DOMINAZIONE MORTALE Quarto episodio di Davidmuscolo Ero giunto quindi alla conclusione di quel dialogo. Avevo scoperto molte cose della vita del defunto e nello stesso tempo non avevo scoperto nulla che riguardava il mio vero obbiettivo: la morte di Jacob Fink. Arrivato a meta' strada mi voltai e la osservai cercando di non abbassare lo sguardo di fronte ai suoi meravigliosi occhi verdi che incutevano rispetto e soggezione " Voglio ringraziarla per la sua disponibilita', signora Fink. E' stata molto cortese" " Spero che si sia tolto tutte le curiosita'" " Si, credo di si" " Lei crede? Dal suo modo di rispondere mi viene da pensare che in realta' lei ha ancora dei dubbi. Riguardo cosa?" " E' che tutta questa faccenda ha dell'inverosimile, senza per questo mettere in dubbio la sua parola" risposi cercando un tono che potesse non offenderla. Rachel Fink sorrise " E qual'e' la parte che la lascia perplesso?" " Voglio continuare ad essere sincero con lei. Non mi meraviglia la dominazione che lei aveva su suo marito. Sono consapevole che situazioni simili ci sono anche in altre coppie e non mi meraviglia nemmeno il fatto che lei mi abbia confidato di come fosse in grado di uccidere un uomo a mani nude. Ci sono poliziotte nel mio distretto che hanno le sue stesse capacita'. Quello che mi lascia perplesso e' il fatto che lei mi abbia confidato tutto con la massima naturalezza, ben sapendo che io poi avrei potuto nutrire dei dubbi sulla morte di suo marito" Rachel Fink si lascio' andare ad una risata " Le mie stesse capacita'? Ne dubito fortemente. La poliziotta piu' brava e piu' forte del suo distretto non sarebbe in grado di restare in piedi di fronte a me nemmeno per cinque secondi. E per quanto riguarda i suoi dubbi, non me ne importa niente. Le ho spiegato per filo e per segno che non avevo alcun interesse a voler morto mio marito" " Probabilmente no. Ma un errore non lo mette in preventivo? Se lei possiede realmente queste capacita' fisiche che dice di avere, potrebbe aver sforato la resistenza di suo marito. Non era un colosso e potrebbe aver temuto veramente per la sua vita, con la conseguenza logica dell'infarto" Stavolta Rachel Fink mi guardo' dall'alto in basso " Forse l'ho giudicata piu' intelligente di quanto sia in realta'. Avevamo una parola d'ordine ed io mi sarei dovuta interrompere nel momento stesso in cui lui l'avrebbe pronunciata. E ho potuto notare dal suo tono come non riesce a credere del tutto a cio' che le ho detto, soprattutto per quanto riguarda le mie doti fisiche" Abbassai la testa vergognandomi. Che idiota che ero stato. E' vero, tutte le coppie che praticavano un simile regime di vita avevano una parola d'ordine. Ma mi sentivo ancora piu' cretino in quanto quella donna sentiva esattamente cio' che pensavo. Non me ne ero accorto, ma evidentemente, avevo usato un tono che insinuava dei dubbi sulle sue reali capacita' fisiche e lei se ne era accorta " Io....io non intendevo...." balbettai " Non cerchi di negare l'evidenza, detective. Era chiaro come il sole. Ora credo che lei debba rimandare la sua uscita da questa casa" " Cosa intende?" " Intendo dire che dovro' dimostrarle alcune cose. Mi segua" Lasciai il passo alla vedova Fink e la seguii mentre usciva dalla stanza e mentre si incamminava nel lungo corridoio. Entro' in una delle tante stanze che si affacciavano in quel corridoio dopo averne aperto la porta che era chiusa a chiave. Appena accese la luce, potei osservare una stanza enorme adibita a palestra. Al centro della stanza c'era un tatami, il tappeto sopra il quale si svolgono gli allenamenti nelle arti marziali, mentre ad uno dei quattro angoli notai i classici attrezzi da palestra, ma quello che m'incuriosi' maggiormente furono quattro manichini. Erano situati appena fuori dal tatami, sull'angolo in alto a destra della stanza ed erano collegati con dei fili ad una presa elettrica anche se in quel momento erano spenti ed erano pesantemente ancorati a terra da una base che doveva essere di ferro o addirittura