AMORE, JUDO E DOMINAZIONE undicesimo episodio di Davidmuscolo Undicesimo episodio Giovanni era una persona decisamente affascinante. Era un uomo di successo e realizzato economicamente. Nessuno, a vederlo, avrebbe potuto mai immaginare che dietro quei panni di persona tutta d'un pezzo si celasse un uomo dolce e generoso con istinti sottomessi ben piu' marcati dei miei. Mi racconto' un po' della sua vita e di come fin da ragazzino, proprio come me, avesse avuto il desiderio di sottomettersi ad una donna e di come avesse trovato in Sara la persona capace di realizzare tutti i suoi desideri. Lei aveva iniziato per amore suo ma essendo fin da giovanissima una ragazza decisamente autoritaria, vuoi per la sua bellezza fuori dall'ordinario e vuoi per la sua posizione sociale piuttosto elevata, si era ben presto immedesimata in quel ruolo da dominatrice in ambito familiare. Lo aveva fatto talmente bene da essere diventata una sua ragione di vita tanto da aprire un blog dove dispensava consigli, quello stesso blog dove io l'avevo contattata. Aggiunse poi che in tanti anni, era la prima volta che la sua padrona prendeva cosi' a cuore un caso. Dovevo averla colpita in qualche modo con le mie lettere tanto da decidere di aiutarmi a realizzare i miei sogni. Parlammo anche del nostro modo di vedere la dominazione che differiva in alcuni punti, a cominciare dai famigerati piedi che lui reputava una delle parti del corpo femminile piu' sensuali mentre io avevo bisogno di sentire la forza fisica della mia padrona. Non che Sara non fosse forte, tutt'altro " Potrebbe uccidermi con una semplice mossa di karate" mi disse infatti "E pensare che quando l'ho conosciuta non aveva mai praticato nessun tipo di sport ma quando ha deciso di diventare la mia padrona ha pensato che doveva veramente incutermi timore. Lei e' una perfezionista. Da allora sono trascorsi molti anni e la mia padrona e' diventata un autentica campionessa in varie arti marziali" Ascoltai affascinato " E non ti piace che sia diventata una campionessa? Perche' vedi, Giovanni, per me e' imprescindibile" " Si lo so. Conosco bene le tue attitudini. Per me e' un po' diverso. A me piace adorare la donna anche per il solo fatto che sia femmina. Ritengo le donne superiori a noi maschi sotto qualunque punto di vista, tranne forse proprio nell'aspetto atletico, a parte pochi esemplari tra cui appunto le nostre padrone. Per quanto riguarda invece il fatto che mi piaccia o meno che la mia padrona mi sia superiore anche da un punto di vista prettamente atletico, per me non ha molta importanza. Quello che conta e' che lei mi fa tremare anche con un solo sguardo e questo mi da delle sensazioni molto forti, aumenta la mia tensione e di conseguenza, la mia sottomissione ma non credo che cambierebbe molto. Io mi ritengo un suo schiavo e che lei sia piu' forte di me o no, ha poca importanza. Quando mi picchia mi fa male ma potrebbe picchiarmi con qualche oggetto o frustarmi e il mio approccio psicologico nei suoi confronti cambierebbe poco. Io non ho la pretesa di dover pensare che la mia padrona debba essere per forza piu' forte di me, come invece deve essere per te. Io le obbedirei ugualmente, mi sottometterei a lei nella stessa maniera e lei mi punirebbe e mi percuoterebbe nella stessa maniera. Pero' non posso negare che essere a conoscenza della sua bravura e della sua forza fuori dall'ordinario rende il tutto estremamente reale e soprattutto, e forse questa e' l'unica vera differenza, la mia ammirazione nei suoi confronti, gia' enorme, diventa di proporzioni gigantesche" " Ho capito perfettamente ma e' limitativo vedermi solo come un uomo che si sottomette soltanto ad una campionessa di arti marziali. Per me, ci sono altre cose importanti. L'autorita', ad esempio. Per vedere una donna come padrona la devo anche vedere autoritaria e sicura di se stessa come e' appunto la signora Sara" Giovanni sorrise " Beh, anche la signora Miriam, sia pure sotto la guida della mia padrona, non c'e' andata leggera e mi e' sembrata abbastanza autoritaria" " Oh si, se fosse sempre cosi'. Ma finora non lo e' stata o comunque o e' stata ad intermittenza mentre io ho bisogno di sentire quell'autorita' in modo continuativo, senza interruzioni. Pero non posso negare che l'inizio di questa settimana che trascorreremo insieme e' stato fantastico. Ad una donna cosi', ad una donna che si comporta come ha fatto Miriam non si puo' che obbedire" " E' la tua padrona. Impara ad essere tu stesso uno schiavo ed evita di chiamarla per nome. Vedrai che ti sara' piu' facile idealizzarla e considerarla una dea" Annuii " Si, hai