DOMINAZIONE MORTALE Sesto episodio di Davidmuscolo Terminai di spogliarmi, sotto lo sguardo di Rachel Fink, della donna che era diventata la mia padrona. Uno sguardo che sembrava compiaciuto, forse per la mia erezione, forse per il mio fisico atletico, forse per la consapevolezza di avermi ormai in suo potere o forse chissa', per tutte e tre le cose. Mi ordino' di toglierle anche il meraviglioso completino intimo e mi inginocchiai per sfilarle il minuscolo slippino e poi mi ordino' di tornare di fronte a lei. Inizio' di nuovo a baciarmi e mi chiese di slacciarle il reggiseno, cosa che feci con maestria facendolo scivolare a terra " Toccali, Benjamin. Senti quanto sono duri. E baciali" Si, erano bellissimi e duri, perfetti nella loro simmetria e nel rapporto col fisico statuario che possedeva. Li baciai, come mi aveva ordinato e la sentii fremere. La donna apparentemente gelida stava lasciando il posto alla piu' focosa delle amanti. Ricominciammo a baciarci e rotolammo sopra il letto. La mia erezione spingeva sul suo corpo meraviglioso, dimostrandole, semmai ce ne fosse ancora bisogno, il mio desiderio nei suoi confronti. Non era facile rimanere fermo mentre lei mi toccava il petto vogliosa. Avrei voluto stringerla tra le mie braccia, toccarla anch'io, ma mi attenni scrupolosamente ai suoi ordini e scoprii che era bellissimo. Ero sempre stato abituato a gestire io il rapporto sessuale con le donne che avevo avuto e quella sensazione di dipendenza era strana ma eccitante in misura ancora maggiore. Lei si mise sopra di me e fermo' i miei polsi con le sue mani ferree quindi afferro' il mio menbro ormai alla sua massima erezione e lo mise dentro di lei, facendomi sussultare dal piacere " Oh mio Dio" gemetti "E' bellissimo, padrona. E' questa la bellezza della sottomissione?" " No Benjamin. Questo � solo sesso. Un sesso particolare che ti eccitera' oltre ogni immaginazione, ma non e' questa la vera grande meraviglia di essere sottomesso ad una donna. Questa e' soltanto la parte piu' evidente, ma la vera bellezza sta nell'eccitazione mentale che e' praticamente continua ed e' ancora maggiore nell'attesa, nella speranza. Lo capirai meglio in seguito, Benjamin, adesso godi dell'eccitazione fisica e soprattutto dimostrati degno della tua padrona e ricordati che il tuo piacere sta nel mio piacere mentre il tuo viene solo di conseguenza. Piu' sara' grande il mio piacere e piu' tu sarai soddisfatto. E' questa la legge di un rapporto del genere" Potevo cominciare a capirlo. Non ero mai stato un amante egoista e una delle mie preoccupazioni maggiori stava nel fare in modo che le mie donne provassero piacere nel rapporto sessuale e quindi mi preoccupavo molto di loro, stavo attento a certi piccoli particolari ed ero aiutato in questo da una certa predisposizione. Possedevo un'eiaculazione abbastanza ritardata che mi faceva considerare un ottimo amante ed io ne ero fiero. Ma esserne fiero era semplicemente una forma nascosta di egoismo, di un tipico narcisismo maschile che mi faceva pensare di aver soddisfatto la donna di turno e che potevo considerarmi quindi un ottimo amante. Ma in quel momento, tutto era diverso dentro di me. Mentre Rachel Fink muoveva abilmente il suo bacino sopra di me, la mia unica preoccupazione era quella di cercare di soddisfare quella splendida creatura al di la' del mio godimento, anche se questo era ovviamente conseguenziale. Si, era pazzesco. La mia padrona si muoveva lentamente, forse per assaporare meglio il mio sesso, rallentando la fuoriuscita del mio sperma in modo sapiente. Era un amante eccezionale ed ogni paragone con le donne avute in precedenza era ridicolo. Ogni tanto si abbassava per cercare la mia bocca e, in quei frangenti, i suoi movimenti erano quasi nulli poi ricominciava, sempre lentamente ed ogni volta