Il CAVALIERE NERO Tutti al villaggio fuggirono o cominciavano a sbarrarsi nelle loro case sperando che il tutto si sarebbe chiuso il prima possibile. Solo un manipolo di guardie, non pi� di una mezza dozzina afferr� le loro armi e si diresse contro il cavaliere Nero che ormai era giunto alle porte del villaggio. Le guardie tremanti intimarono l'alt al cavaliere intimandogli di allontanarsi perch� ospite indesiderato del villaggio. La voce roca del cavaliere fece rabbrividire le guardie che sebbene terrorizzate dal cavaliere flagello delle terre dell'ovest provarono tutte in contemporanea ad affrontarlo sperando che la loro superiorit� numerica potesse intimorire l'avversario famoso per le sue scorribande e saccheggi in solitario. Il suono metallico delle spade che stridevano contro gli scudi non dur� molto; infatti pochi minuti o forse addirittura pochi secondi dopo tutte le guardie erano state sconfitte e giacevano a terra prive di conoscenza. Il cavaliere alzo la pesante spada e il robusto scudo in segno di vittoria e lanci� il suo caratteristico e tristemente famoso urlo di vittoria che riecheggiava per colline udibile a chilometri di distanza. L'ennesimo villaggio conquistato e depredato; ulteriore gloria per il famigerato cavaliere erano questi i pensieri che allietavano la sete di conquista del tenebroso guerriero. In una calma surreale, teneri singhiozzi e brusii provenivano dalle case sbarrate dall'interno ma che non avrebbero tenuto fuori il saccheggiatore, il cavaliere s'incammin� verso una delle case (quella che gli sembrava pi� lussuosa). Quasi dal nulla spunt� una voce femminile che ordinava al cavaliere nero di abbandonare il villaggio e di non farvi pi� ritorno. Dalla voce non si percepiva la minima vibrazione della paura anzi questa voce era dolce e tranquilla. Ovviamente non basta una voce per allontanare un guerriero di tale fama tanto pi� che il cavaliere Nero era convinto che fosse un banale e mal riuscito tentativo di farlo desistere dalla sua ennesima impresa. -"Esci straniero!" -tuon� il cavaliere- "o la paura ti vieta di mostrarti" La risposta non si fece tardare e da un via secondaria nascosta dal verde spunt� l'essere coraggioso o semplicemente pazzo che osava frapporsi tra il cavaliere e la sua ennesima vittoria. Gli occhi quasi uscirono dalle orbite del cavaliere anche se l'elmo non avrebbe mostrato l'espressione di stupore del cavaliere alla vista del suo avversario: una donna. "O fanciulla, ammiro il tuo coraggio, provare a difendere il tuo villaggio quando anche le guardie hanno fallito. Guardati sei sola e disarmata e hai di fronte il flagello di queste terre. Ma sai oggi � il tuo giorno fortunato; sei di bell'aspetto e il tuo abito non lo nasconde e sarebbe proprio un peccato spezzare una tale bellezza. Abbandona questo villaggio di codardi e unisciti a me, trasferisciti nella mia dimora assieme alle altre mie schiave. Certo potrebbe non interessarti ma � sempre meglio questo di perdere la vita e poi non ti preoccupare non ti lascer� deperire affaticandoti con noiosi lavori manuali ma ti lascer� prosperare affinch� la tua bellezza senza eguali sia a mia completa disposizione". Per nulla rincuorata dall'offerta del cavaliere la ragazza riaffermo quello che aveva detto poco prima intimando ancora una volta il cavaliere di lasciare il villaggio. "Certo che hai un bel caratterino... Mi piace questo in una donna" e detto questo il cavaliere si avvicin� e le accarezzo il volto con il dorso della mano con una certa rudezza. Quindi il cavaliere afferr� la mano della donna per portarla di peso a suo seguito. Il cavaliere si lascio sorprendere e perse la presa cos� la donna ora libera ribad� ulteriormente il concetto. -" Io tua schiava non