ragione. E poi, per concludere l'analisi sulla mia padrona, a parte la forza fisica o la bravura nelle arti marziali e a parte l'autorevolezza, c'e' anche un'altra considerazione da fare. Io la trovo molto carina ma una padrona io me la immagino come la tua. Voglio dire molto sensuale, se posso permettermi, quasi irraggiungibile per uno come me e lei non mi ha mai dato quella sensazione. Se si vestisse come la signora Sara e se si facesse desiderare allo spasimo, io non capirei piu' niente" " Oh mio caro amico. Il fatto stesso che tu faccia paragoni e' sbagliato" mi rimprovero' sorridendo "Questo non significa che non ti capisca. Io amo vedere la mia padrona vestita in modo sensuale e con i tacchi alti, proprio come l'hai vista tu questa mattina ma per me e' una dea anche col pigiamone. Ai miei occhi e' talmente bella che puo' indossare qualunque cosa" " Oh si, e' davvero una donna bellissima" confermai " Si, e' molto bella. Lo e' sempre stata ed ha scelto me. Questo mi basta per adorarla. Piuttosto sei tu che non riesco a comprendere in pieno. Parli sempre di te. Io la vorrei cosi', io la vorrei cola'. Capisco le nostre differenze in tema di femdom ma a me sembra che tu voglia un fantoccio da poter manovrare a tuo piacimento. Non e' cosi', amico mio. Te l'ho detto prima e te lo confermo adesso. Devi essere prima di tutto te stesso a vedere la signora Miriam come tua padrona assoluta. Lei ha probabilmente delle ingenuita' che la mia padrona limera', ne sono certo, ma tu devi piantarla di vedere solo le cose che vorresti che ti facesse. Una padrona si accetta in toto e l'unico stop lo si deve dare se le percosse cominciano a diventare esagerate. Ma cosa credi? Che la mia padrona faccia sempre quello che mi piace? Tu non hai idea di cosa mi fa fare, di quanto sia crudele a volte" " La tua padrona e' crudele?" domandai quasi stupefatto. Mi ero fatto l'idea che la signora Sara fosse una donna molto attenta ai bisogni di suo marito e che l'amasse ma Giovanni sorrise vedendo la mia faccia sconcertata " Si, puo' essere crudele cosi' come a volte puo' essere dolcissima. Io lo so che mi ama e che mi stima, cosa credi? Lo so da tante piccole cose ma le piace troppo dominarmi. Lei ama essere superiore a tutti coloro che incontra e con me questa sua superiorita' si manifesta anche obbligandomi a fare tante cose che io non vorrei mai fare. Ma e' la mia padrona ed io accetto con gioia e la adoro sempre di piu'. Ma so anche che molto di quello che lei fa lo fa anche per me. Vedi, mio caro amico, abbiamo alcune differenze sostanziali noi due ma abbiamo anche una cosa che ci unisce profondamente ed � e' l'amore che le nostre padrone nutrono per noi. Questo ci rende due fortunati mortali perche' dimostra che una padrona non deve essere solo cinica, cattiva e odiare il suo schiavo ma puo' anche apprezzarlo e volergli bene. Alla faccia di chi crede che il femdom sia solo una depravazione. No, Davide. Noi sappiamo che non e' cosi'. Non nel nostro caso, comunque. E' semplicemente adorazione verso la donna in assoluto ma e' anche, piu' specificatamente, amore per la donna che si ama, per quanto riguarda noi, ma e' amore anche da parte loro. Un amore diverso, ma e' l'unico amore che noi sapremmo apprezzare nella sua totalita' e qualunque altra sensazione ci lascerebbe con l'amaro in bocca, probabilmente come e' accaduto a te per tanti anni. Ma ora basta parlare. Avremo tanto tempo per sviscerare questo discorso durante questa settimana. Ci e'stato dato l'ordine di preparare il pranzo per le nostre dee e dobbiamo obbedire se non vogliamo avere una punizione esemplare" Erano quasi le due di pomeriggio quando sentimmo la macchina delle nostre padrone rientrare. Ci avevano avvertito che sarebbero arrivate a momenti e noi avevamo gia' preparato tutto. Al loro ingresso ci inginocchiammo. Oh mio Dio quanto erano belle. Ma mi soffermai ovviamente soprattutto su Miriam, mia moglie, la mia padrona e la trovai semplicemente stupenda. No, non l'avevo mai vista cosi' bella. Aveva cambiato innanzitutto pettinatura. Come spiegare la sua nuova acconciatura? Innanzi tutto, era diventata mora ed aveva una frangetta un po' selvaggia, quasi scarmigliata che le copriva solo la parte destra della sua fronte e poi scendevano dietro coprendo solo il collo. Era molto piu' giovanile e decisamente piu' attraente. E poi era truccata molto intensamente, a cominciare dal rossetto, cosa abbastanza rara per lei. Ma era soprattutto l'abbigliamento che mi lasciava senza fiato. Non era vestita affatto da dominatrice ma era semplicemente una donna da rigirarsi per guardarla, una