LA GLADIATRICE Secondo episodio di Davidmuscolo I nomi dei personaggi sono fittizi. Ogni somiglianza e omonimia e' puramente casuale. ATTENZIONE!!!! Questo racconto contiene scene di sesso e violenza. Quando riaprii gli occhi vidi il volto di un uomo. Ebbi immediatamente un senso di deja vu, ma non ricordavo dove l'avevo visto. L'uomo era chino su di me e mi stava medicando. La prima sensazione che ebbi fu quasi una specie di euforia. Ero vivo " Fa male?" mi disse vedendo che ero sveglio " Un po'. Io ti conosco, ti ho gia' visto. Chi sei?" " Sono uno degli schiavi di Sonja. Rilassati qualche minuto e poi ti spieghero' tutto. Devo curare le tue ferite ma stai tranquillo, non sembri avere nulla di rotto. Sonja deve avere avuto una specie di riguardo per te" Rimasi allibito. " Cosa significa che sei uno schiavo? Dove mi trovo?" L'uomo sorrise continuando a medicare le mie ferite " Sei nella villa di Sonja. Piu' esattamente in un capanno situato all'esterno della casa. Lei ha deciso di tenerti con se. Sta capitando a te cio' che e' successo prima a tutti noi. Io sono uno degli uomini che ieri sera l'hanno introdotta nell'arena. Ecco forse perche' mi avevi gia' visto" Si, ora mi ricordavo. Era uno di quelli che si era inginocchiato ai piedi di Sonja quando questa aveva fatto il suo ingresso nell'arena. Si, tutto era ben chiaro nella mia mente. I ricordi erano nitidi e non erano dei bei ricordi. La sensazione di impotenza nei confronti di quella donna me li sentivo ancora dentro di me. Volsi lo sguardo intorno a me. Era in effetti un capanno molto ampio ma quasi completamente spoglio. Era caldo e umido e quasi completamente buio a parte una debole luce elettrica che illuminava ben poco e la luce del sole che s'intravvedeva dalla porta lasciata aperta ma che non raggiungeva il punto in cui ci trovavamo " Hai detto ieri sera? Ma per quanto tempo sono rimasto svenuto?" " Almeno un paio d'ore ma ti ho fatto un'iniezione per farti addormentare e per farti passare un po' il dolore" " Non ho niente di rotto, vero? Sento un po' dolore dappertutto e mi sento uno straccio, ma non mi sembra di avere gravi traumi" " No, tranquillo. Come ti ho detto, Sonja non ti ha malmenato eccessivamente. Ha dato un po' spettacolo come e' nelle sue abitudini ma lei diventa terribile solo nel caso in cui i senatori decretano la morte del suo avversario. In quel caso, la sua ferocia e' inaudita. Gode nel provocare dolore e nello spezzare le ossa e poi credo che abbia veri e propri orgasmi quando uccide. Evidentemente, aveva gia' deciso di farti diventare un suo schiavo nel caso in cui fosti rimasto vivo e lei vuole che i suoi schiavi siano in buone condizioni fisiche" Oh mio Dio! Ma dove ero capitato? Schiavi? Cosa significava? Dovevo assolutamente sapere " Senti, amico. Vuoi spiegarmi qual'e' la situazione?. Che significa tutto questo? Che non sono libero di andarmene?" " Oh, credo proprio di no. Ascoltami bene amico mio e fai buon uso di tutto cio' che ti dico se vuoi continuare a vivere. Intesi?" " Intesi" annuii sempre piu' preoccupato " Bene! Innanzi tutto facciamo le presentazioni. Io sono semplicemente Joe e so che tu sei Jason. I cognomi lasciamoli stare, non servono" " Ok Joe. Sono felice di conoscerti, anche se avrei preferito farlo in un'altra occasione" " Perfettamente d'accordo. Dunque, Jason. E' inutile che ti spieghi quello che sai benissimo. Ci sono dei combattimenti clandestini molto particolari e ci sono quelli che tutti chiamiamo i . " Chi sono questi senatori?" " Nessuno lo sa. Sono uomini molto ricchi che godono nel vedere la gente ammazzarsi tra di loro, ma nessuno di noi, forse nemmeno Sonja stessa, sa chi siano. E' il colonnello che organizza tutto, che li contatta. Sono cento e ognuno di loro paga una cifra enorme per assistere ai combattimenti. Il colonnello e i suoi uomini cercano i lottatori pagando cifre considerevoli ai vincenti e anche agli sconfitti che ne escono vivi. Inutile dire che se qualcuno parla e' morto" " E allora perche' noi siamo prigionieri?" " Perche' noi abbiamo combattuto contro Sonja e lei puo' decidere cosa fare