LA COLOSSA By Dwagia 2001 giasla@libero.it IV parte Non so quanto tempo durò quell'incredibile "facesitting", anche perché svenni e, quando mi ripresi mi ritrovai disteso sul divano del soggiorno. La gigantessa era seduta sul bordo del divano accanto a me, con le gambe lunghissime distese ed i piedi poggiati sul tavolino di fronte al divano; era completamente nuda, e si era sfilata i sandali. I suoi piedi, enormi, erano più sexy che mai. Mi guardava da vicino con uno sguardo strano. Ero confuso, lei era più bella che mai, ma sentivo chiaramente di avere paura; quello sguardo non mi piaceva molto. -"Ma cosa è successo ?"- -"E' successo che ormai non sei più in grado neanche di reggermi per un quarto d'ora!" Prese il bicchiere che era poggiato sul tavolino, vicino ai suoi piedi e, con uno sguardo ammaliante, mi sollevò il capo. -"Bevi tutto d'un sorso, ti riprenderai"- Solo dopo che avevo bevuto mi accorsi che non aveva il sapore dell'acqua, anche se era incolore. -"Ma cos'era?"- -"Era una sorpresina che Roth mi ha dato per insegnarti le buone maniere ! Lo sai che i nani come te non si possono masturbare in mia presenza senza il mio permesso! Ti farà effetto tra qualche giorno.ah ah ah!!!-" Quindi, la perfida gigantessa si alzò, agganciò i sandali tra le dita di una mano ed a piedi nudi, con un passo felpato ed elegante nonostante i 130 kg di muscoli, si allontanò verso la camera da letto con un ghigno malefico. Capii subito di cosa si trattava.doveva essere qualcosa per rimpicciolirmi ancora di più. Ed infatti, solo tre mattine dopo mi accorsi che mi ero ancora rimpicciolito. Adesso non ero poco più d'un nano, ero un vero nano. Proporzionato (si fa per dire), ma nano. Mi misurai ancora una volta: un metro e trentadue di altezza, per un peso di appena 29 kg. Non parliamo del mio pene: un ridicolo affare lungo appena 5 cm e mezzo, in erezione ! Non provai neanche a protestare; sarebbe stato controproducente, e poi, in fondo, mi piaceva essere ancora più nano. Mi eccitava pensare che Lynne era alta una volta e mezzo me; che pesava più di quattro volte il mio peso; che il suo dominio su di me, fisico, muscolare, sessuale, mentale, era ormai assoluto. Quando, quella mattina in cui mi accorsi di essermi rimpicciolito ad un metro e trentadue, andai da Lynne per il solito rito della sveglia mattutina, impazzivo dalla voglia di vedere dove le sarei arrivato. Lei mi ordinò di farle calzare un paio di sandali coi lacci, senza piattaforma, da "appena" 12 cm. Quando si alzò era alta quasi 210 cm; io, dopo averla leccata come un cane lecca la sua padrona annoiata, mi alzai (si fa per dire) a 132 cm; c'erano quasi 80 cm di differenza tra me e lei mia dea; i miei occhi adesso erano all'altezza della sua vagina! Mi trovavo davanti a lei, a pochi cm dalla sue grandi labbra, mentre guardavo fisso davanti a me, e non avevo neppure il coraggio di alzare la testa per guardare verso il suo viso, perché ero troppo confuso dall'eccitazione, quando la muscolo-gigantessa mi sfottè. -"Scusami, schiavo, non ti vedo, dove sei ?"- Quindi mi afferrò per il collo con la sua mano enorme e, quasi strozzandomi, mi alzò come un fuscello all'altezza della sua testa. -"Oh, eccoti qua, pidocchio ! Sai, non ti vedevo più lì' sotto"- E mi buttò a terra, facendomi letteralmente volare a due metri di distanza, con l'indifferenza con cui si butta un abito sporco. Meno male che a terra c'era la moquette, altrimenti mi sarei fatto molto male. Nei giorni successivi mi accorsi che Roth e Lynne non facevano altro che parlare della prossima gara. Si trattava di una gara hard, la "Open Hard Building", aperta a chiunque volesse parteciparvi; per accedervi non c'erano fasi regionali. Era considerata comunque molto prestigiosa, una gara per soli professionisti. I primi classificati vincevano un premio in danaro di