LA VENDETTA DI HURTA rambo5 - rambos5@yahoo.it nuovo email! Una barbara tette e muscoli, vendica il suo popolo Hurta è una barbara che vive nelle foreste dell'Europa centrale. La sua fama ha attraversato le foreste del continente. Non si tratta infatti di una semplice donna guerriera, ma di una femmina con i muscoli più possenti di cui si sia mai sentito parlare. Grazie alla sua enorme forza è in grado di sradicare alberi, annientare battaglioni di soldati, o sbriciolare pietre con la sola forza delle mani. Hurta potrebbe dominare il mondo, ma non è questo il suo desiderio. Vive a contatto con la natura. E' in buoni rapporti con i tranquilli abitanti dei villaggi. Ma quando c'è da menare le mani non si tira di certo indietro. Un giorno viene a sapere che le donne più belle e i giovani più forti dei villaggi dell'est vengono rapiti da soldati misteriosi. Questi indossando strane corazze ed elmi con stemmi fallici, accerchiano un villaggio e vincendo la resistenza grazie alla loro superiorità numerica imprigionano le giovani donne di bell'aspetto e formose, e i giovani maschi grossi e muscolosi. Dove vengano successivamente condotti è un mistero. Girano strane voci, probabilmente raccontate da qualcuno che è riuscito a scappare: le donne sono rapite per entrare nell'harem di uno capo guerriero conosciuto con il nome di Tug, che comanda il suo esercito in una fortezza segreta nascosta tra le montagne del nord. Gli uomini vengono schiavizzati e utilizzati per l'estrazione di pietre preziose dalle miniere che si trovano sotto alla fortezza. Hurta dopo aver sentito questi racconti, e aver ascoltato le suppliche di decine di abitanti dei villaggi, decide che è il momento di intervenire. Non c'è modo di sapere dove sia ubicata la fortezza, quindi a meno di non dover attraversare per mesi le montagne del nord, decide un piano semplice quanto geniale. Dopo aver analizzato una mappa preparata dagli anziani nota, che gli attacchi ai villaggi seguono un percorso molto regolare. In pratica è facile intuire quale sarà uno dei prossimi ad essere attaccato. Hurta quindi raggiunge il villaggio e con l'aiuto della popolazione locale passa alcune settimane tra la gente, vestita come una ragazza cresciuta nel posto. Temporaneamente ripone in una capanna il suo abito di cuoio e pelliccia; affida il suo possente cavallo al maniscalco di un villaggio vicino; lega i suoi capelli biondi in una lunga e casta treccia, e infine cerca di mimetizzare il suo muscolosissimo corpo, dalle forme straripanti, in una candida tunica da verginella. La trappola è pronta, e Hurta non aspetta altro che i soldati assaltino il villaggio dove si è mimetizzata. Passano le settimane e alla fine in un giorno assolato Hurta capisce che il momento è arrivato. D'improvviso, i rumori della foresta tacciono. Si ode solo lo scorrere dell'acqua del vicino torrente. Non un uccello, non un animale selvatico. Pochi istanti e il villaggio è accerchiato da un centinaio di soldati in assetto da guerra. Sono tutti coperti da una lucente armatura e indossano elmi spaventosi. Ogni soldato dispone di un enorme scudo e di una lancia o una spada. Gli ufficiali sono a cavallo. Ordinano a tutti gli abitanti del villaggio di portarsi in uno spazio antistante il fiume. Separano le donne dagli uomini e in particolare fanno raggruppare le giovani e i giovani. Poi cominciano a scegliere. Un ufficiale a cavallo conduce la selezione, mentre due soldati afferrano i malcapitati e li trascinano verso altri soldati che dispongono di catene e bracciali. Prima una giovane ragazza dall'aspetto sexy e ingenuo, poi un'altra con due seni grossi come meloni, quindi una terza alta e con una criniera nera. Selezionano anche i maschi: due giovani alti, quindi uno più basso ma molto muscoloso. Infine l'ufficiale si ferma davanti a Hurta, che lo guarda per nulla intimorito. L'uomo non può non notare la bellezza di questa donna. Il viso angelico e la lunga treccia non lascia presagire che sotto alla tunica si trova un corpo ipermuscolare e corazzato. "Anche lei!" ordine, e i soldati la portano via dal gruppo, mettendogli le catene ai polsi. Per quindici lunghi giorni i