donna che qualunque uomo avrebbe visto con la voglia di scoparsela e questo mi faceva impazzire. Non so perche', ma amavo tanto quella sensazione anche se sono costretto a ripetermi che la fedelta' doveva esulare completamente da quel gioco di dominazione. Indossava una camicetta bianca con i primi due bottoni aperti dentro una gonna nera molto corta anche se non inguinale e sopra alla camicia aveva una giacchina a maniche lunghe e strette anch'essa di colore nero. Le calze erano probabilmente pesanti, non le classiche e sensualissime calze a rete ma di maglia, traforate con disegni geometrici e ai piedi finalmente la cosa che amavo di piu' in una donna ovvero scarpe col tacco a spillo di una decina di centimetri. E le sue braccia tenevano diverse altre buste che mi facevano venire l'acquolina in bocca. Cosa altro aveva comprato? L'avrei scoperto pian piano durante quella settimana ma intanto un pensiero solo si faceva largo tra tutti quelli che roteavano vorticosamente nella mia mente: quella splendida donna era la padrona che io avrei sempre voluto. Io e Giovanni servimmo le nostre padrone e poi dovemmo ripulire la cucina. Sapevo come fare avendolo fatto innumerevoli volte durante i tentativi di instaurare quella situazione che adesso, stavo effettivamente vivendo. Ci chiamarono diverse volte per cose futili e noi accorremmo ogni istante repentinamente ma quasi l'intero pomeriggio trascorse banalmente con loro due che continuavano a chiacchierare amabilmente ed io e Giovanni a fare altrettanto, scambiandoci diverse confidenze anche su altri argomenti che esulavano il femdom. Malgrado questa apparente banalita', si respirava un'aria particolare in quella deliziosa villetta. Si respirava aria di potere femminile ed io la sentivo, la annusavo e me ne beavo. Non c'erano percosse e violenza gratuite e nella villa risuonavano solo quei pochi ordini che loro ogni tanto ci davano. E poi le loro chiacchiere, le loro risate. Sara aveva messo mia moglie a suo agio e sembravano ormai due vecchie amiche, malgrado si conoscessero da poche ore. Era soprattutto la signora Sara a tenere banco, come era scontato, ma percepivo ben poco di quello che dicevano e avrei pagato chissa' cosa per saperlo anche se mi sembrava scontato che si tenesse una specie di lezione, con Sara ad insegnare e mia moglie a recepire. La prima lezione era stata assimilata in modo mirabile dalla mia padrona e la sensazione che avevo era che quella che stavamo vivendo fosse la quiete prima della tempesta ed era una sensazione avvalorata anche dai discorsi di Giovanni. La sua padrona era un vulcano di idee e, secondo lui, la nostra serata non sarebbe stata molto tranquilla. Ed aveva perfettamente ragione. Verso le 19 Sara ci avverti' che aveva prenotato per cena in un ristorante che conoscevano molto bene ed io chiesi a Giovanni che tipo di ristorante fosse, anche per scegliere come dovermi vestire. L'uomo mi disse che era un locale di medio livello e che una bella giacca, anche senza cravatta, sarebbe stato l'ideale, ma mi disse soprattutto che quel locale non era frequentato dalla gente che loro conoscevano e che pertanto, il nostro comportamento sarebbe dovuto rimanere sottomesso. Ero piuttosto nervoso. Sarebbe stata la prima volta che Miriam avrebbe fatto la dominatrice fuori dalla sicurezza delle mura di una casa e mi chiedevo se io avessi avuto il coraggio di dimostrarmi sottomesso a mia moglie anche dinanzi ad altre persone ma soprattutto mi chiedevo se lei ne sarebbe stata capace ma, quando entrai in camera per cambiarmi, quest'ultimo dubbio scomparve completamente. Mia moglie era dinanzi allo specchio intenta a darsi l'ultimo tocco ed io rimasi quasi impietrito ad ammirarla. Era semplicemente stupenda, con un abitino nero molto corto e un altro paio di scarpe ancora piu' alte di quelle che aveva indossato nel pomeriggio, con il tacco a spillo di metallo che mi facevano uscire gli occhi fuori dalle orbite. Doveva trattasi sicuramente di un altro dei nuovi acquisti di quella mattina. Rimasi impietrito. Mi avvicinai a lei per ammirarla ancora meglio. Era cosi' alta con quei tacchi che mi sentii quasi in imbarazzo. Volevo dirle quanto la trovassi bella ma non mi usci' una parola dalla bocca. Lei volto' la sua testa verso di me e poi agi'. Uno schiaffo dato con tutta la sua forza che non era affatto poca e quasi dovetti sorreggermi per non cadere. Prima che chiedessi i motivi di quello schiaffo fu lei a parlare " Sei diventato sordo per caso? O forse ti sei rincretinito? Mi sembrava di essere stata chiara stamattina. Quando entri e mi vedi, cosa devi