Cronache di Kephalos Il primo frammento di un manoscritto che racconta il conflitto all’ultimo sangue tra una casta di guerrieri maschi e una clan di femmine agguerritissime By Loredana, lozar1980@hotmail.it [Il manoscritto nel faldone siglato A12 che ho rintracciato a dicembre a Loutra nella valle di Derby inizia con un foglio strappato a meta’]: … gli occhi al cielo dell’individuo che ritenevo fosse un falsario, per controllare se si sarebbe messo a piovere. La sera e’ scura ma sulla sfida non minaccia seriamente un temporale; la minaccia e’ ben piu’ terrena, e incalza sia i lottatori, sia le due persone che essi amano di piu’ su questa terra di fatica e di pericoli. L’incontro avviene secondo le regole canoniche della valle: come in tutte le periferie dell’impero, le leggi che governano le sfide non si risparmiano nulla in tema di violenza e di crudelta’. La religione dell’impero viene interpretata in maniera sempre piu’ feroce, quanto maggiore e’ la distanza dal Palazzo e dalla capitale. La ragazza di Ektores, Ariadne, e’ legata nuda tra due piante sul lato della piazza dal quale apparira’ l’eroe sul quadrato della contesa; Eirene invece e’ la fidanzata di Helene, ed e’ legata nuda sul lato opposto. E’ un segno distintivo della casta guerriera Emboria quella di coltivare solo amori lesbici; Helene non si e’ sottratta a questa tradizione, cui anzi aderisce fieramente. Ektores deve difendere per i colori del Kephalos l’area della piazza di Panornos in cui sorge l’antica chiesa, ora convertita al culto del Dio Eris; l’Emborios ha ormai conquistato quasi tutto il paese – e questa sera Ektores subisce la pressione di dover proteggere l’ultimo lembo del villaggio dall’aggressione vittoriosa delle guerriere nerazzurre. Quando la campana raggiunge gli otto rintocchi gli sfidanti si affacciano sulla piazza. Le regole sono note: indossano solo un paio di bermuda, che esibiscono sui genitali i colori dei rispettivi schieramenti. Il combattimento avviene a corpo libero, ma entrambi possono fare uso di qualunque strumento di attacco trovino a disposizione sul terreno. Non esistono colpi proibiti. Ad ogni atterramento di uno degli sfidanti, la fidanzata subira’ un’adeguata lezione di violenza da parte di uno dei sostenitori della parte avversa. Ektores e Helene entrano nella piazza di corsa, facendo scricchiolare i sassi e la sabbia che calpestano con le loro falcate veloci. Si scontrano pere contro petto nel centro del quadrato, e lo scontro ha inizio. Le prime fasi del match sono concitate, i corpi si avvinghiano in una torsione di braccia e di gambe, nel tentativo di atterrare di primo impatto l’avversario. Ma la sfida di forza non trova un vincitore dopo qualche minuto di grande tensione. Gli sfidanti tornano allora a separarsi, per individuare una strategia di attacco piu’ efficace. Ektores prova a spaventare l’Emboria con una serie di colpi da pugile. Attacca alternativamente ai fianchi e alle tette, cerca di costringere l’Emboria sulla difensiva soffocandola con il dolore dei colpi che si schiantano sulle sue pere. Ma la femmina e’ sempre attenta e la sua tattica di protezione non mostra ne’ timore ne’ arretramento. A sua volta la guerriera tenta degli affondi verso il corpo virile assestando calci sulle cosce e sui fianchi del ragazzo. Lo scambio e’ prolungato, nessuno dei due sfidanti sembra subire gli affondi avversari con particolare sofferenza; ma la fase di studio viene interrotta da una assalto di Ektores, che rompe l’indugio della prudenza e torna a travolgere il corpo dell’Emboria. Sfonda le difese femminili con una testata che si schianta sulle pere di Helene; le tette piccole e sode della ragazza si comprimono contro le sue costole con una frustata di dolore che le toglie il respiro. Dopo il colpo le pere Emborie si sollevano e roteano nella loro delicata fragilita’ sul petto profanato di Helene. La guerriera si copre le tette con un braccio e si ritrae cercando di recuperare fiato e fiducia. Ma Ektores la incalza, sente la vittoria vicina. Cerca di abbatterle ai fianchi e al volto il colpo vincente, ma l’avversaria si sottrae con destrezza, nonostante l’affanno della sofferenza al seno. La successione di assalti compiuti dal kephalista ottiene alla fine il suo effetto: un destro raggiunge al mento Helene, che rotea su se stessa e finisce a terra – pur restandovi solo un istante prima di recuperare e rialzarsi. Il segnale scatta pero’ all’istante, e Argo si avvicina da dietro a Eirene. La stringe ai fianchi, poi immerge il suo cazzo rovente nel culo Emboria. Il maschio stava preparando il suo uccello dal primo attacco di Ektores contro la ragazza; per questo al momento dell’atterramento dell’Emboria il suo cazzo e’ duro e pronto a violare i segreti dell’ano femminile. Eirene urla come se la stessero squartando nel momento della penetrazione: non e’ solo il dolore a provocare il suo strazio – e’ la violenza che subisce da parte di un maschio a provocarle gli spasimi piu’ brucianti. Argo affonda i suoi colpi possenti per tutta la durata del minuto che viene concesso a Helene per riprendersi dal primo atterramento della sfida. Quando estrae il suo cazzo dal corpo dell’Emboria, la pelle dell’uccello e’ umida dello sperma versato e del sangue esploso dalla nemica trafitta. Helene riesce a stendo a trattenersi