ben 50.000 dollari, ma per iscriversi bisognava pagarne 5.000; così solo atleti ed atlete di altissimo livello vi si iscrivevano. La tensione era altissima, proprio perché tale era la posta in gioco. Inoltre, i vincitori avevano diritto a formidabili contratti pubblicitari. Per evitare che si sapesse in giro della nuova trasformazione di Lynne, i due giganti avevano praticamente trasformato la casa in una palestra, così da consentire a Lynne di allenarsi al riparo da occhi indiscreti. Si allenava come mai aveva fatto, tutto il giorno: con i pesi sei ore al giorno; altre due ore le dedicava alle pose. Poi stretching e riposo. Era impressionante come non sentisse la fatica, nonostante i carichi di lavoro eccezionali. Era impressionante quanto mangiasse: circa un kg e mezzo di carne di cavallo al giorno. Era micidiale la potenza muscolare che riusciva a sviluppare. Ogni giorno diventava sempre più forte, possente e definita. Al bench press sollevava 150 kg senza nessun problema; al leg press 600 kg erano la regola. Anche Roth si allenava, e con sorpresa ed eccitazione mi accorsi che lui non riusciva più a sopportare i carichi di Lynne. Lei non ci faceva ancora caso, perché era troppo concentrata su sé stessa, ma adesso io vedevo che lo aveva nettamente superato. Mi chiedevo se ciò avesse potuto cambiare qualcosa nel loro rapporto, ma comunque, almeno in un primo tempo, continuavano a sembrare molto affiatati. Inoltre, con mio grande dispiacere, Lynne mi aveva ordinato di non darle più la sveglia. Quella specie di rito mattutino, con la leccata dei piedi, la pulizia in bagno etc. mi mancava moltissimo. In realtà la mia padrona non mi voleva più perché, visti i ritmi impressionanti di allenamento, i due giganti si erano imposti che l'unico momento della giornata in cui Lynne poteva "distrarsi" con una bella scopata era proprio all'alba, tanto per avere un bel risveglio e riscaldare le sue enormi masse muscolari. E, ovviamente, al risveglio non mi volevano tra i piedi. Facevano l'amore quasi sempre per almeno un'ora, in due facevano 260 kg di muscoli in movimento, spesso violento e con una potenza tale da fare tremare i pilastri della casa. Così mi abituai a sostituire il rito della leccata dei piedi del mattino con una "spiata". Di nascosto, mentre i due colossi erano indaffarati in tutt'altra faccenda, mi mettevo ad origliare dalla serratura della camera da letto, e mi masturbavo. Loro non si accorgevano di niente. Mi eccitavo intensamente nel vedere quelle due statue viventi, quelle due creature perfette e bellissime desiderarsi, cercarsi, muoversi insieme, unirsi, eccitarsi, fondersi in una cosa sola. Ma i giorni passavano e qualcosa stava cambiando anche tra loro. Già da quando Lynne aveva avuto l'ultimo scatto di crescita, guardava Roth dall'alto in basso; infatti, a piedi nudi era alta un metro e novantacinque contro il metro e novanta di Roth. Almeno all'inizio di quel periodo, pesavano entrambi 130 kg, ma adesso con quegli allenamenti incredibili, Lynne aveva acquisito una forza ed una potenza muscolare nettamente superiori a quella di Roth. Roth non era più un agonista, ed i suoi 130 kg comprendevano anche una certa percentuale di massa grassa. I 130 kg di Lynne, invece, erano molto poveri di massa grassa. Ma, probabilmente, la vera differenza era nella qualità muscolare di Lynne, sulla quale la cura di Roth aveva avuto un effetto straordinario: adesso, al leg press faceva serie da 600 kg con massimali da 800 kg; al bench press faceva serie da 150 kg con massimali da 200 kg! E fu così che Lynne iniziò a rendersi conto che stava diventando, anzi che era già diventata, più forte di Roth. Una mattina, mentre si allenavano, lei lo sfidò. "Ehi, Roth, vediamo chi solleva di più alla panca !" Roth rispose un po' imbarazzato che non se la sentiva, cercò di buttarla sullo scherzo, ma Lynne insistette. "Cos'è, pappamolla, hai paura di fare brutta figura con la tua colossa ?" "No, Lynne.