Laura - Capitolo 1
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Laura Robbins stava lasciando il lavoro, era sera; aveva fretta. Pioveva forte e quasi senza accorgersi urtò un corpo sul marciapiedi. Si trattava di Karen Washington, una segretaria che lavorava nello stesso ufficio di Laura da qualche giorno. Karen era a terra dolorante, in una pozzanghera sul marciapiedi. Un tacco a spillo delle sue scarpette si era infilato nella in una grata e lei era caduta a terra, si era fatta male ad una caviglia. Karen urlava di dolore e tremava per il freddo.Laura si piegò verso la ragazza, era sicura
fosse Karen, la sua nuova collega, la aveva notata nel corridoio il giorno
prima: “Posso aiutarti?” “Certo, davvero non ci speravo che qualcuno
si fermasse; grazie!” Karen tremava ed i suoi occhi neri erano colmi
di lacrime per il dolore. Era una nera fantastica. Anche Laura era
una bellissima donna, ed aveva notato la bellezza di quella negra. Il giorno
prima si era soffermata ad ammirare quel corpo fantastico che camminava
davanti a lei nel corridoio dell’ufficio. Molti avevavano notato che prima o
poi sarebbe nata una competizione fra le due ragazze. Il viso di Kate era bellissimo: aveva
zigomi aggraziati, labbra piene e sensuali; i suoi occhi erano neri e
denotavano intelligenza. Il collo le dava un atteggiamento dolce ma allo
stesso tempo di forza e sicurezza. Il corpo di Karen era eccezionale: i suoi
seni alti e pieni, tondi e duri, la sua vita esile, i glutei un capolavoro di
scultura: piccoli tondi e muscolosi. Le sue gambe lunghe, muscolose, colore ebano
dalla pelle liscia e lucente avevano indotto Laura a pensare che gli uomini
sognavano di essere avvinghiati da quelle cosce ogni volta che i loro sguardi
si posavano sul corpo di Karen. Le cosce di Karen erano muscolose, così come
le braccia e la schiena: Laura aveva potuto notare la struttura atletica
della negra a causa del suo abbigliamento, che poco lasciava alla
immaginazione. Karen indossava sempre minigonne vertiginose e camicetta
aderente, con le maniche cortissime, inoltre a volte non portava reggiseno!
Lo stesso tipo di abbigliamento preferito da Laura. Laura aveva guardato la negra a lungo ed
intensamente diverse volte incontrandola ed incrociandola: Karen alla vista
di Laura cambiava atteggiamento, iniziava a camminare ancheggiando, premendo a
terra la punta delle scarpe ad ogni passo in modo che i suoi polpacci si
flettessero formando un cuore perfetto e spingendo in fuori il petto mettendo
in evidenza i suoi seni perfetti sostenuti da fantastici pettorali. Laura
pensava che Karen praticasse bodybuilding, come faceva del resto lei. I suoi
sguardi si erano soffermati a lungo ogni volta sul corpo di Karen, Laura
sperava che nessuno lo avesse notato. Ma ora Karen soffriva dolorante. Le due
ragazze si stavano intirizzendo per il freddo a causa del temporale e della
pioggia insistente. Laura si decise: “Cosa ne dici se chiamassi
un taxi ed andassimo in un posto dove potremo stare all’asciutto e là pensare
a cosa fare per risolvere il tuo problema? Non ho nessun programma per questa
sera, se credi potremmo andare a casa mia, ti va l’idea? Là potremmo mangiare
qualcosa assieme.” Karen sorrise riconoscente: “Davvero
faresti una cosa simile per me?” “Naturalmente, insisto. E poi scusa cosa
faresti qui da sola in queste condizioni?” Karen sorrise anche se dolorante. Laura
fermò al volo un taxi. Con quel tempaccio sarebbe stato difficilissimo a
chiunque fermare un taxi, ma la figura fantastica di Karen che si agitava al
bordo del marciapiede ottenne dopo poco l’effetto desiderato. Laura aiutò a
salire sull’auto Karen e si accomodò sul sedile accanto a lei. Mentre la
aiutava ponendole un braccio attorno alla vita sentì la forza che emanava da
quel corpo, malgrado la situazione attuale. Il corpo di Laura ebbe una strana
razione al contatto di quello di Karen: le sue mani avevano potuto sentire i
muscoli addominali della negra scattare e flettersi nello sforzo di alzarsi e
salire nell’auto. Le due ragazze erano stravolte,
fortunatamente il viaggio in taxi durò solo dieci minuti. In altri due minuti
le due erano all’interno dell’appartamento di Laura che accese immediatamente
il riscaldamento. “Dio sembriamo due cagnolini randagi!”