del perdente" " Quindi ci sono anche combattimenti tra altre persone. Non e' solo Sonja a lottare?" " Certo che no. Le regole sono pero' le stesse e i senatori decidono chi deve vivere o morire. Molto spesso il colonnello richiama i vincenti offrendo loro delle somme ancora piu' grosse e li fa combattere tra di loro" " E perche' accettano?" " Per soldi ovviamente. Chi ha vinto un incontro crede di essere imbattibile ed accetta quasi sempre. Puo' anche capitare che richiami uno degli sconfitti. Tutti sono liberi di rifiutare tranne noi, gli schiavi di Sonja" " E' successo anche a te? Intendo di combattere nuovamente?" " Si, e' accaduto anche a me. Dopo essere stato sconfitto da Sonja sei mesi fa', dopo circa tre mesi mi hanno fatto fare un altro combattimento e sono riuscito a sconfiggere il mio avversario. Ma questo non mi ha portato ad essere libero. La mia vita e' decisa da Sonja" " Hai dovuto uccidere il tuo avversario?" " Si, ho dovuto" L'uomo tacque per un istante ed io ne approfittai per cercare di ragionare. Da quello che avevo capito ero prigioniero della bellissima donna che mi aveva sconfitto ma io ero un poliziotto e dovevo assolutamente mettere al corrente i miei superiori di cio' che avevo scoperto. Sicuramente, gia' da quella mattina, non vedendomi arrivare, sarebbero dovute scattare le prime indagini. Questa faccenda era molto piu' grossa di quello che io stesso m'immaginavo e, da quello che Joe mi aveva accennato, c'erano pezzi molto grossi in ballo. Dovevo pero' saperne di piu' " Hai detto di essere uno degli schiavi di Sonja. Ma cosa significa esattamente? Che non siete liberi? Oppure si tratta di qualcosa che riguarda il sadomaso?" Joe stavolta scoppio' a ridere " Significa che siamo prigionieri. La villa e' circondata da mura invalicabili e la cancellata e' elettrificata. Nessuno riuscirebbe a scavalcarla e Sonja non si separa mai dalla chiave che la elettrifica. Soltanto quando lei esce, si toglie l'elettricita' che poi viene immediatamente reinserita" " Ah, la chiave che teneva ieri sera appesa al collo?" " Esattamente. Quindi siamo dei prigionieri e nello stesso tempo schiavi in quanto lei ci manovra a suo piacimento e ogni scusa e' buona per poterci picchiare e, in alcuni casi, ad uccidere colui che si e' macchiato di una colpa che lei reputa grave. Per quanto riguarda il sadomaso ... .Beh, che dire. A Sonja piacciono anche certe pratiche. Il problema sta nel fatto che il nostro consenso non conta niente" " Non avete mai provato a ribellarvi? Quanti siete dentro questa villa?" domandai sempre piu' in preda all'ansia " Con te siamo diventati nove uomini, ma se credi che in nove abbiamo una minima chance nei confronti di Sonja, allora non hai capito con chi abbiamo a che fare. Lei puo' sconfiggerci tutti insieme, puo' ucciderci tutti se solo volesse. Ha una forza enorme che tu hai visto solo in parte ed ha la massima conoscenza di ogni tipo di arte marziale. E' veloce, e' letale e sembra scolpita nell'acciaio. Hai visto quanto siamo robusti?" " Si che l'ho visto. Si vede che siete tutti dei lottatori" risposi. Anche Joe era in effetti un tipo abbastanza in forma, leggermente piu' basso di me ma anche lui con delle spalle e delle braccia considerevoli " Esatto. Siamo tutti lottatori ma non abbiamo la minima possibilita' contro di lei. Senti amico, ti do un consiglio. Non provare a ribellarti se vuoi avere una probabilita' di continuare a vivere. Quando la vedi salutala con deferenza e inginocchiati ai suoi piedi chiamandola , accetta qualsiasi cosa e non fiatare al suo cospetto a meno che lei non ti dia il permesso. Te lo ripeto, puo' ucciderti solo per il piacere di farlo e godra' ogni istante del tuo supplizio ma, in linea di massima, preferisce non farlo. Le siamo utili per tanti motivi" Mio Dio! Quell'uomo era terrorizzato e ne aveva tutte le ragioni. Il mio combattimento con Sonja ce l'avevo ben impresso nella memoria e sapevo perfettamente che contro di lei ero fatalmente destinato alla sconfitta. Guardai Joe e gli misi una mano sulla spalla " Grazie dei consigli. Cerchero' di farne buon uso. Spero che