GIUSY E BAYLISS – due atlete aiutano una amica a sbarazzarsi di alcuni malintenzionati.
Tania era disperata: da circa 2 mesi un uomo, conosciuto per caso, la perseguitava, facendole proposte oscene che la facevano rabbrividire. Non era certo una donna facile, né una tipa con troppi grilli per la testa, eppure quell’uomo aveva erroneamente intravisto in lei una donna con questi attributi e pertanto ne approfittava senza timore. Era inoltre un tipo poco raccomandabile e si circondava di tre scagnozzi della stessa sua risma. Tre giorni prima avevano pestato a sangue due amici di Tania che avevano cercato di difenderla, per cui la ragazza era avvilita e rassegnata.
Quella sera arrivò casualmente a casa sua una vecchia amica, Giusy, con cui aveva frequentato le scuole medie. Giusy, 32 anni, era una nota campionessa di lancio del peso, e misurava 1metro e 85 per oltre 130 chili di peso, per cui dovette quasi piegarsi in due per salutare la piccola Tania.
Cominciarono a chiacchierare, e ben presto Tania le raccontò la sua non facile situazione. Gli raccontò delle molestie, del pestaggio subito dai due ragazzi, delle minacce dirette a lei.
“Avresti dovuto dirmelo prima” le disse Giusy. A queste parole Tania alzò di colpo lo sguardo: “Perché, cosa sarebbe cambiato?”
“Ti garantisco che te ne saresti già liberata, di quel tipo e dei suoi scagnozzi!”
“Vuoi dire che tu puoi fare qualcosa per togliermi da questa tremenda situazione?” Disse Tania che istintivamente intravedeva la soluzione al suo problema.
“Sì, voglio darti una mano. Quel porco va assolutamente fermato, prima che arrivi a qualche gesto violento nei tuoi confronti”.
“Ha già minacciato di farmi violentare dai suoi uomini, e credo che presto lo faranno, sanno dove abito e quasi ogni sera lui viene qui. Io non gli apro mai, ma ho paura che entrino comunque, e allora per me non ci sarà scampo”.
“Non preoccuparti, e fallo venire qui sabato sera, che gli faremo trovare una bella sorpresa!”
“Giusy, io…”
“Fidati di me, e organizza la serata. Ti divertirai, anzi ci divertiremo, invito pure una mia cara amica, se vuoi”.
“Ma cosa vuoi fare? Siamo solo tre donne, quelli ci massacreranno!”
“Bisogna vedere CHE donne!” concluse Giusy, e se ne andò.
Il sabato successivo alle 19,30 Giusy giunge a casa di Tania. “Dov’è l’altra ragazza?” chiese Tania.
“Sta per arrivare, credo abbia da poco concluso una sessione di bicipiti e tricipiti”.
“Cosa?” chiese Tania sempre più perplessa e preoccupata.
“Non ti preoccupare, a che ora viene il porco e i suoi scagnozzi?”
“Alle nove, più o meno”.
Un clacson dalla strada: “Ah, ecco la mia amica, ora sale!”
Bussa alla porta, Tania gli apre: Una ragazza di colore con lunghe treccine la saluta in uno strano italiano. “Piacere mi chiamo Bayliss, sono una amica di Giusy e ci alleniamo insieme”.
Bayliss era lì davanti a Tania: 24 anni, un armadio di un metro e ottanta per 140 chili, con un viso bellissimo. Era campionessa di lancio del martello e indossava una canotta smanicata che mostrava due braccia enormi e delle spalle larghe quanto la porta, e dei jeans a zampa di elefante aderentissimi alle muscolosissime natiche. “So essere una festa qui tonight, vero?” Tania inghiottì la saliva e disse di sì.
“Ora io e Bayliss ci nascondiamo nella altra camera. Tu ricevi gli ‘ospiti’ e poi entriamo in gioco noi” disse Giusy, e con Bayliss entrò nella camera adiacente.
Poco dopo, una imperiosa citofonata: era il porco, come ormai Giusy lo aveva denominato, e i suoi tre scagnozzi che stavano per arrivare. Tania tremava, ma qualcosa le suggeriva di stare tranquilla.
Il tipo entrò: “Allora, Tania, hai ripensato alla mia proposta? No? Allora credo che dovranno convincerti i miei ragazzi. È tutta vostra, divertitevi”.
