DOMINAZIONE MORTALE Secondo episodio di Davidmuscolo Il mio appartamento mi accolse con le sue rassicuranti certezze ed il suo silenzio. Pensai per un attimo alla differenza con la villa lussuosa di Jacob Fink che avevo appena ammirato e mi scappo' un lieve sorriso, considerando l'improponibilita' del paragone. Gettai i miei indumenti sulla sedia vicino al letto e mi misi sotto le lenzuola. Ero abituato a dormire senza pigiama, con solo una t-shirt sopra ai miei boxer e mi lasciai avvolgere dallo straordinario piacere del contatto con le lenzuola, piacere che, magicamente, si rinnovava ogni sera. Ero stanco, ma durante la notte riuscii a dormire ben poco. La visione di Rachel Fink sembrava perseguitarmi. Non era solo per la sua bellezza. Oh, quella era straordinaria, ma quello che mi aveva affascinato di piu' era il suo modo di fare, la sua autorevolezza, la sua intelligenza e anche quell'ironia che aveva messo in mostra in alcune occasioni durante il nostro colloquio. Sostenere che quella fosse una donna unica era fin troppo banale. Alle sei di mattino, decisi che era inutile stare a rotolarmi ancora dentro al letto e mi alzai. Mi feci una lunga doccia che ebbe subito il potere di farmi stare meglio e mi vestii. Feci colazione con calma, al contrario delle mie abitudini e alle otto meno dieci ero al distretto. Andai subito dall'agente Julie Cork, l'addetta informatica del distretto " Salve capo. Caduto dal letto stamattina?" Era mia abitudine presentarmi al lavoro non prima delle nove, tranne che in alcuni momenti particolari in cui fosse necessaria la mia presenza e la mia apparizione oltre un'ora prima del previsto era quantomeno inusuale " Ciao Julie. Mi serve il tuo aiuto. Quanto ci metti a trovarmi tutto su una persona?" " Un quarto d'ora e poi saprai anche quante volte va al bagno. Chi e' la persona?" " Rachel Fink. Ti dice niente questo nome?" " Intendi dire Rachel Fink? Quello spettacolo della natura? Quella stangona alta due metri e mezzo col marito che le arriva al punto vita?" " Forse stai esagerando un pochino ma credo che intendiamo la stessa persona" " Posso confessarti una cosa, capo? Pagherei un braccio per essere la met� della sua bellezza. A proposito ... .Stamattina ho visto in televisione che le e' morto il marito. E' per questo che stai indagando su di lei?" " Chi ti ha detto che sto facendo delle indagini su di lei? E' vero, e' morto il marito, ma lei non e' indagata, almeno per adesso" " Il telegiornale diceva che la vittima e' morta per attacco cardiaco. E ti credo. Con una moglie che ha almeno la meta' dei suoi anni e bella in quella maniera ... ." " Piantala di dire scemenze, Julie. Mi servono fatti. Voglio sapere tutto di lei e quando dico tutto mi riferisco anche alla sua infanzia. Chi sono i genitori, che lavoro facevano, che studi ha fatto da ragazza e via discorrendo. Se c'e' anche qualche notizia di gossip che la riguarda, ad esempio se aveva un amante o cose del genere, inserisci anche quello. Ok?" " Ok capo. Il tempo che tu ti prenda un caffe' e avrai sulla scrivania la completa biografia di Rachel Fink, la donna piu' bella del pianeta Terra" " Dopo Julie Cork, naturalmente, l'esperta informatica piu' veloce della terra" " Si, come no" sorrise Julie. Ovviamente, non era nemmeno paragonabile a Rachel Fink ma era una ragazza abbastanza carina, con una massa di capelli rossi che ne rivelavano le origini irlandesi e le consuete lentiggini che le davano qualche anno in meno della trentina che possedeva. Anche di corpo non era affatto male. Non molto alta ma ben proporzionata e con un seno che sembrava alquanto notevole, anche se era costretta a nasconderlo a causa della divisa. Ma a me interessava la sua efficienza nel lavoro ed in quello era un fenomeno. Nessun indizio, nessuna notizia che circolava sul web era nascondibile alle sue capacita'. Probabilmente, quello era uno dei suoi ultimi giorni nel nostro distretto in quanto era stata a lungo corteggiata dall' FBI