dall’assalto nel corso del minuto concesso al suo recupero; ogni grido della sua ragazza distilla una cascata di nuovo veleno nelle sue vene, i suoi occhi bruciano di ostilita’ stringendosi fino a sembrare fessure, ritagliate nella massa d’odio in cui si e’ trasformato il suo corpo. Ora e’ davvero concentrata, tutta la sua vita e’ una matassa di fuoco scagliata per annientare l’avversario kephalista. Non appena la sfida puo’ riprendere, i duellanti si lanciano l’uno contro l’altra come proiettili scagliati dall’odio. Lo scontro dei corpi risuona con un rintocco sordo, come l’impatto di due pietre scagliate da catapulte; lo schianto e’ cosi’ duro che gli sfidanti si respingono indietro come rimbalzando contro una parete. Di slancio tornano ad avvinghiarsi, in una prova di forza che resta a lungo senza vincitore. Alla fine Helene riesce a sgambettare a terra il kephalista, che tuttavia trascina nella sua caduta anche l’avversaria, rovesciandola a terra e balzandole sopra. La ragazza si inarca e si divincola con successo, rovesciando Ektores sotto di se’. La furia della contesa non si placa, e i corpi dei lottatori si rotolano nella polvere in un continuo rovesciamento della parti; membra e muscoli del maschio e della femmina sono talmente intrecciati che diventa quasi impossibile decidere chi di volta in volta si trovi in posizione dominante e chi sia costretto con la schiena a terra. All’improvviso tuttavia il groviglio sembra mostrare la soluzione cui era destinato: Helene troneggia sul corpo disteso del kephalista, forzando a terra le braccia virili sotto il peso delle sue ginocchia. Ektores fissa negli occhi l’avversaria, che lo colpisce al volto con una successione precisa di pugni al naso e al mento. Il ragazzo si scuote, ondeggiando come un serpente; la guerriera riesce a conservare l’equilibrio come una campionessa di rodeo. Ma nel momento in cui il kephalista solleva anche le braccia, Helene non riesce piu’ a colpirlo, investendo tutte le proprie energie nel mantenimento della sua posizione dominante. In questa situazione di tensione, il maschio riesce ad esibire il suo talento: con una contorsione da maestro intrappola le braccia ondeggianti dell’Emboria tra le proprie gambe, serrandole nell’incavo tra il polpaccio e la coscia; quindi si solleva rovesciando nel contempo a terra la ragazza. Ormai sembra fatta per Ektores, ma quando la situazione sembra disperata per la femmina, tocca a lei mostrare la propria forza. In un lampo il suo corpo si torce e i suoi piedi prima scalciano il maschio sulla schiena, infine riescono a colpirlo con forza sulla testa ripiegata all’indietro per mantenere l’equilibrio. La botta stordisce per pochi istanti il kephalista; quanto basta pero’ ad EHelene per liberarsi dalla stretta del nemico e sollevarsi da terra. Anche Ektores si solleva, riguadagnando coscienza e timore per l’intraprendenza dell’avversaria. Il confronto riprende con scambi di pugni, di ginocchiate e di calci. Il maschio cerca affondi che ripetano il successo della contusione straziante alle pere Emborie; la guerriera tenta di fiaccare la resistenza virile martellando le cosce e i fianchi di ginocchiate e di calci – e sperando di spazzare un piede o un polpaccio all’avversario per precipitarlo di nuovo a terra. Dopo numerosi scambi, la ragazza conquista un’occasione favorevole: i colpi ripetuti alla coscia sinistra di Ektores hanno reso sempre piu’ fragile la resistenza della gamba virile – che all’ennesimo calcio sul polpaccio cede sbilanciando il corpo kephalista. Il ragazzo oscilla nel tentativo di rimanere in piedi; ma la perdita di concentrazione permette a Helene di affondare un montante al ventre dell’avversario. Ektores ora e’ piegato in due per la fitta di dolore agli addominali; l’Emboria replica con un gancio al volto con il quale spera di stendere il kephalista. Il maschio e’ disorientato dal colpo, la coscienza sembra spegnersi dal suo sguardo; ma riesce comunque a non piombare a terra, vacillando pericolosamente in tutte le direzioni. La ragazza allora afferra Ektores per i capelli, sollevandolo in posizione eretta e costringendo a divaricare le gambe per mantenere l’equilibrio. Subito dopo il ginocchio Emboria si schianta sui coglioni del maschio e strofina lungo tutto il pacco stritolando sotto le sue ossa crudeli anche il fragile cazzo kephalista. “AAAAAAAAAAAH… i miei coglioni… aaaaaaaaaaaaaah… cazzo ti prego… ti prego le mie palle… aaaaaaaaah… nooooo… cazzo fanno male… fanno male… FANNO MALE CAZZO… noooooooooooo…” Il corpo virile resta sollevato dal ginocchio di Helene per i lunghi istanti durante i quali il femore della ragazza comprime il pacco vulnerabile di Ektores; quando infine l’Emboria decide di interrompere la tortura ai coglioni e al cazzo kephalisti, il ragazzo scivola penosamente al suolo devastato dal dolore. “AH CAZZO… CAZZO LE PALLE… aaaaaaaaaaaah… le mie palle… aaaaaaah… brutta troia che cazzo di male mi hai fatto… stronza mi hai devastato cazzo… AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH… le mie palle noooooooooo… puttana di merda hai sentito come sono duri i miei coglioni… aaaaaaaaaaaah… cazzo mi bruciano da morire ma non si sono spezzati… aaaaaaaaaaaaaah… i coglioni kephalisti sono troppo duri per te baldracca… aaaaaaaaaaah… non ti bastera’ pestarmi sulle