CULO CONTRO CULO Sono le 17 al primo piano dell'Università Federico II di Napoli. E' venerdi, non c'è quasi nessuno, e io mi accingo a salire al dipartimento di Fisica per consegnare un mazzo di fotocopie che ho preso in prestito tempo fa. All'ascensore solitamente gremito non c'è anima viva. Lo aspetto mentre sale dal piano terra, forse un bidello o un addetto alle pulizie, o un impiegato attardatosi da qualche parte. Le porte si aprono: davanti a me una donna gigantesca sui 40 anni, circa un metro e 85, un metro e 90, grassa e robusta da riempire quasi tutto l'ascensore. "Dove devi andare? saliamo insieme, io ho premuto 1 per errore, devo salire al 4°" mi chiede. "Al IV piano, ma non fa niente, salga lei sola" rispondo, cosciente che non sarei mai riuscito a entrare con lei là dentro. Sebbene io sia solo 1, 65 per 60 kg, non vedo come sarei potuto entrare. La donna insiste: "E entra, dai che ci andiamo in due". "Signora non posso, l'ascensore è piccolo". Allora lei mi fa, in napoletano stretto: Nun te preoccupà: ce mettimmo cul' e cul' e ci' trasimm(non vi preoccupate, ci mettiamo culo contro culo e ci entriamo). E io, ormai eccitato dall'esperienza di un contatto stretto con lei: "E va bè, mettiamoci culo contro culo". Entriamo. Avverto contro le mie piccole natiche la possente rotondità delle sue, fasciate da una gonna stretta taglia 56-58. Ogni tanto il movimento dell'ascensore la fa spostare un po', spostando col suo corpo anche me. A un certo punto l'ascensore si blocca, poco prima del IV piano. Mi giro lentamente per guardare i pulsanti. Ora il mio pene, ormai pronto a esplodere, è contro il suo culo enorme. Vedo lei davanti a me come un armadio, le spalle larghissime e grosse, la schiena altrettanto poderosa. Un passo indietro di lei e io mi trovo schiacciato tra lei e l'ascensore. Contraendo i muscoli delle enormi natiche mi fa arrivare in pochi istanti. Poi l'ascensore riparte. Le porte si aprono: Lei esce, io esco da dietro di lei, le mutande gonfie di sperma.