Mara Carfagna all'inaugurazione di un nuovo centro sportivo di andreapid@gmail.com Il Ministro delle pari opportunitą Mara Carfagna era stata invitata ad una importante inaugurazione di un centro sportivo votato principalmente a creare spazi nuovi ed importanti per la formazione sportiva dei giovani del luogo e non solo, in particolare su moltissime discipline di combattimento anche se non solo quelle. Il nuovo centro sportivo doveva essere un fiore all'occhiello per tutte le realtą della zona e per questo erano stati chiamati a lavorare anche personaggi di spicco di molte discipline. All'inaugurazione vi erano molte piccole esibizioni nei vari settori del centro e si sarebbe conclusa con una grande esibizione nella anfiteatro centrale dove erano stati allestiti vari tatami o similari per ospitare l'esibizione finale preceduta da un breve discorso del responsabile del centro. L'esibizione finale verteva principalmente sull'esibizione spettacolare di alcune tecniche di arti marziali quali Judo, Karate e Ju-Jitzu. La cosa andą² via molto liscia, i maestri davano saggi della loro maestria ed avevano preparato con i loro comprimari spettacoli di un certo livello. Mara stava assistendo compiaciuta in compagnia del responsabile del centro il quale parlava dei programmi futuri del centro e sottolineava la alta qualitą dei maestri che erano stati scelti (2 per ognuna delle suddette discipline) che garantiva un afflusso iniziale assicurato in quanto erano quanto di meglio si potesse trovare nel panorama nazionale. Mara a sua volta aveva raccontato al responsabile che anche lei nel passato si era dilettata nel Judo e poi anche nel Karate mentre per il Ju-Jitzu aveva preso solo un paio di lezioni, poi per questioni di tempo aveva dovuto rinunciare. Il responsabile inizialmente non aveva detto niente poi visto che la dimostrazione era finita quasi prima del previsto ebbe un'idea, prese il microfono e annuncią² che ringraziava profondamente il Ministro Carfagna per la sua pregiata partecipazione e che visto che c'era tempo e che sapeva che anche lei si era cimentata nelle arti marziali, desiderava l'onore di vederla in una piccola dimostrazione con uno dei maestri di Judo che naturalmente fu invitato a non forzare la mano. Mara si tirą² subito indietro ma tutto il pubblico fu entusiasta della proposta ed inizią² ad acclamarla finche Mara non fu costretta a dire di są¬; a quel punto scoppią² un fragoroso applauso. Mara indossava un tailler nero molto elegante con sotto una camicetta bianca ed un elegante decolleté con tacco non indifferente che la rendeva molto sexy e slanciata. Si avviciną² alla pedana dove la dimostrazione si sarebbe tenuta e si avviciną² al maestro, tutto il pubblico, circa un migliaio di persone, applaudiva in maniera convinta sicuro che sarebbe stata una cosa divertente, anche il maestro sorrideva compiaciuto e disse: Prego Ministro, non si preoccupi, non le farą² male, si avvicini pure. Mara si avviciną² e disse sicura: Ok allora cosa facciamo? Il maestro piano le disse: Niente di che, facciamo trenta secondi di combattimento ed appena la avrą² atterrata tutti le faranno un applauso e la cosa si chiude. Mara ribattč a bassa voce al suo orecchio: Ma se lei non riuscisse ad atterrarmi? Il maestro si mise a ridere pensando che il Ministro scherzasse e fece un passo indietro e poi si preparą², allora anche Mara si preparą², ci fu l'inchino ed entrambi si misero in posizione. Partirono studiandosi poi il maestro si avviciną² con sufficienza e fece per afferrarla ed atterrarla ma trovą² una sorpresa perché Mara con notevole rapiditą rigirą² la presa a suo favore e con un Judo throw lo scaraventą² a terra. L'uomo non fece in tempo a toccare il suolo