DOMINAZIONE MORTALE Quinto episodio di Davidmuscolo Rachel Fink era intenta ad osservarmi silenziosa mentre, con fare nervoso a causa della lezione appena ricevuta, cercavo di abbottonarmi la camicia che avevo appena raccolto dal tatami. Mi chiedevo in che modo lei mi considerasse. Mi ero fatto battere in pochi secondi, mi aveva praticamente ridicolizzato giocando con la sua superiorita' ma era anche vero che, come me, qualsiasi altro uomo avrebbe fatto la mia stessa fine. Per lei ero quindi un inetto che si era fatto sconfiggere da una donna oppure, conscia della sua superiorita', nutriva una specie di compassione per il mio orgoglio ferito? Il suo sorriso era di soddisfazione, ma l'impressione che ne avevo era che si trattava di una soddisfazione moderata e non dovuta al fatto che mi aveva appena umiliato e ridotto all'impotenza, al contrario di cio' che avevo pensato poco prima. La mia sensazione era che mi stesse soppesando e stesse valutando le mie reazioni e questo mi fece sentire improvvisamente una specie di cavia. Una sensazione davvero molto sgradevole. La donna intanto si avvicino' un pochino a me " Aspetti prima di rivestirsi. Le ho detto poc'anzi che avevo qualche altra cosa da dimostrarle" " Vuol combattere ancora contro di me? Mi tiro fuori, signora Fink. Non sono un vigliacco ma lei mi ha gia' dimostrato tutto il suo valore" Non avevo proprio voglia di fare un'altra brutta figura " Non sia ridicolo, Bravermann. Combattere di nuovo contro di lei non avrebbe senso. Le ho appena dimostrato che potrei disporre di lei come e quando voglio. E questo malgrado posso senz'altro considerarla un lottatore di discreto valore. A meno che lei non abbia tendenze simili a quelle che aveva il mio caro Jacob" " Oh no, assolutamente no" dissi quasi risentito " Peccato, detective. E' un vero peccato. Non puo' nemmeno immaginare quanto sia piacevole un simile gioco di ruolo all'interno di una coppia. Credo che la sua donna apprezzerebbe molto. Mi creda, si puo' essere una donna dominante senza raggiungere la mia perfezione assoluta e non faccia caso alla mia totale assenza di modestia. Non e' una delle mie doti migliori" " Oh, me ne sono accorto. Ma non sono certo il tipo che si mette a giudicare le persone per i loro pregi o per i loro difetti, in special modo quando lavoro" " Me ne compiaccio e ritorniamo quindi al motivo per cui le ho detto di spogliarsi di nuovo, oltre a quello di compiacere i miei occhi" " La prego signora Fink. Lei e' troppo bella e affascinante per giocare con me in questo modo" " Non sto giocando. Sono semplicemente sincera. Lo sono sempre, anche a costo di essere cruda, a volte. Dirle che lei possiede un corpo atletico e ben strutturato non significa che io voglia portarla a letto, cosa che in questo momento e' lungi dalle mie intenzioni. E' solo un dato di fatto, una cosa oggettiva e mi dispiace che lei possa aver frainteso, ma anche lei mi ha appena detto di trovarmi bella ed affascinante. Con questo metro di giudizio devo dedurre che lei ha intenzione di fare sesso con me?" Oh mio Dio. Ma era possibile che qualsiasi cosa dicessi lei fosse in grado di girarlo a suo piacimento? Non avevo avuto chance sul piano fisico e, men che mai, ne avevo sul piano dialettico con lei. O meglio, contro di lei, considerando il modo con cui mi aveva rimproverato prima " Mi faccia tornare al lavoro, la prego. Sono gia' abbastanza confuso" fui costretto ad ammettere "Cosa intendeva quando mi ha detto che aveva ancora qualcosa da dimostrarmi?" le domandai facendo uno sforzo mentale inaudito per tornare al motivo per cui mi trovavo a piedi nudi su un tatami in un'enorme stanza adibita a palestra in compagnia di una donna bellissima e mezza nuda " Si, forse e' meglio tornare alla mia dimostrazione. Vede quei manichini?" " Certo. E' da quando sono entrato in questa stanza che mi chiedo a cosa possono servire" " A dir la verita' mi era