DOMINAZIONE MORTALE Terzo episodio di Davidmuscolo Rachel Fink continuava imperterrita a guardarmi senza proferire parola. Dio, quanto avrei voluto essere io a scrutare nella sua mente e nella sua anima per scoprire quali misteri nascondesse quella bellissima donna. Ed invece la sensazione era diametralmente opposta ed io ero convinto che Rachel stesse saccheggiando i miei ricordi, le mie sensazioni e tutto cio' mi faceva sentire inerme al suo cospetto. Rimanemmo diversi secondi in silenzio, un silenzio strano, ovattato, come se ci trovassimo in un luogo completamente isolato e non in una stanza di una villa dove l'attivita' sembrava frenetica. Finalmente, la donna ruppe quel silenzio ed il suo sguardo sembro' addolcirsi leggermente " Allora, detective Bravermann, sono curiosa di sapere quali domande deve farmi" esordi' infatti. Mi schiarii la voce e cercai dentro di me le risorse per uscire dall'impasse. Dovevo tornare ad essere immediatamente un detective della omicidi e dimenticarmi dell'effetto che mi faceva a stare di fronte ad una donna del genere " Ieri sera, ho apprezzato molto la sua sincerita'. Malgrado il lutto che l'aveva appena colpita, mi ha raccontato delle cose che riguardano la sua sfera privata molto....come dire" " Particolari?" " Si, credo che posssiamo definirle senz'altro particolari. Ma non e' certo questo il motivo della mia venuta qui'. Vede, malgrado la sua confidenza o forse proprio a causa di cio' che lei mi ha raccontato, ci sono ancora alcuni interrogativi che riguardano proprio.....come definirlo?" " Il rapporto dominante con mio marito?" mi interruppe la bella vedova "Cosa c'e' detective? Non riesce a terminare le frasi oggi? C'e' qualcosa che la turba?" Diavolo di una donna. Sapeva benissimo di essere lei a turbarmi e sembrava godere di queste mie difficolta' " Oh no, nessun problema " mentii " Benissimo. In tal modo velocizzeremo questo nostro incontro. Non e' d'accordo?" " Assolutamente d'accordo" mentii di nuovo. Avrei trascorso ore soltanto a guardarla e a sentire la sua voce " Ritorniamo al nostro discorso principale, allora. Mi diceva che c'e' qualcosa che non le quadra riguardo il rapporto dominante che io avevo con Jacob, non e' cosi'?" " Esatto. Vede Rachel, mi stavo domandando....." " Mi ascolti bene, detective." M'interruppe bruscamente "Io per lei sono . Non si azzardi mai piu' a chiamarmi col mio nome di battesimo se ha intenzione di proseguire a parlare con me. Lei mi da l'impressione di essere una persona notevolmente sveglia ed intelligente e sono sicura che non dovro' piu' intervenire a riguardo. Non amo che qualcuno si prenda delle confidenze non richieste. E' chiaro?" Rimasi a bocca aperta. Nessuna donna si era mai permessa di rivolgersi a me con quel tono. Anzi, nessuno in assoluto. Persino i miei superiori mi trattavano col dovuto rispetto, anche quando mi davano degli ordini. Eppure lei, pur non alzando affatto il tono della voce, lo aveva fatto. Con la classe e con la sicurezza che la contraddistingueva, ma mi aveva trattato come un essere subordinato. Deglutii nervosamente proprio nel momento in cui l'uomo che mi aveva accompagnato busso' alla porta. Rachel Fink diede l'ordine di entrare e l'uomo fece il suo ingresso nella stanza con un vassoio sopra il quale era posato un bicchiere con la spremuta di pompelmo, lo porse alla padrona di casa e poi si eclisso' dopo aver chiesto alla donna se volesse qualche altra cosa da lui. Mentre Rachel Fink sorseggiava con calma la sua spremuta, ebbi la forza di risponderle " Mi scusi, signora Fink. Non era mia intenzione prendermi troppa confidenza con lei. Posso garantirle che non succedera' piu' e che mi atterro' scrupolosamente a quanto lei mi ha richiesto. Posso continuare?" " Prego" " Ho appena avuto la conferma dal medico legale che i lividi sul corpo di suo marito erano piuttosto estesi e che soprattutto erano dovuti a percosse piuttosto violente" " Ieri sera le ho detto appunto che a mio marito piaceva essere picchiato. Qual'e' la novita' rispetto a quanto le ho confidato?" " Ecco, vede....Insomma, mi chiedevo con cosa lei lo picchiasse" La donna sorseggio' un altro po' di