che il mio pene era completamente inghiottito dal suo sesso era l'apoteosi. Avrei voluto che quei meravigliosi momenti non terminassero mai, avrei voluto che lei, la bella Rachel, la straordinaria donna che mi stava manovrando a suo uso e consumo, non smettesse mai di godere di me e mi sentivo stranamente felice che fossi proprio io a donarle quel piacere. Per quanto assurdo potesse essere, malgrado fossi io ad entrare in lei, era lei a possedere me. La sua superiorita' aveva intaccato il mio stesso essere e vedevo quella creatura come una vera Dea scesa dall'Olimpo solo per me e, senza essere blasfemo, guardandola mi immaginavo come Abramo al quale l'Onnipotente aveva regalato la visione della Sua figura. E Rachel Fink era una Dea terrena che mi stava regalando la piu' grande emozione della mia vita " Ora Benjamin. Fammi sentire tutto te stesso. Inondami del tuo seme, della tua fertilita'. Donati completamente alla tua padrona. Adesso Benjamin, insieme a me. Te lo ordino" Chiusi gli occhi per un istante e poi li riaprii per regalarmi la visione del suo busto, con quel seno che nemmeno uno scultore, forse nemmeno Michelangelo in persona, avrebbe potuto creare cosi' bello e del suo bellissimo volto mentre si mordicchiava in modo estremamente femminile e umano il labbro inferiore " Si, mia padrona" riuscii a dire semplicemente e mi abbandonai all'estasi. Sussultai dentro di lei, pregando il cielo che lei potesse apprezzare il mio operato. Volevo solo quello e assurdamente non mi interessava del mio godimento. Ma la Dea voleva regalarmi anche quel piacere " Bene, cosi', Benjamin. Godi anche tu. Anche tu, anche tu......." Si, godetti! Ma non come un uomo che fa sesso, sia pure in modo meraviglioso. Era una sensazione strana, assurda, mai provata in precedenza. Avevo terminato, il mio seme era entrato in lei, come mi aveva ordinato, ma non avevo terminato la mia estasi. Continuavo a tremare, con gli occhi semichiusi e con la paura enorme che lei potesse non essere soddisfatta. Cosa sarebbe accaduto in un caso del genere? Quale sarebbe stato il comportamento che una donna come Rachel Fink avrebbe avuto in un caso del genere? Mi avrebbe semplicemente rimproverato? O mi avrebbe picchiato? O, peggio ancora, mi avrebbe allontanato dalla sua vita per sempre? Ecco cosa intendeva quando diceva che il suo godimento veniva prima. Io avevo avuto il piu' straordinario momento della mia vita, ma ero li' in attesa spasmodica di una sua parola, un suo cenno di consenso che non arrivava e solo questo contava per me. Avrei potuto anche non godere, non me ne sarebbe importato niente e l'unico mio desiderio era che lei fosse soddisfatta di me. Mio Dio, cosa mi stava accadendo? Ero pronto a subire tutto. Avrei accettato un suo rimprovero a testa china, magari con le lacrime agli occhi, avrei accettato anche le sue percosse, con la consapevolezza che nulla avrei potuto fare contro di lei, contro un essere che mi aveva dimostrato di essere infinitamente piu' forte di me, ma non avrei potuto accettare che lei mi escludesse dalla sua vita. Non dopo averla incontrata. Non dopo aver provato il piacere di essere completamente subordinato al suo volere, di aver trovato un nuovo modo di amare una donna, in modo totale, assurdamente diverso da quelli che erano stati i miei comportamenti con l'altro sesso fino a quel momento. Ma Rachel Fink non parlava e il suo bel volto era privo di espressione. Una sfinge o, piu' modernamente, una faccia da poker. Dentro di me mi dicevo che l'avevo vista godere, apprezzare il sesso che avevamo fatto, ma non potevo esserne sicuro al 100%. Lei si tolse da sopra di me, facendo scivolare il mio pene, ancora incredibilmente semi turgido, fuori dal suo sesso e si alzo' dal letto. Il mio tremore era ancora forte. Una tensione