che era gią in piedi come se sperasse che nessuno avesse visto. Il pubblico fece un boato misto fra lo stupore e l'ammirazione a cui seguą¬ un lungo e fortissimo applauso. Immaginatevi la scena: Mara al centro del tatami in tailleur e tacco alto, elegante come una modella, sexy come una diva e l'uomo cintura nera del massimo dan disponibile, plurimedagliato, vestito da competizione, maestro scelto fra tanti per la sua abilitą che era appena volato goffamente a terra a causa di un Ministro, donna, molto bella, non particolarmente muscolosa, apparentemente (ma solo apparentemente) non molto esperta, vestita in abiti apparentemente scomodi e su tacchi alti. Il maestro doveva in qualche modo riportare la situazione a suo favore allora senza aspettare e questa volta con maggiore attenzione si fece avanti ma senza nemmeno accorgersene si ritrovą² a terra. Mara con un guizzo riuscą¬ ad anticiparlo e ad atterrarlo nuovamente. L'uomo a questo punto, sempre in piedi in meno di un secondo, si fermą², guardą² il responsabile e ad alta voce disse che non era possibile battagliare con una persona in quelle condizioni perché un campione come lui si trovava a disagio, era difficile afferrarla era una condizione troppo strana, le chiese allora di andare a cambiarsi nello spogliatoio adiacente per potere fare un combattimento come Dio comanda. Mara rassegnatasi all'idea di dover combattere andą² nello spogliatoio. Mentre si cambiava l'uomo spiegą² le sue ragioni al pubblico giustificandosi dicendo che fino ad allora l'aveva lasciata vincere perché era una donna, perché era Ministro, perché cosą¬ poteva mandarla a cambiarsi e cosą¬ via altre scuse. Fu perą² talmente convincente che quasi tutti gli cedettero, solo gli addetti ai lavori avevano colto l'abilitą di esecuzione del giovane Ministro e avevano capito che era meglio fare attenzione. Il Ministro uscą¬ dallo spogliatoio e fu accolto da un enorme applauso; nello spogliatoio aveva trovato solo un Kimono bianco con cintura che le stava un po' lungo e questo era l'unica cosa che aveva indossato mentre sotto presentava le sue elegantissime gambe semplicemente velate nelle sue eleganti calze nere. Molti dei partecipanti rischiarono l'erezione immediata. Il Ministro si riportą² al centro, ci fu l'inchino e in quel mentre un nuovo scambio di intenzioni. L'uomo sottolineą² che da ora avrebbe fatto sul serio e che gliela avrebbe fatta pagare per la figuraccia precedente. Mara invece gli disse di non illudersi troppo e che per lui non era stata una bella idea quella di farla mettere a proprio agio. Liberati i preparativi fu l'uomo a partire in quarta ma il suo attacco fu abilmente bloccato e il suo slancio sfruttato per un nuovo atterramento. Ora non c'erano pause dopo ogni mossa, l'uomo si rialzą² e ripartą¬ ma di nuovo era a terra, poi ancora e cosą¬ almeno una decina di volte. L'eleganza e la velocitą d'esecuzione di Mara la rendevano apparentemente superiore e l'uomo pareva non avere armi per poterla attaccare, allora rialzatosi provą² a cambiare tattica lascią² fare a lei la prima mossa. Il risultato non cambią² molto, Mara era talmente veloce per lui che entrava nella sua difesa senza apparente difficoltą e continuava ad atterrarlo rapidamente. Tutti nella sala avevano capito la superioritą di Mara tranne il maestro che continuava a combattere nonostante fosse in evidente stato di appannamento. Per risolvere la situazione di imbarazzo che si stava creando per quel maestro il secondo maestro di Judo entrą² sul tatami quasi di soppiatto e da dietro in modo che Mara non lo vide ma nel momento in cui portą² il suo attacco fu clamorosamente anticipato e gettato a terra di fronte a sé. Si alzą² e si mise in posizione. I due