d'acciaio. Dovevano pesare ognuno diversi quintali. Dietro ai manichini si intravvedeva un computer, cosa veramente anomala in un dojo " Questo e il mio mondo, detective. Ho trascorso piu ore in questa stanza che in qualunque altra parte, forse persino rispetto alla mia camera da letto" " Quelli cosa sono, signora Fink?" chiesi indicando quegli strani manichini " Poi lo scoprira'. Prima devo mostrarle una cosa. Mi tolga le scarpe" " Cosa? Signora Fink io sono un detective della polizia di San Francisco. Io non posso...." " Le ho chiesto di togliermi le scarpe, non di baciarmi i piedi. Devo salire sul tatami e non posso farlo con le scarpe. Su, le tolga" Rimasi un secondo indeciso. Non chiedeva favori e i suoi erano veri e propri ordini, anche se dati con voce calma e senza apparente obbligo. La guardai in volto, un volto bellissimo come non ne avevo mai visti prima e poi il suo sguardo.....Era duro, autoritario eppure riusciva ad emanare ugualmente una sensualita' femminile senza precedenti. Non ci riuscivo. Non riuscivo a sostenere quello sguardo. Mi inchinai ai suoi piedi per toglierle le scarpe, cercando di non soffermare le mie mani su quei piedi splendidi magnificamente fasciati da costose calze di seta. Mi rialzai aspettando che mi dicesse cosa dovessi fare e lei venne vicino a me per poi voltarsi con lo stesso charme di una modella sulla passerella " Tiri giu' la lampo del mio abito, detective" Ancora un ordine dato con l'apparenza di chiedere un favore. Cosa aveva intenzione di fare? Solo il pensiero che lei potesse spogliarsi mi stava facendo sudare freddo " Che cosa vuol fare, signora Fink?" Non mi rispose. Si volto' di nuovo verso di me e poi fece scivolare il suo abito mostrandomi il suo corpo con indosso solo un minuscolo slip di pizzo nero, il reggiseno abbinato e le sue calze tenute su dal reggicalze. Si piego' slacciando le calze e togliendosele con movimenti lenti lasciandole sul tatami. Inghiottii la saliva nervosamente. Mio Dio che corpo strepitoso. Avevo avuto tante donne in vita mia, alcune notevolmente attraenti, ma nessuna di loro era minimamente paragonabile alla perfezione che si stagliava dinanzi ai miei occhi e soprattutto nessuna mi aveva mai fatto quell'effetto che mi stava facendo Rachel Fink. Avrei voluto prenderla tra le mie braccia e baciarla, avrei voluto toccare quella pelle che sembrava vellutata e quel seno che appariva perfetto, appena contenuto dal reggiseno di pizzo. Ero stordito dalla sua bellezza, ammaliato dai suoi movimenti lenti e studiati, affascinato dalla sua calma e dalla sua voce ed eccitato dalla sua sensualita'. Tutto in lei era perfetto ed il risultato fu quello di rimanere come un idiota a bocca aperta e con una notevole eccitazione in mezzo alle gambe " Cosa c'e' Bravermann? Non ha mai visto una donna in biancheria intima?" " Io no....Cioe' si, ne ho viste, ma lei......" La bellissima vedova sorrise. Sapeva che mi stava mettendo in difficolta', sapeva perfettamente di essere irresistibile e che qualunque uomo l'avrebbe desiderata, soprattutto se vestita in quel modo. Anzi, spogliata in quel modo. Ma sembrava divertita e per nulla in imbarazzo " Quando sara' riuscito a riprendersi del tutto, raccolga i miei indumenti e li metta sopra quel tavolo" " Io " chiesi nel totale imbarazzo nel quale mi trovavo " Considerando che siamo soltanto io e lei in questa stanza, lo sto chiedendo proprio a lei. Io non posso farlo. Come vede sono a piedi nudi" Come un automa raccolsi il vestito, le calze ed il reggicalze e feci quello che lei mi ordinava. Avrei voluto dirle di raccoglierli lei stessa, ma non ne avevo la forza. Possibile che non riuscissi ad agire di testa mia e che lei mi stesse condizionando fino a quel punto? Sembrava proprio di si. Piegai il vestito in modo che non si sciattasse e quindi ritornai di fronte a lei, aspettando ordini come un soldato di fronte ad un generale " Bene, Bravermann. Ora si tolga giacca e cravatta e poi anche lei le scarpe e salga sul tatami" Lo feci, piegando