palle per battermi… aaaaaaaaaaaaaaah…” Helene contempla con un sorriso sprezzante il maschio inginocchiato nella polvere ai suoi piedi, mentre accompagna con lamenti e ingiurie lo strazio che gli incendia i coglioni protetti dalle mani ormai impotenti; gli appoggia un piede sulla spalla sinistra e lo spinge a terra. Il ragazzo cade sul fianco destro; ma l’avversaria gli pianta il piede sul petto e lo forza a cadere sulla schiena – con le gambe inarcate per il crampo con il quale la sofferenza delle palle e del cazzo gli contorce cosce addominali, soffocandogli il respiro. “Mi fai pena, testa di cazzo! Ti ho gia’ sconfitto, rotto in culo di merda: ti ho spremuto fuori dai coglioni quel poco di virilita’ che ti ciondolava tra le cosce. Ma non ti illudere che ti faccia a pezzi cosi’ in fretta: dovrai pagare con atroci sofferenze l’insulto con cui hai osato lordare le mie tette e il giglio delicato di Eirene!” Il piede Emboria resta conficcato sul petto villoso di Ektores per oltre dieci secondi, forzando il suo corpo a terra: e’ il segnale dell’atterramento del kephalista. Veronika si avvicina a Ariadne che attende tremante il suo destino dal momento in cui ha dovuto osservare la ginocchiata Emboria massacrare i coglioni del suo ragazzo. La scudiera di Helene manipola con cautela e con la mano protetta da un guanto il guscio tempestato di aculei di un riccio. Mentre lo prepara, alle spalle di Ariadne, le sussurra in modo che tutta la piazza possa sentirla: “Cominci gia’ a provare nostalgia per il cazzo di Ektores? Com’era? Era duro e caldo?”. “Non insultare l’uccello del mio ragazzo ti prego – piange sommessamente Ariadne – non puoi capire come sia dolce e possente, ti prego non fategli del male…” “O poverina, non so cosa sia rimasto del bel cazzone di Ektores dopo l’attacco di Helene, ma farai bene a preoccuparti della tua fighetta piu’ che del lurido uccello di un maschio! Vergognati, traditrice delle femmine!!!” In quell’istante Veronika inserisce il riccio nella vulva di Ariadne, che urla con tutte le forze che ha – prima di soffocare dal dolore, e di emettere gemiti scomposti mescolati al pianto. “Maledette stronze, come potete fare una cosa simile ad un ragazza!! – Ektores accusa tutte le Emborie presenti sulla piazza, mentre tenta di risollevarsi in piedi, ancora stringendosi le palle e contorcendosi per il dolore – non siete un covo di sporche lesbiche, siete un branco di puttane assassine!” “Risparmia le tue parole per le preghiere – replica Helene – e per implorarmi di non farti troppo male, pezzo di merda!”. La sfida ricomincia, ma il kephalista appare molto insicuro sulle gambe, mentre le sue mani non hanno ancora abbandonato la posizione a coppa per la protezione del suo pacco ferito. La ragazza parte all’assalto, ma per i primi quattro slanci offensivi il maschio e’ sulla difensiva e sfugge di continuo alla presa. La prova di forza in questo momento gli sarebbe fatale; ma gli scatti e gli spostamenti rapidi cui lo costringe la furia belligerante dell’avversaria lo rendono sempre piu’ cosciente di quanto il colpo alle palle abbia demolito le sue riserve di fiato – oltre a diroccare la sua resistenza fisica. Al quinto assalto Ektores non si limita a scansarsi, ma reagisce sgambettando la femmina a terra e colpendola con un calcio sugli addominali scoperti. Helene rimbalza sotto l’urto, emettendo un gemito di dolore. Il kephalista incalza con due destri precisi al volto, e con un nuovo calcio diretto agli addominali. La guerriera si rovescia su un fianco, in affanno; ma nel momento in cui il ragazzo tenta di infierire con un nuovo calcio sugli addominali, l’Emboria riesce ad afferrargli il piede, bloccando la minaccia. La ragazza torce il piede di Ektores, che e’ costretto a roteare su se stesso per non farselo slogare; Helene gli afferra allora anche l’altro piede, trascinandolo a terra. Il kephalista si contorce nella polvere scalciando con violenza, e riuscendo a liberarsi dalla presa prima che essa possa produrre qualunque conseguenza nefasta per il suo corpo provato; entrambi i guerrieri si risollevano in fretta e tornano a fronteggiarsi. Le mosse della femmina ora sono rapidissime: due sinistri raggiungono in pieno volto il maschio, che appare piuttosto stordito dagli affondi andati a segno. Tuttavia gli attacchi Emborii successivi, diretti ai fianchi e agli addominali, vengono parati con precisione assoluta dalle braccia virili. L’iniziativa di Ektores appare ormai annichilita sotto la violenza della ragazza; comprendendo che i pugni non riescono a raggiungere risultati utili, Helene torna alla strategia degli attacchi con calci e ginocchiate, che nella loro successione furiosa finiscono per martoriare le gambe e i fianchi kephalisti. Le cosce e i polpacci virili si coprono di lividi, e ad ogni schianto mostrano un tremolio ed una instabilita’ sempre piu’ pericolose. Ektores non riesce a fare molto per ripararsi dalla grandinata di colpi che investe il suo corpo spossato macinando il suo coraggio e la sua forza virile: ormai ogni urto che si abbatte sulle sue braccia o sulle sue cosce lo costringono ad un gemito di sofferenza. Quando Helene sospende per un istante il suo micidiale assalto di gambe, il kephalista si mostra reclinato su se stesso e con le gambe piegate; la ragazza punisce la