maestri erano ora vicini in posizione e di fronte c'era Mara. Il primo maestro si sentą¬ aiutato e si rinvigorą¬, ora si sentiva molto pią¹ sicuro, in due avrebbero ristabilito il normale ordine delle cose. Cominciarono ad attaccare in sequenza ma Mara li atterrava puntualmente con astute tecniche di ribaltamento, prese, colpi di ogni tipo, un po' tutte le tecniche esistenti in quella specialitą , alcune delle quali erano quasi sconosciute ai maestri. Mara portava queste tecniche con una perfezione incredibile pareva quasi che fossero sue da sempre ma soprattutto era la sua rapiditą che la rendeva completamente superiore ai due maestri, erano la velocitą d'esecuzione di ogni movimento e la sua enorme flessibilitą che la rendeva anche, allo stesso tempo, terribilmente sexy per tutti i presenti. Passarono alcuni minuti e quegli uomini continuavano a volare sul tappeto, continuavano a rialzarsi, ad attaccare e ad essere inesorabilmente scaraventati a terra, ma la cosa pią¹ strabiliante era la semplicitą con cui questa cosa accadeva, per Mara sembrava quasi noioso tanto le riusciva facilmente mentre i due uomini erano ormai totalmente ridicolizzati. Il pubblico ormai non urlava e non applaudiva pią¹ ma guardava in silenzio quello spettacolo inatteso, guardava ammaliato l'abilitą del Ministro Carfagna. A questo punto lei propose di finire l'esibizione, di chiudere lą¬ l'episodio ed andare tutti a casa felici (tutti tranne due) ma non era pią¹ possibile. Anche altri iniziarono a dire di smetterla ai due maestri, esattamente tutti avevano capito come sarebbe finita. I maestri erano: il primo barcollante ed il secondo ansimante e piuttosto ammaccato; ma il loro orgoglio non gli permetteva di fermarsi, una donna non poteva batterli e soprattutto non una donna di un altro settore e ancor di pią¹ non a quel modo. La credibilitą di quegli uomini era a rischio e questo lo capirono anche i maestri di Karate che dopo altri due minuti di umiliazione tecnica e di atterramenti dei loro amici decisero di intervenire. Questa volta perą² volevano essere sicuri e salirono sul tatami tutti e due allo stesso tempo. I due Judoka tirarono un sospiro di sollievo perchč ancora pochi minuti e non avrebbero avuto pią¹ la forza di rialzarsi ma per fortuna i loro amici erano arrivati in loro soccorso per ristabilire la supremazia maschile. Certo il Ministro Carfagna aveva dimostrato di essere veramente abile col Judo ma qui si cambiava disciplina e per forza di cosa la vedevano gią a terra. I due maestri di Karate si muovevano con circospezione, avevano gią capito che Mara non era da sottovalutare. Mara dal canto suo non era affatto intimidita e si mise in posizione.Qui i colpi cambiavano, si entrava in un'altra disciplina e tutto era diverso. Iniziarono le prime schermaglie e Mara sembrava combattere ad armi pari prima con uno e poi con l'altro, poi studiati gli avversari Mara cambią² passo e oltre a bloccare tutte le loro mosse inizią² con degli anticipi fulminanti, con tecniche che molti conoscevano solo nella teoria ma che pochi riuscivano a portare e con colpi talmente rapidi che i due malcapitati maestri non avevano la possibilitą di controbattere. Ora i due maestri combattevano insieme ma Mara si difendeva con una facilitą irrisoria ed ogni suo contrattacco era vincente. Anche quei due maestri stavano volando per il tatami. Prima che fosse troppo tardi anche i due maestri di JuJitzu entrarono in campo ma la musica era sempre la stessa: superioritą tecnica, velocitą superiore, abilitą , intelligenza, padronanza del corpo. Risultato anche questi due maestri andarono subito in difficoltą . Bene, dopo pochi minuti si fermarono, si guardarono intorno, gli altri maestri si erano