sembrato di notare altri interessi nei suoi occhi" rispose sorridendo ironicamente. Era ovvio che si stava riferendo al fatto che da quando si era spogliata ero praticamente con gli occhi di fuori dalle orbite di fronte a tanta bellezza " Io veramente mi riferivo....." balbettai, per l'ennesima volta in tremenda difficolta' " Lasci stare detective ed eviti spiegazioni. So a cosa si riferiva. Dunque, torniamo ai nostri manichini che, come avra' senz'altro intuito, non sono proprio adatti ad una boutique del centro ma hanno delle peculiarita' ben precise. Come vede, sono collegati ad una presa elettrica. Ne accenda uno" Inserii la spina di uno di quei pupazzi fatti a misura d'uomo in una presa di corrente e il manichino inizio' a lampeggiare " Ma cosa sono" chiesi meravigliato " Sono dei manichini speciali. Sono rivestiti con pelle di suino. Lei sa che la pelle dei maiali ha la stessa consistenza di quella umana?" Accennai di si con la testa e la donna prosegui' "All'interno di ognuno di essi ci sono degli speciali circuiti che sono collegati con quel computer. Ogni volta che io li colpisco mi danno immediatamente il riscontro dei danni che causerei ad un essere umano se al posto dei manichini ci fosse appunto un uomo. Ci sono quattro tipologie di manichini e lei ha acceso quello che rappresenta un uomo di circa novanta chili. Cinque o sei chili in piu' del suo peso, immagino. Degli altri tre, due rappresentano uomini potenzialmente piu' deboli ed uno invece un uomo di grosse dimensioni che supera il quintale di peso" " A cosa servono? In che modo possono essere utili?" domandai sempre piu' allibito " Ad allenarmi. Mi servono per calcolare con esattezza la dose di forza che mi servirebbe se dovessi affrontare un uomo e ovviamente erano essenziali per cio' che facevo con mio marito e per poterlo picchiare senza ucciderlo e senza procurargli danni gravi e permanenti" " Incredibile!" " Pura tecnologia avanzata. Questi sono di ultima generazione e sono praticamente indistruttibili ma mi alleno con queste figure da diversi anni. I primi erano piu' primitivi ma sempre tecnologicamente all'avanguardia. Tra le tante imprese di mio marito ce n'era una che riguardava appunto il software e l'hardware e Jacob commissiono' questi esemplari proprio per me. Avevamo anche pensato di commercializzarli ma erano troppo costosi ed abbiamo rinunciato. Beh, le spiegazioni sono terminate. Ora provi a colpire quello che lei ha acceso e lo faccia con tutta la sua potenza" " Io?" feci meravigliato " Vede qualcun altro in questa stanza? Certo, sto parlando con lei. Colpisca quel manichino" Ancora un rimprovero da parte sua e ormai ci stavo facendo l'abitudine. Feci finta di nulla e avanzai verso quel manichino. Mi misi in posizione e poi tirai un pugno con tutta la forza in mio possesso all'altezza della faccia. Mi sembro' di colpire un punching ball. Il pugno affondo' nel manichino senza rimbalzare, attutito da quella strana pelle. Pensai che se fosse stato un uomo l'avrei sicuramente mandato al tappeto. Contemporaneamente al mio pugno, si accesero alcune luci di colore giallo e rimasi immobile aspettando l'esito del mio colpo. Rachel Fink mi guardo' accennando un lieve sorriso " Non c'e' male, detective, non c'e' male. Vediamo quali danni ha procurato al suo avversario" Per nulla imbarazzata di stare ancora in slip e reggiseno, la donna si avvicino' al computer, si chino' sullo schermo mettendo in bella vista il suo sedere delizioso e mi fece cenno di avvicinarmi " Ecco, vede, lei ha causato un bel po' di danni. Ha rotto il setto nasale, gli ha procurato una ferita lacero contusa al sopracciglio sinistro e lo ha mandato per alcuni istanti in un leggero stato confusionale, ma con 95 probabilita' su cento non e' riuscito a spedirlo a terra a causa della mole considerevole dell'avversario. Calcoli pero' che dopo aver mandato in confusione il suo avversario lei avrebbe