spremuta, quindi poso' il bicchiere sul tavolo ancora mezzo pieno " Le da fastidio se fumo?" " Lei e' a casa sua e puo' fare quello che vuole" " Era una domanda retorica. So perfettamente che non ho bisogno del suo permesso per fumare, ma il dovere di ospitalita' me lo impone. Piuttosto, le premetto che invece, a me da fastidio che qualcun altro fumi in mia presenza e quindi la invito a non farlo" Rimasi a bocca aperta. Era antipatica e presuntuosa. Sapeva che tutto le era permesso, vuoi per la sua imponente e statuaria bellezza, vuoi per il potere che le dava l'aver sposato l'uomo piu' ricco della citta'. Feci pero' buon viso a cattivo gioco " D'accordo, ovviamente. Pero' lei non ha risposto alla mia domanda" La donna accenno' ad un sorriso e contemporaneamente afferro' da dentro uno dei cassetti un portasigarette dal quale estrasse una sigaretta che si mise in bocca con movimenti lenti senza accenderla. Rimase qualche secondo in quella posizione, poi mi indico' l'accendino che si trovava sopra il tavolo. Mi alzai dalla poltrona, presi l'accendino soppesandolo e rendendomi conto che forse era d'oro massiccio e quindi le accesi la sigaretta " Mi scusi, ma lavorando nella polizia mi sono dimenticato delle buone maniere e non ho pensato che ad una signora si deve accendere la sigaretta" " E' scusato detective." mi rispose dopo aver espulso dalla sua bocca con movenze studiate il fumo dellla sua sigaretta "Dunque, mi chiedeva con cosa io picchiassi mio marito quando ci calavamo nei nostri ruoli?" " Esatto!" " Ora le rispondo, ma intanto mi tolga una curiosita'. Cosa le e' venuto in mente? Che facessi uso di bastoni e di cose similari?" " Ovviamente si. Soprattutto i lividi che risalivano a pochi giorni prima del decesso erano piuttosto evidenti e questo lascia supporre che potessero essere inferti con un'arma impropria come un bastone, una mazza da baseball o addirittura con qualcosa di ferro. Mi sento di escludere sia una catena di ferro che una frusta in quanto non ci sono i classici segni che lasciano quegli oggetti" La vedova Fink aspiro' la sigaretta e poi accenno' di nuovo un sorriso " Lei e' in errore, detective. Non facevo uso di nessuno di quegli oggetti" Stavolta ebbi il coraggio di guardarla negli occhi " E con cosa lo picchiava, allora?" " Con le mani, detective Bravermann, semplicemente con le mie mani" Ebbi un sussulto " Ma come e' possibile? Il medico legale mi ha assicurato che quei colpi sono stati inferti con una certa violenza e ferocia" " Sta per caso mettendo in dubbio le mie parole? Sappia che non tollero che qualcuno lo faccia. Che sia un poliziotto, il sindaco o il presidente degli Stati Uniti in persona. Quando rispondo ad una domanda pretendo che le mie parole vengano prese come oro colato. Credo che questa conversazione possa anche terminare qui'" " Aspetti, la prego, signora Fink. Sono sincero anch'io e le garantisco che non intendevo in alcun modo mettere in dubbio cio' che mi diceva. La mia e' stata una semplice reazione di fronte ad una cosa che mi sembrava impossibile" " Capisco. Per questa volta continuiamo, ma le garantisco che non sopportero' ulteriormente questa insolenza da parte sua. Si rammenti che se io rispondo ad una sua domanda lo faccio esclusivamente per dovere e per il rispetto che una cittadina come me ha verso gli organi di polizia. Se io volessi, mi basterebbe fare una telefonata e ne' lei, ne' nessun altro poliziotto entrerebbe piu' a casa mia e quei due ragazzini alle prime armi che sono intervenuti dopo la mia chiamata al 911 e che sono stati i primi a nutrire dei dubbi nei miei confronti, ora sarebbero gia' a dirigere il traffico. Ma non voglio approfittarmi del potere che Jacob deteneva all'interno della nostra comunita' e non faro' nulla di tutto questo. Ma esigo rispetto per me, per il mio povero marito ed anche per cio' che facevamo, da adulti consenzienti che hanno tutto il diritto di esprimere la propria sessualita' come meglio credono. Non voglio piu' ripetermi" La guardai quasi timoroso. Ero stato sgridato come un bambino e trovavo la cosa insopportabile, ma non potevo nascondere a me stesso che ero anche affascinato. Rachel