ad al Bureau nessun poliziotto riesce a dire di no, prima o poi. Mi presi comunque il caffe' e mi recai nel mio ufficio. Per rintracciare il capitano era ancora presto e attesi solo pochi minuti prima che Julie entrasse con alcuni fogli e con l'aria sbigottita " Cosa c'e' Julie? Sembra che tu abbia visto un fantasma" " Capo, questa non e' solo bella, e' pure un genio. Leggi qui'. Sembra che possieda quattro lauree e che parli otto lingue correttamente. Ma ci sono anche alcune sorprese" " Dai qua', fammi leggere" Presi i fogli che Julie mi aveva preparato e li lessi con attenzione ed interesse. Rachel Fink, nata come Rachel Paltrovich, era stata adottata dalla famiglia Bell, diventando quindi Rachel Bell. Ed i coniugi Bell avevano lavorato fino a pochi anni prima come giardinieri di Jacob Fink. Un po' strana come cosa se consideriamo che i Bell avevano altri cinque figli e certamente non un reddito particolarmente alto che avrebbe potuto consentire loro di prendere una sesta figlia in adozione. Rachel Bell non aveva frequentato scuole ma aveva avuto istitutori di primissimo livello che le avevano consentito di superare col massimo dei voti ogni esame. Solo all'universita', quando era gia' diventata signora Fink, aveva iniziato la sua frequentazione col mondo normale, mentre fino a quel momento sembrava aver vissuto come una reclusa. Di lei non si conosceva altro, se non che aveva preso, in brevissimo tempo e col massimo dei voti, ben quattro lauree. La prima in letteratura inglese a soli vent'anni, la seconda in lingue, la terza in medicina, come mi aveva appunto detto ieri sera e la quarta in legge. Era quindi anche avvocato o comunque esperta in ordine legale. Non c'era altro, non una notizia di gossip, niente di niente. Rachel Fink sembrava essere una moglie modello che non usciva mai da sola e che, quando era in compagnia del marito, si metteva quasi in disparte e le poche fotografie la ritraevano sempre a fianco di Jacob Fink. Una specie di maledizioni per i fotografi e per i giornali di gossip che avrebbero pagato chissa' cosa per sorprenderla in atteggiamenti compromettenti. Julie Cork mi guardo' con curiosita' " Soddisfatto capo?" " Non del tutto. Qui' c'e' scritto che e' nata come Rachel Paltrovich. Quindi, e' presumibile immaginare che si conoscano i veri genitori. Cercami tutto su di loro" " Piu' veloce della luce, capo" " Ti accompagno" feci alzandomi dalla mia sedia e seguendo Julie. La ragazza si rimise seduta davanti allo schermo del suo computer e comincio' a far girare vorticosamente le sue dita sui tasti. Dopo neanche cinque minuti, l'agente Cork alzo' la testa e mi guardo' " Povera ragazza, Ben. Ha avuto un'infanzia degna di una soap opera. Aspetta che ti stampo il tutto" Afferrai i fogli che Julie mi diede e ritornai nel mio ufficio. Rachel era la figlia di James Paltrovich, aspirante campione di football americano e di Allison Glazer, miss Tennessee, ragazza copertina in alcune riviste locali e ottima nuotatrice. Erano morti giovanissimi per un incidente d'auto prima che ambedue potessero esaudire i loro sogni, lasciando orfana a soli quattro anni Rachel. Ma non era ancora finita la triste infanzia della futura signora Fink. Il padre di James era sconosciuto e la madre era morta anche lei giovanissima, ma erano vivi i signori Glazer, i genitori di Allison e la piccola Rachel era andata ad abitare con i nonni materni. Per pochi anni. La mamma di Allison scomparve per una grave malattia dopo circa un anno dalla morte della figlia, si dice per il gran dolore per quella scomparsa e, dopo pochi mesi, anche l'ultimo componente della famiglia, il nonno materno, abbandono' questa valle di lacrime. Si, aveva ragione Julie, veramente una triste infanzia. La ragazzina, quando aveva poco meno di sette anni, era stata affidata ad un orfanotrofio di Memphis e li' era stata poi adottata dai coniugi Bell. C'erano anche le foto dell'incidente dei genitori di Rachel e le loro fotografie e da