è che stamattina sono un po' stanco.". Alla fine lei lo convinse, e lo sfottè non poco quando gli dimostrò di potere sollevare, al bench press, ben 50 kg in più di lui. Da quella mattina, qualcosa cambiò in Lynne. Percepii che stava assumendo lo stesso atteggiamento nei confronti di Roth, arrogante e prepotente, che già aveva assunto con me. E non a caso, qualche giorno dopo, nel corso di una delle solite origliate mattutine, mi accorsi di qualcosa di clamoroso. Erano le primissime luci dell'alba, quando il cielo è ancora buio a ponente, ed appena chiaro a levante. Mi alzai dal letto, silenziosissimo ed eccitatissimo, e andai verso la camera da letto. Già a quell'ora, di solito, si sentiva il rumore ritmico della loro scopata; quella mattina, invece, nulla; pensai, per un attimo, che i due giganti stessero ancora dormendo. Ma, appena guardai attraverso la serratura vidi Lynne, di profilo, all'impiedi, più splendida ed imponente che mai, con un completo di mutande e reggiseno di pizzo nero, su un paio di sabot azzurri da 12 cm di tacco; Roth era di fronte a lei, ed i suoi occhi erano all'altezza del collo della gigantessa, grazie anche ai tacchi che ella indossava. Poco dopo Lynne sussurrò: -"Ed ora leccami le caviglie"- Roth non se lo fece ripetere due volte, si chinò lentamente e, mentre Lynne lo guardava in basso, verso il pavimento, il gigante, piegato sulle ginocchia come un umile schiavo, iniziò a leccarle avidamente le caviglie ! Roth leccava i piedi alla colossa ! Il gigantesco Roth, il dominatore assoluto.era stato dominato, da colei che prima aveva dominato me. Lynne lo aveva sottomesso, era riuscita a sottomettere anche Roth ! Un brivido di stupore e di libidine mi percorse quando sentii che lei gli sussurrava: -"Ricordati, da ora in poi, questo dovrai fare ogni mattina per me: portarmi i sandali, leccarmi i piedi, aiutarmi a lavarmi ed a prepararmi."- Nei giorni successivi mi fu abbastanza chiaro, da piccoli particolari altrimenti insignificanti, che le cose tra i due erano veramente cambiate, anche se davanti a me, almeno all'apparenza, Lynne non faceva nulla che potesse umiliare Roth. E comunque, dai discorsi che facevano intuii che il principale pensiero della gigantessa era quello di vendicarsi contro Nicole. L'affronto che aveva subito dopo i campionati nazionali era stato troppo forte per dimenticare. Così la mia fantasia erotica era alle stelle: già mi immaginavo quelle due gigantesse posare l'una accanto all'altra, gonfiarsi, mostrarsi in pubblico al meglio delle proprie possibilità, guardarsi in cagnesco. Ma mai avrei immaginato che le due valchirie sarebbero arrivate molto oltre. Infatti, arrivò il giorno della gara. E nessuno sapeva, né poteva immaginare la straordinaria trasformazione di Lynne. Già quando la accompagnai nella sala di riscaldamento pre-gara mi accorsi che tutti la guardavano esterrefatti. Aveva un costumino nero formato da una mutanda sgambatissima che era unito, davanti e dietro, mediante sottilissimi e sexyssimi laccetti, al reggiseno, a sua volta costituito da due minuscoli triangolini tenuti insieme da laccetti, alcuni dei quali giravano attorno al collo. Lynne montava su un paio di sandali a piattaforma da 17 cm, di colore nero, che la elevavano a 212 cm di altezza. A destra portava una sottilissima ed elegantissima cavigliera che obbligava chiunque a chinare il capo verso i suoi favolosi piedi. Mi aveva comandato di dipingerle le unghia di un colore rosso scuro. Non era mai stata così bella ed imponente. Negli sguardi delle atlete leggevo stupore, o ammirazione, o curiosità, o timore, o un misto di tutte queste cose. Forse qualcuna si accorse che quella donnona enorme assomigliava moltissimo, nel