Carla e Paolo By RobyMio robymio@hotmail.com Capitolo 4 – Carla addestra Paolo a chiedere di pestargli le palle Per tutta la settimana Carla e Paolo si scambiarono occhiate complici e furtive. Quando i loro occhi si incontravano rivivevano in un attimo le sensazioni che avevano provato e Paolo faticava a nascondere l'erezione che questo ricordo gli provocava. Anche Carla al pensiero si eccitava e, spesso, alla sera nel suo letto si masturbava freneticamente mentre aveva davanti agli occhi l'immagine di suo fratello nudo legato sul divano mentre lei con il calcagno gli pestava le palle. Sentire le palle del fratello sotto il calcagno era qualcosa di più di un desiderio, era …. quasi una necessità fisica. Per Paolo il pensiero di sua sorella che aveva preso in bocca il suo pene per pulirlo dallo sperma era qualcosa che gli stravolgeva la mente ed il cuore. La calda sensazione che aveva provato all'interno della sua bocca amplificata ancor di più quando poi Carla glielo succhiò dolcemente facendolo penetrare di più nella propria bocca gli dava un costante desiderio di venire nella sua bocca. Spesso Paolo, dopo aver guardato Carla negli occhi, andava in bagno a masturbarsi. Carla si era accorta della cosa e cercava l'occasione in cui fossero stati in casa da soli per portare avanti un piano che man mano prendeva corpo nella sua mente. Il giovedì pomeriggio, appena tornati da scuola, Paolo era salito in camera sua a studiare, mentre Carla era rimasta in cucina ad aiutare la madre. Ad un certo punto la madre disse che sarebbe uscita di lì a poco per sbrigare alcune faccende e Carla, con la scusa di prendere in prestito l'atlante geografico di Paolo, salì in camera del fratello. Entrata nella stanza si diresse alla scrivania di Paolo e gli si mise proprio davanti. Paolo alzò gli occhi da libro su cui stava studiando e guardò la sorella in viso. I loro sguardi si incrociarono rivelando in ciascuno di loro un tumulto di emozioni che li stava letteralmente sopraffacendo. Carla, nel chiedergli l'atlante si appoggiò allo spigolo della scrivania con il pube e ci si dondolò sopra. Il vestito pigiato contro il suo inguine dallo spigolo della scrivania ne delineava i contorni richiamando alla mente di Paolo le immagini di quella notte in camera di sua sorella. Paolo, dopo aver dato l'atlante a Carla, eccitatissimo andò in bagno per masturbarsi. Carla, discesa al piano di sotto ed accertatasi che sua madre era nel frattempo uscita, ritornò al piano di sopra in punta di pedi e si accostò alla porta del bagno. Come al solito la porta non era chiusa a chiave ( a casa loro si usava semplicemente accostarla) e Carla entrò furtivamente. Appena entrata vide suo fratello con i pantaloni abbassati che si stava masturbando. Paolo non si accorse subito della sua presenza anche perché era con le spalle alla porta e Carla non si era avvicinata più di tanto. Carla per godersi meglio lo spettacolo, che in effetti non le dispiaceva, lentamente si spostò di lato, ma, così facendo, Paolo si accorse della sua presenza. "Cosa fai qui?" Chiese alla sorella, mentre un'ondata di rossore gli imporporava il viso. "Volevo solo parlarti di una cosa, ma mi sono fermata perché mi piaceva guardarti." Rispose Carla con un sorriso malizioso ed aggiunse "dai continua". "no, c'è mamma in casa e poi …. mi vergogno". Rispose prontamente Paolo accennando a tirarsi su i pantaloni. Carla gli si avvicinò e disse : "aspetta, mamma è uscita, lasciami vedere bene …. L'atra sera io ti ho lasciato vedere bene …. ". Paolo si fermò e Carla andò a sedersi sul bordo della vasca da bagno, con il viso a meno do mezzo metro dal pene eretto di suo fratello. Paolo sentiva quasi al tatto lo sguardo di sua sorella e bruciava dal desiderio che lei lo toccasse. Ma Carla invece disse "ti è piaciuto l'altra sera quando te l'ho preso in bocca?". "S-sì, moltissimo" "Ti piacerebbe se te lo pigliassi ancora in bocca?". "Sì, davvero lo faresti?" "Può darsi, potrei anche fare di più ….." "Cosa?" "Be' potrei provare a vedere se funziona … usando la bocca anziché le