con cura la mia giacca e mettendo le mie scarpe accanto alle sue " Che intenzioni ha?" chiesi allarmato, anche se ormai cominciavo ad avere una vaga idea su quello che la bella vedova aveva intenzione di fare " Immagino che lei, essendo un poliziotto, avra' una solida base nella lotta corpo a corpo, non e' cosi?" " Si. Credo che la mia possa definirsi una solida base. Ero bravo al corso di addestramento e continuo ad allenarmi con regolarita', come tutti i miei colleghi" " Bene. Credo che non avra' problemi nel mostrarmi quindi le sue doti" " Non capisco. Vuol dirmi che io dovro' lottare contro di lei?" " Oh, non la consideri una lotta. Diciamo che quello che ora le mostrero' servira' a togliere i suoi residui dubbi. Ma ho bisogno della sua disponibilita'. Le prometto che nessuno di noi due si fara' del male" " Ma signora Fink, io non posso. Sono un poliziotto nell'esercizio delle sue funzioni e non posso mettermi a fare una qualsivoglia lotta con una donna" " Semmai contro e non con." mi rimprovero' "Quanto all'esercizio delle sue funzioni, consideri questa situazione come un normale procedimento per appurarsi della sincerita' della persona sospettata. Ah, le do un consiglio. Non mi consideri una donna. So che in questi abiti le puo' riuscire complicato, ma cerchi di vedermi come una nemica, almeno per quei pochi minuti che mi serviranno per darle la dimostrazione della mia sincerita'" " Io....non so cosa fare" " Si detective, forse l'ho sopravvalutata. In questo momento lei deve fingere che io sia una ladra o un'assassina e dovra' cercare di arrestarmi, di mettermi le manette. Si immedesimi, usi la fantasia. Oppure finga che io sia una sua collega e che stiamo svolgendo un allenamento sul tipo di quelli che lei ha sostenuto di fare. L'importante e' che lei si impegni al massimo delle sue possibilita'" " Ma se dovessimo farci male?" obiettai " Le ho appena detto che non ci faremo male. O meglio, io non mi faro' del male. Quanto a lei, un po' di dolore lo sentira', ma credo che lo potra' considerare sopportabile" Dio, quanta arroganza. Quella donna meritava una lezione ed io potevo considerarmi un buon combattente. Nella mia carriera di poliziotto, erano state tante le occasioni in cui avevo dovuto dar sfoggio delle mie qualita' atletiche. Inseguimenti e veri e propri corpo a corpo duranti i quali ero sempre uscito vincitore. Il problema stava nel fatto che non riuscivo a vedere Rachel Fink come una nemica o anche come un'avversaria, ma solo come una bellissima donna. Ma qualcosa dovevo fare " D'accordo, signora Fink. Mi dica in che modo dovremo confrontarci" " Lascio a lei la scelta. Prima le ho detto che deve fingere di arrestarmi. Ecco, quella puo' essere l'idea migliore. Immagino che lei abbia le manette a portata di mano" " Non vorra' che io le metti le manette?" " Io sono una donna dominante, detective, e le donne dominanti le mettono ai propri schiavi le manette, non se le fanno mettere, anche se personalmente non uso questo tipo di oggetti e posseggo mezzi decisamente migliori se dovessi avere intenzione di immobilizzare un uomo" " E allora cosa ci debbo fare?" " E' lei il poliziotto. Le prenda e le metta in un punto dove poi le rimane semplice estrarle per poi mettermele. Deve provare ad arrestarmi, detective. E' questo cio' che deve fare. Si sbrighi, non ho tutta la giornata da dedicarle" Dunque, la prova alla quale voleva sottopormi era inerente al fatto se io fossi stato in grado di arrestarla o meno. Avevo arrestato decine di malviventi ed anche qualche donna quando facevo parte della narcotici e non mi era mai piaciuto farlo. Con un uomo potevo usare la forza, con una donna no o comunque solo in parte. Bisognava fare attenzione ed usare mille accortezze mentre loro sembravano tigri scatenate pronte a tirare calci e a cercare di usare le unghie per graffiarmi. No, non mi piaceva e men che mai mi stava piacendo quello strano gioco al quale stava giocando Rachel Fink. Ma dovevo farlo, anche per la mia curiosit� personale. Non