non mi facciano mai combattere contro di te" " Lo spero anch'io. Da quel poco che ho potuto vedere sei un ottimo lottatore anche se con Sonja non hai avuto speranze" " Come e' possibile che una donna sia potuta diventare cosi' forte?" gli chiesi " Non lo so. E' assurdo ma quello che conta e' cio' che vedo e posso garantirti che non me ne importa niente di come sia diventata quella che e'. Puo' uccidermi con una mano sola mentre con l'altra si accende una sigaretta e questo mi terrorizza. E dovrebbe terrorizzare anche te" " Capisco. Hai detto che le siamo utili. In che senso?" " Nel senso che ognuno di noi ha un determinato compito all'interno della villa. Dobbiamo essere multifunzionali. A volte possiamo essere adibiti alla cucina, alla pulizia o ad altre mansioni. Sicuramente ci sara' un compito anche per te" " Ma io so cucinarmi appena un paio di uova" obiettai " Tranquillo, imparerai. Anch'io non avevo alcuna capacita' in cucina ma in breve tempo ho imparato. Se volevo sopravvivere dovevo farlo" Ero stordito. Non avrei mai potuto immaginarmi di trovarmi in una situazione simile. Quella pazza si era costruita un piccolo regno con gli uomini che aveva sconfitto e che non era stata costretta ad uccidere e li aveva schiavizzati. Si, era una pazza al quale il potere e la sua eccezionale forza avevano dato alla testa. Ma era anche una pazza bellissima e sensuale che, al solo pensiero, mi eccitava la mente. Il suo corpo era quanto di piu' straordinario avessi mai visto nella mia vita. Joe mi vide immerso in questi pensieri " C'e' qualche altra cosa che vuoi sapere?" " Sonja ... ..Lei e' bellissima" " Oh si, eccome se lo e'. La donna piu' sexy ed eccitante che abbia mai visto" " Si, e' quello che pensavo anche io. Ha un uomo? Una relazione fissa?" Joe scoppio' a ridere " No Jason, lei non ha nessuna relazione fissa, almeno per quanto io sappia. Lei prende a turno qualcuno di noi e sfoga le sue voglie in questo modo. Non immaginarti il classico sesso. Lei e' molto violenta anche in questo. Probabilmente, lo fara' anche con te e ti do un ulteriore consiglio. Soddisfala adeguatamente se vuoi sopravvivere e accetta tutto in silenzio. Lo schiavo che non le piace a letto non vede la luce del giorno dopo. Ho assistito alla scena e posso garantirti che le urla di quel poveretto e la visione del suo corpo straziato ce l'ho ancora indelebili nella mia mente al pari dei minuti trascorsi con lei nell'arena" Joe sembrava aver terminato. Mi aveva detto tutto quello che io dovevo sapere, ma il mio istinto di poliziotto voleva saperne di piu' e lo interrogai " Dove vengono sepolti tutti questi morti? Da quello che mi dici ce ne sono stati diversi" " E cosa ne so io? Senti Jason, non intrometterti in cose che non ti riguardano. Posso solo dirti che quando uno di noi e stato ucciso da Sonja, sono stati gli uomini del colonnello ad occuparsi di prendere il corpo. Ma non so cosa ne hanno fatto e dove l'hanno seppellito" " Sai dove ci troviamo? " No amico, non lo so. Mi hanno condotto nell'arena con un cappuccio e, dopo il combattimento con Sonja, non sapevo neanche chi fossi. Ero svenuto e stordito, proprio come te. Mi sono ritrovato in questa villa e ... ... ... " L'uomo improvvisamente tacque. Un rumore di passi interruppe il suo discorso e lui si allontano' da me di qualche metro per poi cadere in ginocchio di fronte alla statuaria figura che si stava avvicinando a noi. Non ebbi difficolta' a riconoscere la bellissima Sonja. Decisi di mettere a frutto i consigli di Joe e lo imitai inginocchiandomi al suo cospetto. Arrivata a pochi metri da noi riuscii a metterla a fuoco. Era vestita con una mimetica da militare e riconobbi i gradi di capitano, ma la trovai una soldatessa estremamente sensuale. La giacca era slacciata appositamente per mettere in evidenza i suoi seni molto rigogliosi ed il suo trucco era simile a quello della sera precedente, accurato e molto intenso, decisamente poco adatto ad una vera soldatessa. Gli stivali erano stavolta col tacco basso ma la figura era ugualmente slanciata e decisamente atletica. Joe, con gli occhi chini la