indicibile, un'attesa crudele che la mia padrona non sembrava volesse far terminare. Con l'indice mi fece segno di alzarmi e di venire di fronte a lei. Finalmente, a piedi nudi, potevo ammirarla stando alla sua altezza. Un'altezza imponente ugualmente. Mi afferro' per il mento, in quella che lei aveva chiamato una il giorno precedente, mentre mi spiegava i particolari del suo rapporto con suo marito. Ed era assolutamente vero. Mi stringeva poco, ma tanto bastava per farmi sentire completamente nelle sue mani, ben sapendo cosa fossero in grado di fare quelle mani lunghe e affusolate, quanta potenza ci fosse in ognuno dei suoi muscoli, quanta velocita' sprigionasse quel corpo stratosferico " A cosa stai pensando Benjamin?" " Che e' stato meraviglioso, padrona. Per me e' stato bellissimo, tanto bello che non riesco a trovare le parole" " Lo immagino, Benjamin. Anzi, lo so. Ma non era questa la risposta che mi attendevo. Perche' io so che stai pensando anche ad altre cose. Non leggo nel pensiero, stai tranquillo, ancora non ho queste capacita', ma conosco l'animo umano e soprattutto conosco gli uomini. Avanti Ben, chiedimi se io sono rimasta soddisfatta di te" Rimasi di stucco, con la bocca aperta. Dunque, non potevo nascondere nulla delle mie sensazioni? Rachel Fink, malgrado quello che mi aveva appena detto, era in grado di leggermi nella mente o comunque di captare ogni mia sensazione, ogni piccolo pensiero. Se gia' non mi fossi trovato nudo al suo cospetto potevo tranquillamente asserire di sentirmi nudo di fronte a lei. E lo ero anche quando ero completamente vestito " Io, io....Lei..." balbettai e deglutii nervosamente. Poi ricominciai, cercando di trovare le parole giuste per poter assemblare una frase comprensibile "Non per me stesso, padrona. Non per me. Non c'entra niente l'orgoglio maschile in quello che provo. E' una sensazione diversa. Io ho paura che lei...." Rachel Fink sorrise compiaciuta " Ho capito Benjamin, ho capito. Avresti lo stesso timore in qualunque altra occasione. Aspetteresti il mio giudizio con impazienza perche' sapresti che da questo dipende il tuo futuro, non e' cosi'? " Si padrona, e' esattamente cosi'" annuii "Per qualunque altra cosa la mia attesa sarebbe spasmodica " E' esattamente quello che devi provare in questi frangenti. Non ha importanza che sia stato il sesso o altro, che so, prepararmi la cena. Dal mio giudizio dipende la tua vita" " E' incredibile ma e' cosi'" Mi interruppe " Ti piacerebbe cucinare per me e servirmi?" Non avevo mai pensato ad una simile eventualita'. Avevo preparato la cena e servito diverse donne, ma sempre con l'intenzione di sedurle e c'era ben poco di sottomesso in quello che facevo. Ma per lei....Si, l'avrei fatto, l'avrei servita e avrei atteso con trepidazione il suo giudizio nello stesso modo in cui in quel momento l'attendevo per la mia prestazione sessuale. Ecco la differenza! " Si, mia padrona, si. Mille volte si, un milione di volte si" Lei tolse la mano dal mio mento e mi fece una carezza " In ginocchio" mi ordino' improvvisamente. Le obbedii immediatamente. Ormai la mia volonta' era completamente annullata o forse era proprio quello che desideravo? Mi sentivo stranamente a mio agio in quella posizione subordinata, riconoscendo in tal modo la superiorita' indiscussa e indiscutibile di quella straordinaria donna. Rachel Fink mi accarezzo' i capelli. Una carezza dolce che mi fece venire i brividi. " Ho avuto un ottimo orgasmo, Benjamin. Sei stato un buon amante sottomesso. Mi piace fare sesso con gli uomini che si sottomettono a me, adoro vedere nei vostri occhi la piu' completa adorazione per me, ma questo non era un esame particolare. Gli esami saranno continui per te e dovrai meritarti la mia dominazione ogni volta. Tu adesso mi appartieni e questo ti fara' felice, ma sei