fare?" Si, dovevo inginocchiarmi ma mi ero talmente perso nella sua bellezza da essermene dimenticato. Lo feci ma ormai era tardi. Allungo' la sua gamba destra mettendomi in bocca quel tacco smisurato e poi prosegui' "So che non ti piace questa pratica, non e' vero?" Ebbi solo modo di annuire con la testa "Beh, non me ne importa niente che non ti piace. Leccali ugualmente" Lo feci, quasi ammaliato da quel potere che emanava. Era cosi' che mi volevo sentire. Inferiore a lei e finalmente avevo raggiunto quello scopo. Dovevo essere io il primo a sentirmi schiavo, a dover dipendere dalla donna che amavo e quelle sensazioni erano ormai parte di me. Mi fece cenno di alzarmi e risentii di nuovo quella sensazione d'inferiorita' che la sua altezza e la sua bellezza mi davano. Lei mi alzo il mento con un dito " Come sto?" mi disse infine " Lei e' bellissima, signora" ammisi " Si, forse per la prima volta in vita mia mi sento veramente bella e lo sai perche'?" " No signora" " Perche' tu mi guardi con uno sguardo diverso, con uno sguardo che non avevi mai avuto. Ti ricordi prima di partire? Quando mi dicesti che ero sempre stata carina ma mai sexy?" " Si, lo ricordo, signora. Lo ricordo perfettamente" " Avevi ragione, sai. Ho sempre saputo di essere carina, tutto sommato. Ma quello sguardo che hai tu in questo momento mi fa sentire la donna piu' bella e desiderata e soprattutto piu' sexy del mondo ed e' una sensazione straordinaria, anche se so benissimo di non esserlo. Si, devo ringraziarti. E' bello essere una padrona, e' bello decidere cosa tu debba o non debba fare, e' bello vederti ai miei piedi, ma soprattutto e' bello vedere quello sguardo negli occhi dell'uomo che si ama" " Lei mi ama ugualmente, signora? Anche adesso che sono il suo schiavo?" Era questa la mia paura maggiore prima di cominciare quel percorso che ci aveva portato fino a quel punto. Puo' una padrona amare il suo schiavo? Puo' amarlo come una donna normale? Quelle parole mi diedero una felicita' immensa. La mia padrona era ancora innamorata di me come quando era semplicemente Miriam, la dolce ragazza che pendeva dalle mie labbra e quella sensazione era straordinaria " Oh si che ti amo" confermo' infatti la mia padrona "Pensi davvero che mi troverei qui' vestita in questo modo se non ti amassi? Ma se credi che i miei sentimenti possano cambiare di una virgola il mio comportamento, faresti il piu' grosso errore della tua vita. Anzi, considerando le tue attitudini, probabilmente il comportamento duro che ho intenzione di avere da qui' in avanti puoi considerarlo proprio come un gesto d'amore e questo schiaffo e' solo un'avvisaglia. Non ti sei inginocchiato dinanzi a me e questo merita non solo lo schiaffo che ti ho appena dato ma anche una punizione" " Che tipo di punizione?" chiesi preoccupato " Ascoltami bene, Davide, sono io che decido come, quando e dove darti la punizione. Ancora non ho deciso ma non sara' una passeggiata di salute per te. Non prenderti troppe liberta', capito? Hai sempre voluto vivere come un marito sottomesso?" " Si padrona, l'ho sempre voluto e adesso mi sembra di vivere un sogno" " Molto bene. E allora comportati come tale perche' io mi comportero' da moglie dominante. Lo faro' stavolta, credimi. E' troppo bella e troppo sensuale una vita del genere per doverci rinunciare per idee preconcette" " Che cosa le ha fatto cambiare idea" Lei si avvicino' e mi afferro' per il mento baciandomi in modo possessivo. Un solo bacio ma tanto basto' per farmi avere un'erezione pazzesca. Ero gia' in tiro da diverso tempo, considerata la situazione particolarmente intrigante per i miei gusti ma quel bacio mi diede quasi il colpo di grazia e faticai a non venirmene. Miriam sorrise. Era il sorriso di una donna diversa, sicura di se stessa " Ce l'hai dritto" " Si signora" " Mi desideri cosi' tanto?" " Da impazzire padrona" " Giu'" mi ordino' "Spogliati e poi ti voglio sdraiato sul pavimento" Obbedii ai suoi ordini e mi sdraiai con la schiena a terra, completamente nudo osservando la mia bella padrona che, in quella posizione, mi sembrava ancor piu' maestosa di quanto non fosse. Alzo' la sua gamba destra e poi diede un leggero colpetto al mio pene con il tacco, lo rifece di nuovo, ancora una volta. La guardai implorante " Posso venirmene, padrona?" " No, non puoi" mi disse " Per favore" la implorai e per tutta risposta mi arrivo' un calcio. Non era stato violentissimo ma un po' di dolore ne avevo provato e cio' mi basto' per capire che non dovevo insistere. Ma la mia padrona prosegui' ancora per diversi secondi a giocherellare col mio pene. Chiusi gli occhi per