avuto grosse possibilita' di trovarlo indifeso e quindi di poterlo definitivamente sconfiggere in seguito" " E' incredibile. Questo computer puo' dirmi persino se lo mando al tappeto oppure no" dissi ammaliato " Non glie lo dice il computer ma un programma creato su misura simile a quello dei crashes test, dove si testano le resistenze delle autovetture in caso di scontri violenti. Ma, a parte queste considerazione tecniche, lei ha un bel pugno. Ora tocca a me" Rachel Fink tolse il suo sguardo dal computer e si avvicino' allo stesso manichino che io avevo appena colpito, poi si volto' verso di me " Si ricorda che le avevo detto che io ero in grado di uccidere un uomo gia' da quando avevo sedici anni? Beh, di progressi in questi anni ne ho fatti tanti e quello che le ho mostrato prima e' solo una minima parte. Ora io colpiro' questo manichino e posso garantirle che se fosse un uomo, fra pochi secondi sarebbe un uomo morto in quanto gli sto per procurare una commozione cerebrale ma soprattutto un'emorragia interna che lo portera' alla morte. Lo colpiro' alla tempia che e' la parte meno resistente del cranio e lo faro' con le nocche della mia mano. Mi bastera' un pugno, un solo pugno e per qualsiasi essere umano che si trovasse nella direzione di questo pugno sarebbe la fine" L'ascoltai ammaliato. Rachel Fink usava un linguaggio forbito senza avere alcuna esitazione su qualunque argomento, assolutamente conscia di avere delle capacita' non riscontrabili in nessun altro essere umano. Quella donna era l'impersonificazione della perfezione e lei lo sapeva e, pur rimanendo sempre nei limiti dell'educazione, faceva pesare questa evidente superiorita' in ogni ambito con arroganza e con una sicurezza mai riscontrata in precedenza. Mi scansai per lasciarle campo libero e per poterle permettere di colpire il manichino e lei si mise in posizione, allontanandosi di un paio di metri poi, con una velocita' impressionante, fece un paio di passi e colpi' il manichino nel modo in cui mi aveva anticipato, ruotando la spalla destra in modo da poter colpire con il suo pugno la tempia del manichino. Era stato un colpo portato con uno stile perfetto, con una velocita' impressionante e soprattutto con una potenza tale da lasciarmi senza fiato. Rabbrividii al pensiero che pochi minuti prima, con un colpo simile si era fermata a meno di un centimetro dalla mia faccia. Stavolta le luci che si accesero furono di colore rosso e gia' avevo capito cosa potesse significare. La donna si giro' verso di me e mi osservo' " Guardi sul computer, detective. Guardi lei stesso. Io non ho bisogno di leggere. So perfettamente cosa ho procurato al manichino e soprattutto cosa avrei procurato se al posto del manichino ci fosse stato un uomo come lei" Mi diressi in direzione del computer e lessi il referto Distolsi lo sguardo dallo schermo e la guardai impressionato " E' incredibile" riuscii soltanto a dire, faticando per non rimanere a bocca aperta come un ebete " Dovrei contraddirla e farle notare come in realta' sia piu' che credibile quando si hanno delle capacita' come le mie, ma ho capito cosa intendeva. Ora mi dica, detective, quali danni potrei procurare a questo manichino con un calcio?" " Se lo ha ucciso con un pugno, non oso pensare cosa potrebbe fare con un calcio" Rachel Fink accenno' di nuovo un sorriso " Perche', secondo lei si puo' uccidere un manichino?" " Io intendevo....." risposi sempre piu' confuso " Lo so cosa intendeva, non c'e' bisogno che si corregga. Ma andiamo al dunque. Ipotizziamo allora che abbia di fronte un uomo che non intendo uccidere ma al quale vorrei procurare dei danni di una certa entita' per neutralizarlo, spezzandogli ad esempio delle costole. E' meno complicato di quanto lei possa immaginare, a patto che si sappia dove colpire. Ovviamente, c'e' da tenere in considerazione che nemmeno io posso stabilire con esattezza quali danni potrebbe poi