Ancora un’avventura di Bayliss

 

È  un giorno di settembre. Roberto, 19 anni, ragazzo timido ed introverso, con poca dimestichezza  nei rapporti  con l’altro sesso, è alla fermata del bus per andare a scuola  che è riaperta da circa un mese. È solo, l’orario non è dei più affollati, e il bus tarda notevolmente. Bayliss, ventiquattrenne di colore campionessa di lancio del martello, un metro e ottanta per circa 140 chili, passa casualmente di là per recarsi agli allenamenti in vista delle gare olimpiche. Roberto, credendo che anche lei aspetti il bus, le chiede se sa il motivo del ritardo. “No, sorry --risponde Bayliss in un italiano particolare- dove tu devi andare? Se preferisci io do un passaggio!”  Roberto guarda con timore quella montagna che gli si para davanti, lui, un metro e sessantacinque per 60 chili scarsi, accompagnarsi a quell’armadio vivente!  Eppure quella ragazza gli ha sempre ispirato simpatia. La conosce infatti da quando lei frequentava le  scuole superiori vicine a dove Roberto abitava (Bayliss vive da sempre in Italia) ed è sempre stato affascinato da quella donna così grossa e forte. Difatti già ai tempi della scuola Bayliss praticava karate, poi passò all’atletica leggera, e dato il fisico imponente praticò subito con successo il lancio prima del giavellotto, con risultati inarrivabili, poi del martello, che tuttora pratica.

“devo andare a scuola, passi di là?”  Ok –risponde Bayliss- vieni con me”.

I due salgono sul fuoristrada della ragazza parcheggiato lì vicino, e in breve sono davanti alla scuola, che è aperta solo di pomeriggio per lavori in corso.

Roberto saluta, scende dal mezzo, e, chissà come, invita Bayliss ad uscire quella sera: “Senti, io esco di scuola alle 18, che ne dici di farci un giro verso le 20? “

Perché no?”  risponde Bayliss. “Dove ti passo a prendere?”  “Qui, davanti alla scuola, ok?”  Ok, ciao piccolo!”

“Quel giorno a scuola fu più distratto del solito, e guardava l’orologio in continuazione. Finalmente, le 20.    

Alle 19,30 era già lì, a fantasticare su quell’uscita. Si sarebbe ovviamente risolta con un drink e due chiacchiere, poi a casa, eppure qualcosa gli diceva che stava per viver qualcosa di intrigante. Alle 20 arriva Bayliss: maglietta aderente blu, jeans e scarpe da tennis. Le enormi e forzute braccia erano ben in vista, così come le cosce, che quasi strappavano i jeans.

Il sedile del grosso fuoristrada quasi non si vedeva sotto di lei, e Roberto prese posto al suo fianco. “Dove si va?”  chiese Bayliss. “Fa un po tu”  rispose il ragazzo, che sembrava una mosca vicino ad una mucca, date le dimensioni.

I due si fermano vicino ad un boschetto e scendono per fare due passi a piedi. Percorsi pochi metri, notano qualcosa di strano: una automobile li segue a fari spenti, poi ad un tratto li supera e gli taglia la strada. Scendono tre uomini a viso coperto, uno dei tre ha un coltello, che intimano la consegna dei portafogli e dei cellulari. Roberto quasi muore di paura, Bayliss se ne accorge e si mette davanti a lui. Con molta calma, la grossa nera finge di consegnare il cellulare all’uomo col coltello, poi quando questi allunga le mani gli afferra il polso dove c’è il coltello e con una mossa di karate fa volare l’uomo a terra. Il coltello si perde nella vegetazione. Gli altri due rapinatori la attaccano. Uno cerca di bloccarle le braccia da dietro, ma Bayliss gli assesta una “culata”  che lo sbaraglia contro un albero distante 3 metri. L’altro cerca di colpirla con un pugno, ma un calcio alle palle lo abbatte in un secondo. I tre si rialzano a fatica, Bayliss è di nuovo in posizione di combattimento. Li ha riconosciuti, sono, secondo la descrizione, gli stessi che una settimana prima hanno aggredito una coppietta, violentando entrambi. Per questo ha deciso di punirli duramente. Roberto intanto si rifugia nel fuoristrada e chiama la polizia, poi assiste eccitatissimo alla lotta: Bayliss, aggredita da due lati, sferra un doppio pugno al viso dei due aggressori, che rovinano a terra. Il terzo la colpisce con un calcio in un fianco, ma Bayliss nemmeno se accorge. Finge un calcio alle palle, e quando l’uomo si ripara abbassando la guardia gli spara due pugni al volto che lo mandano disteso a terra, col passamontagna insanguinato. Gli altri due, rialzatosi a fatica, la attaccano, uno la blocca da dietro, l’altro le assesta un pugno nella grossa pancia. Ma sotto il grasso ci sono addominali tremendi che le consentono di incassare senza troppi danni. Un potente calcio ai genitali devasta l’uomo, che cade in ginocchio con un urlo soffocato. Quello che la tiene da dietro ha i minuti contati: Bayliss si proietta all’indietro, contro il fuoristrada, e l’uomo viene pesantemente schiacciato dal corpo dell’erculea nera. “…ooooohhhh….”  Un gemito sommesso e il rapinatore scivola a terra semisvenuto. Poi è la volta degli altri due: si sono rialzati a fatica, e si stanno avventando su Bayliss. “Puttana nera, ti romperemo quell’enorme culone che hai”  dice uno dei due, e Bayliss decide di riservargli un trattamento speciale. Intanto con due colpi di karate al petto stende il primo che dopo essersi trascinato all’auto si abbatte al suolo. Il secondo, quello deltrattamento speciale’,  visto come stanno le cose, raccoglie un bastone e cerca di colpire violentemente Bayliss, che, schivati i colpi, lo disarma con un violento calcio alla mano. Poi lo tempesta di calci violentissimi e pugni al viso che sono ben testimoniati da una vistosa striscia rossa sul fuoristrada bianco dove l’uomo si abbatte. “In piedi, ricordi il trattamento speciale?”  dice Bayliss. L’uomo non risponde, dice solo “…puttana…” , ma un calcio alle palle lo zittisce. Bayliss, raccolto il bastone col quale l’uomo si era armato, gli riserva il trattamento che lui poco tempo prima aveva riservato al ragazzo della coppietta aggredita. “No, ti prego, no, …….”  Ma la forzuta nera non recede dalle sue intenzioni, e in breve l’uomo giace piangendo sull’erba, con le mutande calate a testimoniare  il “trattamento ricevuto” . Poi tutti e tre ricevono delle tremende bastonate alle palle che le stroncano definitivamente. “Così non violenterete più nessuno!” dice Bayliss, e tre coppiette che avevano assistito all’ultima fase dello scontro applaudono la grossa nera che ha strapazzato a mani nude i tre terrori delle coppiette.

Giunge la polizia che ammanetta i tre e chiede a Roberto dov’è il camion che li ha ridotti così? E Roberto accarezza fieramente le enormi braccia dell’amica Bayliss.  

 

 

Giovanni