prigionieri scortati dai 100 soldati camminano verso nord, attraversando gole impervie, e ponti sospesi sull'abisso. Più di una volta Hurta è tentata di spezzare quelle ridicole catenelle che le hanno messo e massacrare i soldati a mani nude come se fossero pupazzi, ma per il bene della missione si trattiene emettendo solo dei sospiri dalla bocca. Finalmente raggiungono la fortezza. E' un mastodontico castello-fortino incastonato tra due gole. Un gigantesco ponte levatoio si abbassa all'arrivo dei soldati. Alcune decine di sudici e muscolosissimi prigionieri sono all'argano per movimentare l'ingranaggio. Nel piazzale della fortezza gli uomini vengono separati dalla donne. I primi sono condotti verso una ulteriore zona di selezione dove saranno assegnati ai loro compiti. Le seconde invece vegono condotte direttamente nelle segrete. Hurta, nel gruppo delle ragazze, si incammina osservando attentamente la struttura della fortezza: enormi grate di ferro ovunque, blocchi di pietra che ostruiscono ogni via di fuga, decine di soldati che osservano vogliosi le ragazze. In realtà però nessuno si avvicina alle nuove arrivate e non osano neanche sfiorarle. Tutti sanno che le prescelte sono per Tug, e che solo lui può toccare per primo le prigioniere. Solo dopo, quando lui sarà soddisfatto, cederà le sopravvissute alle sue torture sessuali sado-maso agli uomini del suo staff e così a catena fino all'ultimo dei soldati. Raggiunte le segrete sotterranee della fortezza, le ragazze vengono rinchiuse in un incavi nella roccia protette da pesanti grata di ferro, al cui interno ci sono già numerose altre ragazze. Alcune di queste ancora tremano per la violenza subita, altre sono letteralmente in fin i vita con evidenti lacerazioni nella zona vaginale. Mentre vengono rinchiuse i carcerieri svogliatamente tolgono le catene dai polsi di alcune, ma non di tutte. "Ve le toglieremo dopo! Adesso abbiamo altro da fare!" urlano a quelle che accennano una timida protesta. Tra coloro che ancora hanno le catene ai polsi c'è Hurta, che già più che stufa per il trattamento subito non ha alcuna intenzione di aspettare ancora. Dopo che le guardie si sono già allontanate, con un semplice movimento delle braccia fa letteralmente esplodere la catena che congiunge i due bracciali di ferro battuto, quindi con il solo tocco della mano, apre i bracciali di metallo spesso un cm, come se fossero di carta, accartocciandoli. Pompando un po' i suoi muscoli sotto la tunica, è impaziente di passare all'azione, ma vuole aspettare il momento propizio. Passano quasi 24 ore, fino a quando un ufficiale scende nelle segrete per visionare le fanciulle appena arrivate. Ordina loro di schierarsi lungo una parete illuminata da numerose torce, e di spogliarsi completamente. Alcune sono intimidite, qualcuna comincia a mostrare il seno prosperoso. Hurta, sempre più impaziente, si strappa letteralmente la tunica di dosso... "STRAAP" mostrando a tutti il suo corpo statuario:1 metro e 80 da altezza, capelli biondi e viso angelico, spalle larghe, ventre piatto e muscolosissimo, due tette quarta misura che sfidano ogni legge di gravità, con capezzoli piccoli e irti. Braccia molto sviluppate, con bicipiti gonfi anche in posizione di rilassamento, gambe lunghe e molto muscolose. All'ufficiale e ai soldati di guardia quasi prende un colpo... non avevano mai visto un corpo così. Hurta ha lo sguardo assente ma soddisfatto. E' la sua reazione naturale quando sa di essere osservata da qualcuno che non potrebbe mai averla, neppure costringendola con la forza, in quanto la sua sarebbe comunque enormemente superiore... L'ufficiale dopo aver quasi sbavato davanti a quel pezzo di figa, cerca di ricomporsi, ordina anche ai soldati di non guardare così le "donne di Tug", e termina l'ispezione di tutte le ragazze. Alla fine se ne va soddisfatto, certo che al suo capo almeno una piacerà sicuramente. Passano altre 5 ore e Hurta, che nel frattempo si è rivestita, sta cominciando a stufarsi. Fra un po' pensa di andarselo a cercare da solo Tug, se lui non si fa vivo, e distrattamente sbriciola delle pietre con le mani trasformandole in polvere... Ma finalmente verso