provocare una costola rotta, soprattutto se dovessi fratturare la nona, la decima e l'undicesima. Potrebbe perforare ad esempio un polmone e causare danni persino al cuore, alla milza o al fegato e quindi, se ho deciso di non provocare eccessivi danni alla persona che ho di fronte, devo evitare di colpire quelle costole e le prime due che sono altrettanto pericolose in quanto hanno meno elasticita' e possono ledere le strutture interne del torace, provocare una lesione scomposta e conseguente spostamento dei frammenti verso l'interno. E' chiaro per lei o ho parlato con un linguaggio troppo tecnico?" Rachel Fink smise per qualche secondo di parlare. Ero rimasto ad ascoltarla come un ebete, affascinato e ammirato dalla sua eloquenza raffinata e dalla sua cultura enciclopedica ma alla fine mi aveva trattato come un povero idiota " Puo' sembrarle strano ma credo di aver compreso" risposi un po' acido " Non tenga quel tono ironico nei mie confronti, Bravermann, se non vuole che sia costretta a terminare la mia spiegazione in questo preciso istante. E posso garantirle che non avra' altre opportunita' di rimettere piede in questa casa. Sono stata abbastanza chiara?" Si, era stata abbastanza chiara ed esplicita, come al solito " Non volevo essere ironico, mi creda" mi scusai per l'ennesima volta "Puo' gentilmente proseguire con la sua spiegazione?" Rachel Fink mi osservo' seria dritto negli occhi. Sembrava una sfida da far west, con i due contendenti a guardarsi prima di afferrare le loro colt. Resistetti solo pochi secondi e poi, inconsciamente, abbassai gli occhi. Mi maledii per averlo fatto, ma non riuscivo a sostenere quello sguardo. Perche', accidenti? Perche' lei mi metteva cosi' in difficolta? Non volevo, eppure sembrava che non avessi altra chance se non quella di chinare la testa " Molto bene" esclamo' alla fine soddisfatta la Fink "Dunque, torniamo all'ipotesi di prima. Io dovro' quindi colpire l'eventuale persona che si trovasse al posto del manichino in modo da potergli spezzare le costole intermedie, diciamo la sesta, la settima e l'ottava. In questo modo, la persona che verra' colpita sentira' un enorme dolore e sara' quasi impossibilitata a reagire ma non subira' danni irreversibili e potra' cavarsela con una prognosi di un mesetto" Rachel Fink aveva terminato di darmi spiegazioni. Ando' davanti al manichino, si mise nella classica posizione di combattimento e poi agi'. Si tratto' di un insieme di movimenti talmente rapidi che ebbi difficolta' a coglierli completamente. Aveva alzato la gamba destra, l'aveva piegata e poi l'aveva rilasciata allungandola nella sua interezza ed era andata a colpire il manichino all'altezza del torace, proprio come lei aveva preannunciato. Si era mossa con un efficacia straordinaria, dimostrando un'agilita' veramente fuori dall'ordinario ed il manichino aveva cominciato a lampeggiare accendendo le luci gialle. Lei aveva poi ritirato la sua gamba ed era tornata nella posizione di partenza e si era poi voltata verso di me, alzando il suo braccio destro ad indicarmi di andare verso il computer a leggere il referto " Lo legga ad alta voce" Lo lessi prima dentro di me e stavolta c'era qualche differenza rispetto a cio' che mi aveva preannunciato Glie lo stavo facendo presente e lei mi anticipo' " Tenga presente che i giorni di prognosi possono anche variare un po'. Non mi meraviglierei che il computer ne elargisca una quarantina, rispetto al mese che avevo anticipato. Ma puo' credermi, non cambia assolutamente niente" Incredibile! Oltre a tutte le sue capacita', Rachel Fink sapeva anche anticipare gli esiti di un programma molto sofisticato? Le lessi il referto stilato dal computer e poi allargai le braccia " Lei e' straordinaria, signora Fink. Lei ha delle capacita' assolutamente uniche" Mi guardo' freddamente scrutandomi con quegli occhi ammalianti che sembravano annientare la mia volonta' " Lo