Carla e Paolo By RobyMio robymio@hotmail.com Capitolo 1 – Carla accidentalmente pesta le palle di suo fratello Carla aveva 12 anni ed era una ragazzina molto vivace. Il suo corpo, ancora acerbo, già prometteva le forme di quella donna che di lì a poco sarebbe diventata. Suo fratello Paolo era di 3 anni più grande, era di corporatura snella e sembrava più giovane della sua età. Normalmente andavano d'accordo, ma capitava a volte che bisticciassero per cose anche di poco conto, senza però mai eccedere o venire realmente alle mani. Paolo non aveva mai rivolto alla sorella pensieri a carattere sessuale, anche se l'età si Paolo era quella in cui gli ormoni prepotentemente si facevano sentire. Anche se fisicamente Carla poteva rappresentare un tipo fisicamente interessante, Paolo la considerava semplicemente ….. sua sorella. Carla, dal canto suo, guardava Paolo con attenzione. Aveva visto germogliare in lui gli aspetti esteriori della maturità sessuale e la cosa la incuriosiva. Era curiosa soprattutto riguardo il corpo e in qualche occasione, in cui aveva cercato di vederlo, aveva intravisto qualcosa che alimentava ancora di più la sua curiosità. Non serviva a saziare questa sua curiosità il parlarne con le amiche, che più o meno della stessa età, non potevano vantare maggiori esperienze e conoscenze di lei. Quel giorno d'estate Carla e Paolo erano soli a casa. I loro genitori si erano recati dagli zii che abitavano a Milano e non sarebbero tornati sino a sera inoltrata. Ciò comportava che Carla e Paolo si sarebbero dovuti arrangiare a pranzare e cenare. Il pranzo era andato bene, Paolo aveva preparato la pasta con il sugo che aveva già preparato la madre e poi due bistecche cotte sulla piastra con dell'insalata. Dopo pranzo Paolo disse a Carla "OK, io ho preparato da mangiare, adesso tu devi sparecchiare e lavare i piatti". "No, io ho già apparecchiato e ho rifatto i letti" rispose prontamente Carla. "Cosa vuol dire? I letti sono un compito tuo. Mamma ha detto che è una cosa che devi fare tu". Brontolando e di mala voglia, Carla si mise a sparecchiare e poi andò a lavare nel secchiaio i pochi piatti che avevano usato. Intanto Paolo si era sistemato sul divano a guardare la TV. Indossava una maglietta larga ed un paio di pantaloncini corti. Si era sdraiato con la testa sul bracciolo di destra ed occupava gran parte del divano. Carla, finito di lavare i piatti desiderava andare in sala per guardare anche lei la TV, ma prima andò in camera sua per cambiarsi, perché lavando i piatti aveva bagnato la camicetta. Indossò un vestitino leggero intero che, con una gonna corta e leggermente larga, valorizzavano il suo corpo, mostrando le sue belle gambe tornite. Paolo, quando la vide entrare, di proposito si allungò di più sul divano perché non desiderava dividerlo con lei. Carla si avvicinò con aria decisa e guardando suo fratello dall'alto verso il basso gli chiese di lasciarle un po' di posto. "vai a sederti da un'altra parte" gli rispose Paolo. "No, voglio mettermi anch'io sul divano" e , così dicendo, Carla si sedette nella piccola porzione di divano libera, sollevò le gambe, ruotò il busto e, appoggiandosi con la schiena al bracciolo di sinistra cominciò a cercare di spingere via i piedi di suo fratello. Già infastidita, dall'aver lavato i piatti e arrabbiata dalla resistenza che opponeva il fratello a lasciarle un po' di spazio sul divano, cominciò a scalciare. Altrettanto fece Paolo. Non si sarebbero certamente fatti male, essendo a piedi nudi, se non che, ad un certo punto un colpo del piede di Carla raggiunse Paolo all'inguine. Carla ebbe la netta sensazione, sotto la pianta del piede, del testicolo destro di Paolo che veniva colpito e schiacciato contro l'osso pubico e poi scivolava via di lato. Proprio questo movimento del testicolo che, quasi schizzava via di sotto al suo piede, come se avesse schiacciato una saponetta bagnata, diede a Carla una piacevolissima sensazione. La consapevolezza di aver colpito nelle parti intime il fratello e l'aver sentito così vivo il contatto con il suo testicolo le diede una scossa emotiva che non aveva mai provato. "Ouchhh !!!" gridò Paolo, ma Carla quasi non se ne accorse, tutta intenta a prendere consapevolezza delle sensazioni nuove che provava. Comunque entrambi si fermarono. Paolo rannicchiato, con le mani che si teneva le palle e Carla, ferma a pensare e cercare di assaporare , quasi volesse