I tre si avvicinano sghignazzando a Tania, ma una attimo dopo si fermano. La porta della camera adiacente si è aperta e ne sono uscite due donne enormi (Giusy e Bayliss) che si mettono davanti a Tania. Giusy provoca i tre: “Che c’è? Non siete contenti che le donne sono diventate tre?”
Un attimo dopo un vero e proprio bombardamento si abbatté sui tre malcapitati. Pugni e calci di Giusy, colpi di karate di Bayliss, in pochi attimi uno era già a terra, mentre gli altri due erano ancora in piedi ma con le facce tumefatte e insanguinate. “Che c’è, non ci violentate?” chiese ironica Giusy, e per scherno si voltò e, sculettando, mostrò l’enorme sedere agli uomini. Uno si avventò contro di lei, ma un calcio tremendo al viso lo stese al suolo semisvenuto. Altri due attaccarono Bayliss, uno la bloccò da dietro, l’altro cercò di darle un pugno in pancia, ma Bayliss lo anticipò con un doppio calcio alle palle e al viso che lo scaraventò dall’altra parte della camera. Con un colpo di culo sbaragliò quello che la teneva da dietro e poi lo stese con un colpo di karate alla schiena.
Gli altri si rialzarono a fatica. Erano robusti, abituati a fare a botte, ma quella volta avevano trovato pane davvero duro per i loro denti, ammesso che ne avessero ancora!!
In due attaccarono Giusy, ma arretrarono subito, colpiti da due schiaffi potentissimi che avrebbero, se dati con la giusta forza, ucciso un toro. Ma Giusy voleva ancora divertirsi. Ne afferrò uno per la cravatta, lo sollevò di qualche centimetro da terra e lo scaraventò contro il muro, dove si afflosciò a terra. Intanto Bayliss stava completando la sua opera. Con una ginocchiata alle palle aveva inginocchiato uno dei tre, e ora gli aveva incastrato la faccia tra il muro e il suo poderoso culo. Giusy intanto chiudeva l’opera tempestando il terzo di terribili pugni a faccia e stomaco, finche non crollò a terra rantolante dal dolore. “Bayliss, dai lascialo andare” disse Giusy alla splendida nera che schiacciava il viso di uno dei tre contro il muro col culo.
“Sì, Giusy, aspetto che mi viene una… come si dice… scurogia?”
“Oddio una scoreggia delle tue?” disse Giusy. “Lo vuoi davvero uccidere? Lascialo andare”.
BROOOTTT!!! Le robuste natiche della splendida Bayliss partorirono una scoreggia tremenda che si infranse sul viso dell’uomo che le stava dietro, che con un “…ooooohhhhh…” sommesso scivolò a terra. “Fatto! Tutto right, Giusy”, disse Bayliss, con un sorriso splendido.
“E ora a te, porco”, disse Giusy, prendendo per la collottola il molestatore di Tania che si era rannicchiato su una poltrona. “Chiedi scusa a Tania, o Bayliss ti massacrerà e poi ti getterà a pezzi nella spazzatura!”.
L’uomo guardò con terrore la gigantesca nera le cui braccia, incrociate sull’enorme petto, sembravano due cosce bovine. Avvilito e rassegnato chiese scusa a Tania, che accettò le scuse con un sorriso sornione.
“Dimostragli che lo hai perdonato, Tania!” disse Giusy sempre stringendolo per il collo.
“Certo che ti perdono, porco!” BAM! Un calcio tremendo della piccola Tania devasta i genitali dell’uomo. “Ohhhhhh, le mie palle!” dice il porco. “Questo è per i due ragazzi che hai fatto massacrare”. BAM! Altro calcio poderoso in faccia. “E questo è per quello che mi hai fatto passare!” L’uomo si affloscia a terra piangendo dal dolore, mentre i suoi tre scagnozzi, devastati di botte, zoppicanti e insanguinati, lo rialzano e se lo portano via. “NON SI SALUTA?” Dice con voce imperiosa Giusy. Un coro sommesso di “buonasera” e “scusateci” esce dalle bocche distrutte dei quattro uomini, che da allora non molestarono più Tania, anzi non si videro più in città.
GIOVANNI