quelle foto si capiva da dove provenisse la bellezza di Rachel. James Paltrovich era un pezzo di ragazzo che sfiorava i due metri e Allison Glazer aveva una bellezza prorompente, degna di una finalista di miss U.S.A. Ma come mai Rachel era stata adottata proprio dai giardinieri di Jacob Fink? Qual'era il mistero che si celava dietro quest'adozione? E soprattutto, era in qualche modo collegata alla morte del magnate? Troppe domande alle quali dovevo assolutamente dare una risposta. Tornai di nuovo dall'agente Cork " Julie, rintracciami per favore il telefono di villa Fink" " Subito. Allora, vediamo ... ..Ecco tutti i numeri che i signori Fink possiedono. Vuoi anche quelli dei loro cellulari? Mentre ci pensi io ti stampo tutto quello che sono riuscita a trovare, d'accordo?" Fui d'accordo. La sua velocita' sul computer era maggiore di quella del mio cervello. Provai subito col numero della villa. Attesi qualche secondo e poi la voce di una donna, con chiare inflessioni spagnole mi rispose " Sono il detective Benjamin Bravermann, della polizia di San Francisco. Avrei bisogno di parlare con la signora Fink" " Ahora la se�ora Fink si trova in palestra. Entiendes? Non puo' essere disturbata por ninguna razon, per nessun motivo" " Fra quanto pensa che avra' terminato i suoi allenamenti?" " Creo que una otra hora, forse una hora e mezza, Entiendes?" " Si capisco. Senta signora, come si chiama lei? " Io? Rosa, se�or" " Bene Rosa. Mi ascolti bene. Io sono della polizia, capisce?" " Certo se�or. Capisco bene vostra lingua" " Benissimo. Quando la signora Fink ha terminato di allenarsi, le dica che ha telefonato il detective Bravermann che ha urgente bisogno di parlarle e che avrei quindi bisogno di essere richiamato per prendere un appuntamento. Ha carta e penna, Rosa? Le lascio il mio numero di telefono privato" Diedi alla domestica il numero per essere richiamato e rimasi in attesa. Cosa realmente cercassi era un mistero anche per me. Sapevo che era accaduto qualcosa tra Rachel Fink e suo marito, mi ci sarei scommessa la pensione, ma sapevo anche che non avrei potuto provare niente o comunque, quel poco che avrei trovato sarebbe stato inutile. Tanto per cominciare, temevo che anche l'autopsia avrebbe portato a ben poco. Il dottor Forsyte era quasi sicuro della morte per infarto e la stessa Rachel Fink ne era pressoche' convinta ed avendo una laurea in medicina difficilmente si sarebbe potuta sbagliare ed era troppo intelligente e sicura di se per affermare una cosa che l'autopsia avrebbe potuto poi sconfessare. Mi chiedevo anche se potesse essere considerata colpevole una donna che faceva al marito esattamente quello che lui le chiedeva, anche se per la legge quello rimaneva omicidio colposo. Difficile se non impossibile da provare, ma quell'uomo poteva essere morto per colpa di Rachel Fink che non aveva saputo dosare alla perfezione le percosse. E con cosa lo colpiva? E se invece Jacob Fink fosse morto semplicemente per la splendida visione della moglie? Poteva essere considerata quella una colpa? Il capitano Banks mi distolse dai miei problemi e dalle domande che continuavo a pormi " Allora Benjamin, che notizie mi dai?" Gli raccontai tutta la faccenda, senza trascurare nulla ed alla fine il capitano Banks mi guardo' in modo severo " Ascoltami, Ben, credo che sia meglio interrompere qui'. Comunque sia andata la faccenda non ne caveremo un ragno dal buco e non ho nessuna voglia di inimicarmi la vedova Fink e il sindaco. Stamattina mi ha ritelefonato chiedendomi di nuovo cosa diavolo fosse accaduto. Mi preoccupano soprattutto quei due agenti che sono intervenuti. Non e' che faranno qualche stronzata?" " Non credo, capitano. Mi sono sembrati due ragazzi in gamba. Pero', prima di abbandonare la ricerca della verita', mi dia almeno un altro giorno. Almeno fino al risultato dell'autopsia" " E cosa pensi di trovare?" " Non lo so. Forse la verita', appunto" " Cos'hai intenzione di fare?" " Mi dovrebbe richiamare