debolezza del maschio sferrandogli un montante sugli addominali. “Aaaaaaaaaah…” Ektores accusa la violenza del colpo con un lamento prolungato, chiudendosi ancora piu’ su se stesso con le braccia, e barcollando di qualche passo in ogni direzione. La guerriera replica con un gancio sinistro al volto, che fa oscillare penosamente il kephalista. Le ginocchia si piegano piu’ volte, le braccia si abbandonano lungo i fianchi, ma il maschio non rovina nella polvere. “Resisti ti prego – urla Ariadne in lacrime – Ti prego… Ektores ti prego resistiiiiiii…”. “Giuro che ci sto provando cucciolo – risponde il ragazzo con un filo di voce – sto provando a resistere piccola… ci sto provando…” Ma Helene e’ implacabile; si avvicina al maschio indifeso e carica un montante brutale sui coglioni di Ektores. “AAAAAAAAAAAAAAAAAH… le mie palle… noooooooooooo… CAZZO LE MIE PALLE… aaaaaaaaaaah… mi hai distrutto i coglioni troia… aaaaaaaaaaaaaaah…” Il ragazzo crolla in ginocchio ai piedi dell’avversaria; l’Emboria lo afferra per i capelli rossi e lo schernisce fissandolo negli occhi con disprezzo: “ti ho fatto male alle palline piccolo? Oh che peccato, la virilita’ che ti penzola indifesa tra le gambe ti costringe a implorare la mia pieta’? Forse allora sara’ meglio strappare via questi coglioni che ti fanno cosi’ male, magari poi riuscirai a batterti contro di me come un vero guerriero?” “Brutta puttana… - balbetta Ektores quando il dolore dello schianto sulle palle allenta lo spasimo del respiro - aaaaaaaaaaah… ti insegnero’ a mostrare rispetto per i miei coglioni kephalisti… aaaaaaaaaaaaaaaah… sentirai come brucia la mia sborra mentre inondera’ il tuo culo battuto… aaaaaaaaaah…” Helene risponde con una risata sonora: “ti ho macellato il pacco in una poltiglia di carne, se te lo cerchi il tuo uccellino nemmeno riesci piu’ a ritrovartelo, rotto in culo!” Poi con un destro stende a terra il kephalista, e torna a piantare il suo piede sui peli schiumanti di sudore e di sangue che coprono folti il petto del maschio. “Ektores ti scongiurooooo! – lo implora Ariadne – reagisci Ektores, alzati… alzati…” “Ti prego perdonami amore – tossisce Ektores dalla bocca sanguinante per l’ultimo pugno inferto dall’avversaria – ti prego… questa troia e’ troppo forte… aaaaaaaaaaaah… ma andra’ tutto bene piccola… aaaaaaaaaaah… I coglioni cucciolo… aaaaaaaah… le palle mi ammazzano di dolore cazzo… aaaaaaaah… i miei coglioni aaaaaaaaaah… sono due palle di fuoco… ma sono ancora duri e interi piccola… aaaaaaaaaah… i miei coglioni kephalisti non si sono rotti… aaaaaaaaaahh… vedrai piccola, andra’ tutto bene,… questa e’ l’ultima volta che mi schiaccera’ il petto sotto il suo piede…” Ancora una volta i dieci secondi trascorrono senza che il ragazzo riesca a sottrarre il suo petto villoso dalla dominazione del piede Emboria. Ora l’Emborios conduce per 2 atterramenti a 1. Veronika si avvicina di nuovo a Ariadne, e le domanda con un sussurro malevolo: “erano delicati i suoi coglioni irsuti mentre te li strofinava contro la figa? Ti piaceva il vello delle sue palle quando ti scivolava tra le cosce? Cerca di ricordartelo, perche’ ho paura che il sangue sulle cosce di Ektores sia tutto quello che resta del suo pacco…” “Vi prego non fategli male, vi pregooooooooo! – scongiura Ariadne – il suo pacco e’ la cosa piu’ dolce e delicata del mondo, non fatelo soffrire cosi’, abbiate pieta’! Per i maschi e’ un dolore micidiale, non possono resistere, vi supplico abbiate compassione di Ektores, risparmiategli il pacco, non straziatelo ancora!” “Ehi dolcezza, - riprende Veronika - ti ricordi la sacca dei coglioni di Ektores quando ti accarezzava la pelle? E quando ti sfiorava il seno? Era calda cosi’?” Appena pronunciate queste parole, l’aguzzina rovescia sulle pere di Ariadne una colata di cera incandescente, raccolta da due ceri che ardono dall’inizio della sfida nelle retrovie Emborie. “AAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRGGGGHHHHHHHH…” La ragazza del kephalista erompe in un grido inumano, poi sviene sotto le sferzate del dolore alle tette. “Bestie, assassine travestite da donne – urla Ektores mentre tenta di risollevarsi, crollando piu’ volte in ginocchio, proteggendosi le palle martoriate e sputando sangue ad ogni parola – ecco cosa siete! Belve inumane assetate di sangue! Maledette troie, come pretendete di proclamarvi lesbiche, se poi torturate in questo modo la creatura piu’ celestiale e tenera mai cresciuta su questa terra? La ragazza piu’ bella e sensibile mai nata nel genere umano? Ti prego Ariadne perdonami, ora vendichero’ le tue sofferenze, sarai fiera di me cucciolo!” “La tua troietta e’ davvero degna di te, testa di cazzo! Appena le si sfiorano le tette piange e sviene! Una larva del genere puo’ essere forse una donna?! E’ solo la tua puttanella, stronzo! E se ha svenduto il tempio sacro della sua figa ad un lurido maschio, e per di piu’ a un maschio kephalista, non potra’ mai onorarsi del diritto di essere trattata come una femmina, come una donna!” “Ti piace prendertela con le mie palle e il mio petto; dato che ti e’ andata troppo bene, anche le tue parole profanano con la stessa arroganza tutto quello che e’ sacro. E’ arrivato il momento che io ti castighi con la giusta punizione per la tua superbia, o che la tua potenza mi travolga e mi faccia