esclamò Laura aiutando Karen a sedersi su di una sedia vicino al calorifero. “Parla per te stessa, io non mi sento
proprio un cagnolino, sono bagnata fino alle ossa, solo questo!! “Ci prenderemo una polmonite se non ci
cambiamo ed asciughiamo subito! Ti procuro un accappatoio, intanto liberati
da quegli indumenti bagnati!” Uscì per andare in bagno a prendere il
migliore accappatoio del suo corredo. Ritornò nel soggiorno giusto in tempo
per vedere Karen che si sfilava la camicetta, sotto era completamente nuda! Quel corpo era fantastico! Laura cercò di
non guardarlo, di non guardare quei fantastici seni, piccoli, turgidi con i
capezzoli eretti, quei muscoli addominali definiti che promettevano di essere
duri come pietra……. e Karen si stava aprendo la cerniera della minigonna…..
sotto non portava nulla di nulla, nemmeno il perizoma!!! “Dio non devo guardare, quel corpo, quelle
gambe fantastiche, che gioco di muscoli…….. sento una strana sensazione in
fondo alla mia fighetta….. troppo bella è questa negra…. ho voglia di
spogliarmi ed avvinghiarmi a lei, i nostri muscoli, le nostre gambe…. quella
bocca….. quella pelle di seta, liscia, scura come ebano io…….. Laura mormorò nervosamente “Mi cambio
rapidamente anche io, poi vediamo di fare qualcosa per la tua caviglia” “Okay.” “Ti fa male?” chiese sottovoce a Karen che
si mostrava completamente nuda ed esitava ad indossare l’accappatoio. “Non più come prima, credo che il peggio
sia ormai passato, non si è rotto nulla fortunatamente” Laura cercava di non far vedere alla negra
che il suo cuore batteva all’impazzata, la sua fighetta pulsava di desiderio
ed eccitazione. Non riusciva a staccare lo sguardo dal corpo nudo di Karen. Laura entrò in camera da letto,
spogliandosi nuda si mise il suo accappatoio. Passò in cucina a prendere una
bottiglia di vino e due bicchieri. Rientrò in soggiorno, Karen aspettava.
Versò un po’ di vino nei bicchieri. “Questo ci farà sentire meglio,” sussurrò
porgendo il bicchiere alla compagna. Bevvero fissandosi negli occhi, cominciando
a scaldarsi. Karen indossava l’accappatoio, così come Laura. Erano sedute accanto una all’altra: Laura
non capiva cosa le succedeva, era sicura di non avere tendenze omosessuali,
ma la vicinanza di quel magnifico corpo la turbava in modo eccitante. Non
aveva mai desiderato una femmina, e non era mai stata curiosa di conoscere il
corpo di un’altra donna, fino a quel momento. L’accappatoio di Karen si aprì e la vista
delle gambe muscolose, lucide e scure della compagna fecero impazzire il
cuore di Laura: “cosa mi capita?” si domandava, fissando la gola della negra,
accarezzando con gli occhi il collo fantastico di quella gazzella forte ed
agile! “Pensi che dovremmo metterci del ghiaccio
Karen?” “Non credo sia necessario, il gonfiore sta
scomparendo” “Credi di potere camminare senza problemi?”
