AMORE, JUDO E DOMINAZIONE tredicesimo e ultimo episodio di Davidmuscolo Tredicesimo ed ultimo episodio Si, fu una serata interminabile e ricordo tutto cio' che accadde, minuto dopo minuto. Ricordo l'emozione quando entrammo nel ristorante e gli sguardi che si posarono lascivamente su mia moglie e sulle sue forme generosamente offerte ai presenti. Ricordo la mia gelosia ma anche il mio orgoglio e poi la mia indifferenza di fronte alle reazioni della gente. Certo, era meno complicato fare tutto a trecento chilometri di distanza, con la matematica certezza che non avremmo potuto incontrare qualcuno che ci conosceva, ma rimanevano comunque situazioni molto particolari e difficili da attuare. Tra l'altro, quella serata al ristorante la trascorremmo da soli. Sara aveva infatti consigliato la mia padrona di fare a meno della sua rassicurante presenza ma Miriam si comporto' da dominatrice navigata anche senza il suo aiuto. Tutti gli occhi erano posati su di lei e i suoi ordini sgorgarono spontanei, duri, efficaci e assolutamente realistici. Quando tornammo nella villa, eccitato per tutti quegli avvenimenti, ebbi ancora una volta l'onore ed il privilegio di fare sesso con la mia padrona ma anche di provare ancora una volta sulla mia pelle la sua bravura e la sua forza. Si, mi picchio', senza farlo duramente anzi, facendo bene attenzione a non provocarmi danni ma facendomi scoprire una volta per tutte le sue enormi potenzialita' fisiche e rendendomi cosi' ulteriormente consapevole che quella donna che avevo avuto la fortuna di sposare era assolutamente meritevole della mia sottomissione. E tutto quello che avevo trascorso durante quella giornata lo vissi anche nei giorni successivi di quella indimenticabile settimana ammirando nel frattempo anche l'altra meravigliosa donna. Il modo che aveva Sara di dominare suo marito era molto simile a quello che per anni avevo sognato avendo instaurato una dominazione piuttosto violenta nei confronti di Giovanni, una dominazione assoluta ma era evidente che tra le pieghe di quelle violenza comunque abbastanza controllata, si nascondeva un affetto considerevole ed una stima ampia e sicuramente meritata, considerando le qualita' indiscusse del marito. Ma dove finiva la sua effettiva voglia di dominazione e dove cominciavano invece le azioni fatte ad uso e consumo dell'uomo? Forse non c'era una linea di demarcazione e le due cose erano magnificamente fuse l'un l'altra ed i bisogni dell'una si sposavano perfettamente con i desideri dell'altro. E questa splendida fusione si instauro' anche tra me e la mia padrona o almeno questa era l'idea che mi ero fatta, basandomi anche sui discorsi e sulle confidenze di mia moglie fatte nei momenti di tenerezza che comunque ci furono. Lo sbaglio che aveva fatto in quei lunghissimi dieci anni di dominazione tentata e mai del tutto riuscita era stato quello di fare tutto cio' che faceva esclusivamente per me, senza ricercare il suo effettivo piacere, anche quando poi il suo piacere sessuale si dimostrava maggiore rispetto al normale piacere che si provava facendo sesso normalmente. Forse fu proprio quella cosa, quel modo diverso di affrontare il femdom che fecero fare a mia moglie lo scatto di qualita'. E che scatto. Gli altri consigli di Sara, splendida dominatrice, le fecero vincere le ultime remore sul modo di porsi e di vestirsi facendo diventare finalmente mia moglie la mia bellissima e temutissima padrona. E adesso, ad oltre due mesi di distanza le cose sono cambiate di poco. I miei timori che Miriam, tornati a Roma, tornasse ad essere la padrona-vaniglia che era stata prima di incontrare Sara, sono praticamente svaniti fin dai primissimi giorni. Oh certo, la vita di tutti i giorni ci ha portato ad alcuni cambiamenti rispetto a quella settimana, e questo era inevitabile, ma ormai ambedue abbiamo preso coscienza del nostro ruolo tanto che ormai