fermarla, quella sensazione che aveva appena provato. Per un po', fratello e sorella restarono ai due lati del divano senza parlarsi e senza guardarsi. Carla aveva conquistato un pezzo di divano su cui stare e Paolo, che per forza maggiore si era rannicchiato nella posizione fetale, occupava poco più di metà divano. Anche se erano fermi e non si parlavano, quanto accaduto stava facendo lavorare le loro menti. Carla era stata fortemente emozionata dalla cosa e man mano che ci pensava prendeva consapevolezza del proprio desiderio di replicare l'esperienza. Anzi, desiderava amplificarla. La pena che, con la coda dell'occhio, intravedeva sul volto di suo fratello non diminuiva il suo desiderio, anzi lo rafforzava. Avrebbe voluto vederla quella cosa morbida che aveva sentito scivolare sotto il suo tallone. Paolo, che non aveva mai avuto contatti fisici da parte dell'altro sesso nelle sue parti intime , pur in preda ad un vivo dolore, stava provando una emozione che in un certo senso si poteva definire piacevole. Anche lui di sottecchi sbirciava sua sorella e cominciava a guardarla con un nuovo interesse. La gonna del suo vestitino, sia per la poca lunghezza, sia per la posizione che Carla aveva sul divano, scopriva abbondantemente le sue gambe, facendo intravedere le mutandine e la parte bassa di quella rotondità, che pur acerba, era abbastanza pronunciata e che erano le sue natiche. Quei pensieri gli portarono un formicolio all'inguine che si tradusse in una progressiva e costante erezione. Scorrendo poi con lo sguardo, notò anche che il vestitino, all'altezza del seno, era più pieno di quanto ricordasse e anche quello contribuì ad aumentare il desiderio che provava. Dal punto in cui osservava sua sorella non riusciva a vedere bene sotto la sua gonna e l'erezione che sentiva lo spingeva a cercare di vedere meglio per soddisfare quello che stava diventando un bisogno quasi fisico. Non osava però spostarsi per il timore che sua sorella se ne potesse accorgere. Allora pensò che se riusciva a far muovere sua sorella, avrebbe potuto avere una vista, magari a tratti, più completa. Con questo intento e non provando più dolore al testicolo, provocatoriamente diede uno spintone con il suo piede destro alle gambe di Carla. Carla non aspettava altro, era già da qualche minuto che stava pensando ad un modo per poter ripetere l'esperienza di poc'anzi. Non si lasciò sfuggire l'occasione e mandò anche lei un calcio di rimando. Così facendo sollevò la gamba e Paolo ebbe modo di vedere le sue gambe sino alle mutandine, il suo cavallo dove confluivano le sue belle gambe tornite. Ma fu solo un attimo, e allora, con l'occhio sempre attento a cogliere ciò che poteva vedere sotto le gonne, iniziò nuovamente a calciare. Questa volta però stava attento a non dare colpi forti, da un lato perché non voleva riceverne di altrettanto forti e dall'altro perché contava che con una maggior lentezza dei movimenti avrebbe avuto più possibilità di vedere. Carla, aveva notato qualcosa di strano nel comportamento di Paolo e guardandolo attentamente si accorse del suo cercar di guardarle sotto le gonne. Questa attenzione di Paolo le diede una sensazione di potere che si sommò a quella che aveva provato nel fargli male poc'anzi.. Carla in un primo momento stette al gioco, provando piacere agli sforzi che stava facendo il fratello per riuscire a guardarla e pregustando già il momento in cui ancora l'avrebbe calciato nei testicoli. Paolo, troppo preso dal suo gioco non si accorgeva di come in realtà Carla stesse conducendo il gioco, mostrando ciò che voleva mostrare per vedere e godere delle sue attenzioni. Anche lei comunque in tutto questo movimento di scalciare intravedeva a tratti qualcosa quando i calzoncini di suo fratello si spostavano. Dopo un po' di questo gioco, Carla decise che era giunto il momento di riprovare ancora quell'emozione che aveva provato quando aveva calciato Paolo nei testicoli. Quindi, con molta attenzione cercò il momento opportuno per calciarlo senza che lui potesse accorgersi che non si trattava di un colpo accidentale. Con studiata malizia ad un certo punto Carla sollevò in maniera esagerata la gamba, facendo scivolare indietro la gonna e mostrandosi a gambe praticamente spalancate davanti a Paolo. L'intento era quello di distrarlo e ci riuscì. Paolo restò quasi gelato dalla vista del corpo di sua sorella e Carla ne approfittò per sferrare un calcio con