Karen si alzò, barcollando leggermente a
causa forse del vino…… il suo accappatoio si aprì completamente…… la sua
caviglia cedette, Karen stava per cadere. Agilissima Laura le balzò accanto,
la abbracciò sorreggendola. Era un abbraccio forte ma affettuoso. Le loro
guance erano quasi a contatto mentre Laura sorreggeva la negra. Laura sentiva
il calore del corpo di Karen, l’accappatoio si era completamente sfilato dal
corpo della negra cadendole ai piedi. Laura poteva ora sentire il respiro
affannoso di Karen sul proprio collo. L’eccitazione si stava trasmettendo
anche a Karen? “Oh!”, esclamò Karen aggrappandosi al corpo
di Laura che la aveva afferrata nell’abbraccio. “Attenta, stavi per cader….” sussurrò Laura
con voce roca per la eccitazione. Laura sentì i muscoli di Karen che sotto le
sue dita si flettevano scattando per tenere l’equilibrio. Il delizioso collo di Karen era alla
portata delle sue labbra: a stento resistette dal baciarlo. Con dolcezza
aiuto la sua compagna a sedersi sulla sedia. "Credo che sia stato un errore provare
a camminare”. "Anche io lo credo” rispose Karen,
"E’ ancora molto debole la caviglia." Laura sentiva il viso bruciare, era
eccitata sessualmente in modo strano. Con una scusa se ne andò in bagno e
chiuse la porta dietro di sé. Si esaminò allo specchio, guardava i propri
occhi: dio cosa stava succedendo, avrebbe voluto baciarla! Non si era mai
sentita così. Ma era sicura che Karen le aveva fatto quello strano effetto. Era pazzesco. Doveva riprendere il
controllo di se stessa. Doveva fermarsi. Quel calore, quella eccitazione,
quel desiderio di quel corpo: non poteva crederci, ma era vero, lei avrebbe
voluto baciarla, continuare a toccarla! Laura si bagnò il viso con acqua gelata,
fece un respiro profondo, un altro e poi un altro ancora. Era risoluta a
comportarsi normalmente; ritornò nel soggiorno. Karen era seduta con le sue gambe
fantastiche, lunghe, muscolose, scure poggiate sul divano di fronte alla
sedia. Laura sentì quello strano effetto nel profondo della sua fighetta, una
strana voglia la invadeva nel profondo del suo intimo. Cercò di ignorare
quella sensazione, di fermarsi. Karen era nuda, completamente: Laura
ammirava quei seni fantastici, quel ventre liscio e piatto, le cosce dure e
muscolose lucide e brune: le sue pulsazioni aumentarono rapidamente, come
fermarsi, come dominare il desiderio di quel corpo? "Ancora un pò di vino?” domandò alla
sua ospite, versando ancora un pò di quel liquido rosso in ambedue i
bicchieri, pensando che la cosa potesse nascondere il suo nervosismo. Parlarono a lungo: di lavoro e di uomini.
Era chiaro ad ambedue che erano due donne bellissime ed attraenti, Laura si
rese conto che si stavano studiando paragonando il proprio corpo nei dettagli
a quello della compagna presente. Laura pensava che parlando di uomini almeno
Karen non avrebbe nemmeno potuto pensare di lei che fosse lesbica, cosa di
cui lei stessa era sicura. Ma il vino iniziò a fare il suo effetto. "Bisogna fare qualcosa per quella caviglia, forse
potrei massaggiartela” suggerì Laura. "Sembra una buona idea”, disse Karen con un magnifico
sorriso, a Laura sembrò di vedere uno sguardo malizioso nel sorriso di Karen.