sar� mai, anzi, per l'ultima volta. vattene dal villaggio prima che perda la pazienza. Quale oltraggio essere stato trattato cos� da una fanciulla per il cavaliere. Tutti nel villaggio avevano sentito le parole della donna espresse con sicurezza e a voce alta. -"Ma come ti permetti...Villana! Alzare la voce al cospetto di un cavaliere del mio rango. Ora mi segui e non fai tante storie. Avrai tempo per gridare nelle segrete della mia reggia ma ora taci". Detto questo il cavaliere afferr� di nuovo e con pi� vigore la mano della donna e fece per tirarla a se. Con sorpresa not� che la donna opponeva resistenza e fu costretto a implementare gli sforzi. Presto la situazione si trasform� in una prova di forza. Era esattamente cos� una prova di forza tra un cavaliere e una villica. Le dimensioni del cavaliere erano notevoli; oltre i due metri ed il pennacchio scuro del suo elmo aggiungeva un'altra trentina di centimetri alla gi� imponente figura maschile. La donna al contrario era alta solo un metro e sessanta ben poca cosa al cospetto del rivale. Eppure il cavaliere fu costretto ad usare entrambe le mani per cercare di sopraffare la donna. Nonostante usasse entrambe le mani mentre la donna solo una ben presto il cavaliere si ritrov� inginocchiato. Ironia della sorte anche in quella posizione aveva qualche centimetro in altezza rispetto alla donna. Era sul punto di cedere quando la donna lascio la presa. Finalmente le sue mani tornarono a respirare ma il formicolio dovuto alla pressione esercitata dalla donna sulle mani era chiaro sebbene erano protette dai guanti metallici. Questa prima prova era stata completamente a vantaggio della donna ma ora il cavaliere si era arrabbiato e decise di utilizzare fin da subito tutte le sue forze fino ad ora tenute a freno. Nel villaggio intanto gli altri abitanti spiavano dalle fessure delle loro porte ed erano aggrappati alla tenera speranza che una donna sola e disarmata potesse far fuggire il cavaliere e la prima parte dello scontro alimentava tali esigue credenze. Sentendosi umiliato dalla precedente prova di forza fallita il cavaliere volle ristabilire la gerarchie e cerco le mani della nemica per ripetere la prova di forza che poco prima lo aveva visto soccombere. Questa volta utilizzo ogni sua risorsa nello sforzo. Ancora una volta si ritrovo perdente ed in ginocchio ed ancora una volta la donna aveva utilizzato solo una mano. La donna per la seconda volta lasci� la presa. Accucciato sui quattro arti il cavaliere lancio un pugno al terreno frantumando qualche sasso ed accecato dalla rabbia si lancio contro la donna assestando un pugno violentissimo che per� venne schivato. Altri colpi vennero schivati dalla donna che passando al contrattacco colpi il cavaliere al centro della sua armatura. Il colpo su sentito dall'uomo che si chino in avanti per il dolore e questo offri alla donna la possibilit� di colpire la testa con un altro pugno. Il cavaliere fini cosi al tappeto. E' bene ricordare che il colpo era stato dato da una mano nuda contro due zone rinforzate dell'armatura e queste erano state danneggiate da tale colpo. Il cavaliere si finse esanime e quando la donna si avvicin� lui scaglio il suo colpo migliore che colpi il ventre scoperto della donna. Il colpo che avrebbe abbattuto un orco non ebbe il minimo effetto sulla donna anzi fu quasi il contraccolpo a creare danni al cavaliere che sentiva la sua mano ed il suo braccio indolenziti. Quindi la donna afferr� e sollevo di peso il cavaliere (oltre cento chili di muscoli esclusa la pesante armatura) e lo lancio in una pozzanghera fangosa ad un paio di metri di distanza. Ormai nella furia pi� totale, dimenticato il proposito di farla sua schiava, il cavaliere si lanci� con la sua pesante