sempre libero di andartene se e quando lo riterrai opportuno, ma finche' resterai, fino a che accetterai tutto questo, io faro' di te quello che voglio. Potro' sfruttarti per il sesso, potro' pretendere qualunque cosa mi faccia piacere, potro' anche picchiarti se lo riterro' opportuno. Non lo faro' per mio piacere. Consideralo come una necessita' per la tua educazione, per farti diventare un vero sottomesso. Come gia' ti ho premesso, non ti picchiero' a sangue. Non provo un piacere particolare a picchiare un uomo. La mia superiorita' fisica e' talmente evidente che non dovrei nemmeno sforzarmi tanto. Potrei farti fare quello che voglio con la violenza ma preferisco che tu mi obbedisca per il tuo piacere, ma dovrai avere abbastanza paura per tremare al mio cospetto e per fare in modo che la prossima volta tu ti debba comportare in maniera diversa e non commettere mai piu' l'errore che mi ha portato ad avere quel tipo di reazione. Imparerai tutto Benjamin. Sei intelligente e scommetto che non sara' un'educazione lunga. E' tutto chiaro?" " Si padrona. E' tutto chiaro. Non conosco i miei limiti, non posso conoscerli, ma posso assicurarle che faro' del tutto per rimanere nelle sue grazie. Perche' io mi sono accorto di amarla e so che non potro' piu' vivere senza di lei. Si, la amo, padrona. Forse lei non ci credera' che mi sia potuto capitare in appena due giorni, eppure e' cosi'. E ha ragione lei, ancora una volta. Non e' solo per la sua bellezza, anche se considerarla la donna piu' bella che io abbia mai incontrato e' quasi scontato. E' per tutto il resto, e' perche' accanto a lei io sono felice, assurdamente felice di poterle obbedire. Forse faro' degli errori, padrona. E' inevitabile che io li faccia considerando la mia inesperienza e le chiedo umilmente di poter tollerare quegli eventuali errori dandomi un'altra possibilita'" Alzai la testa cercando lo sguardo di Rachel Fink che mi sorrise dolcemente " Non e' assurdo che tu possa amarmi, Benjamin. Il fatto stesso che tu ti sia sottomesso ai miei voleri dimostra questo tuo amore. La sottomissione e' soltanto uno straordinaria dimostrazione di amore incondizionato. Come mi ha amata Jacob, ad esempio. O come mi ama Samuel" Ebbi un sussulto " Anche l'avvocato e'....." " Anche lui e' un mio sottomesso, ma so che tu l'avevi capito. Non te ne devi dispiacere. Fa parte del mio potere avere quanti uomini io voglia e questa e' la prima cosa che devi accettare. Ora basta parlare di questi argomenti. Accendimi una sigaretta. Ho fatto del buon sesso e voglio fumare" Afferrai il porta sigarette sul comodino e le offrii una sigaretta accendendogliela con l'accendino d'oro massiccio, mentre lei si rimise seduta sul bordo del letto accavallando le lunghissime gambe "Prendi anche un portacenere e rimani in ginocchio fino a che io non ho terminato di fumare. Ricordati di farlo sempre se non vuoi incorrere in una mia punizione. E' chiaro?" " Si padrona" risposi nel modo umile che mi competeva, anche se non riuscivo a togliermi dalla mente l'immagine di lei con Samuel Clark. Dio quanto lo odiavo. Avevo sempre sospettato che ci fosse un rapporto speciale tra loro ma adesso la consapevolezza che quel rapporto esisteva mi faceva star male. Rachel Fink mi osservava mentre fumava con la sua solita sensualita'. Sapevo che stava valutando le mie reazioni. Se io avessi accettato che lei potesse avere qualunque altro uomo, ero definitivamente sottomesso ai suoi voleri. No, non volevo. Non avrei voluto dividerla con nessun altro, ma ormai era troppo tardi. Il suo sguardo annullava la mia volonta' e questa volta era contro i miei stessi desideri. Se lei voleva, se la mia padrona lo desiderava, io dovevo accettare tutto, anche un altro uomo, anche mille altri uomini, purche' tra quei mille ci fossi io. Non dissi