ripresi ed erano pronti a sfoderare l'orgoglio e tutte le loro capacitą per la resa dei conti. I sei la attorniarono e sbuffavano come tori feriti, erano pronti a tutto, non si accorgevano pią¹ della cornice che stava intorno perchč erano totalmente immersi nella ricerca della vendetta e dovevano averla a tutti i costi. Da questo momento non esisteva pią¹ la tecnica, non esisteva pią¹ la lealtą , non esisteva pią¹ nulla ma solo la necessitą di ripristinare la loro supremazia. Anche Mara aveva capito che da ora saltavano tutti gli schemi ma era pronta, concentrata e tonica come non mai. Uno dei maestri tuoną²: bene signorina da ora tutto č valido e questa volta non ti risparmieremo perchč sei una donna. Ecco la solita frase, come se fino allora non si fossero impegnati, in realtą si erano impegnati oltre alle loro possibilitą ma proferire quella frase gli dava sicurezza perchč era quasi come dire fino ad ora abbiamo scherzato e ora facciamo sul serio. In realtą chi non si era impegnato fino in fondo era proprio Mara e per di pią¹ dire da ora č tutto valido non era certo un vantaggio per i sei maestri ma questo lo avrebbero capito solo dopo. Inizią² il combattimento, i sei partirono a razzo e si facevano avanti in massa ma Mara non i scomponeva, rimaneva concentrata e con dei colpi sempre precisi e ben portati li allontanava o li atterrava. Mentre gli uomini avevano ormai abbandonato le loro tecniche perchč si erano dimostrate totalmente inefficaci ed attaccavano nei modi pią¹ disparati, Mara continuava a rispondere con mosse di Judo, Karate e Ju-Jitzu ma a queste abbinava altre tecniche prese qua e la dal pugilato, dal Taekendo, da altre discipline ma soprattutto dal kickboxing, questa era la sua vera specialitą . In particolare quando inizią² a distribuire i suoi calci volanti quei poveri maestri persero il contatto con la forza di gravitą e cominciarono a volare da ogni parte. Dopo quasi 10 minuti di schermaglie (cioč di massacro) i sei uomini ormai stentavano a rialzarsi e si avvicinava ormai la fine delle ostilitą . Vi fu un attimo di calma e poi si scateną² l'assalto finale. Per primo arrivą² il primo maestro di Karate che attaccą² con un urlo disumano e provą² con 3, 4, 5 pugni, tipo ganci, in serie che furono evitati con semplicitą irrisoria da Mara che improvvisamente parti con un calcio circolare portato all'indietro all'altezza della testa; questo calcio fu talmente veloce che l'uomo non potč fare nulla e fece letteralmente una capriola su sč stesso e non fece in tempo a toccare terra che fu investito da un potente calcio laterale in pieno petto portato con l'altro piede che lo fece letteralmente volare 5 o 6 metri fuori dal tatami. Per quell'uomo non c'erano pią¹ possibilitą di rimettersi in piedi e giaceva a terra svenuto. Partą¬ il secondo maestro di Karate anche lui con un urlo terrificante e una serie di calci prima all'altezza dei fianchi, parati, poi frontali, parati e poi all'altezza del volto ma anche questi furono parati, anzi nell'ultimo calcio parato Mara afferro con le mani la caviglia dell'uomo e tenendola con una presa ferrea comincią² a ruotare su se stessa come una sorta di mulinello ma facendo roteare il maestro. Quell'uomo era sicuramente oltre gli 80 kg, forse 85 Kg di muscoli tonici e ben sviluppati mentre Mara pesava poco pią¹ di 50 Kg, nonostante cią² lo fece roteare in aria parecchie volte fino a lasciarlo. L'uomo andą² a schiantarsi contro una parete a quasi 10 m dal tatami privo di sensi. Fu la volta del primo karateka, solito urlo, attacchi a ripetizione e parate puntuali e via via pią¹ facili tanto che ad un certo punto si limitą² a parare i colpi dell'uomo portati o con le mani o con i piedi, solo esclusivamente