volto, alla Lynne che qualche mese prima aveva avuto quel sorprendente piazzamento ai nazionali. Ma il corpo era troppo più grosso e muscoloso per potere essere lei ! Il body-building professionistico è come un circo e tutti conoscono tutti. E' praticamente impossibile pensare che una tale muscolo-gigantessa spunti fuori dal nulla; normalmente ci vogliono anni ed anni di preparazione per ottenere le proporzioni che Lynne aveva ottenuto in pochissimo tempo. Leggevo, dagli sguardi di malcelata invidia e stupore delle body-builders, un'altra domanda, e cioè da dove venisse fuori quella colossale valchiria. Ma non potevano sapere, non potevano immaginare. Forse qualcuna, più attenta, più smaliziata o più fantasiosa, poteva sospettare, ma nulla di più. Io, lì in mezzo, impazzivo dall'eccitazione. Dal mio metro e trenta mi eccitavo nel guardare, al livello da nano a cui si trovava il mio sguardo, ombelichi incastonati in mezzo ad addominali scolpiti o glutei d'acciaio retti da cosce statuarie. Lynne si stava "riscaldando", alla panca, con bilancieri da 100 kg (un peso che per molte altre era il massimale!) e non sembrava neanche sudare, mentre i suoi muscoli si andavano gonfiando a dismisura. Pompava e gonfiava, pompava e gonfiava, pomapava e gonfiava, in mezzo agli sguardi carichi d'invidia delle altre altlete. Poi Nicole entrò nella sala di riscaldamento,. Aveva un bikini bianco che sottolineava la sua magnifica abbronzatura e sandali dello stesso colore, da 15 cm. Era magnifica, da mozzare il fiato, ma Lynne era un'altra cosa. Nicole vide subito Lynne, ed anche se sorrideva a trentadue denti, si capiva che cercava di dissimulare il timore e la sorpresa che provava nel vedere quella gigantessa sconosciuta sollevare con assoluta indifferenza pesi impossibili anche per un peso massimo maschio. Infatti, almeno all'inizio, Nicole non doveva avere capito che si trattava di Lynne. Nicole era stata, fino ad allora, la vera ed indiscussa regina del body- building internazionale. Era la più alta, la più grossa, la più forte. Quando lei gareggiava, per le altre la lotta era per il secondo posto. Era di un'altra categoria. Soltanto pochi pesi massimi, ogni tanto, erano riusciti a batterla. Per questa ragione, tutte le altre body-builder si stavano domandando cosa sarebbe successo, se la nuova e misteriosa gigantessa avesse spodestato la regina Nicole. Lynne continuava a riscaldarsi, gonfiando i suoi bicipiti con la massima indifferenza, ignorando totalmente Nicole. Quest'ultima, invece, non a caso, iniziò a riscaldarsi accanto a Lynne, guardandola insistentemente e con aria di sfida. Poco dopo, arrivò anche lei a sollevare bilancieri da 100 kg, ma si vedeva benissimo che doveva sforzarsi non poco. Lynne continuava a non degnarla di uno sguardo e Nicole cominciava a diventare nervosa, quindi si alzò dalla panca. Fu proprio in quel momento che Lynne si alzò a sua volta e le due si guardarono negli occhi. Lynne con un sorriso sornione, Nicole con stizza rabbiosa. Lynne espanse il suo torace colossale, come per prendere un ampio respiro e guardò, dall'alto verso il basso, la sua avversaria. Nicole non ebbe la prontezza di risponderle, perché doveva essere veramente impressionata da quella montagna di muscoli che aveva di fronte; la squadrò, ma non riusciva a dire una parola: era la prima volta nella sua lunga vita da agonista che si trovava davanti ad una donna così alta, così grossa, e certamente fortissima. Ho ancora stampato nella memoria quel confronto di sguardi, che durò pochissimi attimi: erano una di fronte all'altra e la differenza dei diametri, del torace, dei bicipiti, delle cosce, dei polpacci era straordinaria. Lynne era di un'altra categoria, una marziana. Nicole era soltanto una donna; grossa, molto grossa, bella, ma soltanto una donna. Lynne si allontanò