concentrarmi. Non dovevo venirmene. Non potevo. Non avevo il permesso della mia padrona ed io non volevo deluderla e tantomeno disobbedirle. Trascorsero altri interminabili secondi e poi sentii la sua voce. Era dura, risoluta e quasi non sembrava la voce della dolce Miriam che avevo conosciuto " Apri gli occhi e guardami" Lo feci e vidi quello strano sorriso. Un sorriso compiaciuto, diverso da quello solito, ma poi quel sorriso scomparve e riapparve quello dolce che conoscevo "Ora puoi venirtene, ti do il permesso" Lo feci naturalmente, esplodendo in un'eiaculazione maestosa, bellissima. Lei ando' verso il como', estrasse dalla sua borsa dei fazzoletti di carta e me li lancio'. Io ne afferrai un paio e mi pulii e poi lei mi cece cenno di alzarmi " Sei stato bravo ed hai avuto il giusto premio ma se te ne venivi prima, giuro che per te si metteva male. Ora cosa devi fare?" Cosa dovevo fare? Dovevo ringraziarla e, per l'ennesima volta mi inginocchiai ai suoi piedi " Grazie padrona" " Bene! Ora rimani cosi' fino a nuovo ordine" La mia padrona riando' dinanzi allo specchio e termino' di truccarsi e quindi si mise sul bordo del letto a far qualcosa col telefonino. Guardai nervosamente l'orologio. Si erano fatte le venti e il ristorante era prenotato per le ventuno ed io ero ancora in quelle condizioni, dopo circa un quarto d'ora che ero in quella posizione. Finalmente mia moglie si alzo' e venne vicino a me " Prima mi hai chiesto cosa mi ha fatto cambiare idea, vero? Io avevo gia' cambiato idea da parecchio ed erano gia' diversi anni che, in fondo, praticavamo una sorta di dominazione. L'errore che commettevo era che facevo tutto per te, senza tra l'altro riuscire a farlo in maniera decente. Per quanto mi riguardava invece, mi piaceva o almeno avevo capito che c'era qualcosa che mi piaceva ma solo perche' poi il sesso era veramente gradevole. Sara mi ha fatto capire alcune cose ed aveva ragione. Al di la' del sesso, la sensazione di potere assoluto e' qualcosa di veramente inebriante. Dovevo fare tutto questo per te, innanzi tutto. Se non fossi diventata la tua padrona io correvo il rischio di perderti e ... ." " No, padrona, non dica una cosa del genere. Lei non avrebbe mai corso questo rischio. Io le appartengo completamente" Ero ancora in ginocchio e lei si abbasso' venendo quasi al mio livello, mi afferro' per il mento, lo strinse, mi accarezzo' il viso ma poi fece partire uno schiaffo violento che mi fece andare con un fianco a terra. Lei pose di nuovo la sua gamba su di me spingendomi con la schiena a terra e mettendola stavolta sopra il mio volto nella classica posizione dominante. In quel modo, avevo la completa visione delle sue parti intime. Dio, che spettacolo! Era sublime, erotica al livello massimo " Non ti azzardare mai piu' ad interrompermi, Davide e soprattutto a non mettere in discussione cio' che io dico. Intesi?" " Si padrona. Mi perdoni" dissi estasiato da quella prova di autorevolezza e dominanza " Dicevo che stavo correndo il rischio di perderti e questa e' la sacrosanta verita', Davide. Tu hai bisogno di una donna dominante. Ne hai assoluto bisogno e prima o poi ti avrei perso. Forse non fisicamente perche' so quanto mi ami e non saresti mai andato via da me ma ti avrei comunque perso. Avrei perso il tuo desiderio e per una donna questo e' insopportabile. Ma dovevo farlo anche per me stessa, per avere sempre addosso quello sguardo che hai adesso, per sentirmi come mi sento ora. E' stato semplicemente questo che mi ha detto Sara. Niente di particolare, come vedi ma essenziale per il mio percorso. Ora va a lavarti e vestiti. Ci attende una serata particolare, amore. Io sono sicura che mi divertiro' ma per quanto ti riguarda non ne sono molto sicura. Consideriamolo il nostro esame. Dopo questa sera sapremo se io sono in grado di essere la tua padrona e tu se puoi essere il mio schiavo. Io sono sicura che saro' promossa ma per te ho ancora dei dubbi. Sbrigati ora. Hai un quarto d'ora di tempo per essere pronto e per lasciare la camera pulita. Per ogni minuto di ritardo riceverai uno schiaffo. E, come hai potuto notare prima, trent'anni di judo hanno fatto diventare il mio braccio notevolmente forte e poi ... .devo recuperare dieci anni e non ho affatto intenzione di essere indulgente e ricadere negli errori degli anni scorsi" Giovanni guidava senza fretta in mezzo a quelle stradine di campagna a me sconosciute. Eravamo in perfetto orario ed io non avevo fatto nemmeno un secondo di ritardo, memore della promessa di schiaffeggiarmi che mi aveva fatto Miriam. Mi domandavo parecchie cose mentre le due donne