Fink giocava a fare la dominatrice col marito ma la cosa le riusciva perfettamente anche al di fuori di quell'ambito. Chinai la testa. Non lo facevo solo in quanto volevo che lei continuasse a parlare con me, ma perche' quasi le riconoscevo una certa superiorita' psicologica ed intellettuale. Cercai di trovare le parole giuste " Ho capito, signora Fink. Ho capito perfettamente e vorrei che lei capisca anche il mio sbigottimento di fronte ad una dichiarazione come la sua" " Si, capisco il suo stupore, ma quello che le ho appena detto e' la verita'. A mio marito piaceva essere picchiato e dominato, ma voleva che io lo facessi a mani nude, per esprimere in questo modo una superiorita' piu' marcata. Ascolti detective, io so perfettamente che lei si sta macerando nello scegliere le parole giuste e immagino la sua difficolta' nel trovarle considerando il mio modo di reagire e voglio giocare a carte completamente scoperte. Le va bene?" " Non chiedo di meglio" " Bene! Cominci lei, allora. Ha preso informazioni su di me e sul mio passato?" Sospirai profondamente mentre Rachel Fink spegneva la sua sigaretta nel posacenere per bere un altro sorso della sua spremuta di pompelmo. Era un occasione unica e irripetibile farmi dire come fossero andate le cose dall'inizio, ma dovevo essere sincero anch'io " Ovviamente si. E' cosi' che si svolgono le indagini, anche quelle piccole ed insignificanti. Ho preso informazioni su di lei e soprattutto sul suo passato, a cominciare dalla sua strana adozione. Spero che dopo questa confessione non mi cacci via a pedate da casa sua, ma ho accettato di giocare a carte scoperte e dovevo dirle la verita'" " Lo apprezzo, detective, lo apprezzo molto e le raccontero' una storia. Forse alla fine capira' perfettamente. Ha un po' di tempo libero?" " Tutto quello che vuole" " Devo ritornare indietro col tempo, a quando io ero una bambina orfana. Sa, ancora mi ricordo i miei genitori. Erano bellissimi, una coppia perfetta" " Li ho visti e dalle loro foto ho potuto capire come lei sia diventata una donna cosi' affascinante, se posso permettermi" " Si, puo'. Un complimento, se e' fatto in modo discreto e galante, e' sempre bene accetto. Io odio la volgarita'. Ma non e' di questo che volevo parlarle. Quando morirono i miei nonni, gli unici parenti che mi fossero rimasti, fui messa in un orfanotrofio della mia citta', a Memphis. Lo sa che dopo pochi mesi c'era la fila per adottarmi? Venivano coppie a prendere informazioni sui bambini di quell'orfanotrofio ed io ero sempre la prescelta. Saro' costretta a peccare di immodestia, ma ero la bambina piu' intelligente, la piu' bella e la piu' dotata atleticamente. Ma poi venne Jacob e qui' devo aprire una parentesi su di lui. Jacob era la persona piu' buona e piu' gentile che esistesse al mondo, ma anche la piu' infelice, nonostante tutti i soldi che aveva" " Infelice? E come mai?" " Perche' sapeva che non avrebbe mai potuto amare una donna e farsi amare nel modo in cui lui desiderava. Vede, Jacob era un uomo con istinti sottomessi un po' particolari. Si tolga dalla mente strane idee, detective e dimentichi tutti gli stereotipi inerenti ad un rapporto sottomesso. Lui voleva una donna che lo dominasse, che gli dicesse cosa fare o non fare, ma voleva soprattutto una donna da adorare. Voleva mettere su un piedistallo quella donna e venerarla come fosse una dea e al contempo che questa donna lo amasse. Puo' sembrare strano, vero?" " Sinceramente non so se puo' essere considerato strano. Non sono molto addentrato in quei meccanismi" " Non ha importanza. Cio' che conta e' che lui era fatto cosi'. Ma per adorare una donna, per ergerla a livello di una dea e sottomettersi a lei, Jacob pretendeva che questa donna gli fosse realmente superiore in tutti i campi, a cominciare da quello fisico per finire a quello intellettuale" " Se ho ben capito, suo marito voleva che lei fosse piu' forte, piu' intelligente e piu' istruita di lui. E' giusto?" " Si, e' giusto, ma in quel momento io ancora non c'ero nei suoi pensieri. Quello era il suo ideale di donna, una donna che non riusciva ad avere per una miriade di motivi" " Mi scusi, signora