so. Pertanto, prima di dubitare di cio' che le dico, faccia bene attenzione. Questa piccolissima dimostrazione serve a chiarire gli ultimi suoi dubbi, spero. Non avrei potuto uccidere mio marito per sbaglio e tantomeno lui ha avuto un arresto cardiaco per la paura che io potessi fargli troppo male. So dosare in modo perfetto la mia forza e la mia abilita' e potevo picchiare Jacob in modo anche abbastanza duro senza mai mettere a repentaglio la sua incolumita' fisica. Jacob aveva una fiducia infinita nelle mie capacita' e, come le ho appena dimostrato, questa fiducia era riposta nella persona giusta. Se lo metta bene in testa. Mio marito e' morto per un infarto dovuto ad un'anomalia del suo miocardio e l'unica cosa di cui io mi possa incolpare e' quella di non aver capito che aveva dei problemi in tal senso. Avrei dovuto accorgermene e non capisco come non sia riuscita a cogliere quei segnali che ci sono stati. Perche' ci debbono essere stati dei segnali. A meno che....." " A meno che?" " Rifletta, detective. Se lei amasse tanto fare una cosa insieme alla sua compagna di vita e se questo desiderio fosse cosi' importante, cosi' necessario per lei, cosa farebbe?" " Intende qualcosa che riguardava il fare sesso?" " Intendo sesso e dominazione. Le due cose erano strettamente collegate" " In che senso? Che suo marito si eccitava solamente quando lei vestiva i panni dominanti?" " Oh no detective Bravermann, lei � di nuovo in errore. Io non vestivo i panni dominanti. Io ero dominante in ogni momento della mia vita, a partire dalle piccole cose di tutti i giorni. In piu' c'erano dei momenti in cui la mia consueta dominazione diventava violenta. Dovevo esserlo se volevo fare sesso con mio marito in modo soddisfacente per tutti e due. Piu' aumentavo la mia dominazione, piu' io ero violenta e piu' aumentava l'eccitazione di Jacob e di conseguenza il nostro piacere. Ad essere sincera, ho detto una cosa errata" " A cosa si riferisce, signora Fink?" chiesi meravigliato " Al fatto che le ho detto che ero dominante. E' piu' giusto dire che lo sono tuttora" Oh si che era dominante. Lo era in tutto cio' che faceva e in cio' che diceva. Era dominante dalla punta dei capelli al dito mignolo del piede " Dunque, piu' lei lo picchiava e piu' saliva l'eccitazione di suo marito?" le chiesi " In un certo senso e' proprio cosi'. Lui aveva bisogno soprattutto di essere dominato. Per tutta la sua vita, Jacob aveva avuto problemi di carattere sessuale. Lui non riusciva ad avere un'erezione nella maniera tradizionale e aveva appunto bisogno di essere dominato per raggiungere l'eccitazione ma, ovviamente, piu' aumentavo la mia dose di dominazione e maggiore era il suo piacere, fino a raggiungere l'apice quando gli dimostravo la mia superiorita' fisica, annullandolo fisicamente e psicologicamente. Pero' mi sarebbe bastato anche dargli un semplice ordine, obbligandolo, che so, ad inginocchiarsi al mio cospetto per fargli avere una semplice erezione. Ma non era cio' che lui voleva. Il suo desiderio era quello che io dovessi dimostrargli continuamente che l'ordine che gli davo fosse dato da una donna che lo sovrastasse fisicamente e possibilmente vestita nel modo in cui lei mi ha trovata ieri sera. Ed era esattamente quello che io facevo, per la sua e per la mia gioia" " Si, ora penso di aver capito bene la psicologia di suo marito, ma abbiamo divagato. Lei mi stava mettendo al corrente di alcuni dubbi che le erano venuti in mente" " Esattamente, detective. Stare con me e fare l'amore con me, erano le priorita' di tutta la sua vita. Non contava niente altro per lui. I soldi, il potere, le amicizie influenti, tutto passava in secondo piano e lui potrebbe anche aver avuto dei sintomi e non avermi messa al corrente per timore che io potessi vietargli di essere dominato e di fare sesso con me. Per lui era molto dispendioso da un punto di vista fisico e troppo emozionante" " E' plausibile