Il dodicenne massacratore by Giovanni Avevo appena accettato di dare lezioni di inglese ad un ragazzo delle medie, un dodicenne che sarebbe venuto da me questo pomeriggio per la prima volta. Bussa, vado ad aprire la porta, e mi ritrovo davanti il dodicenne più grosso che abbia mai visto. Alto1,80, oltre 130 chili di peso, un viso liscio e rotondo dagli occhi a mandorla e una lunghissima treccia di capelli sulla schiena. Enorme, il mio metro e 70 per 60 chili di uomo di 30 anni appariva assurdo e ridicolo davanti a quella enorme massa di carne. Entra, ci presentiamo, e comincio la lezione. Parlando, mi dice che pratica la boxe e che è molto forte, inoltre vorrebbe sfidarmi. Sulle prime non ci faccio caso più di tanto, poi lui insiste, per cui decido di fargli capire che non è il caso: lo conduco davanti ad uno specchio a figura intera, e mi confronto con lui: "Vedi? Ti pare possibile che io possa sfidarti a boxe?" e lui: "Non avrete paura di un ragazzino di dodici anni?". "Proprio perché hai dodici anni -continuo- non mio va di farmi massacrare da te. Guarda -e mi metto dietro a lui- dietro di te sparisco, sei oltre il doppio di me!". Ma il ragazzo non si convince, vuole sfidarmi, e a tal proposito tira fuori dallo zaino due coppie di guantoni, di quelli da allenamento. Accetto la sfida. Per prima cosa decido dove sfidarlo: il terrazzo di casa mia è l'ideale: ampio, aria aperta e niente sguardi indiscreti. Mi spoglio e mi infilo un paio di pantaloncini, lui fa altrettanto, mostrando un corpo spaventosamente enorme e solido, con delle braccia dai muscoli enormi. La schiena larghissima su cui fa bella mostra l'enorme treccia e delle gambe dalla muscolatura imponente. Nei pantaloncini prorompe il sedere sporgente, grosso e solido. "Chi perde - dice - si prende, come estrema umiliazione, una bella scorreggia sul viso da parte del vincitore". Accetto. Ci rechiamo sul terrazzo, e ci mettiamo in posizione di combattimento. Lui sembra sicuro di sé, mentre io tremo. I primi colpi li porto io, ma pur essendo abbastanza forti si perdono sulla robustezza dei suoi avambracci, mentre un mio colpo al suo stomaco neanche lo sente. Allora parte lui: un uno-due ai miei fianchi mi fa barcollare, mentre cerco di coprirmi. Un diretto al viso e sono k.o., e combattiamo da meno di un minuto. Mi rialzo, e sia pur barcollando mi rimetto in posizione di combattimento. Lui per il vero mi lascia un po' fare, consentendomi di tirargli un paio di colpi ai fianchi, che però ammortizza bene con le braccia. Poi riparte, due colpi ai fianchi e uno allo stomaco mi rimettono k.o., stavolta almeno non finisco lungo disteso, ma solo in ginocchio. Mi rialzo non so come. Tre minuti, per fortuna la prima ripresa è finita (ne abbiamo programmate 5). Lui è nettamente in vantaggio ai punti, inoltre ho un bel livido sullo zigomo destro. All'inizio della seconda ripresa la trecciona fa sul serio: mi attacca come un toro, incastrandomi al muro del terrazzo, e là mi castiga severamente: 5-6 colpi ai fianchi, fortissimi, ad ogni colpo urlo di dolore. Poi due al viso che mi stordiscono, e infine uno tremendo allo stomaco che mi spedisce al tappeto. "Prof, ho vinto, siete caduto a faccia in giù, quando si cade così è finita". Cerco di rialzarmi, mi rimetto in ginocchio all'8 del conteggio, poi casco all'indietro, seduto con la schiena poggiata al muro, che mi ha impedito di cadere disteso. Ho perso, il dodicenne dal viso angelico e dal corpo di toro ha stroncato il trentenne dal virile petto peloso. Ci sfiliamo i guanti, e, ancora barcollando faccio per rientrare in casa. "Non si dimentica nulla, prof?" Cielo, la scorreggia. Mi attende la mia più grande umiliazione, prendermi una scorreggia in faccia dal dodicenne che mi ha massacrato di pugni. Servilmente mi chino dietro a lui, che ridacchia divertito piegandosi leggermente in avanti. Dal culo coperto solo dal pantaloncino esce odore di ano e sudore, poi la roboante e fragrante scorreggia mi aggredisce il viso. Terribile. Ci salutiamo e lui va via. Io resto solo, infilo la mano negli slip, dove mi attende il più duro pene della mia vita, e in pochi secondi arrivo in una esplosione di sperma.