l'ora del tramonto si presenta un soldato che si fa aprire la gabbia dove sono le ragazze e urla: "Chi è la donna con i muscoli? Venga qui subito!". Hurta non ha dubbio che si parli di lei, si avvicina all'ingresso e dice imperiosa: "Eccomi!". L'uomo però non si scompone, pensava che la donna muscolosa fosse qualcuna più rude, e risponde altezzoso "Sei sicura di essere tu? Con quel faccino da puttanella?". Hurta, che non vuole ancora scoprirsi polverizzando il soldatino, mostra un braccio dalla tunica e fa il muscolo... L'uomo vede il bicipide più grande, turgido e venoso che abbia mai visto, pur vivendo in una fortezza popolata da guerrieri grandi e grossi... A quel punto riesce solo a balbettare... "V..V..Va bene, a...a..andiamo!". E fa strada a Hurta che lo segue con un sorriso malizioso, già pregustando il momento tanto atteso. Dopo aver attraversato alcuni cunicoli, finalmente giungono di fronte a una enorme grata che da su una stanza scavata nella roccia. All'interno, nella penombra, si nota un arredamento degno di una villa patrizia: Drappi rossi, bracieri in oro massiccio e quello che sembra un gigantesco letto. Un pesante cancello viene aperto da due inservienti e prima che a Hurta sia consentito di entrare, delle guardie portano via a braccia delle giovani donne bellissime ma quasi agonizzanti. Sono state stuprate a sangue da Tug! Quella infatti è la sua alcova, protetta dalla gigantesca grata in modo che nessuna possa sfuggirli. Lui si fa rinchiudere li dentro insieme ad un certo numero di donne e le violenta a turno senza pietà. La sua fame di sesso è insaziabile, e le poverette vengono quasi sventrate dal suo enorme uccello. Dopo che le due sono portate via Hurta viene fatta entrare mentre il cancello viene chiuso alle sue spalle. Dopo pochi minuti ecco spuntare dalla penombra l'imperatore della fortezza: Tug. Tug è un uomo di dimensioni enormi, altro oltre due metri e dall'aspetto roccioso. Dotato di muscoli grandi e grossi quanto una montagna, la sua particolarità è nel cazzo di dimensioni improponibili e perennemente eretto. E' a piedi scalzi e a torso nudo. Dedica al sesso oltre 12 ore al giorno, e per questo ha sempre bisogno di nuove donne. Le ragazze normali non durano più di qualche ora nel suo letto. Mentre si avvicina a Hurta si strofina le mani con un telo bianco, quindi comincia a parlare: "Ebbene tu saresti la ragazza muscolosa di cui tanto parlano i miei uomini..." "Ne ho fatti torturare due che avevano osato dire che ti avrebbero voluto scopare prima di me. Anche se TUTTI sanno qui, che solo io svergino le vergini!" E mentre dice queste parole, rivolte uno sguardo ai soldati fuori della grata, che tremando si allontanano dietro un paravento. "Certo, muscolosa...", continua l'uomo, "...io sono muscoloso!" e con questo si mette in posizione per mostrare i suoi enormi bicipidi, grandi come noci di cocco. Quindi si avvicina alla ragazza e le sfila la tunica di dosso... "Insomma, non sei niente male, ma vediamo se sopravvivi almeno ad una scopata..." e così facendo la spinge sul letto, le apre delicatamente le gambe, e si toglie il telo che gli avvolgeva la vita. Sotto la cintola svetta il più grosso cazzo che anche Harta abbia mai visto... il problema è che sta per incontrare la fica più dura che esista sulla terra. Hurta è stesa tranquilla sul letto a gambe aperte. Sta ragionando sul modo per far soffrire il più possibile il malvagio Tug, e allo stesso tempo vuol vedere se riesce a divertirsi un po'. L'uomo nel frattempo non pensa certo ai preliminari, si accarezza per qualche secondo il cazzo gigante, e quindi tenta subito l'affondo. Afferra Hurta per i polpacci e la usa come leva per penetrarla al meglio, così come fa con tutte le ragazze, ma questa volta c'è qualcosa che non quadra. Seppur con sguardo assente, Hurta sta serrando i suoi muscoli vaginali come se fossero una porta blindata e quindi al momento dell'impatto, il cazzo di Tug si contorce come se avesse provato a scopare un muro di mattoni! L'uomo non capisce cosa sta succedendo. Vede che la ragazza è docile e disponibile, e lui è abituato che il suo cazzo penetra qualsiasi fighetta come se