saluto' sommessamente " Buongiorno, padrona Sonja" le disse con un filo di voce tremante. Avevo paura anch'io. Jason Stein, l'ex marine, il detective ammirato da tutti per il suo coraggio era completamente scomparso di fronte a quella donna. La salutai anch'io senza osare guardarla in faccia " Buongiorno" dissi semplicemente. La donna guardo' in direzione di Joe " Fuori" gli ordino'. Era stata solo una parola ma era un concentrato di autorita' e sicurezza che mi scossero. Ero stranamente ammaliato da quel modo di fare che, stranamente, non era mai stata una dote che mi aveva mai entusiasmato nelle donne. Ma in lei c'era qualcosa che riusciva a farmelo apprezzare. Joe si alzo' intanto dalla sua posizione e sgattaiolo' senza dire altro fuori dal capannone. Eravamo soli io e lei. Il mio respiro era diventato anomalo. Alternavo respiri profondi ad altri interrotti bruscamente per l'agitazione che si stava impadronendo di me. Sapere che quella donna avrebbe potuto farmi a pezzi non era certo il massimo per rimanere tranquillo. Lei rimase in silenzio per alcuni secondi ed io, a testa bassa, evitavo accuratamente di guardarla, cercando di far tesoro di tutti i consigli che mi aveva elargito il mio compagno di sventura. Finalmente, sentii la sua voce " Bene! Vedo che Joe ti ha parlato e ti ha dato dei consigli sul comportamento da tenere con me. Ora alzati" Lo feci pian piano. Le ossa ancora mi facevano male e mi girava un po' la testa. Avevo anche fame. Era da parecchio che non mettevo niente in bocca. Lei mi prese per il mento e mi costrinse a guardarla negli occhi. Era decisamente bella e mi chiedevo come fosse possibile che una donna del genere, una donna che avrebbe potuto sfruttare la sua bellezza in altri ambiti ed avere il mondo ai suoi piedi, potesse essere una psicopatica assassina. Intanto, la sua bocca rossa era pericolosamente vicina alla mia e potei constatare come, anche senza tacchi, fosse leggermente piu' alta di me. Una vera amazzone che doveva sfiorare il metro e 88 centimetri. Mi sorrise arrivando a sfiorarmi il corpo con il suo " Come stai?" " Bene, signora. Malgrado tutto, mi sento bene, anche se ho dei lievi capogiri e sono molto dolorante" " Non ti ho rotto niente. Se avessi voluto avrei potuto spezzare le tue ossa una ad una, ma ti ho risparmiato. Lo sai perche'?" " Joe mi ha accennato qualcosa. Mi ha detto che lei non infierisce sugli uomini che ha intenzione di far diventare suoi ... ." " Schiavi! Dillo pure perche' e' questo che sei diventato ora. Quando un uomo mi interessa, evito di percuoterlo in modo troppo doloroso" " Quando un uomo le interessa? Quindi io ... ." Sonja scoppio' in una risata " Non illuderti Jason. Il fatto che abbia detto che mi interessi non cambiera' di una virgola il mio modo di fare con te. Tanti uomini si sono avvicendati in questi anni e tutti mi interessavano, ma non ci ho pensato nemmeno un secondo ad ucciderli alla loro prima disobbedienza ed a goderne nel farlo" Continuava a tenermi per il mento con una mano e con l'altra comincio' ad accarezzarmi il petto. Malgrado la mia testa continuasse a farmi male, come la sera prima raggiunsi in breve un'eccitazione spasmodica. Cercai di indietreggiare per non farle sentire la mia erezione. Non sapevo come avrebbe potuto reagire ma Sonja si avvicino' ulteriormente mettendosi di nuovo a ridere. Era incredibilmente affascinante quando rideva " Vedo che anch'io interesso una parte del tuo corpo" " Glie l'ho gia' detto ieri sera e ribadisco. Lei e' molto bella. Molto piu' di qualunque donna io abbia mai conosciuto" La sua mano sul mio mento si irrigidi'. Improvvisamente mi torno' alla mente che di fronte a me avevo una donna dotata di una forza stratosferica, cosa che quasi avevo dimenticato di fronte al suo fascino " Se credi di potermi sedurre con un complimento come se fossi una ragazzina di vent'anni, te lo puoi dimenticare. So di essere molto bella e non sara' certo una frase carina a farmi sciogliere" Sentivo quella mano sul mio mento ed ebbi paura. La sua forza era enorme e mi impediva quasi di parlare " Se lei non vuole che io lo dica, non