Emma vs Ela 7 by krispin “Emma, perché?”. Era passato più di un mese dalla devastante sconfitta subita da Emma Peel contro Ela Weber. Lei e Steed non avevano più toccato l’argomento. Ma quel pomeriggio, ai bordi della piscina, lui le fece finalmente la domanda che voleva farle da tempo: “Emma, perché?”. Non ebbe bisogno di aggiungere altro. Lei capì subito cosa intendeva. Indossava un bikini bianco e blu che metteva in risalto il suo fisico alto e slanciato, quasi da adolescente. Era di nuovo in forma perfetta. Leggermente abbronzata, i lividi dei colpi subiti dall’amazzone tedesca erano scomparsi. Fissò il partner negli occhi e rispose: “Emma Peel non rifiuta mai una sfida”. Ma Steed ormai aveva passato il guado e non si sarebbe più fermato. Voleva capire perché Emma aveva accettato di lottare con una rivale così robusta, troppo forte per lei. “Tu lo sapevi – disse Steed – tu sapevi fin dall’inizio che questa volta non avevi speranze, che quella donna ti avrebbe battuta. E nonostante questo hai voluto affrontarla. Anzi, l’hai fatto proprio sul suo terreno preferito, quello della lotta corpo a corpo. Hai accettato tutte le sue richieste, perfino quella di combattere a seno nudo. Emma, perché?” ripetè per la terza volta. Emma prese ancora qualche istante. Poi, anziché rispondere, fu lei a rivolgergli una domanda. “Tu cos’hai provato in quei momenti, Steed?”. “Ho avuto paura Emma. Ho pensato che quella donna potesse farti del male, molto male. Ho temuto che ti provocasse danni fisici gravi, anche permanenti. Se solo avesse voluto, non avrebbe avuto alcun problema a farlo. Nelle sue mani eri come una fragile bambolina”. “E quando ti sei reso conto che invece il suo scopo era un altro, quando hai capito che quello che voleva era soprattutto umiliarmi, dimostrare a te e a tutti la sua forza e la mia debolezza? Che sensazioni hai provato?”. Steed non rispondeva. Allora Emma gli fece a sua volta la domanda che voleva fargli da tempo: “Ti è piaciuto? Dimmi la verità, Steed. Cos’hai realmente provato nel vedermi come un’inerme preda, sconfitta e indifesa tra le mani di quella donna. Ti sei eccitato?”. Finalmente Steed capì. In quelle domande c’era la risposta alla sua. Ecco perché Emma aveva voluto sottoporsi a quella prova, ecco perché aveva accettato quella lotta impari, già decisa in partenza. “Sì – ammise senza più freni – mi sono eccitato. Vedere Ela Weber che ti dominava fisicamente e psicologicamente, il suo splendido corpo così muscoloso e prorompente che schiacciava il tuo, altrettanto bello ma magro e gracile, fin quasi a farlo scomparire; quei seni enormi che opprimevano i tuoi, minuscoli; le sue braccia forti che inchiodavano inesorabilmente le tue; quelle cosce così potenti che ti stringevano in una morsa. In quegli attimi ho visto la mia donna, la mia dolce e fragile Emma, sottomessa, sconfitta. Non eri più l’Emma Peel sfrontata e sicura di sé, ma una donna spaurita e indifesa, dominata da una rivale grossa il doppio di lei. E io ti adoravo, ti amavo ancora di più. Sì, è stata l’esperienza forse più eccitante della mia vita. Non avrei mai voluto dirtelo Emma. Non l’avrei mai fatto. Non volevo ferire il tuo orgoglio. Ma tu me l’hai chiesto”. Steed pensò che a quel punto Emma avrebbe potuto anche voltarsi e andarsene, senza dire una parola, scomparire per sempre dalla sua vita. Era pronto ad accettarlo. Non avrebbe detto nulla. Non avrebbe reagito. Invece lei si alzò, gli si avvicinò, e dolcemente lo baciò sulle labbra. “Grazie – gli disse – grazie per non avermi mentito. Non l’avrei sopportato. Ero certa che ti fosse piaciuto. Ma volevo sentirmelo dire da te”. “E tu – replicò a quel punto Steed – Emma, tu che sensazioni hai provato?”. “Ero confusa Steed. Al di là del dolore e dell’umiliazione. Confusa. Una parte di me avrebbe voluto trovare chissà dove la forza che non avevo, per reagire, per lottare ancora, per battere in qualche modo quella donnaccia così volgare e arrogante che dopo avermi sconfitta e umiliata mi derideva sotto i tuoi occhi. Un’altra parte di me invece provava quasi… quasi un senso di piacere, di godimento. Steed: credo che in fondo l’idea di essere fisicamente dominata da un’altra donna abbia sempre fatto parte dei miei pensieri, forse perfino dei miei desideri. Anzi, ora ne sono certa”. Non parlarono più. Non ne ebbero bisogno. Si guardarono a lungo negli occhi. Poi si alzarono e mano nella mano raggiunsero la camera da letto e fecero l’amore. Lo fecero con una passione nuova. Lo fecero come non l’avevano mai fatto prima. Fine: commenti e critiche a krispin21@gmail.com