fosse burro. Pensa quindi di aver semplicemente sbagliato la mira, ma prova e riprova, il suo cazzo invece di affondare in una torta di mele, è come se colpisse una superficie dura come la roccia. Dopo qualche minuto, mentre l'uomo sta cominciando ad innervosirsi, il sudore scende dalla sua schiena e i suoi muscoli cominciano a gonfiarsi per lo sforzo, Hurta con fare innocente gli dice: "Forse non è bagnata abbastanza..." Tug che non è abituato ai preliminari, ma che non vuole comunque ammettere di non riuscire a penetrare la ragazza, decide di provare ad eccitarla e le comincia a leccare l'addome, e a palparle avidamente le tettone. Anche se Hurta è stesa di schiena, le sue tette svettano verso l'altro come le torri della fortezza, ma soprattutto sono dure... ma dure... Tug tenta di strizzare le tette della ragazza, ma queste non si muovono, sono soffici al tatto, ma non si muovono. Quindi prova a morderle i capezzoli, ma i suoi denti reagiscono dolorosamente come se avesse morso dei punteruoli di metallo. Non riesce bene a capire quello che sta succedendo, pensa di essere lui stanco, ma mentre si avvicina al viso della ragazza per baciarla, lei lo interrompe dicendo, "Ok sono pronta, vienimi dentro!" Tu non se lo fa ripetere, si riposiziona davanti alla gambe della donna, l'afferra per i polpacci e affonda il suo enorme cazzo nella figa di Hurta. Questa adesso è veramente aperta e quindi si fa penetrare facilmente anche se il cazzo dell'uomo è veramente enorme. Hurta dopottuto è veramente eccitata, ma non dai preliminari: gli sforzi per averla di un uomo così muscoloso, e l'idea che lei è così infinitamente più forte di lui da poterlo dominare liberamente la eccitano più di qualunque altra cosa. Nel momento in cui il cazzo di Tug è dentro e sta eseguendo dei movimenti avanti e indietro per cominciare a godere, Hurta comincia a divertirsi: serra i suoi muscoli vaginali quel tanto per imprigionare il cazzo di Tug e comincia a usarli sapientemente per accompagnare avanti e indietro i movimenti dell'uomo. Inizialmente Tug non si accorge di questa forza che lo manda avanti e indietro, pensa di essere lui, ma dopo un po' si rende conto che non sta più controllando la situazione. Hunga se lo sta scopando, e i movimenti diventano sempre più ritmici. Man mano che la ragazza prende gusto, manda avanti e indietro l'uomo con la sola forza della sua figa. Arriva ad un punto in cui ogni due secondi quasi lo espelle, sollevandolo i 200Kg dell'intero corpo dell'uomo solo dal suo cazzo, e poi lo ritira a se. Quando il ritmo aumenta l'uomo nel momento in cui viene "risucchiato", comincia a sbattere pesantemente contro addominali e tette della ragazza. Quegli addominali sono però duri come una lastra di granito e le tette massicce come due pietre. L'uomo viene letteralmente sbattuto dalla ragazza, avanti e indietro, avanti e indietro. Il suo corpo enorme è in completa balia dei muscoli vaginali della ragazza. Il frastuono dell'impatto del gigante sul corpo della ragazza attira alcuni degli inservienti ai lati della gabbia. Nella penombra tutti pensano che sia lui a scoparsi a sangue la donna, e quindi alcuni osano dire: "Attenzione maestro, così la uccide prima del tempo!". In realtà Tug è ormai una maschera di sangue, e quasi tutte le sue ossa si sono rotte con l'impatto sui muscoli di Hurta. Ha quasi perso i sensi e per il dolore non riesce neanche ad emettere un lamento. A un certo punto Hurta interrompe il supplizio, con il cazzo dell'uomo ancora ben stretto nella sua figa, si alza in piedi, e si trova quindi a faccia a faccia con Tug che la guarda paralizzato dal terrore. "Quello che ti ho fatto è perché volevi scoparmi senza avermi chiesto il permesso" dice la donna con sguardo fermo. "E questo è per aver scopato a morte decine di donne dei villaggi dell'est"... e così facendo serra la sua vagina, applicando una pressione tale che avrebbe potuto sbriciolare un diamante! Il cazzo dell'uomo, completamente dentro la figa di Hurta, si spappola all'istante, come se fosse stato poggiato su una roccia e schiacciato da una tonnellata di pietre. L'uomo, ormai libero dalla presa della ragazza, comincia