definitivamente a pezzi”. “Hai ragione stronzetto, e’ il momento di mostrare cosa puo’ infliggere la potenza Emboria al tuo corpo virile; ti spezzero’ dilaniandoti di dolore, esibiro’ la verita’ che le femmine sono l’unica espressione dell’umanita’, mentre i maschi sono solo animali, carne da macello, schiavi da schiacciare in ginocchio e spremere per colare sperma. Ma prima o poi non servirete piu’ nemmeno per il vostro seme, il vostro uccello sara’ uno schifoso pezzo di carne senza senso, da gettare ai cani affamati perche’ ve lo sbranino. Le donne faranno da sole dei vostri luridi peli e del vostro pacco di merda non conserveremo neanche il ricordo!” Il conflitto riprende dopo le schermaglie verbali. Nella prima fase della contesa si riparte con uno scambio di pugni, che entrambi i guerrieri tirano e parano con assoluta maestria. Helene passa allora a forzare di nuovo con le gambe, imponendo colpi con i calci e le ginocchiate; Ektores tenta di affondare con i pugni, approfittando degli sbilanciamenti che i tiri dell’avversaria impongono a tutto il suo fisico per conservare l’equilibrio. Ariadne si e’ ripresa dalle vertigini; incita il suo ragazzo con tutto il fiato che ha in corpo: “Forza Ektores! Colpisci! Colpisci duro! Forza amore, sei il piu’ duro, sei il piu’ potente!” Il kephalista cerca di raccogliere gli incoraggiamenti della fidanzata impegnando i muscoli delle braccia in colpi sempre piu’ energici e precisi contro il corpo dell’avversaria. Trovando sbarrata la via verso la testa, il maschio tenta di raggiungere Helene ai fianchi o sulle pere, contando di ridurre le riserve di fiato dell’Emboria o di ripetere il successo della fitta di dolore alle tette. Ma e’ la ragazza a cogliere il guizzo vincente. Finge di allontanarsi dopo un pugno andato a segno sopra la sua tetta sinistra; invece rotea all’improvviso un calcio a media altezza che si stampa contro gli addominali del maschio. Ektores accusa la frustata di dolore e si piega in due; l’Emboria gli afferra la testa tra le mani e la schianta di faccia contro il proprio ginocchio sollevato. Ora il volto del ragazzo e’ un’unica maschera di sangue; il suo corpo barcolla un istante poi rovina in ginocchio nella polvere. “Ektores ti prego non piegarti! – lo invoca Ariadne - Ektores ti prego rialzati, battiti ti prego, continua a batterti!” Il maschio appare del tutto disorientato dopo il colpo alla testa; ma Helene non e’ soddisfatta della sua opera, esige una punizione piu’ spettacolare. “Devo proprio fare tutto da sola eh? – gli urla sopra la testa – devo mantenerla io la tua promessa che non ti schiaccero’ piu’ il petto sotto il mio piede? Va bene, come vuoi, manterremo la tua promessa, non ci sara’ piu’ bisogno di schiacciarti il petto per considerarti sconfitto. Per di piu’ il pelo rosso sul tuo petto mi fa schifo, e voglio sapere in fretta cosa prova la tua Ariadne mentre guarda che ti schianto, mentre ammira le mie mani che ti evirano, ti castrano, sterminano ogni fibra della tua mascolinita’!” “Abbi pieta’ – la implora Ariadne – non picchiarlo piu’, ti prego, non massacrarlo… noooooooooooo ti prego, non infierire sul suo corpo spezzato!” L’Emboria spinge a terra Ektores colpendolo con il piede sul petto; il corpo virile rovina a terra, ma questa volta la ragazza non insiste nella posa vittoriosa calpestandogli il petto col piede. Si inginocchia invece accanto al guerriero battuto e gli divarica le cosce; poi gli afferra il pacco con la mano destra e appoggia l’altro gomito sul petto kephalista. “Provi terrore per quello che sto per farti? – sibila Helene a pochi centimetri dalla faccia sanguinante del maschio - Fai bene, perche’ sara’ terribile”. “Ti prego… - fiata appena Ektores – ti prego…” La mano Emboria si serra in una morsa di acciaio attorno ai coglioni del maschio. “AAAAAAAAAAAAAAAAAAH… ti prego… aaaaaaaaaaaaaaaaah… non castrarmi ti prego… noooooooooooo… i miei coglioni noooooooooooo… aaaaaaaaaaaaaaaah…” Helene si risolleva da terra e solleva con se’ anche il cazzo e le palle di Ektores, strattonando il suo bacino e lasciando penzolare accanto le gambe inerti. “Ektores ti scongiuro resisti! – grida Ariadne in lacrime – Resisti amore, ti prego… ti prego resisti… noooooooooo… lasciatelo vi scongiuro… basta… BASTA VI PREGO… amore RESISTI…” “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRRRGGGGGGGGGGGHHHHHHHHHH… - singhiozza Ektores - cazzo ci provo… CAZZO NOOOOOOOOOOOOO LE MIE PALLEEEEEEEEEE… cazzo ci provo a resistere, ci provo cazzo… aaaaaaaaaaaaaaaaah… resisto cazzo, ci provo… AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH…” Helene interrompe lo scambio dei due fidanzati:” Dille di guardare stronzo! Ordinale di non chiudere gli occhi mentre ti massacro i coglioni! Mi senti figlio di puttana? Dille di guardare cosa sto per fare alle tue palle! Chiedile di ammirarmi mentre ti dilanio le palle di dolore, ti spremo la virilita’ dai coglioni, mentre disintegro il tuo pacco e il tuo corpo a mani nude! ORDINAGLIELO TESTA DI CAZZO!” “Ariadne, cucciolo – la invoca Ektores con la voce soffocata dal sangue, dallo spasimo dei coglioni stritolati e dalla vergogna – guarda… piccola, guarda cosa sta per fare l’Emboria alle mie palle… aaaaaaaaaaah… Helene sta per infliggermi un dolore atroce ai coglioni… aaaaaaaaaaa… Amore, ti prego… aaaaaaaaah… non