lo faro' piu' ma era la verita', non intendevo fare del sentimentalismo sciocco e non intendo rischiare la vita. Ho visto cosa e' in grado di fare" La sua mano si rilasso' e lascio' il mio mento. Mi massaggiai il mento indolenzito a causa di quella presa ferrea " In realta', non hai visto che una piccola parte della mia potenza, ma so che e' bastata a farti capire come dovrai comportarti" A dir la verita', non lo sapevo ancora. Eravamo a pochi centimetri l'un l'altra ma non sapevo dove guardare. I suoi occhi azzurri sembravano quasi glaciali e avevo timore che lei potesse arrabbiarsi per aver osato guardarla in faccia e se abbassavo lo sguardo avevo in bella mostra i suoi seni prosperosi. Cosa dovevo fare? Cercai di parlare per superare quell'impasse, abbassando lievemente lo sguardo tanto da non guardarle ne' i seni e ne' gli occhi " Si, mi e' bastata, signora. Spero di non dovermi mai piu' confrontarmi con lei" Ancora una volta Sonja sorrise. Non ero certo uno psicologo, ma da detective conoscevo abbastanza bene la psicologia delle persone, anche di quelle decisamente fuori dall'ordinario come quella donna. Il complimento sulla sua bellezza le era piaciuto ma non l'aveva entusiasmata. Sapeva perfettamente di essere bella e nella sua vita chissa' quanti uomini glie l'avevano detto, ma sembrava piu' interessata agli apprezzamenti sulla sua forza fisica. Sonja smise di sorridere e il suo volto si rifece autoritario. Prese una sedia e si mise seduta accavallando le gambe e mi fece segno di fare altrettanto su quella specie di letto dove avevo trascorso la notte stordito per le sue percosse e addormentato per il farmaco che mi aveva somministrato Joe. Prese dal taschino della camicia una sigaretta, se l'accese e mi osservo' a lungo prima di parlare " E cosi' tu saresti il fratello di quello che mi ha sfidato la settimana scorsa, come si chiamava?" " Michael. Si chiamava Michael" " Non gli assomigli per niente. Sei sicuro che fosse tuo fratello?" Oh mio Dio. Aveva gia' dei dubbi. Se andava a fondo alla questione e se si informava meglio, io potevo considerarmi morto " Si signora, in effetti non ci somigliavamo molto" mentii " Non vi somigliate per niente ma non me ne importa nulla se tu sei veramente suo fratello o un tizio che voleva guadagnare un po' di soldi combattendo. Quello che conta e' che adesso tu fai parte della mia schiera di schiavi" sospirai profondamente. Io uno schiavo? Sembrava assurdo. Tutto era assurdo e fuori da ogni logica. Vagavo con lo sguardo per non incrociare il suo e poi osservai meglio la divisa della donna. Non sembrava una di quelle moderne e mi dava l'impressione di essere un modello un po' antiquato " Lei e' veramente un capitano? Chiesi quasi d'istinto?" La donna alzo' le sopracciglia " Perche' mi fai una domanda del genere?" " La sua divisa. Ho servito anche io l'esercito ed ero nei marines" " E cos'ha la mia divisa?" " Non so, non riesco ad inquadrare bene la cosa ma, se posso permettermi, mi da una strana sensazione" Sonja si alzo ed un brivido percorse l'intero mio corpo. Avevo detto qualcosa che non avrei dovuto dire? " Sono l'ex capitano dei corpi speciali Sonja Glass. Ho abbandonato l'esercito diversi anni fa ma mi sento sempre un soldato ed e' per questo che non abbandono mai la mia divisa, anche se non e' proprio all'ultima moda. Se tu eri veramente un marine, saprai che un militare rimane tale anche quando non ha piu' la divisa addosso" " Si, concordo con lei" " Bene Jason. Io ora vado. E' il momento dei miei allenamenti. Ti consiglio di osservarli in modo che tu possa capire almeno in parte chi hai di fronte" La donna si volto' procedendo in direzione dell'uscita del capannone ed io mi misi dietro di lei. La sua camminata era altera e veloce al contempo. Pur non essendo una marcia militare, ondeggiava con le braccia avanti e indietro in modo sincopato, quasi come se stessero seguendo un ritmo preciso ed anche i suoi capelli si muovevano a destra e sinistra in modo similare a quello delle modelle sulla passerella. A meta' percorso si volto' cercandomi con lo sguardo. Ero rimasto indietro