a urlare in modo bestiale, mentre si allontana di qualche passo grondando sangue copiosamente. Gli uomini fuori della grata pensano che la ragazza abbia colpito il loro sovrano con qualche arma e si affannano per aprire il cancello che li separa dall'interno. Ma mentre nervosamente cercano di inserire la chiave nella serratura, si trovano Hurta, completamente nuda, con la pancia schizzata di sangue dell'uomo, di fronte alla grata. Neanche il tempo di osservare il suo corpo completamente nudo, che lei mette le mani sulle sbarre, e spingendo con i suoi muscoli, sradica dalle pareti laterali di roccia i perni che tengono la grata larga oltre 10 metri, e pesante centinaia di kili. Senza più supporto, l'enorme grata cade in avanti, travolgendo e schiacciando completamente i 3 inservienti e le due guardie che rimangono ferite a morte. Nel frattempo anche Tug, muore dissanguato e si accascia sul pavimento. A questo punto la vendetta di Hurta è compiuta. Tug non farà più del male a delle fanciulle innocenti. Non resta che...distruggere la fortezza! Incurante del fatto che è completamente nuda, Hurta comincia a percorrere a ritroso il percorso che l'aveva portata dalle segrete all'alcova del sovrano. Guardie, cancellate e pesanti porte di legno massiccio vengono spazzate via dal passaggio della barbara, che incurante di qualsiasi cosa procede come uno schiacciasassi. Due grossi soldati, cercando di fermare l'avanzata di quella furia, si appostano con delle gigantesche mazze ferrate ai due lati di un passaggio, convinti che riusciranno ad abbatterla. Non appena Hurta supera il varco entrambi utilizzano le loro mazze con tutta la forza che hanno in corpo, ruotandole fino a farle impattare una sul ventre e una sulle tette della ragazza. La forza delle due mazzate avrebbe abbattuto una quercia secolare! La muscolatura di Hurta è però infinitamente più resistente. I due assalitori, senza aver capito che contro quel corpo i loro giocattolini non possono nulla, cominciano a colpire alternativamente la ragazza, ma l'unico risultato è che e entrambe le mazze ferrate si abbozzano pesantemente, mentre i loro denti metallici letteralmente si sbriciolano. Hurta li lascia fare per oltre un minuto, godendo del fatto che due pesantissime mazze possano far solo delle carezze ai suoi muscoli pompatissimi. Ma non appena si stufa, afferra le due mazze, senza sforzo le sfila di mano dai due giganti muscolosi...una la usa per spazzare via uno dei due, con un colpo secco che lo riduce ad ammasso di carne e sangue. Poi si avvicina sorridente all'altro, che trema come una foglia, con fare sexy da una leccatina all'enorme mazza, quindi afferra l'uomo, lo solleva da terra, lo gira e glie la inserisce a forza nel sedere! Dopo qualche minuto Hurta raggiunge il sotterraneo dopo sono tenute prigioniere tutte le ragazze. Il tempo di stritolare le ultime due guardie con il metallo delle loro stesse lance, che la ragazza inizia a scardinare le grate dietro alle quali sono rinchiuse le altre. L'amazzone bionda accartoccia come se nulla fosse cancellate di ferro pesanti diverse centinaia di chili ammucchiandole una sull'altra come assi di legno. Quando entrano piccole drappelli di soldati richiamati dal frastuono, le basta lanciarne una contro di loro per spiattellarli contro il muro. Dopo aver liberato tutte le prigioniere, si dirige verso la porta di uscita delle segrete che si trova in cima ad una scalinata. L'uscita è protetta da una gigantesca porta di legno spessa quasi 50 cm e rinforzata da intelaiature in bronzo. Nel frattempo dietro alla porta, nel piazzale della fortezza, si stanno schierando diverse decine di soldati in assetto di guerra, pronti ad affrontare la barbara. Neanche il tempo che i soldati si predispongano in formazione che la porta letteralmente decolla verso di loro come una palla di cannone! Hurta l'ha colpita con un calcio... La porta spazza via la maggior parte degli uomini mentre quelli che rimangono in piedi vengono massacrati in pochi istanti a pugni duri dalla bella barbara. Mentre alcuni superstiti corrono come impazziti a chiamare rinforzi, Hurta si dirige a passo veloce verso l'entrata