si raccontavano come se niente fosse le loro imprese nei nostri confronti. Mia moglie aveva narrato a Sara cosa mi aveva fatto e mi meravigliai della sicurezza dimostrata parlando anche di cose intime, aiutata anche dal fatto che la padrona di Giovanni aveva detto con nonchalance di come lo avesse preso a calci e di come si fosse accorta poi che il suo schiavo si fosse eccitato notevolmente " Brava Miriam, vedo che i miei consigli iniziano a dare i naturali frutti" concluse la bella donna seduta davanti a me accanto al guidatore. Io intanto proseguivo in silenzio i miei ragionamenti, operazione resa molto complicata dalle lunghe gambe della mia padrona coperte appena da splendide calze che semmai le rendevano ancora piu' sensuali. Ma quali erano questi ragionamenti? Mia moglie aveva giocato sessualmente con me e la cosa mi aveva eccitato non poco ma in fondo, non era la prima volta che lo facevamo, anche se non in quel modo. Cosa era veramente cambiato? Lei mi aveva schiaffeggiato con violenza, e' vero, ma anche altre volte mi aveva fatto delle prese di judo e mi aveva bloccato. Si' lo schiaffo di quella mattina e quelli che mi aveva appena dato erano stati dati con un'intensita' maggiore ma non era solo questo che era cambiato tra di noi. Continuavo a chiedermi per quale motivo io per tutta la giornata mi fossi sentito veramente un uomo sottomesso alla propria moglie quando in realta' il cambiamento era stato lieve, tutto sommato. L'abbigliamento? Beh, un certo peso ce l'aveva, questo era abbastanza evidente da come continuavo a guardare mia moglie con un desiderio che l'eiaculazione precedente aveva sopito ma non certo addormentato del tutto. Era sicuramente un insieme di cose ma la piu' sostanziale sembrava che quello scatto in avanti che Miriam aveva compiuto, quei piccoli progressi fatti, avevano finalmente fatto breccia dentro di me. Si, era vero che mia moglie era forse diventata la mia padrona ma io sembravo aver raggiunto quello scopo che da sempre mi ero posto: sentirmi inferiore a lei. Avevo bisogno di questa sensazione, era indispensabile per me. Avevo sostenuto all'inizio che non mi sentivo un sottomesso facile e non lo ero mai stato, ma tutto quello che avevamo fatto durante quella giornata era stato fatto in maniera tale da abbattere le mie residue resistenze. Io avevo bisogno di essere domato, con la forza e con l'autorita' e Miriam, grazie ai piccoli accorgimenti e ai consigli di una vera donna dominante come Sara, mi aveva domato. Ero io infatti a guardarla diversamente. Quella accanto a me era sempre mia moglie. Io l'amavo e lei aveva appena ammesso di nutrire lo stesso sentimento ma la guardavo come si guarda una donna superiore, timoroso, impaurito persino se lei mi riguardava, cosa che era avvenuto spesso durante quel tragitto, col risultato di farla sorridere spesso. Perche'? Oh beh, perche'. Perche' ero fatto cosi'. Non ci sono spiegazioni valide o supportate da argomenti che possano spiegare quello stato d'animo che mi faceva sentire un uomo diverso, in quel momento. Diverso perche' io desideravo quella donna come nessun marito puo desiderare la propria moglie dopo tanti anni di matrimonio, diverso perche' non mi sentivo adeguato a lei in quanto improvvisamente la vedevo troppo bella per me, oltre ad essere piu' forte e questo me la faceva vedere come una donna degna finalmente di essere obbedita in tutto e per tutto. All'inizio di questo mio racconto, dissi quali dovevano essere le tre caratteristiche che volevo in una donna dominante: la forza, l'autorita' e la sensualita'. Ecco, in quel momento, mia moglie possedeva in abbondanza tutte e tre le caratteristiche ed io potevo finalmente sottomettermi ad una vera padrona, almeno per come io intendevo una padrona. Ma i miei complicati ragionamenti terminarono in quanto eravamo appena arrivati. Cosi' come alla partenza avevo aperto la porta alla mia padrona, cosi' mi affrettai a farlo per farla scendere, naturalmente imitato da Giovanni. Si trattava di un ristorante un po' isolato, in mezzo alla campagna, per quanto mi era dato di sapere ignorando completamente il luogo. Si trattava di una costruzione ad un piano, con alcuni tavoli fuori dal locale riparati da una tettoia ma completamente privi di gente in quanto la temperatura non era certo ideale per cenare al chiaro di luna. Dentro invece, era abbastanza pieno, con una quindicina di tavoli occupati sulla ventina disponibili ed appena entrammo, dovetti fare i conti con una sensazione strana e per me quasi nuova. Ero geloso. Geloso degli sguardi che, inevitabilmente, le due donne attirarono su