con i piedi tenendo le mani dietro la schiena (che umiliazione!!). Poi quando si fu stancata fece un passo indietro, si caricą² sulle gambe e fece un balzo ruotando su se stessa e piazzando un calcio volante rovesciato in pieno volto dell'uomo. L'effetto fu tipo frusta, l'uomo si staccą² letteralmente da terra e cadde privo di sensi parecchi metri fuori dal tatami. Il colpo fu potentissimo e l'impatto fra il piede velato e la faccia di quell'uomo fu devastante, saltarono anche via due molari e l'uomo svenne direttamente dopo il colpo. Quel piede era un insieme di eleganza vellutata e un bulldozer; qualcosa di sexy e un'arma di distruzione di massa. Il pubblico che da tempo rimaneva in silenzio aveva accompagnato la caduta dell'uomo con un boato di stupore tanta era stata la potenza devastante. Proprio da questo Mara pensą² che forse, anche se non aveva usato tutta la sua potenza, aveva un po' esagerato. Ora gli altri tre pensarono bene di presentarsi all'unisono e con un pą² di circospezione accerchiarono Mara. Mara li lascią² fare, i tre pian piano si avvicinarono e iniziarono il loro attacco; ognuno dei tre era talmente impegnato a portare il proprio attacco che non si accorgeva di cią² che facevano gli altri e pensava a sprigionare il massimo di cią² che aveva in corpo. Mara per qualche minuto li lascią² fare e si limitą² a difendersi, riusciva a difendersi dall'attacco simultaneo di tre maestri e per giunta pareva non avesse nemmeno grosse difficoltą poi dopo qualche minuto di totale dimostrazione di superioritą cambią² la tattica e decise di allontanare prima uno dei due maestri Ju-Jitzu e lo fece caricando un fendente (calcio) volante colpendo con il collo del piede alla base del collo dell'uomo (non con tutta la potenza) con la dose giusta per lasciarlo stordito qualche minuto, poi di lą¬ a poco dopo un altro minuto di 1 contro 2 portą² un preciso calcio laterale perfettamente sulla punta dello sterno lasciando il secondo maestro di JJ in difficoltą respiratoria per parecchi minuti. Questo le dava il tempo di dedicarsi al II maestro di Karate che purtroppo per lui era ormai in tremenda difficoltą . Improvvisamente l'uomo si sentą¬ solo e gli pareva di essere solo contro un esercito, di essere solo e quindi non ad armi pari come se di fronte avesse chissą quale armata, invece di fronte c'era solo una donna, una giovane donna, una giovane donna della politica fra l'altro molto bella e sexy, disarmata ma terribilmente pericolosa. L'uomo dopo qualche attimo di incertezza, si allontaną² qualche metro, ficcą² le mani in una borsa e vi tirą² fuori qualcosa che gli ridiede vigore: i suoi nunchaki. Era un esperto, li faceva roteare come sapevano fare in pochi e con quelli in mano non aveva paura di nessuno, anzi ricomcią² a fare lo spavaldo: ed ora come la mettiamo? Ora non ridi pią¹? Ora ti farą² vedere pu.....! Mara non rispose nemmeno, pensą² che era una nullitą prima e non diventava certo un campione ora ma si concentrą². L'uomo dopo averli fatti roteare pią¹ volte per mostrare la sua destrezza ed intimorire l'avversario (operazione non riuscita) comincią² a farsi avanti. Primo tentativo: schivato. Secondo tentativo: schivato. Terzo tentativo: incredibilmente il colpo portato con molta forza all'altezza del volto fu fermato con il palmo della mano che impugną² l'arnese e con uno strattone lo strappą² dalle mani del maestro. Fu incredibile, quel bastone viaggiava ad una velocitą tale che pareva impossibile da arrestare ma Mara lo fece con notevole sicurezza. Poi con lo strumento in mano comincią² anche lei a farlo roteare. L'uomo era un esperto come pochi in circolazione ma i nunchachi impugnati da Mara giravano ad una velocitą che non era doppia ma