Fink, ma anche allora suo marito, e lo ha appena sostenuto lei stessa, era gia' ricco e potente. Come era possibile che non riuscisse ad avere la donna che lui voleva. Mi perdoni la schiettezza, ma con i soldi si puo' ottenere tutto" " Non proprio tutto. Forse avrebbe potuto avere una donna abbastanza attraente e forte da poterlo sottomettere, ma non avrebbe potuto trovare tutti i requisiti che lui cercava e soprattutto era abbastanza difficile che quella donna potesse amarlo nel modo in cui lui desiderava. Senza contare le eventuali ripercussioni" " A cosa allude?" " Mi riferisco agli eventuali ricatti. Ce l'ha presente cosa sarebbe diventata la vita di Jacob? Un inferno, glie lo dico io. Donne che lo avrebbero ricattato e lui che avrebbe accettato per timore di cio' che avrebbero potuto dire. Il fatto che fosse ricco e famoso lo poneva, per strano che possa sembrarle, in una condizione di difficolta' enorme, difficolta' che un uomo normale difficilmente avrebbe trovato. Ma anche se ci avesse provato, difficilmente avrebbe potuto trovare una donna che lo accontentasse in tutto e che fosse la reincarnazione dei suoi desideri" " Capisco. E se ho una buona immaginazione, suo marito ha pensato bene di costruirsi in casa la dominatrice perfetta. Sbaglio?" " Non sbaglia affatto. La sua immaginazione e' degna di un ottimo investigatore. Jacob fece fare delle indagini da un suo uomo di fiducia e quelle indagini l'hanno portato a me. Io ero, in prospettiva futura, la donna dei suoi sogni" " Ma lei all'epoca era una bambina. Mi riesce difficile pensare che una bambina possa imparare a dare ordini in una certa maniera e a picchiare in modo violento e feroce un uomo" " E' la seconda volta che usa l'aggettivo , detective e lo fa a sproposito. Io picchiavo Jacob con violenza perche' era cio' che lui desiderava, ma mai con ferocia. Ho sempre usato il massimo delle accortezze e non ho mai causato danni di una certa entita' su di lui. Posso dire che l'unico vero danno glie l'ho causato da morto, quando gli ho rotto lo sterno per cercare di rianimarlo. A proposito, ieri sera mi ero dimenticata di dirle che nell'autopsia risultera' lo sterno rotto" " Volevo parlarle anche di questo. Il patologo me l'ha praticamente confermato e non capisco. Lei ha una laurea in medicina, signora e non mi sembra il tipo di compiere un gesto cosi' grossolano. So per certo che nel tentativo di rianimare una persona infartuata si fa un massaggio cardiaco, ma spezzare lo sterno puo' capitare solo a chi non e' pratico" " E' lei che dice cose grossolane. Mi auguro che non le capiti mai di praticare un massaggio cardiaco ad una persona che le stia particolarmente a cuore. Le do una piccola lezione di pronto intervento. Molto spesso, la persona che ha un infarto, tramite un massaggio cardiaco ha la possibilita' di sopravvivere in quanto, grazie al massaggio, il cuore continua a pompare quel poco che serve per attendere aiuti. Diciamo che pompa all'incirca un 30%. Ho detto pero' molto spesso e non sempre. Mio marito ha avuto un arresto immediato delle funzioni cardiache e a nulla e' servito il mio massaggio che e' stato fatto con tutti i crismi. Solo quando ormai mi sono resa conto che non c'era piu' nulla da fare, ho perso la calma che di solito mi contraddistingue ed ho forzato il massaggio causandogli la lesione dello sterno" " Ci vuole una dose di forza non comune per effettuare quel tipo di lesione" feci presente " Un uomo di dimensioni normali puo' riuscirci ed io possiedo una forza fisica notevolmente superiore a quella di un uomo normale, detective" Restai di nuovo allibito ma stavolta non obiettai. Come era possibile che una donna potesse essere piu' forte di un uomo? Una donna come Rachel Fink? Certo, era statuaria ed era evidente che praticasse molto sport, ma non dava assolutamente l'impressione di una donna che possedesse una forza fisica fuori dalla norma " Continui, la prego" le dissi semplicemente, ammaliato dal modo in cui lei raccontava particolari della sua vita privata ed anche incuriosito per quella storia assolutamente inusuale " Ovviamente, non divenni subito cio' che lui desiderava. Innanzi