nulla ed attesi pazientemente che lei terminasse di fumare, ammirando per l'ennesima volta quei gesti lenti e sensuali, per nulla in imbarazzo della sua completa nudita' mentre io mi vergognavo come un ladro nel vedere il mio pene che acquistava di nuovo turgidita' al suo cospetto. Termino' la sigaretta e si alzo', ordinandomi di vestirmi. Lei fece altrettanto e, mentre io mi rimettevo i miei abiti, l'ammiravo per l'ennesima volta. Non mi sarei mai stancato della sua visione. Ci misi pochi minuti per rivestirmi, mentre lei indugio' su ogni particolare, sistamandosi la sua camicetta e la sua gonna, poi ordinandomi di infilarle le scarpe, cosa che feci con grande piacere. Si mise quindi seduta dinanzi al grande specchio posto accanto al letto per rifarsi il trucco e finalmente era pronta. Meravigliosa! " Ora vai. Quando mi servirai, ti telefonero' e tu accorrerai immediatamente, qualunque cosa tu stia facendo" La guardai quasi supplicandola " Posso rimanere ancora un po' con lei, padrona? Posso inventare una scusa col capitano. Non mi mandi via" Lei sorrise dolcemente. Mi afferro' le mani e poi improvvisamente il suo sguardo muto' diventando duro e contemporaneamente sentii un dolore immenso. Le sue mani ferree stringevano inesorabilmente le mie costringendomi a piegarmi. La sua forza era enorme, la sua potenza immane ed io troppo debole per oppormi al suo strapotere. Urlai dal dolore ma non aveva terminato. Lascio' la mia mano sinistra che teneva con la sua destra e mi colpi' con uno schiaffo tremendo. Il contraccolpo fu per me incredibile. Nella mia carriera di poliziotto avevo subito pugni, calci e mille altre cose ancora e avevo sempre assorbito il tutto. Quello schiaffo invece.....Mi fece quasi volare e indietreggiai solo di un paio di metri perche' andai quasi a schiantarmi contro il muro. Scivolai miseramente a terra e la mia padrona alzo' la gamba pericolosamente. Aveva di nuovo ai suoi piedi le scarpe col tacco a spillo che erano una vera e propria arma. Rabbrividii. Avevo paura di lei e questo timore me la faceva amare ancora di piu'. Perche'? Non capivo. Quale strano meccanismo si era instaurato in me? La gamba era intanto rimasta sospesa a qualche centimetro da me e poi si poso' sulla mia guancia " Non azzardarti mai piu' a contestare una mia decisione. Se io ti ordino di andartene, tu te ne vai immediatamente" Avevo gli occhi colmi di lacrime. Dell'uomo sicuro di se, del poliziotto senza macchia e senza paura non era rimasto niente. Ero un burattino nelle sue potenti mani. Era questo quello che ero diventato in pochissimo tempo " Non lo faro' mai piu' padrona. Mi perdoni" le dissi baciando il suo piede e pentendomene immediatamente dopo. Non mi aveva dato l'ordine di farlo ma non ebbi ripercussioni. Mi fece cenno di rialzarmi e lo feci massaggiandomi la mano che mi aveva appena stretto. Era indolenzita e la testa mi girava per lo schiaffo ricevuto e questo mi dava un'ulteriore dimostrazione della sua potenza " Ti perdono ma questo ti serva da lezione" " Grazie, mia padrona" feci inginocchiandomi. Lei mi fece rialzare e mi accarezzo' lievemente. Sapeva essere estremamente dolce ed il mio cuore sobbalzo' pieno d'amore. Stavo cominciando a capire quale fosse il suo tipo di dominazione. Era severa e non accettava che si potesse mettere in discussione un suo ordine, ma aveva slanci di tenerezza che mi facevano pensare che forse anche lei potesse provare qualcosa nei miei confronti " Vai in bagno a lavarti il viso. Ti esce sangue dalla bocca. A che ora termini il servizio stasera?" " Intorno alle 19, padrona. Se non c'e' nessun omicidio che mi costringa a fare gli straordinari. Gli orari dei poliziotti sono molto flessibili" " Lo so e quindi per te faro' delle eccezioni. Ti voglio a casa mia stasera appena avrai terminato il