che suo marito possa aver fatto un ragionamento del genere?" " E' piu' che probabile. Non avrebbe perso soltanto il sesso, ma tutto cio' che lui amava. Avrebbe perso la dominazione violenta, avrebbe perso la possibilita' di vedermi in abiti di lattice, avrebbe perso la possibilita' di inchinarsi al mio volere in quanto io non gli avrei permesso di mettere a repentaglio la sua vita con emozioni cosi' intense. Non glie lo avrei permesso" Per la prima volta da quando avevamo iniziato quel dialogo avevo visto Rachel Fink accalorarsi. Sembrava veramente addolorata per la scomparsa di suo marito. Un dolore espresso in modo compunto, senza piagnistei, ma sembrava evidente che quella bellissima donna provasse un affetto particolare nei confronti del marito e quella che a prima vista poteva sembrare indifferenza altro non era che la sua particolare educazione che la obbligava ad avere un certo tipo di comportamento. Riemersi da questi ragionamenti per rendermi conto che stavamo ancora sul tatami, io a torso nudo e lei ancora in reggiseno e minuscole mutandine. Mi osservo' intensamente. Che diavolo voleva capire di me? Continuava a valutarmi, soppesando come si fa quando si va al mercato a scegliere delle merci ed ero infastidito di sentirmi appunto come una cosa sulla bancarella " Io mi rivesto, signora Fink" le dissi scendendo dal tatami per andare a prendere i miei abiti " Prenda anche i miei abiti" Stavolta fui io a guardarla intensamente " Lei non usa mai aggiungere ai suoi ordini la parola ? " Le e' sembrato un ordine?" " Si signora Fink, mi e' sembrato un ordine" " Io la chiamerei una richiesta. I miei ordini sono ben piu' perentori, mi creda. Non stia a sottilizzare sulla mancanza di frasi fatte nel mio linguaggio. Non mi appartengono. Mi dica semplicemente che lei non ha intenzione di prendermi gli abiti e le mie scarpe e la facciamo finita con questa pantomima" " Io non intendevo rifiutarle un favore ma..."Non trovavo le parole. Non potevo dirle che era maleducata in quanto non lo era assolutamente. Era semplicemente abituata ad avere tutti ai suoi piedi ed a fare richieste, come le aveva chiamate lei, che apparivano ordini " Allora? Cosa ha deciso, detective Bravermann?" " D'accordo. Non voglio sembrarle scortese" le risposi. Ma non era solo questo il motivo per cui le andai a prendere i suoi abiti. C'era dell'altro e non riuscivo a capire cosa. Le misi le scarpe appena fuori il tatami e poi le porsi il vestito, le calze ed il reggicalze e lei, senza proferire parola, mi ridiede in mano l'abito e, con i suoi gesti lunghi e apparentemente studiati, si infilo' le calze fermandole con il reggicalze quindi afferro' l'abito dalle mia mani e lo indosso' facendolo scivolare da sopra la testa. La osservavo in religioso silenzio, terribilmente affascinato ed eccitato. Si, ero eccitato. Avevo un'erezione che mi stava cominciando a dar fastidio, eccitazione che divenne ancora piu' considerevole quando lei si volto, alzo' i suoi lunghi capelli e mi disse semplicemente " La lampo" Deglutendo di nuovo in modo nervoso, le afferrai la lampo del suo abito nero e cercai di chiuderla. Rachel Fink, per nulla turbata dalla mia vicinanza, si avvicino' ancor di piu' a me, apparentemente per facilitarmi la breve operazione, ma cosi' facendo mise il suo meraviglioso sedere proprio all'altezza del mio pene in erezione. Non disse nulla, sebbene avessi la certezza che lei avesse sentito l'indurimento del mio pene. Nessun muscolo del suo splendiso corpo si mosse. Sapevo che lo aveva fatto apposta. Cosa voleva da me? Perche' aveva voluto testare le mie reazioni erotiche? Quando terminai di tirarle su la lampo dell'abito si volto'. Accenno' un sorriso che a me sembrava di compiacimento " Grazie, detective" Finalmente un era uscito dalla sua stupenda bocca " Di nulla" risposi, rimanendo ad osservarla quasi inebetito. L'avevo a pochi centimetri da me e la mia emozione