subito; avevo capito che aveva rimandato a dopo a sua vendetta. In gara, ovviamente.non ci fu gara. Il pubblico e la giuria erano letteralmente strabiliati per Lynne,che con un pose-down da assoluta campionessa stracciò le rivali. Nicole arrivò seconda. Alla premiazione, le due gigantesse non si guardarono neanche sfiorando la sguardo. Lynne era raggiante di felicità; Nicole sorrideva, ma si capiva che era nera di rabbia. Poi le due valchirie si avviarono verso gli spogliatoi. Lynne sorrideva, solare, mentre Nicole, cupa, nervosa e silenziosa, incedeva alcuni passi più avanti. Ma appena arrivarono all'ingresso degli spogliatoi Lynne ruppe il silenzio: -"E allora, Nicole, non ti ricordi di me ?"- Nicole si fermò e si girò verso Lynne. -"Cosa vuoi, non stare a scocciare, per questa volta hai vinto, ma la prossima volta."- Quindi Nicole ebbe una pausa e la rabbia nel suo volto si trasformò in sorpresa e paura. -".ahh., certo che mi ri.mi rico.mi ricordo.ma non è possibile !"- Nicole ebbe un lampo negli occhi, aveva capito che la nuova campionessa era proprio quella amazzone che aveva umiliato pochi mesi prima. -"Tutto è possibile, sì, ti ricordi bene, io sono quella piccoletta, quella a cui hai fregato i sandali"- Lynne era molto tranquilla, all'apparenza. Sorrideva, affabile. Ma sapevo cosa nascondeva quel suo sguardo. Sapevo che tra poco si sarebbe potuta scatenare. E Nicole mi faceva quasi pena. Forse non si rendeva conto fino in fondo che il rapporto di dimensioni, e di forze si era decisamente invertito, e così esclamo, con la spavalderia di chi ha paura: -"Senti, non è che ti sarai montata la testa soltanto perché ti sei fatta gonfiare di anabolizzanti, vero ? Non penserai che siccome oggi hai vinto davanti alla giuria puoi battermi un'altra volta, vero ? O forse hai bisogno di un'altra lezione ?"- A questo punto Lynne non si fece pregare due volte. Si sfilarono quasi contemporaneamente i sandali, che nella lotta che stava per iniziare erano d'impaccio. Quindi si afferrarono, mano nelle mano, con i corpi inclinati in avanti per fare peso l'una contro l'altra, in una spettacolare prova di forza. I muscoli si tesero e si gonfiarono, le vene si inturgidirono. Nicole ce la metteva tutta, ma era una lotta impari. Lynne era molto più grossa, le sue mani avvolgevano quelle dell'avversaria in una morsa d'acciaio e, dopo un minuto circa, iniziarono a piegarle impietosamente i polsi. La povera Nicole stava usando tutta la sua forza per non subire l'umiliazione di non farsi piegare, ma dovette pagare cara la sua ostinazione. Non si era mai trovata in quella situazione di inferiorità, ma in quella opposta. Era stata sempre lei a piegare, e qualche volta a spezzare, le avversarie. Per lei quella era una situazione nuova, e non era in grado di comprenderla, di accettarla. Leggevo, nel suo sguardo, sorpresa e paura. Iniziò a dimenarsi per cercare di liberarsi. Il dolore, la sofferenza, il terrore erano un tutt'uno nel suo volto contratto. Lynne, invece, sorrideva sadicamente, dando l'impressione che non si stesse sforzando più di tanto, guardando l'avversaria dritto negli occhi e gustando con cinica freddezza il dolore che le provocava. La morsa di Lynne andava aumentando inesorabilmente, mentre la forza di Nicole andava scemando. Ad un certo punto Lynne diede un colpo secco al polso destro di Nicole, spezzandoglielo, ed un attimo dopo, un colpo simile al polso sinistro, con identico risultato. Nicole emise un urlo che era quasi un pianto. Da quel momento iniziò una vera carneficina. Lynne, non contenta, cambiò la presa e afferrò fulmineamente il braccio sinistro dell'avversaria senza che la malcapitata riuscisse ad opporre alcuna valida resistenza, e con una leva glie lo ruotò fino a lussarle la spalla; lo stesso fece, un secondo dopo, col braccio destro. Nicole si contorceva