GIULIA By Krispin Ho cominciato a scrivere un'altra storiella assecondando le mie inclinazioni e le mie fantasie. Non so se andrò avanti e dove potrebbe portarmi, anche se il quadro che emerge è già chiaro ed è simile ad altri che ho già scritto: una donna dominata fisicamente e psicologicamente da una ragazza più forte di lei. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Krispin L'Incontro "Laura, questa è Giulia! Giulia, questa è...la mia bambina". Una "bambina" grande e grossa, pensò Giulia. Una "bambina" di 18 anni appena compiuti che di sicuro non passava inosservata. Laura era davvero una bella ragazzona. Aveva preso dalla madre Angela, l'ex moglie di Piero. Giulia l'aveva vista un paio di volte. Stessi capelli biondi tagliati corti. Stesso viso rotondo ma gradevole. Stesse spalle robuste, i seni grossi, pesanti ma alti e sodi, i fianchi larghi, le gambe potenti. Insomma: il classico tipo abbondante, pieno di curve, quel genere di donne che, sospirò Giulia, piacciono alla maggior parte degli uomini. L'esatto contrario di Giulia, che nonostante i suoi 40 anni sembrava ancora un'esile ragazzina: alta più o meno quanto Laura ma almeno 20 chili più leggera. I lunghi e ondulati capelli neri scendevano a incorniciare un viso aguzzo e adorabile, le spalle larghe e ossute, la braccia magre e leggermente muscolose, i seni piccoli ma deliziosi, la vita stretta, le lunghe gambe sottili. Laura sorrise e allungò la mano: "Ciao Giulia". La ragazza aveva una stretta vigorosa, anzi decisamente energica. "Chissà se riuscirà ad accettarmi" pensò Giulia. "Chissà cosa ci trova di eccitante papà in questo stecchino" pensò invece Laura, sorridendo e guardandola fissa negli occhi. La sfida Era stata dura, ma Giulia ce l'aveva fatta. Seminuda, sudata, seduta sulla panca dello spogliatoio ripensava alla partita di tennis appena giocata e vinta contro la figlia del suo uomo. Una vera battaglia. "So che fai sport, sei allenata e te la cavi bene con la racchetta - le aveva detto la 18enne - ti va una sfida?". In men che non si dica si era ritrovata in campo, ed era stata subito presa letteralmente a pallate dalla giovane rivale. Molto più agile, Giulia aveva senza dubbio più fiato di Laura, nonostante la differenza di età. Ma in quanto a potenza fisica non c'era paragone. Così la ragazza aveva subito preso il largo: 3-0, 4-1, con bordate alle quali la quarantenne spesso non riusciva a replicare. Poi, lentamente, la mora aveva trovato le contromisure. Correndo e lottando, ma soprattutto giocando con astuzia, era riuscita a scombinare le carte in campo e Laura aveva cominciato a sbagliare i colpi. Sempre di più. Insomma: alla fine Giulia l'aveva spuntata 7-5. Sulla rete, quando le aveva stretto la mano, Laura aveva sorriso ("voglio presto la rivincita") ma si vedeva molto bene che era addirittura furente. Non se l'aspettava proprio di perdere da quel fragile donnino e non riusciva a perdonarsi i propri errori. Sotto la doccia "M'insaponi la schiena?". "Certo! Poi tocca a te". Nude, sotto la doccia, il contrasto tra le due donne era ancora più evidente. Belle entrambe, ma così diverse. Una, la più giovane, robusta e femminile al tempo stesso. L'altra molto esile ma ugualmente affascinante. "Dovresti mettere un po' di ciccia su queste ossa" disse le ragazza mentre insaponava le scapole sporgenti della matrigna. Giulia non rispose. A lei il suo corpo piaceva così com'era e sapeva che a molti uomini era tutt'altro che indifferente. Mica tutti perdono la testa solo per le tettone, pensò. Ora erano una di fronte all'altra e Giulia non poteva fare a meno di fissare quasi ipnotizzata quel petto nudo così imponente. Fu un attimo, ma un brivido la percorse. Non poteva farci niente. Da sempre provava quelle sensazioni ogni volta che si trovava nuda vicino a una donna dai seni tanto grossi. Lei così magrolina. Si sentiva come insicura, inadeguata. Era una sorta di soggezione psicologica, di timore se non proprio di paura. Scacciò il pensiero. "Perché non vieni qualche volta in palestra con me? Ti farebbe bene irrobustirti un po'" le disse la ragazza. "Guarda che non sono mica una deboluccia - rispose sorridendo la donna -, comunque perché no. Tu ci vai spesso?". "Tre volte la settimana. E il sabato facciamo la lotta". "Cosa? La lotta? Stai scherzando vero". "Macché. E' divertente. Siamo una decina di donne di tutte le