico e mi eccita il pensiero di rifarlo. Ho scelto proprio la giornata giusta per mettermi questi deliziosi stivali col tacco a spillo. Dai, prepara la mano. Dove vuoi che te la buchi? Sul palmo o sul dorso?" " No, no" rantolo' Mauro, probabilmente impossibilitato anche a cercare di fuggire con le sue gambe rotte. Sara blocco' con un piede sinistro il braccio dell'uomo e quindi alzo' la sua gamba destra per farla ricadere con violenza sulla mano di Mauro. Un ulteriore grido di dolore, l'ennesimo, lacero' il silenzio della notte, ma questa volta fu l'ultimo. Sara tolse la gamba e poi, con la stessa colpi' al volto l'uomo che smise improvvisamente i suoi pianti e i suoi lamenti. Come se niente fosse accaduto, raccolse la borsa e si giro' per uscire, venendo proprio nella mia direzione. Smisi quasi di respirare, rannicchiandomi il piu' possibile per non farmi notare e per fortuna Sara mi oltrepasso' senza volgere lo sguardo verso di me. Mi girai per vederla uscire dal parco, attesi una decina di minuti e poi mi alzai, dirigendomi verso quei quattro malcapitati, massacrati oltre ogni possibile immaginazione da una ragazza di 19 anni, forzuta, sadica e perversa. La situazione, vista da vicino, era ancora piu' drammatica. Mauro era, come prevedibile, quello messo peggio. Aveva perso quasi completamente i suoi denti ed era impossibile riconoscerlo in quanto il suo viso aveva completamente cambiato forma, ma la cosa peggiore da vedere era la lacerazione sul palmo della mano causata dal tacco a spillo di Sara dal quale fuoriusciva una melma sanguinolenta. Mi vennero i conati di vomito e rigettai tutto cio' che avevo mangiato. I due che aveva colpito per primi erano quelli che avevano subito meno danni ma, anche se erano stati colpiti una sola volta al viso, erano anch'essi in condizioni pietose, soprattutto quello colpito con il pugno al quale Sara aveva rotto diversi denti, sicuramente il naso e la bocca e chissa' cos'altro internamente. Per non contare che, al loro risveglio, avrebbero sofferto le pene amare per il braccio rotto. L'ultimo, quello che era stato usato da scudo umano, temevo fosse morto considerando il volo di diversi metri e sospirai quasi con gioia quando mi accertai che respirava, ma evitai accuratamente di guardargli la mano. Dio santo. Mi presi la testa con le mani e scoppiai in un pianto dirotto. L'ennesimo. In che mani ero finito? E chi era realmente Sara? Aveva parlato di un segreto, ma quello che avevo visto quella sera esulava da ogni ragionamento fatto con criterio. Mi ripetevo che non poteva essere umana. Un'aliena forse, oppure una diavolessa, un essere dotato di poteri particolari e forse sovrannaturali. Mi riavviai verso casa mestamente, incapace di rispondere a domande simili. Quella notte non l'avrei mai potuta dimenticare. Fine ottava puntata Per i vostri commenti, inviate una mail al seguente indirizzo davidmuscolo@tiscali.it