per il dolore. Urlava, disperata. Ed impotente. Non era più minimamente in grado di difendersi. Urlava per la disperazione ed il dolore. -"Oh, la grande Nicole, si è fatta male alle manine ed alle braccine, vediamo, vediamo come lotta adesso, la grande Nicole"- Quindi, dopo avere esclamato questa frase, Lynne afferrò la povera inerme avversaria dalla vita e la sollevò in aria, strattonandola mentre la malcapitata urlava di dolore. Le altre body-builders che intanto si erano raggruppate intorno guardavano, sconvolte, quella scena: la grande Nicole, l'invincibile Nicole, in quella situazione di totale umiliazione, alla mercè di quella misteriosa e sconosciuta gigantessa. Ma le spettatrici non ebbero il tempo di pensare queste cose, che assistettero ad un'altra prova di forza di Lynne. Infatti, dopo averla solevata e strattonata, scaraventò Nicole a terra; la poveretta, incapace di usare polsi e spalle, cadde impotente, come un sacco di patate. Quindi Lynne afferrò Nicole, la sollevò, petto contro petto, tra le sue braccia possenti e, dopo avere saldamente unito le mani dietro il dorso di Nicole, iniziò, lentamente, a stritolarla. Ogni tanto stringeva la morsa per poi allentarla, dandole appena il tempo per riprendere fiato, per poi stringerla ancora più forte, ed allora il suo sguardo diventava feroce, come quello di una tigre che sta sbranando il suo nemico. A quel punto le altre body-builders che assistevano silenziose a quello scontro fra titani, iniziarono ad esortare Lynne: -"Lasciala, la ucciderai !"- -"La stai soffocando !"- -"Le hai dato una lezione, ma adesso falla finita !"- Ma nessuna si arrischiava ad avvicinarsi per dividere la enorme Lynne dalla sua vittima. Anche la più grossa delle spettatrici era una nana al confronto di Lynne Così Lynne esclamò: -"Se vuole salvarsi deve sottomettersi !" Intanto continuò a stritolare Nicole per qualche minuto, quando, finalmente la poveretta iniziò a supplicare: -"Basta, ti prego.hai vinto.sei tu la più forte !" -"Come ? Non ho sentito bene"- -"Sei tu la più forte, sei tu la nuova regina. La-la-la-sciami, ti prego, mi-mi-mi arrendo"- -"Dillo, davanti a tutte, ripetilo, che, da ora in poi sarai mia sottomessa, che mai più ti sognerai di mettere in discussione la mia supremazia"- La povera Nicole, quasi incapace ormai di parlare, rispose, con un filo di voce: -"Va bene, sono la tua sottomessa, mai più metterò in discussione la tua superiorità e la tua supremazia"- E, finalmente, Lynne, lasciò la morsa, facendo stramazzare a terra la povera Nicole. La muscologigantessa, quindi, si avviò verso il punto dove aveva lasciato i sandali da 17 cm di tacco, mentre le altre body-builders che la attorniavano, silenziose, le aprivano un varco per fare passare la nuova regina. Solo dopo che Lynne, gigantesca ed elegantissima, si avviò verso gli spogliatoi, le altre atlete andarono a soccorrere la povera Nicole, che giaceva a terra in preda a ululati di dolore. Da quel momento l'ascesa di Lynne al body-building internazionale fu irresistibile. La sua identità fu presto svelata ed iniziò a guadagnare una montagna di soldi con i contratti pubblicitari. Roth era sempre più sottomesso a lei e la povera Nicole.non partecipò mai più ad una sola gara. Seppi che molti mesi dopo lo scontro con Lynne aveva ripreso ad allenarsi, ma non fu mai più la stessa e, soprattutto, non apparì mai più in manifestazioni pubbliche. Io.mi accontentavo di spiarla quando la mattina si alzava dal letto nuda, o mentre scopava con Roth. Così, dopo circa un anno di vittorie incontrastate Lynne era quasi annoiata. Anche quando scopava con Roth mi pareva un po' annoiata. Si capiva che aveva bisogno di nuovi stimoli, che non tardarono ad arrivare. Infatti, sempre più spesso, la sentivo parlare di wrestling Continua. Per commenti scrivete a giasla@libero.it