della miniera, che si trova dall'altro lato del piazzale. Quello è il cuore della fortezza e il motivo per cui Tug aveva tanto potere... Le sbarre di ferro che proteggono l'entrata vengono allargate come se fossero burro, pochi secondi e la ragazza è dentro. Decine di guardie pretoriane, che vegliano sull'estrazione delle pietre preziose si avventano sulla donna armati di enormi spadoni. Ma quando tentando di trafiggerla si accorgono che il ferro delle loro lame si spunta al contatto con la pelle di quella forzutissima dea bionda. Pochi minuti e, anche i pretoriani sono fatti letteralmente a pezzi, e stritolati nelle loro armature lucenti. Hurta ne fa un grosso mucchio e li lancia letteralmente all'interno della gigantesca pressa che sbriciola le rocce per la ricerca di rubini e diamanti. I corpi dei soldati vengono appiattiti come sottilette, tra le urla dei pochi sopravvissuti. La ragazza passa quindi allo scivolo delle rocce, lungo il quale vengono inviate tonnellate di pesanti rocce verso la pressa. Pochi colpi ed è completamente distrutto, mentre rocce di mezza tonnellata decollano in tutte le direzioni come sassolini, facendo strage di altre guardie accorse nel frattempo. Quindi Hurta pone lo sguardo sulla gigantesca pressa che continua a fare su e giù per schiacciare rocce che ora non arrivano più. La pressa è azionata da un complesso ed enorme meccanismo di tiranti e carrucole, azionato in ciclo continuo da una enorme ruota posta sul piano superiore. Alla ruota sono posizionati cinquanta schiavi che la spingono 24 ore su 24, alternandosi con altre squadre. Gli schiavi designati per questo compito sono sempre scelti tra i più grossi e muscolosi, in quanto per far funzionare la pressa ci vuole un totale di forza enorme. Gli schiavi spingono sempre nella stessa direzione, mentre gli ingranaggi fanno si che la pressa salga e scenda ad intervalli regolari di 30 secondi. La zona di impatto della pressa è ricoperta da una enorme lastra di durissimo alabastro nero, che consente di sbriciolare le rocce senza che l'equilibrio della pressa ne risenta. La ragazza è decisa a interrompere il funzionamento della pressa, e comincia a scagliarci dentro decine di rocce di enormi dimensioni, ma queste vengono sbriciolate senza problemi. Alla fine non sa più cosa buttarci dentro e quindi decide di tentare il tutto per tutto: ci si infila stesa di schiena! Nei pochi secondi che la separano dall'impatto della piastra di alabastro Hurta inspira e gonfia al massimo i suoi pettorali. Le sue tette svettano verso l'altro, e i suoi muscolo sono duri come rocce... L'impatto della pressa con le sue tette avviene in un istante. La ragazza tiene le braccia distese sopra la testa comprimendo i palmi in modo da aumentare la tensione dei suoi pettorali. La lastra di alabastro esercita una pressione di alcune tonnellate sui due seni prorompenti delle donna, ma riesce solo a comprimerli di qualche centimetro prima di fermarsi con un rumoroso e cupo scricchiolio! Ora il gigantesco macchinario è completamente fermo. Bloccata dai poderosi muscoli pettorali di Hurta, La pressa non riesce a scendere ulteriormente per completare il suo ciclo. Al piano superiore i 50 schiavi che spingono la ruota sono immobili da qualche minuto. Per quanto spingano con tutta la loro forza l'ingranaggio non si muove neanche di un millimetro... Le guardie sono furiose: non capiscono perché la ruota non giri e continuano a frustare i malcapitati per farli ricominciare a spingere. In realtà quelli ci stanno provando con tutte le loro forze, ma il meccanismo è bloccato. Le guardie chiamano allora la seconda squadra di schiavi (altri 50, enormi e muscolosissimi) che vanno a rinforzare quelli che sono già all'opera: ora 100 schiavi tentano di spingere la ruota raddoppiando la pressione sul corpo di Hurta. La ragazza però non è intenzionata a rimanere in quella posizione troppo a lungo, solleva quindi le braccia e come se si trattasse di una mostruosa bench press inizia a premere sulla lastra di alabastro... La macchina scricchiola, e incredibilmente si muove all'indietro... La pressione dei 100 uomini non riesce a contrastare la forza