la vedo come mia padrona in ogni momento, anche quando siamo di fronte a mia figlia o insieme ad altre persone. E lei si sente padrona in ogni caso, gli ordini le escono spontanei e se mi azzardo a non obbedirle, a nicchiare o persino a discutere qualsiasi ordine, appena siamo soli vado incontro ad una dura lezione. Ed ora la mia padrona non e' piu' solo una delle piu' grosse esperte di judo esistenti in Italia ma una vera e propria arma letale. Certo, in appena due mesi le sue lezioni per il karate, la sua nuova passione, non l'hanno certo portata al livello straordinario di Sara o di una campionessa di questa arte marziale ma le hanno donato un ulteriore arma a sua disposizione contro di me. E naturalmente, non ha piu' abbandonato il suo modo aggressivo di vestirsi, per la gioia dei miei occhi. Anche in questo caso con le dovute differenze tra quando siamo soli in casa o quando usciamo. Ma difficilmente, a parte quando va al lavoro, rinuncia ad un bel paio di scarpe col tacco alto, a pantaloni piuttosto aderenti o comunque ad un look fatto per piacersi ma anche per piacere. E' stato difficile, ci sono voluti ben diciotto anni di matrimonio ed oltre dieci di dominazione a corrente alternata per vederla come nei miei sogni ma adesso sono felice e realizzato e provo tutte quelle sensazioni che avrei voluto vivere sin da ragazzino. Strana la mentalita' di un uomo, vero? Avevo una moglie carina e affettuosa, una moglie che mi dimostrava il suo amore e la sua devozione in ogni circostanza, preparandomi da pranzo e da cena, stirando le mie camicie e lavando i miei calzini, sistemandomi con attenzione la cravatta quando uscivo di casa, sempre attenta ai miei bisogni, disposta a tutto pur di farmi contento ma la felicita' vera l'ho trovata soltanto adesso, quando tremo per un suo sguardo, quando me la faccio sotto dalla paura quando si avvicina minacciosa, quando mi sento stretto tra le sue braccia potenti incapace di muovere anche un solo muscolo, quando mi schiaffeggia violentemente, quando obbedisco ad ogni suo ordine, anche quando quest'ordine va contro le mie idee e i miei principi, quando debbo chiedere il suo permesso per fare qualunque cosa, godendo sia se quel permesso mi viene concesso e sia se mi viene rifiutato, quando la servo in tavola guardandola con timore nella speranza di accontentarla, quando sistemo la casa, quando le accendo la sigaretta e mi metto in ginocchio ai suoi piedi col posacenere in mano e persino quando mi obbliga a massaggiarle i piedi o mi costringe a baciarle i tacchi smisurati delle sue scarpe e dei suoi stivali, proprio quelli che per anni non aveva mai voluto calzare e sopra i quali adesso si innalza maestosa sopra di me. Come nel caso di Sara, dove finiscono i suoi desideri e dove comincia la sua voglia di accontentarmi per amore nei miei confronti? Oh, forse nemmeno la mia padrona puo' dirlo con esattezza. Ma tra tutte quelle splendide sensazioni che provo quando lei e' di fronte a me c'e' ne' una che forse e' la maggiore di tutte, una sensazione che provai la prima volta nella villa di Sara e che ho riprovato spesso in questi due mesi e che si rinnova in ogni momento. Me ne accorgo una volta di piu' quando lei si avvicina a me mentre io sono intento nelle faccende domestiche e piu' esattamente a preparare i cibi per una serata speciale. E' dal pomeriggio che mi sto dedicando a questa serata, da quando abbiamo praticamente costretto la nostra adorata figlia ad andare a dormire da una sua amica, con la scusa che avremmo dovuto fare una cena con persone pedanti e noiose. Appena uscita la ragazza, ho cominciato a darmi da fare, mentre la mia padrona si andava prima a farsi bella dal parrucchiere e poi, tornata a casa, bellissima come non mai, si andava a vestire per ripresentarsi quasi come quella volta nella villa di Sara, con i pantaloni di lattice neri ed il corpetto abbinato