tutto, essendo un uomo non sposato, fece in modo che io venissi adottata dai coniugi Bell, i nostri giardinieri" " Che rapporto aveva con loro?" " Praticamente inesistente. Io ero la figlia adottiva dei Bell solo per la legge ma in realta' io consideravo Jacob come il mio patrigno, un patrigno dolce e affettuoso che mi ha amata da subito e che ho cominciato ben presto a contraccambiare, anche se la mia vita non era affatto facile" " In che senso?" " Nel senso che tutte le ore della mia giornata erano impiegate a studiare e ad allenarmi. Ho avuto i migliori insegnanti e i migliori istruttori di tutti gli Stati Uniti. Allora non capivo perche' dovessi allenarmi con quella intensita'. Praticavo ogni tipo di sport e in special modo di arti marziali ed a sedici anni ero in grado di uccidere un uomo a mani nude, grazie alla mia predisposizione genetica ed ai miei allenamenti" Rimasi di nuovo a bocca aperta. Quando aveva sedici anni, Rachel Fink avrebbe potuto uccidere un uomo a mani nude? Era assurdo, semplicemente incredibile, ma stavolta rimasi impassibile e non obbiettai. Non me l'avrebbe perdonato e feci finta di nulla " Suo marito era al corrente di questa predisposizione?" " Ovviamente si. E' stato uno dei motivi che l'hanno indotto a scegliere me tra le migliaia di orfane che popolavano tutti gli orfanotrofi d'America. Come le ho detto poc'anzi, Jacob aveva fatto fare una ricerca. Le serviva una bambina di un'eta' tale da poter essere plasmata e che avesse certi requisiti fisici e intellettivi " " E quindi, malgrado lei non sapesse nulla, si allenava intensamente. Ma non aveva amicizie o fidanzati, non andava, che so, al cinema o in discoteca?" " Al cinema mi ci portava Jacob, quando lui era libero, ma per il resto la mia vita assomigliava a quella di una reclusa, anche se una reclusa di lusso. Potevo avere tutto cio' che io volevo, ma le amicizie erano bandite del tutto. Non frequentavo scuole e studiavo con istitutori privati affinche' non avessi contatti con il mondo esterno che avrebbero potuto distogliermi da tutto cio' che dovevo fare" Rachel Fink sospiro' profondamente al termine di quella frase, attendendo un'altra delle mie domande, ma non era facile per me. Avrei voluto dirle un milione di cose ma non ero preparato ad un racconto del genere e glie ne feci una banale " Non le mancava tutto quello che una ragazza di quell'eta' dovrebbe fare?" " Non sapevo cosa fossero. Per me il mondo era racchiuso in questa enorme villa" " E poi? Quando ha capito cosa Jacob Fink volesse da lei?" " Al compimento dei sedici anni. Jacob, che io consideravo ancora come mio patrigno, mi disse che voleva parlarmi di una cosa e che dalla mia scelta sarebbe dipeso il mio futuro. Mi porto' nel suo studio e mi confesso' tutto. Mi parlo' con molto tatto dei suoi desideri, della sua strana sessualita' e di cosa avrebbe voluto da me. Rimasi ovviamente di sasso. Non mi sarei mai aspettata una cosa simile. Mi disse anche che, qualunque fosse stata la mia scelta, io avrei avuto un futuro senza problemi economici. Se io avessi scelto di andarmene, avrei potuto farlo allo scadere del mio diciottesimo anno di eta' e me ne sarei andata con la borsa piena. Jacob mi avrebbe concesso a vita un assegno mensile molto ragguardevole che mi avrebbe permesso di vivere senza alcun problema e alla sua morte avrei comunque ereditato tutti i suoi beni. Se invece avessi accettato di sposarlo, sempre al compimento dei diciotto anni, lui sarebbe diventato il mio marito sottomesso. Ma, se avessi scelto questa soluzione, io avrei dovuto studiare da dominatrice, imparare a dare ordini alla perfezione e a vestirmi come piaceva a lui e contemporaneamente anche a studiare e ad allenarmi ancora piu' intensamente. Sapeva di non essere attraente e che, nel corso degli anni, la differenza di eta' sarebbe potuta diventare un macigno per me e lui mi garanti' che da sposata, io avrei avuto la massima liberta' di fare qualunque cosa volessi. Capisce a cosa alludo?" " Ad avere altri uomini?" " E' un tipo sveglio, detective. Si, esatto. Se io avessi voluto, avrei potuto avere tutti gli uomini che volevo, a patto che non facessi