ero ancora convinto che lei fosse in grado di fare tutto cio' che mi aveva detto e temevo che lei si stesse prendendo in gioco di me, anche se, considerando il modo con cui mi aveva trattato, mi ero guardato bene dal dirglielo in faccia e i miei dubbi lei li aveva scovati tra le pieghe del mio volto, tra le mie espressioni non del tutto convinte. Oh, lei era serissima quando parlava, ma dovevo scoprire chi fosse nella realta' Rachel Fink. A piedi nudi andai nel punto dove avevo sistemato la mia giacca e presi dalla tasca interna le manette. Erano aperte e pronte all'uso, come era mia abitudine e ne infilai un'estremita' nella fibbia della cinta e ritornai sul tatami. Ero pronto " Quando vuole lei" dissi alla vedova " Sono qui', detective, Mi arresti, se ne e' capace" Cominciai ad avvicinarmi, senza che lei muovesse un solo muscolo, cercando di non pensare che di fronte a me ci fosse una donna bellissima, senza ombra di dubbio la piu' bella che avessi mai visto in vita mia, vestita semplicemente con un minuscolo triangolino a farle da slip e con un reggiseno che a malapena conteneva un seno rigoglioso ma proporzionatissimo al corpo giunonico che possedeva. Ero ormai ad un metro da lei e feci scattare il mio braccio destro afferrandole il suo braccio sinistro " Presa!" dissi infantilmente " Lei arresta assassini facendo loro una carezza? Mi sta tenendo il braccio come fa un padre con una bambina quando le fa attraversare la strada. Mi deve stringere, detective e mi deve mettere quelle benedette manette. Deve immaginare che io sia una pericolosa assassina che, appena ne avra' la possibilita', le sparera' alla testa" " E va bene, se questo e' quello che vuole. La dichiaro in arresto" feci spazientito dai suoi continui rimproveri e iniziai a forzare la mia presa. Avevo paura di fare del male a quella deliziosa creatura, ma la strinsi, portando il suo braccio dietro al corpo, dopodiche' afferrai anche l'altro braccio e torsi anche quello per poterle mettere le manette che afferrai dalla cintola con un rapido movimento ma, nel momento stesso in cui cercai di infilarle ai suoi polsi, lei con un altro movimento altrettanto rapido e deciso, si giro' di colpo e, facendo leva sulla mia stessa presa, mi catapulto' a terra facendomi fare una giravolta. Mi trovai col sedere per terra e con il braccio destro saldamente nelle mani della donna " Sono sicura che lei possa fare di meglio" disse semplicemente lasciandomi il braccio " Non me l'aspettavo. E' che sono impacciato. Non e' semplice pensare a lei come una malvivente" " Allora forse e' meglio che chiudiamo questa farsa" " Aspetti, signora Fink, ci riprovo" " Bene detective Bravermann. Ammiro la sua buona volonta'. Ma stavolta ci metta piu' impegno. Come ha appena potuto notare, so difendermi e contrattaccare con sufficiente disinvoltura" Si, sapeva difendersi e me ne ero accorto, ma in che modo dovevo attaccarla? Non potevo certo prenderla a calci e pugni e decisi di usare la mia forza fisica. Aveva detto di essere notevolmente forte, ma io ero pur sempre un uomo ed ero in forma. Mi tolsi anche la camicia, la gettai per terra e quindi mi lanciai su di lei per cercare di afferrarla ma Rachel Fink si getto' per terra facendo una giravolta su se stessa per trovarsi poi al mio fianco destro. Il tempo di rimettersi in piedi con un'agilita' sorprendente per una donna della sua altezza e poi fece partire un doppio calcio senza far ricadere la sua gamba. Il primo mi colse sul fianco destro e il secondo lo sentii sul volto. Non erano stati calci violenti e li avevo ammortizzati bene, ma l'impressione che ebbi in quel momento fu che si fosse trattenuta per non farmi male. Era in gamba. Maledettamente in gamba " Lei e' veramente brava" ammisi infatti con sincerita' " E lei ha un fisico notevole. Si e' per caso tolto la camicia per mostrarmelo in tutto il suo splendore? Ha per caso intenzione di sedurmi?" " Non divaghi, la prego, altrimenti non riesco a concentrarmi. Mi sono tolto la camicia per essere piu' libero, proprio