il tallone, ma la posizione in cui si era messa non era la più adatta a prendere la mira per cui sbagliò di poco il bersaglio. Colpì invece il pene irrigidito di suo fratello che dall'urto provò una violentissima ondata di emozione che gi tolse praticamente il fiato. Paolo, per l'intensa emozione rimase quasi immobile e Carla ne approfittò per aggiustare la mira e vibrare un altro colpo che questa volta andò a segno. "Aaaahi !" gridò Paolo e si contorse nel tentativo di raggomitolarsi il più possibile. Carla aveva distintamente sentito sotto il suo piede entrambi i testicoli che erano scivolati di fianco. Ora Carla desiderava vedere e quindi disse "Scusa, non ho fatto apposta, Ti ho fatto male?" Non ottenendo risposta da Paolo, ma solo un sordo lamento, un po' perché spinta dal desiderio di vedere ed un po' perché sinceramente preoccupata gli si accostò cercando di spostargli le mani che lui teneva pressate sull'inguine. Restarono così per alcuni minuti, lui piegato in due dal dolore e lei lì accanto con una curiosità che la divorava. Poi il dolore adagio adagio si attenuò, lui, pur restando leggermente piegato allontanò le mani dalle sue palle ancora doloranti e Carla si fece più insistente per vedere dove si era fatto male. Questa insistenza di Carla ridestò ancora il suo desiderio che si manifestò con un crescente gonfiore del suo pene. In questo stato di eccitazione Paolo non offrì alcuna resistenza alla curiosità di Carla che gli slacciò uno ad uno, con frenesia i bottoni dei pantaloncini che sfilò velocemente. Paolo rimase così in mutande e il gonfiore della sua asta eretta era ormai imponentemente evidente. Con un'emozione che le faceva trepidare il cuore e che empaticamente trasmetteva a Paolo, Carla gli abbassò gli slip e restò a guardare come ipnotizzata il suo pene eretto che svettava verso di lei. Quasi a rompere quel momento magico Carla disse: "dove ti ho colpito?". "Qui" rispose Paolo toccandosi il testicolo destro. Carla deglutì e con attenzione allungò la mano per prendere in mano la palla di Paolo. Per essere più comoda ad esaminare il suo sacco scrotale che invero era gonfio e dolente, con l'altra mano afferrò il pene per tenerlo di lato. "sembra che non ci siano danni" disse Carla mentre continuava a massaggiare il testicolo. Le piaceva avere in mano le palle di suo fratello, le sarebbe piaciuto ancora di più schiacciargliele e vederlo in preda al dolore per questo. Il solo pensiero le dava una sensazione starna e piacevole all'inguine, le dava il desiderio di masturbarsi. Paolo, che era eccitatissimo e quasi aveva voglia di urlare dal desiderio che aveva di venire, non si lasciò sfuggire l'occasione ed alla sua affermazione rispose :"è difficile dire se ci sono danni". " … e come si fa a sapere?" rispose Carla , intuendo comunque che il fratello stava per chiederle qualcosa che lo emozionava moltissimo. "Be'" continuò Paolo, "bisogna vedere se funziona ancora tutto bene". Carla chiese: " e come si può fare per vedere?" Paolo, trepidante perché stava succedendo qualcosa che lo emozionava sino all'ultima cellula del suo corpo, gli prese delicatamente la mano che gli teneva l'asta e cominciò ad accompagnarla nel farla scorrere sul suo cazzo. Diligentemente Carla continuò a menarlo mentre con l'altra mano continuava ad accarezzargli il sacco scrotale. Paolo si lasciò andare indietro con la testa godendo appieno di quel momento. L'orgasmo arrivò presto, quasi come una liberazione e lui inondò con il suo sperma il viso, le mani di sua sorella ed il proprio torace. "Ah, bene" disse Carla "a quanto pare funziona tutto bene" e, imbarazzata per come era tutta inondata dello sperma di Paolo, si alzò per andare a lavarsi. Andando verso il bagno istintivamente portò alla bocca la mano che era sporca di sperma e lo assaggiò. Non le sembrò un sapore sgradevole, ma neppure piacevole, comunque molto diverso da quello che le avevano riferito e sue amiche più grandi di lei. Giunta in bagno, la sensazione di calore che provava divenne quasi insopportabile. Prima per il piacere che aveva provato nel colpire le palle di Paolo e poi per l'eccitazione derivante dall'aver masturbato suo fratello, i suoi sensi avevano seguito un'escalation che non le consentiva di attendere oltre. Si infilò una mano sotto le mutandine che erano tutte bagnate e iniziò a masturbarsi, mentre con la mente pensava alle sue mani che strizzavano le palle di Paolo.