scandalo e che non mi facessi scoprire dai giornalisti in cerca di scoop. Lui aveva un nome da difendere ed io mi sarei comunque dovuta comportare in modo adeguato" " Ma perche' lei ha accettato? Perche' non se ne � andata? Aveva comunque la possibilit� di fare una vita meravigliosa con l'assegno mensile che le avrebbe riconosciuto il signor Fink, per non contare che avrebbe potuto avere uomini molto piu' giovani e attraenti di suo marito senza doversi nascondere. Perche' lei ha avuto altri uomini, non e' vero?" Rachel Fink si schiuse in un lieve sorriso " Per quale motivo dovrei dirle se ho avuto degli amanti?" " Perche' mi ha promesso di giocare a carte scoperte" risposi " Per quello che riguarda la morte di mio marito e degli eventi che l'hanno portata a sospettare di me, ma non vedo il motivo per il quale lei dovrebbe rovistare in fatti che non riguardano questo evento. Che io abbia avuto amanti o no e' del tutto ininfluente per la sua piccola indagine. Mio marito non avrebbe obiettato e quindi non avrei avuto nessun motivo per volerlo morto. Anzi, Jacob non poteva obiettare alcunche' in quanto io ero la sua padrona assoluta e un amante non avrebbe pregiudicato in alcun modo il nostro rapporto" Non insistetti. Dovevo accettare cio' che Rachel Fink mi diceva senza forzarla. Non era certo il tipo di donna che potevo costringere a darmi informazioni che lei non voleva darmi e ne' tantomeno da poter manovrare in qualche modo. Troppo intelligente, anche per uno come me tutt'altro che idiota. Si, dovevo riconoscerlo. Quella donna era una spanna sopra a me e a tutti coloro che avevo conosciuto nella mia vita. Ma sembrava ben disposta a raccontarmi dei particolari della sua vita privata e non dovevo lasciarmi sfuggire un occasione del genere " Non ha risposto nemmeno alla mia domanda precedente, signora. Anche quella e' una domanda alla quale non intende rispondere?" " Intende quella sul motivo per cui abbia scelto l' opzione di diventare sua moglie quando forse andarmene era piu' conveniente? Ebbene, e' semplice. Dovevo dare una risposta e mi presi un paio di giorni prima di rispondergli. Valutai ovviamente entrambe le situazioni che mi si prospettavano con molta accuratezza" " Ma aveva solo sedici anni. Come si puo' fare una scelta del genere a quell'eta' soprattutto considerando la scarsa conoscenza che lei aveva del mondo esterno?" " Sono costretta di nuovo a fare un elogio delle mie capacita', detective. Avevo un quoziente intellettivo ben superiore a quello di una semplice adolescente, direi paragonabile a quello di una persona adulta con doti notevolissime riscontrabili solo in poichi esseri umani al mondo e la mia capacita' di scelta era di conseguenza quella di una donna matura. E poi, non trascurabile, c'era il lato sentimentale. Volevo bene a Jacob. Lei non ha la piu' pallida idea di come mi trattasse, di come mi ha sempre amata, prima come figlia e poi come moglie dominante" " Mi scusi ma lo trovo inconcepibile. Non si puo' amare una persona come figlia prima e come donna poi" " E' successo a Woody Allen, perche' non sarebbe dovuto accadere a Jacob? E' ovvio che anche prima lui vedeva in me qualcos'altro oltre alla figliastra. Mi ammirava, vedeva i miei progressi e ne era felice. Ero tutto per lui, non potevo deluderlo. Non so se puo' capire o meno. Ma, oltre all'affetto che nutrivo per lui, c'era anche un altro motivo che mi ha spinta a fare questa scelta" " Puo' dirmi quale?" " Certo. Ero curiosa di scoprire a cosa andavo incontro, cosa significasse avere il pieno controllo su una persona e decidere per lui ogni cosa, persino cosa dovesse mangiare?" " Addirittura?" " Oh si, detective. Non puo' nemmeno immaginare quanto possa essere piacevole. Quando si trovava a qualche cena di lavoro, lui mi telefonava elencandomi cio' che c'era a disposizione ed io gli dicevo cosa dovesse mangiare ed in che quantita'. Se c'era del riso, ad esempio, io potevo anche ordinargli di mangiarne due cucchiai e Jacob si atteneva scrupolosamente ai miei ordini. E questo valeva per ogni altro cibo. A volte gli facevo mangiare cose che sapevo gli piacessero e altre volte gli ordinavo di ingoiare