mani. Ti piacerebbe?" "Ohhh sì, davvero lo faresti?" "Sì, ma tu ….cosa sei disposto a fare qualcosa per me in cambio?" "Penso di sì, cosa vuoi che faccia?" Rispose Paolo, sentendosi disposto a qualunque cosa pur di ottenere ciò che le aveva appena promesso Carla. "Uhmmm …. Sai cosa potresti fare? Potresti farmi vedere quanto realmente desideri che io te lo prenda in bocca" "Ohh …. ma io lo desidero moltissimo" "Sì, lo so che lo desideri, ma vorrei sapere se lo desideri solo a parole o se sei disposto a sopportare qualche piccolo dolore" "cosa intendi?" Chiese Paolo temendo che la prova che gli stava per chiedere sua sorella fosse troppo dolorosa. "Ecco, stasera dopo cena quando mamma e papà andranno in soggiorno a guardare la TV, noi reteremo seduti a tavola in cucina a studiare. Staremo seduti uno di fronte all'altro, come ogni tanto ci capita, e tu ….. tu tirerai fuori le palle, ti sporgerai in avanti sulla sedia, in modo che le palle sporgano in fuori dal bordo della sedia. Io te le schiaccerò un po'. Tu potrai farmi smettere quando vorrai. Ma, se mi fai smettere troppo presto, io … non te lo prenderò in bocca. Ti va di farlo?" "Sì, certo". Rispose prontamente Paolo. "Uhmmm bene, ma me lo devi chiedere" "Cosa intendi dire?" "Intendo dire che mi devi chiedere per favore di schiacciarti le palle stasera. Adesso devi chiedermelo" Gli disse Carla e per rendere la cosa più allettante afferrò con la sua mano destra il pene di Paolo che era rimasto eretto ed era ad un passo dall'eiaculare. "Ohh sì, Carla per favore stasera mi schiacci le palle?" "Davvero lo vuoi?" "Sì" "fino a farti male?" "Sì" "E … vuoi che ti faccia male anche adesso?" "Sì" "Chiedimelo allora, e, se vuoi che continui a giocare con te, non obbligarmi a suggerirti ogni volta ciò che mi devi chiedere. Hai capito?" "Sì, per favore Carla schiacciami le palle e fammi male, adesso." Carla con un lampo di gioia negli occhi, gli afferrò il sacco scrotale e lo strinse con veemenza. Paolo, in preda al dolore, mostrò il bianco degli occhi, lancio un grido acuto, si piegò in due e cadde sulle ginocchia. Carla disse:"Uhmmm per adesso basta così, altrimenti stasera non ci divertiamo più. Questo vale anche per la …. Prova di funzionamento che stavi facendo." Detto ciò Carla uscì dal bagno seguita, poco dopo da suo fratello, giusto in tempo prima che rientrasse in casa la loro madre. Il resto del pomeriggio si svolse, per entrambi, con una lentezza esasperante. Ciascuno di loro andava con la fantasia ai due momenti diversi della serata che stavano atendendo con ansia. Durante la cena, a tavola si scambiarono occhiate molto significative. Il gioco cominciava a piacere anche a Paolo che, a un certo punto, con ancora i genitori a tavola, mise una mano sotto il tavolo ed abbassò la lampo dei pantaloni. Il gesto non sfuggì a Carla che guardò intensamente negli occhi suo fratello e capì che anche lui voleva accelerare i tempi. Infatti Paolo aveva estratto i coglioni dai pantaloni. Ora le sue palle poggiavano sul sedile della sedia, ma gli sarebbe stato sufficiente tirare indietro il bacino per far si che le stesse, aiutate dall'elastico degli slip che aveva forzato verso il basso, rientrassero nei pantaloni. I genitori, intenti a mangiare ed a parlare dei fatti loro, non si accorsero di nulla. Anche la posizione scomposta di Paolo, che ora era evidentemente quasi sdraiato sulla sedia, non aveva destato l'attenzione dei due. Spesso sia Paolo che Carla sedevano scomposti a tavola ed i loro genitori si erano ormai stufati di riprenderli. Paolo, portando in avanti il bacino, portò le proprie palle sul bordo della sedia. Carla, invece si era sfilata la scarpa destra ed allungando il piede aveva artigliato le palle di suo fratello forzandole a scendere oltre lo spigolo della sedia. A questo punto, flettendo il piede verso il basso, Carla sentiva sotto il suo piede le palle che venivano schiacciate contro il bordo della sedia. Mentre faceva questo movimento guardava fisso a suo fratello cercando di cogliere i segni della sofferenza sul suo volto. Sapeva