L'ARRAMPICATRICE SOCIALE ...E venne il giorno della lotta. Per quel giorno, era fissato a casa mia l'appuntamento con la mia coetanea (una superba mora trentenne) che da vera vampira sociale si era fidanzata col mio ricchissimo padre settantenne, dopo aver condotto alla morte per sesso (intascandone la cospicua eredità) già altri due mariti anziani. Non potevo accettare ciò, così le telefonai, da donna a donna, invitandola a casa mia per una sfida che avrebbe regolato i conti. Dovevo salvare mio padre dalle grinfie di quella arrampicatrice. Con due sberle l'avrei rimessa a posto. Lei accettò; io l'avevo già vista altre volte, di nascosto, era bellissima, 1 e 75, capelli neri, occhi azzurri, pelle ambrata, un corpo da favola fasciato sotto vestiti costosissimi, ma non era certo una colossa: bellissima, alta, sexy, ma non certo una lottatrice. Lei, invece, che mai mi aveva incontrato, non poteva certo sapere che la "piccolina", la figlia della sua nuova vittima, era una trentenne come lei, ma alta 1 e 82 e con una dozzina fra coppe e targhe conquistati in gare di bodybuilding e wrestling misto. Coi miei bicipiti da 52 centimetri, sapevo che l'avrei stritolata, se avesse deciso di lottare anziché accettare di lasciare in pace mio padre. Del resto, quei muscoli che mi ero costruita avevano sconfitto tutti i maschi delle palestre cittadine, a volte anche tre alla volta. Arrivò, bussò alla porta, la feci entrare. Io ero in scarpe da ginnastica, lei coi tacchi alti, era uguale in altezza a me, ma era cosa di poco conto. Era bellissima, ma anche io non sono affatto male, non solo per il mio corpo palestrato, ma anche per i miei lineamenti. Forse non si aspettava che fossi così carina anch'io, coi miei occhi verdi, i miei capelli di seta, le labbra carnose. Poi osservò la mia corporatura e fece una faccia stupita. Ci recammo nel mio salotto, che avevo liberato per ricavarne un ring. -Sei pronta a combattere, puttanella? Se vincerò io lascerai in pace mio padre!- -Va bene! Ma se sarò io a rompere il culo a te, me lo lascerai sposare senza fiatare il vecchio Mida!- -Sta bene! Ma prima di combattere contro di me, ti offro la possibilità di arrenderti... guarda contro COSA ti sei messa!- Così dicendo, cominciai a togliere i vestiti, maglione e jeans, e lei sempre di più emetteva gemiti spaventati alla vista dei muscoli che di volta in volta emergevano sotto le stoffe. Via anche scarpe, calze e mutande. Quando mi mostrai a lei nuda, la profittatrice non potè reprimere un oooooohhhhh di sorpresa e meraviglia. La magnifica muscolatura che mi sono costruita in 12 anni di bodybuilding le si parava dinnanzi in tutto il suo titanico splendore, lasciandola esterrefatta. Probabilmente non credeva che una donna potesse avere quei muscoli, così grossi e sodi. Deglutì guardandomi fisso, non riuscendo a staccare gli occhi dal tornado di muscoli che è il mio corpo. -Maledetta stronza... sei... sei... sei enorme!!! NON HO SPERANZE CONTRO DI TE!!!- Quasi piangeva per la rabbia e la paura. Sorrisi compiaciuta: come speravo, non ci sarebbe stato bisogno di lottare per dare alla vampira la lezione che meritava. Tutto quello che mi interessava era che lasciasse in pace mio padre, romperle le ossa non rivestiva alcun interesse per me. -Vedo che hai capito chi comanda. E ora, sarai così gentile da sparire dalla vita di mio padre e dalla mia per sempre, vero?- E dicendo così flessi minacciosamente il bicipite. Lei deglutì ancora, sotto choc, poi capì che le conveniva obbedire. -Hai vinto... strega... non sono così pazza da affrontare in combattimento una che è larga il doppio del mio ex ragazzo che era campione di bodybuilding amatoriale... ho sconfitto nella lotta diversi maschi muscolosi ridendo delle sofferenze fisiche che gli infliggevo, me nessuno di loro era COSI' TANTO muscoloso... tu i palestrati che ho sedotto e poi picchiato te li mangi a colazione... e poi tu al contrario loro hai la forza ma senza punti deboli... non hai le palle, da cui essere afferrata e trascinata fino alle implorazioni di pietà, come quei poveri maschietti, coi loro muscoli inutili e impotenti... hai vinto... non mi aspettavo che fossi così...- -Così come? Sei sorpresa, vero? Eri venuta per menare e ora dovrai andartene via con la coda fra le gambe! Vero? Aver sconfitto maschi muscolosi ti aveva dato troppa sicurezza di te!- -Sì che sono sorpresa, maledetta! Con quelli era facile, credevano che coi loro muscoli mi avrebbero sopraffatta facilmente, ma io mi spogliavo e li paralizzavo con la vista delle mie nudità, e poi li spogliavo a tradimento e quando erano nudi anche loro li afferravo dai gioielli e me li portavo in giro per la casa nudi mentre piangevano e imploravano... ma a te da dove ti afferro??? Come potrei mai battere una donna più forte di un uomo, e senza i punti deboli maschili che so sfruttare così bene???