era ormai palpabile. Neanche lei, per qualche secondo, si sposto' da quella posizione. Continuavamo ad osservarci l'un l'altra, lei quasi scrutando con quei meravigliosi occhi verdi le mie reazioni ed io per bearmi della bellezza incomparabile del suo viso. Avevamo la stessa altezza e questo ci consentiva di fissarci senza bisogno di spostare di una virgola il nostro sguardo, ne' in alto ne' verso il basso. Non potevo piu' resistere. Volevo baciare quella bocca straordinariamente disegnata col suo impeccabile rossetto ed avanzai il mio bacino di qualche millimetro proprio quando lei fece un passo indietro " E' meglio andare. Si sta facendo tardi. Detective, mi metta le scarpe" La guardai meravigliato. No, non potevo fare una cosa del genere. Quel gesto andava bene per i suoi giochetti dominanti, ma io non potevo sottostare ad una simile richiesta " Non puo' chiederemi una cosa del genere" Sorrise sfrontatamente " Cosa c'e'? Le da fastidio inginocchiarsi ai piedi di una donna ed infilarle le scarpe? Io non lo posso fare. Il mio abito e' talmente aderente che se mi chinassi lo romperei sicuramente ed e' un abito del valore di cinquemila dollari. Essere ricca non significa dover gettare i soldi. Suvvia, detective, un uomo non perde la propria dignita' inchinandosi di fronte ad una donna per una cosa del genere. La dignita' e' ben altro. Mi metta le scarpe, per favore" Stavolta aveva detto La cosa non cambiava di molto la situazione ma a me bastava per convincermi. Si, aveva intuito bene Rachel Fink, era per me una questione di dignita', dignita' che non volevo perdere di fronte a lei ma, allo stesso tempo, io non vedevo l'ora di farlo. Non vedevo l'ora di prendere quei bellissimi decolte', di afferrare i suoi meravigliosi piedi ricoperti dalla seta delle sue calze e di unirli. Lo feci, indugiando come un feticista sulla perfezione di una parte del corpo femminile che prima di quel momento non mi aveva mai attratto particolarmente. Cosa mi stava accadendo? Cosa mi faceva fare quella donna soltanto con la sua volonta? Avrei potuto capirlo se lei avesse approfittato della sua straordinaria forza e della sua efficenza fisica che, come mi aveva dimostrato, era di gran lunga superiore alla mia, ma non era questo il caso ed io sembravo un burattino nelle sue mani grazie soltanto alla sua forza di volonta'. Dovevo andarmene al piu' presto. Dovevo scappare lontano da lei e da quella forza ammaliatrice che possedeva. Rachel Fink intanto, scese dal tatami ed io potei finalmete rivestirmi. Mi allacciai la camicia e mi rimisi la cravatta, senza pero' indossare la giacca. Avevo un caldo pazzesco o forse era solamente la tensione della paradossale situazione nella quale mi trovavo. La bellissima vedova mi fece cenno di precederla verso l'uscita della stanza e quando misi la mia mano sulla maniglia per aprire la porta, mi fermo' prendendomi per il braccio sinistro " Detective, non mi soffermero' ulteriormente sulla richiesta di segretezza che questo nostro incontro deve avere, soprattutto per quanto riguarda la stampa, ma quello che mi preme dirle riguarda il corpo di mio marito. Esigo che mi venga restituito al piu' presto. Faccia pressioni nei confronti del medico legale oppure saro' costretta a chiedere un favore ad uno dei tanti amici del povero Jacob. E puo' stare sicuro che il favore non mi verra' rifiutato. Posso contare sul suo aiuto?" " Ceramente, signora Fink. Mi adoperero' in modo che il corpo di suo marito le sia restituito al piu' presto, magari domani stesso, ma non dipende da me. Per quanto mi riguarda, la voglio ringraziare per tutto cio' che mi ha confidato" " Ha un quadro esatto della situazione, adesso?" " Si, credo proprio di si" " Molto bene" Mi lascio' il braccio sinistro, afferrando con dolcezza quello destro, la cui mano teneva ancora saldamente la maniglia, costringendomi a lasciarla e a farmi fare una mezza giravolta mettendomi