cibi che non erano di suo gradimento e lui mi obbediva a prescindere. Ma, ovviamente, non e' solo questo. Per ogni cosa che lui faceva doveva prima chiedere la mia autorizzazione. Io sceglievo per lui gli abiti, in quale albergo soggiornare durante i suoi viaggi di lavoro, a che ora dovesse rientrare in casa ecc. Potrei farle un elenco lunghissimo. Lui dipendeva da me in qualunque occasione. Inizialmente, mi aveva chiesto di lasciargli le decisioni per quanto riguardava il suo lavoro e gli lasciavo gestire la ma in secondo tempo, quando cominciai a prendere piu' consapevolezza in materia, iniziai a prendere le decisioni che contavano anche in questo campo. A lui lasciavo la copertina, ma in realta' ero io a manovrare il tutto. E questa era felicita' allo stato puro per lui" Mi abbandonai sulla poltrona. Era tutto cosi' incredibile. Davvero quella donna, benche' straordinaria, era in grado di fare tutto cio' che sosteneva? Ne aveva le capacita? O mi stava prendendo in giro? Ero sempre piu' in stato confusionale e avevo terminato le domande. O meglio, ce n'era ancora una " Perche' mi ha raccontato tutto questo, signora Fink? Lei sa meglio di me che avrebbe potuto non farlo. Se l'autopsia dimostrera' quello che lei mi ha detto, nessuno potra' mai accusarla di niente" " Devo dirle la verita'?" " Si la prego" " Prima termino il discorso di prima e poi le rispondo. Avevo preso quindi la mia decisione. Mi incuriosiva una vita dove avrei avuto il potere assoluto su una persona cosi' potente ed influente e decisi di accettare la sua proposta di sposarlo al compimento del mio diciottesimo anno di eta'. Probabilmente, avevo gia' a quell'eta' una grossa predisposizione al comando o forse era stata proprio l'educazione che Jacob mi aveva fatto impartire negli anni passati a far uscir fuori questo lato del mio carattere. Sapevo come impartire ordini alla servitu' senza bisogno di alzare la voce ed ero in grado di farmi rispettare dalle poche persone che ebbi modo di incontrare, ma non immaginavo che diventare la moglie dominante di Jacob sarebbe stato cosi' complicato. Dovetti prendere lezioni di dominazione" " Mi perdoni, cosa significa prendere lezioni di dominazione?" " Significa che un conto e' essere autoritari di natura, un altro e' diventare una dominatrice. Bisogna imparare ad usare il tono della voce, a fare gesti consoni in qualunque occasione...." " Che tipo di gesti?" " Non m'interrompa, detective. Odio essere interrotta da chicchessia. Ora ci arrivo" Ancora un rimprovero da parte sua. Stava continuando a trattarmi come un bambino ed io continuavo ad essere imbambolato e a non saper rispondere. Nel frattempo la bellissima donna si alzo' dalla sua sedia venendo dinanzi a me " Si alzi, detective Bravermann" le obbedii d'istinto e mi ritrovai di fronte a lei, a pochi centimetri dal suo viso, mentre il suo profumo, che prima aveva impregnato la stanza, era diventato cosi' intenso che sembrava quasi avvolgere completamente le mie membra. Lo respirai a fondo e quel respiro mi lascio' quasi senza fiato. Mi sentii girare la testa e soprattutto mi sentii pervadere da un'intensa emozione che era per me completamente sconosciuta. Rachel Fink prima sorrise, forse rendendosi conto dell'effetto che mi faceva stando cosi' vicina a me e poi scosse la testa per sistemarsi i suoi capelli e quindi, con mia grande meraviglia, mi afferro' il mento con la sua mano e poi prosegui' " Prendere un uomo in questo modo, osservarlo negli occhi senza mai abbassarli, e' un ottimo modo per dare ordini o anche per parlare con la persona sottomessa. Si instaura in lui la consapevolezza che la donna che gli sta di fronte sia un essere superiore" Con mio grande rammarico, tolse la sua mano dal mio mento e ando' di nuovo a sedersi. Il contatto della sua mano mi aveva donato altre emozioni assurde ed inspiegabili e addirittura un'erezione, senza contare il desiderio di baciarla quando ci eravamo trovati a pochi centimetri l'uno dall'altra. Dovetti respirare a fondo. La bellezza e la sensualita' di quella donna erano talmente enormi che faticavo a tenere un comportamento normale " Credo di aver capito, signora