invece della camicia, con la straordinaria appendice di scarpe col tacco chilometrico, un paio di splendide decolte' a spillo, altra variante rispetto agli stivali della volta scorsa. Sa che io ho un debole nel vederla vestita in quel modo ma credo, anzi, posso dire di esserne sicuro, che anche lei si veda di una sensualita' unica e goda nel vedere allo specchio rifletta la sua figura strizzata nel lattice, con quelle forme generose e armoniose, per non parlare del desiderio che legge nei miei occhi. E come tutte le volte in cui in questi due mesi mi ha magnificato di questa visione il mio respiro si fa affannoso, i miei occhi si riempiono di fronte a tanta magnificenza ma soprattutto la mia erezione diventa praticamente al massimo delle sue possibilita' con la logica conseguenza che il mio desiderio diventa quasi incontrollabile e solo la mia mentalita' da uomo sottomesso e pertanto non degno di posare una mano sulla sua padrona se non dopo un suo ordine specifico, mi permette di riuscire a trattenermi. Si avvicina a me. E' calma e tranquilla. In questo periodo di tempo ha imparato a gestire queste situazioni " E' tutto pronto?" mi domanda. Io la osservo pieno di amore e devozione, con il mio respiro sempre piu' affannoso e con il desiderio sempre piu' crescente " Si padrona. Appena arriveranno i nostri ospiti mettero' a cuocere la pasta. Si trattera' solo di pochi minuti, proprio il tempo che servira' per offrire loro da bere" " Bene. Altro da fare?" " Devo solo finire di apparecchiare la tavola. Ho messo gia' la tovaglia delle grandi occasioni ed i piatti sono gia' posizionati. Devo soltanto aggiungere le posate ed i bicchieri" " Allora fallo immediatamente. Non vorrei che tu mi facessi fare una brutta figura. Lo sai che cosa potrebbe succederti in un caso del genere?" " Non oso pensarlo, padrona" rispondo. Ed e' assolutamente la verita'. Ho imparato a temerla, a sentire quella strana ed inspiegabile sensazione, quel misto di paura ed eccitazione che mi sconvolge. Sento la voglia di obbedire a quella che ritengo una creatura meravigliosa e al contempo il desiderio di essere punito, di sentirmi indifeso quando mi afferra con le sue mani forti ma tra queste sensazioni contrastanti e sconvolgenti prevale poi sempre quella di obbedirle, di fare esattamente quello che mi viene ordinato. Ed anche in questo caso, mi attengo a cio' che mi ha detto. Ma gli errori sono umani ed io faccio l'errore dovuto all'inesperienza, alla desuetudine di avere come ospiti persone che per noi sono di importanza basilare. Afferro quattro bicchieri del servizio pregiato e li posiziono davanti ai piatti e faccio altrettanto con le posate, mettendole ai lati del piatto stesso e poi guardo soddisfatto il risultato mentre la mia padrona e' intenta a leggere una rivista in poltrona, con le sue lunghe gambe avvolte dal lattice, accavallate in una posa sensualissima. L'ammiro e sento i miei battiti aumentare. Cerco per un attimo di non pensare al fatto che quella sia la mia padrona e allora mi viene da pensare che sicuramente non e' una donna di una bellezza sconvolgente. Certo, vestita e truccata in quel modo e' una bomba sexy che farebbe resuscitare un morto ma nella vita di tutti i giorni e' un'altra cosa. E' senz'altro molto carina e dimostra notevolmente meno dei suoi quarant'anni, aiutata in questo dalla sua pettinatura moderna e spiritosa, ancora identica a quella che Sara le consiglio' il primo giorno di quella fantastica settimana che sconvolse la mia vita, ma io so che non e' affatto la donna piu' bella del mondo. Eppure, i miei occhi mi rimandano proprio quest'immagine aiutati dal mio amore senza limiti e dalla mia devozione che me la fanno vedere proprio come tale facendomi arrivare alla conclusione, peraltro abbastanza scontata e gia' anticipata proprio da Sara, che un uomo sottomesso vedra' la sua padrona come una donna