di alcuni metri a causa dei miei dolori che mi impedivano una camminata veloce e la vidi sorridere. O forse era semplicemente la mia impressione. Appena uscii dal capanno respirai a pieni polmoni. La luce del sole sembrava avesse avuto un potere lenitivo del dolore che provavo e mi sentii inaspettatamente meglio. Mi guardai intorno per cercare di capire la situazione. Dinanzi a me avevo una villa in stile coloniale a tre piani che doveva essere la residenza principale mentre alla mia sinistra si ergevano le mura di cui mi aveva parlato Joe. Decisamente troppo alte per essere superate. Si stagliavano per almeno tre metri rendendo invisibile ai miei occhi cio' che c'era al di fuori della villa e terminavano con del filo spinato sulla sommita' . Seguii con lo sguardo le mura che si interrompevano per far posto ad un cancello e riprendere subito dopo. Doveva trattarsi del cancello elettrificato. Sembrava impossibile poter uscire da questo campo di prigionia. Ero immerso in questi pensieri e non mi accorsi dell'arrivo di Joe che mi diede una pacca sulle spalle facendomi trasalire " Fidati di me, Jason. Lascia stare ogni velleita' di fuga" " Cosa ti fa pensare che stavo pensando ad una fuga?" " L'ho visto da come ti guardavi intorno. Avevi lo stesso sguardo che avevo io il primo giorno" " Le mura sono alte ma forse con una scala ... ... " " Oh andiamo. Pensi davvero che Sonja sia stupida? Non ci sono scale nella villa. Non cosi' alte da poter scavalcare le mura. Ed anche il filo spinato credo che sia elettrificato e a meno che tu non voglia fare la fine del pollo ti consiglio di lasciar stare. Per di piu' l'intera villa e' sorvegliata da telecamere a circuito chiuso che ognuno di noi deve controllare a turno e nessuno di noi rischierebbe la vita per proteggere la fuga di un compagno. Se qualcuno dovesse fuggire, Sonja ucciderebbe immediatamente quelli che in quel momento controllavano le telecamere. Credi che qualcuno lo farebbe?" Scossi la testa " No, non credo" " Esatto. Mi sei simpatico ma se dovessi scoprire che stai tentando la fuga non ci penserei un secondo a dare l'allarme" " Credo di aver capito" conclusi " Bene! Ora andiamo a vedere gli allenamenti di Sonja. Siamo obbligati a farlo e posso garantirti che stai per assistere a qualcosa di spettacolare" La palestra era all'interno della villetta al piano terra. Mi guardai intorno cercando di cogliere elementi interessanti ma vedevo solo facce preoccupate e terrorizzate. Erano le facce degli altri uomini schiavizzati da Sonja. Joe mi aveva presentato rapidamente agli altri ma ora il silenzio si era fatto pesante. Sonja aveva fatto il suo ingresso nella stanza ed era stato un ingresso tanto maestoso quanto sensuale. Sembrava tutto studiato per eccitarci ed intimorirci. Le scarpe col tacco a spillo, il costume intero sgambatissimo rosso simile a quello indossato la sera prima durante il combattimento con me, con una scollatura tanto profonda da lasciar quasi uscire fuori i suoi seni tanto prosperosi quanto dritti, la camminata volutamente sexy. C'era qualcosa di anomalo in quella donna. Qualcosa? Tutto sembrava fuori da ogni logica. La bellezza era evidente. Il corpo era stratosferico, nettamente al di sopra di tutti quelli che avevo visto fino ad allora. Era un miscuglio di femminilita' ma aveva anche dei lati che, a primo impatto, non sarebbero dovuti essere espressione di bellezza femminile. Le spalle larghe ed i muscoli evidenti, per esempio. Non era un ammasso di muscolatura mascolina, tutt'altro. Come avevo notato dalla sera precedente, sia le gambe che le braccia erano tornite ma non certo in modo da compromettere la sua femminilita' e tanto meno in grado di fornire spiegazioni accettabili sulla sua forza straordinaria. Sapevo con certezza che una donna, pur allenatissima, aveva dei limiti dovuti alla mancanza di dosi massicce di testosterone nel suo organismo e per avere gli stessi risultati di un uomo avrebbe dovuto assorbire quel testosterone mancante attraverso farmaci che ne avrebbero pero' alterato la femminilita'. Ma questo non era accaduto con Sonja. Il suo viso