poco ci mancava. L'uomo la guardava con gli occhi fuori dalle orbite e pensą² che per lui era finita ma per fortuna Mara non li usą², anzi li fermą² e glieli restituą¬ perchč li usasse lui, chissą forse per rendere la cosa un attimo pią¹ interessante. L'uomo tentenną² per qualche attimo poi si rinvigorą¬ e ripartą¬ a fare roteare i suoi strumenti preferiti, era di nuovo pronto per attaccare ma andą² a vuoto perchč Mara si scansą², poi una seconda volta e una terza, al quarto tentativo Mara non si scansą² ma con una mossa fulminea schizzą² in alto e partą¬ con un calcio volante ruotato che impattą² perfettamente il bastoncino. L'impatto fu tale che l'uomo non potč mantenere il controllo dello strumento che schizzą² via come un proiettile andandosi a conficcare di punta nel muro della palestra dove rimase appeso. Anche qui partą¬ un altro boato: są¬ era qualcosa che non si era mai visto. Che cosa stava accadendo? L'uomo si sentą¬ improvvisamente nudo, fu quasi tentato di scappare ma non ne ebbe nemmeno il tempo che fu travolto da un calcio ben piazzato che lo fece praticamente decollare facendolo cadere pesantemente al suolo con 3/4 costole incrinate praticamente tramortito. Il piede velato di Mara aveva prodotto il suo effetto devastante ed ora l'uomo giaceva rantolante al suolo, poi svenne. Per primo si riprese il II maestro di Ju-jitzu che intanto si era prodigato in esercizi di respirazione tanto per riprendere il fiato e durante gli esercizi aveva riflettuto. Quest'uomo era il pią¹ grosso fra tutti e 6 ed era sicuramente un uomo di un quintale o gią¹ di lą¬, di cui quasi tutti di muscoli a cui poteva abbinare anni di tecnica ad altissimo livello, nonostante cią² nelle sue riflessioni aveva maturato un'idea, era uscito qualche secondo e rientrą² portando una grossa trave di ferro che aveva notato entrando nella palestra. La trave era abbastanza lunga e piuttosto grossa e l'uomo la portava con una leggera difficoltą , cioč non aveva problemi a sostenerla ma nel maneggiarla risultava parecchio lento. L'uomo prese la corsa, alzą² l'arnese in alto per aumentarne la forza e arrivato a debita distanza la scaglią² con tutta la sua forza contro la giovane donna. Mara lo guardava attonita, con un sentimento misto di compassione (per il misero tentativo) e di ammirazione (perché vedeva che ce la metteva proprio tutta) e quando fu alla giusta distanza agą¬. Avrebbe potuto evitare il colpo con facilitą irrisoria ma decise di dare una dimostrazione, fece due passi avanti in corsa e poi spiccą² in volo col suo solito calcio in rotazione. Il piede (all'altezza di oltre due metri, pareva letteralmente decollata) impattą² perfettamente la barra di acciaio. Vi fu un rumore fortissimo, l'impatto fra l'arma di Mara (il suo piede letale) e il pezzo di ferro si concluse con la barra che si piegą² pesantemente e schizzą² via andandosi a conficcare poco sotto il solaio della palestra tipo boomerang impazzito. L'uomo naturalmente non riuscą¬ a trattenerla e fu sbalzato a terra, fece per rialzarsi ma si trovą² intrappolato tra le gambe di Mara che aveva chiuso la sua presa attorno al suo torace. L'uomo sicuro di liberarsi comincią² a spingere sulle gambe velate di Mara che lo intrappolavano ma si accorse che la morsa era pią¹ resistente del previsto; poi comincią² a fare leva in tutti i modi che gli saltavano alla mente ma assolutamente non riusciva a liberarsi dalla presa, anzi Mara inizią² a contrarre i suoi muscoli che non erano particolarmente grossi e pronunciati ma sprigionavano una potenza che per quell'uomo era insuperabile. Provą² con pugni con leve di ogni tipo ma la morsa si stringeva sempre pią¹ e l'uomo diventą² prima rosso fuoco poi addirittura paonazzo finchč