straordinaria, nettamente al di sopra di qualunque altra donna. E questo non solo sotto l'aspetto estetico ma anche in tutto cio' che lei fa. Mi inginocchio di fianco a lei " Ho fatto, mia signora" le dico. Ho voglia di accarezzarla e baciare la sua bocca disegnata, come sempre in questi casi, da un rossetto rosso e intenso. E pensare che per anni si era sempre truccata in modo appena visibile, per non dare nell'occhio. Ma quella era un'altra donna e la femmina che sto osservando adesso e' un concentrato di tutte quelle strane voglie che mi hanno accompagnato durante tutti questi anni. Lei sorride ma poi si alza per osservare come ho ottemperato ai suoi ordini. Gira intorno al tavolo, osserva la tovaglia e le altre cose, contempla come ho apparecchiato e poi mi viene vicino " Pensi di aver fatto tutto alla perfezione?" La guardo e sbianco. Non e' una domanda normale anche se il suo tono e calmo e controllato ma e' sottinteso che qualcosa non va. Guardo la tavola, deglutisco nervosamente e cerco di capire dove ho sbagliato. Inutilmente. Non trovo nulla di anomalo " Io ... .Io ... .non so, padrona. Mi sembra di si" balbetto nervosamente " Davvero? E con cosa berremo noi ed i nostri ospiti?" " Ho messo i bicchieri, padrona" " Ma va? Li vedo i bicchieri. E cosa ci berremo in quei bicchieri?" " L'acqua, padrona e ... .." Mi fermo improvvisamente. Capisco il mio errore. Mi sono dimenticato i bicchieri per il vino. In preda al panico, eppure al contempo eccitato per quella sensazione, cerco di salvare il salvabile "Li metto subito, padrona" le dico cercando di sottrarmi a quello sguardo severo e cercando di avviarmi verso la cucina per rimediare al mio sbaglio ma faccio solo mezzo metro. La sua mano afferra la mia e poi sento quasi la spalla girarmi. Mi sta facendo una dolorosa torsione e poi sento la sua mano aperta schiantarsi contro la mia faccia, pesante come un maglio. Uno schiaffo dato con tutta la sua forza. Vorrei scomparire dalla faccia della terra, vorrei volatilizzarmi ma sono sotto il suo assoluto controllo. Mi sento male. Un piccolo errore, un banale errore, una di quelle cose che in un qualunque rapporto diventa una sciocchezza, in un rapporto sottomesso come quello che ho adesso io con mia moglie, diventa un macigno insostenibile meritevole di una punizione esemplare. Sento che l'ho delusa e non mi importa niente del dolore che sto provando, sia per lo schiaffo che per la torsione. Lei e' la mia dea ed io non mi sento adeguato a lei e le sue parole riecheggiano ancor piu' pesanti dello schiaffo " Sei un idiota, un essere inutile" " Lo so, padrona, lo so" piagnucolo "Mi perdoni, la prego" " Sei solo capace di dire "Mi perdoni, padrona" ma non fai nulla per renderti meritevole di essere il mio schiavo. Tu non ti rendi conto della fortuna che hai" " Si, lo so che sono l'uomo piu' fortunato del mondo" Un altro schiaffo " Non osare interrompermi, cretino. Tu non meriti una padrona come me, tu sei solo capace di avere a fianco una donna normale, non una come me" Alcune lacrime mi sgorgano scendendo lungo le guance arrossate dagli schiaffi. No, non e' per il dolore che pure e' stato notevole. E' per la paura che provo. La paura di perdere Miriam, mia moglie, la mia assoluta padrona. Lo so, sta recitando quella parte che ho fortemente desiderato, si e' calata finalmente nel ruolo ma non ho piu' quelle certezze che avevo in passato. So che una donna come lei potrebbe avere un nugolo di schiavi pronti a sottomettersi e questo mi eccita ma mi impaurisce. Ecco, era questa la sensazione a cui alludevo prima, quella sensazione che racchiude tutte le altre ed e' il turbamento di non essere piu' sicuro di niente e di dipendere da lei per ogni cosa. Lei lascia il mio braccio. Non so cosa dire, non so cosa fare. Alzo gli occhi verso di lei, assolutamente inarrivabile e poi li riabbasso timoroso. Lei alza il mio