di nuovo di fronte a lei "Aspetti, detective, si e' annodato la cravatta senza guardarsi allo specchio ed e' storta. Glie la metto bene" Evidentemente, era una mia costante non annodarmi la cravatta nel modo giusto. Come aveva fatto la mia fidanzata Megan la sera scorsa, anche Rachel Fink me la sistemo', ma mio malgrado, la sensazione che provai con la ricca vedova fu completamente diversa. Sentivo una volta di piu' il suo profumo penetrante ed il suo respiro calmo, mentre il mio pene ancora in tiro per l'eccitazione precedente, sussulto' senza che io potessi fare nulla per fermarlo. Avevo avuto un'eiaculazione assolutamente incontrollabile. Forse diventai rosso e forse la donna che avevo di fronte a me nemmeno se ne accorse, ma io mi resi conto in quel momento che Rachel Fink aveva acquistato uno straordinario potere su di me. Un potere che andava ben al di la' di quello sessuale ma che ancora non riuscivo a comprendere del tutto. Mi girai per non guardarla e sentii soltanto la voce della donna " Cosi' e' perfetto. Ora puo' andare" La salutai stringendole quella mano apparentemente delicata ma che aveva un potenziale assolutamente inusuale e ripercorsi il coridoio che mi conduceva verso l'uscita della villa, preceduto dal maggiordomo di casa Fink che mi saluto' ossequiosamente quando varcai la soglia per uscire. Sentii un gran freddo, in contrapposizione al caldo assurdo che avevo al cospetto di Rachel Fink e dovetti indossare la mia giacca. Ero costernato, con la testa che sembrava dovesse scoppiarmi da un momento all'altro, senza contare la difficolta' che avevo a causa dello sperma nei miei boxer. Pregai il cielo che il mio intimo avesse contenuto la mia eiaculazione e che non si vedessero tracce e, con sollievo, mi resi conto che i miei pantaloni erano ancora immacolati, almeno a vederli dal di fuori. Montai nella mia macchina di servizio e l'avviai con l'intenzione di andare a casa mia per potermi cambiare, invece di ritornare al distretto. Varcai il cancello con la mia auto facendo attenzione a non investire la moltitudine di giornalisti che si era moltiplicata e che mi chiedeva informazioni riguardo la morte del magnate e proseguii verso il mio appartamento. Ripensavo a quanto era accaduto nella villa dei Fink, a cio' che la vedova mi aveva confidato e alle straordinarie dimostrazioni di forza, potenza e femminilita' che la donna mi aveva elargito a piene mani. Scossi la testa. Dovevo assolutamente dimenticare quel bellissimo volto, quel corpo scolpito, quella voce ammaliante e quello sguardo penetrante. Non avevo difese, non potevo resistere ai suoi ordini mascherati da semplici richieste, non potevo resistere a quella bellezza fuori dall'ordinario che Rachel Fink sapeva gestire con impressionante sicurezza e soprattutto sapevo di non poter resistere a me stesso. Aveva dimostrato di potermi manovrare come voleva e questo non riuscivo a sopportarlo. Mi maledicevo per tutto cio' che mi aveva fatto fare, anche se apparentemente non era accaduto niente di particolarmente grave. Apparentemente. In poco piu' di un'ora, Rachel Fink mi aveva fatto perdere tutte le mie sicurezze, lasciandomi in balia di mille dubbi che mi attanagliavano e con una sola certezza: non sarei stato piu' il Benjamin Bravermann che tutti avevano conosciuto, l'uomo sicuro di se stesso, il poliziotto deciso e l'amante che molte donne avevano adorato. Mi sentivo come un cieco senza il suo bastone, incapace di andare avanti e psicologicamente ferito. Dovevo risolvere al piu' presto questo problema. Rachel Fink mi aveva fatto inginocchiare ai suoi piedi sia con la forza bruta che con la sua forza di volonta', ma al mondo, di Rachel Fink ce n'era una sola ed io avrei dovuto assolutamente evitare di rivederla se volevo tornare almeno in parte il Ben Bravermann di prima. FINE QUINTA PUNTATA Per i vostri commenti inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it