spada e il suo robusto scudo all'attacco contro la donna seppur disarmata. Con destrezza faceva roteare la sua rama e mandava colpi potenti contro la donna. Lei per� riusciva a schivare tutti i colpi anche se qualcuno passava cosi vicino da stracciare qualche brandello di abito scoprendo ancora di pi� il roseo liscio e favoloso corpo femminile. Approfittando dell'ennesimo fendente portato a vuoto la donna entr� nella guardia del cavaliere e colp� forte. Il guerriero riusc� solamente di riflesso ad usare lo scudo in sua difesa. Scudo che per� data la forza con cui era stato dato il colpo vol� via e si conficc� per i suoi tre quarti in una quercia secolare. Attimo di pausa... Il cavaliere corse verso lo scudo e prov� ad estrarlo. Con la coda dell'occhio segu� il lento cammino della donna che si stava avvicinando e con entrambe le mani prov� ad estrarre lo scudo conficcato nell'albero. I suoi strattoni furono inutili e lo scudo era fuori dalla sua portata e quando ormai la donna fu vicina si mise in posizione di guardia con la spada. La donna invece con una mano afferr� lo scudo e facendo forza aveva intenzione di estrarlo. Il lento crepitio dell'albero affermava che le robuste fibre legnose stavano cedendo ed il tonfo seguente testimoni� che ormai lo scudo era saldo nella mano che lo aveva estratto. La donna lanci� lo scudo in aria e prima che toccasse terra lo colp� con un calcio potentissimo che tagli� di netto lo scudo in due parti quasi simmetriche ciascuna delle quali cade a diversi metri di distanza. Era stato un calcio devastante e tremendamente sexy perch� la gamba tesa per il colpo apportato a mezz'aria era completamente visibile nella sua bellezza dal momento che la gonna della donna era stata tagliuzzata in precedenza. Una simile dimostrazione di potenza non demoralizz� il cavaliere che era ancora fiducioso della sua spada. Con lenti movimenti e non scoprendosi troppo il cavaliere voleva trafiggere col suo spadone la nemica. Girando intorno alla donna cercava di coglierne i suoi punti deboli. Sempre seguito dallo sguardo della donna il cavaliere si lancio ancora all'attacco ed ancora una volta i suoi colpi erano in ritardo rispetto alla sua nemica. Dopo aver dato diversi colpi tutti a vuoto il cavaliere sent� la sua spada immobilizzarsi. I palmi delle mani della donna avevano afferrato la lama della spada e pur sforzandosi lui non riusciva a muovere la spada. Sentiva la sua arma vibrare ma non aveva intenzione di mollarla e reggeva il manico con tutte le sue forze. Un pesante tintinnio e il fruscio susseguente fecero capire al cavaliere che ormai la sua spada era stata spezzata e che la donna non aveva intenzione di togliergli la spada dalle mani (probabilmente lo avrebbe fatto con estrema facilit� ) ma voleva distruggere la spada che tanti avversari aveva trafitto e tanti lutti aveva inferto. Ormai sconvolto dalla potenza della sua avversaria il cavaliere pens� soltanto ad un fuga disonorevole e con apprensione provo a dirigersi verso il suo destriero purosangue. Ma venne anticipato e bloccato dalla donna. Completamente in balia della sua nemica il cavaliere fu costretto a lasciare tutti gli ori che aveva con se, fu costretto a spogliarsi della sua armatura ed a mostrare il suo vero e temutissimo volto che per l'occasione esprimeva paura e vergogna. Solo dopo aver giurato tra le lacrime di non provare altri saccheggi in qualsivoglia villaggio la donna ebbe la compassione di lasciarlo andare via con il suo destiero per le colline. Del famigerato cavaliere nero era rimasto solamente un ometto in mutande che cavalca triste ed infreddolito il suo cavallo che fortunatamente � l'unico a non ridere di lui. Per commenti, consigli e perch� no critiche lobsdino@gmail.com