- e il suo sguardo era sempre più terrorizzato e preoccupato. Una come lei poteva ridurre alle lacrime e all'impotenza, con una semplice strizzata di palle protratta per 4-5 minuti, maschi giganteschi, usando solo la mano destra mentre con la sinistra si passava il rossetto allo specchio... ma una donna muscolosa non ha i coglioni nè altri punti deboli, è invincibile. -Ti arrendi e te ne vai, dunque?- -Sì!!! Me ne vado!!! Se mi sfiguri, non potrò più circuire ricchi malandati, e io campo di questo. Ti lascio tuo padre. Hai vinto tu-. Fece per girarsi ed andarsene, ma non mi bastava. Volevo umiliarla per convincerla a non provarci mai più e a girare al largo da mio padre, così le diedi l'ordine fatale:-aspetta, fermati- -Cos'altro c'è ancora?- -SPOGLIATI. Tu dovrai tornare a casa completamente nuda- -Cosa? Ma è troppo!!! Io non...- -Cosa c'è? Io sono nuda qui davanti a te e non ho alcun problema. Spogliati, ho detto- -Ma... ma...- Non risposi alle sue obiezioni: non a parole, almeno. Mi limitai a flettere il mio bicipite da 52 centimetri, lasciando sottinteso cosa capitasse a tutti coloro che osavano non eseguire i miei ordini. -Io... io non...-. Deglutì ancora, poi cedette, e cominciò a spogliarsi. La osservai soddisfatta mentre, girata di schiena, si sfilava tutti i suoi capi d'abbigliamento eccitantissimi da cinquemila euro l'uno. Era il momento del mio trionfo, e lo rimase fino all'attimo in cui si tolse l'ultima cosa che le restava -il tanga di pizzo nero- restando nuda, di schiena, davanti a me. Tenne solo le scarpe, restando così alta quanto me. Lì, per la prima volta, fui io ad emettere un oooooohhhhhhhh di meraviglia e assoluto stupore. Il suo fondoschiena era qualcosa di inconcepibile. Non avevo mai visto nulla di così meraviglioso, pur frequentando da oltre un decennio gli spogliatoi (maschili e femminili) delle migliori palestre della città, dove si aggirano solitamente culi tornitissimi e scultorei. Ma quello era un capolavoro senza rivali, che mi lasciò senza fiato. Istintivamente, senza rendermene conto, e prima che lei potesse fare qualunque cosa, mi avvicinai a lei e le diedi una pacca proprio lì, sul gluteo sinistro, con la mia mano destra, e poi tenni quel capolavoro nella mano, soppesandolo, e non riuscendo a trattenere uno "uao..." strozzato. Quasi non avevo voce, sopraffatta com'ero da quello spettacolo. Lei si girò sorpresissima: non si aspettava certo quella reazione. Quando lo fece, la vista del suo seno incredibile finì di stroncarmi. Era una sesta misura, grossa, ma incredibilmente soda e sostenuta. Parevano due tette di granito. E che curve, che gambe, che fisico da urlo c'era sotto quella faccia da schiaffi da dea! Misi la mano stavolta sul suo seno, e ripetei il mio "uao..." deglutendo a mia volta. Stavolta era il suo fisico, il suo strepitoso corpo, seppure non muscoloso, a lasciare me esterrefatta e stordita. la presi per mano e le dissi:-te ne andrai, ma... che fretta c'è di farlo subito?-. Lei mi sorrise, e nude, mano nella mano, ci dirigemmo nella mia camera da letto, io la colossa muscolosa, lei il corpo capolavoro da schianto, con quel fondoschiena scolpito nel marmo e quelle tette da infarto. (...) ...Tre ore dopo, ero distesa nel mio letto, sopraffatta e incapace di muovermi. I miei muscoli enormi, che mi avevano consentito da 10 anni a quella parte di sconfiggere nella lotta e nel braccio di ferro i ragazzi più forti della città, erano impotenti al cospetto di quella dea, che ancora nuda era in piedi accanto al letto, a pochi centimetri da me. E dettava condizioni, mentre io piangevo. -...E ora sia ben chiaro: tuo padre è mio, stronza. La prossima volta che oserai ordinarmi di lasciarlo, mi limiterò a togliermi maglietta e reggiseno. Basterà questo per stroncarti, e non credo che sopravviverai alla vista delle mie tette e al ricordo di quello che TI ho fatto in questo letto, quando il mio corpo ha annichilito il tuo nonostante i tuoi inutili muscoloni da maschiaccio. Ricorda: osa un'altra volta metterti sulla mia strada, e morirai in un solo scivolare di vestiti dal mio corpo!!!- Aveva perfettamente ragione. Mi aveva stroncato sessualmente con una facilità estrema: non ero all'altezza di quel corpo meraviglioso, era troppo bello perché ne potessi reggere il fascino. Se mi fossi ritrovata ancora davanti a quelle tette o quel culo, se mi fossi rammentata di quelle tre ore di sesso in cui ero stata fisicamente sovrastata e distrutta, il mio cuore non avrebbe retto. Sempre piangendo, accettai gli ordini della mia nuova padrona, lasciando mio padre al suo destino.