chiudere gli occhi quando l’Emboria mi fara’ esplodere le palle… aaaaaaaaaah… ti prego cucciolo cerca di essere coraggiosa… perdonami ti prego, aaaaaaaaaaah… guarda l’Emboria che mi sconfigge e infierisce sul mio corpo virile, aaaaaaaaaaah…” Helene intanto ha racchiuso le palle e il cazzo kephalisti in un bozzo dei bermuda, che la sua mano stringe tutto intorno alla base. Con entrambe le mani serrate attorno al pacco di Ektores, la ragazza trascina per le palle il corpo spezzato del maschio tutto intorno al perimetro del campo di battaglia. Nel momento in cui i duellanti avvicinano il settori del tifo kephalista, la guerriera sorride del silenzio terrorizzato che domina l’area maschile. Solo Eirene la incita a mostrare tutta la forza e la violenza di cui e’ capace. L’Emboria allora torce i coglioni di Ektores costringendo tutto il pacco virile a roteare verso destra. Lo scudo rossonero si inonda di una macchia vermiglia, alcune gocce di sangue filtrano addirittura attraverso la stoffa dei bermuda. “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH… oh cazzo il mio coglione… aaaaaaaaah cazzo mi hai macinato la palla sinistra… AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH CAZZO LA MIA PALLA noooooooooooooooo… aaaaaaaaaaaaaaaaaaaah… aaaaaaaaaaaaaaaaaah…” L’umiliazione che Helene sta infliggendo sulla virilita’ di Ektores sta diffondendo vibrazioni di piacere fisico tra tutte le donne presenti sul campo della sfida. Tutti gli sguardi del pubblico sono fissati sulla stretta con cui l’Emboria domina le palle kephaliste, sul potere assoluto che la forza Emboria esercita sui coglioni e sul cazzo del maschio – e sulla crudelta’ con cui la ragazza sta massacrando uno per volta i testicoli e l’uccello di Ektores. Le ragazze socchiudono gli occhi in preda ad un godimento crescente; alcune non riescono a trattenersi dallo sfregare le cosce per sostenere il tumulto del piacere; tutte urlano a squarciagola il loro incitamento a continuare la tortura “SI SI, ANCORA HELENE, ANCORA, fa’ a pezzi quel porco, distruggile, devastagli i coglioni, sbranagli il cazzo, cosi’ cosi’, forza, disintegra le sue schifose palle kephaliste!”. L’Emboria continua a trascinare per le palle il corpo sconfitto di Ektores, stritolandogli il pacco sotto lo sguardo disperato di ciascuno dei suoi amici venuti ad assistere al duello. Prima che il semicerchio kephalista sia stato completato, la stoffa dei bermuda rossoneri e’ ormai ridotta a poltiglia, e i pugni di Helene ormai stringono la carne nuda del cazzo e della sacca delle palle di Ektores. Quando la ragazza ha raggiunto la posizione in cui si trova Argo, l’Emboria si ferma, afferra l’uccello di Ektores e vi conficca le unghie di entrambe le mani. L’uccello flaccido e sanguinante del kephalista esplode sotto l’azione distruttiva di Helene: “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRGGGGGGGGGGGGHHHHHH… nooooooooooooooooooo… mi hai evirato… NOOOOOOOOOOOOOOOO… IL MIO CAZZO… aaaaaaaaaaaaaaaaah… mi hai strappato il cazzo… aaaaaaaaaaaaaaaaah… nooooooooooooo… non sono piu’ un maschio… il mio cazzo nooooooooooooooo… aaaaaaaaaaaaaaaaaah… il cazzo… il cazzo… il mio cazzo…”. Le dita dell’Emboria affondano e lacerano l’uccello del guerriero con una furia che si incendia ad ogni nuovo fiotto di sangue che schizza dalla radice del cazzo devastato. Quando la polpa di carne e sangue della cappella si stacca dal tronco del cazzo di Ektores e rotola infine nel palmo della mano di Helene, il tifo femminile prorompe in un boato di trionfo: “He-le-ne, He-le-ne, He-le-ne!” Molte delle urla sono autentiche grida di orgasmo, la vibrazione sessuale che si trasmette dal cazzo spezzato del kephalista e strappato dal suo corpo evirato conduce gran parte delle ragazze presenti ad un’estasi di godimento. La guerriera sradica anche un altro pezzo del tronco dell’uccello di Ektores dal suo pacco squarciato; poi lascia la presa sulla sacca delle palle kephaliste, lasciando piombare il corpo del ragazzo a terra. Ormai il kephalista ha perso i sensi; le sue braccia e le sue gambe tremano involontariamente, mentre la bocca continua a sputare sangue nello spasimo del rantolo finale. Helene solleva in alto la polpa sanguinante del cazzo kephalista con un grido selvaggio di trionfo; le donne reagiscono tutte all’unisono con un’orgia di entusiasmo che le spinge a esultare e a godere irrefrenabilmente. Poi l’Emboria si avvicina a Argo e gli impone di fissare il cazzo spaccato di Ektores mostrandoglielo sulla propria mano insanguinata a un centimetro dal suo naso: “Guarda quanto vale la potenza della vostra virilita’! – gli urla Helene - Guarda cosa faccio alla forza della vostra mascolinita’! Guarda bene cosa puo’ fare un’Emboria al membro in cui si concentra il vostro orgoglio di maschi! Il vostro corpo e’ duro e forte quanto il vostro stupido cazzo: pensate di poterci battere perche’ questo schifoso pezzo di carne vi ciondola tra le gambe. Ma l’Emborios spezzera’ uno ad uno i vostri cazzi e i vostri corpi deboli! Siamo troppo forti per i vostri muscoli virili, per i vostri coglioni e i vostri petti pelosi, siamo troppo potenti per le braccia e le gambe kephaliste, siamo troppo robuste per il vostro coraggio di maschi!”