era bellissimo e solo un po' spigoloso. Ma l'avevo vista sorridere ed era stato un sorriso straordinario, puro, che aveva eliminato quelle spigolosita' dovute al suo carattere, al suo essere un'assassina senza scrupoli che io, come poliziotto, dovevo assolutamente fermare. Ma come riuscirci? Sonja intanto avanzo' verso il centro della palestra ed inizio' i suoi esercizi. Durarono circa un'ora e quando uscii da quella stanza la testa mi roteava vorticosamente. Quello che avevo visto era assurdo, inspiegabile, che sarebbe stato credibile solo in un film di fantascienza. Ma io l'avevo visto. Avevo visto Sonja sollevare pesi impossibili per qualunque essere umano, piegarsi su se stessa e rialzarsi facendo decine di ripetizioni col sorriso sulle labbra, senza apparente sforzo. L'avevo vista eseguire perfettamente mosse di varie arti marziali, piroettare con grazia ed eleganza ma anche con un'efficacia unica, le avevo visto spezzare tavole e mattoni e compiere gesta che esulavano da qualsiasi logica. Mio Dio, ma chi era quella donna? Come poteva fare quello che le avevo visto eseguire? Ora capivo perche' Joe mi aveva detto che nemmeno tutti e nove contemporaneamente avremmo avuto qualche possibilita' contro di lei. Dopo quell'esibizione straordinaria, Sonja ci aveva congedato ordinandoci di riprendere ognuno le proprie mansioni mentre lei era rimasta ad allenarsi in solitudine. Mi era quasi dispiaciuto dover interrompere la visione di quelle gesta prodigiose che emanavano un qualcosa di particolare ai miei occhi. Femminilita? Forse non era la parola giusta. Avevo sempre abbinato quel vocabolo con gesti delicati, eppure c'era qualcosa di estremamente femminile in Sonja anche quando le avevo visto sollevare pesi che per me sarebbe stato impossibile persino spostare di qualche centimetro. Sensualita'? Si, era sensuale, pazzescamente ed incredibilmente sensuale con quel fisico scolpito nell'acciaio che la faceva assomigliare ad una dea dalla potenza smisurata. Quel che potevo dare per certo era che comunque si presentasse, da lottatrice, da soldatessa o da terribile padrona, era la donna che piu' di ogni altra nella mia vita stavo desiderando con tutte le mie forze e mi ronzava nella mente la frase di Joe quando mi aveva detto che anche io, prima o poi, avrei fatto parte del suo harem. Quindi, avrei avuto con lei un incontro molto ravvicinato? Mi accorsi di avere a quel pensiero un brivido di paura ma anche un'erezione, l'ennesima che quella donna mi faceva avere. E stavolta senza nemmeno averla di fronte. Alejandro era un uomo di circa sessant'anni, con i capelli brizzolati sopra un viso dai lineamenti ispanici ed un corpo che aveva avuto tempi migliori. Lo stomaco era prominente e i chili in piu' erano decisamente almeno una ventina, appena mascherati da un'altezza imponente. La canotta nera metteva comunque in mostra dei bicipiti che dimostravano come un tempo quell'uomo doveva avere avuto una muscolatura tale da incutere timore. Il suo sorriso era franco e sincero e, appena mi vide, mi diede una grossa pacca sulle spalle " E cosi' tu sei Jason, il nuovo schiavo della nostra bellissima padrona" " Gia', a quanto pare" " Benvenuto" " Da come lo dici sembra che io avessi delle alternative" L'ispanico scoppio' in una risata fragorosa" " Credo proprio di no, amico mio. Ma non drammatizzare. Se prendi le cose per il verso giusto, vedrai che riuscirai a vivere dignitosamente. Come ti ha accennato Joe, io sono la persona che gestisce i lavori dentro questa villa. Ogni inizio di settimana io affiggero' dei manifesti sopra i quali ognuno di voi vedra' la mansione che gli spetta, mansione che cambia giorno per giorno. Per il momento tu sei destinato alle pulizie del primo piano, quello in cui ci sono le stanze di voi ... .." " Schiavi? Prigionieri? Di pure la parola. Non mi sembra poi che il cambiamento sia cosi' enorme" " Se non ti calmi, amico mio, sopravvivrai ben poco. La parola schiavo forse riassume il tutto alla perfezione. Voi siete schiavi di Sonja e lei gestisce le vostre vite. Ficcatelo bene in testa. Ora vai al primo piano. Ci sono