servizio ma non prima delle 19. Se avessi qualche problema mi telefonerai per avvertirmi. Ma bada bene, Benjamin. Se io dovessi scoprire che hai inventato una scusa per non rispettare un mio appuntamento, io ti verro' a cercare e ti faro' pentire amaramente della tua disobbedienza. So che non lo farai, ma e' meglio avvertirti che il rischio al quale andresti incontro sara' il non rivedermi mai piu'. E questo tu non lo vuoi, vero?" " No padrona, non correro' mai un rischio del genere" Rachel Fink apparve soddisfatta della mia risposta e mi fece cenno di seguirla in bagno dove cercai di limitare la fuoriuscita del sangue. Era stato uno schiaffo tremendo ma il taglio era dovuto probabilmente ad uno dei suoi anelli. Mi porse delle salviettine e ne tenni una sull'angolo della bocca, sulla mia ferita e quindi uscimmo dal bagno, situato all'interno della sua camera da letto. Prima di uscire dalla sua stanza, si giro' sorridendo verso di me " Quindi, possiamo considerare conclusa la tua piccola indagine sulla morte di mio marito?" " Si padrona. Non ci sono prove contro di lei e se anche ci fossero, io non sarei in grado di essere obiettivo" " Sai Benjamin, di solito nei films i delitti perfetti vengono scoperti per una sciocchezza, per un nonnulla, ma nella realta' ce ne sono tanti di omicidi che non vengono mai scoperti" " Cosa intende dire?" " Sai, devo dire che sono rimasta un po'delusa da te. Pensavo che avresti capito che in realta' io avrei potuto uccidere Jacob. O forse il tuo amore per me ti ha confuso le idee?" " Io....Io non capisco" " Eppure e' molto semplice. Jacob e' morto a causa di un infarto dovuto al suo cuore malandato. Aveva avuto una miocardite che non gli era stata mai scoperta. Non e' cosi'?" " Ma....io non le avevo mai parlato di miocardite. Come fa a saperlo?" " Oh andiamo. Ti ho detto che ho delle conoscenze molto in alto e sono stata avvertita immediatamente. Il sindaco in persona ha telefonato al tuo capitano che si e' messo in contatto col medico legale e poi mi ha riferito tutto. Ma ammettiamo che io sapessi gia' da tempo che Jacob aveva avuto una miocardite. Non l'hai considerato?" Rimasi spiazzato. No, non l'avevo messo in preventivo. O meglio, l'ipotesi che mi ero fatta era esattamente contraria e verteva sul fatto che lei non poteva saperlo in quanto la miocardite spesso non si manifesta " Che cosa sta cercando di dirmi, padrona?" " Che in realta' io avrei potuto uccidere Jacob anche se in modo non tradizionale. Sono un medico, Benjamin, e avrei potuto benissimo accorgermi del suo problema al miocardio" " Ma lei lo sapeva?" Rachel Fink sorrise a trentadue denti " E chi puo' saperlo? Solo io e il povero Jacob. Ma continuiamo con le ipotesi. Avendo saputo della miocardite, se io l'avessi voluto morto non lo avrei curato. Mio marito accettava tutto quello che gli dicevo e se gli avessi detto di prendersi un altro medicinale al posto dell'antibiotico necessario per curare la miocardite, lui l'avrebbe fatto, con il risultato di peggiorare di molto le sue condizioni. A quel punto, mi sarebbe bastato far trascorrere il tempo necessario a far peggiorare il suo stato di salute e procurargli una grossa emozione. Mi hai visto con la tuta in lattice? Sai quanto gli piacevo vestita in quel modo? No, forse non puoi nemmeno immaginarlo. Tremava di desiderio al mio cospetto e la sua eta' non era piu' giovanissima. Aggiungi il suo cuore malandato e voila', ecco il delitto perfetto" Ero costernato. Si, poteva essere andata in quel modo ma non ci avevo pensato. Io, Benjamin Bravermann, considerato uno dei piu' abili detectives della omicidi di San Francisco non avevo preso in considerazione una delle possibilita' piu' semplici che si prospettavano " Perche' mi dice questo? Perche' mi sta facendo capire che lei potrebbe essere