la vedova. Se la Fink accetta, vado da lei a farle qualche altra domanda. Staro' attento a non provocarla, stia tranquillo. Saro' cauto e scrupoloso. Pero' voglio vederci chiaro" " Ok Ben, mi fido di te. Intanto, il procuratore ha una conferenza stampa fra un'ora e quello chiede a me cosa dire a loro. Che cazzo dico al procuratore? Che i due giocavano col sadomaso e che Jacob Fink e' morto perche' forse la bella moglie ha esagerato. Ha proposito, te l'ha detto con cosa lo colpiva?" " Mi era venuto in mente di chiederglielo ma poi mi sono dimenticato. Capisce capitano, non era facile per me fare domande ad una persona stando bene attento a non provocarla, quando di solito devo fare esattamente il contrario. Quando sono uscito dalla villa me ne sono ricordato. Glie lo chiedero' stamattina, sempre che lei si degni di richiamarmi. Quanto ai giornalisti....Cosa vuol dire il procuratore a quelle iene? Gli faccia dire che Jacob Fink e' morto per un infarto e che solo per l'importanza che aveva nella nostra comunita' si stanno svolgendo alcune indagini di routine. Gli faccia dire che la bella vedova piange continuamente la scomparsa del marito, che e' profondamente addolorata e che l'intera citta' di San Francisco si stringe intorno a lei e che siamo tutti turbati" " Bravo. Quando diventerai capitano saprai come destreggiarti con i pezzi grossi. Ma tu rimuoviti in modo leggermente sbagliato e torni agente semplice. Chiaro?" " Tranquillo capitano, so che sto camminando sui carboni accesi ma so come muovermi" Lo sapevo? Non ne ero tanto convinto. Rachel Fink non sembrava molto contrariata alle mie domande ma quell'idiota del suo avvocato....Come si chiamava? Ah si, Samuel Clark. Beh, quello mi stava sulle palle. Per fortuna la vedova lo aveva messo subito a tacere. Mi sembrava che ci fosse qualcosa di strano tra di loro. Non sembrava un semplice rapporto tra un avvocato e la sua ricchissima cliente. Rachel Fink era laureata in legge e in teoria non avrebbe neanche avuto bisogno di Clark. E poi quella strana adozione.... Non so se sarei riuscito a trovare la verita' ma dovevo almeno provarci. Per me e per la mia curiosita' professionale se non per la giustizia. Ma intanto, Rachel Fink non si faceva sentire. Il tempo trascorreva lento e nel frattempo mi aveva raggiunto Colchrane. Lo avevo messo al corrente delle novita' scovate sul computer da Julie la rossa, come la chiamava lui, mi ero preso un altro paio di caffe' e raccolto un paio di telefonate che mi avevano fatto credere che fosse lei. Si trattava invece di Megan che mi chiedeva informazioni piu' sulla bellezza della vedova che sulle mie indagini e di un agente che lavorava nella mia squadra per un altro caso. Approfittai quindi del momento di stasi per telefonare al dottor Forsyte per vedere se aveva qualche novita' da darmi " Benedetto ragazzo, ma cosa crede? Che un'autopsia si svolge in pochi minuti? Ancora devo aprirlo. Ho dato un ulteriore occhiata a quei lividi, comunque" " E cosa mi dice in proposito?" " Che e' stato picchiato con una buona dose di violenza. Ci sono sia lividi molto freschi che risalgono a pochi giorni fa' che altri risalenti a diverso tempo prima, fino a piccoli accenni di anni addietro. Insomma, Bravermann, quest'uomo era regolarmente picchiato da un sacco di tempo" " Immaginavo una cosa del genere, dottore. Niente altro?" " Ah si. Jacob Fink ha lo sterno rotto. Non me ne ero accorto al primo impatto, ma non ci sono dubbi" " Anche lo sterno e' rotto per percosse?" " E come faccio a saperlo? Considerando che e' morto presumibilmente per arresto cardiaco, mi viene da pensare che il soggetto ha subito un tentativo di rianimazione. La gabbia toracica comprime il cuore proprio tra lo sterno e la colonna vertebrale ed e' logico pensare che se una persona ha tentato di rianimarlo, deve aver premuto proprio in quel punto. Ci vuole pero' una buona dose di forza per romperlo e se lei sta pensando alla vedova, ho qualche dubbio che