. Gli occhi di Argo esprimono il terrore cieco che sta provando alla vista della profanazione e della distruzione della virilita’ kephalista di Ektores; mentre la guerriera gli parla, non riesce a frenare le lacrime, l’umiliazione e la tortura inflitte dalla guerriera al suo amico di infanzia sono troppo insopportabili per riuscire a nasconderle all’avversaria. Lo sguardo di Helene si abbevera della soddisfazione di questa vittoria ulteriore: ha vendicato Eirene infierendo e distruggendo anche l’orgoglio virile del suo aguzzino. L’Emboria raduna la cappella e il tronco del cazzo di Ektores nell’incavo della mano sinistra; con la destra torna ad afferrare cio’ che resta del pacco del guerriero, per trascinare il suo corpo sconfitto sotto gli occhi della sua ragazza. Quando ha raggiunto la postazione di Ariadne, la guerriera torna a strappare trofei dalla sacca delle palle del maschio: il kephalista ormai e’ inerte, solo il braccio destro sussulta di quando in quando. Helene estrae il coglione rimasto intero nello scroto, e lo mostra a Ariadne insieme ai frammenti del cazzo. “NOOOOOOOOOOOOO… - si dispera Ariadne – cosa gli hai fatto?... cosa hai fatto al suo uccello dolcissimo? Perche’?! Perche’ gli hai strappato le palle… gli hai strappato le sue tenere palle… oh noooooo, quanto amavo le sue palle potenti e delicate…”. “Smettila di delirare troia, e guarda bene quello da cui sto per liberarti per sempre! – le ingiunge Helene - Ektores aveva promesso di farmi sentire il dolore che infligge il suo cazzo d’acciaio e la sborra bollente dei suoi coglioni: mi chiedo se tu abbia mai sentito l’uno o l’altra, ma non credo che esista un maschio sulla faccia della terra che possieda cose simili. L’uccello di Ektores si e’ squarciato appena le mie ginocchiate lo hanno sfiorato; le sue palle sono esplose di dolore sotto i miei attacchi. Ma non ho sentito che globi di carne debole sotto i miei assalti: ho schiantato la virilita’ del corpo di Ektores con pochi colpi, e lui non ha potuto che piegarsi e umiliarsi sotto la mia potenza. La sua forza maschile non ha potuto resistere alla devastazione Emboria che ha sradicato dal suo petto e dal suo pacco ogni fibra di virilita’, ogni particella di maschio ci fosse in lui. E adesso e’ il momento della vendetta Emboria contro l’arroganza kephalista che ha osato sfidarci!”. La guerriera depone la palla e il cazzo kephalisti sul petto villoso di Ektores; poi li schiaccia sotto il proprio piede destro, alzando le braccia in trionfo. Il pubblico femminile urla un nuovo Urra’ – mentre Ariadne scoppia in un pianto incontenibile, mentre fissa disperata la spremuta di carne e sangue virili che cola in tutte le direzioni sul pelo rosso del petto di Ektores. Ma un istante dopo e’ la nuova tortura h le impone la sua aguzzina a costringerla ad urlare prima di perdere i sensi. Formalmente infatti il suo ragazzo e’ stato atterrato per la terza volta, e la morte del guerriero kephalista non basta a sedare il bisogno di vendetta di Veronika. La mano crudele della sostenitrice Emboria strofina con violenza gli aculei del riccio sulle labbra della figa di Ariadne, corrodendo e lacerando il sesso femminile che aveva accolto il cazzo di Ektores e goduto dello sperma sgorgato dalle sue palle - cancellando fin dove possibile la vulva che aveva coperto di vergogna tutte le donne, stringendo e deliziandosi dentro di se’ del pacco di un guerriero sconfitto, umiliato, evirato. Il corpo sconfitto di Ektores appartiene di diritto alle vincitrici. La preoccupazione di portarlo in salvo puo’ agitarsi solo nella mente di uno straniero come me, dal momento che ora i kephalisti devono occuparsi di problemi molto piu’ pragmatici del cadavere castrato di un guerriero. Panornos e’ persa definitivamente; occorre quindi organizzare l’accoglienza dei kephalisti che lasceranno il paese dopo l’ingresso delle Emborie, per trasferirsi nei villaggi della valle ancora sottoposti al controllo del Kephalos. Gli amici e i parenti di Ektores saranno i primi a dover migrare, perche’ all’ingresso dell’Emborios in paese nessuno potra’ piu’ difenderli dalla vendetta delle nemiche. I ragazzi lasciano mestamente la piazza, si allontanano in silenzio verso le case che dovranno lasciare a breve. Non gettano nemmeno un’occhiata al tripudio con cui le guerriere Emborie sollevano la loro eroina in trionfo portandola a spalla in giro per la piazza. Ma soprattutto non osservano come un altro gruppo di sostenitrici di Helene assaltino il corpo spezzato di Ektores, lo spoglino degli ultimi brandelli di bermuda e li infilino nel suo culo indifeso, avendo cura che il simbolo rossonero del Kephalos ciondoli bene in vista dall’ano profanato del ragazzo. Poi lasciano che il guerriero evirato piombi con il petto irsuto nella polvere; lo afferrano per le caviglie e lo trascinano dietro la sfilata trionfale di Helene in giro per le vie del paese. Quello che resta del pacco del guerrieri, i suoi addominali, il suo petto e la sua faccia lasciano una bava di sangue sulla polvere della piazza, poi sul selciato delle strade. Il corteo delle femmine vincitrici volteggia a lungo per le vie del paese; nella parte di Panornos che era gia’ stata conquistata dall’Emborios, al passaggio delle guerriere trionfanti vengono lanciati coriandoli e volantini nerazzurri, mentre dalle finestre le donne esultano con le ragazze ululanti per la strada. La