Emma vs Ela 3 by krispin “Naturalmente sarà un combattimento senza regole. A mani nude. E senza arbitro”. “Naturalmente” rispose Steed. Emma, seduta al suo fianco, sembrava assorta nei propri pensieri. Indossava un paio di pantaloni neri, attilatissimi, che fasciavano le sue gambe lunghe e snelle lasciando scoperte solo le caviglie, straordinariamente sottili. Il primo bottone aperto della camicetta bianca faceva intravedere l’attaccatura dei piccoli seni. Era come sempre incantevole, adorabile. Ancora una volta Steed pensò che le bastava un piccolo sapiente tocco di trucco per essere la donna più intrigante e affascinante che aveva mai incontrato. Fritz ed Ela Weber sedevano dall’altra parte del tavolo. Anche l’amazzone tedesca aveva scelto una camicia bianca, ma i suoi voluminosi seni la tendevano al punto tale che sembrava dovesse rompersi da un momento all’altro. Una corta gonna blu fasciava i larghi fianchi e lasciava scoperte due gambe altrettanto lunghe, ma molto più potenti e muscolose di quelle dell’inglese. “La stanza in cui si svolgerà l’incontro sarà chiusa. Solo la vincitrice potrà aprirla dall’interno. Cinque telecamere lo riprenderanno da ogni angolatura e noi potremo osservare il combattimento in diretta dai vari monitor nel locale a fianco” proseguì Fritz. “Avete scelto una stanza sufficientemente grande?” chiese Steed. “E’ un quadrato di 5 metri per 5” rispose l’agente tedesco. ‘Troppo piccolo’ pensò Steed, che sapeva perfettamente quanto gli spazi ristretti avrebbero favorito Ela, meno agile ma molto più forte fisicamente. Stava per obiettare, ma Emma lo bloccò: “Per me va bene”. “Per rendere lo spettacolo ancora più interessante – propose l’agente tedesco – Emma Peel ed Ela Weber dovrebbero combattere in bikini”. Steed guardò la sua partner che si limitò a un piccolo cenno di assenso e rispose: “Ok”. Fu a quel punto che la bionda amazzone pronunciò le sue prime parole. “Io metterò solo gli slip – disse con una voce calda, profonda, potente come il suo corpo – di solito preferisco non indossare il reggiseno”. Ci fu qualche attimo di silenzio. Ela guardava Emma intensamente. Le aveva lanciato la sfida. L’agente inglese istintivamente fissò per qualche attimo l’immenso petto della rivale, poi ricambiò lo sguardo e decise di raccogliere la provocazione: “Anche per me va bene: niente reggiseno” si limitò a rispondere. Steed non capiva. C’era qualcosa di strano nel comportamento della sua partner. Certo combattere a petto nudo non avrebbe cambiato le sorti del match. Ma nel confronto, la maggiore prestanza fisica della tedesca sarebbe stata fin dall’inizio ancora più evidente. E almeno psicologicamente Emma stava dando un altro vantaggio alla rivale. Certo se ne rendeva conto. Sembrava quasi farlo apposta. “Bene – disse ancora Fritz – direi che a questo punto non c’è più nulla da discutere. Il combattimento si farà domani sera alle 21”.