possa esser riuscita a fare una cosa del genere" " Eppure e' stata proprio lei a dirmi di aver cercato di rianimarlo" " Tutto puo' accadere. E' un pezzo di donna e forse ce l'avrebbe anche potuta fare" " Oppure sta proteggendo qualcuno. Magari un avvocato che mi sta particolarmente antipatico" " Perche' no? Potrebbe essere anche piu' verosimile" " Pero' potrebbe averglielo rotto con qualche arma impropria?" " Sono un patologo e non un indovino. Non saprei cosa dirle. In teoria sarebbe possibile, ma solo dopo l'autopsia potro' confermarle se la rottura e' avvenuta post-mortem. Ora la lascio e comincio ad aprirlo. Domani a quest'ora potrei avere i risultati definitivi" Il dottor Forsyte chiuse il telefono e rimasi da solo nel mio ufficio. Non me la sentivo di andare nella villa e chedere a Rachel Fink di parlarmi. Come investigatore, l'avrei potuto fare con chiunque, ma la vedova di Jacob Fink non era una qualunque e se volevo conservarmi il posto e addirittura ambire ad una promozione, non dovevo fare passi falsi e dar modo a quella meravigliosa donna di lamentarsi col sindaco e col procuratore con il risultato che poi sarei stato io il capro espiatorio. No, dovevo attendere. Mancavano ormai pochi minuti a mezzogliorno quando il telefono del mio ufficio squillo' di nuovo e stavolta sentii subito che era lei. Non mi sbagliavo " Bravermann" risposi " Buongiorno detective Bravermann, sono Rachel Fink. Ho saputo che mi stava cercando. A quale proposito?" " Buongiorno a lei, mrs Fink. Volevo chiederle se fosse disposta ad incontrarmi. Avrei ancora qualche domanda da farle prima di chiudere definitivamente questa piccola indagine. Le va se fra una mezz'ora sono nella sua villa?" " D'accordo detective. Non ho niente da nasconderle e l'attendo quindi fra mezz'ora" Rimasi qualche secondo con la cornetta in mano. Mi sembrava quasi che il suo profumo fosse arrivato fin nel mio ufficio attraverso il telefono. Mi affascinava anche la sua voce, oltre a tutto il resto. Parlava senza la minima inflessione dialettale, con un tono cantilenante che ammaliava, senza mai avere sbalzi troppo acuti. Potevo definire la sua voce impostata, come quella di un'attrice che recita Shakespeare o, meglio ancora, come una giornalista televisiva che racconta ai telespettatori le notizie della giornata. Ma non volevo perdere altro tempo. Volevo assolutamente togliermi alcune curiosita' riguardo la strana morte di Jacob Fink. Oppure volevo rivedere Rachel e volevo riempirmi di nuovo gli occhi di quella statuaria bellezza? Cercai di convincermi che fosse solo lavoro e mi affrettai a prendere la macchina per dirigermi verso i quartieri alti di Nob Hill. Dopo una ventina di minuti ero di fronte al cancello della villa, in mezzo a una moltitudine di giornalisti che cercavano disperatamente qualche informazione sulla morte di una persona cosi' influente. Dietro al cancello, quattro energumeni in giacca e cravatta nera, con i classici occhiali scuri e gli auricolari, gestivano con sicurezza la situazione. Scesi dalla macchina e mi avvicinai ad uno di loro " Sono il detective Bravermann." gli dissi mostrando il mio tesserino "La signora Fink mi sta aspettando" " Attenda un attimo, per cortesia" Si allontano' di qualche metro, parlo' attraverso il suo auricolare e, dopo meno di un minuto, torno' di fronte a me "Prego, detective, si accomodi" Rimontai nella mia auto e attesi qualche istante che il cancello si aprisse e, mentre i quattro body-guards ricacciavano indietro i giornalisti, mi avviai all'interno della villa, parcheggiai davanti all'ingresso e finalmente suonai. Un uomo venne ad aprirmi e dovetti presentarmi nuovamente. L'uomo, forse un maggiordomo o qualcosa di simile, mi disse di seguirlo. Percorsi di nuovo il lungo corridoio di villa Fink. Al contrario della sera precedente, stavolta la casa era viva e c'erano diverse persone affaccendate nelle cose di tutti i giorni. Arrivati ad una porta socchiusa ed illuminata al suo interno, l'uomo