di loro. Se quella sera mia moglie era splendida, Sara lo era altrettanto ed in piu' aveva una sicurezza, un'andatura nel camminare che Miriam ancora non possedeva. Le nostre padrone entrarono prima di noi che, come mi aveva raccomandato di fare Giovanni, dovevamo camminare qualche metro indietro a loro. Sara avanzo' di qualche metro, quasi conducendo Miriam che invece stava tradendo un po' di emozione nel trovarsi di colpo sotto i riflettori, lei che anche quando era una campionessa si era sempre dimostrata schiva. Prima di entrare le avevo sentite parlottare e, probabilmente, qualche consiglio c'era stato ma io che la conoscevo bene notavo qualche turbamento sul suo volto. Ad ogni modo, Sara disse al cameriere che ci doveva essere una prenotazione per quattro persone e quindi si fece accompagnare al tavolo, seguita ovviamente da Miriam in primis e poi da noi. Arrivati al tavolo, sempre dietro consiglio di Giovanni che mi aveva catechizzato per buona parte del pomeriggio sul perfetto comportamento del marito sottomesso quando si usciva, scansai la sedia per far sedere mia moglie che, seguendo cio' che faceva Sara, scanso' ancora un poco la sedia e accavallo' le gambe in modo da metterle ben visibili agli occhi di chi ci stava vicino col risultato che il suo abito gia' molto corto risaliva fin quasi all'inguine. E, come stavo dicendo prima, la mia gelosia ribolliva e questa sensazione merita un'analisi piu' particolare. Avevo sempre sostenuto di quanto avrei amato vedere sguardi erotici degli uomini su mia moglie, di quanto mi piacesse quando al mare mostrava il suo corpo tonico e invece, alla prima occasione in cui lei era decisamente sexy, le avrei messo volentieri un lenzuolo su quelle splendide gambe per nasconderle agli occhi degli altri. E si, perche' gli sguardi ci si posavano, eccome. I maschi nelle adiacenze facevano fatica e svariavano prima su Sara e poi su Miriam e c'era il serio rischio che divenissero strabici, soprattutto quelli di un tavolo proprio accanto al nostro composto da quattro uomini sui quarant'anni, probabilmente quattro amici in libera uscita. Ero quindi geloso. Geloso perche' non potevo fare niente, non potevo dirle di coprirsi e perche' era cosi' dannatamente sensuale. Il primo impatto nell'essere un marito sottomesso dinanzi agli altri mi aveva fatto capire che avevo ancora delle remore, cosa che invece non aveva Giovanni abituato a quei comportamenti. Ma remore o meno, quella situazione mi stava facendo bollire il sangue. Il cameriere addetto al nostro tavolo ci porto' intanto il menu' ed io mi affrettai a prenderlo in mano per studiare le pietanze quando sentii la voce di mia moglie " Che cosa vuoi fare?" Mi chiese. Il tono non era autoritario ma i presupposti per un umiliazione pubblica c'erano tutti in quanto sicuramente i vicini mi avrebbero ascoltato. Ed io per la prima volta stavo per parlare a mia moglie con un tono sottomesso in un luogo pubblico " Volevo vedere quali piatti ci fossero per la cena, signora" Non so se i vicini sorrisero in quanto evitai accuratamente di guardarmi intorno e addirittura abbassai gli occhi ma vidi mia moglie cercare lo sguardo di Sara che le sorrise e le fece cenno di continuare. Miriam sospiro' cercando forse la concentrazione ed il coraggio necessario ed infine mi strappo' il menu' dalle mani " Dai qua', ci penso io ad ordinare per te. Tu devi solo mangiare quello che ti portano" Ecco, volevo essere dominato e quella era dominazione totale anche se non avevo mai immaginato una cosa del genere. Era evidente che Sara aveva istruito bene mia moglie che, pur con tutte le difficolta' della situazione, si stava comportando da vera padrona. Ma per me non era affatto facile. Li avevo sognati per anni questi momenti ma viverli era tutte un'altra cosa. Pero' non potevo negare quanto tutto fosse eccitante per me in quanto la vergogna era arrivata al culmine ma anche la mia eccitazione andava di pari passo. Era bastato quel gesto e avevo avuto un'erezione, a dimostrazione di quanto fossero sviluppati i miei istinti sottomessi. Arrivo' intanto il cameriere a prendere le ordinazioni sbirciando senza ritegno le gambe delle due belle donne dominanti che fecero l'ordine anche per noi. Sicura e flemmatica Sara, un po' in difficolta' Miriam che non sapeva esattamente come comportarsi. Scelse infatti tutte pietanze che a me piacevano e almeno per quanto riguardava il cibo avrei trascorso una serata tranquilla senza dover ingurgitare cibi che non amavo. Sara intanto guardo' Miriam " Come ti senti?" " Tutto sommato bene, anche se un po' nervosa" " Beh dai, e' normale, e' la