vista del corpo di Ektores sconfitto, nudo e castrato, l’umiliazione del suo culo stuprato e del simbolo violato del Kephalos diffondono la vibrazione dell’estasi sessuale su tutte le femmine del paese. L’orgasmo si propaga come un’onda a tutte le finestre che si affacciano sullo spettacolo del kephalista battuto; le donne possono limitarsi ad affacciarsi per vedere meglio, ma escono per le vie e rincorrono il corteo trionfale senza riuscire a staccare gli occhi dal culo del guerriero sfondato dalla sua divisa e dal simbolo del Kephalos macchiato di sangue. Il corteo raggiunge anche le strade da cui i kephalisti verranno scacciati dopo la sconfitta di Ektores. Le ragazze bussano a tutte le porte perche’ i rossoneri guardino lo scempio cui viene sottoposto il corpo del loro campione sconfitto. Le Emborie piu’ esaltate immergono le loro dita nel cratere del pacco di Ektores per raccogliere sangue con cui tracciare ingiurie e oscenita’ sulle porte delle case kephaliste. Quando raggiungono la casa di Argo, Veronika immerge la mano intera nel culo del guerriero sconfitto e scrive col sangue sulla porta del suo amico di infanzia: “Ektores era un ragazzo, ora non e’ piu’ un cazzo; questo sangue viene dal suo mazzo, che ora e’ sfondato da un razzo; se tu pensi di sfuggirci sei pazzo, prima o poi strappero’ a morsi anche il tuo cazzo”. E’ un diritto delle Emborie pretendere che i kephalisti assistano al massacro con cui la vincitrice e le sue sostenitrici infieriscono sul corpo sconfitto di Ektores. Tuttavia sembra che la mia testimonianza oculare per loro possa bastare; il lasciapassare imperiale mi tutela lungo le vie del paese. Arriva comunque il momento in cui il mio assistente mi segnala che ormai nessun luogo e’ piu’ abbastanza sicuro per nessuno. Mi trascina verso la villa del sacerdote del tempio, presso il quale siamo ospiti per la notte. L’indomani assisto alla riunione del senato del Kephalos, che si riunisce per esaminare la nuova situazione della valle dopo la sconfitta di Panornos. Il senato pero’ e’ un consiglio di guerrieri versati nelle arti marziali, non un conciliabolo di strateghi; dubito che la loro valutazione riesca a raggiungere conclusioni interessanti. L’unica cosa di cui sono certo e’ che in mia presenza non saranno profferite che menzogne: nessuno ha intenzione di rivelare alle orecchie di un rappresentante dell’imperatore le faccende private del clan dei kephalisti. E’ una tribu’ gelosa dei suoi segreti, completamente dedita all’arte del combattimento, alla sua pratica e al suo insegnamento. Per di piu’, sono in molti a sospettare che l’invasione delle Emborie sui paesi kephalisti della valle abbia qualcosa da spartire con il mio arrivo – sebbene l’aggressione delle ragazze sia cominciato mesi prima della mia comparsa. Le superstizioni e i sospetti innervano questi uomini di montagna oltre ogni limite di salute; per questo dubito che la loro riunione possa generare qualche decisione razionale di qualunque genere. [Manca una pagina] L’invasione della valle kephalista da parte delle ragazze Emborie pare essere un avvenimento che si ripete in maniera ciclica nella storia. Il fatto che questo processo anticipi sempre di un anno un rivolgimento, una rivoluzione, o un rovesciamento di dinastia nella capitale, potrebbe preoccupare la corte. Ma in realta’ nessuno nel palazzo da cui provengo si preoccuperebbe di quello che accade in questo angolo remoto dell’impero, nemmeno se si dimostrasse che questa ricorsivita’ e’ fissata fin dall’alba dei tempi con rigore scientifico. Ne sono consapevoli anche i kephalisti, che non hanno nemmeno provato a chiedermi di rivolgermi all’imperatore per intervenire a tutela del loro diritto sui paesi usurpati dall’Emborios. Forse in parte conta anche la questione dell’orgoglio: la casta dei guerrieri non puo’ tollerare di ammettere la sconfitta – l’evidenza che nella successione di circa trenta sfide in cui si e’ consumato finora lo scontro con le Emborie, soltanto nove si sono concluse con un successo virile. Per di piu’, nessuna di queste nove vittorie si conta nella serie degli ultimi dieci incontri. La ritirata kephalista e’ un fatto inesorabile, che pero’ nessuno in senato ha intenzione di pronunciare, nemmeno di accennare. [Cinque parole illeggibili] …il Kephalos conta per di piu’ sul sostegno degli abitanti della valle: la societa’ Emboria e’ al limite dell’analfabetismo, l’abilita’ tecnica e scientifica e’ ridotta al lumicino – e chiunque non appartenga alla casta guerriera viene trattato pressoche’ da schiavo. I kephalisti non saranno la Scuola di Atene, ma i limiti minimi della civilta’ vengono almeno rispettati. Temo invece che le Emborie abbiano mosso alla conquista del Kephalos per trovare lo stesso oggetto che ha spinto me ad abbandonare la capitale per arrivare fino a qui. Lo ha accennato anche Helene nel corso della sfida che l’ha opposta a Ektores, quando [sei parole illeggibili] …inutilita’ della parte virile nel concepimento di bambini. Da qualche parte esiste la risposta a questa affermazione, ma nessuno nel senato kephalista intende aiutarmi a trovare il testo che cerco. Si tratta di pura follia, perche’ se [sette parole illeggibili] … le Emborie probabilmente lo faranno a pezzi e sara’ perso per tutti. [Il manoscritto del faldone A12 termina qui]