Uno strano trans   Giulia stava rincasando come ogni sera quando usciva dal lavoro. 36 anni, fidanzata con un collega poco incline a considerarla, un impiego ben retribuito presso un centro di riabilitazione, non particolarmente bella (alta 1,75, ma piuttosto in carne, occhiali non attualissimi, capelli dal taglio sobrio ma bello, abbigliamento demodé). Quella sera percorreva come al solito il viale dietro casa sua, quando notò qualcosa di strano: da un'auto ferma lungo il marciapiede erano scesi due uomini, e la seguivano a breve distanza. Di solito poco incline a pensare al peggio, credé a qualcuno che faceva la sua stessa strada per caso, e proseguì tranquilla. Ma fatti pochi passi, si sentì afferrare da dietro e trascinare verso la macchina dai due uomini visti poco prima. Tentò di urlare, ma subito uno dei due gli tappò la bocca con un pezzo di carta. Impossibilitata a reagire, nonostante fosse robusta non era certo preparata a una simile aggressione. Quando i due delinquenti stavano per caricarla in macchina, con uno sforzo sovrumano Giulia puntò i piedi sullo sportello e, toltasi il foglio di carta dalla bocca, urlò aiuto due volte. Un'ombra si avvicinò di corsa nel buio; era una delle prostitute che la sera affollavano il viale, che con una mossa fulminea colpì quello che teneva ferma Giulia alla schiena, costringendolo a mollare la presa. "Maledetta puttana che vuoi?" Disse l'altro con uno strano accento, e mise mano al coltello. Ma la prostituta con un calcio alla mano lo disarmò, e poi ripeté la scena sulla faccia dell'uomo, spedendolo al tappeto. L'altro cercò di bloccarla, ma non ci riuscì, in quanto la donna gli sferrò una gomitata allo stomaco piegandolo in due, e poi una ginocchiata in faccia che lo stese al suolo. Quello che aveva preso i calci in faccia si rialzò sanguinante, e si gettò sulla prostituta, che fisicamente era incredibile: quasi un metro e 90, con una corporatura enorme e delle cosce muscolose oltremisura. Le mollò un pugno in pancia, ma evidentemente anche gli addominali della donna sapevano di palestra, in quanto a stento sentì il colpo. Il contrattacco fu sproporzionato: un calcio in pancia, uno in faccia, due schiaffi tremendi ridussero il malvivente a un manichino ubriaco che barcollava senza meta, poi si abbatté su una panchina di legno. L'altro la bloccò da dietro, ma Giulia restituì il favore alla sua soccorritrice, spezzando un'asse di legno sulla nuca dell'uomo, che barcollò e mollò la presa. Allora la prostituta si girò e con uno schiaffo pauroso spedì l'uomo contro l'automobile. Poi completò l'opera schiacciandogli lo sportello sulla mano con forza paurosa, che di sicuro gli frantumò le dita. "AAAHHHH........." fece il delinquente, e si inginocchiò al suolo con la mano insanguinata. Poi un altro calcio in faccia lo infilò del tutto sul sedile posteriore. Quello che era stato sbattuto sulla panchina, che poi era quello che aveva aggredito Giulia, ebbe lo stesso trattamento ma a calci nelle palle e fu infilato sui sedili anteriori. Entrambi erano svenuti, e Giulia e la prostituta si allontanarono. Giulia la invitò a casa sua per darsi una sistemata e per offrirle una cena per ringraziarla di averla salvata da chissà cosa quei due avrebbero voluto farle. Giunti a casa, la prostituta cominciò a svestirsi, e... TETTE FINTE su due enormi pettorali maschili glabri e dai grossi e turgidi capezzoli! Parrucca nera che nascondeva un taglio corto biondino, trucco a volontà sul viso liscio e rasatissimo. Cosce statuarie senza un pelo, natiche muscolosissime ben in vista per il perizoma nero, e soprattutto un PENE ENORME, 15\20 centimetri a riposo!!! "Ma... chi sei?" disse Giulia, trasecolata. "Scusami, in realtà sono un ragazzo, mi chiamo Valerio!" Valerio era lì, nudo davanti a lei: un metro e 90, quasi 100 chili di muscoli puri, 22 anni e da 2 sulla strada per guadagnarsi da vivere. Aveva lavorato in una fabbrica, ma al licenziamento si era trovato in quella buia situazione. In due anni aveva avuto decine di clienti, ma non si era mai lasciato penetrare, in quanto non era minimamente gay. Allora i suoi clienti, per lo più vecchi, si limitavano a tastare le tette finte o al massimo il culo, e raggiungevano l'orgasmo senza bisogno d'altro. "Lascia che ti massaggi, sei tesissimo", disse Giulia, e fattolo sedere cominciò a massaggiargli le enormi spalle. La mani di Giulia frementi di vero sesso scesero presto al petto, e cominciarono a lavorarsi i grossi capezzoli turgidi da culturista. Valerio si alzò, si girò e Giulia vide una tremenda asta di oltre 25 centimetri sporgere per metà dal perizoma nero. Si chinò, e prese a lavorare di bocca, poi in un attimo furono a letto, lei stesa e lui sopra. "Ooooohhhh, che mazza!" godeva Giulia, mentre Valerio le baciava con passione il collo e il viso. "Sssssììììììììì, aaaahhhhh come ho goduto mentre massacravi quei due, l'avevo capito che eri un uomo! Aaahhhhhh che calci alle palle gli hai dato, in quelle palline mosce che hanno tutti quelli come loro. Aaaahhhhhh le tue sono toooooste, sembrano palle da tennis! Aaaaahhhhh, che bello.....!" continuarono così a lungo, poi Giulia gli disse "Posso farti una richiesta?" "Si, tutto quello che vuoi!" "Dai Valerio, fammi sentire una bella scoreggia maschile, forte e profumata". Allora Valerio si alzò sulla ginocchia, spinse un po' il culo a destra e a sinistra, e poi rilasciò una scoreggia rumorosa che si sentì presto in tutta la sua fragranza. "MMMhhhhhh, che meraviglia, -disse Giulia col viso sul culo del ragazzo- e tutta per me!" "Ora fanne una tu, - disse Valerio- la gradirei tantissimo" Giulia si sedette sul letto, stette un po' ferma, poi si chinò di lato e emise a sua volta una scoreggia sonora e dall'inconfondibile odore. "Così mi piace" disse Valerio, e abbracciò con trasporto Giulia, che già toccava il suo decimo orgasmo della serata. GIOVANNI