un'assassina senza scrupoli?" " E' soltanto una ipotesi che rimarra' tra me e te. Sara' il nostro segreto e tu non ne farai parola con nessuno perche' io te lo ordino" " E se qualcun altro dovesse avere questo tipo di sospetto?" " Sei tu l'incaricato dell'indagine, Benjamin e tu farai silenzio. La tua indagine si e' conclusa in questo preciso momento. Io saro' la bella vedova, ricchissima e vogliosa di divertirsi e tu ormai sei solo uno dei miei sottomessi che non si azzardera' a dire nulla a riguardo. Perche' tu, vuoi continuare ad esserlo, non e' vero?" " Si, certo. Lo voglio con tutto me stesso" Rachel Fink poso' le sue bellissime labbra sulle mie. Ero completamente perso dalla sua straordinaria sensualita' " E allora ricordati, Benjamin. Sara' il nostro segreto. Ora vai. Ti congedo e ti attendo alle 19. Ci saranno delle sorprese per te. La tua educazione sta per avere inizio" Chinai il capo ai suoi voleri ed uscii dalla camera da letto, da quella camera che mi aveva visto felice come non mai ma, mentre mi stavo avviando sentii la sua voce " Benjamin" Mi voltai speranzoso. Forse voleva tenermi con se, voleva far di nuovo l'amore ed io avrei potuto sottomettermi ai suoi voleri, baciarle quei piedi deliziosi e letali e quelle labbra che mi facevano venire i brividi " Si, padrona" " Hai una donna Benjamin, non e' vero?" Megan! Mi ero completamente dimenticato di lei " Io....io, si, padrona" " Oh, non ha importanza. La lascerai immediatamente senza rivederla. Tu mi appartieni ed io non divido le mie cose con nessuno" " Si padrona, faro' come dice lei" risposi senza nemmeno rifletterci. D'altronde, se anche lei me l'avesse concesso, rimanere con Megan sarebbe stato assurdo. Per me Megan, che tanto amavo fino a due giorni prima, era diventata una perfetta estranea. L'amore vero era Rachel, era quella sensazione impagabile che avevo al solo pensare a lei. Era forse quella la continua eccitazione mentale di cui parlava la mia padrona? Quell'eccitazione che si puo' provare solamente sottomettendosi ad un altro essere umano? Non ero ancora in grado di trovare una risposta precisa, ma dentro di me io sapevo che quello che stavo provando in quel momento esulava da qualsiasi logica. Uscii da casa Fink guardandomi indietro ma lei era scomparsa dalla mia vista. Scesi lo scalino della villa e mi avviai verso la mia macchina con mille domande. Aveva ucciso lei Jacob Fink? Lo aveva ucciso con la sua bellezza e con la sua dominanza senza usare l'immensa forza fisica che possedeva? Non potevo saperlo e lei non me lo avrebbe mai detto. Aveva voluto appositamente lasciarmi col dubbio, ben sapendo che io avrei accettato qualsiasi cosa, anche l'ipotesi che lei potesse essere un'assassina. Forse me lo aveva confidato proprio quando aveva capito che io ero in suo potere. Ma ormai, che importanza poteva avere? Mi veniva in mente anche un'altra ipotesi talmente assurda che forse poteva essere vera. Rachel Fink mi aveva dato l'impressione da subito di nutrire davvero un certo affetto nei confronti del marito e forse aveva ipotizzato la possibilita' di essere lei l'assassina per mettermi in guardia, per avvertirmi che lei dei suoi sottomessi ci faceva qualsiasi cosa, anche ucciderli se lo riteneva opportuno. Ad ogni modo, sia che Rachel Fink lo avesse ucciso di proposito o che si fosse trattato di un incidente dovuto al suo cuore malandato, Jacob Fink era morto a causa della dominazione di sua moglie. Una vera e propria dominazione mortale, anche se le percosse non c'entravano nulla. Qualunque fosse la verita', a me non importava nulla. Per la prima volta nella mia carriera di poliziotto non avevo nessun interesse a scoprire cosa si celava all'interno della casa della vittima. Per me Rachel Fink non era piu' una sospettata ma la donna che amavo, la donna che