della ragazza. La ruota dell'ingranaggio comincia a ruotare lentamente in senso contrario facendo arretrare i 100 schiavi che non capiscono cosa stia succedendo. Nel frattempo Hurta sta tendendo sempre di più le braccia per spingere verso l'alto la pressa, e quando arriva all'estensione massima, comincia ad alzarsi, prima passando seduta, quindi in ginocchio e infine si alza in piedi. I muscoli della ragazza continuano a spingere, mentre la ruota dove sono gli schiavi arretra sempre di più: alcuni cadono a terra altri sono esausti per lo sforzo, mentre i loro muscoli diventano rossi e si gonfiano sempre di più. Ma Hurta ormai ha preso il sopravvento, quando è in piedi ha già sollevato la pressa oltre il normale livello di apertura, scardinandola dai suoi originari sostegni. Continua a sollevarla fino a quando, completamente eretta, raggiunge l'altezza massima... sferra allora un poderoso cazzottone al centro della lastra di alabastro. Questa si crepa completamente e decolla verso l'altro schiantandosi e incastrandosi contro il soffitto. Contemporaneamente saltano tutti gli ingranaggi e la ruota si scardina dal meccanismo girando come impazzita, facendo volare in tutte le direzioni i 100 schiavi che vi erano assegnati. Scendendo dalle rovine del macchinario la barbara afferra una gigantesca catena che serviva da sistema di trasmissione della pressa, e con la sua forza la strappa giù da quel che rimane della struttura. La sola catena pesa diversi centinaia di chilogrammi. Comincia quindi a farla ruotare come se fosse una fionda, e con quella comincia ad abbattere i pilastri di sostegno della miniera. Uno.. due... tre... dieci.. venti... i puntelli di legno, formati da tronchi d'albero del diametro di mezzo metro, saltano come stuzzicadenti all'impatto di quella enorme catena che i muscoli di Hurta fanno ruotare ad una velocità pazzesca. Inutile descrivere l'effetto contro i corpi dei numerosi soldati e di alcuni sfortunati schiavi che incontra lungo il suo cammino... Man mano che si avvicina all'uscita, i puntelli distrutti sono sempre di più, e delle enormi crepe cominciano ad attraversare la volta della miniera. Quando la ragazza è sul punto di uscire, lascia la catena rotante in modo che questa parta come un enorme proiettile verso il fondo della grotta, e quindi con un balzo salta fuori. L'effetto della catena sulla parete della struttura già pericolante è quello di una bomba e l'intera miniera viene giù come un castello di carte chiudendone per sempre l'accesso e travolgendo uomini e cose. Gli ultimi plotoni di soldati di Tug che ancora sono inquadrati, sono nel piazzale della fortezza cercando di fermare la fuga delle belle schiave e dei forzati, ma ormai la situazione è fuori controllo. L'unica cosa che ancora resiste è il portone di ingresso verso il quale si accalcano i fuggitivi. Hurta sbuffando, perché ormai stufa, si apre un varco tra la parete di soldati senza particolare sforzo, massacrando chiunque venga a contatto con i suoi muscoli. Quindi raggiunge il portone, che in realtà è il ponte levatoio alzato e con un la forza delle due braccia, utilizzandole a martello, colpisce al centro la gigantesca struttura, che con un rumore di metallo contorto strappa gli argani e viene giù in un attimo. La strada è spianata, i prigionieri si mettono in fuga, mentre la super barbara resta nella fortezza ancora per qualche minuto, giusto a tempo per fare a pezzi gli ultimi soldati che ancora hanno voglia di combattere. Dopo circa 10 minuti, cade il silenzio... Hurta, completamente nuda, con i muscoli super-tirati, schizzi di sangue e di terra sul corpo, contempla la distruzione della fortezza di Tug. Si avvicinano a lei alcune delle ragazze prigioniere che lei aveva liberato, le portano una tunica pulita e per quanto possibile le ripuliscono il corpo. Sono estasiate dalla dimostrazione di potenza di quella dea bionda, e sono ansiose di poter massaggiare quei muscoli enormi, e quelle tette granitiche. Hurta mostra di gradire, e dopo essersi fatta toccare fino ad aver fatto orgasmare alcune delle ragazze, prende il cammino verso i villaggi circondata dalle sue giovani e belle ancelle.