come ha fatto lei con il suo abito. Non credo che lei l'abbia fatto per sedurmi" " E chi lo sa, detective. Quale uomo puo' sapere quali sono le intenzioni di una donna? Ma ha ragione, e' meglio non divagare. Si concentri" Cercai la concentrazione necessaria, resa ancor piu' complicata dal complimento che mi aveva appena fatto. Sapevo di avere un fisico che poteva attirare le attenzioni di una donna e non era la prima frase di questo genere che ricevevo, ma detto da una donna del suo livello e del suo charme, quel complimento diventava tale da potermi dare alla testa. Cercai intanto di guardarla negli occhi senza abbassare lo sguardo. Erano meravigliosi ma apparentemente senza espressione. Anche lei mi guardava, anzi, osservava i miei movimenti senza muoversi. Si era messa di profilo, con le braccia lungo i fianchi e con la gamba sinistra leggermente spostata in avanti. Ero ancora indeciso su quale tattica usare. Mi aveva appena dato una dimostrazione di straordinaria efficenza e non volevo fare la figura dell'idiota. Rachel Fink mi anticipo'. Mosse la sua gamba sinistra ed io indietreggiai di circa un metro per evitarla, ma le lasciai il bersaglio grosso. Con una velocita' incredibile, ritorno' con la gamba sinistra a terra e mosse quella destra che ando' a cozzare contro il mio stomaco. Stavolta accusai il colpo e mi piegai in due. In quel momento, ero alla sua merce' ma la straordinaria donna non si mosse, dandomi il tempo di riprendermi. Quanto era brava! Non avevo mai incontrato una persona in grado di battermi con quella facilita' e mi aveva fatto capire chiaramente di non aver forzato i suoi colpi. Cominciavo a capire cosa potesse fare con suo marito, un uomo piu' anziano e decisamente meno atletico di me. Volevo evitare una lezione piu' dura e una vocina interna mi diceva che avrei dovuto dirle che avevo capito tutto e che non c'era alcun bisogno di proseguire, ma ero un uomo, un uomo con tutto il suo stupido orgoglio, abbastanza intelligente da capire che la donna che avevo di fronte mi era superiore intellettualmente, ma tremendamente idiota da non accettare che questa superiorita' lei la potesse dimostrare anche sul piano fisico. Ripresi fiato e la attaccai. E stavolta lo feci sul serio. Provai un paio di pugni che non arrivarono a bersaglio per la sua velocita' nel pararli e poi Rachel Fink mi fece capire di che pasta fosse. Tentai una nuova sortita, stavolta da distanza ravvicinata ma la donna mi afferro' il polso con la sua mano sinistra torcendolo e, contemporaneamente, fece partire un pugno all'altezza del mio fianco sinistro che accusai visibilmente e poi, con la stessa mano, col mio volto ormai completamente scoperto, accenno' un altro pugno che si fermo' ad un millimetro dal mio viso " Sa quali sarebbero stati danni che le avrei potuto procurare se l'avessi colpita?" La sua voce era ancora calmissima e il suo respiro tutt'altro che affannato. Rachel Fink era una vera campionessa e mi aveva neutralizzato senza batter ciglio e con una facilita' sorprendente, senza nemmeno spostare di un millimetro la sua pettinatura. Eravamo ormai a stretto contatto, anche se il mio polso destro era ancora tenuto saldamente dalla sua mano sinistra. Fece un'altra lieve torsione e cominciai a sentire dolore alla spalla e dovetti chinarmi e darle le spalle per alleggerire quel dolore. Era giunto il momento di riconoscere la sua superiorita' " Ok, signora Fink, ok. Ho capito. Ora mi lasci, per favore" " Ora la lascero', detective Bravermann, ma non tollerero' ancora che lei metta in dubbio anche una sola parola di cio' che le dico" Mi stava dando una lezione, mi stava punendo per non averle creduto del tutto quando sosteneva di essere in grado di poter sconfiggere un uomo con facilita'. Ma intanto non mi lasciava e la sua torsione cominciava a farsi piuttosto dolorosa e mi stavo rendendo conto che ero praticamente immobilizzato e che appena muovevo un solo muscolo per cercare di liberarmi il dolore aumentava in modo considerevole. Ero