avrei voluto servire e riverire per il resto della mia vita, la mia padrona. Montai in macchina e guardai l'orologio. Erano ormai le 17. Erano trascorse due ore da quando avevo fatto l'ingresso in quella villa e tutto era cambiato. Io ero cambiato. Ripercorsi la strada per uscire dal cancello della villa dove giornalisti e fotografi erano ancora accalcati alla ricerca di uno scoop o di una foto della bellissima vedova. Al mio arrivo il cancello si apri' e potei uscire. Percorsi solo poche centinaia di metri e poi mi fermai. Ero troppo confuso per tornare in ufficio. Dovevo fare un paio di telefonate, una a Megan per avvertirla che la nostra relazione era da considerarsi conclusa ed un'altra proprio al mio ufficio per dire che non avrei fatto ritorno, ma prima di farle mi rilassai stendendomi sul sedile della mia auto e chiusi gli occhi. Dovevo far trascorrere due ore e poi l'avrei rivista, avrei rivisto la donna che stava per cambiare la mia vita e un sorriso mi si dipinse sul volto. Un sorriso che si allargo' sempre di piu'. Ero felice. Non sapevo quanto potesse durare ma ero felice e il cuore mi batteva fortemente nel petto. Sapevo che quella che mi accingevo a percorrere era una strada piena di insidie e di difficolta'. Non sarebbe stato facile per un uomo come me, un uomo abituato a comandare soprattutto in una relazione sentimentale, adeguarmi alla nuova situazione, adeguarmi ad una donna che mi avrebbe fatto tremare con il solo sguardo, che mi avrebbe fatto sospirare per una tenerezza, che avrei dovuto dividere addirittura con altri uomini, infinitamente piu' forte di me tanto da potermi uccidere a mani nude, ma lo volevo fortemente e non vedevo l'ora di sentire di nuovo sulla mia pelle la sua autorita', di bearmi della sua intelligenza straordinaria e persino di ammirarla quando con la sua forza e la sua bravura mi faceva sentire infinitamente piccolo e insignificante. Si, era una donna da adorare ed io mi apprestavo a farlo, conscio che quelle difficolta' alle quali accennavo sarebbero state ricompensate da quella sensazione straordinaria che ancora mi pervadeva; la sensazione di essere sottomesso ad una donna. Non avrei mai immaginato di poter desiderare con tutto me stesso una tale situazione, ma non avevo mai conosciuto prima una donna come Rachel Fink. Si, con lei tutto questo era automatico, con lei era quasi scontato accettarla come essere superiore. Come padrona. Ormai non mi faceva piu' paura quella parola e la ripetei a voce alta all'interno della mia macchina, liberandomi definitivamente dalla paura per quella parola che nascondeva chissa' quali timori e invece poteva essere anche bellissima. Si, consideravo la meravigliosa Rachel Fink come mia padrona indiscussa e ne ero felice e turbato al contempo. Sprofondai definitivamente sul sedile della macchina. Aveva vinto lei. Mi aveva adocchiato fin dall'inizio, aveva osservato tutti i miei turbamenti, aveva captato le mie sensazioni e aveva deciso che sarei diventato il suo sottomesso. Non usava la parola schiavo e di questo le ero grata in quanto regalava dignita' al mio ruolo. Aveva vinto lei ma avevo vinto anch'io perche' avevo potuto godere le delizie della sottomissione e quell'eterna eccitazione mentale che accompagna questo ruolo, proprio come lei mi aveva anticipato. Adesso ne ero convinto, ne ero fermamente convinto e riguardai l'orologio. Erano le 17.30 e tra poco l'avrei rivista, avrei rivisto Rachel Fink, la mia padrona. Una padrona che forse poteva essere un'assassina senza scrupoli. Alzai le spalle. Fosse pure il diavolo in persona, io le appartenevo ed ero felice. Solo questo contava. La mia vita era cambiata e non sarebbe mai stata piu' la stessa. FINE SETTIMA E ULTIMA PUNTATA Per i vostri commenti inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it