Fink" riuscii a dirle infine " Oh si, credo che lei abbia capito cosa intendessi quando parlavo di gesti consoni alla situazione. Ma c'erano tante altre cose da imparare. A camminare in modo idoneo, ad esempio. I miei allenamenti nelle arti marziali e quelli che facevo per irrobustirmi e diventare forte, avrebbero potuto farmi diventare meno femminile nei gesti e nei movimenti e, naturalmente, ne' Jacob e nemmeno io volevamo che questo accadesse. Un altro degli insegnamenti al quale dovetti sottopormi riguardava il mio abbigliamento" " La tuta in lattice che indossava ieri sera?" " Non solo. Quello era il tipo di abbigliamento che indossavo in certi frangenti, ma una donna dominante non si vede soltanto in quegli abiti. Era bandita la sciattezza e dovevo sempre vestire in modo idoneo. Tra l'altro, a parte i gusti di mio marito, ben presto iniziai ad adorare sia quel tipo di abbigliamento da dominatrice che quello abituale di classe, comprese le scarpe rigorosamente col tacco alto. Per me non sono solo scarpe ma le considero un'appendice dei miei piedi" " E non ne avrebbe nemmeno bisogno, considerando la sua notevole altezza" " Si, in effetti. Che diventassi molto alta era scritto nel mio D.N.A. Mio padre raggiungeva i due metri mentre mia madre sfiorava il metro e ottanta e Jacob sapeva anche questo quando mi ha scelta. L'altezza della sua donna dominante era basilare per lui. L'altezza incute soggezione non solo negli uomini con istinti sottomessi ma in qualunque persona. Farsi dare ordini da una persona molto piu' alta di lui rendeva quegli ordini molto piu' perentori e, di conseguenza, piu' facilmente accettabili" Ora taceva, Rachel Fink, osservandomi e soppesandomi " Rimane in sospeso l'ultima mia domanda, signora. Perche' mi ha confessato queste cose?" " Per curiosita', detective" " Per curiosita'? Non capisco. Semmai era mia la curiosita' nel cercare di conoscere cosa si nascondeva nel vostro rapporto" " No detective, Non intendevo quel tipo di curiosita'. Io volevo testare le sue reazioni. Lei e' un poliziotto, un detective della omicidi, abituato a frequentare gente di ogni livello e m'incuriosiva vedere le sue reazioni di fronte ad una storia molto particolare come la mia" " Ne ha tratto delle conseguenze, signora Fink? Le mie reazioni l'hanno soddisfatta?" " Non e' una questione di soddisfazione. Diciamo che le sue reazioni emotive, man mano che raccontavo questi particolari della mia vita privata, sono state adeguate alle mie aspettative e quindi le rispondo di si alla prima domanda. Da questa conversazione ho tratto delle conseguenze che reputo molto interessanti" " Posso conoscerle? Puo' dirmi di cosa si tratta?" " No. Almeno per ora e le anticipo una risposta. Non mi chieda se e quando la mettero' al corrente di quali siano le risposte che ho avuto dai suoi comportamenti" Rachel Fink aveva terminato. Si alzo' dalla sedia con tutta la grazia e la femminilita' di cui disponeva. Ogni suo gesto, ogni sua parola sembrava che fossero in grado di ammaliarmi ed il pensiero che avesse terminato di parlare con me mi faceva star male. Non mi sarei mai voluto staccare da quella visione di bellezza pura, ma il cenno di avviarmi verso l'uscita era inequivocabile e mi avviai. Mi sentivo completamente stordito. Quella di Rachel Fink era stata una vita assolutamente particolare, degna di una donna unica sotto tutti i punti di vista, una donna del qual era difficile non innamorarsi dopo pochi minuti di conoscenza e improvvisamente sentii una specie di fastidio, una sensazione per me nuova e assolutamente inspiegabile che faticai a riconoscere e che, appena la riconobbi, me ne vergognai. Ero invidioso di un morto. Si, ero invidioso che quell'uomo le era stato accanto per cosi' tanto tempo e che aveva assaporato la straordinarieta' di Rachel Fink. Ma io ero diverso, non ero come Jacob Fink. Io non avrei mai potuto accettare che una donna mi picchiasse, che mi dominasse e che mi dicesse persino cosa mangiare. No, io non avrei mai potuto accettarlo. Nemmeno per una donna come Rachel Fink? FINE TERZA PUNTATA Per i vostri commenti inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it