mento. Spero nel suo perdono, magari in un bacio che lo sancisca ma il suo volto e' tutt'altro che rassicurante " Non ti muovere perche' con te ancora non ho terminato" Oh so quello che mi sta per arrivare ma non reagisco. Ho paura ma rimango immobile ad attendere la giusta punizione. Mi arrivano altri due schiaffi, forse ancora piu violenti di quello di prima e cado in ginocchio dolorante e frastornato. Sono ai suoi piedi, come ogni giorno ormai, come ogni momento in cui rimaniamo da soli, impaurito dalla sua forza e dal timore di perderla eppure sono felice, una felicita' che, strano a dirsi, e' accresciuta proprio da quella miriade di turbamenti che mi seguono ogni istante trascorso con lei e, a maggior ragione, dopo quelle dure parole. Felice come mai avrei immaginato di poter essere nella mia vita. Tutti i gesti che seguono dopo sono i soliti rituali che compio pero' ogni volta con maggiore entusiasmo. E' bello avere una padrona. E' meraviglioso. Il trillo del citofono ci interrompe. Vado a rispondere. I nostri ospiti sono finalmente arrivati. Il tempo per me di mettere i bicchieri del vino, fonte della dura punizione subita, sulla tavola e quello per la mia padrona di darsi un ennesimo sguardo compiaciuto dinanzi allo specchio. Ma vuole anche il mio giudizio, pur sapendo che sara' per forza di cose entusiastico " Come sto, Davide?" " Semplicemente magnifica, mia padrona, perfettamente adeguata alla situazione" " Si, devo dire che non e' proprio niente male per una donna della mia eta'" " Ma lei e' giovanissima, padrona" " Diciamo che mi sento giovane" Sorride e poi mi guarda " Vieni un po' qua' tu" Mi avvicino di corsa a lei che si china e mi sfiora le labbra con un bacio " Grazie padrona" le dico. Anche un semplice bacio appena accennato e' per me un regalo meraviglioso e questo acquista un significato speciale in quanto e' sinonimo del suo prezioso perdono " Ti fa male il viso?" mi chiede poi " Un po' ma niente di grave" Sorride e perde un po' di quello sguardo altero che possiede in questi casi " Che pazzi che siamo" " Dei pazzi felici" " Si dei pazzi felici ma non riusciro' mai a togliermi la preoccupazione di farti male e quella sensazione strana che provo quando ti dico certe cose umilianti" " Fa parte di questo strano gioco, padrona" " Lo so. La cosa strana e' che quando dico e faccio certe cose sono completamente dentro questo ruolo, come se mi isolassi completamente dalla realta'" " E' quello che succede anche a me, padrona. Non penso che quello che stiamo facendo sia un gioco ma che tutto sia reale. Quando lei mi dice che sono un inetto non penso che lo sta dicendo perche' e' un mio desiderio ma perche' lo sono veramente. E questo non mi fa sentire alla sua altezza, con tutte le conseguenze che porta questa sensazione. Siamo riusciti finalmente ad avere quello che abbiamo cercato per tanto tempo: la completa immedesimazione" " Si, ci siamo riusciti ma mi e' costato tanto, Davide. Tanto. Pero' sono ripagata ampiamente" La guardo con dolcezza " Che cosa le e' costato, mia padrona?" " Ho sempre avuto un modo di amarti molto tenero. Mi piaceva chiamarti con mille nomignoli. Te li ricordi?" " Come potrei dimenticarli?" Gia', come potrei? Amore, tesoro, ma anche Deddi, chicco, persino chicchino, nomignolo che faceva un po' a pugni con la mia conformazione fisica piuttosto robusta. Il tutto incurante dei commenti ironici dei nostri amici. La mia padrona mi guarda, sorride, alza le spalle ed infine aggrotta la fronte " Va beh, acqua passata. Adesso sono una padrona dura e autoritaria" " Assolutamente si" concordo e poi sono io a sorriderle e per un attimo torno ad essere Davide, suo marito " Si, ti e' costato tanto Mimmi, ma sappi che per me quello che stai facendo lo considero il tuo gesto d'amore piu' grande" Lei mi guarda di nuovo e stavolta prende il mio viso tra le sue mani " Si tesoro, per strano