svenne letteralmente praticamente semisoffocato. L'impotenza che quell'uomo aveva mostrato nei confronti di Mara era stata totale, fra l'altro era anche il pią¹ grosso e muscoloso del gruppo ed era stato sopraffatto letteralmente da una dimostrazione di forza, lui con i suoi 100 kg non aveva saputo liberarsi dalla presa di gambe portata da Mara, appena 50 kg. Rimaneva 1 solo maestro, non era il pią¹ forte ma forse quello tecnicamente pią¹ dotato, quello che a livello di risultati poteva vantare il palmaresse di pią¹ alto livello. Nonostante cią² anche lui aveva capito che non c'era trippa per gatti e che l'unica speranza era quella di inventare qualcosa, e cosa se non qualcosa di totalmente scorretto? L'uomo ormai impaurito impugno un serramanico e si fece avanti con quello. Mara non ebbe paura e si limitą² solo a dirgli che doveva stare attento a non farsi male con quell'oggetto pericoloso. L'uomo fece finta di nulla e comincią² ad attaccare, Mara lo evitava di misura finchč con un calcio al polso gli fece cadere il coltello. Avrebbe potuto raccorglielo lei ma glielo lascią² raccogliere a lui che riattaccą² e cosą¬ molte volte lei lo disarmava con facilitą disarmante (scusate la ripetizione) e poi lo lasciava riprovare. Gli attacchi avevano ormai del patetico tanta era ormai evidente la disparitą di livello in campo. Il maestro pareva un totale pivello, un principiante alle prime armi contro un fuoriclasse come Mara. Dopo una quindicina di tentativi falliti miseramente Mara decise di chiuderla lą¬, con un calcio preciso fece volare il coltello parecchi metri lontano poi con un paio di calci ruotati all'indietro precisi ma non troppo potenti condusse il maestro vicino alla parete, lui la usava per sostenersi mentre Mara avvicinatasi portą² il piede sul suo collo e lo piantą² contro la parete, l'uomo cercą² di liberarsi ma non gli era possibile poi Mara aumentą² la pressione e spinse il piede verso l'altro mantenendolo incollato alla parete e lo issą² in alto. Incredibile, i piedi dell'uomo piano piano si staccarono da terra e l'uomo issato in alto come un fantoccio in totale balą¬a di un'amazzone. Dopo non molto l'uomo rimase soffocato e perse i sensi, Mara lo adagią² a terra e si guardą² intorno. Pareva tutto finito, i 6 maestri giacevano a terra privi di sensi, umiliati e sopraffatti da tanta abilitą , tanta maestrą¬a, tanta rapiditą e tanta forza e non potevano farci nulla ma in realtą non era tutto finito. Ad un certo punto, dopo avere assistito alla disfatta dei maestri, l'istruttore della palestra non resistette pią¹ e decise di intervenire. Era un uomo di oltre 135 Kg di muscoli portentosi alto fra i 185 e i 190 cm, un vero mastodonte. Era un noto bodybuilder piuttosto conosciuto e stimato per le sue performance, aveva seguito il tutto e non aveva potuto esimersi dall'intervenire per non essere a sua volta, di riflesso, ridicolizzato. Uscą¬ da dietro una porta impugnando la palla medica, arrivato a debita distanza la scaglią² con tutta la sua forza contro Mara tanto per ristabilire chi era il pią¹ forte ma non ottenne quello che sperava, anzi, Mara incredibilmente parą² la palla a mą² di portiere e lo fissą² per qualche attimo, poi caricą² la palla sulla sua mano e la scaglią² con una potenza inaudita per la sua stazza (e non solo). Anche l'uomo parą² il lancio di Mara ma quest'ultimo era talmente potente che non riuscą¬ a rimanere in piedi e fu sbalzato indietro, ma con una rapida capriola era di nuovo in piedi e senza pensare si scaglią² contro di lei. I due si presero per mano tipo prova di forza e subito l'uomo pareva potesse avere la meglio del resto partiva con almeno 50 cm di vantaggio fra altezza e allungo delle braccia, una settantina