praticamente nelle sue mani " Basta signora Fink. Ora basta. Ha dimostrato quello che puo' fare. Mi lasci andare" Rachel Fink allento' la presa permettendomi di tornare di fronte a lei in posizione eretta ma non lascio' il mio polso. Ero turbato e quella posizione di inferiorita' nei suoi confronti, alla quale mi aveva costretto fino a pochi secondi prima, mi aveva innervosito, Cercai quasi con rabbia di liberarmi, ma stranamente non ci riuscii " Si ricorda quando le ho detto che un uomo medio puo' rompere uno sterno facendo un massaggio cardiaco ed io che sono notevolemente piu' forte di un uomo medio, l'ho rotto a mio marito? Si ricorda detective?" " Si, mi ricordo" " Cosa ha fatto lei?" " Ho dubitato" " Non si permetta mai piu'" concluse la giovane vedova stringendo il mio polso con la sua mano. Stavolta non si aiutava con nessuna torsione. Era solo la forza della sua mano contro il mio braccio a spingermi incredibilmente di nuovo quasi in ginocchio. Cercai di aiutarmi con la mano libera senza riuscire a scalfire quella presa. Rachel Fink possedeva una forza nettamente superiore alla mia ed io ero impossibilitato a difendermi. Ero definitivamente sconfitto e senza attenuanti " Non dubitero' mai piu' di lei, ma ora mi lasci, la prego. Ha dimostrato tutto quello che intendeva dimostrarmi" " Non ancora tutto, ma la lascio. Non era mia intenzione farle male e non glie ne ho fatto. Lei ha un fisico tale da potersi permettere di assorbire i colpi e le torsioni che le ho inferto senza conseguenze, se non con qualche contraccolpo psicologico" Aveva ragione lei, di nuovo. Mi lascio' ed ero appena indolenzito ma psicologicamente ero distrutto. Aveva giocato con me come il gatto con il topo, dimostrandosi infinitamente superiore. Riconobbi questa superiorita' mentre mi massaggiavo il polso " Lei e' straordinaria, signora Fink. Davvero straordinaria. Da dove le deriva tutta questa forza?" " Che cosa fa quando io parlo, detective? Mi ascolta o il suo cervello e' immerso in altri ragionamenti? Glie l'ho detto prima. Predisposizione genetica e allenamenti. Molti allenamenti per molte ore al giorno per tutti i giorni fin da quando ero bambina" La guardai imbambolato. Che donna! Malgrado mi avesse dato la piu' grossa lezione della mia vita ne ero ammaliato. Raccolsi la camicia per rimettermela e la vidi accennare un lieve sorriso. Che peccato che non sorridesse quasi mai. Doveva possedere un sorriso meraviglioso ma ero troppo intimorito da lei per poterla guardare fissa in volto e godermi quel sorriso. Mi aveva intimorito fin dal primo momento con i suoi modi e con la sua autorevolezza ma, dopo quella dimostrazione di bravura, di straordinaria efficenza fisica e di forza, il mio timore e la mia sensazione di netta inferiorita' nei suoi confronti aveva raggiunto livelli stratosferici. Cercai di cogliere qualche sfumatura dal quel lieve e meraviglioso sorriso enigmatico e credetti di esserci riuscito. Era soddisfatta. Era soddisfatta di avermi messo in difficolta' di avermi ridicolizzato come uomo prima e come poliziotto poi. Da una parte sarei voluto scappare e non vedere piu' quel sorriso di soddisfazione ma dall'altra sentivo una strana sensazione che me lo impediva. Ancora una volta una sensazione per me totalmente nuova che stavolta non riuscii pero' a decifrare. E le sorprese non erano ancora terminate. Rachel Fink sembrava essere una miniera inesauribile di sorprese per me e la cosa, per quanto potesse sembrare assurda visto il modo autoritario col quale mi aveva trattato fino a quel momento e per la figura barbina che mi aveva appena fatto fare, non mi dispiaceva affatto. No, non mi dispiaceva perche' questo voleva dire poter trascorrere altri momenti con lei. Ed il mio cuore in subbuglio mi diceva che trascorrere anche un solo istante con lei, di fronte a lei o anche sotto di lei, era la cosa che in quel momento desideravo di piu' nella mia vita. FINE QUARTA PUNTATA Per i vostri commenti inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it