età. Ce ne sono anche un paio piuttosto smilze. Con quelle due forse potresti cavartela anche tu... Poi c'è mamma. Sì, spesso viene anche lei. E' molto forte. Io qualche volta riesco a contrastarla, ma non sempre. Uno stuzzicadenti come te con lei non avrebbe la minima possibilità" disse la ragazza mentre con uno sguardo ironico, di palese superiorità, percorreva dalla testa ai piedi il sottile corpo nudo di Giulia. Che in quel momento sentì forte, fortissimo l'impulso di reagire con violenza. Avrebbe voluto mollare una sberla a quella ragazzina così sfrontata e insolente. Ma si trattenne. Nuda, imponente, Laura emanava una sensazione di grande forza. Meglio evitare un confronto fisico, pensò Giulia, potrei uscirne con le ossa rotte. La sveglia A Giulia era sempre piaciuto poltrire un po' a letto al mattino. Specie in quelle giornate in cui il sole filtrava dalle finestre semichiuse. Era un'estate caldissima. Sdormicchiava con addosso solo una canottierina azzurra e le mutande dello stesso colore. Ancora un quarto d'ora, pensò. Ma all'improvviso Laura irruppe nella stanza. "Sveglia dormigliona! E' ora di alzarsi, su!". La ragazza si diresse alla finestra, alzò la tapparella e all'improvviso una luce intensissima aggredì gli occhi semichiusi della donna ancora sdraiata. "Accidenti - reagì Giulia stizzita - ma che ore sono? Starei volentieri un po' a letto". La reazione della ragazza fu rapida, violenta e inaspettata. Anche lei indossava solo gli slip e una canotta, bianca, tesa all'inverosimile da quei seni così voluminosi. Si avvicinò al letto, diede uno strattone al lenzuolo e con il viso a pochi centimetri dalla donna le urlò in faccia: "Senti, carina. C'è tutta la casa da pulire, poi c'è da andare a fare la spesa. Io ho appuntamento in palestra. Quindi sarà meglio che alzi in fretta il tuo culetto da lì!". Giulia rimase inebetita. Era la prima volta che la diciottenne la trattava in quel modo. Piero era partito per uno dei suoi lunghi viaggi di lavoro e le due donne avrebbero trascorso diversi giorni da sole in casa. Ma chi diavolo credeva di essere? All'improvviso smise di sbadigliare e decise che avrebbe reagito a tono: "Senti tu, ragazzina. Non ti permettere mai più di darmi ordini e di trattarmi in questo modo. Te lo dico una volta per tutte...". "Perché, in caso contrario cosa pensi di fare? Vorresti forse sculacciarmi?" fu la risposta sprezzante di Laura. Per alcuni interminabili secondi le due donne si guardarono intensamente negli occhi, misurandosi e sfidandosi, come due belve pronte alla lotta. Fu Giulia, alla fine, ad abbassare la testa. "Vabbè dai, lasciamo perdere". E fece per alzarsi. Ma la ragazza allungò il suo robusto braccio destro, strinse con la mano in una morsa il fragile collo della donna e la spinse giù, con violenza, mettendola di nuovo sdraiata. Giulia afferrò con entrambe le mani il polso della rivale, tentando freneticamente di liberarsi, ma senza successo. Reagiva, si dibatteva, ma nonostante tutti i suoi sforzi, Laura la teneva bloccata e lo faceva con apparente facilità. Ancora una volta fu lei la prima a parlare. "Lo vedi - disse - sei così debole che mi basta un braccio solo per tenerti a bada. Con l'altro potrei fare qualsiasi cosa" e fece l'atto di schiaffeggiare la donna stesa sul letto. Giulia istintivamente si bloccò e chiuse gli occhi. Si sentiva inerme, assolutamente incapace di reagire, di contrastare sul piano fisico quella ragazzona così robusta. Lo schiaffo non arrivò, ma fu ancora peggio. Con stupore e terrore, Giulia sentì la mano sinistra di Laura che si insinuava sotto la canottiera, percorreva lentamente l'esile corpo della donna, accarezzava i fianchi, la vita sottile, poi su, le costole sporgenti, sempre più su, piano piano, fino al piccolo seno destro. "Cosa fai, sei impazzita?" riuscì appena a dire la mora. Era terrorizzata. Ma la bionda ora non parlava più. Le accarezzava il seno, mentre con la mano destra continuava a inchiodarla al letto. Poi per alcuni istanti la strinse forte, fino a farle male. Quando la donna urlò dal dolore la ragazza all'improvviso mollò la presa, si alzò e rapidamente uscì dalla stanza. Sempre senza dire una parola. Priva di forze, impaurita, umiliata, violentata, Giulia si rannicchiò su se stessa e scoppiò in un pianto dirotto. (1 continua?) Per commenti, critiche, consigli, qualsiasi cosa: krispin21@gmail.com