gia' Liam e Ted e loro sanno cosa dovrai fare" Lo guardai in faccia. Malgrado i lineamenti ispanici, il suo modo di parlare era tipicamente americano e mi parve di riconoscere il dialetto texano. Per di piu' avevo avuto modo di conoscere gli altri otto uomini prigionieri di Sonja. Chi era allora Alejandro? Glie lo chiesi senza preoccuparmi delle conseguenze " Amico mio, ti vedo un po' troppo curioso. Si, in effetti io non sono un prigioniero di Sonja. Io posso andarmene quando voglio. Ma sono suo schiavo pero' e non me ne andro' fino a che lei non vorra' privarsi dei miei servigi. Spero che non accada mai perche' vivere senza di lei non mi interessa. Amo quella donna da sempre, ho sempre obbedito ai suoi ordini fin da quando lei era un soldato degli Stati Uniti ed io un suo subalterno" " Anche tu sei stato un militare?" gli chiesi " Sergente Alejandro Gomez dei corpi speciali, specialita' pilota di elicotteri. Riesco a far alzare qualunque cosa abbia delle pale, amico. Genitori messicani ma americano vero, di El Paso. Ora basta, Jason. Ti ho tolto tutte le curiosita'. Il lavoro ti aspetta e cerca di farlo bene. Sonja non scherza e non ammette errori. Vai" Non era stato un lavoro particolarmente massacrante ed avevo finito ben prima dell'orario previsto. Si trattava delle classiche pulizie casalinghe, ben poco adatte ad uno come me ma nemmeno troppo complicate. Mi ero fatto una doccia ed avevo avuto la gradita sorpresa di sapere che avrei dormito nella stessa stanza con Joe. Alejandro mi aveva poi chiamato per darmi biancheria pulita ed alcuni abiti puliti. Tutto sembrava funzionare alla perfezione dentro questa villa e tutto sembrava regolato come un orologio svizzero. C'era stata l'interruzione per il pranzo ed avevo atteso inutilmente l'ingresso di Sonja per sapere soltanto dopo che lei era abituata a pranzare da sola nella sua camera. Per tutta la durata del pranzo avevo cercato di tirar fuori qualcosa da tutti quegli uomini ma gia' alla seconda domanda mi guardavano storto ed avevo deciso di lasciar stare. Solo il mio nuovo amico Joe sembrava un po' piu' loquace e mi aveva raccontato alcuni particolari che pero' non avevo trovato interessanti per gli sviluppi futuri della mia permanenza nella dimora di Sonja. Mi aveva raccontato di come la donna avesse ucciso un prigioniero perche' aveva cercato di scappare e lo aveva fatto sotto gli occhi di tutti gli altri uomini terrorizzati ed aveva abbondato di particolari che in altri momenti avrei creduto inverosimili ma che, dopo aver conosciuto le straordinarie potenzialita' di Sonja, mi sembravano piu' che verosimili. Avevo saputo anche che alcune sere Sonja usciva per andare a vedere i vari combattimenti che si svolgevano nell'arena dove ero stato anch'io protagonista. C'erano almeno un paio di combattimenti a settimana ma sembrava che Sonja ne facesse non piu' di uno al mese in quanto la sua presenza dava per scontato l'esito del match togliendo in parte fascino e suspense all'incontro. Ma Joe aveva sentito dire che i senatori erano ugualmente pazzi di Sonja e il suo budget era di centinaia di migliaia di dollari a combattimento. Questo spiegava le spese sostenute per mantenere una villa del genere, spese che dovevano essere elevatissime. Ma di tutto il discorso, la parte piu' interessante era quella delle sere in cui saremmo rimasti soli nella villa, quando cioe' Sonja sarebbe andata a vedere gli altri combattimenti. Sembrava che quando combattesse lei, gli uomini fossero obbligati a seguirla, come avevo potuto notare la sera precedente con quella messa in scena, cosa che invece non accadeva quando invece seguiva altri combattimenti. Joe pero' mi aveva messo in guardia sostenendo che dentro e fuori dalla villa, tra l'altro con la cancellata elettrificata, stazionavano gli uomini del famigerato colonnello, armati di tutto punto. E questo spegneva ogni argomento che potesse riguardare un'eventuale fuga durante la sua assenza. Eravamo prigionieri senza alcuna possibilita' di scappare. Fine secondo episodio. Per commentare questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it