di Kg di vantaggio, le mani un pą² pią¹ grandi del doppio di quelle di Mara e un tono muscolare assolutamente sproporzionato per il sexy ministro, ma nonostante l'apparente vantaggio iniziale l'uomo non riusciva ad avere la meglio e si instaurą² una sorta di equilibrio. I muscoli dell'uomo cominciarono a contrarsi e a gonfiarsi come in una sorta di esibizione e l'uomo si vedeva che stava gią dando il massimo di sč, cominciava ad arrossare in volto come nei momenti di massimo sforzo. Anche Mara dal canto suo era sotto sforzo, mantenere quella posizione contro quel bisonte era veramente dura, i suoi muscoli erano belli evidenti e tonici ma niente a che vedere con i muscoli poderosi dell'uomo ma resisteva. Resistette per oltre due minuti poi accadde l'impossibile: d'un tratto la situazione di equilibrio mutą², le braccia dell'uomo ebbero un leggero cedimento e Mara si portą² alla pari poi continuą² ed anche le gambe dell'uomo iniziarono a cedere, l'uomo si trovą² ben presto a parti invertite, ora era lui in netto svantaggio, era quasi in ginocchio e le sue braccia stavano subendo una torsione innaturale. L'uomo si giocą² il tutto per tutto con un tremendo urlo portą² il suo estremo sforzo al 200% delle sue possibilitą ma purtroppo per lui non riuscą¬ ad avanzare di un cm. Il corpo del giovane Ministro pareva quello di una Dea, invulnerabile. Passata la sfuriata Mara affondą² e l'uomo in ginocchio fu costretto a umiliarsi chiedendo pietą . Mara gliela concesse e mollą² la presa. L'uomo si adagią² a terra e Mara si girą² e comincią² ad allontanarsi. L'uomo graziato vide un ultimo spiraglio, in silenzio riorganizzą² le forze e partą¬ all'attacco cercando di coglierla alle spalle. Mara non si girą² nemmeno e quando lo sentą¬ a tiro si alzą² in volo e con un calcio volante colpą¬ l'uomo perfettamente sulla mascella. Ormai era stufa il colpo fu tale che la questione si chiuse lą¬. L'impatto fra il piede vellutato, per modo di dire, di Mara e la faccia dell'uomo fu tale che l'uomo perse i sensi durante il suo volo che durą² qualche secondo prima di schiantarsi contro un muro e cadere come una pera cotta. Są¬, il calcio di Mara nonostante la differenza di peso fra i due fu talmente potente e veloce che fece letteralmente volare quell'uomo che si staccą² da terra per poi rifinirvi dopo un violento impatto col muro. Mara a questo punto salutą² il pubblico con un inchino e si scusą² dicendo che gli dispiaceva molto ma che era stata messa in mezzo suo malgrado. Il pubblico era letteralmente sbigottito e applaudiva a scena aperta, aveva assistito ad uno spettacolo inaudito, alla sovversione delle leggi dela fisica e ad una dimostrazione di strapotere femminile mai vista prima. Sette esponenti di spicco, di eccellenza del sesso forte erano a terra incoscenti, letteralmente disintegrati ed anche risparmiati da un unico rappresentante del sesso presunto debole che era lą¬ al centro ancora perfetta, come fosse appena arrivata, sexy, elegante nei modi, aggraziata e terribilmente femminile. Mara uscą¬ fra gli applausi e qui l'organizzatore ebbe un colpo di genio: appena Mara fu fuori e non poteva pią¹ sentire, prese la parola e spiegą² che naturalmente quello a cui avevano assistito era solo una farsa, una messa in scena architettata con il Ministro per rendere gradevole l'inaugurazione e fare qualcosa di spettacolare. In realtą la difficoltą dei maestri a riprendersi fu tale che il discorso della messa in scena non era molto credibile ma molti vi credettero anche perchč non era molto facile credere neanche a quello che avevano visto. Una cosa perą² rimane certa: il Ministro Mara Carfagna da quel giorno rimase un mito per tutti coloro che erano presenti (a parte 7 persone).