mi fece cenno di attendere, busso' alla porta e, solo quando la voce femminile all'interno gli diede l'ok, mi fece entrare. Rachel Fink, all'interno di quella stanza, sembrava illuminarla completamente. Si alzo' per venirmi incontro e ne ammirai l'incedere sicuro ed il portamento di assoluta classe. Aveva ovviamente abbandonato gli abiti da dominatrice ed aveva optato per un abitino nero senza maniche che le arrivava all'altezza del ginocchio, con una scollatura leggermente a barca. Le scarpe erano classiche decolte' nere col tacco alto che la facevano sembrare di nuovo molto piu' alta di me. Assolutamente perfetta. Il viso poi.....Non c'era niente lasciato al caso. Il rossetto le delineava la sua meravigliosa bocca alla perfezione, gli occhi sembravano essere in grado di ipnotizzare qualunque essere umano e i lunghi capelli erano ancora portati sciolti sulle spalle. Era ovvio che, nonostante il lutto che l'aveva colpita, questa donna era appena uscita dal parrucchiere e dal truccatore ed il risultato era splendido. Mi porse la mano che mi affrettai a stringere e poi mi fece cenno di sedermi su una poltrona accanto ad un tavolo mentre lei si mise seduta su una sedia girevole dietro allo stesso tavolo alle spalle del quale si vedeva la piscina a forma di cuore che c'era nel giardino. Sembrava una stanza adibita a studio professionale. C'era un computer e un fax, ma anche uno stereo gigante e una pila di cd e quello che risulto' subito evidente era l'ordine maniacale col quale la stanza era sistemata. Come per se stessa, anche le cose che le stavano attorno sembravano dovessero essere sistemate alla perfezione. Rachel Fink accavallo' le gambe con una lentezza studiata, cosa che a me fece sudare freddo e poi guardo' l'uomo che mi aveva accompagnato e che era ancora fermo sulla porta " John, portami una spremuta di pompelmo, per favore. E per lei detective? Lei prende qualcosa?" " La ringrazio, signora, ma sono in servizio. Come se avessi accettato" " Le porto subito la spremuta, signora Fink" fece intanto l'uomo facendo un mezzo inchino prima di uscire dalla stanza e richiudendo poi la porta alle sue spalle. Eravamo di nuovo da soli e non ero per niente a mio agio, contrariamente alle mie abitudini. Lei mi osservava tranquillamente ed io cercavo di posare il mio sguardo dappertutto, anche se avrei voluto guardare solo lei, quel viso perfetto, quel corpo straordinario che avevo ammirato ieri avvolto in quella tuta di lattice ma che anche vestita normalmente emanava una sensualita' straripante e quelle gambe che sembravano non finire mai rivestite con calze scure di seta che le donavano uno charme unico. Si, era senz'altro la donna piu' bella che avessi mai visto. Mi ero preparato alcune domande, come mia abitudine, ma mi resi conto che l'emozione di stare di fronte a lei aveva prosciugato sia la mia voce che addirittura la mia mente che vagava verso orizzonti indefiniti e indefinibili, quasi come se fossi uno studente che dopo aver studiato per tutto il giorno rimaneva in silenzio, a fare scena muta di fronte alla sua insegnante. Rachel Fink non era solo bellissima ma sembrava possedere uno sguardo ipnotizzante, solo in parte merito dei suoi occhi verdi e intensi. Mi sentivo quasi svuotato, completamente in balia del suo sguardo e improvvisamente avrei voluto essere un milione di chilometri lontano da quello sguardo che frugava dentro di me senza che io potessi arginare una benche' minima difesa per salvaguardare i miei pensieri. Per quanto assurdo potesse sembrare, in quel momento avevo la netta sensazione che Rachel Fink leggesse dentro di me e soprattutto avevo la certezza che non sarei uscito indenne da quell'incontro, anche se non avrei potuto mai immaginare quali sarebbero state le conseguenze dell'indagine sulla morte di Jacob Fink e dei sospetti che gravavano sulla straordinaria moglie. FINE SECONDA PUNTATA Per i vostri commenti inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it