Laura si sedette sul divano accanto alla
amica. Prese la perfetta caviglia di Karen fra le mani ed iniziò a
massaggiarla delicatamente. Ma in pochi secondi le sue mani cominciarono a
tremare. Stava toccando, aveva fra le sue mani una parte di quel delizioso
corpo femminile, non c'era assolutamente modo di fermare la sua eccitazione,
il suo cuore batteva all'impazzata. Iniziò a massaggiare il polpaccio duro e
muscoloso, perfetto ed allenato di Karen, anche se nulla aveva a che fare con
la caviglia ferita. "Ummmm, è meraviglioso, hai due mani
fantastiche," sussurrò Karen, confondendo ulteriormente la nostra Laura.
“Le piaceva?” si domandava Laura, si era
accorta che le sue mani si erano spostate verso la parte superiore delle sue
gambe? Le mani si spostarono ancora più in alto, sul ginocchio di Karen e poi
rapidamente ancora sulla caviglia. Laura non resisteva alla sua intensa
voglia di quel corpo: spostò ancora le mani sul polpaccio poi sul ginocchio e
più su, sulla coscia dura muscolosa tesa in ogni fibra: Laura non capiva se
per il dolore o per il piacere che provocavano le sue carezze su quei muscoli
fantastici. Laura pensava che forse la sua nuova amica poteva essere una
lottatrice, lo pensava dalla forza di quella coscia che emanavano quei muscoli
fra le sue mani. Laura fissò per un attimo gli occhi
profondi e scuri di Karen: si sorrisero maliziosamente, le loro labbra erano
umide e turgide e sensuali, promettevano alla amica qualcosa di sconosciuto e
di meraviglioso. Tuttavia Laura sentiva una profonda
vergogna salire dal suo subconscio, non riusciva più a fare nulla, voleva
proseguire nella direzione che aveva preso, ma era bloccata. Lasciò la gamba della amica. L’accappatoio di Laura cadde a terra come
per sbaglio; le due ragazze erano completamente nude, gli occhi di Karen
esaminavano con interesse il corpo di Laura che vibrava in ogni muscolo per
il desiderio del corpo della amica che la aveva invasa completamente. Ad un
tratto lo sguardo di Karen si spostò altrove, con una espressione di profonda
vergogna. "Senti . . ." iniziò Laura esitando, "se non
ce la fai proprio a camminare, se ti va…. Potresti rimanere qui per la notte.
Solo se sei d’accordo, naturalmente…..!” "Oh, Laura, non sei assolutamente
tenuta a…… hai già fatto molto per me….” Gli occhi di Karen fissavano Laura: le trasmettevano
un nuovo messaggio che Laura non comprendeva in pieno, Laura sentiva che fra
di loro stava succedendo qualcosa di nuovo, speciale! "Hai delle gambe fantastiche,"
esclamò. "Credo che gli uomini….. vedendo quelle gambe impazziscono ……. Dio cosa aveva detto, pensò Laura! Perché
non si era fermata in tempo? Ma Karen sorrideva. Si sollevò dalla sedia
mettendo meglio in mostra il suo corpo nudo. "Realmente lo pensi, Laura?” domandò
eccitata, felice della provocazione che stava facendo nei confronti di Laura. Laura pensò di avere spinto la situazione già
all’estremo. Cercò di cambiare argomento. "Perché non ti fai un bel bagno caldo Karen?” "Questa è una grande idea!" "Benissimo, vado a preparare il bagno."
Laura sparì nella stanza da bagno: avrebbe visto quel corpo nudo nella sua vasca, avrebbe cercato di……… la vasca in pochi minuti era piena di acqua calda, Laura ritornò in soggiorno. Laura si accorse di essere emozionata, si
sentiva perfino malferma sulle proprie gambe. La vista del corpo nudo di
Karen la colpì ancora una volta, il sangue di Laura pulsava nelle vene, aveva
in corpo una sensazione quasi selvaggia, fantastica, quella strana sensazione
che proveniva dall’intimo la rendeva nervosa, in ansia. |
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