che gli stava fecendo più male di quanto Paolo avrebbe sopportato volontariamente e questo le dava un senso di eccitazione, ma quello che le faceva perdere la testa era il pensiero di quando l'aveva legato nudo sul divano a gambe spalancate e gli aveva pestato selvaggiamente le palle usando anche il tallone. Questo pensiero la pervase al punto che perse il controllo e diede un colpo forte alle palle di Paolo. "ahhchh" gemette Paolo. La madre lo guardò e chiese: "Paolo, che succede?". Paolo balbettò, diventando rosso:"uhmmm nulla, mangiando mi sono morso la lingua". Il resto della cena proseguì senza incidenti ed i loro genitori, com previsto si alzarono per andare a guardare la TV in sala. Appena rimasti soli, Carla sferrò un colpo forte alle palle, un colpo così forte che spostò la sedia. Paolo rimase quasi impietrito dal dolore. Gli sembrò che tutti i suoi nervi fossero divenuti di fragilissimo e dolorante vetro e che dal centro di quel dolore che era nelle sue palle lentamente e progressivamente si spezzassero. Boccheggiò e fu lì lì per vomitare. Con il proseguire del dolore temette per un attimo di svenire. Carla gli bisbigliò:"tutto bene? Vuoi smettere?" "n-no" riuscì solo a dire Paolo. Carla, allora, con molta circospezione riappoggiò i piedi sulle palle e si accorse che, dall'espressione di Paolo, il livello di sofferenza doveva essere molto elevato. Questo aumentò ancora di più la sua eccitazione e dovette iniziare a toccarsi. Mentre si masturbava disse a Paolo:"allora vuoi che continui?". Paolo, ormai istruito dalla lezione della sera precedente gli rispose: sottovoce:" sì, ti prego dammi ancora un calcio forte sulle palle".Carla, sentendo la richiesta di suo fratello, essendo vicina a raggiungere l'orgasmo evedendo la sofferenza sul viso di Polo, vibrò un colpo fortissimo. Fu un attimo, Carla sentì chiaramente sotto il suo piede i testicoli che erano stati sul punto di scoppiare. Paolo impallidì e con un fievole gemito si accasciò sulla sedia. In un attimo Carla realizzò che il fratello era svenuto dal dolore. Carla reagì immediatamente al desiderio di ultimare ciò che stava facendo con la mano destra, anche se il desiderio di venire era fortissimo. Si alzò da tavola senza far rumore, controllò che i genitori fossero in sala e si accostò a suo fratello per ricomporlo. Con attenzione gli prese le palle, le rimise con delicatezza, nei pantaloni e gli chiuse la lampo. Restò accanto a lui sino a che rinvenne, poi lo aiutò ad alzarsi e, dopo essersi accertata che era in grado di acmminare senza dare troppo nell'occhio gli disse: "io vado di sopra in camera mia. Ti raggiungerò io in camera tua quando papà e mamma saranno andati a letto. Paolo si affacciò appena alla porta della sala e disse :"notte pà, notte ma'". Dopodiché salì lentamente le scale e, giunto in camera sua si spogliò ed attese di ricevere il meritato premio. Dpo circa un'ora la porta della sua stanza si aprì lentamente ed entrò Carla. Nonostante le aplle ancora doloranti, Paolo ebbe subito un'erezione. Carla si avvicinò al letto di Paolo, scostò le coperte, si inginocchiò al lato del letto, estrasse dai pantaloni del pigiama il cazzo duro di suo fratello e lo accolse dolcemente nella sua bocca. Paolo, dapprima chiuse gli occhi per il grande paicere di quella sensazione, poi, quasi estasiato guardò nella penombra il viso di sua sorella mentre lei faceva entrare e uscire dalla sua bocca il suo cazzo. Paolo appoggiò le mani sulla nuca di sua sorella e restò così, sino a quando con un fiotto infinito di sperma riempì la bocca di sua sorella. Carla deglutì, prese la mano di suo fratello e se la portò in mezzo alle gambe. Paolo fu piacevolmente sorpreso di sentire che non portava gli slippini ed iniziò ad accarezzarla come lei gli aveva insegnato. Per tutto il tempo che Paolo la accarezzò, sino a che lei no venne, Carla restò lì, con il viso appoggiato alla pancia di Paolo e con il suo cazzo in bocca. Paolo soddisfatto e gratificato dalla prestazione di Carla pensò che non era poi male farse pestare le palle dalla sorella.