che possa sembrare, e' proprio cosi'" Rimaniamo in quella posizione in silenzio per diversi secondi. A volte e' bello tornare ad essere una normale coppia innamorata e non ci facciamo mancare questi momenti di tenerezza, soprattutto dopo aver fatto sesso, quando Miriam dopo la sua sigaretta ha voglia di mettersi sotto le lenzuola e attaccarsi a me come l'edera sul muro e sentire il mio corpo che la riscalda ed improvvisamente tutte quelle paure, la sensazione di inadeguatezza nei suoi confronti, il timore di perderla, la paura fisica vera e propria, scompaiono e mi rassicuro ricordandomi che e' tutto solo un gioco, paure pronte a ricomparire pero' alla prima occasione, pronte ad eccitare la mia psiche contorta ed il mio corpo bisognoso di quelle sensazioni. Ci distacchiamo quasi a malincuore e torno ad essere il marito sottomesso " Faccio un ultimo controllo, padrona" " Si bravo. E poi se mi farai fare una bella figura davanti a Sara e suo marito, credo che stasera, quando se ne andranno, ti faro' un magnifico regalo" " Se e' quello che penso io, e' il regalo piu' bello che un uomo come me possa ricevere, mia bellissima padrona" Eh si. Fare sesso con la propria padrona ha una valenza decisamente diversa dal farlo con la propria moglie o comunque con una donna normale. E' appunto un regalo che lei mi offre, un regalo prezioso e devo essere in grado di meritarmelo. Lo squillo del campanello ci interrompe nuovamente. Si, sono Sara e Giovanni i nostri ospiti d'eccezione, la donna che ha aiutato Miriam a diventare una vera dominatrice, la persona che le ha insegnato quei piccoli segreti che l'hanno fatta diventare quella che e' adesso. Ma stavolta, quest'incontro sara' alla pari. La mia padrona non e' piu' un'allieva che deve imparare da un'insegnante d'eccezione ma una donna in grado di essere a sua volta d'esempio per tutte quelle che volessero imparare. Si, credo di poterla definire senz'altro allo stesso livello di Sara. Sto per andare ad aprire quando mi ferma per un braccio e mi tira verso di se " Prima o poi sarei diventata una padrona anche senza di lei. Ormai c'ero vicina e Sara ha semplicemente anticipato i tempi e migliorato gli effetti. Sono sicura che non sarei rimasta a vita quella che ero due mesi fa, la padrona vaniglia, quella dal cuore troppo tenero e incapace di diventare una vera donna dominante come quella che sono adesso'" mi sussurra per non farsi sentire dagli ospiti che sono ormai dietro la porta" La guardo. Lo so che e' cosi'. Ma perche'? Glie lo chiedo per l'ennesima volta " Perche' padrona? Perche' la signora Sara e' riuscita dove io ho fallito per tanti anni? Cosa le ha mai detto per convincerla?" Stavolta e' lei ad osservarmi e sorride " Mi ha dato tanti consigli ma non e' per quelli che sono cambiata. Sono diventata quella che sono perche' cinque minuti dopo averla conosciuta ho deciso che sarei voluta diventare come lei. Chiamala ammirazione, voglia di emulazione ma l'importante e' che ci sono riuscita. Non credi?" " Oh si padrona. Credo proprio che lei ci sia riuscita in pieno" concludo andando finalmente ad aprire la porta. Stringo affettuosamente la mano a Giovanni ma m'inchino in modo reverenziale di fronte alla signora Sara, bellissima come la prima volta che la vidi, col suo portamento da autentica padrona. Si, l'amore che provo per mia moglie e' assoluto, e' qualcosa che travalica l'amore tra due persone, e' qualcosa che nemmeno i piu' grandi poeti potrebbero riuscire a descrivere perche' quello che prova un uomo con istinti sottomessi verso la sua padrona non ha eguali, ma nel mio cuore ci sara' anche un posto speciale per un'altra donna eccezionale, la donna alla quale forse io devo in parte la mia felicita' odierna: la bellissima signora Sara. Grazie, mia splendida amica dominante. Grazie! FINE Per commentare questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it