prima volta" " Si, credo che sia normale, pero' non posso nascondere a me stessa che e' molto eccitante. Da delle sensazioni ... ." " Di potere assoluto, dillo pure. Non e' cosi'?" " Oh si. Di vero e proprio potere. Ed e' strano" " Strano? Direi normale. Ho voluto fare questa uscita pubblica perche' solo dinanzi ad altre persone puoi assaporare completamente quella sensazione di potere che ti sta pervadendo. Quando sei nelle quattro mura di casa, queste ti proteggono e tutto puo' assomigliare ad un gioco mentre in pubblico questa sensazione sparisce e diventa appunto potere assoluto" " Intendevo strano considerando il mio carattere. Se qualcuno mi avesse detto che avrei avuto queste sensazioni di piacere, lo avrei preso per pazzo. E invece e' una sensazione pazzesca" " E molto erotica. Hai notato il cameriere?" " Certo che l'ho notato e lui ha notato noi. A momenti gli cadevano gli occhi sulle nostre gambe" Sara scoppio' a ridere " E ti e' piaciuto? Non negarlo, ti ho visto come eri soddisfatta. E' anche un bel giovanotto" " E' inutile negarlo e te l'ho appena detto. E' bello, sembra di avere il mondo nelle proprie mani" " Ed e' solo l'inizio, mia cara. Vedrai in seguito. D'altronde, tu sei molto carina e se vesti in modo un po' sensuale come in questo momento e se migliori in certe situazioni, come ad esempio nella camminata ... ." " Vuoi dire che cammino male?" " Non hai le movenze di una modella, questo e' certo, ma per fortuna non hai la camminata un po' goffa che il tuo passato da sportiva poteva lasciarmi presumere. Comunque, avremo modo di migliorare su questo punto. Io intendevo se hai notato l'ammirazione del cameriere e di quei quattro che ci sono a fianco. E di quell'altra coppia sulla tua sinistra? Lei pagherebbe chissa' cosa per essere come noi. Guardati intorno, Miriam, non abbassare lo sguardo. Sii fiera" Mia moglie annui' e alzo' la testa " Lo sono come non mi e' mai capitato in passato, nemmeno quando ho vinto tornei importanti, nemmeno quando sono stata campionessa italiana. Ti rendi conto, Sara?" " Oh certo che me ne rendo conto. Conosco benissimo quelle sensazioni che stai provando e posso garantirti che non scemeranno mai ma che anzi, diventeranno sempre maggiori e sempre maggiore sara' la tua voglia di provarle" La mia padrona respiro' profondamente accennando un sorriso " Non c'e' il rischio di diventare un'esaltata?" " Mi vedi per caso un'esaltata? Eppure sono anni che vivo queste sensazioni. No, cara, sei troppo intelligente per cadere in questa trappola. Devi sentirti una dea, e' vero, ma anche sapere che non si tratta della vita reale. Se riuscirai a barcamenarti tra queste due sensazioni contrastanti riuscirai ad essere perfetta" " Lo diventero'. Piuttosto, non c'e' timore che possiate incontrare qualcuno che vi conosca?" " In teoria si ma finora non e' mai capitato. Questo e' uno dei locali che frequentiamo quando voglio mettermi in mostra e sono tutti abbastanza lontani dalla nostra casa e fuori dalle abituali mete delle persone che frequentiamo. Piuttosto, sei tu a dover stare piu' tranquilla. Sei ad oltre trecento chilometri da casa e quindi puoi rilassarti e goderti il tuo potere. Miriam sorrise e respiro' profondamente mentre i miei occhi erano persi nella visione delle sue belle gambe " Hai ragione, sai. Credo che mi godro' questa serata" La mia padrona afferro' la salvietta e la fece cadere volutamente a terra "Raccoglila" mi disse poi con un tono di voce piu' elevato rispetto a quello usato fino ad allora. Non so se quella mossa fosse farina del suo sacco oppure un altro degli innumerevoli consigli che Sara le stava elargendo a piene mani ma per me cambiava poco. Mi chinai a raccogliere la salvietta e, mentre mi rialzavo, osservai le facce di tutti i presenti, Erano schifate, erano facce di persone che non potevano capire come un uomo potesse ridursi in quel modo. Ma che ne sapevano loro? Come potevano comprendere quello che io stavo vivendo? Li guardai uno ad uno e sorrisi. L'umiliazione non esisteva piu'. Ero fiero di obbedire a mia moglie, ero fiero che tutti gli altri potessero pensare che lei fosse una donna unica, ero fiero mentre continuava a calamitare sguardi ed ero fiero di essere il suo schiavo. L'avevo sempre amata, ma quello che provavo in quel momento era qualcosa che esulava da un sentimento normale e pregai il Signore che la mia padrona potesse rimanere sempre accanto a me perche' allora e solo allora mi resi conto che senza la mia padrona non avrei potuto vivere. Fine undicesimo episodio Per commentare questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it